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Trendsetter: chi influenza realmente la moda?

Ci sono persone che hanno la capacità di anticipare le tendenze, di influenzare con i proprio gusti la moda e di essere anni luce avanti in tema di scelte stilistiche. Si tratta dei cosiddetti “Trendsetter”, gente con una spiccata attenzione e propensione per la moda, capaci di dare risposte geniali ai diversi stilisti delle grandi marche, ma anche ad orientarne le scelte.

Si possono trovare in qualsiasi posto, a qualsiasi livello della scala sociale e in qualsiasi lavoro. Si possono trovare per strada, nei piccoli centri. Sono giovani che la mattina si alzano e danno spazio alla loro fantasia, che si tramuta nel vestiario in abbinamenti che poi riescono a fare tendenza. È sotto i loro giubbini che si nasconde la capacità di creare ciò che viene definito fashion.

Anna Wintour_credits web
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Ma di trendsetter ce ne sono anche tra i personaggi famosi. La maga indiscussa in questo settore, colei che è riuscita a fare del proprio gusto in fatto di vestiti un mestiere, divenendo una delle donne più celebri nel mercato della moda è Anne Wintour. È lei il monarca assoluto, da Ancient Regime, della moda mondiale, è una regina, una Maria de Medici dell’eleganza, quella massima star tra le famose “celebrity” che da ormai 17 anni, dirige il più autorevole mensile di moda, Vogue America. Ogni stilista per essere definito tale deve passare sotto il vaglio di questa donna, che realmente sa essere mille anni avanti tutti gli altri. E’ lei che detta tutte le mode e ogni uscita del suo Vogue è una scoperta. O piuttosto una risposta a quanti si chiedono: cosa sarà di tendenza nella prossima stagione?

Ma oltre questa la regina indiscussa della moda, ci sono anche altre celebrità che hanno cercato di fare del proprio gusto e del proprio stile un cavallo di battaglia. Basta ricordare la fondatrice e forse unica componente della cosiddetta “Heroin art”: è Kate Moss, la modella super magra, sempre fuori dagli schemi, ma sempre in prima linea in fatto di scelte stilistiche. A scoprirla furono gli scatti di Corinne Day, la fotografa deceduta solo qualche tempo ma che ha lasciato una forte impronta di sè. A dispetto di uno stile fotografico classico e patinato, tipico delle riviste di moda, la Day propose un genere crudo, non ritoccato, personale, diverso. Come diversa era la bellezza ricercata dalla fotografa, che quasi impose a riviste e agenti, la giovane Kate Moss.

Anna Wintour_credits web
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Sembra strano dirlo, ma la modella rappresentava qualcosa di atipico, rispetto ai canoni estetici dei primi anni Novanta. E la copertina che fece “esplodere” il tutto fu quella del 1990 scattata per The Face di una Kate Moss giovane, con le lentiggini e senza neanche un fino di trucco. Ma passeranno ancora alcuni anni, prima che il fenomeno diventi allargato e ufficializzato tanto da arrivare nel 1993 sulle pagine di Vogue. E da allora la modella non ha più lasciato le passerelle, anzi. È diventata una delle donne che più le influenzano.

Ma non serve andare troppo in là. Perché c’è anche gente comune, quelle ragazze e quei ragazzi che si incontrano per strada, nelle stazioni e nei bar, che sanno dare uno stile al loro abbigliamento. E sono proprio loro che fanno la moda reale, quella low cost e di tutti i giorni.

Quando la “celebrità” rende liberi… di scrivere un libro

Prezzemoli di minestre catodiche riscaldate, tuttologhi esperti di ciarle internettiane, all’arrembaggio culturale! Imbracciate il fucile dell’intellettualismo casereccio e trivellate le librerie a colpi di letteratura qualunquista: scrivete anche voi un libro.
Tanti vostri colleghi lo hanno già fatto, suvvia, non ci vuole tanto.

Considerate di partire avvantaggiati, perché siete già famosi. La casalinga che vi segue in tv e legge di voi sui rotocalchi vi considera parte della famiglia. Nei salotti televisivi, aggiunge la seggiola della sua cucina e siede curiosa accanto a voi. Si arrabbia se vi mettono le corna, gioisce se vi fidanzate con l’attore belloccio, si commuove per la nascita di vostro figlio.
Se scrivete un libro, lei lo acquisterà di certo e potrà dire alla vicina che non legge solo le trame delle fiction, ma “libri veri”, quelli con la copertina rigida.

