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Altaroma. Il trionfo del savoir faire

Dal 26 al 29 gennaio l’edizione invernale delle passerelle romane torna in auge con AltaRoma, che diventa protagonista assoluta della Capitale. Con un raggio d’azione ampliato ed un viaggio incentrato sulle ali della creatività e sulla formazione a 360 gradi, si dipana all’interno dei diversi settori dell’eccellenza il sapere del Made in Italy.

Antiche istituzioni e talenti emergenti si incontrano e si scontrano in un fare unitario, s’intersecano e potenziano le loro esperienze, vivificando così lo spirito e il valore di una produzione artigianale e artistica che rappresenta la forza propulsiva del nostro sapere. Quattro giorni di sfilate, eventi, talk e manifestazioni diffuse per Roma, con l’obiettivo di mantenere intatto il fil rouge con il passato e al tempo stesso valorizzare la creatività emergente.

 [ph] S. Olivieri - G. Palma / Luca Sorrentino  Courtesy of AltaRoma
[ph] S. Olivieri – G. Palma / Luca Sorrentino
Courtesy of AltaRoma

Un ricco programma ed un’affascinante location underground, il Guido Reni District, area unica nel suo genere all’interno delle ex caserme Guido Reni, che per questa edizione è il nuovo headquarter della manifestazione a pochi passi dal museo Maxxi, accolgono grandi firme, new talents, fashion addicted e stampa in un mix avvincente di architetture dove il connubio tra arte, luoghi storici e moda si fonde in modo indissolubile. Un calendario vario quello di AltaRoma con numerose presenze tra Maison storiche e nuove realtà dell’alta moda internazionale, che hanno scelto Roma di nuovo per presentare le proprie collezioni. Contenitore di sfilate, presentazione di maison di couture, piccoli atelier, sartorie e artigianalità AltaRoma punta alla promozione del savoir faire inteso non solo come valorizzazione della sapienza artigianale, del fatto a mano e delle eccellenze del made in Italy ma anche di realtà internazionali. 

Courtesy of  Gattinoni Press Office
Courtesy of Gattinoni Press Office

Tre le sezioni in cui è suddivisa la manifestazione. Fashion Hub, dedicata allo scouting, formazione e promozione della creatività emergente. Atelier, contenitore di sfilate e presentazione di maison di couture, neo-couture, piccoli atelier, sartorie e artigianalità. In Town, destinata a iniziative e attività connesse alla moda che durante la manifestazione colgono l’occasione per promuoversi ed instaurare contatti utili al proprio business plan in città.

Tante le novità in questa edizione come il tanto atteso ritorno della maison Gattinoni che sfila all’interno dell’Università Link Campus con una collezione Alta Moda 2017 da vero e proprio sogno. Di memoria shakespeariana è la musa di Gattinoni, che reinventa per la prossima primavera estate il “Sogno di una notte di mezza estate” in un immaginifico giardino contemporaneo. Un regno onirico dove mentre l’alta moda si fonde con la realtà giovani adolescenti si rincorrono giocando sulle note della Fata confetto dello Schiaccianoci. “La mia donna ritorna misteriosamente alla sua adolescenza – dichiara Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison Gattinoni vive una nuova esistenza e una nuova giovinezza. Più spensierata, più libera come la new couture che scende dai tacchi ma non rinuncia ai rituali tipici dell’alta moda. Iperbole sartoriale”. 

Courtesy of Gattinoni Press Office
Courtesy of Gattinoni Press Office

Abiti surreali ispirati al sogno-sonno. Di consistenza soffice come le nuvole e di grandi volumi con lavorazioni di alta sartoria sono i capi realizzati dal designer. Camice over in organza si indossano su gonne dalle pieghe severe unite tra loro da piccoli fiocchi di tessuto con effetto origami. Giochi di colore per la collezione che vanno dalle nuances del rosa all’azzurro polvere, dal verde salvia al grigio perla. Lampone, bianco e nero completano la palette. Tulle di seta e organza satinata per i lunghi abiti, che raccontano, con un tripudio di micro cristalli trasparenti a forma di stella, le costellazioni. Un po’ angeli un po’ demoni i sogni non raccontano sempre fiabe e dalla leggerezza del tulle le nuvole diventano nere come il piccolo chiodo in piume di gallo, struzzo indossato su culottes in omaggio a Beyoncè. Libellule dorate si trasformano in bracciali grazie alle arti orafe di Gianni de Benedittis mentre leggere farfalla diventano preziosi anelli.

