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Intervista a Francesca Favotto: “un Master in giornalismo di moda per realizzare il mio sogno”

francesca favotto
Nella foto la giornalista ed ex allieva del master moda di  Eidos Communication, Francesca Favotto

Francesca Favotto è una ex allieva del Master in giornalismo di moda della Eidos. La seguo su Facebook come collega e come persona. Ecco i due motivi principali perché una persona riesce a far breccia nel nostro “cuore”: per la sua competenza (per quello che scrive) e per la sua attitudine e il suo atteggiamento nei confronti della vita (per come scrive). La sua gioia di vivere, la sua competenza mai urlata, le sue bellissime collaborazioni con Vogue e Vanity Fair mai ostentati, i suoi sorrisi giornalieri nonostante le avversità personali che non nasconde, l’assenza di polemica, ecco quello che ti spinge ad ammirare una donna prima che una giornalista.

Francesca scrive con il sorriso e con gratitudine verso la vita e questo si percepisce chiaramente, anche se non la stai guardando e la stai solo leggendo.

Ecco perché ho deciso di intervistare una mia ex collega di Master, un Master che ha dato tanto a entrambe, con la speranza che possa essere utile a chi deve ancora decidere cosa fare da grande e, soprattutto, che atteggiamento avere in questo settore così difficile.

A voi la mia intervista.

Hai sempre saputo di voler fare la giornalista di moda nella vita e che studi avevi fatto prima di iscriverti al master?

Sì, sempre saputo. Volevo essere una giornalista di moda o di lifestyle e costume (il ruolo che ricopro attualmente adesso), che è sicuramente una naturale derivazione delle mie inclinazioni e interessi personali. Ho sempre amato leggere e scrivere: mi sono laureata in lingue (che male non fanno) e poi la passione (e anche un po’ di fortuna) mi hanno condotto fino al master di giornalismo di moda Eidos che ha spalancato le porte del mio sogno: vivere di giornalismo, lavorare per le testate più prestigiose, divertirmi lavorando.

Cosa ti è servito di più mentre frequentavi il Master e cosa non dimenticherai?

Sicuramente le lezioni pratiche. Sapevo già scrivere, ma scrivere come una giornalista è ben diverso. I docenti mi hanno trasmesso la loro passione e tutto il loro sapere, che unito al mio, mi ha dato la spinta finale per decidere con constanza e intraprendenza di andare fino in fondo. Non dimenticherò mai la mia classe (sono rimasta in ottimi rapporti con molti di loro), i docenti (con cui ancora oggi collaboro e c’è un rapporto speciale che si è instaurato al di là della professione) e la bellissima e assolata Roma.

Cosa è successo subito dopo aver frequentato il Master?

Mi sono candidata per uno stage in Condè Nast: Eidos mi ha aiutata a presentarmi e, con grandissima gioia, sono stata subito accettata. Ho dato le dimissioni dal mio lavoro “sicuro” in Comune, per un sogno… insicuro. Ho cominciato a Sposabella, poi son passata a Style.it, poi a VanityFair.it. Oggi sono freelance e collaboro con VF, Vogue Sposa, Donnamoderna.com. Inoltre prendo parte a diversi progetti editoriali davvero straordinati con marchi di prestigio come YSL, Costa Crociere, Angelo Garini, Falconeri, Rinascente.

Sembra proprio che tu faccia il lavoro dei sogni. Cosa apprezzi di più di questo lavoro?

La possibilità di crescita continua e costante, di imparare sempre cose nuove, di scrivere ogni giorno (la mia passione), di scrivere di cose belle (la mia missione), di conoscere sempre gente nuova, di viaggiare (tanto). Di essere felice.

Com’è cambiato il giornalismo di moda e la moda in generale con l’avvento del web e dei blog secondo te?

Attualmente scrivo poco di moda, ma credo che il web e i blog abbiano contribuito a rendere la moda più democratica, un sogno più accessibile a tutti. Abbiano tirato giù dalla torre d’avorio un mondo che è stato, in questo modo, sdoganato.

Consiglieresti il master in giornalismo di moda e perché?

Sì. Lo dico sempre: a me è servito di più il Master che la laurea. Ho imparato tantissimo, ma soprattutto lo stage garantito è una vera verità. Poi se funzionerà come biglietto per entrare nel mondo del lavoro, questo dipende da voi: non basta fare lo stage, va fatto fruttare. Mettersi in mostra per le proprie doti, spendersi tanto, dare tutto e imparare il più possibile. Ma questo sempre, non solo durante uno stage.

Master a parte, che caratteristiche deve avere secondo te una giornalista davvero in gamba?

Incontenibile curiosità, continua voglia di imparare, di migliorare, buona capacità di scrittura, ma soprattutto di storytelling (raccontare una storia o un’emozione); una smisurata passione per quello che si fa (vi aiuterà quando saret tentate di abbandonare tutto per via della burocrazia o delle tasse da pagare); tanta umiltà (parla per voi il vostro lavoro: se lo fate bene, avrete anche una buona reputazione. Non serve a nulla mettere venti foto su FB se poi siete inaffidabili e montate). E il sorriso, sempre: diciamocela tutta, l’epoca della giornaliste spocchiose è finita da un pezzo! W le professioniste vere, che sanno emozionare ed emozionarsi ancora per quello che fanno.