Frankie Morello For Intreeo: arriva l’era del G-Tech

Glamour e tecnologia in simbiosi: è questa la nuova trovata della maison d’alta moda milanese Frankie Morello e della Intreoo, azienda italiana di tecnologia di consumo. Inaugurando il nuovo quartier generale della casa di moda, a Milano, attraverso un party-sfilata è stata lanciata o meglio celebrata la collezione‘Frankie Morello For Intreeo’. Le due realtà ‘100% made in Italy’ hanno, infatti, rivoluzionato la classica concezione di Hi-Tech, dando il via all’era del G-Tech, dove la tecnologia e il glamour si uniscono in un tutt’uno.

Si tratta di una vera e propria novità nel mercato dell’elettronica di consumo in cui le grandi potenzialità del high-tech si incontrano e si fondono con il design innovativo di una delle più rinomate maison nostrane. ”Abbiamo voluto credere nella forza dell’italianità’ e della tecnologia applicata alla moda – ha dichiarato Vittorio Miazzo, amministratore delegato di Intreeo – Per questo abbiamo puntato tanto sulla collaborazione con Frankie Morello, che condivide i nostri stessi valori e il nostro spirito”.

Non sono più gli abiti i protagonisti delle passerelle del 2010 bensì gli accessori tecnologici, naturalmente limited edition: cornici digitali da 8’’, lettori mp4, borse per notebook, netbook, e-book ma soprattutto le headphones, ossia le cuffie oversize in voga negli anni ’80 ma tornate prepotentemente alla ribalta quest’ultimo anno. Gli auricolari sono enormi, eccentrici e perfettamente in grado di garantire un’ottima qualità del suono. In questa collezione, la particolarità sta proprio nei simboli distintivi della griffe creata dagli stilisti Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti: su sfondi neri o cromatici di assoluta originalità spiccano infatti cuori, teschi, stelle e ossa cromate (linea Triage). Le cuffie per ascoltare la musica sono disponibili nelle tonalità silver, oro, verde, pink e blu, con particolari e dettagli in nero e argento. Altra linea stravagante è la ‘Love Animals’ che punta, invece, su coloratissimi animali cartoon.

Se le cuffie sono esageratamente grandi, i lettori mp4 non potevano che essere ultra-slim, con la possibilità di ascoltare musica e guardare video, sempre e dovunque. Anche per questi la scelta riguarda le due linee già descritte che racchiudono senz’altro la creatività del brand di Frankie Morello. “Da sempre – hanno sottolineato i due creatori, Modica e Gigliotti – siamo appassionati e affascinati da tutto ciò che avvicina il mondo della tecnologia e proprio questo interesse ci ha convinto a collaborare con Intreeo, azienda giovane, dinamica e allo stesso tempo leader nel settore”.

‘Frankie Morello for Intreeo’, la nuova creazione della tecnologia d’alta moda, sarà presto disponibile nei negozi più esclusivi in Italia e nel mondo per affermarsi subito nel settore tecnologico ma anche in quello del design e del fashion.

by: Stefania Zaccaria

Anatomia dell’Irrequietezza

Glory All presenta una rassegna dedicata a cinque fotografi che attraverso la loro arte, esplorano il difficile e delicato tema dell’irrequietezza intesa come continua ricerca di equilibrio, forza di cambiamento, capacità di mutamento del sé e del corpo.

Gli artisti attraverso i loro scatti mettono in scena questo mutevole stato d’animo nelle sue molteplici forme e sfaccettature ponendo sempre al centro la figura umana, dai gesti intimi di una coppia, a quelli solitari di personaggi senza volto o nascosti dietro una maschera.

L’obiettivo dei fotografi non si ferma alla superficie della realtà ma la penetra, restituendo allo spettatore immagini intense, senza compromessi.Alexey Snigur in “A bottom male” riflette sul rapporto di forza uomo-donna: un balletto di ruoli mai risolto, dove l’equilibrio si rivela un’utopia possibile solo nella dinamica del gioco e del travestitismo. La maschera del quotidiano cede così il posto alle invenzioni dettate dal desiderio e dall’astuzia.

