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“G.B. Giorgini and the Origins of Made in Italy” , il primo libro sulla storia di colui che ha reso celebre la moda italiana nel mondo

G.B. Giorgini and the Origins of Made in Italy” è il primo libro che racconta la storia di colui che ha reso grande la moda italiana nel mondo. Tutti sanno che è stato il ‘padre della moda italiana’, ma in pochi conoscono il lungo percorso che portò Giovanni Battista Giorgini a organizzare la leggendaria sfilata del 12 febbraio 1951 a Villa Torrigiani. L’evento con cui la moda italiana mosse i primi passi sulla scena internazionale, per poi ‘trasferirsi’, sempre su idea di Giorgini, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. E quasi nessuno sa che per poco la nascita della moda italiana non avvenne a New York invece che a Firenze.

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G.B. Giorgini and the Origins of Made in Italy è il primo libro che racconta questa storia straordinaria, che non riguarda solo la nascita della moda italiana ma appunto del Made in Italy, e lo fa attraverso una profonda rilettura dell’Archivio Giorgini, l’enorme documentazione da lui stesso lasciata, relativa alla sua vita sia privata che lavorativa. Il nuovo volume sarà presentato a Roma, sabato 25 marzo 2023 alle ore 16.15, al Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, da Neri Fadigati (presidente Archivio Giorgini e curatore del libro), Daniela Calanca (Alma Mater Studiorum, Università di Bologna), Vittoria Caratozzolo (Sapienza, Università di Roma, con un incontro moderato da Alessio de’ Navasques.

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Un coffee table book di oltre 230 pagine, in inglese e italiano – edito da Gruppo Editoriale in collabo- razione con Polimoda – dove dell’archivio si svelano non solo le foto storiche, ma anche lettere, inviti, programmi, articoli e altri materiali dell’epoca. A questo importante apparato grafico si unisce il racconto corale di grandi firme italiane e internazionali, quali Gian Luca Bauzano, Daniela Calanca, Grazia d’Annunzio, Eva Desiderio e Sonnet Stanfill. Le cui penne ripercorrono la vita di Giovanni Battista Giorgini, a partire dai suoi primi viaggi negli anni Venti in America, dove proponeva ai buyer un campionario dei nostri migliori prodotti artigianali.

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In questi viaggi, nel dopoguerra, Giorgini notò il grande cambiamento sociale e di stile che stavano viven- do gli Stati Uniti. Parigi esercitava un grande fascino oltreoceano, ma la sua moda era elaborata, pom- posa e soprattutto cara. I buyer non vedevano l’ora di trovare abiti semplici e portabili con cui riempire le vetrine dei loro grandi magazzini, frequentati da giovani donne affaccendate tra lavoro e famiglia. Al- trettanto vogliose di spendere i soldi guadagnati per apparire carine e eleganti come le dive del cinema. Nasce da qui l’idea di organizzare una grande sfilata di abiti italiani in occasione della mostra Italy at Work.

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L’idea andò in fumo per il rifiuto del grande magazzino B. Altman & Co.. Giorgini però non si arrese e decise di portare il progetto della sfilata nella sua città. Fu quindi per questo diniego americano che la moda italiana è nata a Firenze e non a New York. Aprono il volume i contributi di chi Giorgini l’ha conosciuto, come lo stilista Roberto Capucci, e di grandi personaggi della moda come Ferruccio Ferragamo, Laudomia Pucci, Bruce Pask, Men’s Fashion Director di Bergdorf Goodman e Neiman Marcus, e Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana. Una pubblicazione rivolta non solo agli appassionati che desiderano scoprire tutto su questo importante pezzo di storia italiana, ma soprattutto agli studenti di moda e ai giovani stilisti, che grazie all’attento lavoro di Polimoda sull’Archivio Giorgini, in queste pagine possono trovare i capi che hanno fatto la grande la moda italiana e i modelli, alcuni ormai di più di 70 anni fa, che risultano ancora oggi di grande attualità. Con firme come Simonetta, Schuberth, Fontana, Marucelli, Veneziani, Fabiani, Galitzine, Emilio Pucci, Roberto Capucci, Valentino e molti altri. “G.B. Giorgini and the Origins of Made in Italy è vendita nelle migliori librerie d’Italia, oltre che su gruppoeditoriale.com e sui principali portali di vendita online.