Non temete, perché non ci vuole la laurea. Per carità, se ce l’avete è meglio perché allunga la biografia, ma un diploma è più che sufficiente. E, anzi, se il vostro curriculum scolastico si ferma alla terza media, a volte è pure meglio, così fate vedere che siete arrivati dove siete arrivati da soli, senza l’aiuto di “spintarelle”.
Non è necessario neppure aver letto tanti libri, tanto ognuno ha il suo stile narrativo, quindi voi direte di averne uno tutto vostro. Ma, mi raccomando, se non avete dimestichezza con i congiuntivi, limitatevi a frasi semplici (soggetto-predicato-complemento): al massimo direte che “si è voluto usare un linguaggio semplice, fruibile da chiunque, per arrivare al cuore di tutti”. Funziona sempre. Altrimenti chiedete l’aiuto di un amico che con la penna ci sa fare: voi dettate e lui scrive forbito, con tanto di periodi ipotetici complessi, consecutio temporum impeccabili e vocaboli illustri. Alla fine, racconterete che è stato scritto a quattro mani: voi sarete gli “autori“, poi aggiungete un “con” al nome dell’amico.
Non sapete di cosa parlare? Pensateci un attimo.

Eravate dei ferventi onnivori e avete deciso di diventare vegani? Perfetto, i motivi che vi hanno portato a detestare chi scanna i maiali e l’amore viscerale per le mele che madre natura fa cadere dagli alberi è un argomento vincente.
Come pure la conversione mistica che vi ha convinti di essere i nuovi Messia, la storia della vostra famiglia che è “incredibile”/”pazzesca”/”straordinaria”, l’irrefrenabile passione per le ricette di cucina: sono tutte storie che stuzzicano la curiosità del pubblico, cari potenziali tele-scrittori.

E se proprio nella vostra vita non c’è nulla da raccontare, prendete spunto dai fatti di cronaca e insinuate dubbi angoscianti, tipo “perché mai la morta è stata ammazzata?”, “come può la depressione guidare la mano dell’assassina?”, “chi ha visto cosa?” e “perché non hai parlato?”.
Vedrete, è più semplice di quanto crediate.
Troverete di certo un editore che pubblichi le vostre memorie, perché chi buca lo schermo fa vendere tante copie.
Poi preparatevi alle interviste in tv per presentare la vostra fatica letteraria e lì confesserete, mano sul cuore e occhi lucidi, che avete sempre voluto scrivere, che il sacro fuoco della letteratura ardeva in voi ancor prima del reality show cui avete partecipato, e sbancherete anche in libreria, abbiate fede.

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Altra cosa: è importante che la foto per la quarta di copertina vi ritragga sorridente, con un’espressione mite e, all’occorrenza, sofferta, magari in bianco e nero e di tre quarti, che immortali il profilo migliore.
Ora aspettate che il vostro ego venga fortificato dai dati delle vendite.

Intanto però, se smanettate su internet e vi imbattete in post come quello di Roberto Crotoneo, (un giornalista che fa il critico letterario e di libri ne ha scritti un bel po’) andate avanti, non leggete, perché non vi riguarda. In bocca al lupo, talentuosi letterati.

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“All about Eve”, il libro tributo per ricordare la fotografa Eve Arnold

Nel 2012, a distanza di pochi mesi dalla scomparsa della fotografa Eve Arnold, usciva il libro che raccoglie gli scatti di una donna che ha segnato la storia della fotografia dell’ultimo secolo. Ritrattista e documentarista, le sue foto hanno fatto il giro del mondo. Allieva di Alexey Brodovitch alla New School for Social Research di New York, suo il primato della prima fotografa donna ammessa all’agenzia Magnum. Una carriera iniziata alla fine degli anni ‘40 e che l’ha vista occuparsi, nel corso degli anni, di temi sempre diversi, mossa da un’inestinguibile curiosità per la vita in ogni suo aspetto. Dai ritratti per Dirk Bogarde, Francis Bacon e Irene Papas del 1978 si passa con disinvoltura ai viaggi in Afghanistan, Cuba, Cina e Mongolia, periodo a cui risalgono le bellissime immagini dell’addestramento dei cavalli per le milizie cinesi. Senza dimenticare gli scatti delle campagne pubblicitarie per Optrex, Pentax e Rolex. Una professionista in grado di mantenere alto il livello del proprio lavoro in un settore che all’epoca era dominato dall’altro sesso.

