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Snapchat e moda. Storia di un nuovo amore in passerella

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Logo di Snapchat, il social del fantasmino.

 

“C’era una volta, in un favoloso mondo patinato, una bellissima donna che si chiamava Moda. Era una di quelle bellezze paradisiache la cui semplice visione era riservata solo ed esclusivamente ad una ristretta élite di persone, appartenenti naturalmente al suo stesso mondo di provenienza. Tutto sembrava andare avanti in un modo sereno e tranquillo, scandito da una cadenzata routine. La bella principessa si mostrava al pubblico solo due volte nel corso di un singolo anno, con qualche eccezione nel caso in cui ci fossero eventi particolarmente importanti di Haute Couture. I giorni, i mesi, gli anni, trascorrevano così in modo quasi monotono e così, quella donna che non si era mai permessa di alzare la voce, venne improvvisamente scossa dalla voglia improvvisa di rompere quella vita monotona e far presente i suoi desideri. Così, dall’alto della sua carica prestigiosa, decise di comunicare a tutti i suoi sudditi: stilisti, sarti, modelle e tutti coloro i quali gironzolavano attorno al suo castello, che era arrivato il momento di abbattere le mura di cinta e guardare oltre. Aveva capito che fuori dal mondo incantato all’interno del quale trascorreva la sua esistenza, qualcosa stava cambiano e lei, non poteva assolutamente rimanerne allo scuro. Così le mura venendo abbattute, i cancelli furono aperti e vennero convocati a corte tutti quei nuovi fanciulli che, appartenenti ad una nuova generazione, si pensava potessero apportare grandi idee e novità nella sua vita. La bella Moda però non si accontentò inizialmente di scegliere un solo pretendente ma li mise immediatamente subito alla prova; fu così che Facebook, Twitter, Instagram e il timido Snapchat iniziarono la loro “lotta” per conquistare il cuore della principessa, ognuno secondo il proprio stile. Twitter decise di non abbandonare il suo aspetto elegante e raffinato, cinguettando di qui e di lì in modo sempre piuttosto ermetico, insomma non andava mai oltre le 140 battute. Facebook invece partì “in quarta” mettendo in mostra tutte le su potenzialità; iniziò a creare pagine che contenessero le foto di Moda, pubblicò video, foto, post più o meno lunghi cercando di racimolare sempre più like che invece il tranquillo Instagram non si dovette sforzare di ricercare. A quest’ultimo bastò qualche foto, il filtro giusto e un paio di hashtag per portare sul piatto della principessa un numero di follower davvero incredibile. Moda fu così colpito da Instagram e il suo fashion molto street, se ne innamorò, ma quando stava per gettarsi fra le sue braccia, accadde qualcosa di davvero inaspettato. Mancava un pretendente all’appello durante la riunione finale, il timido e sempre ritardatario Snapchat che però accaparrandosi l’esclusiva in tempo reale e soprattutto limited edition di molti amici della principessa moda, riuscì a baciarla e farla sua per sempre. Fu così che bastò una fashion week per convincere la bella Moda a rendere pubblico l’inizio di questa storia d’amore. I suoi amici, colpiti da questa grandissima novità, iniziarono a manifestare le loro idee. Alcuni decisero di commentare con un pollice rivolto verso il basso altri invece, come Burberry, Louis Vuitton, Dior, Michael Kors si sbizzarrirono fra cuori e mi piace iniziando anche ad instaurare un rapporto con il nuovo amico Snapchat che all’interno della patinata corte di madame Moda, conquistò davvero tutti che poi…” (to be continued)