Photo credits Courtesy of Press Office

– Cover  del libro G.B. Giorgini and the Origins of Made in Italy, edito da Gruppo Editoriale

– G.B.Giorgini 1955 N.A.G. credito Archivio Giorgini

– SimonettaSport_1957 credito Archivio Giorgini

– Valentino_1963 credito Archivio Giorgini

Con l’app “Vestiaire Collective” in città la moda parla italiano

Vestiaire Collective, l’app di moda di lusso di seconda mano, ritorna con una nuova campagna e una serie di affissioni in alcune delle principali città italiane. Dopo Milano, la nuova campagna approda anche a Bologna, Firenze, Torino e Verona, per parlare con ironia e leggerezza il linguaggio della moda.

Vestiaire Collective
Vestiaire Collective

A Bologna si racconta la qualità dei pezzi second-hand della piattaforma con lo slogan “La moda di seconda mano è come Cesare. Migliora col tempo”. A Torino, il brand comunica la disponibilità di splendidi item vintage con “Stile da Vecchia Signora. Ma il calcio non c’entra”. A Verona si parla agli abitanti nel loro stesso dialetto con “Non è vecio. È vintage”. Mentre a Firenze, culla dell’arte quattrocentesca, lo slogan “Il Rinascimento della moda” esalta la circolarità del fashion in modo conciso. E questi sono soltanto alcuni esempi.

Vestiaire Collective
Vestiaire Collective

A Milano, invece, capitale della moda, è stato riservato un trattamento speciale. Oltre ai manifesti in metropolitana e superficie, sui quali risaltano frasi come “Investi in borse, non in borsa” e “Una moda più sostenibile dell’avocado toast”, Vestiaire Collective ha presidiato uno degli spazi pubblicitari più famosi e vistosi della città: la maxi-affissione di via Melchiorre Gioia. Sui 2500 mq del billboard, le migliaia di persone che passano di lì leggono ‘Moda second-hand della Madonnina.’, un modo irriverente e d’impatto per comunicare il pregio dei capi di lusso presenti su Vestiaire Collective e l’essenza stessa del brand.

Vestiaire Collective
Vestiaire Collective

L’attività, firmata da We Are Social, prende elementi tipici del territorio e dà loro una forma che strizza l’occhio al mondo del fashion e ai principi di sostenibilità ed eleganza di Vestiaire Collective.

Photo credits Courtesy of Press Office

Davii, tuniche drappeggiate e kimono scultorei nella nuova collezione invernale

Forte e delicata, fluida e geometrica, la donna Davii per l’autunno-inverno 2023/24 è una guerriera sensuale, il cui nuovo guardaroba giustappone abiti-tunica lunghi e drappeggiati, stratificati sopra e sotto kimono scultorei in ecopelle e giacche strutturate con maniche-guanto.

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Davii, PAP FW 23/24

I tessuti sono molteplici, e lo stesso materiale è declinato in modalità differenti. La seta può essere morbida come lo chiffon o il crepe, leggero stampato in marmo, ma anche più pesante come l’organza o il gazar couture.

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Il techno-velluto è usato negli abiti a tunica a collo alto, per i bubble-bombers o ancora per i completi marziali. La lana viene usata nell’abito lungo bianco, plissettato come una “pietra cesellata”.

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La donna pensata dal brand cammina senza paura con i suoi stivali, esibendo le gambe ma nascondendo il collo. Nero, bianco, pietra e sangue di drago sono i suoi colori.

