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“La rivoluzione è un lavoro poetico”, sul palco di Officina Pasolini una maratona artistica a sostegno della popolazione iraniana

Sabato 18 febbraio  Officina Pasolini, il Laboratorio creativo di alta formazione e hub culturale della Regione Lazio, in collaborazione con Amnesty International Italia, Alice nella Città, Teatro Trianon Viviani, dà vita a una maratona artistica a sostegno della popolazione iraniana che sta combattendo per la libertà nel proprio paese.

La rivoluzione è un lavoro poeticodonna vita libertà questo il titolo dell’evento gemello a quello da poco organizzato a Napoli da Marisa Laurito con una raccolta firme su Change.Org che ad oggi ha superato le 160.000 adesioni – inizierà alle 18.00 con la proiezione di un film attinente al tema e proseguirà con una lunga sequenza di testimonianze, interventi ed esibizioni musicali.

«Non si può restare indifferenti di fronte a quello che accade in Iran da mesi – sono le parole di Tosca, supervisore artistico di Officina Pasolini – Di fronte alle violenze del regime degli ayatollah, che reprimono i diritti di donne e uomini, in gran parte giovanissimi, uccidendoli e seviziandoli con metodi atroci, l’Occidente deve alzare la voce. In Iran è in atto una vera e propria rivoluzione e la repressione è feroce. Oggi però, a differenza del passato, quello che accade nelle piazze di Teheran e nell’intero Paese è sotto gli occhi di tutti, così come quello che fa la polizia morale per reprimere le proteste, imponendo le proprie regole macchiate di sangue, morte e violenza».

La rivoluzione è un lavoro poetico, Officina Pasolini_Roma
La rivoluzione è un lavoro poetico, Officina Pasolini_Roma

Officina Pasolini e tutte le persone che hanno deciso di sostenere questa iniziativa hanno scelto di non voltare le spalle e di essere la voce di ogni donna, di ogni uomo, ragazzo o ragazza che sia, di ogni essere umano che ami la libertà.

«Tenere accesi i riflettori su quello che sta accadendo – prosegue Tosca – è il nostro impegno, il nostro dovere. La nostra attenzione sarà costante e incessanti saremo nel chiedere alla classe politica italiana ed europea la fine delle esecuzioni capitali e il rilascio dei manifestanti arrestati. Noi siamo con la popolazione iraniana che combatte per la libertà, perché la libertà è universale e quando si colpisce uno di loro si colpisce l’intera umanità. Questo me lo ha insegnato Lina Ben Mhenni, blogger e attivista per i diritti umani morta giovanissima. Ho avuto il piacere di incontrarla a Tunisi e mi ha insegnato tanto sul valore di quella libertà per cui ha lottato fino alla fine».

Alla maratona La rivoluzione è un lavoro poetico-donna vita libertà collaboreranno attori, autori, musicisti, conduttori, fotografi, street artist, esperti di diritti umani, lavoratori del settore dello spettacolo e della cultura tra cui: Tosca, Marisa Laurito, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Rocco Papaleo, Maria Pia De Vito, Ascanio Celestini, Raiz, Valentina Lodovini, Joe Barbieri, Margherita Vicario, Andrea Bosca, Violante Placido, Giovanna Famulari, Massimo De Lorenzi, Iris Michelle e Francesca Feci, Antonella Attili, Laika, Riccardo Noury, Martina Martorano, Valentina Petrini, Fabia Bettini, Giorgio Cappozzo, Davide Dose, Annarita Masullo, Valentina Romano, Francesca Corbo, Antonella Mucciaccio, Shirin Amini, Gaia Furrer, Davood Karimi, Sabika Shah Povia, Marcella Chiummo, Viviana Concas, Aurora Elisei, Giulio Falla, Alessandro Greggia, Stefano Valentini.

Dopo Napoli e Roma, la maratona in difesa della libertà del popolo iraniano proseguirà in gemellaggio con altre città, tra cui Milano, Taranto e Torino, deve si stanno mobilitando altrettanti artisti e persone della società civile.

Photo credits Courtesy of Press Office

House of Versace: il film non autorizzato sulla vita di Donatella Versace

House of Versace: the untold story of genius, murder and survival
House of Versace: the untold story of genius, murder and survival

“Un’opera di fiction”. Donatella Versace ha definito così il film dal titolo House of Versace al Women’s Wear Daily. Una storia romanzata, che poco ha a che fare con la realtà è, a detta della stilista, il lungometraggio diretto da Sarah Sugarman che racconta tutti gli avvenimenti, le fatiche e le aspettative di Donatella dopo la morte del fratello Gianni. Furono anni terribili e difficili quelli che seguirono all’assassinio di Gianni Versace avvenuto nel 1997, anni che condussero la sorella e musa dello stilista alla guida della Maison di famiglia. E la Sugarman li riporta sullo schermo senza l’utilizzo di troppi filtri.

Il film, tratto dal libro House of Versace: the untold story of genius, murder and survival della giornalista del Wall Street Journal, Deborah Ball, è andato in onda sul canale americano Lifetime, destando molto scalpore. La designer di origini calabresi, non approvando e anzi denunciandone la non veridicità, non ha fatto altro che attirare l’attenzione sui fatti che il film racconta in maniera piuttosto esplicita.

La Versace è interpretata da Gina Gershon che fino all’ultimo istante ha provato a rifiutare il ruolo di una donna spesso intesa quasi come una “caricatura”, come ha spiegato l’attrice durante un’intervista televisiva con Katie Couric. Ma la sceneggiatura, che guarda agli eventi con gli occhi della protagonista femminile, l’ha convinta a provarci.

Problemi personali si sovrappongono a drammi familiari, divergenze a fragilità umane. Tutto questo è House of Versace, un’opera di fiction, può darsi. O semplicemente la storia di una donna che ha lottato tanto e non senza difficoltà per tenere in piedi ciò che le era rimasto tra le mani.

Courtesy of Lifetime
Courtesy of Lifetime
Courtesy of Lifetime
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