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Aleph Rome Hotel, una galleria d’arte nel cuore della Capitale

L’Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton, raffinata struttura nel cuore di Roma, prosegue il suo percorso attraverso l’arte con una nuova imperdibile mostra.

Dopo il successo delle precedenti esposizioni dedicate alle opere di Tommaso Cascella, Giuseppe Modica e di Pino Procopio, l’Aleph Rome Hotel inaugura ora la mostra curata da Gabriella Perna con una selezione tratta dalla collezione de La Galleria d’Arte Purificato.Zero.

La mostra all’Aleph Rome Hotel
La mostra all’Aleph Rome Hotel

La Galleria vanta un’attività storica, che prende vita già dagli anni Settanta, e svolge una costante e vivace promozione culturale nella realtà nazionale ed internazionale. Il sostegno di artisti di grande talento è il principale obiettivo che viene costantemente perseguito da Pino Purificato, e sarà la linea conduttrice anche in questa occasione per la mostra presso l’Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton a cura di Gabriella Perna.

Il perfetto risultato estetico, la più alta qualità e una rigorosa professionalità accompagnano da sempre le iniziative della Galleria, che esprime il meglio della produzione dei nostri tempi. Ogni opera selezionata dalla Galleria Purificato.Zero, risponde a criteri esclusivi e di particolare valore, frutto di controlli e garanzie che offrono il massimo dei risultati.

Giovanni Tommasi Ferroni, Elena Tommasi Ferroni e Maya Kokocinski, che espongono alcuni loro lavori in questa occasione, sono il magistrale esempio di autori dalle grandi doti che hanno raggiunto l’eccellenza nella loro arte pittorica, con alle spalle un passato familiare artistico che ne ha sicuramente segnato il passo.

La mostra all’Aleph Rome Hotel
La mostra all’Aleph Rome Hotel

Un meraviglioso percorso espositivo di sette opere, due opere di Elena Tommasi Ferroni: “Guarda adesso il mio cappello (dal Don Giovanni di Mozart)”, Olio su tela, cm 80×100 e “La scarpetta rossa (Cenerentola)”, Olio su tela, cm 80×90; tre opere di Giovanni Tommasi Ferroni: “Variazione sul tema di Antiope”, Olio su tela, cm 70×100, “Il ratto d’Europa”, Olio su tela, cm 70×100 e “Paesaggio iperrealista con visione mistica”, Olio su tela, cm 50×70. Infine, due opere di Maya Kokocinski Molero: “Pensieri lontani”, Olio su tela, cm70x100 e “L’indovino”, Olio su tela, cm 50×65.

Valeria Fruscio, direttore generale dell’Aleph Rome Hotel ha dichiarato:“Sono entusiasta di accogliere la mostra di questa importante Galleria d’Arte, così che i nostri ospiti possano essere coinvolti dall’idea del bello che le opere in mostra trasmettono. Mentre percorreranno la lobby dell’hotel, vivranno un momento di immersione nella cultura, per una riflessione profonda che vada al di là del senso estetico”.

Gli Artisti:

Giovanni Tommasi Ferroni discende da una famiglia d’arte. Suo nonno, padre, sorella e zio sono tutti pittori e scultori di talento e così porta avanti la tradizione di una famiglia di artisti che risale a molte generazioni. Da bambino frequentava regolarmente lo studio del padre, Riccardo Tommasi Ferroni, dove imparava a dipingere. I suoi dipinti rappresentano un mondo pieno di fantasia dove si uniscono spunti moderni ad elementi classici che fanno parte della sua cultura.

Elena Tommasi Ferroni, fin da giovane frequenta con l’atelier del padre, Riccardo Tommasi Ferroni, e con lui inizia a dipingere. Per definirla con una citazione del critico, storico dell’Arte Claudio Strinati, artista “[…] precisa ma disincantata osservazione della Realtà, con uno stile personalissimo e infallibile […] carico dell’autentico piacere del vedere oltre le apparenze immediate […]”.

La mostra all’Aleph Rome Hotel
La mostra all’Aleph Rome Hotel

Maya Kokocinski è un’artista cilena naturalizzata italiana, inizia nello studio del padre, il pittore figurativo Alessandro Kokocinski. La sua arte figurativa, legata all’utilizzo delle tradizionali tecniche pittoriche, sono alla base della sua poetica. Le atmosfere oniriche e le immagini sognanti rimandano alla grande pittura spagnola dei secoli passati. La poesia della sua pittura è stata celebrata da diversi premi e riconoscimenti nel corso degli anni.

La mostra è visitabile senza prenotazione fino al 16 aprile.

Photo credits Courtesy  of Press Office 

Roma, con la mostra “Eva Kant- Colpo all’Acquedotto” Rinascente entra per la seconda volta nella storia del fumetto

Sono trascorsi sessant’anni da quando Angela e Luciana Giussani diedero vita a Eva Kant, l’inseparabile complice e affascinante compagna del Re del Terrore Diabolik. Così come nel 2022 Rinascente Milano Piazza Duomo ha celebrato il sessantesimo di Diabolik, oggi Rinascente Roma via del Tritone celebra il compleanno di Eva con un altro progetto editoriale da collezione.
Bionda, bellissima, occhi verdi, la complice del Re del Terrore appare per la prima volta nel terzo episodio della saga, L’arresto di Diabolik, e subito ribalta tutte le convenzioni della letteratura popolare. Se fino ad allora il ruolo della compagna del protagonista era quello di mettersi nei guai così da farsi salvare, Eva, alla sua prima apparizione, salva lei Diabolik dalla ghigliottina. «Una donna come solo due donne potevano inventare- spiega Mario Gomboli, storico soggettista e oggi Direttore della casa editrice Astorina – diversa da tutte le eroine che l’avevano preceduta e da tutte quelle che tenteranno, invano, di imitarne il fascino».

Roma, Rinascente Tritone, mostra “Eva Kant-Colpo all’Acquedotto”
Roma, Rinascente Tritone, mostra “Eva Kant-Colpo all’Acquedotto”

Il drammatico passato di Eva, prima del suo incontro con Diabolik, è stato raccontato in un Grande Diabolik uscito nel 2003. Nel mese di maggio, a vent’anni di distanza esatti dalla prima uscita, Astorina lo riporta in edicola con una nuova formula e una veste editoriale di pregio. L’episodio in edicola dal primo giugno, La lama che uccide, sarà poi arricchito dalla presenza, in allegato, dell’albo inedito Rinascente Tritone. Colpo all’Acquedotto.
Nell’inedito la coppia di ladri tenta un secondo colpo alla Rinascente, questa volta nel Flagship store di Roma Via del Tritone, a pochi passi dalla Fontana di Trevi e Piazza di Spagna, vestendo i panni dell’amministratore delegato Pierluigi Cocchini e della direttrice Annalisa Lancia.

