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Due Madonne e un bambino, a Roma la provocazione sulla Natività della Street artist Laika

La mattina del 24 dicembre è apparsa la nuova opera-provocazione della street artist Laika presso la sede di PRO-VITA e FAMIGLIA, in viale Manzoni a Roma.

Laika
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L’opera, o meglio le opere, ritraggono una reinterpretazione della natività: nel primo poster Gesù bambino è insieme alle sue due mamme, due Madonne, che lo coccolano. Gesù è avvolto da fasci arcobaleno, esplicito riferimento alla bandiera LGBT.

Laika
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Il secondo poster, invece, ritrae San Giuseppe, falegname, che realizza una bara per il patriarcato. “Questo è il mio augurio di buon Natale a tutti gli italiani – ha dichiarato Laika -, che sia di buon auspicio per il futuro: un futuro senza discriminazioni, che si lascia alle spalle i cosiddetti ‘valori tradizionali’, frutto di una società misogina, omofoba e patriarcale.

Laika
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Di quel patriarcato che ancora oggi è responsabile della morte di una donna ogni tre giorni per mano di un uomo. La cornice non è casuale: è assurdo che nel 2023 ci siano associazioni sponsorizzate e finanziate dallo stato che promuovano valori medievali, come l’ascolto del battito cardiaco del feto e la cancellazione di un* dei due genitori dai certificati di nascita di famiglie gay. Ognuno ha diritto a fare la proprie scelte riguardo il proprio corpo e il proprio orientamento sessuale“.

Laika
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L’opera è dedicata a Michela Murgia, che sulla famiglia diceva: “La famiglia sono le persone che ti scegli“.

Photo credits Courtesy of Press Office

Too thin, too curvy… too much. Per la moda ora è “davvero troppo”!

Ancora una volta è polemica nel mondo della moda per una ragazza troppo magra. Stavolta, ad essere sotto accusa è la copertina di Novembre del magazine Marie Claire Italia: una modella di 17 anni, Marthe Wiggers, appare in tutta la sua magrezza e con un’espressione imbronciata e cupa. La sua taglia 38, forse 36 e l’aspetto poco salutare, hanno subito scatenato l’ira di molte lettrici tanto che il direttore della rivista, Antonella Antonelli, si è sentita obbligata a rispondere pubblicamente a tutte le donne indignate e a scusarsi, non senza far valere però le sue scelte di direzione.

 “Care lettrici, Vi ringrazio innanzitutto per l’attenzione e mi scuso personalmente per aver suscitato la vostra indignazione. Marie Claire da sempre è una rivista molto attenta e sensibile alle tematiche femminili, evitando immagini che siano dei modelli negativi per le ragazze, evitando foto con sigarette per il cancro al seno o modelle anoressiche. La modella della cover di novembre, come potrete osservare anche all’interno del servizio moda, dove ha le gambe scoperte, è una normale taglia 38 come tante altre.” Ha poi concluso scrivendo: “Noi non abbiamo mai creduto in un solo ideale di bellezza femminile, ma al contrario crediamo nella consapevolezza di ogni donna di sentirsi bene nella propria pelle, compresa in una sana taglia 38″

Marie Claire Italia, cover Novembre 2015                                    marieclaireit

Cercando di giustificarsi la direttrice ha peggiorato la situazione, tanto che la scrittrice sarda Michela Murgia con un post sul suo profilo Facebook ha definito tutto ciò come disgustoso e spaventoso, chiedendosi, inoltre, come non sia ancora in atto una ribellione contro questo ideale di donna troppo magra. Alcune lettrici si sono domandate come possa una taglia 38 essere considerata sana, altre hanno assicurato di non leggere mai più la rivista.

La polemica per la cover di Marie Claire arriva pochi giorni dopo lo sfogo della modella inglese Charli Howard, grandi occhi verdi e sopracciglia alla Delevigne, che, sempre su Internet, aveva denunciato la sua agenzia perché le chiedeva di togliere qualche centimetro dai fianchi, nonostante la taglia 38 della ragazza. “Mi rifiuto di sentirmi in colpa perché non raggiungo i vostri ridicoli e inottenibili standard di bellezza”, ha scritto Charli Howard sui suoi profili social, criticando senza freni la poco salutare ossessione dell’industria rispetto a taglie e centimetri.

charli-howard

 

Una situazione demoralizzante si è così trasformata in un’opportunità di potersi avvicinare ad un reale cambiamento. Sulla scia di altre modelle ormai celebri ma spesso criticate, come il caso di Gigi Hadid che ha subito del “body shaming” per il motivo opposto (da molti è considerata un po’ troppo in carne per sfilare alla pari di altre modelle filiformi), lo sfogo online della giovane Howard che parla della sua nuova agenzia e di una nuova speranza per il futuro, è un ulteriore modo per far capire, anche agli addetti ai lavori, il bisogno di un cambiamento nella moda verso il superamento di standard ormai obsoleti.

                                 Gigi Hadid sfila per Tommy Hilfiger p/e 2016                      gigi_hadid

Non è più soltanto una questione di modelle eccessivamente magre o  troppo curvy a scatenare l’ira e le critiche delle donne, ma di messaggi sbagliati: è ormai superato innalzare un determinato modello fisico a modello ideale ed unico, soprattutto nel mondo della moda che, come ben sappiamo, è lo specchio della società nella quale viviamo.

L’immagine nella moda è tutto e il messaggio che deriva da essa dovrebbe veicolare la bellezza delle donne e la loro forza anche nella diversità, a prescindere da schemi o numeri. Sembra che in molti si stiano muovendo a favore di questo cambiamento, compresi i nuovi agenti della bella Charlie Howard…

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