Theatrophone: musica vintage

Ascoltare la propria musica preferita dopo averla scelta e acquisita con un apposito strumento non è affatto un’invenzione tra le più recenti, bensì un’abitudine che risale addirittura al IX secolo. Difficile a dirsi ma incredibilmente vero, secondo le ricerche pubblicate dal supplemento del 2 Luglio 1892 di un popolare quotidiano dell’epoca, lo Scientific American.
Per gli appassionati di musica di due secoli fa il piacere e il desiderio di ascoltare i propri brani musicali preferiti si trasforma in pura realtà grazie ad un primordiale apparecchio acustico a forma di cornetta chiamato Theatrophone. E già nel lontano 1890 proprio il Theatrophone si presenta come innovativo apparecchio per lo svago che in breve tempo conquista un vasto pubblico e diviene un trend molto in voga a Parigi, fervente vivaio europeo di stimoli artistici e culturali.

Nel Vecchio Continente è il Belgio la nazione in cui, nel 1884, la nuova tecnologia si avvista per la prima volta, seguita dalla città di Lisbona, in Portogallo, che ne usufruisce a partire dal 1885, e poi la Svezia nel maggio 1887.

Anche alcuni tra gli intellettuali di quel secolo ne rimangono letteralmente stregati. Scrittori come ad esempio Marcel Proust e Victor Hugo, il quale in una sua nota personale datata 11 maggio 1881, definisce l’esperienza del Theatrophone come “assolutamente piacevole”.

Questo antenato dell’IPod – a metà strada tra una stazione radiofonica e un moderno podcast – e primo apparecchio con suono stereofonico, consente per la prima volta ad entusiasti amanti della musica, e quindi a coloro che si abbonano al servizio, di poter “scaricare” e quindi ascoltare in tutta comodità la propria musica in quasi tutti i locali pubblici: dalle camere di alberghi, dai ristoranti, dai teatri, dall’opera, dai caffé letterari e dai clubs sparsi sull’intero territorio urbano ma anche e perfino direttamente dalle proprie abitazioni private. Il costo, inoltre, risulta alquanto sostenibile: in cambio di 50 cents è possibile ascoltare musica per 5 minuti.


Il Theatrophone ha un funzionamento tanto elementare quanto piuttosto rivoluzionario per l’epoca: si tratta nient’altro che di uno strumento composto da un dispositivo avente una tavoletta con display e una semplice cornetta. Sul display si visualizza il nome del teatro dal quale viene trasmessa in quel momento la colonna sonora.
Il macchinario era poi collegato ad una stazione madre centrale e quindi ad una vera e propria linea telefonica attraverso la quale la società che gestiva i servizi – la Theatrophone Company, fondata da MM. Marinovitch e Svarzady – trasmetteva all’esterno.
La stazione principale – infine – era connessa a parecchie stazioni secondarie a loro volta posizionate negli interni dei teatri. Sul palcoscenico era installata una serie di microfoni che “recepiscono” i segnali sonori inoltrandoli istantaneamente alla stazione madre.
Più tardi assistiamo anche a parecchi miglioramenti che – apportati all’invenzione originaria – ne potenziano l’amplificazione del suono: tra questi si ricorda la cosiddetta “staffetta bruno” introdotta nel 1913.
Superata la sua stagione d’oro , il Theatrophone lascia infine spazio alla crescente popolarità di invenzioni decisamente più contemporanee come il fonografo e la radiodiffusione e così l’azienda chiude definitivamente i battenti nel 1932.

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