L’Intelligenza Artificiale reinventa la collezione primavera-estate 2023Dan John, nella prima campagna AI firmata da AI.S.A.M., artista che opera per rivoluzionare la creatività tradizionale.
Questo approccio permette di sfidare le distinzioni tra autentico e artificiale, estendendo ciò che è possibile con la tecnologia; le nuove immagini della campagna, infatti, non sono scatti del mondo reale, bensì il frutto dell’Intelligenza Artificiale. Modelli e ambienti sono irreali e il tema elaborato è la famiglia, con il punto focale sulla casa.
Dan John
L’azienda di abbigliamento italiana ha stretto accordi con diversi artisti della “post-photography” ed ha investito nell’AI, intraprendendo collaborazioni che trasferiscono la collezione fisica in ambienti e situazioni dall’impatto visivo sensazionale. Prossime, quindi, altre produzioni AI che andranno ad arricchire le immagini tradizionali.
Dan John
Nelle suggestive immagini è intrinseca l’anima di Dan John, in un mondo nuovo e in chiave futuristica. Con la nuova campagna Dan John conferma di essere il riferimento dell’uomo moderno che, al passo con l’innovazione tecnologica, sceglie il Brand come garanzia d’abbigliamento di stile e qualità.
Via della Spiga non è solo lusso e moda. Oggi, è anche eco-sostenibilità. Inaugurata il 9 aprile del 2013, in concomitanza con l’apertura del Salone del Mobile, con una scenografia luminosa di giochi di luce in movimento, la famosa via nel cuore del Quadrilatero della Moda è la prima via italiana a poter essere definita ‘smart street’, ovvero strada intelligente. Promosso dall’ “Associazione Amici di Via della Spiga” con il patrocinio del Comune di Milano e il supporto di prestigiose aziende private attive nel settore dell’innovazione e della tecnologia come Fastweb, Samsung, Umpi, Cariboni Group Lighting, Blachere Illumination e Imq-Istituto Italiano del Marchio di Qualità, il progetto prevede l’installazione di servizi innovativi per cittadini e visitatori italiani e stranieri: dalla mobilità sostenibile con le stazioni urbane di ricarica per veicoli elettrici, alla sicurezza con le colonnine sos e di videosorveglianza, dai collegamenti wi-fi per smartphone e tablet sino a una innovativa illuminazione led, oltre a eleganti totem touch screen dedicati alla promozione turistica, agli eventi e alle informazioni sulla mobilità della città.
«Spiga Smart Street, questo innovativo sistema di luce urbana a proiettori led – spiega Franco D’Alfonso, assessore del Comune di Milano al Commercio – permetterà di ottenere alti livelli di risparmio energetico mai raggiunti prima, che contribuiranno a fare della nostra città un modello di efficienza in vista di Expo 2015’». I sistemi installati di luce urbana a proiettori led abbinati al telecontrollo punto-punto powerline permetteranno di ottenere un risparmio energetico fino al 70%. Una gestione intelligente delle risorse energetiche presenti sul territorio, che permetterà di rilanciare l’immagine del capoluogo lombardo come città capace di offrire servizi urbani sempre più innovativi nel rispetto dell’ambiente.
Smartphone nuovo? Ecco tutto quello che c’è da sapere prima di acquistare il tuo nuovo telefono cellulare. Dai marchi migliori sul mercato al momento più adatto per comprarlo, non perdere i nostri consigli tech
Scegliere uno smartphone è sempre più difficile. I numerosi brand elettronici lanciano infatti costantemente nuovi prodotti sul mercato. Non si fa in tempo a comprare l’ultimo modello, che ce n’è già uno migliore in arrivo. Insomma, una corsa infinita. Sempre più numerosi, tecnologici e avanzati, ognuno di questi strumenti presenta caratteristiche avanzate e funzionalità all’avanguardia. Decidere di comprarne uno non è così semplice come può sembrare e trovare quello più adatto alle proprie esigenze può diventare un’ardua impresa. Destreggiarsi poi tra numeri, sigle e terminologie sconosciute ai più mette davvero a dura prova. Ecco allora alcuni consigli tech da seguire subito, per ridurre il campo d’azione della telefonia mobile e trovare il modello di smartphone più adatto.
Comprare un nuovo smartphone, tutte le risposte che cercavi
Come scegliere uno smartphone?
