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Venezia rivive la Berna del ’69 grazie alla Fondazione Prada.

A cura di Germano Celant in dialogo con Thomas Demand e Rem Koolhaas la mostra When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013 rappresenta l’ultima innovativa esposizione concepita dalla Fondazione Prada. La mostra aperta fino al 3 novembre a Ca’ Corner della Regina a Venezia ricostruisce, in un sorprendente rifacimento, “Live in Your Head. When Attitudes Become Form”, una mostra curata da Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna nel 1969 e passata alla storia per l’approccio radicale del curatore alla pratica espositiva, concepita come medium linguistico.

Con uno sforzo notevole per conservare la complessa identità, la mostra si innesta – nella sua totalità di muri, pavimenti e relative installazioni – nella storica struttura architettonica e negli ambienti di Ca’ Corner della Regina, arrivando a inserire in scala 1:1 le stanze moderne della Kunsthalle, delimitate da superfici parietali bianche, negli antichi saloni affrescati del settecentesco palazzo veneziano.

In un gioco di connessioni nuove e inaspettate si genera una sovrapposizione tra le opere e lo spazio.  Così come la Kunsthalle fu occupata da una giovane generazione di artisti rivoluzionari nel 1969, con lo stesso spirito gli ambienti riccamente decorati di Ca’ Corner della Regina sono a loro volta invasi dalle sale novecentesche della Kunsthalle.

Alighiero Boetti con Io che prendo il sole a Torino il 19 gennaio 1969, “When Attitudes Become Form” Kunsthalle Bern, 1969 Photo: Shunk Kender  © Roy Lichtenstein Foundation
Alighiero Boetti con Io che prendo il sole a Torino il 19 gennaio 1969, Shunk Kender© Roy Lichtenstein Foundation

L’intento della Fondazione Prada è stato quello di ridare vita al processo espositivo con cui “When Attitudes Become Form” venne realizzata, così da superare la mediazione dei documenti fotografici e filmici, e poterlo esperire e analizzare “dal vero”, esattamente come era, seppur trasportato dall’ieri all’oggi.

Nel percorso espositivo vengono riproposte con nuova energia le ricerche post-pop e post-minimaliste sviluppatesi a livello internazionale alla metà degli anni Sessanta, evidenziando al tempo stesso il contributo di Szeemann che seppe superare i vincoli teorici del suo tempo. Szeemann lasciò infatti che la sua esposizione diventasse un campo d’incontro dialettico tra artista e curatore, tra eventi e architettura: un luogo dove le opere realizzate s’intrecciavano tra loro, come in una sorta di trama organica in continua evoluzione.

A tal proposito Miuccia Prada ha dichiarato: “Il tema dell’impossibilità – argomento che mi interessa profondamente – si è rivelato centrale. La protezione delle opere d’arte spesso richiede barriere e distanze di sicurezza. Ma queste misure, per quanto necessarie, tolgono spontaneità e umanità alla percezione delle opere. Molti degli elementi di provocazione e delle forme di libertà esistenti nel 1969 oggi sono impraticabili: materiali organici, elettricità ad alto voltaggio, fuoco, esalazioni di gas e opere installate in posizioni precarie. Le provocazioni fisiche oggi sono molto più difficili da realizzare. Perciò la scelta di un gesto architettonico quasi violento – ambientare l’allestimento e il percorso di Berna nell’involucro settecentesco di Ca’ Corner della Regina a Venezia – è stata una decisione fondamentale per il progetto, come anche la ricostruzione della Kunsthalle in ogni dettaglio”.

“When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013” è l’occasione per ricucire il filo con un passato che diventa presente dando la possibilità a tutti di rivivere un momento di svolta nel percorso artistico del Novecento.

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