Dario Salamone in “Wind in my heart, dust in my head” ha concentrato il suo obiettivo fotografico sul corpo umano. Un corpo ritratto nei suoi gesti minimi e frammentato nei suoi sguardi mancati. Un corpo fatto di azioni cristallizzate e ritratto in un limbo di percezioni, dove l’inquietudine è un movimento del pensiero scritto sul corpo e comunicato con dinamiche impercettibili.

“Non lasciarmi” è il lavoro di Paolina Sturni che sceglie il bianco e nero per raccontare l’intensità dei sentimenti. Dietro gli abbracci si nascondono storie, inquietudini e speranze di giovani coppie. Emozioni che possono prendere anche la forma di un urlo, perché i legami spesso sono composti anche dalle loro fratture.

Negli scatti di Francesco Vizzini “Basement in North Beach” si annidano tensioni e ossessioni di giovani personaggi in cerca d’identità. Attraverso l’uso delle lenti, Vizzini smonta la rappresentazione plastificata della realtà e giunge ad esplorare altre dimensioni, generando immagini attraenti ed inquietanti, sensuali e violente.

Il progetto di Marco Morigi “Dietro la maschera” si compone di due opere nate dall’assemblaggio, come in un puzzle, di tessere-polaroid. I personaggi ritratti, destano un vago senso di curiosità che resta però inappagato: sono volti senza nome in spazi imprecisati. La sfida cui è invitato lo spettatore è di intuire il mistero della loro realtà più intima, della loro lotta privata che forse si tradurrà in vittoria o in sconfitta.

By: Lander

Gipsy by Missoni

Colore, psichedelica, etno-folk. Missoni viaggia attraverso la magia e le tradizioni del mondo gitano. Contaminazione artistica. La visual art si fonde alla pop art  e da vita a kimono, kaftani, tuniche e silhouette a T.

Rivisitati anche gli elementi caratteristici della maison. Disegni a zig zag, righe, rombi si arricchiscono di tonalità dai forti contrasti e di scritte degne del miglior Roy Lichtenstein.
Missoni gioca con il carattere feticistico della moda. Le borse vengono fatte sfilare allíinterno di shopping bag trasparenti, come veri oggetti di culto, da proteggere e custodire. Le modelle in passerella trasmettono il nuovo mood della casa di moda che pensa al futuro guardando al passato. Le tradizioni rimangono intatte a questa rivoluzione. La donna Missoni sfoggia tessuti e stampe avanguardisti affiancandoli a cappelli ecclesiastici customizzati con motivi a zig zag. Il cambiamento proposto invade tutte le componenti della sfilata, dai tessuti al sitting.
In un periodo nel quale le sfilate sono sempre più intime e tecnologie, trasmesse su internet addirittura in 3d, la famiglia Missoni ha aperto le porte dell’ Università Cattolica di Milano a stampa, buyers, studenti, curiosi e turisti realizzando una sfilata democratica e controtendenza.

Lowbrow Karl By Tokidoki

Kitsh, ironia, fantasia. Sono questi gli elementi utilizzati da Tokidoki per reinterpretare Karl Lagerfed, taste maker delle maison Fendi e Chanel.

Una metamorfosi in stile lowbrow art, movimento artistico americano caratterizzato dalla rappresentazione caricaturale dei soggetti figurativi.