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About Davii 

Fabiano Fernandes dos Santos, fonda il brand Davii nel 2016, quando dal Brasile si traferisce a Porto e crea il suo primo laboratorio di Alta Sartoria, dopo molteplici collaborazioni a Sao Paolo e 10 anni di partnership con il gruppo Arnaldo Ventura.

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Nel suo Atelier di Porto può finalmente assecondare la passione per una moda che trae spunto dall’Haute Couture e dal Design contemporaneo, realizzando la sua prima collezione di capi unici realizzati a mano, d’ispirazione orientale nei volumi e proporzioni e all’art nouveau nelle plissettature e drappeggi, dove i materiali sono impalpabili e fluttuanti come l’organza, essenziali come la seta cruda, e i toni assoluti del nero o del viola con incursioni di nuances pastello e stampe vintage dai cromatismi vivacemente geometrici anni ’50.

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La sua ricerca iconografica degli stampati prosegue il suo viaggio attraversando l’arte persiana e i Balletti Russi di Bakst che si fondono armoniosamente con influenze tribali contemporanee.

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Agli inizi del 2019 apre il suo atelier nel quartiere delle Beux Arts a Porto, in Rua Duque da Terceira 358, unendo la poetica dei suoi abiti ad un’accurata ricerca di oggetti e mobili di Modernariato internazionale.

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Davii, PAP FW 23/24

Attualmente la sua collezione è stata scelta da boutiques affermate di Porto, Madrid e Milano.

Photo credits Courtesy of Press Office 

Aspesi, nel nuovo progetto del brand il guardaroba “È una cosa di famiglia”

Il brand Aspesi lancia un progetto per raccontare il valore degli oggetti tramandati, custoditi, collezionati. E il tema del gruppo familiare per il marchio trova spazio proprio nei gesti quotidiani di persone che condividono connessioni.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Gruppi familiari in cui le esperienze condivise del gruppo sfociano nella sfera emotiva del singolo. In questo campo familiare i membri scambiano, tramandano, ereditano capi di abbigliamento Aspesi appartenuti ad altri membri.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Un atto che non solo preserva il lato affettivo che l’oggetto appartenuto ad altri rappresenta, ma che permette al nuovo fruitore una inedita interpretazione del tutto personale. Indossare un capo appartenuto al nostro vissuto collettivo rimanda a una libera interpretazione del nostro essere, un’azione che rende tutto ciò che è standardizzato e impersonale incredibilmente unico, intimo e simile a noi.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Il guardarobaÈ una cosa di famiglia” e ognuna ha i suoi oggetti del cuore . Sono supporti di memoria, significati di relazioni, contenitori di ricordi che nella vita quotidiana viviamo con naturalezza, perché ci appartengono. Ci circondano come le fotografie, l’aria e il disordine, ma in silenzio continuano a ricordarci da dove veniamo e, a volte, dove stiamo andando.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Questi oggetti non solo parlano di noi, ma vanno indietro e oltre, rimandando a qualcosa di più grande.

Aspesi, “È una cosa di famiglia”
Aspesi, “È una cosa di famiglia”

Alle nostre radici, alla nostra identità, alla storia che ci rappresenta e che condividiamo con altre persone, le nostre persone, la nostra famiglia. Sono oggetti, ma solo in apparenza: sono molto di più, perché dietro hanno una storia, un gesto, un portamento, un’immagine che ci fa stare bene perché ci racconta chi siamo.

Photo credits Courtesy of Press Office

AMI Paris, la nuova campagna estiva è un ritorno alle radici con la top model Kristen McMenamy

Un immaginario potente che segna un ritorno alle tradizioni: AMI svela la sua campagna Primavera/Estate 2023, scattata dal fotografo e amico storico Michael Bailey-Gates.

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AMI Paris, Adv Campaign SS 23

Per la sua campagna Primavera/Estate 2023, AMI Paris torna alle sue radici, con un immaginario potente e autentico firmato dal fotografo Michael Bailey-Gates. Questa campagna segna la quinta collaborazione tra AMI e Michael Bailey-Gates. Amico storico del marchio parigino, il fotografo newyorkese si distingue per l’approccio elegante e sobrio.

