Harlem shake: soffia il vento del tormentone 2013

Il primo Harlem Shake di Filthy Frank
Il primo Harlem Shake di Filthy Frank

Alla fine dell’estate 2012, anche l’animalista più fervente ha sperato che una forma di aviaria fulminante ponesse fine allo strazio pigolante del Pulcino Pio, tenero pennuto dalla voce stridula, la cui melodia -tanto orecchiabile quanto irritante- ha stremato i timpani sotto le mentite spoglie di una goliardica filastrocca musicata.
Ma adesso che l’auspicato oblio è calato sulla nenia del ‘compianto’ volatile, un nuovo tormentone musicale prende il suo posto e il rischio che la comunità venga contagiata dalla consueta briosa giaculatoria estiva è una realtà tristemente inevitabile.

Di certo, il brano dance del rapper coreano PSY Gangnam Style, per quanto già propinato da chiunque e in ogni forma, continuerà ad echeggiare dagli altoparlanti, consentendo ai ballerini provetti, ormai abili nella complessa coreografia, di praticarla anche sulle spiagge assolate. Ma l’‘harlem shake’ è in agguato e al grido di ‘si salvi chi può!’ si diffonde come un dirompente fenomeno virale.

Stavolta, tuttavia, gli amanti delle balere hanno ben poco da apprendere, visto che la stravaganza del momento gioca solo sulle movenze convulse di soggetti mascherati che, al ritmo del brano del dj americano Baauer, danno vita ad un siparietto vagamente demenziale destinato a rimpolpare di click il canale Youtube. Per far parte dell’estrosa corbelleria del momento, infatti, è necessario essere un bel gruppo di simpatici burloni, mettersi davanti ad una videocamera e travestirsi da qualcosa. Una sola persona ballerà tra l’indifferenza dei presenti per quindici secondi e poi, quando il brano inizierà a ‘pompare di brutto’, gli altri seguiranno il suo andazzo, generando una sconcertante isteria collettiva che –grazie al cielo­– ha breve durata.

Il regista della trovata è Filthy Frank, uno studente di comunicazione americano di diciannove anni che ha ideato il primo video e, di conseguenza, aizzato il popolo del web, notoriamente sensibile alla stramberia in senso lato, che ha colto lo spunto e riprodotto a ripetizione la clip, arrivando a superare il ‘maestro’ per originalità e numeri.
Tutto ciò ha coperto d’oro e di fama l’autore del pezzo di fidget house che fa da sfondo alla scena, fino ad allora disgraziatamente sconosciuto data la totale mancanza di proseliti all’esordio del 2012. Lo stesso Baauer ha ammesso: «Ho fatto nascere quel brano, ma l’hanno cresciuto altri. È arrivata perché è una canzone sciocca e divertente»: talmente sciocca, infatti, da accompagnare oltre 250 mila video provenienti da oltre 100 Paesi diversi, per oltre 700 milioni di visualizzazioni (secondo i dati di YouTube al 1° marzo).

Una serie inarrestabile di video continuano a comparire sul web, dai nuotatori della Georgia University al reggimento dell’esercito norvegese, dai paracadutisti in caduta libera alle conigliette di Playboy, contagiando i Simpson, gli studenti universitari, le famiglie, la gente comune. In Australia alcuni minatori sono stati anche licenziati per aver improvvisato la gag e violato le norme di sicurezza (sic!). 
E nel calderone di questa nuova frenesia si butta anche chi considera questi video un’offesa alla vera danza harlem shake, inventata più di 30 anni fa da Al B. negli intervalli delle partite di basket all’aperto di Harlem, salvo poi gongolare per il ritorno pubblicitario tutto a favore del quartiere di Manhattan.

Musicale per definizione e insensato per eccellenza, l’harlem shake targherà l’estate 2013 come ogni tormentone che si rispetti, permettendo inoltre l’anonimato del travestimento a coloro che non vogliano metterci la faccia e sconfessare il contagio di un corale, folle, divertimento.

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