Renato Balestra Couture - Courtesy of Balestra Press Office
Renato Balestra Couture – Courtesy of Balestra Press Office

Tanto romanticismo e voglia di poesia per il grande couturier Renato Balestra, che ha vissuto tutti i tempi magici dell’alta moda romana. Trenta gli abiti da cocktail e da gran sera presentati ad AltaRoma. L’arrivo della primavera con i primi boccioli in fiore, i colori tenui come il glicine, il rosa delicato, il verde e il celeste aprono la sfilata di Balestra. Un inno alla rinascita la sua dove un abito arcobaleno fa il suo ingresso sulla passerella, una Venere botticelliana dai capelli cosparsi di petali colorati è la sua musa.

Renato Balestra Couture - Courtesy of Balestra Press Office
Renato Balestra Couture – Courtesy of Balestra Press Office

Romantica e raffinata come una sontuosa principessa delle favole, la donna di Renato Balestra culmina nell’abito in tulle dal corpino impreziosito da rose ricamate in diverse nuances. Una regina in candido mikado e pizzo chantilly esprime tutta l’eleganza della sposa nell’equilibrio classico della sua linea. Al termine della sfilata Balestra è stato premiato dalla sindaca Virginia Raggi con la medaglia del Natale di Roma 2016 coniata in occasione del sessantesimo anniversario del gemellaggio tra Roma e Parigi.

Rani Zakhem - Courtesy of Rani Zakhem Press Office
Rani Zakhem – Courtesy of Rani Zakhem Press Office

Dal celebrare la primavera si passa a rendere omaggio a Dalida e agli anni della disco con Rani Zakhem. Tra l’atmosfera del jet-set degli anni ’70-’80, tra luci, paillette e stelle scintillanti lo Studio 54, la discomusic, Dalida e Bianca Jagger erano le icone indiscusse del momento. A sfilare sono jumpsuite morbide e avvolgenti, abiti scollati all’americana che lasciano scoperta la schiena, altri morbidi e scivolati i cui ampi volumi segnano la figura attorno al busto. E poi ancora outfit dove le maniche a pipistrello danno una connotazione precisa alla silhouette e abiti sirena dove scollature simmetriche e preziosi ricami floreali creano giochi senza fine.

Rani Zakhem - [ph] S. Dragone - G. Palma / Luca Sorrentino Courtesy of AltaRoma
Rani Zakhem – Courtesy of Rani Zakhem Press Office

Toni pastello per la tavolozza di colori di Zakhem. Dal lilla al giallo, dal verde ai toni del lime passando per il rosa, il blu fino al rosso carminio. Beige, oro ed un effetto nudo scintillante per l’abito da gran sera, che rende omaggio agli anni in cui venivano esaltate la dinamicità e una nuova idea di libertà, che per lo stilista viene rappresentata al meglio dalla figura di Dalida.

Nino Lettieri - ©Paolo De Novi_ Nino Lettieri Courtesy of Nino Lettieri Press Office
Nino Lettieri – ©Paolo De Novi_ Nino Lettieri
Courtesy of Nino Lettieri Press Office

Virtuosismi sartoriali con un gusto optical si sviluppano da Nino Lettieri, che si lascia trascinare dal fascino delle figure geometriche che sin da ragazzo scarabocchiava sui quaderni di scuola. “Geometria” è il titolo della sua collezione P/E 2017 dove l’originalità dei tessuti sia stampati su chiffon, organza e satin che tessuti dagli antichi telai del 1700 dalla storica azienda Gustavo de Negri raffigurano giochi di righe, pois, geometrie, in una divertente e poetica rappresentazione.