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Bailey-Gates ha scattato la campagna in studio, con uno sfondo semplice ma curato: le attrezzature fungono da oggetti di scena, infondendo delicatamente ai ritratti un’atmosfera creativa, sottolineando nel complesso l’estro artistico e le personalità delle modelle. La campagna è composta da una serie di ritratti evocativi, in bianco e nero e a colori. L’atmosfera è solenne e riflessiva, ma non cupa: si percepisce il rapporto di amicizia nel cast.

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AMI Paris, Adv Campaign SS 23

Nella campagna compaiono sette modelli, la maggior parte dei quali volti emergenti. Sono guidati da Dylan O’Brien, il volto della campagna è Kristen McMenamy, l’iconica top-model degli anni ’90: entrambi sono le forze motrici di un piccolo gruppo che incarna l’identità e i valori di AMI.

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AMI Paris, Adv Campaign SS 23

L’ispirazione per il video della campagna proviene dai casting. Si vedono Dylan, Kristen e le altre modelle entrare in scena, sedersi di fronte a un fotografo/regista immaginario, presentarsi e parlare della propria vita e dei propri interessi.

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AMI Paris, Adv Campaign SS 23

La campagna Primavera/Estate 2023 di AMI è stata lanciata a livello globale il primo marzo scorso.

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Photo credits Courtesy of Press Office

“Cause I’m strong enough”, le emozioni del brano di Cher nella nuova collezione della designer Sara Battaglia

Cause I’m strong enough”, la nuova collezione autunno-inverno 2023/2024 firmata Sara Battaglia, si ispira all’emozione che trasmette una canzone, la musica è una parte importante dell’ispirazione per il direttore creativo della celebre maison omonima.

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Il titolo riprende proprio quello della canzone “Cause I’m strong enough” della cantante Cher.

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Questa è l’emozione che la stilista vuole che le donne provino quando indossano i capi di questa collezione: forti, potenti, sensuali, femminili, sofisticate, eleganti, uniche e sicure di sé.

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Con grande cura e amore per i dettagli e per la qualità rappresentata negli abiti e nelle borse.

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Nelle varie sfumature del nero, i colori turchese del mare, giallo senape del sole, bordeaux per la sensualità, cammello e blu per l’eleganza appaiono come macchie di vernice, con cascate di borchie che impreziosiscono gli accessori.

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Trasmettere, comunicare la propria emotività è il fil rouge che lega in un comune denominatore la Fall Winter 2023 di Sara Battaglia.

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Photo credits Courtesy of Press Office

New Era dedica la capsule collection primaverile alla National Basketball Association americana

New Era inaugura la stagione primaverile con un ingresso audace: il pack di capi di abbigliamento e cappellini NBA (National Basketball  Association). La collezione dedicata a Chicago Bulls, LA Lakers e Brooklyn Nets, New Era porta loghi e stampe grafiche a bordo campo.

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New Era, capsule MBA

La nuova proposta include cappelli bucket e cappellini 9FIFTY regolabili e 9FORTY con visiera curva. I loghi di tutte e tre le squadre catturano l’attenzione: il logo dei Lakers spicca sul modello 9FIFTY, quello dei Nets sul modello bucket e quello dei Bulls sul modello 9FORTY. Ogni logo è oversize e nella tipica livrea dei team, con in più un effetto vernice splatter in un colore a contrasto.

New Era, capsule MBA
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Tra le proposte di abbigliamento troviamo invece t-shirt, capi per il tempo libero e una tuta in acetato. Tutti i modelli hanno una base di colore nero per dare più risalto agli accenti di colore della grafica e dei loghi oversize.

New Era, capsule MBA
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Sulle t-shirt, ad esempio, i loghi dei team sono così grandi da ricoprirne tutta la parte anteriore e arrivare fino alla schiena.

New Era, capsule MBA
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La tuta in acetato presenta il logo dei Lakers sul davanti del lato sinistro della giacca e sulla tasca destra dei pantaloni, anche in questo caso con un effetto vernice splatter.