Sfilata Burberry. Ph. GettyImages
Sfilata Burberry FW2017. Ph. GettyImages

Beh, come avrete potuto notare, la nostra storia non ha una fine. Sapete perché? Perché abbiamo deciso di raccontarvi una love story piuttosto moderna, anzi proprio attuale e in via di sviluppo che continua a costruirsi ogni giorno, anche mentre io scrivo e voi leggete, probabilmente qualcosa starà cambiando. È proprio per questo che abbiamo deciso di mettervi al corrente di questo meravigliosi rapporto di amorosi sensi nato fra il mondo della moda e il social del fantasmino, senza però scrivere una fine. Un amore nato quasi per caso che però, stando ai dati resi pubblici durante le fashion week appena terminate, mostra dei dati davvero molto interessanti. “La scorsa New York Fashion Week ha registrato un crollo delle conversazioni su Instagram e Twitter rispetto all’edizione precedente, coinvolgendo 660 milioni di persone a fronte dei 5,8 miliardi di settembre” o meglio è quello che ha ipotizzato il CEO di Pixlee, Kyle Wong, secondo il quale tutto si dovrebbe imputare proprio all’avvento di Snapchat. Ricordiamo che il social, secondo un rapporto di comScore, è il terzo più grande per livello di penetrazione tra i Millennials statunitensi compresi fra i 18 e i 34 anni, dopo Facebook e Instagram.

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Chiara Ferragni, The Blonde Salad

Chi però ha contribuito fortemente a rendere “appetibile” Snapchat fra il pubblico nostrano, è stata la trend setter più famosa al mondo nel panorama delle fashion blogger: Chiara Ferragni che con il suo The Blonde Salad è stata una delle prime a portare dietro le quinte e nel front row delle sfilate, tutti i suoi follower proprio grazie ai mini video pubblicati nel social in questione. Movie e foto che ricordiamo si autoeliminano dopo pochissimo tempo, ed è forse questa una delle peculiarità che ha contribuito a renderlo davvero, come direbbe una blogger: glamour! Oltre alla Ferragni sono molti altri i nomi che si potrebbero fare fra le figure del settore che hanno esposto la loro preferenza nei confronti di Snapchat che risulta essere fra i social, il più umano, informale ed immediato. 

Sfilata Alexander Wang. Ph. GettyImages
Sfilata Alexander Wang. Ph. GettyImages

“Il fascino di Snapchat sta nel fatto che è possibile vedere gli eventi moda da diversi punti di vista, quello del fotografo del make up artist, della modella del designer ecc…”, ha affermato Nick Bell, head of content di Snapchat. E a fronte di quanto appena letto possiamo capire perché questo fantasmino bianco e giallo, sia diventato, all’interno dell’immenso cyberspazio, la piattaforma di condivisione più amata da direttori creativi, maison e influecer che spesso decidono di mostrare in esclusiva le proprio collezioni o i dietro le quinte dei fashion show, proprio tramite quei piccoli video della durata di 10 secondi. Un po’ come fece Valentino in occasione di Zoolander o Gucci che ha anticipato così la pre-collezione 2016-2017. Insomma la nostra storia si potrebbe concludere con un “e vissero felici e contenti” ma attenzione, tutto fra qualche secondo potrebbe scomparire quindi vi consiglio di screenshottare o condividere subito!

 

 

Milano Moda Donna. Ecco i trend per il prossimo inverno

Milano Moda Donna è tornata ad essere protagonista della moda con la sua fashion week Fall/Winter 2016/2017. Dal 24 al 29 febbraio le sfilate donna sono state l’appuntamento per eccellenza più atteso dal sistema Moda e la capitale meneghina si è trasformata in punto d’incontro per tutti gli operatori del settore. Con 73 sfilate, 90 presentazioni per ben 88 marchi, oltre a quelli su appuntamento, e 16 designer protagonisti del Fashion Hub Market, il progetto impegnato a sostenere i nuovi brand emergenti di abbigliamento ed accessori italiani ed internazionali, il calendario della Woman Fashion Week è stato un tripudio di collezioni, trends ed ispirazioni per la prossima stagione invernale, tanto da lasciare un messaggio di ottimismo per il settore.

Antonelli Firenze FW 2016-17 - Courtesy of Press Office
Antonelli Firenze FW 2016-17 – Courtesy of Press Office

Questa edizione di Milano Moda Donna è stata caratterizzata dal record di presenze, come aveva previsto e affermato Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana. “ Non abbiamo avuto così tanti marchi dal 2009 ed erano 142 lo scorso febbraio” afferma Capasa. Merito questo delle tante new entry previste sulle passerelle.