Roma, Rinascente Tritone, mostra “Eva Kant-Colpo all’Acquedotto”
Roma, Rinascente Tritone, mostra “Eva Kant-Colpo all’Acquedotto”

Milano Piazza Duomo
Con diversi colpi di scena Eva Kant, insieme a Diabolik, si insidia nel cuore dello store della città eterna, l’Acquedotto Vergine (Aqua Virgo), inaugurato nel 19 a.C. da Agrippa, genero dell’imperatore Augusto e unico degli undici principali acquedotti di Roma antica rimasto ininterrottamente in funzione sino ai nostri giorni.
«Dopo lo spettacolare evento dello scorso novembre realizzato in Rinascente Milano Piazza Duomo per i 60 anni di Diabolik, entrato a far parte della storia del fumetto insieme all’edizione speciale Colpo alla Rinascente, non potevamo mancare i 60 anni di Eva: sarebbe stata gelosa e ce l’avrebbe senz’altro fatta pagare – afferma Cocchini – Eccoci quindi con un nuovo albetto speciale dal titolo Rinascente Tritone. Colpo all’Acquedotto, ambientato nel nostro spettacolare Flagship store di Via del Tritone a Roma: un negozio unico al mondo, un connubio di architettura, shopping, archeologia, intrattenimento. Come vedrete, Eva continua a prendermi di mira. Ormai, siamo probabilmente vicini ad una sorta di affinità elettiva: speriamo che Diabolik non se la prenda a male. Sarebbero guai seri!».

Roma, Rinascente Tritone, mostra “Eva Kant-Colpo all’Acquedotto”
Roma, Rinascente Tritone, mostra “Eva Kant-Colpo all’Acquedotto”

Rinascente entra per la seconda volta nella storia del fumetto 

All’esterno, le vetrine e la facciata dello store di Rinascente dedicate a Eva verranno svelate al pubblico martedì 16 maggio, giorno di lancio del progetto in collaborazione con Astorina.
All’interno, anche il cavedio con le sue spettacolari balconate sarà dedicato ad Eva, così come il piano -1 dello store, l’Exhibition area, luogo dedicato agli eventi, alle esposizioni e al design. Qui i clienti si troveranno di fronte a un allestimento dai colori sgargianti e a un’offerta di merchandising composta da oggetti celebrativi e da collezione di ogni tipo: T-shirt, felpe, shopper, poster e molto altro, tutti articoli realizzati ad hoc per l’occasione. L’Exhibition area ospiterà anche una selezione di opere d’arte mai vista prima: l’artista di fama internazionale Boris Dondè, insieme al suo agente e CEO di Ganas SA Matteo Spangaro, ha dato vita a una collezione inedita. Mario Gomboli, Direttore della casa editrice Astorina, ha ritenuto che le copertine senza tempo del personaggio ben si adattassero alla particolare creatività del Maestro Dondé e ha autorizzato la realizzazione di 24 opere ispirate ad esse. Capolavori unici nel loro genere, come le opere in 3D, resi preziosi dall’inconfondibile tocco “Delicate Chic” del Maestro. Pezzi unici che saranno certificati “unique piece” dalla casa editrice Astorina e dall’artista Dondé.
Protagoniste della collezione anche due opere inedite realizzate per omaggiare l’iconica eroina e l’inedito albetto: Due rose per Eva e Rinascente Tritone. Colpo all’Acquedotto.

Photo credits Courtesy of Press Office

“Urban Roots”, da Sten Lex a Shepard Fairey l’arte urbana invade Roma

Wunderkammern svela giovedì 16 marzo, alle ore 18.30 nella sede romana di via Giulia, la mostra dal titolo “Urban Roots che vedrà protagonisti alcuni degli artisti che hanno contribuito alla realizzazione delle opere d’arte urbana più significative degli ultimi anni.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

L’esposizione sarà un percorso emotivo che introduce il visitatore ad alcuni dei nomi più importanti del panorama nazionale ed internazionale di questo movimento: Blek Le Rat, D*Face, JonOne, Shepard Fairey, 2501, Sten Lex e Tellas.

Dalle opere esposte emergeranno i diversi linguaggi artistici e le sperimentazioni stilistiche personali e innovative dei singoli artisti, che troveranno il loro punto di incontro in un unico contesto – quello urbano – e nella comune esigenza di innovare. Ed è proprio in questa esigenza di relazionarsi, ciascuno a suo modo, con lo spazio urbano che gli Street Artists hanno piantato le loro radici, già germogliate o che germoglieranno: “Urban Roots” partirà da queste radici e costruirà per il visitatore un cammino esplorativo del tutto originale. La mostra raccoglierà opere inedite al pubblico romano, alcune delle quali realizzate appositamente per l’evento.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

In allestimento ci saranno: i celebri topi di Blek Le Rat, da cui l’artista prende il nome “rat” che è anche anagramma di “art”; le rappresentazioni della società odierna in chiave provocatoria e super pop di D*Face; le esplosioni cromatiche di JonOne in grado di far vibrare di emozione gli spettatori; le inconfondibili opere di Shepard Fairey anche in formato orizzontale, nelle quali è sempre presente un forte messaggio politico. E ancora opere di 2501 appartenenti al progetto “Animated Landscape” che unisce Land Art, documentazione filmica e interazione con il tessuto urbano; le opere “colorate” di Sten Lex, una rarità nella produzione del noto duo italiano, caratterizzato dallo “stencil poster”, tecnica incisoria contemporanea di loro invenzione; ed infine la visione personale e intima degli elementi del paesaggio naturale elaborata da Tellas.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

Gli artisti in mostra

Blek le Rat (Xavier Prou, Parigi, 1951) è uno dei pionieri della Street Art internazionale ed è considerato il padre della Stencil Art e punto di riferimento per tutti gli street artists successivi, Banksy compreso. Blek Le Rat rivoluziona la tecnica dello stencil ideando l’iconica rappresentazione del ratto. Ratto come la parola “Rat” contenuta nel suo pseudonimo: secondo l’artista questo è l’unico animale capace di sopravvivere all’apocalisse, un simbolo di libertà.