Nino Lettieri - ©Paolo De Novi_ Nino Lettieri Courtesy of Nino Lettieri Press Office
Nino Lettieri – ©Paolo De Novi_ Nino Lettieri
Courtesy of Nino Lettieri Press Office

Quaranta gli outfits scesi in passerella che vanno dal bianco-nero al rosso corallo e giallo intenso. Tra kaftani, abiti lunghi, giubotti e soprabiti con ricami di paillets dalle linee essenziali realizzati in broccato di seta, si fa largo una sposa moderna, in un candido kaftano bianco in organza a righe sovrapposta ad un leggero chiffon di piccoli pois con ricami geometrici e delicate paillets bianche. Bijoux rigorosamente black&white in agata e onice by Albaserena.

Sabrina Persechino - [ph] S. Dragone - G. Palma / Luca Sorrentino - Courtesy of AltaRoma Press Office
Sabrina Persechino – [ph] S. Dragone – G. Palma / Luca Sorrentino – Courtesy of AltaRoma Press Office

Rigore geometrico anche qui ma con echi di culture arabe per la collezione PE 2017 di Sabrina Persechino. Fatate atmosfere arabeggianti sono il fil rouge di questa linea dove la stilista ha voluto ispirarsi alla Jaali, la grata decorata attraverso l’uso della calligrafia e della geometria usata nelle popolazioni islamiche per preservare l’intimità familiare. E come un brise-soleil che separa l’interno dall’esterno attraverso il filtraggio della luce, gli abiti come gli edifici assumo aspetti diversi variando continuamente la propria immagine accentuando la sensazione di mobilità e velocità con alternanze di tessuti macramè geometrici, sopratutto vividi nei capi bianchi.

Sabrina Persechino -  [ph] S. Dragone - G. Palma / Luca Sorrentino - Courtesy of AltaRoma Press Office
Sabrina Persechino – [ph] S. Dragone – G. Palma / Luca Sorrentino – Courtesy of AltaRoma Press Office

Trame nodose a base quadrata a disegnare una griglia ornamentale che lascia spiare la silhouette esaltando la femminilità. A far da collettore al bianco è l’oro, elemento di legame fra tutte le altre trame in piqué di seta nero e sabbia le cui ampiezze emulano le suriyah libiche. Cromatismi dorati dunque su sfondi bianchi, ma anche nero e colori desertici.

Giada Curti  - Courtesy of Giada Curti Press Office
Giada Curti – Courtesy of Giada Curti Press Office

Evoca un Eden segreto e intimo la sontuosa passerella di Giada Curti. Eterea femminilità ed una raggiante leggerezza caratterizza la linea d’ispirazione suggerita dall’ecletticità dell’artista Lawrence Alma Tadema. Onora la bellezza e la visione onirica la collezione di Giada Curti, dove è curata e ricercata la descrizione del particolare ove a giacche sovrapposte a lunghi abiti impalpabili si mixano tessuti come mikado di seta, voile stampati con motivi floreali, pailletts sfumate e luminose.

Giada Curti  - Courtesy of Giada Curti Press Office
Giada Curti – Courtesy of Giada Curti Press Office

Preziose le shoes ideate da Valentina Gallo design del luxury brand veneziano in cui il tema dei fiori è stato interpretato con tessuto in crepe de chine. Eleganza ricercata per i gioielli contemporanei firmati Alex Carelli, laddove il ferro si mixa alla morbidezza della forma e del colore delle pietre naturali. A completare i suggestivi outfits creati dalla stilista esclusive borse gioiello in piume.

Vittorio Camaiani - Courtesy of Vittorio Camaiani press Office
Vittorio Camaiani – Courtesy of Vittorio Camaiani press Office

Dal Giardino Segreto di Giada Curti si passa ai riccioli barocchi e ai baffi di Vélazquez, che guarniscono le snelle tuniche e le bluse di organza di Vittorio Camaiani. “Questa volta ho subito il fascino non solo della pittura ma della personalità del pittore stesso, della sua figura così caratteristica – dice Camaiani – una corrispondenza tra me e Vélazquez, lontani e diversi ma legati dalla stessa passione per l’arte”. Suggestioni del Seicento spagnolo entrano a far parte della sua collezione dove tutto viene alleggerito grazie a lini, garze e chiffon. Leit motiv della linea non potevano non essere i caratteristici baffi dell’artista, ricamati a mano o ad intarsio sugli abiti.