Antonelli Firenze FW 2016-17 - Courtesy of Press Office
Antonelli Firenze FW 2016-17 – Courtesy of Press Office

Come novità assoluta di questo anno è prima fra tutte la partecipazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha dato il via alle sfilate. Come sempre protagonisti indiscussi i grandi nomi della moda italiana come Armani, Gucci, Moschino, Versace, Prada, Emilio Pucci, Alberta Ferretti, Etro, Moschino, Francesco Scognamiglio, giusto per citarne alcuni, e ancora Cavalli e Dolce & Gabbana, questi ultimi spesso abituati a stupirci con sfilate di grande impatto mediatico e spesso fuori calendario. Ognuno con il suo stile, il suo must have, suggestioni, che siano minimal o pop, eleganti o moderne, pronti a farci sognare e a regalarci grandi ispirazioni per la moda della prossima stagione fredda.

Bianchi e Nardi 1946 FW 2016-17 - Courtesy of Press Office
Eleventy FW 2016-17 – Courtesy of Press Office

Giorgio Armani decide di declinare la sua collezione sul nero e sul velluto. Black Velvet è il titolo ed è stata presentata al Teatro Armani. Fedele al suo celebre rigore sartoriale rende omaggio al suo capo icona, la giacca. Corta, lunga, con ruches, di velluto, con collo alto, intarsi di seta o frange l’importante è che sia presente nei nostri armadi per la prossima stagione fredda. Dolce&Gabbana fa un salto nel mondo delle favole, portando in scena le principesse delle fiabe. Una visione non convenzionale e simbolica delle beniamine dell’infanzia. Cenerentola, Biancaneve, Alice nel Paese delle Meraviglie e la fatidica scarpetta di cristallo di certo non poteva mancare. Pizzi, pietre, abiti brillanti e iperfemminili hanno calcato la passerella dove un’enorme carrozza dorata faceva da sfondo.

Bianchi e Nardi 1946 FW 2016-17 - Courtesy of Press Office
Eleventy FW 2016-17 – Courtesy of Press Office

Giovane, rock con un mood anni ’70 la collezione Just Cavalli realizzata da Peter Dundas. La sfilata, che omaggia Andy Warhol, è un vero e proprio party anni ’70 con musica, cocktail e glitter. Femminile e maschile sfilano insieme in Just Cavalli, a conferma della tendenza genderless. Colori fluo per gli abiti abbinati a stampe animalier, che si alternano a motivi pop a ricordare l’arte di Andy Warhol. Abiti lunghi e short dress sono caratterizzati da stampe rispettivamente labbra rosse e pin-up.

Eleventy  "Platinum Collection" FW 2016-17 -  Courtesy of Press Office
Eleventy “Platinum Collection” FW 2016-17 – Courtesy of Press Office

Milano Moda Donna non è solo un affascinante scenario pervaso da cotanta creatività ed esclusività, ma è anche vetrina ambita e desiderata dalle new entry che per la prima volta calcheranno le passerelle. Nomi come Atsushi Nakashima, designer ospite di Giorgio Armani, Lucio Vanotti e Piccione.Piccione, brand vinitore del talent di moda Who Is On Next 2014. A chiudere la settimana della moda Arthur Arbesser, Vivetta e San Andrés Milano, già in calendario nell’ultima edizione. Interessante la partecipazione di Diesel Black & Gold, che lascia New York per sfilare durante la kermesse meneghina.

Bauletto Bianchi e Nardi 1946 in Ayer/pitone/cocco lucido  dipinto a mano - Courtesy of Press Office
Bauletto Bianchi e Nardi 1946 in Ayer/pitone/cocco lucido dipinto a mano – Courtesy of Press Office

A presentare la propria collezione anche Antonelli Firenze Fall Winter 2016/17, che rappresenta oggi il completamento di un percorso stilistico giunto a maturazione. Un total look made in Italy dalle donne per le donne quello di Antonelli Firenze, creato con una visione stilistica innovativa alla ricerca di una naturale eleganza che esclude gli eccessi e naturalmente di impronta italiana. “Avere fatto esperienza in campo con la produzione di camicie ci ha permesso di acquisire una cultura su tessuti fini e le loro numerose declinazioni. Non solo, ci ha consentito di sviluppare creatività all’interno di punti di riferimento precisi, attraverso la ricerca di accostamenti insoliti tra tessuti e lavorazioni” – spiega Enrica e Roberta Antonelli. Cappotti dal taglio oversize e dall’inconfondibile manica a kimono si sposano a giacche ed abiti da finiture sartoriali con dettagli in maglia. Tela in lana e neoprene si fondono insieme. Sartorialità come sinonimo di femminilità valorizzata anche dalle pellicce di volpe rossa o décolleté tacco 12 con applicazione di tessuti presenti nella collezione, rappresentano il vero dna Antonelli.

