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Cangiari e ActionAid, una sfilata per “cambiare” la moda

 

Lo scorso 10 dicembre Cangiari, primo marchio etico di fascia alta della moda italiana, ha portato in passerella le sue creazioni più rappresentative e il proprio stile, per sostenere ActionAid, organizzazione internazionale impegnata contro fame, povertà ed esclusione sociale, con particolare attenzione ad alcuni territori del Sud Italia.

Una passerella di capi dal sapore autentico, stilisticamente eleganti e dalla portabilità conclamata. Un’Alta Moda di capi morbidi, impreziositi da inserti multicolore e rifiniti a mano in ogni dettaglio. Vengono presentati i capi dell’ultima collezione P/E 2016 ma la cifra stilista del brand asseconda anche differenti stagioni in quella che diventa, più che una sfilata, una mostra di esposizione delle capacità sartoriali che il gruppo Cooperativo GOEL ha saputo creare, guadagnandosi un posto in prima fila nel panorama dell’alta sartoria italiana.

 

Sfilata Cangiari al Nazionale Spazio Eventi lo scorso Dicembre
Sfilata Cangiari al Nazionale Spazio Eventi lo scorso Dicembre

La direzione artistica dell’evento, avvenuto presso il Nazionale Spazio Eventi di Roma, è stata affidata all’esperienza di Antonio Falanga e tra gli ospiti sono spiccati i nomi di Marina Spadafora, vincitrice del premio ONU Women Together Award 2015 per l’impegno nella moda etica e sostenibile e Andrew Morgan, autore di The True Cost, film documentario sui fatti del Rana Plaza dell’aprile 2013, uno dei più gravi disastri nella storia dell’industria tessile. Un racconto che si interroga sui costi umani, sociali e ambientali che possono nascondersi dietro la creazione di un abito. L’idea della sfilata dei capi del marchio è nata, infatti, anche dalla collaborazione tra ActionAid e il Gruppo GOEL – Cangiari, con l’intento di dare vita a una contaminazione tra mondi e realtà diverse, che possono comunicare e integrarsi perché uniti da valori e principi condivisi: etica, sostenibilità e innovazione imprenditoriale capace di produrre bene comune e sviluppo attraverso l’emancipazione sociale e lavorativa.

Marina Spadafora all'evento Cangiari
Marina Spadafora all’evento Cangiari
Andrew Morgan all'evento Cangiari
Andrew Morgan all’evento Cangiari
Credits: Cangiari facebook page
Credits: Cangiari Facebook page

Cangiari, in dialetto calabrese Cambiare, è un marchio nato nel 2009 nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, terra assillata da fenomeni di illegalità. Lo sviluppo del brand è stato possibile grazie al gruppo Cooperativo GOEL, realtà unica nel panorama italiano che vuole offrire una soluzione concreta a molti problemi locali realizzando nuove realtà imprenditoriali come questa nel campo della moda.

La produzione del marchio Cangiari si distingue per alcune caratteristiche inconfondibili. L’artigianalità: i capi sono, infatti, rifiniti sartorialmente con dei tessuti esclusivi realizzati a telaio a mano, onorando la preziosa tradizione della tessitura calabrese ed, inoltre, grazie al controllo diretto di tutta la filiera di produzione, i capi possono essere altamente personalizzati. La sostenibilità ambientale: i prodotti sono realizzati con filati, tessuti e colorazioni biologici, nel massimo rispetto dell’ambiente e per il benessere di chi li indossa. L’etica: la filiera di produzione è completamente made in Italy, formata da cooperative sociali che inseriscono al lavoro persone svantaggiate e lottano per il riscatto economico della propria terra. Nuovi stili di vita: i capi vogliono dare un messaggio di cambiamento a chi li acquista. Proprio quello che il nome del brand ha intenzione di fare: cambiare. Cambiare la moda, cambiare il territorio, un passo alla volta, un abito alla volta.

Credits: Cangiari Facebook page
Credits: Cangiari Facebook page

Presenti alla serata erano anche Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel e Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid italia che ha spiegato: “Con Cangiari condividiamo l’idea di cambiamento, che per entrambi significa cambiare le comunità locali per trasformare la società dal di dentro. Crediamo sia importante confrontarci con il settore privato e quindi anche con l’industria della moda, una delle più rappresentative per l’Italia, perché l’impresa può e deve essere etica e sostenibile

https://www.youtube.com/watch?v=IEvqZLeARFs

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