Prima di procedere all’acquisto di un nuovo telefono cellulare bisogna considerarne forma, aspetto e design e capire cosa può fare al tuo caso. Uno schermo più grande sarà sicuramente meno comodo da tenere in tasca, ma molto più efficiente per chi lo utilizza per lavorare. Chi usa uno smartphone solo per chiamare o inviare qualche messaggio può invece scegliere un modello con uno schermo più ristretto. Prendi in considerazione anche lo spessore del dispositivo, il suo peso e il suo grip, cioè la comodità della presa. Puoi scegliere tra smartphone con una scocca in metallo, più delicati ma sicuramente più curati e piacevoli al tatto, oppure in plastica, meno soggetti a graffi e altrettanto curati.
Altri punti di fondamentale importanza nella scelta dello smartphone perfetto per le proprie esigenze sono la RAM, la memoria ad accesso casuale che permette di memorizzare le informazioni temporaneamente, e il processore. Entrambi migliorano le prestazioni dei dispositivi, evitano rallentamenti durante il caricamento di giochi, programmi o video e conferiscono maggiore potenza al dispositivo.
Per quanto riguarda la memoria del dispositivo, è indicato puntare su modelli da 16 GB o 32 GB se non si ha l’abitudine di giocare o collezionare applicazioni. Se invece si usa lo smartphone per lavoro e si è sempre in mobilità allora sarà meglio optare su dispositivi con una memoria da 128 GB o 250 GB. Cosa significa questo numero? Più alto è più spazio avrai per ospitare tutte le foto che, siamo certi, scatterai senza ritrovarti dopo poco quel odioso messaggio “hai finito lo spazio, cancella qualcosa”.
Smartphone chi fa le foto migliori?
Chi ama scattare fotografie con il proprio dispositivo, non potrà fare a meno di scegliere un modello con fotocamera super avanzata. Ma quale smartphone fa le foto migliori? Tra gli smartphone top di gamma con le migliori fotocamere ci sono i modelli: LG G5, Samsung Galaxy S7 / S7 Edge, HTC 10, Apple Iphone 7/Plus (che ha aggiunto l’effetto profondità – sfondo sfocato – come le macchine fotografiche professionali) e l’Huawei P9 Plus.
Quando conviene comprare smartphone?
Pensare di vendere il proprio smartphone e acquistarne uno nuovo, dipende anche dalle tempistiche di uscita dei nuovi modelli da parte delle aziende. Così, per esempio, se sappiamo che a settembre Apple annuncerà i suoi iPhone, è meglio vendere il proprio modello tra luglio e agosto; dopo perderà un po’ del suo valore a causa dell’uscita della nuova generazione. Secondo uno studio invece il momento migliore per acquistare un modello Samsung è dopo tre mesi dall’uscita del nuovo modello sul mercato. I prezzi continuano a scendere drasticamente nei mesi successivi ma aspettare troppo significa poi dover acquistare un dispositivo già “vecchio”.
Dove acquistare smartphone online?
Se si preferisce fare i propri acquisti seduti comodamente sul divano di casa, le piattaforme online, come quella di Yeppon sono le soluzioni più adatte. Le offerte smartphone su Yeppon non mancano, con uno sconto che va dal 10 al 60% e tempi di spedizione che vanno da 1 a 3 giorni lavorativi. Tra gli ultimi modelli in vendita tra cui potrai acquistare il tuo preferito seguendo le nostre regole, anche il modello top seller Asus Zenfone 2, oppure il nuovo Nokia Lumia 640.Ampia scelta di smartphone di casa Blackberry, LG, Wiko, Huawei.
La cabina per fototessere, un oggetto un po’ magico che ha da poco compiuto 55 anni e dal 1962 fotografa le facce di tutti gli italiani. Da poco inoltre è stata lanciata ImpressMe, una nuova e rivoluzionaria app che consente di stampare tutte le foto che abbiamo su tablet e telefonini in qualsiasi cabina per fototessera con un semplice click.
