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“Fashion in Orbit”, così la moda arriva nello spazio

Come l’universo è infinito anche le possibilità della moda di stupirci sono immense. E questa volta la dea delle apparenze si spinge proprio oltre i confini del tempo e dello spazio e arriva in orbita. Fra corpi celesti su maglie, abiti e soprabiti il soggiorno nello spazio diventerà un’odissea glamour che sembra aver conquistato anche le star come Samantha Cristoforetti, la nostra testimonial intergalattica.

Courtesy of Press Office Polidesign Milano
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Tutto è cominciato con il progetto Couture in Orbit quando l’Agenzia Spaziale Europea ESA ha coinvolto cinque scuole di moda e design scelte nei paesi di origine degli astronauti ESA, che dal 2014 in poi hanno soggiornato a bordo della Stazione Spaziale come la stessa Cristoforetti. L’Italia è stata rappresentata dal Politecnico di Milano, che ha un’offerta formativa specifica nell’ambito del fashion design con particolare riferimento alle caratteristiche dei materiali, alle tecniche sartoriali nonché ai processi di lavorazione.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
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Le altre scuole coinvolte sono state la Fashion Design Akademiet di Copenaghen, la Revensbourne di Londra e l’Ecole supérieure des arts et techniques de la mode per la Francia e la Germania. Il progetto prevedeva di realizzare una collezione di abiti che integrasse tecnologie spaziali e materiali innovativi. Una sfida pienamente accolta dagli istituti e sopratutto dal Poli.design di Milano. Gli aspiranti couturier hanno lavorato facendo riferimento ai temi forniti che l’ESA ha assegnato ad ogni scuola, tratti dalle strategie dell’agenzia nei settori della sostenibilità, della tutela del clima e del riutilizzo. Tecnologia, ambiente, innovazione, salute e sport sono i punti cardine ispiratori per i giovani designer che si trovano ad esplorare e sperimentare l’interazione tra moda e tecnologia.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
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Dai sensori incorporati alle unità per il calore, fino ai tessuti super assorbenti. Gli abiti tecnici del futuro strizzano l’occhio alla funzionalità risultando allo stesso tempo accattivanti dal punto di vista estetico e pratico. Anticipare i bisogni dell’era spaziale che verrà nel campo dell’abbigliamento. Questa la sfida che hanno portato a termine gli studenti con grande successo ed oltre a rispondere ai requisiti specifici collegati a ciascun tema, tutti i modelli disegnati dai giovani stilisti dovranno essere allo stesso tempo adatti ad un utilizzo quotidiano.

Gli ottimi esiti del progetto, i cui risultati sono stati presentati a Londra al Museo della Scienza con una passerella space-à-porter lo scorso maggio, hanno suscitato un particolare interesse tra gli addetti ai lavori del comparto moda internazionale. A fronte del forte successo del progetto il Politecnico di Milano lancia la prima edizione del Corso di Alta Formazione Fashion in Orbit. Moda, tecnologia, ispirazione spaziale che avrà inizio il 30 gennaio prossimo e terminerà il 17 febbraio 2017, proseguendo con l’esperienza insieme ad ESA e aprendo così la partecipazione a professionisti e aziende che operano nel fashion system.

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Courtesy of press Office Polidesign Milano

Materiali innovativi ed estro creativo, con lo sguardo proiettato verso l’immensità dello spazio e le tecnologie che da esso derivano. Sono questi gli ingredienti alla base del progetto Couture in Orbit. Se è vero che l’Astro mania con le sue innovazioni spaziali avranno nel prossimo futuro una sempre più forte influenza su trend di consumo e comportamenti, al fashion designer spetta di capire come diventare protagonista attivo e più consapevole di questo processo per arrivare alla creazione di prodotti e modelli di business innovativi che comprenderanno smart textile, wearable ma anche tecnologie per l’ambiente e politiche di sostenibilità per la moda.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
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Il corso, con durata di 3 settimane, è suddiviso in due moduli, il primo teorico con seminari e project work per sviluppare il concept della capsule collection ne affianca un secondo pratico presso il laboratorio sartoriale del Politecnico, che permetterà di realizzare la collezione caratterizzata da un alto livello di technology wearable, di presentarla attraverso un portfolio professionale e di fotografarla negli spazi del Lab.