D*Face (Dean Stockton, Londra, 1978) è uno dei più prolifici e popolari street artists contemporanei. È cresciuto nella capitale britannica, ma gli Stati Uniti, il sogno americano, lo skateboard, l’hip hop, il punk e la musica rock sono sempre stati presenti nel suo pensiero. Il suo stile distintivo è riconoscibile grazie all’uso di immagini pop influenzate dal lavoro di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, dalla campagna “André the Giant has a Posse” disegnata da Shepard Fairey nel 1989, dal linguaggio della pubblicità e dall’universo dei fumetti e dei cartoni animati. Da qui prendono vita i suoi personaggi disfunzionali, accompagnati da un pensiero o da un’affermazione che mette in discussione la nostra società sempre alla ricerca della fama e dell’eccessivo materialismo. Attraverso la sua critica del consumismo, invita il pubblico a riflettere su quello che i media ci costringono a vedere.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

JonOne (John Andrew Perello, New York, USA, 1963) è uno degli artisti contemporanei più riconosciuti oggi in Francia e una figura chiave nel mondo dei graffiti. Comincia a taggare sui muri di Harlem negli anni ‘80, per poi trasferirsi a Parigi, dove porta il suo linguaggio nelle strade della capitale francese. Lo stile unico che definisce il lavoro di JonOne, tra i Graffiti e l’Espressionismo Astratto, deriva dalla combinazione di tre elementi fondamentali: la calligrafia, il colore e la materia pittorica, che insieme inondano di energia l’intera superficie dell’opera, grazie all’intersecazione continua delle linee e all’estrema brillantezza dei colori impiegati.

Shepard Fairey (Obey) (Shepard Fairey, Charleston, Nord Carolina, 1970) si fa conoscere nella scena artistica all’inizio degli anni Novanta con il nome OBEY GIANT. Nel 1989 idea la campagna di sticker “André the Giant has a posse” con cui tappezza le strade di Providence di adesivi che ritraggono il volto del wrestler francese André the Giant. Da qui prende avvio il suo percorso artistico, che resterà sempre legato alla cultura hip hop e punk rock. Elaborando il design di adesivi, poster e matrici, Shepard sceglie di utilizzare una palette di colori minimalista, immediata ed efficace; con il suo linguaggio artistico vuole creare delle immagini comprensibili a tutti. Obey ha fatto della sua arte un vero manifesto politico e sociale.

2501 (Jacopo Ceccarelli, Milano, 1981) inizia a taggare i treni all’età di 14 anni con il nome di “Never”. Si trasferisce a San Paolo, in Brasile, dove matura il suo stile artistico e sviluppa la sua tecnica; decide quindi di cambiare il suo nome in 2501, la sua data di nascita, per ricordare a se stesso questa rinascita artistica. La sua produzione, tra astratto e figurativo, si ispira alla natura e passa ora dai video ai dipinti, dagli elementi organici alle sculture. Ciò che conta per l’artista è il concetto e per esprimerlo si concentra sulla cosiddetta “gestualità”, il movimento della sua mano sulla superficie.

Shepard Fairey
Shepard Fairey

Sten Lex, Sten (Roma, 1982) e Lex (Taranto, 1982) sono un duo di urban artists italiani che hanno reso celebre e inconfondibile la loro arte con la tecnica da loro stessi ideata: lo Stencil Poster. Nel loro processo artistico applicano gli stencil e strisce di carta sulla superficie dell’edificio, che poi rimuovono sia manualmente che attraverso gli agenti atmosferici, lasciando così emergere l’immagine e allo stesso tempo esponendo alcune parti dell’edificio. Nelle loro opere portano in scena sia immagini astratte, che si inseriscono armonicamente nel territorio, sia volti di persone, anonime e casuali, che diventano protagoniste della strada. Utilizzando principalmente scale di grigi e bianco e nero, i loro interventi sono influenzati da Op Art e fotografia.

Tellas (Fabio Schirru, Cagliari, Italia, 1985) nella sua arte trasforma le città in giardini urbani, creando dei modelli organici e vegetali, ispirati ai paesaggi aspri della Sardegna. L’artista riflette sia sui cambiamenti climatici che sulla cementificazione massiccia che ha portato le città a divorare sempre di più il paesaggio circostante. Le sue opere, invece, si inseriscono in modo armonico nello spazio cittadino creando un’estetica non-urbana ed astratta.

Photo credits Courtesy of Shepard Fairey & Press Office

 

Milano Design Week, con la mostra “L’Allievo” targata Naba un dialogo tra generazioni di progettisti

In occasione del più importante evento internazionale dedicato al mondo del progetto, la Design Week (che si svolgerà a Milano dal 17 al 23 aprile 2023), NABA, Nuova Accademia di Belle Arti prenderà parte all’evento ideato da Alcova, presso gli spazi inediti nella vastissima area dell’ex Macello di Porta Vittoria – in viale Molise, 62 a Milano – con la mostra “L’Allievo, un dialogo tra generazioni di progettisti NABA”.

La mostra metterà in scena le relazioni umane e progettuali che si instaurano tra l’allievo e il suo insegnante all’interno dell’Accademia. La formazione non è un mero passaggio di sapere, ma un confronto e uno scambio tra individui che stanno alla base dell’apprendimento.

Uno sguardo collettivo sul mondo del progetto oggi che nasce dal dialogo tra i prodotti-icone di 11 protagonisti del design contemporaneo, docenti in NABA, e i nuovi meta-progetti di 11 studenti dell’Area Design della stessa Accademia.

Naba, credits Official website
Naba, credits Official website

“L’Allievo” nasce da un’idea di Claudio Larcher, NABA Design Area Leader, e Italo Rota, NABA Scientific Advisor. Il progetto è di Claudio Larcher con Sovrappensiero Design Studio, designer e docenti NABA.

I designer coinvolti, docenti in NABA, sono: Analogia Project, CtrlZak, Andrea De Chirico, Nikolas Koronis, Giacomo Moor, Donata Paruccini, Matteo Ragni, Sara Ricciardi, Valerio Sommella, Philippe Tabet, Studio Zaven.

Gli studenti dell’Area Design di NABA che hanno preso parte al progetto sono: Mattia Baron, Tommaso Chiusi, Paolo De Castiglioni, Sofia Laura D’andrea, Gaia Colella, Debora Di Pinto, Riccardo Proli, Rebecca Mauri, Eleonora dello Iacono, Tianyu Ma, Leiyi Zhu.

Ligabue e Van Gogh, il confronto tra i loro autoritratti al Palazzo Bonaparte di Roma

“Antonio Ligabue: il van Gogh con la moto rossa”: questo il titolo dell’articolo del 12 marzo 1961 comparso su “Epoca” a firma dalla giornalista, saggista e scrittrice italiana Grazia Livi a seguito alla memorabile mostra alla Barcaccia di Roma presentata da Giancarlo Vigorelli. L’esposizione romana consacrava il lavoro di Antonio Ligabue e veicolava per la prima volta, oltre i confini emiliani, l’asprezza espressionista del pittore di Gualtieri.

Oggi, in occasione della mostra Antonio Ligabue (che aprirà al pubblico il prossimo 25 marzo al Castello aragonese di Conversano), dal 1 al 12 marzo, presso la mostra “Van Gogh. Capolavori dal Kröller-Müller Museum” a Palazzo Bonaparte di Roma sarà ospitato un dialogo del tutto inedito tra due Autoritratti proprio dei due artisti, così tanto distanti quanto simili per destino e voglia di riscatto.
Un confronto ideato da Francesco Negri per onorare il lavoro svolto dal padre Sergio nel corso della sua vita.