Vittorio Camaiani - Courtesy of Vittorio Camaiani press Office
Vittorio Camaiani – Courtesy of Vittorio Camaiani press Office

Linee a trapezio per camicie e abiti e un nuovo prototipo di gonna la cui forma richiama l’infanta Margarita protagonista di un capolavoro di Velazquez. Dal bianco delle tele ancora da dipingere si passa al grigio, e poi al rosso, al nero e ancora l’azzurro, tinte che cambiano intensità e corposità in base ai preziosi tessuti. Lella Baldi accompagna Camaiani con le sue preziose calzature mentre Marina Corazziari completa gli outfits con i suoi gioielli scultura.

Camillo Bona - Courtesy of Camillo Bona Press Office
Camillo Bona -[ph] S. Dragone – G. Palma / Luca Sorrentino – Courtesy of AltaRoma Press Office

Interessanti le sovrapposizioni di pizzo e raffia sfruttate da Camillo Bona per dare espressione a moderne fantasie e a silhouette verticali. Segno distintivo del suo stile il certosino lavoro del fatto a mano, dove ore e ore di lavorazione e complesse applicazioni tessili rappresentano il suo stile e quello dell’Alta Moda Italiana. Trenta i capi di finissima fattura e bianco è il primo colore della collezione mescolato poi ai toni pastello del rosa, giallo, verde acqua e celeste.

Camillo Bona - [ph] S. Dragone - G. Palma / Luca Sorrentino - Courtesy of AltaRoma Press Office
Camillo Bona – [ph] S. Dragone – G. Palma / Luca Sorrentino – Courtesy of AltaRoma Press Office

Una collezione marmorea la sua, dove panneggi e plissè danzano sullo sfondo della Città Eterna. Lane, cachemire, leggerissimi lini, trasparenti chiffon e raffia rievocano forme e giochi di volute che ricordano le architetture della Città Divina. Perle, coralli e pietre dalle mille sfaccettature ricoprono invece il collo come preziosi collarini.

“E vissero felici e contenti”, la favola contemporanea di Dolce e Gabbana

“E vissero felici e contenti…”

Fin da bambine siamo state abituate a considerare questa frase come la chiusura della favola che ci faceva sognare prima di andare a dormire, ma da oggi questo sarà solo l’inizio.

L’inizio di una favola moderna messa in scena da Dolce & Gabbana per la collezione Fall Winter 2016/17.

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Chi di noi non ha mai sognato di perdere la scarpetta come “Cenerentola”? O di incontrare il coniglio bianco e il cappellaio matto come “Alice nel paese delle meraviglie”?

E chi non ha mai desiderato il bacio che ha risvegliato tutte? Dalla “Bella addormentata nel bosco” a “Biancaneve e i sette nani”?

Tutto questo ora è possibile grazie a una collezione magica che prende spunto dalle favole classiche per descrivere una principessa moderna che non aspetta il principe azzurro, ma lo va a cercare; che non sta a casa a pulire, ma ha la sua indipendenza.

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Ecco perché insieme ad abiti da sogno, sfilano tailleur e pantaloni ispirati alle uniformi dei principi;

le scarpette di cristallo dorate o arricchite di fiori, durante il giorno vengono sostituite da stivali massicci che permettono di correre dal lavoro alla scuola dei bambini.

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Anche per la borsa, la principessa del XXI secolo può stare tranquilla, i due stilisti italiani, hanno pensato a tutto. Da mattina a sera, dalla borsa creata mettendo insieme i libri di favole, a quella a forma di carrozza, donne di oggi, sarete coperte.