La collezione seguirà un preciso fil rouge che prende ispirazione dalla tecnologia spaziale tra quelle presentate e i partecipanti lavoreranno sia in aula che in laboratorio con materiali tessili innovativi riproducendo le dinamiche reali di un’azienda di moda, dall’immagine complessiva del prodotto alla comunicazione.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
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Il corso permetterà dunque non solo di approfondire competenze sulle innovazioni tecnologiche e capacità progettuali avanzate, ma offrirà anche l’opportunità unica di costruire relazioni trasversali con esperti appartenenti al settore tecnologicamente più avanzato al mondo e di esplorare come la ricerca condotta nello spazio possa ispirare la moda e creare nuove opportunità di crescita sociale e business.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
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I risultati saranno esposti in una speciale mostra dedicata a Fashion in Orbit nella sede dell’Agenzia Spziale Europea all’European Space Researchand Technology Centre a Noordwijk e durante eventi e fiere di tessile innovativo e abbigliamento supportate da TexClubTec (Associazione Tessili Tecnici Innovativi – partner del progetto insieme a Colmar) in Europa.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
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L’iniziativa promuove lo scambio di ispirazione tra due settori all’apparenza molto distanti, spazio e fashion, che hanno saputo tuttavia influenzarsi reciprocamente, come dimostra ad esempio il caso di innovazioni dell’ESA utilizzate nel campo della biancheria intima termica dal produttore Björn Borg o della dermotuta fatta su misura per l’ESA dal produttore di indumenti per motoveicoli Dainese, con l’obiettivo di alleviare i problemi di schiena degli astronauti. Nessun limite alla creatività dunque per modelli che sono eleganti, stravaganti, semplici o essenziali ma sopratutto con la “stoffa” per delineare una nuova generazione di capi d’abbigliamento.

Quattromani, un amore sulla via della paglia

Collage uscite

Ci sono amori che non finiscono mai, come quello di due amanti ostacolati dai propri familiari. 

La collezione Primavera Estate 2017 del brand Quattromani, il duo composto da Massimo Noli e Nicola Frau, presentata durante l’edizione di luglio 2016 di AltaRoma AltaModa, celebra l’amore passionale, quello travolgente e sentito ma allo stesso tempo doloroso. Una storia d’amore e passione che ha origine dalla loro terra, la Sardegna, il luogo natio dal quale traggono l’ispirazione.

Un campo di grano, il rosso dei papaveri e i toni scuri della notte. Il vento fresco, una strada poco battuta e due giovani amanti. Tra appuntamenti clandestini e ostacoli familiari si insinua la collezione PE 2017 del duo. Una collezione fresca e colorata che evoca la via della paglia, Sa bia de sa palla”, ovvero la strada tra le case di due innamorati. Strada percorsa ripetutamente al crepuscolo dai due amanti per incontrarsi lontano dagli sguardi indiscreti e che veniva disfatta durante il giorno dai familiari della ragazza per dissimulare eventuali legami inappropriati. Ma Sa bia de sa palla, in sardo, è anche il nome della Via Lattea, testimone della strada percorsa dagli amanti e del legame onirico tra il loro amore e l’infinita vastità del cielo stellato.

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Ed è sulla scia della brezza estiva e dei sensuali profumi che prendono vita gli abiti di Quattromani. Long dress e cocktail dress in crêpe de chine e crêpe cady stretti in vita da sottili fiocchetti in organza. Leggeri e delicati gli intrecci dal sapore demi-couture per top in maglia e lurex e per le jumpsuite in popeline di cotone. Impalpabili e vaporose le camicie e le pencil skirt in tulle e organza barrè. Tra organza, cotone e tulle, il focus è anche sugli accessori: mini e maxi bauletto, secchiello e mini clutch nelle tonalità del giallo, rosso, rosa azzurro e nudo con lavorazioni a contrasto e intarsi in pelle e ecopelle fanno da accompagnamento ai capi. L’estate sarda viene omaggiata anche dalla palette cromatica. Dalle infinite sfumature di blu dei panorami notturni, all’arancio dei coralli, al biondo delle spighe di grano fino al rosso dei papaveri.

