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Rio 2016. Ecco le capsule collection dedicate alle Olimpiadi

Dal 5 al 21 Agosto Rio de Janeiro è la sede della XXXI edizione dei Giochi Olimpici. Atleti provenienti da ogni parte del mondo cercano di dare il meglio di sé in campo. E la moda? La moda, ovviamente, non rimane immobile a guardare. Tanti sono i brand che hanno creato una capsule collection o una limited edition ispirandosi ai colori della propria nazione e alla bandiera del Brasile. Dall’abbigliamento agli accessori fino ai gadget più originali le Olimpiadi dettano moda.

Salce197 pensa alle borse realizzando una limited edition “Movida Brasil” ricca di dettagli. La borsa, realizzata in solo 310 pezzi prevede tre tasche interne, doppia zip e tracolla in pelle. Superga ha deciso di rendere omaggio rivisitando il suo iconico modello 2750 con la bandiera brasiliana. Tra gli altri brand troviamo Fera Libens, il marchio di calzature glamour green che ha lanciato una capsule collection realizzata con tessuti naturali. Le scarpe dal design accattivante e dai colori scintillanti sono un must have da non perdere per tifare continuando ad amare il nostro pianeta.

Salce197 Official
Salce197 Official

Ma cosa hanno indossato i protagonisti delle Olimpiadi di Rio 2016? I più grandi stilisti del panorama mondiale hanno creato delle collezioni per vivere alla moda la competizione più affascinante del mondo. Come già avvenuto per i Giochi Olimpici di Londra 2012 , gli atleti italiani in trasferta potranno vestire la moda di Emporio Armani. In occasione della cerimonia di apertura, lo stilista italiano ha ideato un completo speciale per tutti gli azzurri presenti in Brasile. La collezione prevede diversi modelli di tute, polo a manica lunga e a manica corta, pantaloni lunghi o corti cargo.

Armani Rio 2016
Armani Rio 2016

Stella McCartney ha ideato le divise per il team olimpico britannico. La stilista, figlia di Paul McCartney ha collaborato con Adidas realizzando una serie di capi che hanno come motivo principale il nuovo stemma per rendere omaggio alle quattro nazioni del Regno Unito. La collezione è stata realizzata con tessuti tecnici di Adidas come Climachill, la nuova generazione di abbigliamento a ventilazione attiva pensata per sopportare il caldo umido del paese brasiliano.

Stella McCartney official website
Stella McCartney official website

Il team francese invece indosserà uniformi firmate Lacoste. Felipe Oliveira Baptista, direttore creativo del marchio si rifà ai colori della bandiera francese uniti a uno stile minimale, navy, sporty chic.

Lacoste official
Lacoste official

Giallo, verde, ispirazioni tropicali…ed è subito mania Rio 2016. Di una cosa siamo certi: ogni capsule collection è riuscita a rappresentare non solo la cultura e l’anima del Brasile ma di tutti i Paesi che hanno partecipato. Una celebrazione dello sport vero, praticato con passione.

 

Giorgio Armani per Bugatti: capsule collection ad opera d’arte

 

Un’ unione basata sull’ amore per il design, l’artigianalità e l’esclusività quella tra Giorgio Armani e Bugatti. Due mondi diversi uniti da un grado di eccellenza inimitabile e dagli stessi valori. Nasce così la collaborazione tra lo stilista italiano e il marchio francese, con il lancio di una capsule collection ricca di dettagli che da sempre hanno contraddistinto la famosa azienda automobilistica.

L’incontro con Bugatti è stato molto naturale. – ha dichiarato Giorgio Armani. Ci accomuna il culto delle cose belle fatte per durare, realizzate con i migliori materiali. La collezione Giorgio Armani per Bugatti condensa questo incontro in una serie di capi pensati per essere indossati da uomini che ricercano solo il meglio e il cui stile di vita è attivo e dinamico“.

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Armani per Bugatti: capsule collection autunno/inverno 2016-2017 © Courtesy of Giorgio Armani

La loro è una partnership che ha creato una collezione limited edition per veri intenditori. A sancire la definitiva unione tra le due aziende è una sintonia d’intenti con abiti e accessori che rimandano all’ eredità del visionario fondatore dell’ azienza Ettore Bugatti passando attraverso i filtri creativi di Giorgio Armani. I prodotti proposti nella capsule sono tutti contraddistinti dalla qualità esclusiva dei materiali e dall’ accortezza della loro realizzazione.

Protagonisti, il frontale dell’automobile a forma di ferro di cavallo che diventa un dettaglio per le borse, il “blu Bugatti” delle carrozzerie e degli interni diviene il motivo conduttore di molti dettagli quali la rifinitura della fodera interna delle borse o nelle tasche. Ma il tocco Bugatti non si riconosce solo da qui.