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Completa la collezione un bomber disponibile con molti dei loghi dei team dell’NBA, quali i Milwaukee Bucks e gli LA Clippers, con stampa all over su tutta la giacca.

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Ermanno Scervino, in passerella l’eleganza della diva Ava Gardner durante la Milano Fashion Week

In abiti eleganti o in déshabillé, era la donna più affascinante e bella di tutte. Aveva carisma, e il suo corpo, così voluttuoso, impareggiabile”.

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MFW, Ermanno Scervino PAP FW 2023/24

Ricordando queste parole pronunciate da una costumista di Cinecittà ancora affascinata dalla bellezza, eleganza, raffinatezza e femminilità consapevole della leggendaria Ava Gardner, Ermanno Scervino costruisce il suo guardaroba ready to wear per l’autunno/inverno 2023-2024.

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La collezione, presentata durante la Milano Fashion Week, muove dalla rivoluzione radicale ad opera dell’attrice Hollywoodiana sulla percezione del corpo femminile. Emancipata, assertiva, consapevole e determinata a vivere la propria femminilità con slancio, capace di abbracciare il proprio lato maschile senza tradire la propria femminilità.

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Mettendo a frutto il savoir faire del proprio atelier e la maestria sartoriale che lo contraddistingue, Ermanno Scervino scolpisce gli abiti alla ricerca della silhouette perfetta per ogni corpo, prendendo ispirazione dall’iconografia di Ava Gardner con un piglio contemporaneo.

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L’intimo diventa codice focale della collezione, una celebrazione di sensualità sussurrata ed intimità.

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Il reggiseno a proiettile reso famoso dall’attrice torna di moda sulla passerella di Ermanno Scervino
durante Milano Moda Donna.

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La maestria della maison è imprescindibile per la realizzazione di microabiti senza spalline in double di lana, pizzo e raso che rivelano i segreti della costruzione sartoriale della brassière, morbida e confortevole, strutturata e donante, necessaria per esaltare le forme del corpo femminile, glorioso e celebrato.

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La sensualità si esprime nei contrasti sottili, nella palette cromatica ardita che associa grigio piombo, burro e cipria a verde lime, rosso rubino e color denim, nonché nella dicotomia tra maschile e femminile, forza e delicatezza.

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Lunghi cappotti dalle spalle generose si accompagnano a microabiti in pizzo; trench in morbida pelle sono abbinati a short femminili, mentre parka oversize con cappuccio foderati in lana da approvvigionamento responsabile e tessuta per offrire un effetto montone si accostano ad abiti sottoveste in grigio tortora.

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I montoni di stagione, corti o lunghi, sono arricchiti da ricami in filo di lana, mentre il pizzo – tessuto icona dello stilista – è protagonista di abiti in trasparenza, rivelatori e immacolati.

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Camicie maschili in raso rosso rubino si indossano aperte per esaltarne la sensualità, abbinate a pantaloni fluidi in paillettes color lime, mentre tailleur in velluto sono sovrastampati per un effetto di corrosione del colore.

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La collezione celebra bellezza, eleganza, raffinatezza e amore per le donne, la vera essenza della cifra stilistica di Ermanno Scervino.

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Photo credits Courtesy of Press Office

Surrealista e aristo-punk, a Milano sfila la donna Moschino

La collezione Moschino Donna Autunno/Inverno 2023 racchiude il fascino aristo-punk e il surrealismo alla Salvador Dalí dando vita a una rivisitazione originale degli emblematici canoni estetici della maison.

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La sfilata ruota attorno alla distorsione spettacolare tra spikes oversize, scintillanti parure di bijoux e orli ad effetto liquido.

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I must-have di Moschino, incluse le giacche biker, i classici tailleur, le collane con lettering logo e i bottoni dorati o di perla sembrano fondersi e si alterano alla stregua dei corpi e degli orologi penzolanti immaginati da Dalí.