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Una tensione estetica vibrante che condensa nella tradizione del racconto, una personale e neo-artigianale visione stilistica. Uno stile contemporaneo, lineare e minimalista, concentrato sui dettagli sartoriali e sulla silhouette della donna, dove il colore gioca un ruolo fondamentale e l’accessorio non è solo parte decorativa ma una parte funzionale e strutturale del capo stesso.1

Novant’anni di moda. Fendi sfila sull’acqua di Fontana di Trevi

Una fiaba che dura da 90 anni quella di Fendi. Una poesia che la maison ha decantato scegliendo Roma, la sua città natale per celebrare il novantesimo anniversario dell’azienda. La collezione A/I dell’Haute Fourrure “Legends of Fairy Tales” ha sfilato lo scorso 7 Luglio sulle acque della Fontana di Trevi tornata al suo antico splendore grazie al supporto di Fendi che ne ha finanziato il restauro.

Una sfilata a Roma presso la Fontana di Trevi è il modo migliore per celebrare i 90 anni di Fendi, un’occasione unica per esprimere le nostre radici, l’audace creatività e la più elevata artigianalità che da sempre ci contraddistinguonoha dichiarato Pietro Beccari, Presidente e Amministratore delegato di Fendi. –  La Fontana di Trevi è un luogo magico, che rappresenta perfettamente i valori di Fendi, la sua tradizione e la sua storia, con uno sguardo rivolto sempre al futuro.

Fendi Official Instagram
Fendi Official Instagram
collezione A/I 2016

Le modelle hanno sfilato su una passerella trasparente di plexiglass dando l’impressione di camminare sull’acqua. Figure eteree ispirate alle fiabe nordiche in perfetta sintonia con la scenografia naturale della location. Gli abiti presentati vedono una rivisitazione della pelliccia, da sempre il core-buisiness della griffe, ora come ricamo sui lunghi abiti di organza, ora come mosaico sui cappotti. Ricami preziosi, motivi floreali, pizzi, inserti e margherite in visone, la collezione è un tripudio di dettagli. Si susseguono in passerella giochi di luci e colori che immergono gli invitati in una dimensione di incanto e magia.

Fendi Official Facebook -Kendall Jenner
Fendi Official Facebook -Kendall Jenner

Sembra quasi di vivere all’interno di un sogno, di una favola. La Fontana di Trevi è per tutti noi una leggenda. E il nostro défilé una visione onirica” spiega Silvia Venturini Fendi, direttore artistico delle linee Uomo, Bambino e Accessori. Le creazioni disegnate dal genio creativo Karl Lagerfeld sono la testimonianza di una libertà artistica e un’artigianalità sempre dosate, di una costante passione per la qualità dei materiali e di una sperimentazione continua.

200 invitati hanno potuto festeggiare il compleanno dell’azienda fondata da Adele Casagrande ed Edoardo Fendi, 90 anni di successi straordinari che ebbero inizio nella storica boutique in via del Plebiscito. La storia di Fendi parla di lusso, arte e ricerca creativa. Nel corso degli anni la maison romana ha travalicato i confini nazionali stringendo numerose collaborazioni che hanno portato l’azienda a dar vita a collezioni uniche.

Nel parterre degli ospiti, tra gli altri, ci sono il ministro dei beni culturali e turismo Dario Franceschini, le attrici Kate Hudson e Ornella Muti, Luca Cordero di Montezemolo, Bernard e Alexander Arnault, vertici del Gruppo LVHM, di cui Fendi è entrata a far parte nel 2001, il CEO di Fendi Pietro Beccari, e tre delle cinque sorelle Fendi, Carla, Anna e Alda.

Dopo la sfilata, una cena per 600 invitati sulla Terrazza del Pincio a Villa Borghese accompagnata dalla musica di Giorgio Moroder.

Fendi Official Facebook-Terrazza del Pincio
Fendi Official Facebook-Terrazza del Pincio

Per celebrare l’anniversario inoltre sono stati presentati un libro fotografico “East of the sun and West of the Moon” e una mostra “The Artisans of Dreams” a Palazzo della Civiltà Italiana, aperta al pubblico dal 9 Luglio al 29 Ottobre.

Cangiari e ActionAid, una sfilata per “cambiare” la moda

 

Lo scorso 10 dicembre Cangiari, primo marchio etico di fascia alta della moda italiana, ha portato in passerella le sue creazioni più rappresentative e il proprio stile, per sostenere ActionAid, organizzazione internazionale impegnata contro fame, povertà ed esclusione sociale, con particolare attenzione ad alcuni territori del Sud Italia.

