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Dries Van Noten, l’idea del designer belga di celebrare le collezioni di moda attraverso i libri

Moda e libri insieme. In principio fu il designer belga Dries Van Noten a celebrare le creazioni della collezione Autunno-Inverno 2016-2017 attraverso due volumi , uno per la linea femminile, uno per quella maschile raccontando così lo spirito delle ultime sfilate.

Il libro dedicato alla collezione femminile trae ispirazione dalla tumultuosa relazione amorosa tra Gabriele D’Annunzio e Luisa Casati, nobildonna, collezionista d’arte italiana e amante dell’alta moda. Trovatasi al centro di uno scandalo con lo scrittore, la marchesa Casati divenne eccentrica, in particolar modo nell’abbigliamento, lei stessa intendeva essere un’opera d’arte per mezzo del suo stile di vita.

Dries Van Noten Official
Dries Van Noten Official

È la decadenza come stile di vita” ha raccontato Van Noten ad i-D nel backstage dopo la sfilata a Parigi lo scorso Marzo. “Si sostenevano a vicenda ma non sono mai stati felici perché volevano sempre arrivare al limite. Con questa collezione volevamo tradurre questa loro passione sfrenata.”

Dries Van Noten Official
Dries Van Noten Official

L’opera è stata realizzata insieme all’artista inglese Gill Button, il quale ha saputo interpretare a suo modo la collezione e realizzare la maggior parte delle immagini presenti nel libro tra cui silhouette, tessuti e dettagli dei capi. Il volto bistrato della marchesa è riconoscibile sin dalla copertina e il tratto forte di Gill Button continua anche nelle illustrazioni, nei particolari della collezione, visivamente molto affascinante e ricca di dettagli.

Dries Van Noten Official
Dries Van Noten Official

L’illustratore inglese, perfettamente in linea con la visione artistica e stilistica di Dries Van Noten ha dipinto a mano tutti i 1200 inviti per la sfilata di Parigi. “Mi sono concesso due minuti al massimo per ogni invito”- racconta Button. “Per me è stato un onore avere la possibilità di lavorare con Dries perché amo la sua visione estetica e i suoi lavori, per me sono semplicemente perfetti”. Per la collezione maschile invece, Dries Van Noten ha scelto come location per l’evento il Paris Opera Garnier, un sogno percorso e atteso per 17 anni. Il volume realizzato per la collezione Uomo è per lo più un libro fotografico. Una raccolta di scatti di fotografi ufficiali e altri “rubati” sui social media degli invitati allo show.

Una raccolta celebrativa unica che difficilmente potrà sfuggire a collezionisti e appassionati, un album di ricordi, testimonianze di un giorno speciale. I libri sono disponibili nella boutique del brand in edizione limitata.

Dries Van Noten Official
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Velvet touch. Avanguardia preziosa e vittoriana

Sapete come si chiamano a New York gli invitati ai party che contano e quelli che restano fuori? I “Dos and Don’ts of velvet ropes” , ovvero gli “in e out” delle transenne di velluto (quelle che limitano l’accesso ai selezionatissimi club). Non a caso il libro di cui tutta Manhattan parla è “Confessions from the Velvet Ropes”, nel quale il doorman Thomas Onorato svela al giornalista Glenn Belverio aneddoti e memorie da buttafuori di lusso. Dallo starbusiness alla poesia, la poetessa americana Elinor Wylie scriveva: “Cammineremo con scarpe di velluto e ovunque andremo il silenzio calerà come rugiada sul bianco silenzio sottostante”.

India, Cina o Persia, esattamente dov’è nato il velluto? Chissà le origini non sono così chiare ma se nell’Italia del Cinquecento le leggi addirittura impedirono l’ “uso di velluto e gioielli alle genti non nobili” oggi è vietato rinunciare a drappi e damaschi.

Dai principi rinascimentali, alle regine del nostro tempo. Greta Garbo, Joan Crawford e i loro abiti da sera, Grace Kelly con la sua velvet bag. Poi in tempi moderni, i mantelli di Tilda Swinton in “Orlando”, e ancora un eccentrico Johnny Depp alias Willy Wonka con la sua celebre marsina di velluto rosso rubino in “La fabbrica di cioccolato”.

Elegante come nessuno è il protagonista delle passerelle autunno inverno 2015/16. La collezione di Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli per Valentino dedicata all’universo femminile, lo propone in versione austera e allo stesso tempo romantica, rigorosa ma sensuale. La qualità palpabile del tessuto arricchito dalla maestria artigiana danno vita a un lusso che non è mai ostentato. Da Gucci in una tonalità retrò del carne il “velvet touch” spicca come una nota nostalgica tra una tavolozza di accostamenti azzardati, pezzi vintage in una carrellata di look rivoluzionari. Tra capi di ispirazione vittoriana in seta,cuoio,lana,chiffon,pelle, e ancora feltro,rete,pizzo e tulle,il gaucho in velluto contrasta e esalta impalpabili trasparenze. Il must?Gli zoccoli con morsetto foderati di pelliccia.