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Una borsa con il simbolo della pace si scioglie ad ogni passo della modella, le patte delle tasche gocciolano, il pied-de-poule si liquefà e le fibbie di borse e stivali, dorate e scintillanti, sono fantasiosamente distorte.

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Questi codici alterati incarnano la volontà del direttore creativo Jeremy Scott di sfidare le convenzioni e definire un nuovo spirito punk che trasuda decadenza.

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Nella collezione emerge con forza una verve rivoluzionaria: mega borchie posizionate lungo le cuciture delle spalle e sugli orli delle gonne.

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Un abito da ballo sembra avere un portagioie rovesciato sugli infiniti strati di tulle vista la quantità di pietre e cristalli ricamati. Cascate di frange scintillanti in stile anni Venti decorano un abito abbagliante.

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È una ribellione venata di surrealismo e infusa di un pizzico di regalità nonconformista.

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STYLIST: Carlyne Cerf de Dudzeele

MAKE-UP: Kabuki for @MACcosmetics

HAIR by: Paul Hanlon

MANICURE: OPI in cooperation with Massimo Albini nail artist from Sifarma

SKINWEAR: Wolford

MUSICA: Michel Gaubert

PRODUZIONE: Without Production

CASTING: DM Casting

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Photo credits Courtesy of Press Office

Milano Fashion Week, l’inverno di Marco De Vincenzo per Etro è “Radical”

Arriva un momento nel quale il confronto con le radici non può più essere procrastinato: per andare avanti, ma anche per plasmare veramente la propria identità.

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Quel momento, per Marco De Vincenzo, accade ora. Più il direttore creativo si addentra in Etro, più il dialogo con ciò che Etro rappresenta diventa impellente.

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La risposta a tale scambio, ovviamente, non può essere riassunta in una frase. Un dialogo è un work in progress, esattamente come il luogo che oggi fa da cornice alla sfilata: un palazzo storico trasformato in cantiere, appena impacchettato o pronto per essere spacchettato.

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Scavare nella storia di un marchio, dopotutto, è un’impresa archeologica. Tale scelta è certamente radicale, che è esattamente lo spirito attuale di De Vincenzo.

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Radical come momento storico che coincide con la fondazione di Etro nel 1968. Radicale, soprattutto, nel senso originario del termine. L’origine di radical, infatti, non è affatto radicale. Preso in prestito dal tardo latino radicalis, significa radice. Le radici di Etro sono nel tessuto e nella stampa: tartan, motivi cravatteria e, naturalmente, paisley.

MFW, Etro PAP FW 2023/24
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Tutto questo ritorna oggi, incorniciato da un nuovo senso di precisione geometrica, da una propensione psichedelica per i tagli netti e disegni ritmici. Tutto si mescola istintivamente: lunghi abiti fluttuanti sono abbinati a maglie lunghe e grosse; pantaloni e gilet maschili sono combinati a bluse di seta.

MFW, Etro PAP FW 2023/24
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Il tailoring della collezione ready to wear fall-winter 2023/2024, presentata durante la Milano Fashion Week, è alto e preciso, in tessiture opulente. Motivi cravatta brulicano su cappotti avvolgenti con stampe a contrasto all’interno. I pantaloni di jeans accennano, in effetti, ad un look radicale. Essendo Etro un mondo intero, si prendono in prestito elementi dell’arredo domestico, con coperte avvolte su abiti leggeri. Le frange danzano lungo l’orlo di pesanti polo e sciarpe, mentre le applicazioni conferiscono alle maglie argyle un fascino tridimensionale.

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Gli accessori sono altrettanto radicali: gli zoccoli Aladdin diventano stivali, mentre lucide Mary Jane hanno tacchi alti e plateau. Le borse oversize tagliate al laser sono un tocco domestico; il nuovo secchiello Saturno è opportunamente e positivamente moody. Radical come modo per confrontarsi con chi si è stati e per definire ciò che si sarà.

Photo credits Courtesy of Press Office

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