Datemi un Lego… e vi creo il mondo!

LEGO deriva dal danese leg godt che significa “gioca bene”. In effetti è dagli anni ’40 del secolo scorso che i bambini di tutto il mondo giocano, e bene, con i mattoncini inventati da Ole Christiansen, modesto falegname di un minuscolo villaggio, che ha avuto la geniale idea di passare dalla produzione di giocattoli in legno alla fabbricazione dei coloratissimi parallelepipedi in plastica componibili.

Oggi -dopo aver rischiato il fallimento agli inizi del 2000- la Lego non solo produce circa 36 miliardi di pezzi all’anno, ma è anche presa come modello industriale, al punto che David Roberson ne ha scritto un libro: Brick by Brick: come Lego ha riscritto le regole di innovazione e conquistato il settore dei giocattoli a livello globale.

La ripresa è avvenuta soprattutto grazie all’inserimento di personaggi appartenenti alle serie televisive e cinematografiche più famose (a maggio è attesa l’uscita dei Simpson), e il numero dei pezzi, che sono interscambiabili tra i diversi set da costruzione, in modo che grandi e piccoli possano inventare infinite combinazioni per creare qualcosa di sempre nuovo.

LEGO Homer Simpson

E in effetti si capisce che c’è davvero da sbizzarrirsi in inventiva se si osserva come dai Lego possano nascere veri e propri capolavori. Sono tre gli artisti che attraverso tecniche e risultati differenti, stanno facendo dei mattoncini a incastro il proprio strumento creativo, che diventa contemporaneamente oggetto e soggetto delle opere.

L’americano Nathan Sawaya, infatti, realizza delle sculture costituite da migliaia di coloratissimi cubetti. Questo “Michelangelo” dei Lego ha esposto in tutto il mondo, portando in giro The art of the brick, la mostra che comprende costruzioni sia gigantesche che minuscole, dai soggetti più svariati e variopinti. L’artista dei mattoncini ha spiegato che si tratta esattamente dei Lego che si trovano in commercio, a dimostrazione di come sia possibile, per tutti coloro che hanno l’ispirazione, creare quello che crea lui. Verrebbe da domandarsi, allora, come mai nessuno ci abbia pensato e-soprattutto ci sia riuscito- prima. Si tratta di opere che in base alle dimensioni richiedono  da alcuni giorni a intere settimane di lavoro e svariati pezzi: il corpo umano, per esempio, è costituito da 15-20 mila unità, mentre l’opera in assoluto più grande, lo scheletro del Tyrannosaurus Rex oltre 500 mila. Sawaya trae ispirazione da tutto ciò che lo circonda, come dimostrano i soggetti raffigurati, che vanno dagli animali ai personaggi famosi, dagli strumenti musicali alle architetture, fino ad arrivare agli abiti.

heartfelt- LEGO

L’agrigentino Marco Sodano, invece, è un pubblicitario che al motto di All the children are authentic artists with LEGO ha riprodotto alla perfezione in modo digitale i mattoncini che, accostati, compongono i ritratti più famosi della storia dell’arte. Con i suoi Lego virtuali, dotati di maggiori sfumature rispetto agli originali, ha realizzato la Gioconda e la Dama con l’ermellino di Leonardo e la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer. L’effetto ottenuto a distanza è simile a quello che si può osservare ammirando le macchie di colore dei dipinti impressionisti, che sono come pixel costituiti di materia, mentre ingrandendo l’immagine si delineano perfettamente i cubetti, con tanto di Logo sopra. Questi lavori, nati come campagna unofficial della Lego, hanno colpito sia la casa produttrice, che si è complimentata col giovane designer, sia i media americani, tanto che l’Huffington Post già ne parla e la ABC li manderà in onda in un programma televisivo.

Gioconda

Infine l’artista più intellettuale è Matteo Negri, lo scultore milanese di fama internazionale che plasma e trasforma i mattoncini danesi giocando con la materia, i colori e il nome stesso. Infatti L’Ego –declinato in diverse varianti, come L’Ego Mondrian, L’Ego Mappa e L’Ego Tetris- è insieme oggetto e soggetto delle sue rappresentazioni: dalla sua creatività e dalla sua bravura prendono forma gli elementi modulari costituiti da ferro e resine modellati e laccati, combinati in modo da giocare tra volumi pieni e vuoti, colori primari e secondari. Di dimensioni e colori diversi rispetto ai mattoncini in plastica, si tratta di opere anche di dimensioni monumentali, come le macro sculture esposte nelle piazze cittadine di Parigi e Genova, che perdono la rigidità originaria fino ad assumere nuove forme curvilinee. Fino al 27 febbraio espone a Genova nella Galleria ABC-ARTE (www.abc-arte.com).

                                                                    mappa nera 2013

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