Una storia d’amore che travalica confini apparentemente lontani. L’universo onirico e la realtà sono simili e spesso si confondono in Tokyo Love, l’ultimo romanzo di Silvia Accorrà edito da Enrico Damiani Editore. L’incontro tra due donne, diverse per età, cultura e provenienza ma simili nelle emozioni che provano l’una per l’altra in attimi da cogliere e tutti da godere, come in un racconto proustiano.
Non c’è distanza tra le due protagoniste di Tokyo Love, una fotografa occidentale e, nel richiamo del più puro amore saffico, una fanciulla asiatica che ritorna dall’Oceano con una impetuosa, irrefrenabile, e allo stesso tempo delicatissima, voglia di amare in un verosimile ritratto esistenziale al limite tra mistero e sogno.
In una Tokyo frenetica, affollata nello scintillio dei grattaceli tra luci abbaglianti e nevrotici clacson, l’orologio si ferma aprendo le porte ad amori ineluttabili, dal fascino inesplicabile, fatti di incontri attesi in un nuovo e ordinato equilibrio spazio-temporale.
Passione, sentimento, ragione. Tokyo Love, il primo dei tre romanzi di Silvia Accorrà ambientati in Giappone, personalizza con un stile tutto nuovo il mare magnum della narrativa italiana. Non solo scrittrice, ma anche fotografa, Silvia Accorrà riesce a trasformare scatti di vita in letteratura. Immagini asciutte di un mondo, quello orientale, in cui nel presente individui dello stesso sesso, tempi passati e futuri, notte e giorno, non hanno alcuna differenza. Poetico come “La voce delle onde” di Yukio Mishima, enigmatico come “Occult” di Banana Yoshimoto, Tokyo Love è un romanzo dalle mille sfaccettature intrise di multiculturalità.
C’è tutto il simbolismo degli ideogrammi giapponesi nell’opera dell’autrice-fotografa Accorrà, mentre la logica del non ritorno è sfatata grazie a percezioni e persuasioni provenienti dalla realtà circostante. Sensazioni che trapassano le frontiere dell’apparenza.
Non mancano pathos e gustosi momenti di suspance, in una storia che, in fondo, è fatta di anime e carne.