Il Costume Institute Gala 2014, un inno a Charles James

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Il tramonto scende sulla Grande Mela, la scalinata di marmo si tinge di rosso mentre una scia di stelle scivola su di essa al ritmo dei click dei fotografi. È il 5 maggio 2014 ed è la notte del Met Gala, la notte più luminosa dell’anno a Manhattan.

Come ogni anno dal 1946 ai primi di maggio, il Metropolitan Museum di New York, uno dei musei più famosi e visitati del mondo, ospita il Costume Institute Gala, organizzato in collaborazione con la casa editrice Condé Nast. Stilisti stellari, divi del cinema in abiti da sogno, esponenti delle arti e dell’alta società avvolti nell’atmosfera magica della città che non dorme mai, per una serata che ogni anno fa sognare il pubblico che la segue da lontano. Il perché? Raccogliere fondi a favore della stessa istituzione che lo promuove. È anche però un’inaugurazione di una mostra, magari non semplice e informale. Infatti, ogni anno il Costume Institute organizza una mostra sul mondo della moda che si protrarrà lungo tutto l’anno in corso e il Costume Institute Gala è l’occasione per dedicarle un’apertura in grande stile.

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Il tema della mostra è divenuto, come da tradizione, il tema del Gala. Prima l’ode all’opera immortale di Alexander McQueen con “Savage Beauty”, poi la conversazione “impossibile” fra Schiaparelli e Prada, quindi, l’anno scorso, il caos del Punk nella moda. Il 2014, invece, è l’anno di Charles James, uno degli stilisti britannici più importanti dell’Haute Couture e che recentemente ha visto rinascere l’attenzione per le sue creazioni. A esse è dedicata l’esibizione “Charles James: Beyond Fashion”. I suoi abiti da sogno, che hanno calcato i red carpet più importanti del mondo, dagli Oscar ai Golden Globes, sono ora esposti nel museo in una passerella di fascino e magia, elevati al grado di vere e proprie opere d’arte. Abiti come sculture, drappeggi architettonici e strati di taffetà armonici. Un’ispirazione ancora oggi a decenni di distanza dalla loro creazione.

 

Proprio perché il tema della mostra influenza il tema della serata del Costume Institute Gala, gli stilisti di tutto il mondo hanno la possibilità di creare abiti eccellenti che le loro muse indossano sul tappeto rosso. Charles James ha senza dubbio influenzato i designer, primi fra tutti Oscar de la Renta e Zac Posen, ideatori delle nuvole di satin in cui erano avvolte Sarah Jessica Parker e Karlie Kloss (il primo), Liu Wen e Dita von Teese (il secondo). C’è anche chi ha dato una interpretazione più libera al tema, come Stella McCartney e Miuccia Prada, che non hanno abbandonato lo stile personale, pulito e lineare per la stilista britannica, eccentrico e luccicante per la dea della moda nostrana.

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Madrina del grande evento? Come ogni anno dal 1995, Anna Wintour, direttrice dell’edizione americana di Vogue nonché guru della moda nel panorama internazionale. Scintillante nel suo abito Chanel Couture, il viso naturale circondato dal caschetto biondo cenere che è la sua firma distintiva, l’indomita Ms Wintour ha avuto un’altra grande soddisfazione quest’anno. Il Metropolitan Museum le ha dedicato il Costume Center, l’ala del museo occupata dal Costume Institute. L’ufficialità è giunta con una cerimonia di inaugurazione svoltasi il pomeriggio del 5 maggio nella sala del tempio egizio di Dendur alla presenza dell’olimpo della moda internazionale e della First Lady Michelle Obama. Un luogo sacro che sancisce la nascita di qualcosa di nuovo che, però, riconosce nel passato la sua più grande ispirazione.

Anna Wintour Costume Center

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