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Un sogno divenuto realtà quello a cui hanno dato vita Domenico Dolce e Stefano Gabbana che con le loro creazioni permettono a noi, donne contemporanee, di essere sempre alla moda e all’altezza di ogni situazione, continuando a sognare e a non abbandonare mai quella parte di bambina  presente in noi.

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Snapchat e moda. Storia di un nuovo amore in passerella

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Logo di Snapchat, il social del fantasmino.

 

“C’era una volta, in un favoloso mondo patinato, una bellissima donna che si chiamava Moda. Era una di quelle bellezze paradisiache la cui semplice visione era riservata solo ed esclusivamente ad una ristretta élite di persone, appartenenti naturalmente al suo stesso mondo di provenienza. Tutto sembrava andare avanti in un modo sereno e tranquillo, scandito da una cadenzata routine. La bella principessa si mostrava al pubblico solo due volte nel corso di un singolo anno, con qualche eccezione nel caso in cui ci fossero eventi particolarmente importanti di Haute Couture. I giorni, i mesi, gli anni, trascorrevano così in modo quasi monotono e così, quella donna che non si era mai permessa di alzare la voce, venne improvvisamente scossa dalla voglia improvvisa di rompere quella vita monotona e far presente i suoi desideri. Così, dall’alto della sua carica prestigiosa, decise di comunicare a tutti i suoi sudditi: stilisti, sarti, modelle e tutti coloro i quali gironzolavano attorno al suo castello, che era arrivato il momento di abbattere le mura di cinta e guardare oltre. Aveva capito che fuori dal mondo incantato all’interno del quale trascorreva la sua esistenza, qualcosa stava cambiano e lei, non poteva assolutamente rimanerne allo scuro. Così le mura venendo abbattute, i cancelli furono aperti e vennero convocati a corte tutti quei nuovi fanciulli che, appartenenti ad una nuova generazione, si pensava potessero apportare grandi idee e novità nella sua vita. La bella Moda però non si accontentò inizialmente di scegliere un solo pretendente ma li mise immediatamente subito alla prova; fu così che Facebook, Twitter, Instagram e il timido Snapchat iniziarono la loro “lotta” per conquistare il cuore della principessa, ognuno secondo il proprio stile. Twitter decise di non abbandonare il suo aspetto elegante e raffinato, cinguettando di qui e di lì in modo sempre piuttosto ermetico, insomma non andava mai oltre le 140 battute. Facebook invece partì “in quarta” mettendo in mostra tutte le su potenzialità; iniziò a creare pagine che contenessero le foto di Moda, pubblicò video, foto, post più o meno lunghi cercando di racimolare sempre più like che invece il tranquillo Instagram non si dovette sforzare di ricercare. A quest’ultimo bastò qualche foto, il filtro giusto e un paio di hashtag per portare sul piatto della principessa un numero di follower davvero incredibile. Moda fu così colpito da Instagram e il suo fashion molto street, se ne innamorò, ma quando stava per gettarsi fra le sue braccia, accadde qualcosa di davvero inaspettato. Mancava un pretendente all’appello durante la riunione finale, il timido e sempre ritardatario Snapchat che però accaparrandosi l’esclusiva in tempo reale e soprattutto limited edition di molti amici della principessa moda, riuscì a baciarla e farla sua per sempre. Fu così che bastò una fashion week per convincere la bella Moda a rendere pubblico l’inizio di questa storia d’amore. I suoi amici, colpiti da questa grandissima novità, iniziarono a manifestare le loro idee. Alcuni decisero di commentare con un pollice rivolto verso il basso altri invece, come Burberry, Louis Vuitton, Dior, Michael Kors si sbizzarrirono fra cuori e mi piace iniziando anche ad instaurare un rapporto con il nuovo amico Snapchat che all’interno della patinata corte di madame Moda, conquistò davvero tutti che poi…” (to be continued)

