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Anna Piaggi, irriverente “visionaria nella moda”

anna_piaggi_una_visionaria_della_moda_foto_1Quando la personalità diventa stile, la moda si traduce in un linguaggio universale. Anna Piaggi ne interpretò le parole con la sua visione estetica irriverente.

Storica giornalista e scrittrice di moda, è stata infatti molto più di questo: un punto di riferimento dagli anni Sessanta ai Duemila, per la moda italiana e internazionale, come per l’arte, la cultura e la società.

Un documentario, presentato in anteprima al Biografilm Festival di Bologna e diretto da Alina Marazzi, ne ripercorre la vita e il lavoro. In “Anna Piaggi, una visionaria nella moda”, titolo emblematico del docufilm, la regista di “Un’ora sola ti vorrei” racconta la sua straordinaria creatività, raccogliendo testimonianze e interviste dei grandi del settore come Manolo Blahnik , Rosita Missoni e il caro amico, Karl Lagerfeld, di cui fu musa. Ma anche istantanee di vita, fissate negli scatti inediti di suo marito e compagno di vita, il noto fotografo Alfa Castaldi.

Ne emerge la personalità rivoluzionaria, contraddittoria nella vita come nello stile: uno scontro tra colori sgargianti su chiome punk e capi aristocratici, pizzi e velette. L’unica che “si presentava variopinta tra 300 giornaliste vestite come corvi neri. Un vero e proprio atto di resistenza”, come si dice nel biopic. Mutevole, come gli anni della moda che ha raccontato: dal boom del Made in Italy, al pret-a-porter fino all’avvento delle nuove tecnologie.

La sua carriera iniziò negli anni ‘60 come traduttrice per Mondadori ma, dopo poco, venne scelta dalla stessa casa editrice come fashion editor di un nuovo mensile, Arianna. Dal 1981 contribuì al progetto di Vanity, studiando un nuovo e sofisticato linguaggio, forse ancora prematuro per quegli anni. Ma è dal 1988 che completò il suo percorso di sperimentazione con  “D.P doppie pagine” per Vogue Italia, collage di testi e immagini, ricchi di rimandi e citazioni, che interpretavano le tendenze di quegli anni, sempre estremamente “avant-garde”.

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Trovava spunti nei suoi numerosi viaggi dove scovava abiti antichi, cappelli, oggetti pop che chiamava “trappole estetiche”, collezionandone migliaia e ‘inventando’ il concetto di vintage, quando ancora nessuno pensava che indossare abiti usati potesse essere tendenza.

Lei stessa era arte, quando assemblando non solo abiti ma intuizioni e visioni, è diventata – e lo è ancora oggi – fonte di ispirazione per il lavoro di designer e creativi di tutto il mondo.

 

Hat-ology: Anna Piaggi in mostra a Milano a settembre

Anna_Piaggi_mostra_Trends_TodayÈ passato quasi un anno dalla sua scomparsa, ma continua a far parlar di sé, perché icona era nella vita, mito sarà per sempre. Nostra signora della moda Anna Piaggi, conosciuta oltre che per la sua sfolgorante carriera e le sue Doppie Pagine su Vogue anche per i suoi look eccentrici, ma mai fuori luogo, con i suoi cappelli stravaganti e il suo trucco studiato su misura, ha precorso la moda, inventandola prima che esistesse.

Proprio a lei, alla sua persona e personalità, sarà dedicata la mostra ‘Hat-ology’: protagonisti i numerosi cappelli indossati dalla grande dame e curati dal suo ‘cappellaio matto’ di fiducia, Stephen Jones. Organizzata da Costume Moda Immagine di Milano, verrà ospitata da Palazzo Morando a Milano e inaugurata il 22 settembre, durante la presentazione delle collezioni prêt-à-porter primavera/estate 2014. Protagonisti dell’esposizione saranno anche alcuni schizzi dello stesso Jones, oltre ad altre creazioni di Chanel o Schiaparelli.

Un’idea, quella di valorizzare e rendere patrimonio comune il ricco e variopinto guardaroba della giornalista, nata dall’ex assessore alla cultura Stefano Boeri, che anzi aveva lanciato l’idea di una retrospettiva come introduzione a un archivio permanente riservato alla fashion editor, primo passo verso il tanto agognato Museo della Moda.

Isabella Blow: il genio eccentrico della moda

isabella blowIsabella Blow, vi dice niente? Agli appassionati di moda dovrebbe: nata nel 1958 da una famiglia aristocratica, aveva iniziato la sua carriera nel mondo dei lustrini e delle paillettes al fianco di Anna Wintour come sua assistente a Vogue America negli anni Ottanta, per poi tornare a Londra in patria e diventare fashion director del Sunday Times e, successivamente, di Tatler. Un’icona della moda, una carriera luminosa costellata da grandi successi, ma anche da grandi dispiaceri, che l’hanno portata a suicidarsi a soli 49 anni nel 2007, entrando nell’immaginario collettivo per sempre.