Federica Berardelli FW 2016-17 - Courtesy of Press Office
Federica Berardelli FW 2016-17 – Courtesy of Press Office

Anche Eleventy per il prossimo inverno propone una linea declinata con uno stile urban chic, per una donna che ama essere sofisticata senza rinunciare alla praticità. Taglio kimono per i capospalla, impreziositi da accessori come pellicce nelle maniche e nei colli dei modelli più sportivi. Il nylon incontra la pelliccia, il cachemire interpreta la felpa, il kid mohair è protagonista della maglieria mentre le micro fantasie optical tridimensionali sono l’anima di alcuni cappotti. Caposaldo della collezione sono le giacche Eleventy, realizzate con tessuti jersey. Per la prossima stagione il brand propone anche la linea Platinum dove capi unici si uniscono al lusso accessibile frutto di pregiata manodopera. Nella palette, panna, grigi, tortora e il blu rappresentano il giorno, mentre il bianco e nero si sposa alla sera.

Federica Berardelli FW 2016-17 - Courtesy of Press Office
Federica Berardelli FW 2016-17 – Courtesy of Press Office

 

Damiano Marini FW1617 -  Courtesy of Press Office
Damiano Marini FW1617 – Courtesy of Press Office

Introspettiva e dicomotica la nuova collezione di borse FW 16-17 di Federica Berardelli presentata durante la fashion week milanese. E’ un viaggio introspettivo nella sfera affettiva ad arricchire di inedite sfaccettature l’universo estetico della designer. Pregiate pelli di vitello si alternano alla superficie aspra del pitone gommato. Prugna, dark grey e nero sono illuminati da flash metallici e campiture policrome. Fulcro della collezione, l’occhio gioiello, elemento dal forte rimando simbolico che assume una connotazione quasi ossessiva nei nuovi modelli Crazy eyes, con trama patchwork, e Moon, preziosa miniaudière in pelle ricamata a mano con cristalli di rocca.

Damiano Marini FW1617 - Courtesy of Press Office
Damiano Marini FW1617 – Courtesy of Press Office

Presentata a Milano nell’ambito di Fashion Hub Market, è la collezione di scarpe Autunno Inverno 2016-2017 di Damiano Marini. Un equilibrio di nuances calde avvolge le architetture e i reticoli alla base della collezione. Sovrapposizione di materiali, punte la cui sinuosità fende lo spazio, pelle laminata con effetto marmo o mosaico, danno un’immagine sofisticata e ruvida. Dal borgogna all’arancio bruciato, dalla carta da zucchero al grigio canna di fucile le creazioni seguono l’elemento geometrico che fa da contrappunto a tortuosità poetiche. Micro stampe animalier caratterizzano la scarpa e i lacci restituiscono un’allure sporty chic ai sandali open toe. L’allacciatura alla schiava rimane pur sempre il tratto distintivo del designer.

Damiano Marini-FW1617 -  Courtesy of Press Office
Damiano Marini-FW1617 – Courtesy of Press Office

Le novità della fashion week dedicata all’autunno-inverno 2016-2017 non riguardano solamente il numero record di griffe partecipanti ma nel programma è stato dato anche più spazio ai nuovi media, come ha dimostrato l’accordo tra Cnmi e Twitter Italia. Ha debuttato infatti #Mfw by Twitter mirror, “specchio social della kermesse” come lo ha definito Capasa. L’iniziativa è stata utilizzata per raccontare live la fashion week dal profilo @cameramoda.

Twitta la moda!

Il futuro viaggia alla velocità del web, e questo è risaputo ormai. Ma chi sfrutta quest’opportunità viaggia due volte più veloce.