In Tokidoki, la street culture si fonde con il design giapponese per dare vita ad un art toy in vinile. L’opera d’arte genera un’altra opera d’arte. Questa la genesi di Mini Karl, oggetto di pura arte emotiva raffigurante lo stilista con il codino visto dagli occhi di Simone Legno. L’ispirazione nasce dalle poche foto raffiguranti Lagerfeld nel quotidiano. Occhiali scuri, guanti, colletto alto vengono enfatizzati per tracciare il profilo di un uomo solitario che fa di questi elemnti un Burka verso il mondo esterno troppo legato alla notorietà. Mini Karl rappresenta la passione dello stilista per l’arte in tutte le sue sfaccettature. Attore con Andy Warhol, disegnatore per H&M, Lagerfeld ha da sempre dimostrato come alla moda e all’arte Ë concesso tutto, tranne annoiare.

Oltre la ragione

Millenovecentoquarantacinque. Jean Dubuffet inventa il concetto di Art Brut. Spontanea, scevra di riferimenti cultura e tecnicismi viene realizzata da persone prive di una formazione artistica.

Malati mentali, bambini, psicotici sfogano le loro pulsioni emotive producendo opere sintetiche ed immediate. Spinto dalle teorie di artisti d’avanguardia come  punta al superamento dell’arte tradizionale proponendo come fonte d’ispirazione il profondo di ciascun individuo.

Pigne, cactus, story toy sono i soggetti ripetuti in una serialità ossessiva e convulsa da Tarcisio Merati, dichiarato affetto da sindrome dissociativa e schizofrenia nel 1959. La sua arte è simbolica, emozionale, intensa. Ogni elemento rappresenta un automatismo psichico a cui si cerca di dare una normalità. Ecco come il nido, gli uccellini, gli organi genitali assumono significati sulla condizione di Tarcisio Merati, anche se spesso, tali emozioni contrastano con le tonalità scelte, per lo più vivaci ed allegre.

Muri, porte e pannelli d’ospedale divengono la tela del mondo interiore di Adolf Wolfli. Schizofrenico, arrestato per diversi stupri e successivamente internato sfoga l’assenza di comunicazione realizzando arte. Qualsiasi oggetti può essere utilizzato come mezzo espressivo. Riviste, fotografie, pareti vengono reinterpreti secondo uno stile simmetrico e ripetitivo nel quale vivono tutti gli elementi che vivono all’interno del mondo interiore creato dall’artista.

Analizzare opere d’arte di malati mentali che hanno violentato bambini, stuprato donne, massacrato la propria famiglia va oltre il tecnicismo accademico. L’arte assume un carattere terapeutico. Ogni segno, anche quello più impercettibile diviene quindi una chiave per entrare nel complesso mondo dell’artista, chiunque esso sia.

Una questione di spazio

Fisico. Astrale. Destrutturato. Lo spazio è da sempre fonte d’ispirazione per molti artisti.

Candida Höfer, Jan Dibbets, Imi Knoebel, Giulio Paolini sono i quattro artisti che hanno reinterpretato la superficie all’interno della galleria Giacomo Guidi & MG Art.

Nulla è lasciato al caso. La Galleria appare bianca, come un limbo aspaziale. Sulle pareti risaltono le quattro opere artistiche. Spazio che diviene cultura attraverso le prospettive del teatro Comunale di Bologna della Höfer, si trasforma in artificio con i giochi di livelli di Jan Dibbets, torna all’essenza tramite la rielaborazione di Knoebel per poi mutare in visione onirica con Giulio Paolini.

Molti i riferimenti artistico culturali nelle opere esposte. Dibbets fa rivivere la fotografia di Helmut Newton attraverso i vari piani visivi e la volontà di rendere lo spettatore partecipe dell’evento. Un gioco tra realtà ed artificio enfattizzato dai geometrismi sviluppati nell’opera, che appare come una composizione di quattro immagini fotografiche. Fotografia, arte, geometria, ma anche moda nell’opera di Dibbets. Il grafismo geometrico proposto richiama le numerose stampa apparse durante le sfilate della New York Fashion Week.