Horse training for the militia, Inner Mongolia, China, 1979. Photograph: © Eve Arnold/Magnum Photos

Nel libro All ABout Eve, la curatrice Zelda Cheatle e l’esperta Brigitte Lardinois ripercorrono le tappe del percorso artistico di Eve Arnold attraverso le foto che l’hanno resa famosa e alcuni inediti. Un’ampia selezione di scatti provenienti dall’archivio di un collezionista privato tra cui le serie dedicate a Marilyn Monroe e a Malcom X. Oltre agli scatti che l’hanno resa famosa, le curatrici del libro che alla fine degli anni novanta ebbero la fortuna di conoscerla da vicino e di frequentarla in quanto collaboratrici della Magnum, hanno inserito un’opera poco conosciuta ma assolutamente degna di nota. Uno stupendo autoritratto del 1948 che mostra Eve Arnold, giovane, chic e a proprio agio davanti alla sua macchina fotografica. Una sorpresa perfino per il suo pubblico più affezionato che cela una storia divertente. Si racconta infatti che quel giorno Eve Arnold fosse rimasta chiusa nello studio di un suo amico in Pennsylvania e stanca di aspettare avesse cominciato a fotografarsi per ammazzare il tempo.
Il libro accoglie anche i suoi primi lavori del 1951 che ritraggono i lavoratori emigrati delle fattorie di Long Island, tra cui il ritratto di gruppo della famiglia Davis in pieno stile Eve Anorld. Contorni definiti e immagini quasi surreali.

Marilyn Monroe resting, Illinois 1955. Copyright: Eve Arnold/Magnum Photos

E il viaggio tra i suoi scatti continua attraverso gli indimenticabili ritratti delle celebrità del suo tempo: dal regista John Huston colto in un momento di intimità domestica in compagnia della figlia, ad una scena giocosa tra il giovane Michael Caine e Candice Bergen durante una pausa delle riprese del film “Il Mago”, oppure una divertita Marylin Monroe con il marito Arthur Miller sul set di “Gli spostati”, o ancora Andy Warhol assorbito da un suo quadro nello studio di New York e una meravigliosa Mia Farrow durante le prove. Scatti che fanno parte di una stagione in cui le star non erano ossessionate come oggi dalla propria immagine e si concedevano con generosità ad artisti del calibro di Eve Arnold. Basti pensare che la collaborazione tra  Monroe e Arnold durò più di un decennio, periodo durante il quale vennero scattate numerosissime foto.
Considerata tra le pioniere del fotogiornalismo, i suoi reportage sapevano rivelare molto sugli accadimenti politici e allo stesso tempo sui cambiamenti della società moderna. Famoso il ritratto in bianco e nero dal titolo “Divorzio a Mosca” che mostra la rottura di una coppia alla fine degli anni sessanta (e con essa più in generale la crisi dei valori familiari che per molti anni erano stati alla base delle convinzioni dei benpensanti in Russia).
Sensibilità particolare e capacità di essere sempre al momento giusto e nel posto giusto l’hanno accompagnata lungo una carriera costellata da riconoscimenti importanti: il National Book Award del 1980 e il Lifetime Achievement Award dall’American Society of Magazine Photographers. All about Eve, qualcosa di più di un libro. All about Eve, ovvero la magia di Eve Arnold.

Info: www.artsensus.com

 

Lifestyle Mirror, un nuovo modo di fare shopping

Già il nome è tutto un programma: essere uno specchio della vita, ma non di quella intesa in generale, bensì della vita mondana, del modo di vivere, dello stile. Lifestyle Mirror, appunto. Questo il nome del nuovo progetto editoriale online, ideato dalla casa editrice Mediabend Capital, fondata a New York da Emanuele Della Valle, figlio del patron della Tod’s, e lanciato settimana scorsa in concomitanza con l’inizio della fashion week nella Grande Mela.

A metà strada tra magazine femminile e piattaforma di shopping online, Lifestyle Mirror si rivolge a un target decisamente giovane e cosmopolita, con i suoi servizi costantemente aggiornati, che rimandano a oggetti o must-have acquistabili attraverso siti di e-commerce dedicati. Beni di lusso e prodotti più commerciali sono l’oggetto della testata, ma non solo: Lifestyle Mirror dà consigli su tutto ciò che è stile, dall’abbigliamento alla gastronomia, passando per l’arte e l’arredamento, per arrivare ai viaggi e alla bellezza. Insomma, invogliare all’acquisto, ispirando il lettore – consumatore.

La prima cover di Lifestyle Mirror.