È il caso di un certo signor Armani, ancora protagonista delle scene, stavolta con una trovata che mette d’accordo moda, tecnologia e social network. Re Giorgio ha da poco lanciato infatti il progetto ‘Armani Tweet Talks’, una serie di conversazioni su argomenti legati all’industria della moda, trasmessi in rete su Twitter. Come funzionano? I talk sono strutturati come tavole rotonde, con un panel di ospiti di spicco del settore, scelti per autorevolezza e numero di follower su questo social network.
 A porre le domande sono gli stessi utenti, utilizzando l’hashtag #armanitweettalks.

Il primo talk si è tenuto il 1° giugno, in occasione dello show ‘One night in Bejing’, l’argomento quindi non poteva che essere la Cina e il suo mercato in costante crescita. Attori della tavola rotonda, un panel di superesperti del settore: Angelica Cheung (Direttrice di Vogue Cina), Hung Huang (Publisher, blogger, commentatore TV e trendsetter), Godfrey Deeny (Critico di moda), Federico Marchetti (Fondatore e Amministratore Delegato di YOOX Group), Susanna Lau (Editorialista di moda, blogger per stylebubble.co.uk) e Tommy Ton (Fotografo, jakandjil.com).

Un successo, pronto ad essere replicato a breve con la seconda puntata: divisi in volumi, i talk saranno accessibili su Armani.com/tweettalks dove il pubblico potrà anche raccogliere informazioni sui partecipanti, leggere le domande e consultare la cronologia dei talk che si sono già svolti.

International Journalism Festival, il successo della kermesse perugina

L’International Journalism Festival quest’ anno è giunto alla VI° edizione ( hastang ufficiale per twitter #ijf12 ) riuscendo, dal suo primo esordio nel 2007, a trasformare tutti gli anni Perugia nella capitale mondiale del giornalismo.

Dal 25 al 29 aprile scorso, le vie della città gremivano di giornalisti in erba e professionisti di varie testate, che con telecamera alla mano erano pronti ad immortalare i big dell’informazione durante le loropanel discussion, keynote speech e svariati workshop.

Il festival anche questa volta ha registrato numeri incredibili e impensabili rispetto a quanto si poteva immaginare 6 anni fa, quando sul finire del 2006 ad Arianna Ciccone e Christopher Potter è venuta l’idea di realizzare un evento di tale portata: 200 eventi, oltre 500 speaker, più di 200 volontari, freelance e blogger che collaborano insieme. Questi i numeri del 2012.

Ma da dove nasce tutto questo successo?

Lo abbiamo chiesto al co-fondatore del festival Christopher Potter, che con un accento inglese ci ha raccontato la genesi di un successo annunciato.

Come è nata l’idea di un festival del giornalismo insieme ad Arianna Ciccone, e come siete riusciti a realizzarla?

“Arianna è una giornalista e dopo aver lavorato in diverse redazioni ha deciso di creare qualcosa di suo, perché il giornalismo è anche altro, ovvero partecipazione dal basso, citizen journalism e social network. Così ha messo in piedi un’agenzia di comunicazione, “Il Filo di Arianna” per continuare a lavorare nel campo della comunicazione e dell’ufficio stampa. Poi è arrivata l’idea del festival così quando me l’ha proposta ho detto “bella idea, ma irrealizzabile”. Invece siamo alla VI° edizione. Siamo cresciuti, è stato un passaggio organico. Abbiamo deciso di creare qualcosa in house. Il 2007 è stato l’inizio di questo successo”. 

Arianna Ciccone e Christopher Potter – Fondatori e Direttori IJF


Per quanto riguarda le risorse, come si è riusciti ad arrivare ad un successo internazionale partendo da Perugia?

“Le risorse sono innanzitutto gli sponsor, che possono essere pubblici, privati, istituzionali, enti locali, la Regione stessa. Noi facciamo delle proposte e loro decidono se aderire o meno. L’ingresso è libero per tutti gli eventi”. 

Panel Discussion – “Abolire l’Ordine?”

Questo anno più che mai la professione giornalistica è a rischio. Sta vivendo un momento di incertezza tra riforme e ipotetiche abolizioni. Cosa ne pensa? Cosa può apportare il festival ai giornalisti emergenti?

