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Fashion ID #42 I Sonia Rykiel

Caschetto rosso geometrico, occhi segnati dalla matita nera, silhouette longilinea slanciata dai tacchi vertiginosi esibiti con grazia e disinvoltura. Lei, Sonia Rykiel, classe anni ’30, è una donna che ha fatto la storia della moda.

Photo by Official Page
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Nata nelle periferie di Parigi, lavorò giovanissima come vetrinista in un atelier di moda. La sua carriera di designer iniziò per esigenze personali: quando rimase incinta, nel 1962, non riuscendo a trovare abiti adatti, decise di disegnarseli da sola. Da quel momento, cominciò anche a crearli per gli altri: il pullover attillato a righe colorate fu il suo primo capolavoro che riscosse molto successo, tanto che la rivista francese Elle, lo usò come copertina di una sua edizione.

 

Dopo qualche anno, la Rykiel riuscì ad aprire la prima boutique a Saint Germain des Prés, il quartiere parigino tanto amato dagli artisti dell’epoca che influenzarono il suo stile. Ispirata dal surrealismo e dal dadaismo, creò abiti principalmente neri per poi passare a quelli a righe dalle tonalità vivaci.

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Divenne famosa verso la fine degli anni 60 quando cambiò radicalmente le regole della moda. Propose vestiti fatti in maglia da indossare sulla pelle nuda, molto apprezzati dalle femministe parigine che erano alla ricerca di un look eccentrico ma comodo e trovarono negli abiti di Sonia Rykiel, il modo per essere femminili sentendosi a proprio agio. Erano anche gli anni del total look, ma lei lo stravolse e creò le felpe, le giacche trapuntate e i vestiti da indossare al contrario con gli interni a vista. I pantaloni maschili, dettagli sproporzionati e accessori esagerati divennero iconici.

 

Il messaggio era chiaro: nessuno stilista poteva influenzare lo stile di una donna, padrona di se stessa e per questo introdusse il famoso concetto di démodé, affermando che la moda stessa era fuori moda e poco attenta ai reali bisogni dell’universo femminile.

 

La stilista ribelle, rivoluzionò anche le tecniche sartoriali: cuciture al rovescio in evidenza e abiti da sera senza orli si imposero tra le creazioni più originali di sempre.

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Una donna forte, testarda e stilisticamente controcorrente dotata di una personalità fuori dagli schemi che ha mantenuto finché una grave malattia, che l’ha poi portata alla morte, non le ha impedito di trasferire sui cartamodelli tutta l’energia per cui era famosa.

 

Lascia una grande ed inestimabile eredità: la libertà di esprimersi “provocando-come amava dire lei stessa-non con l’abito ma con l’animo”.

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Marco Proietti Design. Lusso creativo per donne iperfemminili

Il concetto di femminilità è espresso nell’andamento fluido di una linea e la vertigine che la visione di essa è in grado di provocare. E’ questo il concept alla base dell’immagnifica collezione di calzature proposta da Marco Proietti Design, una iperfemminilità autentica, audace e sensuale per la primavera-estate 2016. Iconiche, uniche ed incredibilmente glamorous, le creazioni Marco Proietti Design incantano in un perfetto equilibrio tra lusso contemporaneo e sofisticata allure. Le sue calzature sono state create per essere elemento della vita delle donne e accento prezioso della loro eleganza, energia e femminilità.Le mie non sono scarpe – afferma il designer – Sono Donne”. 

Marco Proietti Design - Courtesy of Press Office
Marco Proietti Design – Courtesy of Press Office

Innamorato sin da bambino della moda dopo essersi diplomato all’Accademia di Costume e Moda di Roma, è con Versus, linea giovane della Maison Versace, che entra nel vivo del mondo degli accessori portandolo a disegnare veri e propri must have indossati dalle più famose celebrities internazionali del mondo della musica e del cinema. Fluidità e linearità, femminilità ed essenza gli elementi chiave del brand, racchiusi in ogni sua creazione. I tacchi si assottigliano ai minimi millimetri, si forgiano in metallo diventando elementi di luce netta che taglia le sfumature di cristalli dégradé. Superfici metalliche talmente lucenti da sembrare specchi colorati, a volte intagliate a motivi di cut-out, dove i giochi di pieno e vuoto sono interrotti da sensuali intrecci o impreziositi da maxi pietre.