Oltre alla piccola pelletteria, Giorgio Armani ha disegnato un’intera collezione fatta di giacche in coccodrillo, cappotti sartoriali in cachemire double e jeans morbidi dall’ aspetto vellutato reso possibile grazie ad un particolare processo di floccatura realizzata a mano. A completare la proposta, un blazer sportivo driver in cocco disponibile nei colori cuoio e verde militare e le sneakers con dettagli in cocco, interni blu ed etichetta Giorgio Armani for Bugatti sulla linguetta.

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Armani per Bugatti: capsule collection autunno/inverno 2016-2017 © Courtesy of Giorgio Armani

Per noi collaborare con Giorgio Armani è un grande onore” -ha dichiarato Wolfgang Dürheimer, presidente di Bugatti Automobiles S.A.S. “Quando si uniscono uno dei nomi più autorevoli e influenti dei settori moda e lifestyle e il marchio di vetture supersportive più esclusivo al mondo non può che trattarsi di un progetto inedito, entusiasmante e stimolante”.

La collezione Giorgio Armani per Bugatti sarà disponibile a partire da Agosto 2016 presso selezionati shop di Bugatti e in alcuni monomarca della griffe.

Bugatti, casa automobilistica di super lusso è nata in Alsazia nel 1909, realizza le più potenti, veloci ed esclusive auto al mondo. Dal 1998 il marchio è entrato a far parte del gruppo tedesco Volkswagen.

 

 

 

2015: gli avvenimenti più importanti nel fashion system

L’anno appena terminato è stato costellato da notizie e avvenimenti importanti per il mondo della moda: ripercorriamoli insieme.

Chi viene e chi va.

Dopo il chiacchierato addio di Frida Giannini, il 21 gennaio Gucci ha comunicato il nome del nuovo direttore artistico, Alessandro Michele. La scelta di uno stilista giovane e poco conosciuto è stata vincente per il brand del gruppo Kering: Michele ha turbato e poi conquistato i cuori delle fashioniste con collezioni genderless e un romanticismo d’antan. Ma altri giri di poltrona hanno scosso il fashion system nei mesi successivi. Dopo soli tre anni la liason tra Alexander Wang e Balenciaga è terminata nella struggente sfilata dello scorso ottobre. Il giovane statunitense ha dichiarato di volersi dedicare a tempo pieno alla propria griffe, ma c’è chi giura che la maison francese lo abbia cacciato a causa del calo di vendite. Gli ultimi mesi dell’anno non hanno risparmiato scossoni ai piani alti della moda francese. Mentre Raf Simons annunciava di voler lasciare la direzione di Dior, la maison Lanvin estrometteva Alber Elbaz dopo 14 anni di onorata carriera. Entrambi gli stilisti hanno risentito della pressione di dover disegnare circa 10 collezioni l’anno, tra sfilate, cruise collections, capsule e seconde linee.

Alessandro Michele Photo courtesy Gucci.com
Alessandro Michele
Photo courtesy Gucci.com

Anniversari illustri.

A dominare la scena milanese del 2015 è stato Giorgio Armani, che ha festeggiato i 40 anni del suo impero. Una sfilata-evento, una serie di party patinati, la nomina a special ambassador per Expo 2015 e infine l’apertura di Armani/Silos, un museo che raccoglie 600 abiti e 200 accessori tra i pezzi più iconici delle sue collezioni. «La moda, che sembra vivere in un eterno presente, ha necessità di riflettere su se stessa e sulle proprie radici proprio per proiettarsi nel futuro – ha dichiarato durante l’inaugurazione –  Ricordarci come siamo stati ci aiuta a capire come potremo essere». Karl Lagerfeld e Fendi hanno festeggiato 60 anni di amore incondizionato con una nuova sede (presso il Palazzo della Civiltà a Roma), un libro che ripercorre le tappe principali di questi decenni e il debutto nell’alta moda con la prima collezione haute furrure. Anche i gemelli canadesi Dean e Dan Canten hanno voluto festeggiare in Italia i 20 anni del loro marchio DSquared2, in una sfilata colossale che ha aperto Milano Moda Uomo a gennaio.

Il libro "Fendi by Karl Lagerfeld" Photo courtesy Fendi.com
Il libro “Fendi by Karl Lagerfeld”
Photo courtesy Fendi.com

Il valzer degli addii.

Il 2015 è stato segnato da due momenti bui nel mondo della moda italiana: l’addio a due grandi stilisti, Elio Fiorucci e Mariuccia Mandelli. Fiorucci, spentosi a luglio a 80 anni appena compiuti, è stato un grande rivoluzionario del made in Italy. Con lo sguardo sempre rivolto ai giovani e allo streetwear, ha introdotto il camouflage nell’abbigliamento casual, ha creato il primo concept store con un’atmosfera giocosa e pop e ha rivoluzionato il concetto stesso di fashion con la sua love therapy. Mariuccia Mandelli, meglio conosciuta come Krizia, ci ha salutati lo scorso 7 dicembre alla veneranda età di 90 anni. Sempre irriverente eppure profonda, la sua moda raccontava di mondi onirici e animali fantastici, di tagli audaci e linee moderne.