Le cabine per fototessera diventano veri e propri punti stampa universali. Oggi facciamo centinaia di fotografie in più rispetto alle canoniche 30 dei vecchi rullini, anche se quasi tutte rimangono sul cellulare o sul tablet. Da qui nasce ImpressMe, un software che in sostanza materializza i ricordi e probabilmente avrà un impatto forte sulle nostre abitudini. È una novità che in qualche modo strizza l’occhio al passato e in un mondo sempre più digitale offre un tributo alla carta. A dare testimonianza della fototessera come fenomeno estetico e di costume, e della cabina come spazio privato immerso nello spazio pubblico,torna alla memoriail celebre nome del Maestro Franco Vaccari, l’artista che con la sua Esposizione in tempo reale, presentata nel ’72 alla biennale di Venezia, affascinò tutti con un’opera d’arte interattiva, in cui i protagonisti erano la cabina, le sue fototessere e il catalogo degli oltre 5000 volti chiamati a lasciare una traccia fotografica del loro passaggio.
Sulla scia creativa del maestro Vaccari si sono mossi anche i Parasite 2.0 che qualche mese fa hanno presentato al pubblico la loro “cabina d’autore”. Questo giovane, pluripremiato collettivo di architetti, con alle spalle due Biennali di architettura e molte mostre all’estero, svela il progetto di trasfigurazione del tradizionale e ormai iconico photo booth in un oggetto totemico di culto dall’identità rinnovata, che non tradisce le sue forme originali ma le mantiene in una veste surreale e fortemente contemporanea. I Parasite 2.0 hanno ideato una sinuosa crisalide in metacrilato fumé in grado di ripensare geometria e presenza del macchinario, proiettandolo in un immaginario futuristico e al contempo ancestrale. Un primo passo verso una nuova generazione di “cabine d’autore”, che saranno destinate a musei e festival di musica e arte contemporanea, nonché diffuse in punti strategici delle principali città d’Italia.
La prima cabina fu messa a Roma, presso la Galleria Alberto Sordi, più di mezzo secolo fa, percepita come diavoleria moderna e oggetto di curiosità per attori, politici e passanti (avrei delle belle immagini di repertorio). Del resto André Breton ammette semplicemente di riconoscersi di più in una fototessera che in un ritratto di Man Ray. Ed Henri Cartier Bresson, nel 1952, nell’introduzione a Images à la Sauvette, scrive: «All’artificio di certi ritratti, preferisco di gran lunga le piccole carte d’identità una accanto all’altra nelle vetrine dei fotografi di passaporto. A quei volti puoi sempre fare una domanda».
Siamo in un’epoca in cui, ogni giorno nel mondo, oltre 200 milioni di foto vengono postate su Facebook, 80 milioni condivise su Instagram, 250 milioni vengono trasmesse su Whatsapp. Mantenere un cloud di 100 GB, capaci di contenere più di 30.000 foto, costa poche decine di euro all’anno. Catturare un ricordo oggi? Semplice, rapido, di altissima definizione, sempre e ovunque. Il paradosso, però, risiede nel seguente passaggio: più accumuliamo, salviamo, inviamo e modifichiamo, più il passato sarà lontano e poco “nostro” e così finiremo per dimenticare il piacere cullante del sentire nostalgico. Dove è finita la nostalgia? Non riusciamo più a commuoverci davanti a una foto perché immediatamente possiamo distrarci con un’altra e con mille altre ancora. Questo diventerebbe un modo “ moderno” e attuale, per poterci distrarre finalmente su di un ricordo e farlo nostro per sempre
BAGBNB – www.bagbnb.com– è una nuova startup. La prima, in realtà, dedicata al deposito bagagli che si preoccupa interamente di “liberare le mani” dei turisti i quali, usciti dagli appartamenti, hanno ancora qualche ora per visitare le città in cui si trovano.
Nata dall’idea ditre ragazzi romani, Alessandro, Giacomo e Giulio, BAGBNB risponde all’esigenza di riuscire a coprire il tempo a disposizione dei turisti, prima della prossima partenza, dando loro un servizio in più: una community per il deposito delle valige. Un’intuizione vissuta sulla propria pelle e che si è trasformata in un progetto. A chi non è capitato di voler avere il bagaglio a portata di mano e allo stesso tempo dimenticarsene per qualche ora e visitare un quartiere prima della partenza?
Dal principio “hands free”, i tre hanno studiato, progettato e messo in pratica una piattaformache mette a disposizione una rete di appoggi, gli Angel, i quali “ospitano” i bagagli mentre si va in giro. Partendo dalla prima vera “città degli angeli”, Roma, il gruppo è già pronto ad ampliare ed estendere il servizio in altri centri, anche fuori dall’Italia.