Un progetto nato sotto una buona stella e che dà ampio spazio e fiducia ai giovani: ad affiancare l’ideatore Emanuele Della Valle, infatti, ci sono il fotografo Francesco Carrozzini, co-fondatore e direttore creativo della testata, nonché figlio della celebre Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia dal 1988, e la stylist Chelsea Gombes, qui assunta in qualità di direttore responsabile, oltre a un esercito di contributor, qualificati e curiosi.

Emanuele Della Valle, fondatore della testata.

Insomma, una piattaforma online “A metà tra un concept store e un mega centro commerciale”, come amano definirlo i suoi fondatori, dove poter trovare oggetti del desiderio selezionati da veri esperti del settore e… immediatamente acquistarli.

Francesco Carrozzini, direttore creativo e co-fondatore della testata.

Una shopping experience ancora mai sperimentata, da ripetere più volte al giorno. Ma attenzione: potrebbe indurre ad assuefazione, tenere fuori dalla portata degli e-commerce addicted.

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Anno sabbatico? Ecco la risposta per chi è alla ricerca di un equilibrio interiore

SOUNDTRACK: Israel Kamakawiwo’ole – Over The Rainbow / Wonderful World

La mattina vi svegliate, aprite gli occhi lentamente, cominciate a mettere a fuoco gli oggetti intorno a voi e improvvisamente vi rendete conto che sta iniziando una nuova giornata. Il mento comincia a corrucciarsi, gli occhi si riempiono di lacrime che scivolano sul vostro volto fino a bagnarvi le orecchie. Così è ogni mattina, ogni sera prima di addormentarvi. La mente vaga e si sofferma su quanto di sbagliato c’è in voi. Vi sentite inutili, insoddisfatti, soli. Ancora lacrime a bagnare il cuscino.

Ciò di cui avete bisogno non sono i soldi, né una casa più grande, né un lavoro nuovo. Queste cose ce le avete già. Dentro di voi sapete cosa manca, che vi fa sentire così inadeguati. È la stima e la fiducia in voi stessi. È la pace, la serenità, l’equilibrio interiore che tutti cerchiamo ma che solo pochi raggiungono.

Presa consapevolezza del problema occorre pensare alla soluzione. Una potrebbe essere quella di partire. Non la classica vacanzetta di sette, massimo dieci giorni. Sto parlando di un viaggio vero e proprio. “Partire è un po’ come morire” recita un antico detto, perché la partenza implica sempre l’abbandono di qualcosa, di una parte di noi, di un luogo familiare, di persone care. Ma il viaggio è anche vita. La ricerca di se stessi attraverso il contatto con gli altri individui, con il mondo. Da secoli l’uomo è spinto ad abbandonare le terre native per avventurarsi in posti nuovi e sconosciuti. Spirito di esplorazione, esigenze ambientali, voglia di fuggire. Sì di fuggire. Il desiderio di allontanarsi da tutto quello che conosciamo e che ci rende così soli e fuoriposto.

Un viaggio del genere alla scoperta di se stessi, alla ricerca del proprio equilibrio necessita di molto tempo. Un anno sabbatico è l’ideale. Il Gap Year, così lo chiamano gli inglesi, è un periodo di interruzione nella carriera lavorativa di una persona, solitamente della durata di undici mesi. I lavoratori “staccano la spina” dalla routine quotidiana per riacquistare quella tranquillità di cui si sente troppo spesso la mancanza. In Italia l’anno sabbatico è stato introdotto con la legge n. 53 del 2000, proposta dal Ministro Livia Turco. La legge introduceva i congedi parentali per maternità, formazione e gravi motivi familiari. L’anno sabbatico è un periodo di assenza non retribuito, al termine del quale il richiedente conserva il diritto a riprendere il posto di lavoro.

Ma allora dove trovare i soldi? Come organizzarsi? Riccardo Caserini, autore del libro “Mollo tutto e parto!…ma prima o poi ritorno”, ci spiega che non è un’impresa impossibile, non è un’esperienza utopica, bensì una dimensione alla portata di tutti, nessuno escluso. L’idea dell’anno sabbatico ha origini antichissime. Nella tradizione ebraica era il periodo nel quale si mettevano a riposo i campi, si cancellavano i debiti e liberavano gli schiavi. Non si trattava di una banale tregua dalla fatica del lavoro ma di un ritorno alla vita dello spirito per trarne forza e ricominciare un nuovo ciclo. Riccardo Caserini, che si è preso più di un anno sabbatico, si ricollega all’antico concetto biblico mostrandoci come una lunga interruzione dagli impegni abituali possa essere rigeneratrice e utile. Il libro è un manuale pieno di consigli pratici per chi pensa di prendersi una pausa per la crescita personale, per la ricerca della pace interiore, per la semplice avventura sognata da tempo.