Elio Fiorucci Photo courtesy Lovetherapy.it
Elio Fiorucci
Photo courtesy Lovetherapy.it

Cosa ci riserverà il 2016? Lo scopriremo insieme!

Milano Moda Uomo 2015, le ultime tendenze per lui

Colori pastello, look romantici e retrò e attenzione ai dettagli sartoriali rigorosamente Made in Italy. La vetrina di Milano Moda Uomo si è da poco conclusa e i riflettori, ormai spenti sulle passerelle delle case di moda più famose al mondo, sono ora puntati sulla ricerca delle tendenze maschili per la prossima stagione primavera/estate 2016. Moltissime le maison d’alta moda che come al solito hanno partecipato facendo sfilare uomini dai look sempre più casual chic.

Molta attenzione è stata data alla direzione di Alessandro Michele per la nuova collezione firmata Gucci in cui, per la prima volta, hanno fatto la loro comparsa delle ballerine da uomo. Tendenze, queste, che precorrono i tempi trasportandoci in un futuro in cui l’uomo moderno sceglie accessori femminili mai usati prima d’ora. Le stampe floreali fanno ancora una volta il loro ingresso in passerella seguendo la tradizione storica del brand che pone sempre l’accento su petali colorati freschi e primaverili. Tra i materiali scelti prevale la seta che fascia il corpo dell’uomo in maniera aggraziata seguendo i suoi movimenti su capi d’abbigliamento dalla linea stretta e attillata. Camicie e pantaloni si fanno slim ma non troppo per essere infine messi in risalto dai colori talvolta accesi e spesso pastello scelti per questa collezione.

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Ermenegildo Zegna, Philipp Plein – Credits Photo © Marcus Tondo

Tagli sartoriali e mood raffinato ed elegante invadono, invece, la passerella di Giorgio Armani che ancora una volta rende l’uomo sofisticato grazie ai capi d’abbigliamento presentati tra cui camicie a righe o di filo lisce e pantaloni dalla linea scivolata e dalla lunghezza midi fino a metà gamba. Per la linea Emporio Armani diventa al contrario protagonista la pelle facendo il suo ingresso trionfale su blazer e giacche diffondendo subito un mood decisamente più rock ma sempre bon ton in perfetta sintonia con la filosofia del brand. Un animo deciso che si insinua anche nella collezione P/E 2016 di Philipp Plein in cui a farla da padrone sono le borchie che rendono lo stile maschile audace e per nulla banale.

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Giorgio Armani, Emporio Armani – Credits Photo © Yannis Vlamos

Semplicità e rigore sembrano essere invece le parole chiave per Calvin Klein dove in passerella si respira un’aria nuova composta in prevalenza da linee piuttosto pulite e tonalità intense. Lusso, stile e classicità sono i tre punti cardine che legano le nuove collezioni della prossima stagione di Dolce & Gabbana ed Ermenegildo Zegna pensate entrambe per eventi eleganti dove primeggiano da una parte giacche doppiopetto e materiali pregiati come la seta e dall’altra completi da lavoro a cui si aggiunge infine anche un trench coat dalle nuance pastello. Colori questi che conquistano perfino il cuore di Ermanno Scervino che li trasferisce su pullover traforati in perfetta armonia con le restanti fantasie della capsule collection, tra cui camouflage e pied de poule.

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Calvin Klein, Ermanno Scervino, Dolce & Gabbana, Gucci – Credits Photo © Yannis Vlamos

Giorgio Armani festeggia 40 anni di carriera. Una sfilata di vip per l’inaugurazione del Silos

Tutto iniziò a Milano nel 1975 e Giorgio Armani deve aver pensato che fosse giusto ringraziare la sua città  celebrando il suo successo internazionale proprio fra le strette vie meneghine. Si è inaugurato così, alla vigilia dell’apertura Expo Milano 2015, l’ Armani/Silos, un museo ricavato dal vecchio stabilimento Nestlè, dove Re Giorgio ha racchiuso il suo lavoro. In uno spazio di 4.500 metri quadrati che si sviluppa su quattro piani, sono stati selezionati abiti dal 1980 a oggi. Tutto strutturato non in base ad un criterio cronologico, ma una raccolta che cerca di narrare la storia e l’estetica dello stilista suddividendola per temi, che hanno ispirato e continuano a ispirare il lavoro di Armani.

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Al piano terra, la selezione di Stars e la sezione dedicata al Daywear. Al primo piano la sezione Esotismi. Al secondo piano, Cromatismi. Al terzo e ultimo piano la sezione Luce. Oltre alla mostra un archivio digitale, dove poter ammirare tutto il mondo stilistico della maison.

A celebrare lo stilista una parata di stars venute da tutto il mondo, da Leonardo di Caprio a Tina Turner, da Sofia Loren a Lauren Hutton. La serata è stata suddivisa in tre momenti: l’opening dell’ Armani/Silos, una sfilata di abiti delle collezioni Giorgio Armani privé, linea di Haute Couture che Giorgio Armani ha lanciato nel 2005 all’Armani Teatro, spazio dedicato alle sfilate dello stilista e dei giovani emergenti che supporta di anno in anno, e un cocktail party.