BAGBNB Courtesy of S/C Comunicazione
Ma chi sono gli Angel? In pratica sono i localipubblici – quelli della Capitale, per il momento – che hanno risposto in maniera più che positiva al progetto. Un vantaggio doppio per il locale, che da questo servizio riceverà non solo un compenso per ogni valigia custodita, ma aprirà le porte a una nuova clientela.
In poco meno di tre mesi il network si è strutturato e viaggia già su oltre 30 Angel su tutti il territorio di Roma. Ed è per questo motivo, grazie alla positiva reazione e disponibilità degli esercenti, che BAGBNBè pronta a lanciare anche un servizio di Angel “privati”: studenti, pensionati, chiunque abbia un piccolo spazio per ospitare valigie. Dislocando così il servizio in una dettagliata mappa che si estende in tutta la città. Provare per credere:www.bagbnb.com
BAGBNB Nella foto gli ideatori_Giacomo-Alessandro-Giulio_ Courtesy of S/C Comunicazione
GLI IDEATORI
Giulio De Donato
Appassionato sviluppatore Open-Source e Product Manager per XPeppers. Esperto di piattaforme di e-commerce, microservizi e devops è attivamente coinvolto nella comunità PHP, nell’ecosistema Golang e Docker.
Giacomo Piva
Web Marketing Manager e Product Owner di una grande azienda turistica. Da oltre dieci anni è coinvolto nel marketing online e nella gestione del prodotto. Senza trascurare la sua passione per l’e-commerce, il Seo e l’ottimizzazione user-friendly.
Alessandro Seina
Designer e art director di Studio Mjölk – studio indipendente con sede a Roma e Berlino – si è specializzato in visual e brand identity, divendosi tra l’amore per la tipografia e l’illustrazione. È anche superhost Airbnb, ed è stato questo il tratto fondamentale per avere una osservazione diretta su molti aspetti del settore.
La Apple si sa, mira sempre a raggiungere i suoi obiettivi con grande successo cercando di affermarsi in tutti i settori, ed uno in particolare in cui è pronta lanciarsi è proprio quello dell’alta moda. Non è un caso infatti che il brand stia rafforzando i propri rapporti con l’universo del fashion system, tanto da potersi così assicurare nei prossimi mesi una presenza capillare sulla stampa, all‘uscita del nuovo device indossabile firmato Apple, l’iWatch, chiamato Apple Watch, prevista per i primi mesi del 2015.
Il fatto che l’azienda di Cupertino fosse interessata a far breccia nell’universo della moda lo si era capito sin dall’evento del 9 settembre, quando al Flint Center for The Performing Art, l’azienda dalla Mela morsa ha invitato numerosi giornalisti del settore e altrettante fashion blogger proprio per conquistare il mondo del glamour ed averlo dalla sua parte. Sicuramente tanti smartwatch verranno acquistati e non solo per la loro funzionalità, ma anche e sopratutto per l’eleganza e la possibilità di poterlo abbinare ai più svariati outfit.
Esposizione Apple Watch da Colette – Parigi
L’Apple Watch, lanciato in concomitanza con la New York fashion week sembra già aver prima ancora della sua effettiva uscita sul mercato, tutte le potenzialità per far concorrenza ai maestri orologiai e rivoluzionare il rapporto tra moda e hi-tech, che il suo debutto ha già diviso il mondo del fashion.
Data precisa dell’uscita come il suo prezzo ancora non sono ben noti per le due versioni più costose, la Sport e la Edition. Il dispositivo, a detta degli esperti del settore, è un’ottima sintesi tra esigenze tecnologiche e quelle puramente estetiche degli utenti. Merito sicuramente della scocca disponibile in ben tre materiali diversi tra cui anche l’oro e una infinita varietà di cinturini. Il device è un orologio intelligente dalle forme rettangolari e sarà disponibile in due dimensioni della cassa – 38 e 42 millimetri – e in ben tre versioni di design.
La scocca, arrotondata e bombata, è rifinita con vetro in cristallo zaffiro o agli ioni leggermente curvo sugli angoli. I tre modelli si diversificano tra loro per l’appunto per il materiale di cui è costituita la scocca. L’Apple Watch sarà in acciaio lucido inossidabile, in tinta naturale o nero siderale, l’Apple Watch Sport è costituito da alluminio anodizzato in argento oppure in grigio siderale, mentre l’Apple Watch Edition sarà in oro 18 carati, realizzato con uno speciale processo di lavorazione che lo rende due volte più duro e resistente all’oro classico.