“La crisi non c’è solo nell’editoria, ma in tutti i settori e non solo in Italia. Offrire un’occasione per gli aspiranti giornalisti come quella data dal festival, grazie alla presenza delle grandi firme del giornalismo nazionale e internazionale, di docenti delle università e di chi lavora nel campo della comunicazione e dei social media, è un’esperienza molto più formativa che leggere un libro, perché fatta di contatto diretto con chi l’informazione la fa. Questo è un momento di trasformazione per il giornalismo, che diventa oggi partecipazione e celebrazione condivisa con tutti. Grazie alle nuove tecnologie, ai video, ai reportage, basta una videocamera per fare uno scoop, e con i social network è più facile divulgare e far conoscere al mondo”.

Quali sono secondo lei le peculiarità che differenziano il giornalismo italiano da quello inglese e americano?

“Il sistema giornalistico italiano è ingessato rispetto ai modelli inglesi e americani, che sono più meritocratici e aperti. In Italia è come negli altri settori dell’economia e della politica, sono chiusi. Oggi vedo che il giovane giornalista è in fermento. Sono bravi, intraprendenti, hanno voglia di fare e imparare. Secondo me c’è un grande futuro, c’è dinamismo positivo nel giornalismo e il festival è un’opportunità e un modo per rendere viva questa voglia di apprendere e di arrivare, collaborare e condividere con gli strumenti innovativi. Negli ultimi 2 anni il modo stesso di fare notizie ha subito una svolta con la rivoluzione dei social media. Le news vengono ora veicolate tramite facebook, twitter, e i giovani devono approfittare di questo momento per fare passi avanti. Negli ultimi 6 mesi su twitter comunicano tutte le maggiori testate giornalistiche e gli stessi direttori come Ezio Mauro, direttore de “la Repubblica “.

Quali sono le novità del festival 2012?

“E’ stato potenziato il numero dei workshop, che sono 49, gratuiti come tutti gli altri eventi. Sono ad alto livello e con importanti docenti come ad esempio i vincitori del premio Pulitzer, i due esperti di data journalism Sarah Cohen della Duke University e Steve Doig della Walter Cronkite J-School. Nei workshop c’è un forte lavoro di condivisione e questo è un segno di integrazione e collaborazione”

finisce col dire Christopher Potter, sottolineando l’importanza del partecipare a questi meeting con gli addetti ai lavori provenienti dai quattro angoli del mondo, che trasmettono con trasparenza le loro conoscenze, capacità ed esperienze, e del vivere di persona certe realtà per farle proprie ed avere uno sprint in più dato dalla comunità.

Nell’era del Web 2.0 dove gli smarthphone sono sempre più evoluti, i tablet così tascabili da entrare in un jeans, il festival ha sposato la magia creata dai social network e social media ed è la comunità di questi che lo sostiene,  lo arricchisce di contenuti e progetti, diventando esso stesso una grande piattaforma digitale con un imponente flusso di idee ed esperienze da trasmettere.

Ora la cronaca si affronta in pixel, il web è diventato non solo multimedia, ma è coinvolgimento della comunità, associazione e creatività. Il giornalismo ora è online, e un giornalista di nuova generazione deve essere assolutamente crossmediale.

 

Panel Discussion – You, the Mobile Journalist

 

“You, the Mobile Journalist” è il contest della panel discussion, dove sono intervenuti personaggi rilevanti del mondo dell’informazione e della tecnologia, e il leit-motiv della nuova generazione di giornalisti. I cellulari con l’internet mobile hanno moltiplicato la possibilità di fare informazione, trasformando la realtà in un territorio d’indagine molto più vasto e accessibile.

Web mobile, telefonini sempre più connessi e le nuove prospettive del newsmaking, hanno cambiato letteralmente il mestiere del giornalista. “Questa è una grande chance – dice Luigi Contu, direttore ANSA il giornalismo si può solo arricchire da un processo del genere”

“La notizia si sta espandendo nell’era del “me-media” e il mondo è sempre più connesso” sostiene Lee Raine, direttore IALP Pew Research Center, che analizza all’interno di un workshop come le persone usano internet, smartphone e i social media per avere notizie, crearle e diffonderle.