Una passerella di capi dal sapore autentico, stilisticamente eleganti e dalla portabilità conclamata. Un’Alta Moda di capi morbidi, impreziositi da inserti multicolore e rifiniti a mano in ogni dettaglio. Vengono presentati i capi dell’ultima collezione P/E 2016 ma la cifra stilista del brand asseconda anche differenti stagioni in quella che diventa, più che una sfilata, una mostra di esposizione delle capacità sartoriali che il gruppo Cooperativo GOEL ha saputo creare, guadagnandosi un posto in prima fila nel panorama dell’alta sartoria italiana.

 

Sfilata Cangiari al Nazionale Spazio Eventi lo scorso Dicembre
Sfilata Cangiari al Nazionale Spazio Eventi lo scorso Dicembre

La direzione artistica dell’evento, avvenuto presso il Nazionale Spazio Eventi di Roma, è stata affidata all’esperienza di Antonio Falanga e tra gli ospiti sono spiccati i nomi di Marina Spadafora, vincitrice del premio ONU Women Together Award 2015 per l’impegno nella moda etica e sostenibile e Andrew Morgan, autore di The True Cost, film documentario sui fatti del Rana Plaza dell’aprile 2013, uno dei più gravi disastri nella storia dell’industria tessile. Un racconto che si interroga sui costi umani, sociali e ambientali che possono nascondersi dietro la creazione di un abito. L’idea della sfilata dei capi del marchio è nata, infatti, anche dalla collaborazione tra ActionAid e il Gruppo GOEL – Cangiari, con l’intento di dare vita a una contaminazione tra mondi e realtà diverse, che possono comunicare e integrarsi perché uniti da valori e principi condivisi: etica, sostenibilità e innovazione imprenditoriale capace di produrre bene comune e sviluppo attraverso l’emancipazione sociale e lavorativa.

Marina Spadafora all'evento Cangiari
Marina Spadafora all’evento Cangiari
Andrew Morgan all'evento Cangiari
Andrew Morgan all’evento Cangiari
Credits: Cangiari facebook page
Credits: Cangiari Facebook page

Cangiari, in dialetto calabrese Cambiare, è un marchio nato nel 2009 nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, terra assillata da fenomeni di illegalità. Lo sviluppo del brand è stato possibile grazie al gruppo Cooperativo GOEL, realtà unica nel panorama italiano che vuole offrire una soluzione concreta a molti problemi locali realizzando nuove realtà imprenditoriali come questa nel campo della moda.

La produzione del marchio Cangiari si distingue per alcune caratteristiche inconfondibili. L’artigianalità: i capi sono, infatti, rifiniti sartorialmente con dei tessuti esclusivi realizzati a telaio a mano, onorando la preziosa tradizione della tessitura calabrese ed, inoltre, grazie al controllo diretto di tutta la filiera di produzione, i capi possono essere altamente personalizzati. La sostenibilità ambientale: i prodotti sono realizzati con filati, tessuti e colorazioni biologici, nel massimo rispetto dell’ambiente e per il benessere di chi li indossa. L’etica: la filiera di produzione è completamente made in Italy, formata da cooperative sociali che inseriscono al lavoro persone svantaggiate e lottano per il riscatto economico della propria terra. Nuovi stili di vita: i capi vogliono dare un messaggio di cambiamento a chi li acquista. Proprio quello che il nome del brand ha intenzione di fare: cambiare. Cambiare la moda, cambiare il territorio, un passo alla volta, un abito alla volta.

Credits: Cangiari Facebook page
Credits: Cangiari Facebook page

Presenti alla serata erano anche Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel e Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid italia che ha spiegato: “Con Cangiari condividiamo l’idea di cambiamento, che per entrambi significa cambiare le comunità locali per trasformare la società dal di dentro. Crediamo sia importante confrontarci con il settore privato e quindi anche con l’industria della moda, una delle più rappresentative per l’Italia, perché l’impresa può e deve essere etica e sostenibile

https://www.youtube.com/watch?v=IEvqZLeARFs

Alta Moda. L’Haute Couture di Valentino torna a Roma

Mirabilia Romae, è il nome del più grande evento di Valentino che quest’anno ha deciso di presentare in Italia la sua nuova collezione Haute Couture Autunno Inverno 2015 . Un evento memorabile nato per celebrare il forte legame tra la maison e la città eterna, tenutosi lo scorso 9 luglio a Roma in piazza Mignanelli, sede storica degli Atelier Alta Moda della casa.