Apple Watch
Come la maggior parte degli smartwatch anche l’iWatch non potrà fare a meno delle applicazioni, per aumentare così le funzionalità di base offerte da Apple, rendendo il dispositivo ancora più versatile. Infatti selezionati sviluppatori di applicazioni di terze parti sono già stati dotati del kit di sviluppo per realizzare le indispensabili app che non possono mancare in un device così importante per casa Apple. Tra le app che sicuramente saranno parte integrante dello smartwatch non potrà mancare Facebook o Twitter per la notifica dei vari messaggi, anche anche app come quelle adibite al fitness o destinate all’automazione domestica.
Per quanto riguarda la dotazione hardware l’Apple Watch si caratterizza per tre componenti principali quali il circuito principale, i sensori e il sistema touch. Display Retina, altoparlante e un sistema combinato di vibrazioni, pulsazioni e suoni saranno utili come feedback all’utente per le funzioni in uso. Non mancherà un microfono per interagire agilmente con Siri, nonché un MagSafe magnetico per la ricarica a induzione.
Apple stupisce sempre di più con il suo Watch grazie al design della sua interfaccia che lo rende di facile utilizzo. La rivista per eccellenza, Vogue, elogia il suo stile un po’ retrò. L’impatto visivo è una sorta di rimando al tradizionale linguaggio degli orologi analogici svizzeri. E’ un orologio che sembra un orologio con la possibilità di personalizzare il quadrante, mentre la presenza della “corona digitale” ricorda esattamente la rotellina da girare per regolare l’ora come in quelli tradizionali.
Cosa hanno in comune un progetto di auto-produzione condivisa della moda, il mondo della prototipazione, l’invenzione di nuovi dispositivi per la produzione musicale e per quella del fashion system, e quant’altro con un dispositivo chiamato Arduino? Le parole chiave per risolvere questo rebus sono personal fabbing, prototipazione, interattività, contenuti tecnologici all’avanguardia, il tutto per costruire innovazione e nuove forme di economia locale sostenibile grazie al meccanismo dell’open source e dei Creative Commons. Tutto questo crea i FabLab.
Ma cosa sono in realtà i FabLab? Spazi nuovi appositamente creati per l’ideazione e realizzazione di oggetti, laboratori di creatività, piccole botteghe che producono oggetti grazie alle nuove tecnologie digitali. Dall’inglese Fabrication Laboratory, il FabLab è un luogo che offre servizi personalizzati per realizzare i propri prodotti utilizzando la tecnologia digitale. Inventore di questi particolari laboratori è stato Neil Gershenfeld, che li pensò come luoghi in cui si potevano fabbricare oggetti personalizzati in completa autonomia.
Denominata la “Terza Rivoluzione Industriale” per il suo nuovo modo di produrre qualsiasi cosa in 3D, attraverso strumenti di ultima generazione quali per l’appunto stampanti 3D, fresatrici a controllo numerico, aspiratori, laser cutter, materie prime di ogni genere, microprocessori e schede elettroniche, i FabLab grazie a questi nuovi strumenti sono in grado di trasformare un semplice progetto virtuale in un oggetto vero e proprio, annullando tutti i costi tipici del prototipo.
Officina Arduino – Torino
Il primo FabLab è stato aperto al MediaLab del Massachutts Institute of Tecnology di Boston nel 2003. Da allora sono stati censiti nel mondo ben 252 laboratori. In Italia questo tipo di progetto è arrivato molto tardi. Il primo laboratorio provvisorio è stato aperto a Torino nel 2011, in occasione della mostra “Stazione Futuro” per i 150 anni dell’Unità d’Italia, un’installazione con una piccola stampante 3D e una tagliatrice laser.
L’ingrediente principale che fa da motore a tutti i FabLab è la creatività. Sono spazi di condivisione, di contaminazione di mestieri diversi, designer e ingegneri in primis, ma generalmente per chiunque abbia una buona idea e voglia provare a realizzarla. Sono luoghi di ricerca grazie all’unione di conoscenze da parte di più menti.
WeMake – Milano
Questi laboratori sono spazi aperti e i progetti sono condivisi in rete e vengono realizzati con strumenti “open”. Non è un caso infatti che il primo FabLab italiano,Officine Arduino,nato a Torino nel 2012, prende il nome proprio dal primo dispositivo basato sul microprocessore ATmega328 della ditta Atmel di tipo “open source” progettato ad Ivrea e diventato uno strumento indispensabile dei FabLab di tutto il mondo, in quanto consente facilmente di sperimentare a basso costo.
