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Crazy Krizia. Addio alla Signora dello stile “pop”

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«Ha sdoganato il vestire borghese, interpretando in anticipo i mutamenti del costume e dando una ventata di libertà alla donna, libertà che sentiva profondamente anche per sé e che l’ha guidata per tutta la vita», con queste parole Beppe Modenese, Presidente onorario della Camera della Moda, uno dei più grandi estimatori di Mariuccia Mandelli, ricorda la stilista appena scomparsa all’età di 90 anni. Coraggiosa, eclettica, avventurosa, anticonformista e profondamente innamorata dell’arte, in una sola parola Krizia. È con questo pseudonimo preso da uno dei Dialoghi di Platone sulla Vanità che è divenuta famosa in tutto il mondo per le sue creazioni impregnate di avanguardia. Nasce a Bergamo Mariuccia Mandelli, nel 1932, esercita per un breve periodo la professione di insegnante ma è subito evidente che non sarà quello il lavoro della sua vita. Insieme alla sua amica Flora Dolci dà vita ad un’azienda di abbigliamento ed inizia così la sua storia nel mondo della moda. Il 1957 è l’anno della presentazione della sua prima collezione ufficiale presso il Samia di Torino, ma il debutto che l’ha consacrata ad astro nascente del fashion system risale al 1964. Nella gremita Sala Bianca di Palazzo Pitti Krizia fa il suo debutto davanti a migliaia di buyers nazionali e d’oltreoceano, apprezzatissime sin da subito le sue creazioni in bianco e nero che in quella stessa occasione le valsero il premio Critica della Moda. Kriziamaglia nasce nel 1967, una linea interamente dedicata alla maglieria che da sempre è considerata il pezzo forte della griffe. Gli anni a venire hanno visto la nascita di numerose linee: Krizia, Krizia Top, Krizia Poi, Kriziamaglia, Poi by Krizia, Per Te by Krizia, Krizia Jeans, Krizia Uomo ecc. realizzate in licenza, ed inoltre in quegli stessi anni la stilista collabora con nomi illustri della moda quali Walter Albini e Karl Lagerfeld.

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Amante dei volumi e delle geometrie strutturate, spesso rende la natura e gli animali protagonisti delle sue creazioni. Tratto distintivo delle sue collezioni che ad ogni stagione portano sulla passerella un nuovo elemento, il 1974 è l’anno del gatto, l’anno successivo della volpe, nel 1976 il serpente e poi ancora scimmie, cammelli ecc. A questo proposito nel 1983, Camilla Cederna scrisse su Vogue Italia «Crazy Krizia la chiama la stampa americana per i suoi modelli spregiudicati e spesso ironicamente provocanti, mentre un altro soprannome è “regina della giungla”, tale è l’amore per gli animali domestici o feroci che s’incontrano dappertutto, nelle collezioni di casa sua e nei suoi morbidissimi golf». Non solo animali ma tanta arte a caratterizzare le sue collezioni, dense di ispirazioni orientali e architettoniche. Architettonico è la parola adatta per definire l’uso che la sapiente Krizia ne faceva del plissé, utilizzato per la prima volta nel 1978 con un impermeabile al quale seguirono tute-bruco, tute-farfalla e chiocciole che tanto rimandavano alla struttura del Guggenheim. Arte e natura, un connubio perfetto che hanno reso le sue collezioni uniche e senza tempo.

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Ogni singola creazione, ogni sfilata hanno raccontato un pezzo di storia di quella donna avventurosa, dalla forte presenza, con il suo caschetto nero e gli enormi gioielli che amava indossare. Un genio il suo che certamente mancherà alle passerelle, che ha fatto la storia e che ha contribuito a dare un’immagine diversa della donna, un’immagine nuova e libera dagli schemi. Ma la storia di Krizia continuerà nel tempo e a portarla avanti è ora Shenzen Marisfrolg Fashion di Zhu Chong Yuo, imprenditrice e stilista cinese che ha acquistato la maison nel 2014, la quale non intende rinunciare al patrimonio artistico che la stilista le ha lasciato in eredità «Ho un archivio immenso da rivisitare» ha commentato e i suoi capi in effetti sembrano davvero riportare sulla scena i segni iconici della maison.

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