Antonio Ligabue, Autoritratto con berretto da motociclista, s.d. (1954 - 1955). Olio su tavola di faesite, cm 80x70. Collezione privata
Antonio Ligabue, Autoritratto con berretto da motociclista, s.d. (1954 – 1955). Olio su tavola di faesite, cm 80×70. Collezione privata

Potrebbe risultare difficile immaginare delle affinità, o anche solo dei semplici punti di contatto, tra due autori tanto diversi: se Van Gogh è dotato di uno spirito superiore che lo porta oltre il reale e nella sua arte è riscontrabile una matrice letteraria, Ligabue mette il suo istinto davanti alla natura e avvia un convulso e furioso dialogo con il colore.

E proprio nell’uso del colore, nell’inquietudine inesorabile che li pervade e in quel disadattamento personale che riescono a superare solo dipingendo vanno ricercati i motivi di tangenza tra i due artisti, al di là della tecnica pittorica e di quanto abbiano rappresentato sulla tela.
Più l’anima è straziata, più i colori diventano brillanti.

Vincent in una lettera alla sorella Willemien scrive: “Più divento brutto, vecchio, cattivo, malato e povero, più desidero riscattarmi facendo colori brillanti, ben accostati e splendenti” e lo stesso vale per Ligabue, il cui animo soffocato dal dolore si libera dagli incubi che ha dentro, avviando un convulso e furioso dialogo con il colore, creando capolavori di un’arte primitiva e istintiva e di una brutalità senza filtri.
Van Gogh e Ligabue, esclusi da una società creata dagli uomini, condividono una solitudine senza appigli che riesce a scongiurare la disperazione solo attraverso la pittura.
Non stupisce dunque, come documenta questo confronto, che entrambi sentano la necessità di riprodurre la propria immagine più volte, come a voler dare prova della loro esistenza in un mondo che li ha emarginati e con lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore.

Vincent van Gogh, Autoritratto, Parigi, aprile – giugno 1887. Olio su cartone, cm 32,8x24. © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
Vincent van Gogh, Autoritratto, Parigi, aprile – giugno 1887. Olio su cartone, cm 32,8×24. © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

“Dialoghi o conflitti fra la coscienza e la percezione visiva del proprio volto … Ed è proprio in questo senso che alcuni dei grandi espressionisti, oltre a Van Gogh, hanno analizzato se stessi davanti a queste superfici dipingendo decine e decine di autoritratti, con l’intento di riversare in essi le angosce e i tormenti che li affliggevano” scrive Sergio Negri, il maggior esperto di Antonio Ligabue, nel catalogo generale dei dipinti a sua cura edito da Electa nel 2002.

Ragione e istinto; conoscenza raffinata e foga animale; un’unica disperata solitudine. I due artisti sono accomunati da un’unica disperata solitudine, uno stato generato dalla disillusione di credere alla bontà della natura, entrambi vedono l’universo per quello che è e ne dipingono la brutalità senza filtri.

Due artisti che, seppur in maniera diversa, col proprio linguaggio e proprie opere sono stati in grado ugualmente di penetrare l’anima e di nutrire la fantasia degli spettatori.

Photo credits Courtesy of Press Office

Andy Warhol, a Roma la mostra “Flesh: Warhol & The Cow” con i ritratti di Regina Schrecker musa del genio della Pop Art

In seguito ai grandi consensi dell’ esposizione precedente, che ha registrato oltre 14mila visitatori arrivati da Roma, ma anche da tutta l’Italia e da ogni parte del mondo, riapre al pubblico la mostra di Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”. Il vernissage  si terrà sabato  4 marzo, alle ore 17.00, in via Giovanni l’Eltore 35 (traversa di via Cristoforo Colombo) presso il nuovo Spazio Culturale della Vaccheria di Roma Capitale nel IX Municipio presieduto da Titti Di Salvo.

Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”
Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”

Collocato nel paesaggio urbano contemporaneo dell’Eur e nato dalla convenzione urbanistica “Eur – Castellaccio”, la Vaccheria è un casale storico, uno spazio straordinario con una superficie complessiva di quasi 1.800 metri quadri completamente ristrutturato, trasformato in un centro culturale, inaugurato a settembre del 2022 con la mostra di Andy Warhol.

Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”
Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”

Il progetto espositivo sarà arricchito con l’inserimento di nuove e importanti opere tra le quali brilleranno i due ritratti della Fashion Designer Regina Schrecker che è stata soggetto ispiratrice del Maestro Andy Warhol, padre indiscusso della Pop Art.

Regina Schrecker, al tempo “Lady Universo”, icona di bellezza e di eleganza, interverrà per  presentare i due suoi quadri, a lei dedicati da Warhol e racconterà del loro incontro a New York e dei momenti in cui, nella magia della famosa Factory, il Maestro scattava tante polaroid, ispirato dalla visione artistica della Pop Art. Le foto in bianco e nero, anch’esse in mostra, documentano e ci riportano al rapporto di amicizia e di ammirazione che si era stabilito tra di loro.

Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”
Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”

Per questa esposizione  Schrecker, in collaborazione con il designer Pino Masci, propone anche un’originale rappresentazione delle sue due tele, esaltate nella teatralità delle sculture/cavalletti che le sospendono. È rappresentata così quella contaminazione artistica che solo la visione poliedrica dell’ Arte può realizzare.

Sarà anche l’occasione per Regina di annunciare l’expo dedicata alla sua carriera artistica di modella, costumista e fashion designer che aprirà i battenti il 28 aprile 2023 nella magnifica sede museale della “Collezione Zerbinati” di Villa Morosini a Polesella (Rovigo), alla presenza del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”
Vaccheria Roma, mostra Andy Warhol “Flesh: Warhol & The Cow”

L’esposizione “Flesh: Warhol & The Cow”, a cura di Giuliano Gasparotti Francesco Mazzei, e nata grazie alla collaborazione con Gianfranco Rosini, fondatore della “Collezione Rosini Gutman” di Andy Warhol, sarà aperta al pubblico fino a sabato 1° aprile.

 

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Lucio Dalla, al Museo Archeologico di Napoli arriva la mostra dedicata al cantautore

Arriva a Napoli l’affascinante viaggio nel mondo di Lucio Dalla, iconico e innovativo cantautore, immortale, prerogativa solo dei grandissimi artisti. Non esiste luogo migliore per celebrarlo nel giorno del suo 80° compleanno con la grande mostra-evento ribattezzata per l’occasione “Lucio Dalla. Il sogno di essere napoletano” dedicata al genio umano e musicale, che sarà realizzata a Napoli dal 4 marzo al 25 giugno 2023 al MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tra le più antiche e importanti istituzioni culturali al mondo. Un viaggio che parte dall’infanzia e ripercorre un percorso straordinario di vita e memoria collettiva, al ritmo delle note delle sue straordinarie canzoni.

