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Who’s on Next? Alessio Spinelli

“Emozionante. Erano sensazioni che non provavo dai tempi dell’università”. Alessio Spinelli commenta così la vittoria nella categoria accessori di Who’s on Next?, il concorso indetto da Vogue Italia ed AltaRoma per giovani creativi. Cromatismo e metamorfismo hano reso vincenti le creazioni del designer romano cresciuto negli atelier di Roberto Capucci, Camillo Bona e Gattinoni.


Neon, pelle, tacchi intercambiabili. Alessio Spineli sembra avere trovato quel legame tra arte e tecnologia tanto cercato dalla Bauhaus di Gropius. Le sue sono sperimentazioni senza eccessi realizzate per esaudire  i desideri delle donne. Il comfort si unisce alla sensualità e alla voglia di sentirsi unici.

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In un periodo di crisi il designer ha lanciato sul mercato un prodotto durevole, capace di adattarsi al cambiare delle mode. I tacchi e le fasce in raso intercambiabili permettono, infatti, la customizzazione del prodotto. Non più colore sul canvas, ma modifiche direttemente sulla struttura della scarpa, così da adattarla alle diverse pavimentazioni.

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Hai appena vinto Who’s on Next? nella categoria accessori. Come è stata questa esperienza? Cosa ti aspetti?
Emozionante. Erano sensazioni che non provavo dai tempi dell’università.Tutto è iniziato con l’invio di tutto il materiale richiesto per la partecipazione. Poi ci sono state le diverse selezioni, la più importante delle quali a Milano, con tutto lo staff di Vogue Italia.

L’idea di partecipare era nell’aria già da diverso tempo, ma il guizzo finale è stato il completamente della collezione neon. Ero sicuro che avrebbe ricevuto un grande apprezzamento. Ancora oggi quando la guardo resto stupito!
Essere entrato in finale era già molto. Aver vinto è stato fantastico. A Milano, a settembre, cercherò di giocare le mie carte in modo ancora più incisivo. In ogni caso sono già felicissimo così.

Tacchi intercambiabili e scarpe al neon. Come sono nate queste idee?
Sono nate proprio dalla spinta del concorso. O meglio, il loro sviluppo è stato spinto dal concorso stesso.
L’idea vera e propria mi girava in testa da tempo,  per i neon circa due anni. Dopo il deposito del brevetto, ho iniziato a sviluppare i prototipi. E’ stata lunga, ma una grande avventura.

I tacchi intercambiabili sono nati un pò per caso. Dopo aver disegnato la struttura in legno, con quel tacco particolare, e aver visto il primo prototipo realizzato…..bhè l’idea si è fatta scoprire dolcemente!

Quali caratteristiche deve avere una buona scarpa?
Deve avere un’ottima orlatura e giunteria, cioè l’insieme di cuciture ed accoppiamenti di diversi pellami della tomaia. Deve essere montata bene (ma qui solo chi è del settore può notarlo).

Deve essere “equilibrata” : metti la scarpa su un piano, prendila con due dita all’estremità del tallone, e alza solo la parte posterire lasciando la punta a contatto con il piano. Lascia cadere la scarpa in modo che il tacco faccia un “volo” 5-6cm. Se alla fine la scarpa resta in piedi, allora è “equilibrata”, altrimenti c’è qualche problema. Deve avere, inoltre, dei buoni pellami. La fodera interna non deve avere grinze, ma dev’essere ben tirata.

Poi non mi dilungo altrimenti si va sul tecnico. Diciamo che queste sono le linee guida.

Nelle tue scarpe l’arte si fonde alla tecnologia. Pensi che questa sia la strada giusta da seguire per il rilancio del Made in Italy?
In Italia siamo ancora al top. Purtroppo il nostro know-how è stato esportato in Oriente, dove stanno imparando in fretta e arrivano a sfornare prodotti che si avvicinano alla nostra qualità. Io punterei sul guizzo creativo tipico italiano. Qui da noi i costi di produzione sono talmente elevati che una scarpa di media qualità è già fuori mercato. Non parliamo di scarpe economiche, dove in mercati come quello cinese sono al top.
Quindi punterei su estrema qualità, ma soprattutto sullo sfruttare il design italiano. Inimitabile.

Le ultime vittorie di Who’s on next? mettono in evidenza come la funzionalità e la vendibilità del prodotto moda stiano scavalcando la creatività estrema e bizzarra. Il vento sta cambiando?
Assolutamente si. Le mie neon per esempio sono un esercizio di stile e un prodotto di iper-nicchia. Un po’ meno i modelli con tacco intercambiabile o fascia in raso intercambiabile.

Punto molto sui modelli classici, molto apprezzati lo stesso. Sono quelli che ti permetto di vendere ed andare avanti. Le scarpe estreme coprono una fetta di mercato quasi nulla. Ma servono come immagine, e giustamente contro l’appiattimento generale dello stile.

Lo scontro tra vendibilità e stile è comunque noto. La difficoltà sta nel coniugare questi due elementi. Realizzare una scarpa estrema, altissima, “sopra le righe” oppure una scarpetta commerciale monocolore è relativamente facile. Realizzare una scarpa media altezza, dal design leggero, bella da vedere, e ovviamente comoda è di gran lunga più difficile.

MORE INFO ABOUT ALESSIO SPINELLI: alessiospinelli.com

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