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“Un momento fondamentale nella mia carriera e nella mia vita”, ha dichiarato Armani a Vogue Italia. “Per un caso fortunato i 40 anni della maison coincidono con un evento speciale come l’Expo. Questa occasione così particolare è per me motivo di grande orgoglio ed entusiasmo, che ho voluto festeggiare con l’inaugurazione del Silos, lo spazio che offro alla mia città e in cui sono raccolti e interpretati anni di lavoro e di sogni, e con una sfilata unica: una selezione di abiti Giorgio Armani Privé, che racconta i miei dieci anni di alta moda”.

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L’Armani/Silos si trova in Via Borgognone 40, Milano ed è aperto dal martedì alla domenica.

 

 

 

Le quotabili italiane del lusso: quando la Borsa aiuta la moda a crescere.

Brunello Cucinelli

Il tema della crescita per le aziende dei settori Moda e Lusso, alla luce delle nuove opportunità offerte grazie ai mercati esteri, è sempre centrale. Sicuramente il modo più moderno per reperire risorse finanziarie è la quotazione in Borsa, in quanto dà velocemente all’azienda una forte spinta operativa e una notevole visibilità sul mercato. A seconda dei vari motivi per cui un’azienda del lusso possa quotarsi in Borsa, il risultato fino ad ora raggiunto è stato per tutti univoco, ovvero si sono rafforzate notevolmente sopratutto nei confronti dei loro diretti competitor.

I dati emersi dalle ricerche compiute sulla quotabilità delle aziende del comparto Moda e Design ad opera dell’Istituto specializzato Pambianco insieme a Borsa Italiana, su campioni di 763 aziende della moda e del lusso e su 166 società di arredamento e design, lo dimostrano appieno, come pure dimostrano quali sono le aziende che hanno le giuste caratteristiche per poter essere candidate alla quotazione in Borsa nell’arco dei prossimi 3/5 anni, a prescindere dalla loro effettiva o meno volontà di quotarsi, che dipende sia da scelte aziendali sia dalla situazione stessa del mercato borsistico.

Secondo l’Istituto di ricerca e la Borsa sono ben 50 le aziende del fashion system pronte ad essere quotate, capitanate da Armani, e altre 15 che incalzano nel settore house & design, guidate da uno dei brand guru del mobile, Kartell. Le 50 Ipo del lusso sono tutti marchi che hanno registrato un fatturato 2012 pari a 15 miliardi di euro, in crescita dell’8,1% a dispetto della crisi vantando una redditività del 16,9% e un patrimonio netto complessivo di 10,4 miliardi. Per quanto riguarda il design invece, il fatturato 2012 si è attestato a 2,1 miliardi in ribasso dello 0,5% con una redditività al 12,1% e con un patrimonio complessivo ad oltre un miliardo di euro. Se tutte le aziende del fashion system entrassero in Borsa si raggiungerebbe un’alta capitalizzazione e di conseguenza si raddoppierebbe il valore del comparto dato che l’attuale capitalizzazione delle aziende della moda e del lusso si attesta circa a 29,7 miliardi con Luxottica che ha raggiunto in Borsa un valore che supera i 17 miliardi.

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Il forte aumento del fatturato e del risultato operativo, l’altrettanto incremento dei dipendenti e degli investimenti indirizzati alla distribuzione diretta e all’acquisto di produzione industriale sono solo alcuni esempi dei concreti risultati ottenuti dalle aziende quotate che scelgono senz’altro una crescita interna. Grazie all’ottimo posizionamento competitivo, alla naturale vocazione all’export e ad una eccellente capacità di resistenza alla crisi, le società del Made in Italy si confermano ancora una volta essere uno dei più importanti motori di crescita del nostro Paese, partecipando positivamente al saldo commerciale italiano e continuando a realizzare importanti prospetti d’investimento a beneficio dell’intera filiera di produzione.

Il cashmere di Cucinelli arriva a Piazza Affari
Il cashmere di Cucinelli arriva a Piazza Affari

E’ dunque l‘export uno dei fattori determinanti e denominatore comune delle quotabili italiane del lusso, in aggiunta alla redditività, alla notorietà e ad eventuali debiti, a fare la differenza. Oltre a disegnare, fabbricare, rendere durevole il made in Italy, più una società di moda esporta nel mondo più le sue azioni vengono valutate positivamente, anche perché la diversificazione geografica delle vendite è un principio essenziale per qualsiasi buon business, non solo per il lusso. Aziende come Stefano Ricci vende all’estero il 92% dei propri prodotti, mentre Zegna arriva sino al 98%. Only The Brave, società di Renzo Rosso, ha un’esportazione pari all’89% e Vicini all’88%. Nel campo dell’arredamento il primato dell’export va a B&B, che raggiunge l’88%. Per quanto riguarda la crescita del fatturato Kiko è l’azienda di cosmesi con un tasso di crescita pari al 67,9%.