Marco Proietti Design - Courtesy of Press Office
Marco Proietti Design – Courtesy of Press Office

Ogni creazione possiede una profonda e definita personalità, data dalla grande qualità delle alte tecniche artigianali manifatturiere ed ogni componente è concepito per garantire il massimo comfort di calzata. Il suo stile estremamente di grande charme, predilige forme che esaltano il portamento e il fascino di chi le indossa, unendo attenzione nelle proporzioni e gusto per la ricercatezza. 

Marco Proietti Design - Courtesy of Press Office
Marco Proietti Design – Courtesy of Press Office

Marco Proietti Design ha creato una collezione che punta a conquistare si il cuore delle donne che amano osare in tutta raffinatezza e sensualità, ma sopratutto i piedi, per dare loro quel tocco glam ricercato. Lo stilista per la collezione P/E 2016 ha puntato sopratutto sul camoscio dai toni vivaci come l’acrilico, vernici brillanti come i più desiderabili lipstick e reti per un effetto nudo. Punte affilate si alternano a sandali vertiginosi, ad open-toe dalle linee fluide in vernici brillanti.

Marco Proietti Design - Courtesy of Press Office
Marco Proietti Design – Courtesy of Press Office

Silhouette minimal con tagli rigorosi si contrappongono ad altre decisamente seventies dove svettanti plateau in legno ricalcano l’appeal di grandi icone del passato. Stringature mutuate dalle guepière fasciano il piede, giochi di fasce, punti luce che risaltano il tallone.

Marco Proietti Design - Courtesy of Press Office
Marco Proietti Design – Courtesy of Press Office

La sera è da red carpet. Una profusione di cristalli Swarovski discendono come cascate in tonalità molteplici ricoprendo le vertiginose pumps dal millimetrico stiletto e i sandali da gran sera con tagli geometrici. Non nascono per completare un look, ma per esprimere l’essenza di un’emozione e poter rendere ogni donna una vera protagonista. Come una scintilla la visione di queste calzature innesca un desiderio travolgente, un amore a prima vista. 

Marco Proietti Design - Courtesy of Press Office
Marco Proietti Design – Courtesy of Press Office

Le scarpe di Marco Proietti non vogliono essere sexy, ma sensuali. Egli veste l’anima delle donne e le sue creazioni non sono solo una questione di piede, ma anche di cuore. Una collezione questa caratterizzata da accenti ed equilibri, dove è il dettaglio a far la differenza e dove quel che sembra minimale è in realtà l’essenziale.

Marco Proietti Design - Courtesy of Press Office
Marco Proietti Design – Courtesy of Press Office

Macef: la casa diventa protagonista

Anche quest’anno a Milano la casa diventa protagonista. Dal 12 al 15 Settembre, infatti, il capoluogo lombardo ha ospitato la novantacinquesima edizione di MACEF, il Salone internazionale della casa, che presso la Fieramilano ha mostrato le ultime novità in fatto di arredamento e non solo.

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Le tematiche scelte quest’anno sono state tre: Tavola&Cucina, Arredo&Decorazione, Regalo e bijoux. Oltre alle sezioni principali però altre aree di assoluta novità hanno arricchito l’offerta della manifestazione. Come Opera Italiana, che ha celebrato l’artigianalità in versione classica e contemporanea. Un ampio spazio poi è stato destinato a Home Garden, che si apriva su un piazza verde realizzata da Cascina Bollate, cooperativa del carcere di Bollate che dà occupazione a giardinieri liberi e detenuti. La mostra di outdoor, ad opera dello studio VG Crea, ha accolto complementi di arredo per ambienti residenziali, coperture, tessuti e sperimentali oggetti di design. Sempre maggiore è d’altronde l’attenzione rivolta agli arredamenti di esterni.