MANN, locandina mostra “Lucio Dalla. Il sogno di essere napoletano”
MANN, locandina mostra “Lucio Dalla. Il sogno di essere napoletano”

La mostra, promossa da MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini, e Fondazione Lucio Dalla con Ministero della Cultura, con la collaborazione e il sostegno di Regione Campania e Fondazione Campania dei Festival è organizzata e prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, Special partner Lavoropiù.L’esposizione a cura di Alessandro Nicosia con la Fondazione Lucio Dalla, fa parte delle iniziative “Il MANN per la città” e vede la partecipazione di Archivio Luce Cinecittà con il patrocinio di RAI e la collaborazione tecnica di SIAE Società Italiana degli Autori e degli Editori, Universal Music Publishing Group, Grand Hotel Vesuvio e BIG|Broker Insurance Group. Catalogo Skira editore. Non è un’impresa facile raccontare in una esposizione cinquant’anni di storia. Tutto nasce da una lunga ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero cammino umano e artistico di uno dei più amati artisti italiani e internazionali. Lucio Dalla ha segnato in modo assolutamente unico e innovativo la storia della musica italiana. Un cantore di vita e suoni che con graffiante ironia e sguardo poetico ha conquistato il cuore di tutti, non solo musicista ma anche attore, scrittore, regista teatrale, amante dello sport e appassionato di motori, danza, opera lirica, pittura, letteratura, con un numero impressionante di interessi.

Nella foto, il cantautore Lucio Dalla
Nella foto, il cantautore Lucio Dalla

Così, attraverso documenti, foto, copertine dei dischi, video, oggetti, abiti di scena, locandine dei film a cui ha partecipato, manifesti, la ricca collezione di cappelli e berretti, sarà possibile scoprire l’intimità di Lucio e vivere la forza della sua musica. Oltre dieci le sezioni in cui è suddivisa l’esposizione: La sua musica, Famiglia-Infanzia-Amicizie-Inizi musicali, Dalla si racconta, Il clarinetto, Dalla e Napoli, Il cinema, il teatro, la televisione, Dalla e Roversi, Universo Dalla, Il museo Lucio Dalla. La sezione inedita Dalla e Napoli è dedicata al rapporto tra il cantante e il capoluogo campano, città che inevitabilmente lo ha incantato e grande fonte di ispirazione per le sue canzoni.

Insieme ai documenti che ci raccontano la sua vita, l’arte e le sue passioni, la mostra offrirà allo spettatore l’opportunità di un incontro unico e speciale con l’artista. La mostra sarà arricchita anche da un importante catalogo edito da Skira che contiene storia, immagini e anche un lungo elenco di straordinarie testimonianze che aiutano a comprendere nel profondo il suo eclettico carattere.

Photo credits Courtesy of Press Office

Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati” d’arte in mostra alla 21Gallery di Treviso

Da mercoledì 1 febbraio la 21Gallery presenta a Villorba di Treviso il lavoro di Cristiano Pintaldi, uno dei più interessanti ed affermati pittori italiani della generazione emersa negli anni ’90, nella mostra “Incontri ravvicinati” a cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio.

Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”
Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”

Fin dai suoi esordi, l’artista affascina il pubblico per la sua straordinaria tecnica, grazie alla quale riesce a riprodurre qualsiasi immagine e colore, utilizzando soltanto tinte di rosso, verde e blu, disposte in milioni di pixel sulla tela. Riproducendo a mano la tecnologia che permette alle immagini di comparire su uno schermo televisivo, Pintaldi realizza dipinti unici ed inimitabili che hanno fatto il giro del mondo e sono stati esposti in musei come il MAXXI – che possiede una sua opera nella collezione permanente – il MACRO o la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Le sue opere sono state acquisite nelle collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli (Torino), del MART, nella collezione VAF – Stiftung (Trento), del CAMeC Centro d’Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia e sono state esposte su palcoscenici internazionali da Singapore a Londra, fino ad uno degli eventi collaterali della Biennale di Venezia.

Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”
Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”

Il mondo di Pintaldi nasce e si muove intorno alla televisione e alle immagini che film, serie o notiziari internazionali hanno trasformato in icone. Molto prima dell’esplosione dei social network e del fenomeno delle fake news, l’artista ha iniziato ad esplorare il processo che fa di una notizia o di una storia un pezzo di memoria collettiva, anche se in pochissimi hanno potuto osservarla dal vero. In particolare, il fenomeno degli avvistamenti di UFO affascina da sempre l’artista, fino a diventare un motivo ricorrente nel suo lavoro. Nei suoi quadri compaiono volti noti dei film del passato, ma anche frame tratti dalle serie globali come La Casa di Carta o Squid Game, dove ogni volta lo spettatore si ritrova in dialogo diretto, coinvolto nella scena, che compare soltanto se osserva il dipinto ad una certa distanza. Sorprendente è l’esperienza nella quale la combinazione di pixel rossi, verdi e blu produce un’immagine in bianco e nero.

Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”
Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”

Quello che differenzia il mio lavoro da quello di altri artisti – afferma Pintaldi – è il modus operandi: il colore scelto, il colore finale che percepisce l’osservatore nel dipinto è invisibile a me durante il processo. È il risultato di una combinazione di tre colori stesi sulla tela in momenti diversi, sistemati uno vicino all’altro e mai mescolati; il “pennello” è guidato solo dal mio istinto.

La natura delle nostre percezioni, il sottile, ineffabile, confine tra realtà e sogno, il rapporto tra anima e natura, verità e illusione, intuizione e progetto: sono temi che già interrogavano i filosofi greci e hanno acceso dibattiti per millenni. Per questo, possiamo dire che il lavoro di Pintaldi costituisce una tappa all’interno del percorso filosofico universale, un punto di vista che non teme di prendere posizione nella secolare investigazione che cerca di assegnare all’essere umano un posto nel mondo. (Costantino D’Orazio, dal testo in catalogo).

Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”
Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”

Il fulmine che ha colpito il crocifisso sulla cupola di San Pietro durante un temporale alle 17.56 dell’11 febbraio 2013, il giorno in cui Benedetto XVI annunciò le proprie dimissioni; l’attimo in cui un UFO compare accanto al vulcano Sakurajima, in Costa Rica, mentre erutta; ma anche il momento dell’impatto tra il Boeing 737 della United Airlines e una delle Twin Towers: sono istanti radicati nella nostra anima, che Pintaldi estrae per costringerci a non nasconderli nel cantone più recondito della nostra coscienza, dove non possono fare male a nessuno. Sono quadri che scavano nella storia e non temono di mostrare quelle paure che da molti anni il mondo cerca di rimuovere o minimizzare.