Competizione su scala globale, sviluppo dei nuovi canali di vendita, consolidamento di nuovi brand e le numerose campagne di comunicazione richiedono sempre più strutture finanziarie solide, ed è per questo che l’opportunità offerta da Piazza Affari viene colta al volo in quanto capace di sostenere un vero e proprio ridimensionamento in grado di agevolare sia il passaggio generazionale sia di supportare la visibilità e l’internazionalizzazione delle imprese. Recenti quotazioni in Borsa di maison come Salvatore Ferragamo, Brunello Cucinelli, Italia Indipendent Group e l’annunciata quotazione di Moncler dimostrano come la creatività e la passione dei marchi italiani siano premiati dai mercati finanziari pur in condizioni di incertezza macroeconomica.

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Famiglia Ferragamo quotata in Borsa

Oltre all’accesso al mercato dei capitali, Borsa Italiana mette anche a disposizione delle aziende che non si sentono ancora pronte ad immettersi nel mercato finanziario, il programma ELITE. Si tratta di una piattaforma unica di servizi integrati che mette a disposizione delle società aderenti le giuste competenze industriali, finanziarie e organizzative necessarie per vincere le sfide di mercati sempre più globali. Il progetto aiuta dunque le imprese a tracciare la propria strada verso la crescita e l’internazionalizzazione appoggiandole in un processo unico di cambiamento culturale e organizzativo che le avvicina ai mercati di capitali migliorandone i rapporti con il sistema bancario e imprenditoriale.

Il post quotazione di alcuni di questi brand come Cucinelli, entrato in Borsa nell’aprile 2012 a Milano, Ferragamo e Prada rispettivamente a Milano e a Hong Kong quotandosi nel 2011, dimostrano risultati notevoli. Prada ad esempio in ben tre anni ha visto crescere più del 75% sia i ricavi che l’Ebitda, margine operativo lordo, che ad oggi hanno raggiunto rispettivamente i 3,6 miliardi e i 939 milioni di euro. Nello stesso periodo Ferragamo ha realizzato un aumento del giro di affari del 61% raggiungendo un Ebitda del 130%. Cucinelli invece, anche se il periodo di confronto è più breve, vede una crescita del fatturato di oltre il 50% un margine operativo lordo del 75%.

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I tre gruppi inoltre non guardano tanto al qui ed ora bensì al futuro. Patrizio Bertelli infatti, AD di Prada lo testimonia sostenendo che ” Nessuno si pone il problema di che cosa succederà fra 20 anni. Io invece ci penso tutti i giorni. Dobbiamo avere un’azienda ben strutturata nella parte industriale e di processo”. Cucinelli stesso disse “Siamo entrati in Borsa per essere più aperti, per trovare soci e custodi, per far vivere l’azienda più a lungo”.

Queste aziende hanno potenziato notevolmente la parte industriale e investito sulla distribuzione diretta, cioè i negozi monomarca di proprietà, che rappresentano un impegno molto costoso per le aziende. Il gruppo Prada in tre anni ha ben raddoppiato il fatturato proveniente dal retail, arrivando da 1,1 a 2,5 miliardi di euro, Cucinelli ha incrementato il suo introito del 50%, da 77 a 115 milioni, e Ferragamo è arrivato al 48%. 600 milioni sono stati gli investimenti realizzati da Prada nel 2013 e circa 522 sono stati impegnati direttamente nei negozi. Il 2014 non sarà da meno, comunica l’azienda, così come per tutte le altre Ipo del lusso.

I numeri sembrano siano più che sufficienti per dimostrare che l’apertura del capitale al mercato aiuti le aziende a crescere anche in un momento di difficoltà economica. Sarà il resoconto annuale a decretare quanto quest’azione ha loro giovato. Intanto sappiamo di certo, come diceva lo stesso Ferruccio Ferragamo che “Per noi la Borsa è stata il modo di far vedere i veri valori del mondo Ferragamo, una società che ha solide fondamenta, un marchio riconosciuto, un gruppo di manager e collaboratori di prim’ordine […] un’azienda che si sa continuamente rimettere in discussione”

“The Glamour of Italian Fashion 1945-2014″: il Victorian and Albert Museum festeggia i 70 anni della moda Italiana.