A far rifiorire in tutti i sensi i nostri giardini ci penserà Lily, linea di sedute disegnata da Moredesign per Myyour, che richiama il mondo floreale grazie alle linee dinamiche e le forme ergonomiche. Realizzata in poleasy, materiale in grado di mantenere la lucentezza del colore, la collezione rispetta un certo gusto informale ma chic. Window, invece, è la cucina da esterni presentata da Lgtek Outdoor, modulabile e trasformabile in base alle esigenze. Le linee sono pulite ed essenziali per un prodotto in legno, acciaio inox e pietra.

Collezione Lily
Collezione Lily

Macef va incontro anche a chi sceglie di vivere in maniera eco grazie all’esposizione Storie di cose sostenibili. Aziende e artisti hanno presentato in questo spazio le proprie idee di design nel rispetto dell’ambiente, ma senza dimenticare il buon gusto. Da materiali di scarto o produzioni meccaniche infatti prendono vita oggetti eleganti e funzionali.

A riscuotere maggior successo è stata di certo l’area denominata Creazioni. Curato in collaborazione con Artex, Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana, il percorso ha messo in mostra pezzi che coniugano alta qualità e innovazione. Lo spazio era diviso in tre sottosezioni: Creazioni giovani, che comprendeva tutti gli under 35; Creazioni Designer, ovvero gli artisti emergenti; Creazioni Lab, per i gioielli.

Creazioni Designer
Creazioni Designer

I dati dell’edizione di Settembre 2013 sono di certo positivi: 1300 espositori, di cui 18% stranieri e più di 82mila visitatori. Tra i buyer i più numerosi sono stati i russi (oltre 550 gli operatori presenti alla manifestazione milanese), seguiti dai 251 compratori turchi.

Dalla prossima edizione, che andrà in scena dal 19 al 22 Gennaio 2014, inoltre Macef diventa Homi, concept dedicato alla persona, agli stili e agli spazi. “Dopo cinquant’anni abbiamo deciso di dare una nuova identità a Macef. Il cambiamento era necessario per rispondere alle esigenze dei consumatori. Il mercato oggi è il mondo e noi non potevamo non cogliere questa opportunità di crescita”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Fieramilano Enrico Pazzali. L’attenzione è rivolta ad Asia, Russia e Stati Uniti, come i mercati di principale interesse della nuova veste della kermesse milanese.

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Qualunque direzione prenda, comunque,  Macef -o Homi che sia- continuerà a rappresentare il fulcro della celebrazione del design, dell’arredamento e di tutto ciò che può rappresentare casa.

WMATY ovvero cosa succede se il Made in Italy incontra il design internazionale.

La notizia è una di quelle che fanno sempre bene all’economia e non solo. Il settore moda italiano ha seguito la nascita e lo sviluppo di un nuovo brand di alta moda che produce borse, calzature e gioielleria dal design contemporaneo. What’s more alive than you è un’idea italiana di co-fashion design realizzatasi grazie all’impegno dei suoi fondatori, i padovani Mario Innocente e Michela De Zuani.

RECYCLE_collezione primavera/estate 2013.
RECYCLE_permament collection, p/e 2013 by Liza Fredrika Aslund.

Il brand si forma e cresce con il contributo di talentuosi designer e professionisti oltre che di giovani creativi provenienti  dalle facoltà di design di tutto il mondo. L’azienda con sede legale a Padova, ufficio marketing e comunicazione a Cagliari e ufficio stampa Italia a Milano recluta i suoi designer due volte l’anno, tramite una fashion call in cui vengono indicate le linee guida, moodboard, da seguire per disegnare calzature e accessori. Successivamente i progetti più interessanti vengono selezionati e realizzati con la collaborazione degli artigiani della Riviera del Brenta per le calzature e di quelli della provincia di Vicenza per le borse.

Lo stile dei capi rappresenta i singoli paesi ma la produzione è italiana al 100%. “Il nostro ufficio stile è il mondo – spiega Giovanna Pineschi, responsabile marketing e comunicazione di “What’s More alive than you” – il valore aggiunto delle nostre collezioni è che dietro ogni borsa e scarpa c’è un concetto ben definito, una storia”.