Uno spettacolo questo, che lungi dall’essere una semplice sfilata ha preso la forma di un’esclusiva installazione curata dall’artista Pietro Ruffo che ha reinterpretato la celebre cornice di piazza Mignanelli. Oltre al fashion show anche una Mostra Diffusa, ideata dai direttori creativi della casa di moda dal 2008,  Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli insieme allo storico d’arte Filippo Cosmelli. “Abbiamo voluto raccontare dalla nostra personale prospettiva le meraviglie della città – commentano i due direttori creativi – che tutti i giorni ci ispira. Amiamo la sua bellezza, i suoi contrasti, le sue sfaccettature, la sua capacità di trasformarsi nel tempo e proiettarsi al futuro”. 

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Piazza Mignanelli

Sull’installazione di legno, come se fosse una passeggiata archeologica intorno alla Colonna dell’Immacolata, tra gli spilli e i pini immaginari dell’artista Ruffo, ha preso vita il defilé e posto 715 persone arrivate da ogni parte del mondo, da personaggi noti come Gwynet Paltrow a Tilda Swinton, da Michelle Rodriguez a Mika. Dai tanti volti del cinema italiano tra cui Luisa Ranieri,Isabella Ferrari, Luca Zingaretti e Pier Francesco Favino agli sceicchi Hind Bint Hamad al Thani figlia della proprietaria del brand, la sceicca Mozah, che da alcuni anni è passato al Fondo Sovrano del Qatar. Tanti i motivi che hanno portato a realizzare un avvenimento del genere. Innanzitutto una nuova e monumentale boutique in Piazza di Spagna, tre piani per 1500 metri quadrati, il premio come migliori stilisti dell’anno, numeri da business che si attestano su una crescita molto importante e costante e sopratutto il grande desiderio di celebrare Roma e una certa italianità che solo il duo Chiuri- Piccioli poteva portare avanti con un certo charme.

Per mostrare al meglio tutto il loro lavoro la maison ha aperto una decina di luoghi segreti e d’incanto di Roma facendoli dialogare con alcuni abiti haute couture prodotti negli ultimi anni. Un vero e proprio viaggio nella memoria estetica e culturale della città, un tour all’interno della Grande Bellezza italiana che si occupa di riportare alla luce le meraviglie dell’industria, del pensiero, dell’artigianato e sopratutto dell’ingegno umano.

“Nel corso della nostra direzione abbiamo sempre inteso la romanità e la couture come cultura quali basi di ogni nostro lavoro – raccontano i due direttori creativi. Oggi vorremmo raccontarlo non solo con gli abiti ma anche coi luoghi e con la bellezza che ci hanno forgiato e in mezzo a cui viviamo, spesso inconsapevolmente. Roma è fonte d’ispirazione per il nostro lavoro – continuano Chiuri e Piccioli – e essere qui vivere qui, fa la differenza. Vorremmo farlo vedere, farlo capire per cogliere al meglio quelle tante facce che convivono insieme. Di base questo lavoro ci dà una grande occasione di riflettere su quello che facciamo qui e perché lo facciamo”.

Il duo non poteva spiegarsi meglio con queste parole e come narratori di una fiaba per bambini della Grande Storia Italiana fanno sfilare cappe nere con archi e architetture del Pantheon o del Palazzo della Civiltà, magicamente riportate con incastri di velluti e duchesse di seta, così come il pizzo che simula armature o gli intarsi policromi che ricordano i pavimenti barocchi.

Sono tutti racconti questi, come le favolose ninne nanne raccontate al viziato pubblico esigente della couture internazionale. Un modo questo per celebrare Valentino per Roma, fonte inesauribile d’ispirazione per la grande griffe. Ad essere presente nel nuovo flagship store della maison la capsule collection di questo memorabile evento.

 

 

 

 

 

 

 

Giochi di ruoli chez Paola Frani

Atmosfere anni ’20 e indole garçonne. Silhoutte ipersofisticata, giocata tra  rigore maschile e trasparenze iper femminili.

Il fascino dell’ambiguo è la chiave di lettura della collezione autunno/inverno 2012-2013 di Paola Frani. Una maschietta sensuale che sfoggia bretelle gioiello a ricamo jais.