Valentino f/w 15
Gucci f/w 15

Di velluto ne basta un tocco. Un accessorio su tutti, lo stivale. Se Dries Van Noten ne esalta l’ iridescenza scegliendo i toni dell’ azzurro, Stella McCartney propone ankle boots in velluto damascato con motivi floreali,regali. Accostato al tacco dorato,il velluto rosso rubino per la donna fatale di Emilio Pucci.

Stella McCartney f/w 15
Stella McCartney f/w 15
Dries Van Noten f/w 15
Dries Van Noten f/w 15
Emilio Pucci f/w 15
Emilio Pucci f/w 15

“Dries Van Noten Inspirations”: Le Musée des Arts Décoratifs esplora il suo immaginario creativo

Dries Van Noten

Opere d’arte, musica, film e spettacolari creazioni del passato. Dopo aver ammirato la collezione autunno-inverno 2014-2015 di Dries Van Noten sulle passerelle parigine è possibile continuare il viaggio nell’universo artistico del poliedrico stilista al Musée des Arts Décoratifs, che dal 1 marzo al 31 agosto 2014 ospita la prima rassegna dedicata all’estro del designer. La Ville Lumiére rende omaggio al fashion stylist belga dedicandogli un percorso a ritroso nel tempo in quelle che sono state le sue aspirazioni artistiche. 

Inspirations. Così è stata battezzata la mostra, che celebra la creatività di Van Noten. Un tour, che si snocciola attraverso i punti cruciali della sua formazione ed esperienza nel campo della moda mediante spunti, riflessioni e lavori, che hanno nutrito la sua fantasia e alimentato la sua carriera. E’ possibile osservare nelle sale del museo i meandri inesplorati del processo creativo dello stilista. Un’esposizione inedita, che consacra il viaggio intimo e affettivo del suo universo grazie ad un cammino, che mescola sapientemente le sue linee femminili e maschili con i pezzi iconici delle collezioni tessili del museo.

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Personaggio eccentrico premiato nel 2008 ai CDFA Award come miglior stilista, la moda di Dries Van Noten nasce da luoghi e sensazioni diversi dove il gioco dei contrasti, maschile e femminile, Oriente e Occidente è sempre stato alla base della sua estetica così come i riferimenti colti all’arte usati in modo sottile e sofisticato. Il risultato di questa apparente culture clash è una visione serena e ben organizzata della sua maestria capace di mantenere sempre intatta la propria identità. Ed è proprio per questo che Les Arts Décoratifs celebra le ispirazioni che lo guidano, gli artisti e i momenti storici cui fa riferimento. Una breve introduzione sulla sua storia da il là alla rassegna per poi giungere al 1981 quando si diploma alla Royal Academy di Anversa diventando membro degli Antwerp Six, i 6 designer belgi che negli anni ’80 hanno ribaltato la moda con la loro estetica cerebrale, e all’esordio della sua linea lanciata nel 1986 a Parigi.

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L’itinerario dell’esposizione è diviso in capitoli e lo stilista è stato coinvolto in ogni fase dell’allestimento. Si passa dal capitolo dedicato ai dandy a quello imperniato sui colori dei fiori, passando per il rock e arrivando sino all’abbigliamento vittoriano, il tutto secondo una sequenza apparentemente casuale. 

Immagini, fotografie, citazioni, stralci musicali nonché opere di rinomati artisti provenienti da collezioni pubbliche e private, che hanno stimolato la creatività del designer durante la sua carriera, hanno dato vita a questa esposizione. Non è un caso che sia capace di costruire un’intera collezione a partire da un quadro di Francis Bacon, o rielaborare il camouflage militare trasformandolo in pezzi di sublime delicatezza, o addirittura di riadattare stilemi punk al suo genere di “quieta” couture. Tra le sfumature rosse di Mark Rothko, l’optical psichedelico di “Arancia Meccanica”, l’oro raffinato di Coco Chanel o l’abito che assomiglia ad un bouquet di rose di Cristobal Balenciaga, spiccano le creazioni di Van Noten, abilmente sistemate su manichini neri opera dellitaliana Bonaveri.

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Il capitolo della mostra, che più sorprende dal punto di vista sartoriale è però quello dedicato all’Oriente. Van Noten, ritenuto infatti abile decoratore di tessuti di quella parte di mondo porta avanti da anni il dialogo tra cultura e sensibilità. Così accanto alle gonne ricavate dai sari indiani vengono proiettati filmati che raccontano la lunga realizzazione di quei preziosi vestiti. A chiudere il cerchio del viaggio lungo la carriera artistica dello stilista un grande schermo su cui vengono riprodotti i finali di tutte le sue sfilate. Uno spettacolo come solo il genio di Dries Van Noten sa realizzare, dimostrando ancora una volta di essere uno dei designer dalla visione più consistente e coerente del momento.

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Grazie a questa mostra viene messo in risalto la sua narrazione lunga oramai decenni. Un racconto, che non perde smalto ma si rinnova ad ogni stagione arricchendosi di nuovi paragrafi in una costante evoluzione di codici stilistici in perfetta sintonia con la contemporaneità. L’esposizione, realizzata in stretta collaborazione con Van Noten e il Musée des Arts Décoratifs, è stata d’ispirazione allo stilista, tanto da usare i patterns del XIX secolo nelle sue collezioni dedicate alla primavera-estate 2014.

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