Archivi tag: guardaroba

Aspesi, nel nuovo progetto del brand il guardaroba “È una cosa di famiglia”

Il brand Aspesi lancia un progetto per raccontare il valore degli oggetti tramandati, custoditi, collezionati. E il tema del gruppo familiare per il marchio trova spazio proprio nei gesti quotidiani di persone che condividono connessioni.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Gruppi familiari in cui le esperienze condivise del gruppo sfociano nella sfera emotiva del singolo. In questo campo familiare i membri scambiano, tramandano, ereditano capi di abbigliamento Aspesi appartenuti ad altri membri.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Un atto che non solo preserva il lato affettivo che l’oggetto appartenuto ad altri rappresenta, ma che permette al nuovo fruitore una inedita interpretazione del tutto personale. Indossare un capo appartenuto al nostro vissuto collettivo rimanda a una libera interpretazione del nostro essere, un’azione che rende tutto ciò che è standardizzato e impersonale incredibilmente unico, intimo e simile a noi.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Il guardarobaÈ una cosa di famiglia” e ognuna ha i suoi oggetti del cuore . Sono supporti di memoria, significati di relazioni, contenitori di ricordi che nella vita quotidiana viviamo con naturalezza, perché ci appartengono. Ci circondano come le fotografie, l’aria e il disordine, ma in silenzio continuano a ricordarci da dove veniamo e, a volte, dove stiamo andando.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Questi oggetti non solo parlano di noi, ma vanno indietro e oltre, rimandando a qualcosa di più grande.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Alle nostre radici, alla nostra identità, alla storia che ci rappresenta e che condividiamo con altre persone, le nostre persone, la nostra famiglia. Sono oggetti, ma solo in apparenza: sono molto di più, perché dietro hanno una storia, un gesto, un portamento, un’immagine che ci fa stare bene perché ci racconta chi siamo.

Photo credits Courtesy of Press Office

Mettere all’asta il guardaroba: moda o necessità?

suzy-menkes_470x305Chi lavora nel mondo della moda, la conoscerà sicuramente, non foss’altro che nel settore viene venerata e definita la ‘Bibbia vivente’: stiamo parlando di Suzy Menkes, giornalista di moda dell’International Herald Tribune da ormai 25 anni, che ultimamente ha deciso di mettere all’asta il suo immenso e preziosissimo guardaroba. Una delle aste più attese di sempre, che prenderà il nome di “In my fashion: the Suzy Menkes Collection” e si svolgerà online per due settimane, dall’11 al 22 luglio. Sarà Christie’s a battere ogni singolo capo degli 80 lotti, in cui sono stati suddivisi gli abiti dal 1964 ad oggi. Abiti, cappotti, vestiti, giacche, accessori; Emilio Pucci, Yves Saint Laurent (quand’era ancora Yves Saint Laurent!), Christian Lacroix: queste solo alcune delle griffe che fanno parte di questo tesoro inestimabile. “C’é qualcosa di triste negli abiti conservati come in una tomba. Hanno bisogno di vivere e quest’asta prevede la possibilità per loro di camminare alla luce del sole di nuovo, di ballare, di dare a qualcun altro la gioia che hanno dato a me”, ha rivelato Menkes.

Capi colorati, stampati, a fiori, optical, ma raramente solo neri o basici, proprio come lei: “Sono una massimalista per natura, sono sempre stata attratta dagli stampati”. I prezzi partono da un minimo di 200 fino a punte di 1000 sterline, ma cosa non si spenderebbe per una giacca cocktail di Yves Saint Laurent della collezione Le Soleil, datata 1980?

La Menkes però non è la prima a mettere all’asta i suoi vestiti: qualche mese fa è toccato al guardaroba di Lady D di essere battuto a Londra dalla casa d’aste Kerry Taylor per 800 mila sterline, ma molto prima, qualche mese fa della scomparsa nel 1997, la ‘Principessa triste’ precorse i tempi vendendo all’asta decine di suoi vestiti.

abito-elegante-di-lady-diana-all-asta

Oggi, in tempi di ristrettezze economiche, pare essere diventata una moda quella di mettere all’asta i propri vestiti. Che sia eBay oppure la propria ‘bottega virtuale’ su Etsy, i requisiti della merce per poter essere appetibile è che sia firmata o vintage. Tante le ragazze che vanno a spulciare nelle soffitte delle nonne, delle zie o delle mamme per scovare dei veri e propri tesori d’altri tempi: vestiti dismessi e incelofanati, di cui però la polvere e il tempo non hanno saputo intaccare il fascino e il valore. Capita così, che curiosando online, si riesca a portare a casa a prezzi accessibili un abito Hermès Vintage Haute Couture Exclusif o delle décolleté Vintage Chanel. Un peccato però privarsene. Ma di questi tempi meglio un guadagno a costo zero oggi per poter poi investire nella nuova collezione Chanel domani. In attesa di tempi migliori, quando si potranno avere entrambi.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...