Sono scene che la maggior parte di noi, ma soprattutto l’artista, ha visto soltanto attraverso lo schermo o una proiezione; eppure le avvertiamo concrete e reali, perché a loro sono legate emozioni forti e reazioni individuali, proprio come se le avessimo vissute dal vero. « I miei lavori rappresentano momenti sospesi, fermi nel tempo.», spiega Pintaldi.

Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”
Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”

About 21GALLERY 

21Gallery si trova nel cuore del TAD (Treviso Arts District) a Villorba (TV): è una galleria dedicata all’arte contemporanea con il suo focus nei confronti di artisti emergenti. Si forma dall’incontro di idee di tre grandi imprenditori impegnati in settori diversi, Alessandro Benetton, Massimiliano Mucciaccia e Davide Vanin, ed è parte della struttura di 1.500 mq che coinvolge professionisti selezionati e aziende di eccellenza nei settori delle arti visive, del food & beverage e del design. A consolidare e massimizzare questa qualitá è stato scelto un autorevole board scientifico, composto da Cesare Biasini Selvaggi, curatore e manager culturale; Luca Boriello, direttore ricerca INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana e coordinatore scientifico di Inopinatum Centro Studi sulla Creatività Urbana-Università Suor Orsola Benincasa di Napoli; Alberto Castelvecchi, già fondatore dell’omonima casa editrice specializzata in nuove tendenze, culture giovanili e fenomeni emergenti, oggi docente di public speaking presso l’università Luiss Guido Carli; David Alan Chipperfield, fondatore di Davide Chipperfield Architects di Londra; Ernesto Fürstenberg Fassio, manager, amministratore delegato de La Scogliera S.p.a. e Presidente di Banca IFIS. 21Gallery, valorizzando i più giovani talenti nel campo delle arti visive, punta a sostenere cause benefiche e a creare un impatto positivo sul territorio.

Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”
Cristiano Pintaldi, “Incontri ravvicinati”

About CRISTIANO PINTALDI

Nasce nel 1970 a Roma. Vive e lavora a Roma. Cresciuto in una famiglia di pubblicitari appassionati d’arte, dal 1991 ha cominciato a usare solo i tre colori primari, rosso, verde e blu, su uno sfondo nero, accostandoli nello stesso modo in cui i pixel si dispongono per dare vita all’immagine sullo schermo televisivo. I soggetti scelti – che sono tratti dalla cultura popolare, dai programmi televisivi, dai cartoni animati, dai film cult di fantascienza e dai film di Kubrick – sono così scomposti in pixel, che però sono, di fatto, creati dall’artista con una mascherina di un centimetro quadrato che comprende al suo interno tre segni paralleli verticali dei tre colori. Pintaldi applica numerosi strati di pittura con l’aerografo, lavorando su tre livelli, uno per volta, e scoprendo l’effetto solamente a fine lavoro. Tra le immagini simbolo ci sono: l’alieno, l’UFO, il fulmine, il Papa, la maschera, che, con altre, sono per l’artista in qualche modo delle chiavi d’interpretazione della realtà in cui viviamo. L’abile riduzione dello spettro dei colori operata da Pintaldi instaura un dialogo tra colori e forme, forzandoci a investigare sia i limiti, sia la sintesi, tra realtà e finzione.

Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche a Roma nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna, nel MAXXI Museo d’Arte Contemporanea del XXI secolo, nel MACRO Museo d’Arte Contemporanea e nel Museo d’Arte Moderna di La Spezia.

Pintaldi ha preso parte a numerose mostre collettive e personali. Tra le ultime monografiche si ricordano “Lucid dreams” (2011), curata da Achille Bonito Oliva nell’Ex Cantiere Navale di Venezia, come evento collaterale della LIV Esposizione Internazionale d’Arte  Biennale, “Suspended Animation”, curata da Gianluca Marziani presso il Museo Scientifico e di Ricerca dell’Accademia Russa di Belle Arti di San Pietroburgo e presso la Galleria Partner&Mucciaccia di Singapore (2014), “Dalla materia alla luce”,  a cura di stella Santacatterina presso il MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma (2015).

Photo credits Courtesy of Press Office

Ad Altaroma in mostra bijoux e accessori per esorcizzare il Covid-19

Un’ “Onda Creativa”, partita durante il lockdown con incontri virali in rete, contagia anche Altaroma. L’associazione no profit “Officine di Talenti Preziosi”(OTP), fondata nel 2013 nella Capitale dalla docente di design del gioiello e presidente Marina Valli, affiancata dal 2016 dalla vicepresidente, jewelry designer e docente Ied Gioia Capolei, ritorna alla kermesse capitolina con il progetto espositivo “Oasi, nuovi approdi per l’arte dell’ornamento”. In questa particolare edizione, OTP e la Galleria INCINQUE OPEN ART MONTI, che condividono la medesima mission, hanno deciso insieme di creare nuove sinergie e di rafforzare la presenza sul territorio unendosi in un evento esclusivo durante la Fashion Week per la valorizzazione delle proposte artistiche. E raccontare i nuovi linguaggi nell’arte dell’ornamento del panorama romano.

OTP ha sfruttato l’isolamento forzato per creare nuove collaborazioni tra i suoi associati e le realtà vicine, basate su un lavoro di gruppo tramite webinar con analisi e spunti della storica Anna Fiorelli, potenziando la creatività degli associati e dei partner attraverso la realizzazione di pezzi finalizzati all’evento esclusivo in calendario. Si entra in una nuova era, è necessaria una nuova visione di un mondo futuro, diverso e che abbracci culture differenti. “La parola chiave è Trasformazione– spiegano Valli e Capolei- Osserviamo e viviamo una nuova realtà, una nuova vita, sperimentiamo nuove dinamiche, con regole molto restrittive che stanno  cambiando la quotidianità e il bisogno di socialità. Ma come saranno i gioielli e gli accessori del futuro?”.

In una mostra reale visitabile fino dal 15 al 17 settembre alla Galleria Incinque OpenArt Monti, diretta dall’architetto Monica Cecchini, e virtuale grazie ad un video sulla piattaforma digitale di Altaroma, un’esplosione di creatività per esorcizzare il Covid-19: orecchini da portare con la mascherina, bottigliette per il gel igienizzante tempestate di pietre pregiate, amuleti porte-bonheur  dal fascino brasiliano per i millennials che hanno affrontato la quarantena da soli lontano dalla famiglia. Ma anche couture mask ricamate, bijoux con le spire tipiche del coronavirus che diventa un bijou da collezionare. Borse fatte a mano, conciate con pelli ecosostenibili, anelli e bracciali futuristici per il domani che verrà, strizzando l’occhio al rispetto dell’ambiente. L’esperienza della pandemia ha arricchito i creativi di Officine di Talenti Preziosi di una nuova sensibilità, accrescendo l’esigenza di una maggiore attenzione alla sostenibilità green, etica e sociale, rileggendo la percezione dell’oggetto d’arte e dell’ornamento per riscrivere, attraverso il suo valore simbolico, i cambiamenti negli usi e nei costumi della vita di tutti i giorni con le sue necessità.