L’ultimo nato ha aperto a Milano, e si è specializzato su moda e design. Sono ormai più di 40 i FabLab italiani. Questi laboratori di fabbricazione, oggi specializzati sempre di più, rendono così accessibile a tutti l’utilizzo di macchinari in precedenza appannaggio dell’industria, e sempre di più seguono la logica del radicamento al territorio.
Anello realizzato nel FabLab WeMake di Milano
Si chiama WeMake,il nuovo markerspace milanese specializzato in moda e design. “Nella patria della moda italiana e mondiale – dice la co fondatrice Zoe Romano – vogliamo dare la possibilità a giovani stilisti e designer di trovare gli strumenti per realizzare le proprie collezioni e sperimentazioni”. Vengono messe a disposizione oltre alle classiche stampanti 3D, laser cut e schede di progettazione Arduino, anche macchine da cucire professionali e macchine per la maglieria. WeMake punta sull’innovazione cercando la collaborazione diretta con le aziende del settore con cui sperimentare i nuovi tessuti e materiali.
New entry nel mondo del FabLab anche San Marino dell’Argine a Mantova. Qui il laboratorio è specializzato in arte e cultura, mentre a Cava dei Tirreni il Mediterranean FabLab punta su architettura e smart city. A Trento invece ci si concentra sul settore educational e sui rapporti con le scuole, mentre quello di Reggio Emilia predilige la ricerca e lo sviluppo con le piccole e medie imprese del territorio. Il sogno che incorporano tutte queste strutture è che un giorno ogni persona potrà crearsi autonomamente le cose di cui ha bisogno. Un FabLab è dunque un luogo speciale, sopratutto in un periodo dove l’economia è in crisi. Voglia di costruire novità, realizzare sogni e fare innovazione sono gli obiettivi principali di questi laboratori artigianali.
Per essere sempre aggiornato sulle ultime tendenze moda, per cercare le boutique più esclusive del momento in Italia, e scovare i capi più trendy, ora basta solo un semplice click. Mai più ore ed ore legate al computer a cercare l’oggetto del desiderio senza trovarlo, perché d’ora in poi a farlo ci pensa ShoppingMap.it. Facile e veloce ma sopratutto a portata di click, per chi la moda la vive nel web 3.0, oramai parte integrante della nostra quotidianità e con l’indice perennemente attaccato allo smarthphone o al tablet che sia, ShoppingMap è una vera e propria enciclopedia interattiva della moda e dello shopping sempre pronta a mostrare il meglio del momento.
Nata nel 2010 dall’idea di Federico Galli, e patrocinata dalla Camera Italiana Buyer Moda, ShoppingMap è una vera e propria piattaforma virtuale interamente dedicata alla moda. ” Troppo spesso sui siti si legge una manciata di parole incomprensibili – dice Federico Galli, ideatore del progetto – per cui alla fine ci si domanda sempre “Quindi?”. Ci vogliono informazioni più efficaci, realmente utili. Le varie filosofie dei marchi vanno bene, ma quello che interessa è cosa fanno, che stile hanno, per chi sono adatti e sopratutto dove posso comprarlo? […]”.
Vetrina per i fashion brand e al contempo anche per i negozi di moda, che dispongono del marchio, è il luogo prediletto dalle fashion victim e fashion addicted del settore grazie al quale possono scoprire gli ultimi trend in fatto di stagione acquistando così le ultime novità. Si perché oltre ad essere un’ottima vetrina per i brand sul sito, è attiva una sezione di shopping on line, dove è possibile acquistare i capi dei grandi stilisti in un solo click.
Luogo dove domanda ed offerta s’incontrano, grazie ad un database che raccoglie informazioni su oltre 3mila brand italiani e stranieri e oltre 4mila negozi di tutto il mondo, il progetto già rappresenta un case history di grande successo. Un atlante della moda unico nel suo genere dato che i siti dei brand sono spesso innavigabili e sopratutto perché nel 2012 ancora il 50% dei negozi era senza un sito web. Dopo il grande boom avuto nel 2013 con ben 4 milioni di visite, il 2014 non poteva non iniziare positivamente.