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Imponenti come non mai gli abiti scultura di Cappucci, il caleidoscopio rigato di Missoni, i jeans di Fiorucci e i modelli a sorpresa di Moschino, si ergono nelle sale espositive del celebre museo di Londra, il Victoria and Albert Museumper festeggiare i 70 anni della Moda Italiana. E’ qui che torna di scena il made in Italy con “The Glamour of Italian Fashion 1945-2014″, una mostra evento che ha aperto i battenti lo scorso 5 aprile e sarà visitabile fino al 27 luglio 2014 

E’ un viaggio nel mondo della moda italiana, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, quello presentato nelle sale del più prestigioso museo d’arte e design del mondo, un percorso nel passato recente dell’Italia visto e proposto nella veste storica di uno dei settori più celebrati del Bel Paese, la moda, che attraverso personaggi, maison e momenti importanti hanno reso grande lo stile e la qualità italiana nel mondo. “La moda è cruciale per l’Italia e l’Italia è cruciale per la moda” – commenta Tom Ford durante l’inaugurazione della mostra. Un’appassionante esplorazione attraverso i meandri della storia, patrimonio d’arte fatto di genio e abilità artigiana, creatività e destrezza commerciale, la rassegna racconta come l’Italia sia riuscita a passare dagli austeri abitini di “garanzia italiana” del periodo fascista all’eccellenza attuale, famosa e sopratutto richiesta in tutto il mondo.

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Abiti di Jole Veneziani 1956

Centoventi  sono i pezzi in mostra che, come spiega la curatrice Sonnet Stanfill, non vogliono rappresentare un’enciclopedia della moda italiana, bensì un compendio in cui a emergere devono essere i punti chiave che contraddistinguono il Made in Italy, ossia l’altissima qualità sartoriale, l’eccellenza della manifattura e dei materiali e la tradizione di molte case di moda estese in tutte le regioni del Bel Paese. “Abbiamo tentato di riproporrre al pubblico le tappe di un percorso che hanno reso la moda italiana unica nel suo stile e nei suoi prodotti – commenta la Stanfill – e l’abbiamo fatto dividendo l’installazione in due parti. La prima parte è dedicata agli anni dell’Alta Moda, mentre la seconda che arriva fino ai giorni nostri, è riservata al ready to wear, all’industria in larga scala che ha conquistato anche i  mercati più difficili”.  

 Sfilata nella Sala Bianca, Palazzo Pitti, Firenze, 1955 - Photo Archivio Giorgini, Firenze© courtesy press office V&A

Sfilata nella Sala Bianca, Palazzo Pitti, Firenze, 1955 – Photo Archivio Giorgini, Firenze© courtesy press office V&A

L’installazione realizzata dal museo londinese è una ricostruzione minuziosa resa possibile da un lungo lavoro iniziato dallo studio degli archivi storici delle aziende di moda, dalla preziosa collaborazione di Bulgari e dal contributo di numerose collezioni private ,che per l’occasione hanno prestato alcuni dei loro pezzi più belli. Tessuti e creazioni favolose sono così a portata di visitatore, offrendogli la possibilità di conoscere per la prima volta anche alcuni grandi protagonisti del mondo della moda italiana, noti fino ad ora solo ad esperti del settore. Come l’illustre Giovanni Battista Giorgini, che negli anni Cinquanta lanciò i prodotti italiani sul mercato internazionale. Dopo il 1945 le industrie manifatturiere grazie al Piano Marshall, ripresero a lavorare favorendo l’inizio del ritorno al lusso che necessitava però di una nuova spinta rivoluzionaria. A fornirla è stato proprio l’imprenditore Giorgini, che nel 1951 inaugurò a Firenze il primo salone internazionale della moda. Successo che si ripeté quando l’imprenditore organizzò lo show nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove sfilarono i migliori stilisti dell’epoca sotto l’occhio attento di centinaia di buyers.

Elizabeth Taylor indossa i gioielli di Bulgari, Photo courtesy press office V&A
Elizabeth Taylor indossa i gioielli di Bulgari, Photo courtesy press office V&A

Al Victorian and Albert Museum potranno essere ammirate proprio le creazioni di quelle prime sfilate, dai pizzi elaborati degli abiti da sera delle sorelle Fontana, ai delicati abiti da cocktail con stola di Emilio Pucci con le loro ampie gonne che sbocciano come fiori fino ad arrivare ad alcuni splendidi abiti della stilista Simonetta, molto amata dal pubblico americano. E saranno proprio questi ultimi grazie ai desideri delle star di Hollywood, a fare da volano internazionale della moda italiana. Infatti dalla Dolce Vita di Fellini, con gli splendidi abiti indossati da Anita Ekberg, realizzati dalle sorelle Fontana, a quelli di Ava Gardner ed Elizabeth Taylor, le attrici diventano le principali ambasciatrici nel mondo dello stile italiano. Proprio di quest’ultima sono esposti i gioielli di Bulgari, comprati per l’attrice da Richard Burton.

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Dagli albori del Made in Italy si arriva al boom degli anni Ottanta di Giorgio Armani, Fendi, Gianfranco Ferré, Gucci, Missoni, Prada, Pucci, Versace e Dolce e Gabbana fino ad arrivare agli stilisti dei nostri giorni come Gianbattista Valli, al duo Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli alla guida della maison Valentino, a Fausto Puglisi e Stella Jean. La mostra è arricchita da immagini e testimonianze di numerose celebrità tra cui Audrey Hepburn, inoltre attraverso filmati e interviste ai protagonisti del mondo della moda, viene documentata l’eccellenza dei diversi settori del Made in Italy, dal pregiato tessile alla maestria sartoriale, dalle nuove tendenze alle moderne strategie di comunicazione.