Pantaloni a vita alta e impalpabili bluse, top con scollo a tuffo che fanno capolino da giacche sartoriali, smoking e pizzi.

Forti dualismi e contrapposizioni non solo nelle forme ma anche nella palette cromatica scelta dalla stilista; un ventaglio di colori che spazia dal rosso sangria al blu copiativo, al cipria che esalta l’effetto nude delle georgette glitter al tocco di gold delle cinture e dei profili in pelle sui tagli anatomici dell’abito in diagonale nero.

Fur desire è il leitmotiv della sfilata perché la donna Paola Frani ha un’eleganza non ostentata ma si concede il lusso della pelliccia.

Scarpe Mary Jane bicolor, cappelli in feltro e colletti in visone spruzzati in oro completano il tutto.

La donna del 2013 prende spunto  con ironia dal guardaroba maschile e si accende di una nuova sensualità.

 

Al termine della sfilata ho avuto modo di scambiare qualche considerazione sulla nuova collazione ma anche sulla moda e sullo stile  con la stilista

  • Cara Paola, da dove nasce la tua passione per la moda e come sei riuscita a trasformare questo amore in un business di successo?

La passione per la moda è innata. Fin da piccola, sfogliando i libri di favole,rimasi folgorata dai favolosi abiti di Sherazade e  delle principesse. Crescendo ho veicolato subito i miei interessi in direzione della moda,diventando velocemente una giovane imprenditrice di me stessa.

  • Qual’è la tua idea di eleganza e quali sono i cinque capi assolutamente indispensabili nel guardaroba di ogni donna?

Eleganza per me significa gusto minimale, pulito e femminile pur sempre con un tocco eccentrico come una scarpa colorata, un macro bijou o una stampa grafico-pittorica.                                                                                                                               I cinque capi indispensabili per me sono:

  1. un bell’abito
  2. un trench o  un caban
  3. un pantalone confort con un bel fit
  4. una blousetta femminile
  5. un pullover leggero e cascante
  • Cosa si prova a vedere un proprio bozzetto diventare un abito che sfila in passerella?
E’ l’esaltazione e la massima espressione del processo creativo.
  • Sulle passerelle dei diversi stilisti si vedono spesso elementi simili.Come nascono i trend di stagione?
I trend di stagione sono continuamente in divenire ed evolvono, stagione dopo stagione, in maniera leggibile e decodificabile da noi “addetti ai lavori”

 

 

 

Il voyeurismo perturbante di Luigi Borbone

Helmut Newton e Sigmund Freud. Luigi Borbone presenta a Palazzo Ferrajoli la sua nuova collezione, fusione tra voyerismo e pertubante. L’intera collezione gioca sul fascino del doppio, dell‘ambiguità femminile. Tweed, velluti, broccati esaltano l’eleganza. Occhi rossi, guanti a mezze mani, lane bouclè comunicano passione.

il voyerismo perturbante di Luigi Borbone


Femmina dominatrice, femmina fatale. Luigi Borbone titilla l’immaginario collettivo attraverso alamari, scuri cromatismi e linee rigide di stampo militare. Le modelle  conservano tutta la forza e la padronanza di sè, ma è palpabile  la loro disponibilità ad ogni fantasia erotica. I militarismi si trasformano in feticismi, le corazze cedono il posto a collant semitrasparenti. Le modelle diventano simboli dall’irresistibile voglia di farsi guardare.

Il tempo appare sopseso.  Le stanze di Palazzo Ferrajoli richiamano i luoghi delle fantasie irrealizzabili, il lusso e la richezza di Helmut Newton. Il doppio s’inverte. Gli abiti diventano gialli, verdi, lunghi. Le pellicce sfilano su sonorità maliziose. Il risultato rimane intatto.

Luigi Borbone porta in passerella una moda scevra delle polemiche che caratterizzano l’ambiente capitolino. Sartoriali e provocanti, le sue creazioni rappresentano quella creatività sinergica e giovanile che spesso viene oscurata in nome della tradizione; quella stessa creatività giovanile che si respira anche all’interno del suo staff, a partire da Romina Toscano (Art Director), Olivier Di Gianni (Press Office) ed Antonio Ciaramella (Make up Artist), tutti giovani e talentuosi pieni di voglia di farla in barba al sistema.

Clicca qui per vedere le foto della sfilata di Luigi Borbone.

il voyerismo perturbante di Luigi Borbone


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