Mangia, prega, ama. Filosofia di vita e titolo del libro autobiografico di Elizabeth Gilbert, da cui è stato tratto il film del 2010 con Julia Roberts. Liz ha una vita apparentemente perfetta, un solido matrimonio, una bella casa, una carriera di successo come scrittrice. Nonostante ciò è infelice e sente il desiderio interiore di allontanarsi da tutto e da tutti. Intraprende un viaggio intorno al mondo, trascorrendo quattro mesi in Italia, mangiando e godendosi la vita (“Mangia”), tre mesi in India, trovando la propria spiritualità (“Prega”) e gli ultimi mesi a Bali, in Indonesia, in cerca dell’equilibrio fra le due precedenti scoperte, l’amore (“Ama”). Una storia vera emozionante che ci mostra come a volte serva un grande cambiamento per riscoprire la gioia di vivere e il piacere di amarsi.

Trovare la strada verso un equilibrio significa raggiungere il proprio benessere. Per riuscire a fare questo occorre imparare ad organizzare la nostra mente in funzione della vita, coltivare fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità e possibilità, elaborando processi di pensiero nuovi che si traducano in serenità, sicurezza e alla fine felicità. Ogni individuo ha la facoltà di trasformare la propria vita, cambiando i pensieri, perché i nostri pensieri determinano il nostro destino. Se per esempio pensiamo di non essere in grado di fare qualcosa, quest’idea diventa per noi vera e le nostre azioni tenderanno a confermare questa convinzione. Dobbiamo pertanto cambiare i nostri pensieri, selezionare esclusivamente pensieri positivi, in modo da ottenere comportamenti positivi. Se stiamo bene con noi stessi, anche gli altri cominceranno a sentirsi a proprio agio con noi. Jovanotti cantava “Io penso Positivo”. Aveva ragione. Controllare le emozioni, trasformare la rabbia e le frustrazioni verso il successo, aumentare la propria autostima, allontanarsi da tutto quello che ci rende infelici per scoprire finalmente se stessi e raggiungere l’equilibrio. Questi i primi passi verso una vita serena. Imparare dal passato ma non morirvi dentro, perché ormai è storia. Proiettarsi nel futuro, misterioso ma pieno di opportunità. Godersi il momento che è un dono, per questo si chiama presente.

http://www.youtube.com/watch?v=uE37yX8xRR8&feature=related

Miami Swim Fashion Week 2015, le ultime tendenze della moda mare

Da New York a Londra passando per Milano e infine Parigi: quando si parla di prêt-à-porter ogni fashion addicted sa quali sono le tappe obbligatorie per scoprire le nuove tendenze di abbigliamento e accessori dei migliori brand nazionali e internazionali. Ma quando l’attenzione è interamente rivolta alle tendenze mare è un’altra la città che detta le rigide regole del fashion system. Stiamo parlando di Miami e in particolar modo della Swim Fashion Week 2015, quest’anno svoltasi in quattro giornate dal 18 al 21 luglio, in cui hanno sfilato in totale quasi una ventina di brand mettendo in mostra l’accessorio numero uno dell’estate: il costume da bagno.

Credits Google
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Tantissime le novità che hanno sfilato in passerella e che, in alcuni casi, prendono in prestito la loro ispirazione dalla moda degli anni ’80. Da una parte, infatti, sono stati presentati costumi caratterizzati da uno stile sportswear perfetto per vere surfer girl con slip cut e top sportivi, come quelli di Mara Hoffman, ma anche interi sempre più tecnici e stampe minimal chic come quelli firmati Chromat. Dall’altra parte, invece, il leit motiv sceso in campo a Miami Beach, Florida, sembra puntare sui colori vitaminici e caraibici, su modelli dalle linee sinuose e femminili perfetti per esaltare ancora di più le curve e su un leggero tocco vintage richiamante proprio gli Eighties.
Minimale Animale non si lascia scappare l’occasione di far sfilare bikini e trikini effetto bondage su modelle con tanto di casco nella tonalità del nero dark per snellire ancora di più la figura. Intrigante e iper femminile la passerella di Tori Praver che presenta modelli super sexy come micro tanga oppure slip brasiliani resi ancora più eleganti dalle aperture sui fianchi e infine fasce con micro stampe e maxi volants. Palette cromatica che punta interamente sulle tonalità del rosa barbie e della carta da zucchero, con prevalenza di stampa tie-dye, per Luli Fama che porta in auge gli anni ’80 sfoggiando slip dai colori fluo.

