Al Palais Galliera la retrospettiva su Jeanne Lanvin

Al Palais Galliera la retrospettiva su Jeanne Lanvin

Nonostante fosse stata un tedoforo chiave dell’eleganza francese, Jeanne Lanvinè stata spesso oscurata ingiustamente dai virtuosismi di Madeleine Vionnet e dall’arte di Elsa Schiaparelli. Non a caso quando Alber Elbaz è stato nominato nel 2001 il direttore artistico del marchio, il suo compito era quello di svegliare una “bella addormentata”. Parole, pronunciate da Shaw-Lan Wang, proprietario di Lanvin, e che si fanno ancora più veritiere pensando alla retrospettiva “Jeanne Lanvin” che inaugurerà domenica al Palais Galliera.

Quella su Jean Lanvin è una retrospettiva sussurrata, dominata dal silenzio. Gli abiti, selezionati da Elbaz facendosi guidare dalle emozioni invece che dalla cronologia, sono infatti esposti senza enfasi e i più preziosi sembrano uscire dal cassetto delle meraviglie. Si va dalla storica Robe de style, realizzata da Lanvin dall’esordio fino agli anni Quaranta al cappotto con le tasche di pelo degli Anni Trenta. Senza dimenticare le emozionanti immagini di Jeanne Lanvin insieme alla figlioletta Marguerite, compresa quella utilizzata da Paul Iribe per realizzare il logo della maison: una foto del 1907 in cui Jeanne Lanvin e Marguerite ballavano abbracciate, vestite allo stesso modo.

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