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“Urban Roots”, da Sten Lex a Shepard Fairey l’arte urbana invade Roma

Wunderkammern svela giovedì 16 marzo, alle ore 18.30 nella sede romana di via Giulia, la mostra dal titolo “Urban Roots che vedrà protagonisti alcuni degli artisti che hanno contribuito alla realizzazione delle opere d’arte urbana più significative degli ultimi anni.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

L’esposizione sarà un percorso emotivo che introduce il visitatore ad alcuni dei nomi più importanti del panorama nazionale ed internazionale di questo movimento: Blek Le Rat, D*Face, JonOne, Shepard Fairey, 2501, Sten Lex e Tellas.

Dalle opere esposte emergeranno i diversi linguaggi artistici e le sperimentazioni stilistiche personali e innovative dei singoli artisti, che troveranno il loro punto di incontro in un unico contesto – quello urbano – e nella comune esigenza di innovare. Ed è proprio in questa esigenza di relazionarsi, ciascuno a suo modo, con lo spazio urbano che gli Street Artists hanno piantato le loro radici, già germogliate o che germoglieranno: “Urban Roots” partirà da queste radici e costruirà per il visitatore un cammino esplorativo del tutto originale. La mostra raccoglierà opere inedite al pubblico romano, alcune delle quali realizzate appositamente per l’evento.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

In allestimento ci saranno: i celebri topi di Blek Le Rat, da cui l’artista prende il nome “rat” che è anche anagramma di “art”; le rappresentazioni della società odierna in chiave provocatoria e super pop di D*Face; le esplosioni cromatiche di JonOne in grado di far vibrare di emozione gli spettatori; le inconfondibili opere di Shepard Fairey anche in formato orizzontale, nelle quali è sempre presente un forte messaggio politico. E ancora opere di 2501 appartenenti al progetto “Animated Landscape” che unisce Land Art, documentazione filmica e interazione con il tessuto urbano; le opere “colorate” di Sten Lex, una rarità nella produzione del noto duo italiano, caratterizzato dallo “stencil poster”, tecnica incisoria contemporanea di loro invenzione; ed infine la visione personale e intima degli elementi del paesaggio naturale elaborata da Tellas.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

Gli artisti in mostra

Blek le Rat (Xavier Prou, Parigi, 1951) è uno dei pionieri della Street Art internazionale ed è considerato il padre della Stencil Art e punto di riferimento per tutti gli street artists successivi, Banksy compreso. Blek Le Rat rivoluziona la tecnica dello stencil ideando l’iconica rappresentazione del ratto. Ratto come la parola “Rat” contenuta nel suo pseudonimo: secondo l’artista questo è l’unico animale capace di sopravvivere all’apocalisse, un simbolo di libertà.

D*Face (Dean Stockton, Londra, 1978) è uno dei più prolifici e popolari street artists contemporanei. È cresciuto nella capitale britannica, ma gli Stati Uniti, il sogno americano, lo skateboard, l’hip hop, il punk e la musica rock sono sempre stati presenti nel suo pensiero. Il suo stile distintivo è riconoscibile grazie all’uso di immagini pop influenzate dal lavoro di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, dalla campagna “André the Giant has a Posse” disegnata da Shepard Fairey nel 1989, dal linguaggio della pubblicità e dall’universo dei fumetti e dei cartoni animati. Da qui prendono vita i suoi personaggi disfunzionali, accompagnati da un pensiero o da un’affermazione che mette in discussione la nostra società sempre alla ricerca della fama e dell’eccessivo materialismo. Attraverso la sua critica del consumismo, invita il pubblico a riflettere su quello che i media ci costringono a vedere.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

JonOne (John Andrew Perello, New York, USA, 1963) è uno degli artisti contemporanei più riconosciuti oggi in Francia e una figura chiave nel mondo dei graffiti. Comincia a taggare sui muri di Harlem negli anni ‘80, per poi trasferirsi a Parigi, dove porta il suo linguaggio nelle strade della capitale francese. Lo stile unico che definisce il lavoro di JonOne, tra i Graffiti e l’Espressionismo Astratto, deriva dalla combinazione di tre elementi fondamentali: la calligrafia, il colore e la materia pittorica, che insieme inondano di energia l’intera superficie dell’opera, grazie all’intersecazione continua delle linee e all’estrema brillantezza dei colori impiegati.

Shepard Fairey (Obey) (Shepard Fairey, Charleston, Nord Carolina, 1970) si fa conoscere nella scena artistica all’inizio degli anni Novanta con il nome OBEY GIANT. Nel 1989 idea la campagna di sticker “André the Giant has a posse” con cui tappezza le strade di Providence di adesivi che ritraggono il volto del wrestler francese André the Giant. Da qui prende avvio il suo percorso artistico, che resterà sempre legato alla cultura hip hop e punk rock. Elaborando il design di adesivi, poster e matrici, Shepard sceglie di utilizzare una palette di colori minimalista, immediata ed efficace; con il suo linguaggio artistico vuole creare delle immagini comprensibili a tutti. Obey ha fatto della sua arte un vero manifesto politico e sociale.

2501 (Jacopo Ceccarelli, Milano, 1981) inizia a taggare i treni all’età di 14 anni con il nome di “Never”. Si trasferisce a San Paolo, in Brasile, dove matura il suo stile artistico e sviluppa la sua tecnica; decide quindi di cambiare il suo nome in 2501, la sua data di nascita, per ricordare a se stesso questa rinascita artistica. La sua produzione, tra astratto e figurativo, si ispira alla natura e passa ora dai video ai dipinti, dagli elementi organici alle sculture. Ciò che conta per l’artista è il concetto e per esprimerlo si concentra sulla cosiddetta “gestualità”, il movimento della sua mano sulla superficie.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

Sten Lex, Sten (Roma, 1982) e Lex (Taranto, 1982) sono un duo di urban artists italiani che hanno reso celebre e inconfondibile la loro arte con la tecnica da loro stessi ideata: lo Stencil Poster. Nel loro processo artistico applicano gli stencil e strisce di carta sulla superficie dell’edificio, che poi rimuovono sia manualmente che attraverso gli agenti atmosferici, lasciando così emergere l’immagine e allo stesso tempo esponendo alcune parti dell’edificio. Nelle loro opere portano in scena sia immagini astratte, che si inseriscono armonicamente nel territorio, sia volti di persone, anonime e casuali, che diventano protagoniste della strada. Utilizzando principalmente scale di grigi e bianco e nero, i loro interventi sono influenzati da Op Art e fotografia.

Tellas (Fabio Schirru, Cagliari, Italia, 1985) nella sua arte trasforma le città in giardini urbani, creando dei modelli organici e vegetali, ispirati ai paesaggi aspri della Sardegna. L’artista riflette sia sui cambiamenti climatici che sulla cementificazione massiccia che ha portato le città a divorare sempre di più il paesaggio circostante. Le sue opere, invece, si inseriscono in modo armonico nello spazio cittadino creando un’estetica non-urbana ed astratta.

Photo credits Courtesy of Shepard Fairey & Press Office

 

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