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Non manca naturalmente una particolare attenzione ai dettagli come i caftani dalle tonalità calde, i costumi a manica lunga e le culotte a vita alta perfette per adattarsi sul corpo femminile come una seconda pelle. Per quanto riguarda i materiali molto interessante sembra essere la scelta di Mikoh Swimwear di puntare sul neoprene, che rende in pochissimo tempo il costume da bagno grintoso e di carattere data la potente somiglianza alla pelle e al lattice; mentre Caffè Swimwear non si lascia scappare l’occasione della Miami Swim Week per sfoggiare costumi con top a triangolino impreziositi dalla seta, il tessuto numero uno dell’eleganza.

Milano Moda Uomo 2015, le ultime tendenze per lui

Colori pastello, look romantici e retrò e attenzione ai dettagli sartoriali rigorosamente Made in Italy. La vetrina di Milano Moda Uomo si è da poco conclusa e i riflettori, ormai spenti sulle passerelle delle case di moda più famose al mondo, sono ora puntati sulla ricerca delle tendenze maschili per la prossima stagione primavera/estate 2016. Moltissime le maison d’alta moda che come al solito hanno partecipato facendo sfilare uomini dai look sempre più casual chic.

Molta attenzione è stata data alla direzione di Alessandro Michele per la nuova collezione firmata Gucci in cui, per la prima volta, hanno fatto la loro comparsa delle ballerine da uomo. Tendenze, queste, che precorrono i tempi trasportandoci in un futuro in cui l’uomo moderno sceglie accessori femminili mai usati prima d’ora. Le stampe floreali fanno ancora una volta il loro ingresso in passerella seguendo la tradizione storica del brand che pone sempre l’accento su petali colorati freschi e primaverili. Tra i materiali scelti prevale la seta che fascia il corpo dell’uomo in maniera aggraziata seguendo i suoi movimenti su capi d’abbigliamento dalla linea stretta e attillata. Camicie e pantaloni si fanno slim ma non troppo per essere infine messi in risalto dai colori talvolta accesi e spesso pastello scelti per questa collezione.

Milano Moda Uomo 2015 Zegna Plein
Ermenegildo Zegna, Philipp Plein – Credits Photo © Marcus Tondo

Tagli sartoriali e mood raffinato ed elegante invadono, invece, la passerella di Giorgio Armani che ancora una volta rende l’uomo sofisticato grazie ai capi d’abbigliamento presentati tra cui camicie a righe o di filo lisce e pantaloni dalla linea scivolata e dalla lunghezza midi fino a metà gamba. Per la linea Emporio Armani diventa al contrario protagonista la pelle facendo il suo ingresso trionfale su blazer e giacche diffondendo subito un mood decisamente più rock ma sempre bon ton in perfetta sintonia con la filosofia del brand. Un animo deciso che si insinua anche nella collezione P/E 2016 di Philipp Plein in cui a farla da padrone sono le borchie che rendono lo stile maschile audace e per nulla banale.

Milano Moda Uomo Armani Emporio
Giorgio Armani, Emporio Armani – Credits Photo © Yannis Vlamos

Semplicità e rigore sembrano essere invece le parole chiave per Calvin Klein dove in passerella si respira un’aria nuova composta in prevalenza da linee piuttosto pulite e tonalità intense. Lusso, stile e classicità sono i tre punti cardine che legano le nuove collezioni della prossima stagione di Dolce & Gabbana ed Ermenegildo Zegna pensate entrambe per eventi eleganti dove primeggiano da una parte giacche doppiopetto e materiali pregiati come la seta e dall’altra completi da lavoro a cui si aggiunge infine anche un trench coat dalle nuance pastello. Colori questi che conquistano perfino il cuore di Ermanno Scervino che li trasferisce su pullover traforati in perfetta armonia con le restanti fantasie della capsule collection, tra cui camouflage e pied de poule.

Milano Moda Uomo
Calvin Klein, Ermanno Scervino, Dolce & Gabbana, Gucci – Credits Photo © Yannis Vlamos

Trussardi omaggia Coca-Cola con un’edizione limitata di lattine

L’eleganza del marchio Trussardi e lo stile cool della Coca-Cola si uniscono per dar vita ad una collezione in edizione limitata dal nome “Elegantly Cool”. Per omaggiare i 100 anni della bottiglia in vetro contour, infatti, è nata una collaborazione straordinaria tra due grandi brand. La stampa grafica scelta da Trussardi per Coca-Cola mette in mostra gli elementi chiave di questa grande maison e il simbolo presente da 40 anni: il levriero. Sulle due bottiglie in vetro e su due lattine compare infatti il levriero Trussardi realizzato in maniera divertente ma al tempo stesso elegante utilizzando i colori base tra cui viola, ciliegia, rosso Coca-Cola e verde acido. Sulla terza lattina compare invece la storica stampa “lizard” che unisce i materiali pregiati dell’alta pelletteria al metallo puntando su tonalità forti come l’oro e l’argento.