Sfilata Burberry. Ph. GettyImages
Sfilata Burberry FW2017. Ph. GettyImages

Beh, come avrete potuto notare, la nostra storia non ha una fine. Sapete perché? Perché abbiamo deciso di raccontarvi una love story piuttosto moderna, anzi proprio attuale e in via di sviluppo che continua a costruirsi ogni giorno, anche mentre io scrivo e voi leggete, probabilmente qualcosa starà cambiando. È proprio per questo che abbiamo deciso di mettervi al corrente di questo meravigliosi rapporto di amorosi sensi nato fra il mondo della moda e il social del fantasmino, senza però scrivere una fine. Un amore nato quasi per caso che però, stando ai dati resi pubblici durante le fashion week appena terminate, mostra dei dati davvero molto interessanti. “La scorsa New York Fashion Week ha registrato un crollo delle conversazioni su Instagram e Twitter rispetto all’edizione precedente, coinvolgendo 660 milioni di persone a fronte dei 5,8 miliardi di settembre” o meglio è quello che ha ipotizzato il CEO di Pixlee, Kyle Wong, secondo il quale tutto si dovrebbe imputare proprio all’avvento di Snapchat. Ricordiamo che il social, secondo un rapporto di comScore, è il terzo più grande per livello di penetrazione tra i Millennials statunitensi compresi fra i 18 e i 34 anni, dopo Facebook e Instagram.

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Chiara Ferragni, The Blonde Salad

Chi però ha contribuito fortemente a rendere “appetibile” Snapchat fra il pubblico nostrano, è stata la trend setter più famosa al mondo nel panorama delle fashion blogger: Chiara Ferragni che con il suo The Blonde Salad è stata una delle prime a portare dietro le quinte e nel front row delle sfilate, tutti i suoi follower proprio grazie ai mini video pubblicati nel social in questione. Movie e foto che ricordiamo si autoeliminano dopo pochissimo tempo, ed è forse questa una delle peculiarità che ha contribuito a renderlo davvero, come direbbe una blogger: glamour! Oltre alla Ferragni sono molti altri i nomi che si potrebbero fare fra le figure del settore che hanno esposto la loro preferenza nei confronti di Snapchat che risulta essere fra i social, il più umano, informale ed immediato. 

Sfilata Alexander Wang. Ph. GettyImages
Sfilata Alexander Wang. Ph. GettyImages

“Il fascino di Snapchat sta nel fatto che è possibile vedere gli eventi moda da diversi punti di vista, quello del fotografo del make up artist, della modella del designer ecc…”, ha affermato Nick Bell, head of content di Snapchat. E a fronte di quanto appena letto possiamo capire perché questo fantasmino bianco e giallo, sia diventato, all’interno dell’immenso cyberspazio, la piattaforma di condivisione più amata da direttori creativi, maison e influecer che spesso decidono di mostrare in esclusiva le proprio collezioni o i dietro le quinte dei fashion show, proprio tramite quei piccoli video della durata di 10 secondi. Un po’ come fece Valentino in occasione di Zoolander o Gucci che ha anticipato così la pre-collezione 2016-2017. Insomma la nostra storia si potrebbe concludere con un “e vissero felici e contenti” ma attenzione, tutto fra qualche secondo potrebbe scomparire quindi vi consiglio di screenshottare o condividere subito!

 

 

Milano Moda Uomo. Peter Dundas debutta per Roberto Cavalli

Da Fortezza da Basso per Pitti 89° la moda uomo si trasferisce e sfila a Milano. Cinque intense giornate, 15 – 19 gennaio 2016, dedicate alle collezioni uomo per il prossimo Autunno-Inverno. Ben trentanove le sfilate in programma per la Milano Uomo Fashion Week. A debuttare per l’apertura di questa edizione 2016 è Peter Dundas per Roberto Cavalli, marchio di cui lo stilista norvegese ne è divenuto direttore creativo la scorsa primavera.

Peter Dundas - Copyright  www.robertocavalli.com
Peter Dundas – Copyright http://www.robertocavalli.com/

La sfilata della maison si è svolta nella cornice del meraviglioso Palazzo Crespi di Corso Venezia. Per Peter Dundas si è trattato di un debutto nella linea maschile, che questa volta ha conquistato l’audience di pubblico e buyer. Lo scorso settembre infatti l’ex stilista di Pucci aveva portato in scena per la prima volta la sua visione della donna Cavalli, con una collezione che secondo gli addetti ai lavori non era stata convincente, ma che oltremodo aveva rappresentato un forte cambiamento nell’immagine della griffe.