Guardando il muro-High Sandal, permament collectio, p/e 2013
Guardando il muro-High Sandal, permament collection, p/e 2013 by Lucia Pontremoli

Nella collezione autunno/inverno 2013-2014  presentata al Super di Milano, nuovo progetto fieristico nato dalla collaborazione tra Pitti Immagine e Fiera Milano, ha suscitato interesse l’uso dell’alluminio, inserito con maestria nelle borse dalle forme voluminose ma sempre leggere. Non sono mancate le lavorazioni a caldo, gli intrecci pixel e le verniciature dei tacchi altissimi.

Madame Guillotine by Florence E. Girault Permanent Collection p/e 2013
Madame Guillotine by Florence E. Girault by permanent collection p/e 2013

Il brand oltre a reclutare nuove leve tra i giovani designer di tutto il mondo e a  promuovere il loro talento, li sostiene garantendo loro una percentuale sul venduto. Come spiega Cristina Rosso, una degli azionisti del brand: “Ad ogni designer spetta una royalty del 5% sulla vendita”.

Attualmente gli store dedicati si trovano esclusivamente negli Emirati Arabi, Bulgaria e in Ucraina ma l’intenzione è quella di realizzare un progetto di retail più esteso in Paesi chiave per questi prodotti con un appeal d’avanguardia, destinati a una clientela che non vuole omologarsi.

Per chi volesse scoprire le nuove proposte della collezione primavera/estate 2014 il prossimo appuntamento è a Parigi dal 6 al 9 luglio per Who’s Next. Per ora possiamo anticipare che saranno presenti 8 designer per 8 temi con proposte stilistiche per l’estate che vanno da tacchi molto alti con plateau, al sandalo flat fino alla decollété. Sabbia, beige, grigio e azzurro saranno i colori guida. Cuoio, morbido vitello e metallo, i materiali predominanti.

What’s more alive than you. Calzature e borse pensate per donne dal carattere deciso, attente allo stile e all’eleganza.

Dallo scarabocchio alle donne | Daniela Lefoer

Erotismo, sensualità, sublime. Daniela Lefoer, artista italo-francese, classe 1984, tramuta in realtà donne oniriche e surreali attraverso la matita carbone.
Scarabocchi come genesi. Bocche, occhi, mani di donne abbozzati sulle Smemo, sui banchi di scuola. Automatismi.  L’ispirazione è data da particolari impercettibili e a volte scontati per i più.
Superando la mancanza di studi tecnici sull’arte e sulla pittura è riuscita ha fare della moda il proprio mezzo di espressione. Il colore si trasforma in perline, strass,  bottoni, cosmetici, in tutto quello che si può trovare nei cassetti di una stilista. Un centimetro di smalto trasparente ed indelebile ricopre ogni creazione, come a rendere eterna l’opera.
Le linee sinuose, le forme prosperose, gli sguardi ammiccanti travolgono lo spettatore rendendolo partecipe delle visioni, dei vizi e delle storia ogni donna. Aggressive, ricercate, affascinanti, capaci di stregare come le sirene di Ulisse, ma allo stesso tempo lasciarsi cullare da carezze nel vento. Moderna femme fatale, bambolina in cerca del proprio barracuda.
“L’arte può’ spingere l’uomo ad apprezzare la bellezza della donna – spiega la fashion designer – Se i media e la moda non bloccano la propaganda della donna come merce, l’arte, sottovalutata in quanto non capita, non avrà la forza di proporre la donna come fulcro del mondo“.

Con le sue creazioni Daniela Lefoer è riuscita ad abbatte la gerarchia delle arti ed i pregiudizi sugli artisti emergenti. “Bisogna perseverare ogni giorno – spiega Daniela Lefoer – cercare tutte le opportunità che la società puo’ offrire e, la dove esse non ci siano, creane e, come dice un noto genio americano STAY HUNGRY, STAY FOOLISH!