Coca Cola Trussardi
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Tutte le creazioni di Trussardi per Coca-Cola Light, realizzate in limited edition, in formato da 330 ml, 500 ml ma anche da 1,5 lt saranno disponibili in tutta Italia a partire da giugno fino ad dicembre 2015. Per quanto riguarda le edizioni in vetro, invece, il formato da 250 ml sarà disponibile nei migliori punti vendita del mercato siciliano a partire da agosto fino a settembre 2015, mentre il formato da 330 ml in vetro sarà presente nel padiglione Coca-Cola installato a Expo Milano 2015 e nel Cafè Trussardi da giugno fino a ottobre 2015. Ma non è finita qui perché a Milano, e più precisamente in Piazza Cinque Giornate, le stampe limitate di Trussardi per Coca-Cola andranno a decorare anche il department store Coin.

Trussardi Coca Cola 2015
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Una binomio che rende orgogliosi sia il gruppo Coca-Cola che il brand Trussardi come confermato da entrambe le parti. “Coca-Cola consolida il legame con il mondo della moda, che dura da oltre 15 anni” – come annuncia Fabrizio Nucifora, Direttore Marketing Coca-Cola Italia – “grazie a una partnership d’eccezione, quella con la maison Trussardi: una realtà italiana di grande prestigio, simbolo internazionale del Made in Italy d’eccellenza.” – e ancora – “Una collaborazione fortemente voluta da ambo le parti, che sottolinea al tempo stesso l’italianità di Coca-Cola e la vicinanza del brand alle eccellenze del nostro Paese”.
Grande entusiasmo anche da parte di Gaia Trussardi, direttore artistico del marchio che afferma: “Siamo particolarmente felici di estendere il nostro lifestyle verso un colosso mondiale quale Coca-Cola” – e inoltre – “In particolar modo di essere stati i primi a vestire Coca- Cola, un marchio famoso davvero in tutto il mondo anche grazie alla sua bottiglia conosciuta non solo come oggetto di culto ma anche come segno grafico universale e celebrata in arte, musica, design e pubblicità”.

Collezioni Cruise 2016, la magia di Chanel e Louis Vuitton

L’annuncio ufficiale di date e location, per le nuove collezioni Cruise 2016, aveva messo in subbuglio il mondo del fashion con il tanto atteso inizio alle danze di Karl Lagerfeld nella giornata del 4 maggio. Per l’occasione, il fashion designer ha scelto di far sfilare la nuova capsule collection di Chanel direttamente a Seoul, all’interno del Dongdaemun Design Plaza progettato da Zaha Hadid. Un incontro fra mondo occidentale e orientale espresso in un mix perfetto fra modernità e tradizione. Il direttore creativo della maison francese ha presentato ben 95 proposte, disponibili a partire da novembre, che non lasciano spazio alla classicità ispirandosi al mondo colorato dei cartoon giapponesi. Le modelle, quasi tutte truccate secondo il minnie style, hanno fatto rivivere in passerella la magia dei tessuti popolari coreani e dell’artigiano locale mettendo in risalto al tempo stesso tessuti iper tecnologici, moderni e funzionali. La K-Pop collection di Lagerfeld, come ha dichiarato lui stesso è stata: “l’esplorazione di un universo estetico proiettato al futuro” e tutto questo è stato infatti sottolineato sia dai materiali selezionati che dalle tonalità presentate come l’avorio, il verde menta, il blu cielo e un insieme multicolor riproposto su una serie di abiti dalle lunghezze midi e maxi. A completare la collezione gli intramontabili completi in tweed, abiti di chemisier, gonne e giacche a trapezio e pantaloni dalla linea dritta e confortevole. Gli accessori scelti da Lagerfeld, infine, sono un tocco di gusto che regala quel bon ton in più grazie a spille lavorate, perle e catene.