La visione dell’uomo di Cavalli secondo Dundas è dedicata sopratutto ai giovani contemporanei. In passerella salgono capi per l’inverno 2016 che traggono ispirazione dalle icone rock di fine anni ’60 inizi ’70, “Musicisti come Jimmy Page, Mick Jagger, Keith Richards, Serge Gainsbourg, Jimi Hendrix e anche George Harrison, il mio preferito dei Beatles” – ha commentato lo stilista prima della sfilata – aggiungendo di aver dato sfogo anche al suo punto di vista personale. Non mancano infatti ricciolini e occhiali da sole squadrati a rendere più viva la sua idea.

A sfilare sono outfits prettamente sartoriali nella realizzazione ma assolutamente casual nella sostanza. Un mix and match di dandy e moderno per l’uomo A/I 2016-17 di Roberto Cavalli, che indossa con disinvoltura pigiami e vestaglie da portare con sneakers in patchwork di pelle, sciarpe sottili e lunghe adornate di spille, collane d’argento e borse a tracolla. Le giacche hanno uno stile prettamente orientale che ricorda i kimoni e i pantaloni rimangono morbidi pur mantenendo una silhouette slim. Il dolcevita sostituisce la classica camicia.

Peter Dundas - Copyright http://www.robertocavalli.com
Peter Dundas – Copyright http://www.robertocavalli.com

Sulla passerella salgono anche giacche in pelle ricamate, pellicce e mantelle ibride con ricami ispirati all’arte barocca e orientale. Non potevano certo mancare nella collezione, in perfetto stile Cavalli, le stampe tanto amate, per le quali Dundas si lascia ispirare dall’Arts and Crafs e dal lavoro di William Morris.

Opulenta, importante e sfarzosa è la collezione di apertura per la prossima stagione F/W 16-17 che inaugura l’era di Dundas alla direzione di Roberto Cavalli. Una collezione la sua, innovativa senza essere di rottura che mira a far diventare il segmento uomo il 20-25% del business core complessivo della maison.

Salvatore Ferragamo Autunno- Inverno 2016-17 - Courtesy of Press Office
Salvatore Ferragamo Autunno- Inverno 2016-17 – Courtesy of Press Office

Se la giornata di venerdì è stata dedicata a Cavalli, la giornata successiva è stata abbastanza affollata. Ad aprire Corneliani e poi Ermenegildo Zegna, che per l’occasione ha lanciato il progetto digitale #zegnavoices, con opinion leader del settore che hanno commentato in diretta la sfilata interagendo online con il direttore creativo Stefano Pilati. Novità anche al teatro Armani, che questa volta ha ospitato il debutto di Lucio Vanotti. Costume National Homme ha presentato la sua collezione all’Argentario. Nel pomeriggio hanno sfilato Marni, Jil Sander, Les Hommes e Neil Barret. Pal Zileri fa il suo ritorno in passerella, e Versace con la sua “sfilata galattica” presiede nei grandi spazi dell’ex Fiera di Miano.

Salvatore Ferragamo Autunno-Inverno 2016-17  - Courtesy of Press Office
Salvatore Ferragamo Autunno-Inverno 2016-17 – Courtesy of Press Office

A chiudere la giornata il super show di Philipp Plein. Bottega Veneta, N21, Richmond, Salvatore Ferragamo, Calvin Klein Collection, Vivienne Westwood, Missoni, Daks, Prada, Moncler gamme bleu e Damir Doma si sono alternati sulle passerella nella domenica. Martedì 19 la fashion week dedicata alla moda uomo ha chiuso con Dsquared2, Giorgio Armani, Dirk Bikkembergs, Christian Pellizzari e il debutto in passerella di Helen Anthony. Tra le ultime presentazioni c’è il debutto degli ex Frankie Morello Pierfrancesco Gigliotti e Maurizio Modica con il loro nuovo progetto Piermau.

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