Editor-in-chief of the British edition of Vogue Alexandra Shulman, Italian designer Valentino; editor of Vogue Italia Franca Sozzani and long-time partner of Valentino, Giancarlo Giammetti at The Red Carpet of "The  Glamour of Italian Fashion" exhibition at the Victoria and Albert Museum.  Photo credit should read CARL COURT/AFP/Getty Images
Editor-in-chief of the British edition of Vogue Alexandra Shulman, Italian designer Valentino; editor of Vogue Italia Franca Sozzani and long-time partner of Valentino, Giancarlo Giammetti at The Red Carpet of “The Glamour of Italian Fashion”. Photo credit should read CARL COURT/AFP/Getty Images

La mostra ha l’ambizioso obiettivo di raccontare attraverso disegni, abiti e celebrità la storia dell’eleganza e dell’eccellenza tutta Made in Italy e di quanto essa sia stata influente dal secondo dopoguerra in poi, fino a diventare vessillo della capacità imprenditoriale e dello stile in tutto il mondo. Un evento questo, che oltre a mettere in risalto la creatività pone le basi per una riflessione sul futuro. “La moda è tutto il mondo, noi siamo italiani” commenta Stefano Gabbana. In un districarsi di valori e sentimenti nazionali è il paesaggio della creatività che si vuole mettere in risalto, quella mappa digitale che sottolinea la rete di tessutai, di laboratori e filiere industriali distribuite su tutto il territorio.

 

Canali sceglie Andrea Pompilio

Andrea PompilioE’ Andrea Pompilio, classe 1973, il nuovo consulente creativo ingaggiato da Canali. Il brand, che da ben ottant’anni produce abiti da uomo sartoriali rigorosamente Made in Italy, ha scelto il designer e vincitore di Who’s on next 2011 per la qualità dei suoi prodotti, la creatività contemporanea e la rifinitura dei dettagli: requisiti fondamentali per poter entrare a far parte del mondo Canali.

Il debutto della collaborazione avverrà a Giugno 2014 in occasione della settimana della moda milanese dedicata all’uomo e durante la quale Andrea Pompilio presenterà una speciale capsule collection per la Primavera/Estate 2015.

Che lo stilista pesarese fosse un talento da non sottovalutare si sapeva già da un pezzo: dopo il diploma in Fashion Design nella sua città di origine e il Master all’Istituto Marangoni di Milano, Andrea Pompilio è pronto per entrare nel mondo della moda. Collabora con i marchi più importanti a livello internazionale: da Alessandro dell’Acqua a Prada a Yves Saint Laurent per presentare nel 2010 una collezione Uomo Autunno/Inverno tutta propria. L’anno dopo vince l’ambito premio per il concorso organizzato da Alta Roma e Vogue Italia e proprio durante l’ultima fashion week milanese Armani lo ha ospitato nel suo teatro di Via Bergognone a Milano: Andrea Pompilio è stato infatti il primo giovane designer scelto da Re Giorgio a cui è stata data la possibilità di usufruire degli spazi e degli aiuti tecnici dell’Armani/Teatro.

Un tragitto costellato da successi e traguardi importanti è dunque quello dello stilista scelto nei giorni scorsi da Canali; un percorso interessante che continuerà di certo a entusiasmare e arricchire il mondo della moda italiana.

 

Paris Photo 2013: Parigi celebra l’arte della fotografia

A Parigi l’arte è di casa. Lo è la moda, lo è la pittura e lo è anche la fotografia. A celebrare la straordinaria tecnica dello scatto infatti c’è Paris Photo, l’esposizione nota a livello internazionale che da sempre attira l’attenzione di collezionisti, appassionati o semplici curiosi. Giunta alla sua diciassettesima edizione, Paris Photo 2013 si è svolta dal 14 al 17 Novembre e ha accolto per l’esattezza 55’239 visitatori, i quali hanno invaso non soltanto le sale del Grand Palais, luogo principe della manifestazione, ma anche le strade della capitale francese. In tutta Parigi, infatti, si sono svolte manifestazioni, mostre ed eventi che hanno reso la città parte attiva della kermesse.

Paris Photo 2013
Paris Photo 2013

Il calendario dell’edizione diretta da Julien Frydman è stato comunque piuttosto fitto. Tra le sezioni speciali, prende posto quella dedicata alle Acquisizioni recenti, in cui l’Instituto Moreira Salles, The Art Gallery of Ontario e The Museum Folkwang hanno presentato al pubblico le ultime opere accolte e la loro gestione all’interno dei musei. La parte dedicata alle Collezioni Private ha invece messo in risalto il ruolo fondamentale e indiscutibile dei collezionisti privati, i quali così facendo favoriscono e diffondono l’arte della fotografia.