Sono stati infatti più di 1 milione e 200 mila gli utenti unici di ShoppingMap.it nei primi mesi di questo anno. Un pubblico estremamente vasto e variegato fatto non solo da consumatori, ma anche da operatori del settore ammaliati dall’innovazione del progetto e dall’ottimo posizionamento sui motori di ricerca. “Questo progetto aiuta il consumatore – dice Federico Galli – a sapere dove e come comprare e di conseguenza aiuta anche ogni negozio a raggiungere tutti gli interlocutori e vendere più facilmente. Per la prima volta si fa una comunicazione fluida e mirata su tutti gli aneli della stessa catena – commenta ancora Galli – . Il progetto vuole inoltre avvicinare più persone possibili alla moda e renderla più vera e tangibile. Portare la moda dal cielo alla terra”.
Il Made in Italy è un insieme di capacità, tradizioni, artigianalità da tutelare, una specie di sancta sanctorum da preservare. Anche Googlese n’è accorto e ha creato il progetto “Made in Italy: eccellenze in digitale”, che si propone di avvicinare le imprese del Made in Italy alla rete e al suo grande potenziale economico e di export, far conoscere le eccellenze del nostro Paese in tutto il mondo attraverso una piattaforma digitale realizzata dal Google Cultural Institute e valorizzare i giovani come promotori della transizione dell`economia italiana al digitale.
La piattaforma si chiama google.it/madeinitaly e qui, attraverso un centinaio di mostre digitali, fatte di racconti, immagini, video e documenti storici, gli utenti di ogni parte del mondo potranno scoprire le eccellenze del sistema agroalimentare e dell’artigianato italiano, la loro storia e il loro legame con il territorio. Dai prodotti più famosi, quali Parmigiano Reggiano o Grana Padano, Prosciutto di San Daniele o di Parma, o ancora il vetro di Murano, fino a eccellenze meno note quali per esempio la fisarmonica di Vercelli, il merletto di Ascoli Piceno o la carota novella di Ispica.
Non solo: mediante il sito www.eccellenzeindigitale.itGoogle ha deciso di realizzare, insieme alla Fondazione Symbola e con il coordinamento scientifico del professor Stefano Micelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, un percorso formativo online per fornire agli imprenditori idee e riferimenti pratici per utilizzare il web come mezzo per sviluppare il proprio business.
Infine, Google insieme a Unioncamere mette in palio 20 borse di studio per giovani “digitalizzatori” che per sei mesi affiancheranno aziende piccole e medie in diverse regioni d`Italia per aiutarle a portare il Made in Italy online. I giovani selezionati, dopo un training formativo, inizieranno il loro percorso di educazione al digitale delle PMI italiane facendo base nelle diverse Camere di Commercio delle aree che partecipano all`iniziativa. Il bando completo e i territori coinvolti saranno resi noti nel corso del mese di febbraio.
“Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”, sostiene Daniel Pennac. Ma, si sa, oggi il tempo corre e quello da dedicare alla lettura è sempre meno. E allora come fare se a disposizione si hanno solo pochi minuti, ma la lettura non ha smesso di appassionare?
E’ proprio qui che la tecnologia viene in aiuto. Storiebrevi.it, iniziativa del Gruppo Espresso in collaborazione con la Scuola Holden fondata dallo scrittore Alessandro Baricco, è un sito che raccoglie moltissimi racconti classificati per genere e la cui lettura richiede al massimo dieci minuti di tempo. Le storie, valutate accuratamente prima di essere inserite nel database, appartengono alla narrativa italiana contemporanea e spaziano dall’avventura al genere rosa, dalla fantascienza ai racconti per i più piccoli. Direttamente sullo smartphone è possibile leggere, regolare il carattere e fare una pausa dalla lettura applicando un segnalibro, ma anche giudicare ciò che si è appena letto tramite un sistema di feedback da cui dipende anche la remunerazione degli autori.
Il sito è continuamente aggiornato e permette a chiunque di inviare i propri racconti che, se giudicati positivamente, andranno ad ampliare l’archivio. Il servizio è comodo e semplice da utilizzare e ha un costo di 1,99€ a settimana, esclusa la prima offerta in prova gratuita.
Sull’autobus, in treno, tra una commissione e l’altra, leggere sembra di nuovo possibile. Un input importante per la letteratura quindi che –ebook a parte- sembrava incapace di stare al passo con le novità tecnologiche. Ma che proprio la tecnologia adesso recupera e rilancia.
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