Novità esclusiva del festival è stata la Twitterview a “Rete unificata” al direttore de “la Repubblica” Ezio Mauro in diretta su repubblica.it, sul sito del Festival e sulle 590 web tv del network altratv.tv.

 

Twitterview al direttore de “la Repubblica” Ezio Mauro

 

L’incontro, con punto focale sull’ attualità, politica e informazione, è stato condotto dalla fondatrice del festival Arianna Ciccone, e le domande venivano anche da Twitter dove una battaglia a colpi di hashtag è partita dall’inizio del dibattito per assicurarsi un incontro virtuale con una firma della carta stampata e del web.

In assoluto la prima volta, che un’intervista a un direttore di un grande giornale, va online in modo così condiviso.

A chiudere la manifestazione perugina è statoMichele Santoro, quasi il personaggio più atteso dell’evento sui media, che ha dato un doppio appuntamento al festival, uno con la stampa e l’altro con il pubblico.

Nell’incontro con la stampa insieme a Carlo Freccero, ha annunciato la propria candidatura alla presidenza della RAI, come direttore generale e presidente.

Michele Santoro

Un’altra idea di TV, senza censure e di alto spessore culturale, che sia trasparente e sopratutto partecipativa, in cui il dibattito sia aperto e lontano dalle perverse logiche del favoritismo e dalle influenze esterne.

Questa è la TV, ma sopratutto la RAI che Santoro vorrebbe e che racconta tra gli applausi del pubblico che lo segue e approva la lezione sulla libertà, fatta al suo secondo incontro su “Che cos’è il servizio pubblico”.

Il prossimo appuntamento è con la VII° edizione dell’ International Journalism Festival, sempre a Perugia dal 24 al 28 aprile 2013.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Web in Vogue, Neko-V veste i social network

I tanti social network in circolazione – vedi alle voci Twitter, Facebook, MySpace, Google, passando per Wikipedia, Youtube, MSN e anche Tumblr – sono ormai entrati a pieno diritto nella nostra vita. Ormai un dato di fatto. Ma chi avrebbe mai detto che diventassero delle vere e proprie griffes da indossare? In pochi ci avremmo pensato (e scommesso). Fra questi spicca senz’altro l’inedita proposta creativa del giovane fashion designer italiano Victor Faretina.

Sotto lo pseudonimo Neko-V il creativo ha ideato in esclusiva per la web community DeviantArt, fucina di idee stilistiche innovative, digitali e molto artistiche, la collezione speciale di abiti Web in Vogue: una capsule collection che si ispira – per colori, grafica e stile – proprio alle più famose pagine web che scandiscono puntualmente la nostra esistenza. Ecco che si intende quando si dice che il social network è di gran moda. E qui la moda assolve al suo ruolo di assoluta portavoce delle tendenze del momento e non rimane quindi a guardare.

Calamitato dal prepotente fascino dei nuovi mezzi di comunicazione, il mondo fashion si dichiara pronto a “fronteggiare” con gli strumenti a sua disposizione la dirompente invasione di post, tweet , blogs e video nella nostra vita.

La loro dimensione virtuale oggi viene reinterpretata nella nuovissima versione vestito da red carpet grazie alla proverbiale intuizione e dunque al lavoro di Victor, che prendendo spunto dall’essenza tematica di ogni sito ha ripensato tutti i social media più diffusi nella Rete e li ha declinati in una versione “mise” pronta da sfoggiare.

La particolarità che risalta all’occhio osservando ogni abito è data dalla sua peculiarità di rispecchiare scrupolosamente le caratteristiche grafiche e cromatiche del suo relativo social media abbinato. Mix’n’match decisamente all’avanguardia e frutto della passione del giovane talento emergente di Neko-V, che farà contenti tutti gli affezionati di Facebook &Co e che metterà sicuramente in risalto l’originale potenzialità creativa dello stilista.

Per ora gli abiti in questione sono soltanto bozzetti, ma Victor comunque rassicura il pubblico di voler decisamente continuare sulla strada intrapresa: “Ho intenzione di farne un vero e proprio progetto – dichiara – realizzando nel concreto una versione-vestito per ciascun programma e comunità web.” Ecco ciò che succede quando il Fashion collima con i Followers.


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