Christian Blanken @ Lounge #1

Christian Blanken. Olandese di nascita ma cresciuto in Inghilterra, Christian Blanken si forma e diploma nel 1990 alla Central Saint Martins di Londra, dopo aver studiato anche storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Arnhem. Un lato artistico che si ritrova per certi aspetti nelle sue collezioni e che il designer ha potuto esprimere nell’installazione fotografica “Women” con Terry Richardson.
Blanken debutta con la sua linea nel 1995. Lavora per oltre dieci anni a New York disegnando per marchi internazionali come Diane Von Furstenberg, Michael Kors e Harvey Nichols Private Label. Solo nel 2008 ritorna a disegnare la propria label con collezioni uomo e donna. Il suo stile si caratterizza per le silhouette definite e lineari, la grande ricerca dei materiali e le fome pulite che giocano con una ristretta ma molto intensa gamma cromatica.

Hai studiato alla St. Martins di Londra. Che ricordo hai di quel periodo?
La St. Martins è stata una grande esperienza di crescita, ma l’aspetto più emozionante è stato quello di poter interagire con persone della mia età con i miei stessi interesse nell’ arte, nel design e nelle esperienze di vita. Essendo, inoltre, uno studente in una città grande e vivace come era Londra in quel periodo, come in qualsiasi altro momento, è stato fantastico. Troppe esperienze da raccontare qui.

Nato in Olanda, sei cresciuto tra Estremo Oriente, Regno Unito e Stati Uniti. Quali influenze hanno avuto sulla tua creatività le tue radici globali?
In qualche modo mi hanno influenzato tutti i paesi in cui ho vissuto. L‘Oriente mi ha influenzato per il forte interesse nella progettazione di prodotti di design e per l’attenzione ai particolari. Nel mio lavoro c’è sempre una sottesa contaminazione orientale; dagli Stati Uniti ho preso la disciplina del lavoro. New York è una città molto veloce e competitiva a tal punto che devi essere sempre al top. Il Regno Unito mi ha influenzato per la grande fruibilità di arte, per la vita notturna e per le molte e diverse culture ed influenze. L’Italia è molto importante per me per la qualità della vita e per l’alta qualità della lavorazione artigianale.

Come definiresti il tuo stile?
Sto cercando di ridefinire il guardaroba urban-modern dell’uomo e della donna perciò il mio stile è lussuoso ma semplice, sempre basato sulle influenze atletiche con particolari nel taglio e nel design creati per apparire semplici e razionali.

Quali sono gli elementi che permettono di riconoscere un Christian Blanken?
Linee pulite, particolari essenziali, finitura e mano d’opera di qualità oltre ad un look assolutamente e senza eccezioni urban-modern. I miei vestiti non sono dolci .

Dal 2008 sei tornato a lavorare sul tuo marchio. Come mai questa scelta?
Non si tratta quindi di una vera e propria scelta, mi è stata data l’oppurtunità di lavorare con un produttore di abiti anglo-turco e rilanciare la mia collezione. Il periodo sembrava giusto anche se mi era molto comodo lavorare come designer freelance per i principali produttori italiani di quel periodo. Poi è iniziata la recessione!

Come stai affrontando la crisi economica?
Per sopravvivere e affrontare la crisi attuale bisogna mantenere uno stretto controllo dei costi, comunicare il messaggio del brand nel modo più chiaro possibile e, ovviamente,  produrre abiti che le persone vogliano comprare ed indossare.

Disegni abiti sia per uomo che per donna. Come riesci a mantenere il confine tra i due generi?
Quando progetto per la donna disegno quello che mi piacerebbe vedere per poi essere indossato, mentre per l’uomo progetto abiti che mi piacerebbe indossare oppure vederli indossati ad altri ragazzi. I due generi sono chiaramente definiti e distinti anche se, spesso, sorpasso il confine attraverso i tessuti e, chiaramente, i dettagli se sono abbastanza unisex.

Quali caratteristiche deve avere un fashion designer?
Perseveranza, una forte convinzione in quello che si sta facendo e accesso al capitale e alla produzione. Penso che sia diventato sicuramente più difficile avere successo per i designers indipendenti e non penso che avrei provato a perseguirlo nel mercato corrente senza l’appoggio che ho.