A lei e al suo genio è dedicata la mostra retrospettiva, che verrà inaugurata a Londra il prossimo autunno, più precisamente il 20 novembre, e starà aperta fino al 2 marzo 2014. Verrà esposta alla Somerset House e si chiamerà “Isabella Blow: Fashion Galore!”, organizzata dalla Fondazione a lei intitolata, insieme alla Central Saint Martins e curata da Alistair O’Neill e Shonagh Marshall, con il contributo dello studio di architettura Carmody Groarke e di Shona Heath per le installazioni.

La mostra avrà il compito di scoprire le diverse sfumature di un personaggio fuori dagli schemi, capace di rivoluzionare il concetto di moda. Allestita per temi, esporrà un centinaio di pezzi della sua collezione, oggi di proprietà di Daphne Guinness, inclusi gli abiti disegnati dai talenti allora sconosciuti, ma da lei lanciati, come Alexander McQueen, Julien McDonald e Hussein Chalayan, e vi sarà anche una sezione riservata ai cappelli opere d’arte di Philip Treacy, suo amico da sempre.

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“Questo per me è un evento dolce e amaro. Spero che la sua eredità continui a ispirare le giovani generazioni di designer”, ha commentato Daphne Guinness, una delle persone più vicine a Isabella.

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A Milano intanto si attende di sapere se potrà diventare realtà la mostra e il museo permanente dedicati alla grande Anna Piaggi, scomparsa lo scorso agosto, un’altra delle figure più eccentriche ed importanti della moda mondiale. Una proposta dell’ex assessore Stefano Boeri, prima delle sue dimissioni, che si spera non cada nel dimenticatoio.

Arrivederci Anna, icona dell’irriverenza estetica

« Anna inventa la moda. Nel vestirsi fa automaticamente quello che noi faremo domani. » (Karl Lagerfeld, Anna Cronique, 1986).

Più che inventare, Anna Piaggi ha creato la moda, era la moda stessa. Col suo instancabile lavoro, il suo estro creativo e la sua passione infinita ha dato vita a quel sistema moda che oggi ci è così familiare e che ogni anno fa girare miliardi di euro.
Adesso che il destino ha spezzato quella vita e che il mondo della moda piange una delle sue madri, cosa accadrà?
Anna Piaggi nasce a Milano nel 1931 e la sua carriera inizia come traduttrice per la casa editrice Arnoldo Mondadori Editore.
Nella sua vita ha avuto due grandi amori: il fotografo Alfa Castaldi, che sposa nel 1962 a New York e che scompare prematuramente nel 1995, e il giornalismo
Come una piccola Re Mida (piccola di statura, ma grande nello spirito), Anna trasforma in un successo tutto ciò con cui ha a che fare; tante le collaborazioni prestigiose che l’hanno vista protagonista: prima Panorama, poi L’Espresso, Arianna (primo periodico femminile della storia), Vanity Fair, progetto che idea e cura, e infine Vogue, per cui dal 1988 cura la rubrica “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi“, con la quale ha dettato le regole della moda.
Tanti e celebri sono anche i suoi amici: da Manolo Blahnik, che l’ha definita “l’ultima grande autorità internazionale in fatto di abiti”, a Karl Lagerfeld, che nel 1986 le ha dedicato un libro, Anna Cronique.
La vita di Anna Piaggi è stata un turbinio di parole, colori, abiti, visioni. Con la sua Olivetti Valentine, compagna fedele dal 1969, ha incantato il mondo della moda, e non solo, con i suoi pezzi vividi e brillanti, che le hanno assicurato un posto fisso in prima fila a tutte le sfilate del mondo.
La moda non era solo un lavoro per Anna, ma soprattutto un mezzo espressivo, uno strumento con cui catturare gli attimi e restituire al mondo la loro bellezza, la loro anima.
Anna gli abiti non li collezionava soltanto; li amava e se ne serviva per esprimere se stessa e la sua essenza.
Solo pochi erano in grado di respirare Anna Piaggi a pieni polmoni. Per tutti gli altri, capaci soltanto di vedere, ma non di guardare, Anna era solo una signora vestita in modo eccentrico, col trucco pesante, i cappellini estrosi e i capelli blu.
Adesso che Anna non c’è più, è difficile credere che qualcuno possa riempire il posto vuoto che ha lasciato in prima fila.

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