#FitchtheHomeless e Abercrombie Popular: ecco servita la protesta 2.0

 abercrombie-fitch-the-homeless“Noi non vogliamo persone grasse e brutte nei nostri negozi. Chi indossa la nostra moda deve sentirsi come se appartenesse ai ‘ragazzi fighi’”. Non è nemmeno di qualche settimana fa quest’affermazione insolente e un po’ pretestuosa che in poche ore ha fatto il giro del mondo. Pronunciata da Mike Jeffries, patron della marca di abbigliamento Abercrombie & Fitch, conosciuta dai più per i modelli pettoruti e obiettivamente belli che ti accolgono all’ingresso degli store, ha scatenato da subito la polemica più feroce e il dibattito tra gli addetti al settore e non: quale sarebbe quindi il potenziale cliente adatto a frequentare i negozi A&F, la ragazza col vitino di vespa e la taglia 38? Il giovanotto un po’ tamarro con la cresta alla Balotelli? La ragazza che indossa solo accessori Chanel o Gucci? Considerato che la maggior parte della popolazione femminile mondiale indossa una 44 e che il potere d’acquisto delle famiglie si sta notevolmente abbassando, causa crisi mondiale che attanaglia le nostre vite, dovremmo dedurre che le fila della potenziale clientela di A&F si stiano assottigliando un pochino.

Per tutta risposta a questa dichiarazione-provocazione, ecco l’iniziativa di Greg Karber, regista e scrittore americano: ha comprato dei capi usati firmati A&F e li ha regalati ai senzatetto di Skid Row, uno dei quartieri più disagiati di Los Angeles. Poi, ha lanciato un video su YouTube, diventato virale in poche ore, dove invitava chiunque a fare lo stesso. Obiettivo? Aiutare in primis chi ha davvero bisogno e poi, levare un po’ di puzza sotto al naso al marchio dei ‘belli e magri’.

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La campagna #FitchtheHomeless – questo l’hashtag con cui è stata ribattezzata l’iniziativa – è diventata talmente popolare che dal Brasile lo stilista Isaias Vellela Zatz si è lasciato ispirare e ha lanciato la campagna pubblicitaria “Abercrombie Popular”, in cui dei senzatetto sono ritratti con indosso capi firmati proprio da A&F.

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Un duro colpo inferto dagli internauti all’ego del brand più amato dai giovani, rappresentato dalle parole del suo patron, che al momento di parlare forse non ha calcolato l’onda di ritorno che il web può generare. Perché come disse il famoso scrittore portoghese Paulo Coelho: “Ho imparato che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doversele mangiare”. Ma forse Jeffries questo non lo sapeva.

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