Serpentiform. Bulgari omaggia il serpente con una mostra a Roma

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Tentatore che indusse Eva al peccato originale, detentore dei più alti segreti presso i Sumeri, simbolo di rinascita e rigenerazione nell’Antica Grecia e ai nostri tempi prezioso gioiello che orna il corpo; da sempre il serpente, per la sua aura di mistero ispira la creatività di artisti e designer. Serpentiform è la mostra che Bulgari ha voluto presentare, a partire dal 10 marzo, presso le antiche sale di Palazzo Braschi. Promossa da Roma Capitale Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la rassegna, realizzata da Bulgari con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, è stata curata da Lucia Boscaini, Bulgari heritage curator e dal dipartimento Brand Heritage della maison.

Arte, cinema e moda mostrano 140 mutazioni di abiti, gioielli, fotografie, dipinti e molto altro. Il percorso di 450 metri disposto in sette piani offre una vera e propria esperienza sensoriale, emozioni olfattive, musica di sottofondo e pareti animate da un videomapping. «Volevamo aprirci a un pubblico più ampio, ben al di là dell’universo della gioielleria, ecco perché abbiamo inserito le nostre creazioni  in un contesto artistico più vasto», spiega l’ad della maison Jean-Christophe Babin. Figura dominante di diverse epoche, il serpente è stato spesso il leit motiv delle collezioni Bulgari, non sono nella gioielleria ma anche nelle borse e negli occhiali. Gioielli preziosi, talvolta dal valore inestimabile, desiderio di ogni donna. L’aspetto principale che la mostra ha voluto sottolineare è appunto quello sensoriale ed estetico. E così si intersecano opere antiche provenienti da Pompei o dal museo archeologico di Napoli con artisti contemporanei quali l’astrattista Paul Klee, lo scultore Alexander Calder e l’ironico Keith Haring.

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Non solo arte ma anche fotografia, non mancano gli scatti di celebri fotografi come Helmut Netwon, Richard Avedon e Robert Mappelthorpe. Un intero spazio è dedicato ai costumi di scena indossati da Elizabeth Taylor nel celebre film Cleopatra, del 1963, a sottolineare il legame che da sempre vede legato il serpente con la figura femminile, sensuale, ammaliante, tentatrice, avvolgente. Proprio per questa sua caratteristica che gli consente, dunque, di essere a pieno contatto con la terra, attraverso il ventre, la coda, i genitali e la testa, che le tribù africane lo venerano in quanto conoscitore di tutti segreti e pertanto degno di essere adorato. Nell’intero spazio espositivo, non mancano ovviamente i capolavori della collezione Bulgari Serpenti, 40 pezzi unici di alta gioielleria prodotti dal 1960 ad oggi, indossati dalle più famose celebrities e star di Hollywood. «La guerra era finita da poco e invece dell’opulenza si cercava qualcosa di sobrio e moderno. È degli anni Quaranta l’orologio Tubogas da cui tutto ha inizio, poco animalier e molto geometrico, la maglia flessibile che girava due o tre volte intorno al polso fu subito un successo, perché decorava ed era anche utile» afferma Luisa Boscaini, Bulgari heritage curator. Ha così inizio una nuova fase del lussuoso brand di gioielli che a partire da quel momento realizzerà creazioni estremamente preziose, come il collier in oro e smalti policromi o l’orologio-bracciale in oro, giada, rubini e diamanti, pezzi degli anni passati ma dal sapore moderno. Fino alle creazioni più attuali che vedono l’utilizzo di un legno durissimo e la realizzazione di un serpente-gioiello “con più testa che corpo”. Gli anni ’70 hanno visto il serpente divenire il protagonista delle creazioni del brand, l’oro è il materiale prediletto in questo periodo e l’utilizzo di pietre ovali incastonate, di cabochon circondati d’oro e di diamanti diventa il marchio di fabbrica di un brand che dalla fine dell’800 ad oggi ha fatto la storia dell’alta gioielleria.

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