Rapunzel. Courtesy of Press Office

La magia di Rapunzel al Teatro Brancaccio

C’era una volta,e c’è ancora, una ragazza dai lunghi capelli dorati e magici. E’ la fiaba di Rapunzel che rivive fino al 25 gennaio al Teatro Brancaccio di Roma. La storia dei fratelli Grimm, tra accurate coreografie e scenografie da favola è rivisitata in chiave contemporanea e ironica dal regista Maurizio Colombo con il grande ritorno in scena, nel ruolo della perfida e vanitosa madre Gothel, di Lorella Cuccarini. Sfida produttiva e creativa per Alessandro Longobardi, direttore artistico del Brancaccio, in pieno stile hollywoodiano, dove le attrici più belle fanno a gara per accaparrarsi il ruolo della cattiva di turno al Cinema (dopo Angelina Jolie nel ruolo di Malefica e Charlize Theron bellissima matrigna di Biancaneve, a marzo nelle sale sarà il turno di Cate Blanchett nel ruolo di Lady Tremaine in Cinderella), il musical tutto italiano Rapunzel è un racconto emozionante e coinvolgente pronto a lanciare un’invettiva sul conflitto tra vanità, manie di onnipotenza e naturale corso della vita. Una vita semplice, fatta di momenti e situazioni genuine che non possono che accadere.

Rapunzel. Courtesy of Press Office
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Due sorelle, Gothel e Grethel, molto diverse tra loro: la prima debole e ammalata, la seconda bella e forte e destinata a diventare regina. Bandita nell’oscurità Goethel si dedica all’alchimia per cercare la formula dell’eterna giovinezza e la trova in un fiore, il raperonzolo, che solo lei possiede. Grethel, ormai regina si ammala e non può dare al regno il suo erede. Il re, combattuto, decide di incontrare Gothel che è disposta a salvare sua sorella grazie al suo fiore magico ma alla sola condizione che il nascituro venga affidato alle sue cure in modo da garantirle per sempre la forza e la bellezza.

Rapunzel. Courtesy of Press Office
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Nasce una bimba dai capelli color dell’oro e dai poteri curativi straordinari, Rapunzel (una meravigliosa Alessandra Ferrari) che Gothel rapisce all’età di un anno e alleva come una figlia in una torre sperduta nel bosco. La bimba vive segregata nelle sue stanze fino all’età di diciotto anni e solo grazie alla sua fervida immaginazione e ai suoi amici fiori canterini,Rosa e Spina, riesce a combattere la solitudine. Tra cortigiani pronti ad assolvere o a condannare, guardie di corte incapaci e furfanti del villaggio, si snoda la vicenda di un amore casuale che tra fughe e inseguimenti porta Rapunzel ad innamorasi del giovane e coraggioso Phil (Giulio Corso), brigante dal cuore tenero. Tra buoni sentimenti e recupero dei sani valori spesso offuscati dall’egoismo umano, Rapunzel consente di riflettere sull’importanza del “dare” e del “darsi” e sulla vera bellezza, quella che può esistere solo grazie alle nuove generazioni che ripongono fiducia nel futuro.

E, naturalmente, Rapunzel e Phil vissero felici e contenti.

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