Anna Wintour nei primi anni Novanta  si espresse in modo negativo nei confronti di Karl Lagerfeld, che aveva usato una pornostar in una delle sue sfilate. Tu hai collaborato con Terry Richardson da molti considerato come un’artista pornografico. Come è stata giudicata questa scelta dal fashion system?
Penso che la pornografia e la moda siano collegate: entrambe considerano le apparenze fisiche, gli stili di vita, l’espressione di se stessi ed il denaro. Tom Fordha fatto molto più degli altri designer per facilitare questo legame. Pornografia e moda sono, però, anche separate. La moda è accettata, rispettata ed è parte di una tradizione, la pornografia no. Penso che sia questo il motivo per cui le due cose non sono sempre in armonia. Il disagio di Anna Wintourpotrebbe essere scaturito proprio da questo, oppure potrebbe non aver gradito il look. Considera che il corpo di una pornostar viene costruito per il sesso (muscoli per i ragazzi, tette e culo per le ragazze) mentre un corpo di un modello è costruito per mostrare e vendere vestiti. Sono modi differenti di vedere la cosa: io ho usato tre atleti olimpionici per il mio ultimo spettacolo e loro non creavano nessuna confusione in termine di look con i modelli professionisti che ho usato.

Cosa pensi dei creativi che traggono ispirazione dal vivere in modo davvero estremo?
Penso che i designer che vivono di eccesso e prendono ispirazione dal loro vivere ad andamento veloce o estremo sono pochi e sono distanti tra loro. Lee McQueen è stato un’eccezione. Quello che può uccidere e rendere spesso un designer molto stressato è la pressione costante dovuta alla creazione di nuove collezioni, l’aumento dei costi, lo stresso del vendere abbastanza. Questa pressione può incidere negativamente e seriamente se non si è veramente forti.

La moda è arte o business?
Prima di tutto business…Sfortunatamente.

John Galliano, Mary Quant, Vivienne Westwood. Cosa ha di magico il Regno Unito?
Il Regno Unito ha un solido patrimonio nella cultura popolare che include la moda, la musica, la fotografia, il design e l’arte e questo influenza le persone che vivono e progettano nel Regno Unito. A Londra, in particolare, c’è un grande accessibilità all’arte, una contaminazione  davvero interessante di culture, storie, associazioni e personee questo sicuramente impatta sulle persone che studiano design li oppure decidono di stabilire i propri affari li.

Hai lavorato con il gruppo Max Mara. Che idea ti sei fatto della moda e delle industrie Italiane?
Sono ancora un freelance in Italia e ho il massimo rispetto per l’Italia intesa come un paese di moda e di Milano come capitale della moda. Il livello di abilità e di lavorazione non ha paragoni nel mondo. Sono, tuttavia, preoccupato dal fatto che il governo italiano sembra non offrire nessuna forma di protezione contro la competizione globale il che ha significato che l’Itallia fosse invasa da importazioni a basso costo mentre resta difficile e costoso per i brand di moda italiani esportare la propria moda nel mondo: questa è una grande ingiustizia e non dà benifici all’industria di moda italiana.

Sei stato scelto da Dolce&Gabbana per il progetto Spiga 2. Come è nata questa collaborazione?
Non ne ho idea! Sono stato contattato da loro via email. Sono stato veramente sorpreso. Non avevo idea di essere nel loro radar…

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
L’anticipazione della collezione invernale2011 deve essere pronto per metà gennaio, stesso periodo per la collezione maschile. La settimana della moda di Londra a Febbraio e prima di tutto questo Natale e Capodanno: è un periodo davvero frenetico.

Quali consigli vuoi dare ai nostri lettori fashionisti di Trendstoday?
Se quello che stai facendo è rilevante, in linea con il periodo in cui stai vivendo ed è fatto con convinzione avrai successo…oppure no dal momento che ci sono molti fattori che bisogna prendere in considerazione per avere successo nella moda, ma se non succede la prima volta, poi prova ancora e impara dagli errori.

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