Accanto all’expo è stato realizzato un cortometraggio, appositamente ideato da una giovane regista, Caterina Biasiucci, in collaborazione con il fotografo Valerio Polici, per interpretare e rendere visibili gli oggetti artistici esposti indirizzandosi, in particolare, ai giovani e ai millennials con linguaggi estetici sperimentali e attrattivi. Professionisti e persone comuni saranno coinvolti per indossare le creazioni dei designer. Una scelta registica che è la naturale conseguenza dell’orientamento etico di Officine di Talenti Preziosi e della Galleria InCinque Open Art Monti. Lo short movie intende raccogliere l’esperienza di riflessione e creatività di OTP dettata dalla quarantena. L’obbligatoria interruzione di ogni attività formativa e produttiva, il distanziamento, la profonda crisi personale e identitaria hanno fatto ripensare all’esperienza post-bellica, in cui il senso dell’arte e dell’ornamento è stato stravolto e ha assunto un nuovo significato. Il corto si ispira al vissuto, la regista ha condiviso con Officine di Talenti Preziosi l’impostazione di ispirazione neorealista: pochissimi attori professionisti, volti significativi selezionati tra la gente per dare voce, immagine e corpo all’idea di nuovi approdi della creatività nell’arte dell’ornamento. Per rispettare l’impostazione neorealista sono stati scelti ambienti “veri” e non ricostruiti, svolgendo le riprese en plein air, dove è più facile rispettare tutte le precauzioni previste dai protocolli di sicurezza anti-contagio Covid.

GUARDA IL VIDEO EMOZIONALE “Oasi, nuovi approdi per l’arte dell’ornamento” sulla piattaforma digitale di Altaroma: http://digitalrunway.altaroma.it/.

Per gli outfit, OTP ha immaginato gli abiti dello storico Concept Store LOL di Fabio Casentini in via Urbana 98, raffinata boutique dall’eleganza minimal in cui convivono armoniosamente collezioni trendy e accessori ricercati: una delle tappe capitoline da non perdere per chi ama lo shopping e dove, tra mille vicoli caratteristici e numerose botteghe, poter fare acquisti di pregio.

ABOUT OFFICINE DI TALENTI PREZIOSI (OTP):

L’obiettivo di Officine di Talenti Preziosi, sin dalla sua nascita, è quello di creare un ponte per i giovani delle accademie e il mondo del lavoro, coinvolgendo artigiani e professionisti, nonché appassionati, per promuovere la cultura del gioiello in tutte le sue espressioni attraverso corsi di aggiornamento ed eventi esclusivi. Un punto di incontro e dialogo tra le tante realtà del settore e buyer con la mission di valorizzare l’interesse verso l’arte, la cultura e la qualità del manufatto prezioso e dell’accessorio moda, evocando la storica tradizione artistica e artigianale dell’oreficeria romana: il gioiello, l’ornamento e l’accessorio sono veri e propri oggetti d’arte sperimentale.

L’associazione ha inoltre dedicato un Premio alla memoria di Giovanni Valli, designer di Bvlgari dal ’45 al ’90 e padre della presidente Marina Valli, aperto ad operatori del settore, orafi, e giovani creativi che hanno frequentato scuole ed istituti specialistici. Dal prossimo mese di ottobre, OTP terrà brevi corsi di aggiornamento nel settore del design curati, anche online, dalla new entry Gian Luca Lera.

 

Negli scorsi anni OTP ha presentato al pubblico tematiche all’avanguardia, proponendo originali bijoux, ma non solo. Dalla ricerca sui sensi fino alla sostenibilità: il primo evento è stato dedicato al gusto “Food Bijou – 2015”, a cui ha fatto seguito il tema dell’olfatto con “Bijou & Parfum – 2016” e infine, includendo il sesto senso nella globalità dei sensi, è stato realizzato “Sensi e Bijou- 2017” ,presentato ad ALTAROMA 2017 nella sezione IN TOWN. Poi “Bijou & Gioielli…KM 0… KILOMETROITALY” ad ALTAROMA 2018, sezione IN TOWN, “Bijou Green, verso un Mondo migliore”, durante ALTAROMA 2019 sezione IN TOWN, e “Sostenibilità & Bijou, Accessories. Verso nuovi Orizzonti” ad ALTAROMA nel gennaio 2020.

Per perseguire i suoi scopi, dalla sua fondazione Officine ha organizzato ogni anno eventi, corsi di formazione, esposizioni, conferenze e attività editoriali. Riunisce le eccellenze del settore, incontra e si confronta con diverse realtà per dare sempre più voce al mondo del gioiello. Tra le figure di spicco ed esperti che hanno partecipato ai webinar dal titolo “L‘Aperitivo del GioielloLucia Silvestri, responsabile ufficio stile di Bvlgari, Paola De Luca, founder e creative director di The Futurist, la storica del gioiello ed esperta di design Anna Fiorelli ed il jewelry designer Alessio Boschi, il designer di accessori Gian Luca Lera, la jewelry designer Ilaria Lanzoni e Giorgia Di Simone, il jewelry designer Gioviano Sgarlata, l’imprenditore e jewelry designer Fabrizio Falcinelli.

MORE INFO ON YOUTUBE:

https://www.youtube.com/results?sp=mAEB&search_query=officine+di+talenti+preziosi

ABOUT  “INCINQUE OPEN ART MONTI”, la Galleria dell’architetto Monica Cecchini:

Incinque Open Art Monti nasce nel 2016 a Roma, nel cuore del rione Monti, con l’obiettivo di rappresentare l’interconnessione tra arte, architettura, design ed artigianato. Un concept dell’evoluzione del lavoro che, attraverso la fusione delle esperienze personali, cerca il rilancio della creatività in tutti gli ambiti e la valorizzazione dell’arte e della cultura. Puntando alla contaminazione tra eventi culturali e territorio. Il concetto è proprio quello di uno “spazio aperto” all’arte, all’architettura, al design, alle attività formative e culturali, ubicato in un affascinante edificio medievale risalente al 1300, che viene messo a disposizione per esplorare i diversi aspetti della contemporaneità. Ogni progetto vuole essere vissuto in sintonia con il connettivo urbano e sociale, ideato seguendo i concetti di sostenibilità e di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. Dal 2019, nel cuore del centro storico l’Art Gallery intende promuovere la cultura del gioiello contemporaneo nella Capitale. Incinque, partendo dalle profonde radici culturali e dall’eccellente passato nelle arti orafe, pone come fine della valorizzazione quello di generare nuova linfa creativa.