Collezioni Cruise 2016 Chanel Seoul
Collezione Cruise Chanel 2016 © Instagram

Solamente due giorni più tardi, il 6 maggio, è stato il turno di Nicolas Ghesquière che come location per la nuova collezione Cruise 2016 di Louis Vuitton ha scelto una delle panoramiche più belle ed emozionanti di Palm Springs. Affascinante e suggestiva, la Bob and Dolores Hope Estate si è dimostrata fin da subito perfetta per accogliere una capsule collection pronta a stupire soprattutto data l’ispirazione principale che ha mosso il genio creativo del fashion designer a capo della maison francese. Ghesquière ha infatti dichiarato che il fil rouge di tutta la linea è stata la contrapposizione, o meglio il paradosso come dice lui stesso, tra le linee rigide e brutali caratteristiche dell’architettura e l’eleganza raffinata degli interni. “L’idea di mixare una certa rigidezza alla dolcezza delle forme” è stato un richiamo praticamente irresistibile per il direttore creativo di Louis Vuitton.
Durante la sfilata a Palm Springs ha dominato incontrastata una palette cromatica fatta di nuance tenui e delicate come il bianco, il blue navy, l’oliva e l’arancione. La pelle, come materiale, è stata reinterpretata in più forme dagli accessori come le cinture alla vita, borse da giorno e scarpe sportive fino agli abiti leggeri e impalpabili. Come unico contrasto l’effetto coco dal finish lucido per garantire un aspetto contemporaneo e ribelle alla donna Louis Vuitton. Dagli abiti agli ensemble la parola chiave è morbidezza. Che si ritrovi negli ampi abiti lunghi o nei top con inserti cut out passando infine per le maxi gonne e i capispalla la silhouette femminile è rispettata nella sua raffinatezza e magnificenza.

Collezioni Cruise 2016 Louis Vuitton Palm Springs
Collezione Cruise Louis Vuitton 2016 © Ph. Alessandro Garofalo / Indigitalimages.com

Acquafredda, in arrivo a Seregno un nuovo store monomarca

Originalità, carattere e fantasia. Queste e molte altre le caratteristiche che identificano il brand Acquafredda, una realtà del Made in Italy che punta sui giovani e su uno stile sportivo ma allo stesso tempo casual. I grandi obiettivi del marchio, nato nel 1998 da un’idea e dal coraggio di Franco Pierucci, sono cambiati con il passare degli anni puntando prima su capi tecnici di caccia e pesca, realizzati al tempo per marchi come Beretta o Sensas, ad oggi in cui vengono proposti total look sia per uomo che per donna pratici ed informali.
Sabato 9 maggio 2015 Acquafredda inaugurerà un nuovo punto vendita a Seregno, Milano, in Corso del Popolo 106 dove, dalle 15 alle 19, sarà possibile usufruire dei consigli di stile de “I Murr”, lifestyler e consulenti di moda specializzati nel loro campo da ben 23 anni.

Acquafredda Nuovo Store Seregno Milano I Murr
Courtesy of Press Office
Acquafredda Nuovo Store Seregno Milano I Murr
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È un passo importante quello del brand che, in questo modo, cerca di spingere su una realtà più che mai in crescita. Lo confermano i diversi store, gestiti dalla stessa Pierucci&Company, e distribuiti sul territorio nazionale da Brescia a Como passando per Mantova fino a Mondovì (Cuneo). Senza dimenticare che per il futuro Acquafredda ha già annunciato che la prossima tappa sarà Genova, ma non è finita qui. È, infatti, lo stesso imprenditore massese Franco Pierucci ad esporsi avendo affermato che l’azienda: “conta di crescere ancora, sia attraverso l’apertura di nuovi Acquafredda Store per raggiungere l’obiettivo di arrivare a 20 Store diretti entro la primavera 2016” – e ancora – “Sia sviluppando la distribuzione del marchio AF, con una rete vendita diretta sia in Italia che nei mercati esteri dando inizio alla operazione franchising ad inizio 2016”.

Acquafredda Nuovo Store Seregno Milano I Murr
Courtesy of Press Office
Acquafredda Nuovo Store Seregno Milano I Murr
Courtesy of Press Office

Ad ispirare la mission del brand la vicinanza con il mare e la volontà, per questo, di creare dei prodotti che rispecchiassero il più possibile un taglio semplice e lineare prendendo come ulteriore riferimento lo stile dei college studenteschi, giovane e dinamico. “Vivere con stile e semplicità una tradizione tutta italiana”, Acquafredda lo sa bene perché, ad oggi, ogni cliente riesce a percepire la passione di questo marchio tutto italiano che racchiude in sé, con grande equilibrio ed armonia, i valori di una moda che non passa mai imponendosi sulle altre come uno stile di vita vero.

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