Il design finlandese: legno, natura, luce e colore

Un progetto lo si può definire riuscito se guardandolo ci si sente bene. Lo diceva un prestigioso architetto del Novecento, Alvar Aalto, designer e accademico finlandese, esponente di spicco dell’architettura organica di stampo europeo, appartenente alla cosiddetta “seconda generazione” dei maestri del movimento moderno.

E ci si sente davvero bene a osservare Vihervaja, il cottage tutto in vetro progettato da una delle giovani promesse del design scandinavo, Linda Bergoth. A ben guardarli i suoi progetti sono un mix fra tradizione del Nord e nuove tecnologie.

La natura in Finlandia è da sempre la grande protagonista nella vita di tutti i giorni. Entra nelle case dei nordici con i progetti di un altro designer emergente, Tapio Anttila che, di recente, ha disegnato un orologio ricavato da una sezione di tronco di betulla, dal nome Kukkuu. Sempre “verde”, composta da un foglio di corteccia di betulla arrotolata, è la lampada a sospensione Thuoi. Proprio con questa lampada Anttila ha vinto il Green Design Award.

Ma non mancano progetti ecologici, e al tempo stesso ispirati, come quelli di Eeva Lithovius: lo sgabello in legno che si protrae con una ramificazione sinuosa ne è un esempio.

In Finlandia numerose aziende scelgono tecniche di produzione improntate sulla sostenibilità ambientale. Si adottano processi produttivi che non prevedono alcuno spreco di risorse naturali. In questo modo, le emissioni di carbonio sono limitate e, grazie alla solidità e alla resistenza del legno lamellare (naturale), i prodotti finiti sono letteralmente indistruttibili.

Legno, natura, luce e colore. Queste le parole d’ordine che caratterizzano il design finlandese. Già negli anni ’50 il design scandinavo è stato fra i primi a imporsi, con i mobili di Aalto diventate icone. Realizzati in legno naturale, con curvature sinuose ma allo stesso tempo con un’economia di linee, dove il concetto di forma ben si sposa con la funzionalità dell’oggetto.

In Italia, il meglio del gotha del design finlandese, è in vendita nello showroom Selvini. Fra gli oggetti cult la poltrona Tomato Chair di Eero Arnio, il più grande innovatore nel campo dell’arredamento, con le sue forme futuristiche e l’utilizzo della plastica come materiale preferito.

Proprio quest’anno compie sessant’anni Marimekko, la storica azienda finlandese che ha ancora in produzione le stoffe firmate dai designer famosi di un tempo, primo fra tutti Maija Isola. L’attuale presidente della Marimekko nelle interviste li ricorda: «Si potrebbero raccontare tanti aneddoti proprio sulle donne forti della Marimekko, cominciando da Maija, alla quale fu ordinato un disegno che non fosse floreale e lei per ripicca disegnò il famosissimo Unikko, diventato poi emblema dell’azienda. Oppure Anikka Rimala, che molto prima di Petit Bateau e Hilfinger disegnò le magliette a righe unisex, ispirate a quelle dei minatori americani per accompagnare in maniera casual e comoda i primi jeans arrivati dagli Usa, come contributo e segno dell’emancipazione femminile».

Cinquant’anni dopo il design di Unikko è sempre attuale. Caratterizzato dal disegno floreale con grandi corolle dai colori allegri è diventato anche carta da parati.

E ora, come un tempo, i migliori designer finlandesi disegnano per Marimekko, come il creativo Ikka Suppanen, che ha fondato una cooperativa di design e, con altri sessanta fra progettisti e aziende, fa parte del gruppo che sta promuovendo il design finlandese in giro per il mondo, in vista della candidatura di Helsinki, capitale del design per il 2012.

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