DESIGNER PARTECIPANTI A “Oasi, nuovi approdi per l’arte dell’ornamento”:

Valentina Allotti, Kristina C, Glauco Cambi, Gioia Capolei, Christel Deliège, Gabrielle Delille Jewelry Creations, Doni Del Mare Gioielli, Marina Ettorri, Daniela Ferrero, Laura Forte, Giun, Fabiana Lanzilao_Jewelry, Emanuele Leonardi, Gian Luca Lera, Lina Mancini, Elisa Marcantonio, Gianluca Merlonghi, Chiara Mingiardi, Laura Mustacciuoli, Nadè by Nadia Coretti, Lucio Napolitani, Oro Bronzo di Sabrina Marzi, Liliana Palaia, Sabrina Pancot Jewels, Gloria Passidomo Uo Mum Jewels®, Angela Pezzino, Anna Pinzari, Angela Maria Poti, Manuela Radice, Maria Paola Ranfi, Carlo Maria Sambati, Michele Soave, Sognando_loScirocco_Jewels, Marina Valli, Lorella Verrillo.

MAIN PARTNER DELL’EVENTO:

Galleria InCinque Open Art Monti, Abiti e Stylist Concept Store LOL Roma, modelle Style di portamento dell’Accademia Koefia, Make up-Hair styling a cura di Maria Lucia Di Casola Flavia Todaro dell’Accademia di Trucco professionale, Roma, Degustazione Vini Nani-Martin, Valdobbiadene, Cortometraggio e Riprese Foto e Video di Caterina Biasiucci e Valerio Polici.

 

Photo credits della gallery_Valerio Polici

 

 

 

“Sostenibilità & Bijou, Accessories”, Officine di Talenti Preziosi in mostra ad Altaroma tra etica ed ecologia

L’arte del gioiello si arricchisce abbracciando la sostenibilità etica ed ambientale durante la kermesse Altaroma. Sabato 25 gennaio, dalle ore 10.00 alle 20.00, al Guido Reni District l’associazione no-profit Officine di Talenti Preziosi (OTP) presenta il suo nuovo progetto creativo “Sostenibilità & Bijou, Accessories. Verso nuovi Orizzonti” che continua il percorso tracciato dal fil rouge nella mostra dello scorso luglio. Nell’edizione invernale della manifestazione capitolina si uniscono al lavoro di OTP nuovi designer, confermando l’importanza del tema dell’ecologia anche nel settore degli accessori ed evolvendo verso l’aspetto della solidarietà, intesa come “unicità” che guarda non solo alla tutela dell’ambiente ma alla condivisione e all’impegno sociale. Puntando sulle diverse abilità che costituiscono un valore aggiunto nella fase di creazione. Alcuni ragazzi diversamente abili con sindrome di Down, grazie alla collaborazione tra l’associazione e l’agenzia Double, guidata da Rosaria Melia, hanno realizzato singolari braccialetti che verranno presentati agli ospiti dell’iniziativa. Un evento poliedrico alle ore 16.00 vedrà in scena la performance di danza site specific della scuola Studio dance theatre di Grottaferrata diretta da M. Gabriella Marinelli e Franca Visciglia, con la direzione artistica di Alessandra Delle Monache e le coreografie di Roberta Romei. Ci sarà, inoltre, il contributo musicale di Bragù Project, duo jazz formato dallo spagnolo Guillem Ubach e dal brasiliano Raul Faleiro Belardin, mentre le modelle indosseranno abiti firmati dalla stilista Alessandra Giannetti. Live drawing e momento gourmet con Matù Chocolate, che produce cioccolato dal packaging biodegradabile, e degustazione di prodotti tipici dell’azienda agricola Torrino dei Gelsi.

All’esposizione dei nuovi bijoux “green” con un’antologia delle precedenti creazioni di OTP non mancheranno esperti del mondo jewelery e fashion. Materiali alternativi e di scarto, borse che nascono dalle bucce di mela, pelle d’ananas, vetro, plastica e rifiuti, riuso creativo dei metalli, filiere certificate e buone pratiche per l‘associazione fondata nel 2013 dalla presidente Marina Valli, affiancata dal 2016 dalla vicepresidente Gioia Capolei, con l’obiettivo di creare un ponte per i giovani delle accademie e il mondo del lavoro, coinvolgendo artigiani e professionisti, nonché appassionati, per promuovere la cultura del gioiello in tutte le sue espressioni attraverso corsi di aggiornamento ed eventi esclusivi che diventano un punto di incontro tra interlocutori e buyer.“Abbiamo scelto di puntare sulla sostenibilità ambientale, continuando sulla strada già intrapresa lo scorso luglio, ma questa volta il concetto di sostenibile si traduce in etico e solidale con il coinvolgimento di Double, agenzia impegnata da anni nel sociale. OTP ha poi intitolato un premio alla memoria di mio padre Giovanni Valli, designer di Bvlgari dal ’45 al ’90, aperto ad operatori del settore, orafi, e giovani creativi che hanno frequentato scuole ed istituti specialistici”, spiega la presidente Valli.

Illustrazioni dei pannelli espositivi a cura di Barbara Brocchi ed Emanuela Fletzer

Presentazione “Identity shooting jewelery” a cura di professionisti del settore per approfondire i temi della formazione sul design del gioiello-illustrazione, tecniche di realizzazione Cerapersa-Progettazione Cad.

DESIGNER PARTECIPANTI A “Sostenibilità & Bijou, Accessories. Verso nuovi Orizzonti”:

Valentina Allotti, Gioia Capolei, Antonella Caspoli, Christel Deliége, Debora Di Berardino, Giorgia Di Simone (Studio Barattolo), Gabrielle Delille Creations, Laura Forte, Francesca Gabrielli, Lato D, Lina Mancini, Manuela Radice (Mangia Bags), Nadé by Nadia Coretti, Sabrina Pancot, Chiara Quatrale, Reuse Design di Maria Clelia Scuteri, 925&Co, Patsa di Patrizia Santamaria, Carlo Maria Sambati, Kristina C. di Cristina Caione, Stkreo by Stefania Tortella, Marina Valli. Coordinamento a cura di Flavia Elisabetta Munafò di Fashion Culture.

MAIN PARTNER DELL’EVENTO: Allestimento e materiali per il disegno a cura di Vertecchi per l’Arte di Roma, Start-up Aperion, Roma, Double per le shopper, Roma, Make up-Hair styling a cura di Maria Lucia Di Casola Flavia Todaro dell’Accademia di Trucco professionale, Roma, Abiti Alessandra Giannetti, Roma, Tasting a cura di Matù Chocolate (Avellino) e azienda agricola Torrino dei Gelsi, San Gregorio di Sassola (Roma), Foto e Video di Valerio Polici con montaggio di Caterina Biasiucci.

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