Oltre ai più importanti maestri delle immagini, quali Irving Penn, Robert Capa, Helmut Newton, hanno avuto il loro spazio anche nomi emergenti. Grande importanza è stata attribuita ai giovanissimi vincitori della SFR Jeunes Talent Competition, concorso giunto alla settima edizione.  Due ulteriori entusiasmanti contest hanno premiato invece i migliori libri di fotografia: Photobook of the year e First Photobook hanno selezionato trenta vincitori, offrendo loro un momento di gloria importante durante la fiera. Il ruolo fondamentale rivestito dai libri in questo campo è dimostrato anche dall’intera sezione dal titolo Open Book, che raccoglie tutti i volumi fotografici che hanno fatto la storia della tecnica tanto celebrata.

Paris Photo 2013
Paris Photo 2013

Ma Paris Photo non è solo esposizione, ma anche dibattito: a dirigere The Platform, lo spazio dedicato ai numerosi talk in programma, ci sono stati Nicolas Bourriaud, direttore della Ecole nationale supérieure des beaux-arts de Paris e Chantal Pontbriand, critica d’arte e curatrice di eventi. Gli incontri hanno affrontato tematiche differenti: dal cambiamento globale del concetto di immagine alla ricerca e alla sperimentazione enciclopedica fino ad approdare ai limiti e ai confini tra pittura e fotografia.

Un ruolo importante è stato svolto anche dai partner dell’evento. JPMorgan ha presentato le migliori foto della collezione JPMorgan Chase Art Collection. BMW Art & Culture ha offerto visibilità a Marion Gronier, vincitrice del premio Bmw Residency 2012 presso il Museo Nicéphore Niépce, e ai suoi lavori sulla figura umana e sulle sue maschere. Uno stand poi è stato dedicato da Leica Camera a Cedric Gerbehaye e ai suoi lavori realizzati con una Leica Monochrom. Lo stilista italiano Giorgio Armani, infine, ha raccolto le migliori opere di tredici fotografi legate da un unico fil rouge: l’acqua. La collezione prende infatti il titolo di Acqua#4 ed è un modo per testimoniare una passione nei confronti dell’elemento naturale quanto anche l’impegno concreto in progetti sociali come Acqua for life.

Alvin Langdon COBURN (American and British, 1882 - 1966) Steps, Houses of Parliament
Alvin Langdon COBURN (American and British, 1882 – 1966) Steps, Houses of Parliament

Il Novembre parigino è dunque dedicato al mondo della fotografia, a quell’arte che, a detta di Henri Cartier-Bresson è in grado di “raggiungere l’eternità attraverso il momento.”

The Detox Catwalk: la nuova piattaforma online di Greenpeace

greenpeacePrevenire, diffondere, eliminare. Sono questi i tre principi su cui si basa l’iniziativa promossa da Greenpeace nei confronti del mondo della moda, messo sotto torchio dal gruppo di ambientalisti ormai da molto tempo. The Detox Catwalk, la sfilata detox, è il nome della nuova piattaforma interattiva online che giudica ventiquattro marchi del fashion system in base al proprio comportamento green e al rispetto delle tre regole fondamentali.

Il podio è occupato da alcune aziende leader nel greenwashing, le quali hanno dimostrato piena disponibilità a cambiare le politiche inquinanti per difendere l’ambiente e rispettare il consumatore. Tra queste spicca Valentino, che non soltanto si è impegnata nell’eliminazione di sostanze tossiche nei tessuti e nei processi di produzione, ma ha dimostrato grande interesse anche nel progetto Deforestazione Zero, che difende le foreste dallo sfruttamento barbaro per la realizzazione di prodotti e packaging. Per questo grande impegno, il marchio Valentino emerge anche nella classifica di Greenpeace #thefashionduel.

Molto importante anche il ruolo svolto da Benetton, brand attento ai processi di produzione con misure di controllo dagli standard sempre più elevati, e Levi Strauss, H&M e Mango, che hanno scelto di eliminare le sostanze pericolose e di intraprendere una politica di trasparenza nei confronti del consumatore.

Se però sono tanti i marchi dall’atteggiamento ineccepibile, c’è ancora qualcuno che sceglie di non partecipare o di non essere troppo coinvolto come Armani e Only the brave. A detta di Chiara Campione, project leader del progetto #thefashionduel, infatti Armani “non sta affrontando il problema dell’eliminazione delle sostanze tossiche con la dovuta serietà” e Only the brave “continua a rifiutarsi di agire coraggiosamente per ripulire i propri prodotti da sostanze”.

Poi ci sono marchi come Adidas e Nike che invece hanno scelto di prendere accordi solo sulla carta e non rispettarli concretamente.

L’attenzione di Greenpeace è rivolta al mondo della moda e a determinati brand da oltre due anni ormai, ma non tutte le aziende hanno scelto di abbandonare le vecchie politiche inquinanti. Chiara Campioni parla di una moda pulita come “l’unica direzione possibile”, nonostante ancora ci sia chi cerchi di sfuggire ed evitare la sola strada che possa salvaguardare uomo e ambiente.

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