Il minimalismo di Knoebel sembra essere, invece, la base per la nascita di un quadro di Mondrian. Le linee sono realizzate con delle assi di legno, leggermente colorate con colori primari. Lo spazio viene decomposto negli elementi primari. L’artista lascia spazio all’immaginazione dello spettatore che si titilla nella ricostruzione mentale dello spazio, delle figure, delle forma, come se si trovasse davanti ad un Tangram.

“Una questione di spazio“, questo il nome dell’evento inaugura, dunque, la stagione espositiva della galleria Giacomo Guidi & Mg Art.

Rome! Art New

Rivalutare invece che creare. Simbiosi tra arte ed ambiente circostante. Sembrano essere questi i nuovi orientamenti dell’arte concettuale. New York, Berlino, Londra sono alcune delle città che vengono invase da perfomance, video proiezioni, mobilitazioni artistiche. Andy Warhol, Keith Haring, Jenny Holzer sono alcuni dei grandi artisti che fanno dell’arte uno strumento di comunicazione.

Roma non poteva che essere coinvolta in questa rivoluzione concettuale e culturale.Duemilasette. Jenny Holzer. For the Accademy. Giochi di luci e poesie. L’istallazione dell’artista fa rivivere sui più importanti monumenti le frasi dei grandi poeti italiani, da Pasolini a Montale, facendo immergere lo spettatore in un mondo surreale.Duemilanove. Catch the Fox. Si celebrano i cinque anni di Firefox. Proiettato da una macchina in movimento, accompagnato da video infuocati, il logo dell’open-source ha rivestito pareti e facciate di Roma. Una corsa mammifera fatta di fotoni che conferma l’importanza di questa rivoluzione artistica.
Duemiladieci. Thyra Hilden e Pio Diaz. Coliseum on fire. Il simbolo della città eterna viene bruciato da fiamme virtuali. “Come l’Araba fenice che risorge dalle sue ceneri” – affermano i due artisti – “l’evoluzione culturale implica la distruzione “.

L’arte esce dai musei ed invade le città. Lo spettatore, casuale o intenzionale, è finalmente libero di muoversi a proprio piacimento nelle istallazioni.

New York Fashion Week

Op Art, Fauves, Dadaismo. La settimana della moda newyorkese dà vita ad uno show ricco di contaminazioni artistiche.

Minimalismi, geometrismi, black & white per Lacoste. Christopher Lemaire dà il proprio addio alla Lacoste con un tributo all’eleganza degli anni 30.

La storia della casa di moda francese fondata nel 1933 da Renè Lacoste e Andrè Gillie rivive in passerella attraverso abiti capaci di unire la competizione sportiva al glamour.
Una collezione basata sul grafismo e che sembra far rivivere le filosofie del mondo dell’ Optical Art e del Bauhaus attraverso linee geometriche, forti e decise.
Destrutturata, rielaborata, priva di maniche,  la polo, capo storico della maison francese, domina la nuova collezione. Il gioco di volumi è enfatizzato dalle linee squadrate che contrastano con le forme larghe e confortevoli dei pantaloni, rigorosamente a vita alta e con l’orlo alle caviglie.

Sneakers declinate in tutte le varianti, dalla versione  ballerine, allo stivaletto, ai sandali rimandano al connubio tra moda e sport. Non solo abiti, ma anche collane e pendenti per Lacoste che celebra così la nascita della prima linea di bijoux.
Diane Von Furstenberg  e il designer Yvan Mispaelere trasportano il pubblico in quadro Op Art che sfocia nel Fauves attraverso l’ eccesso decorativo e cromatico.

“Godes”, questo il nome della collezione, rivaluta e glorifica la figura della donna considerata dalla stilista come una dea, libera e bella.Tabacco, khaki, cammello, rosso, pesca, si fondano alle stampe optical dando vita ad abiti dal forte impatto visivo.Giacche morbide, bermuda e gonne drappeggiate si contrappongono alla violenza cromatica dando la sensazione di fluidità, in linea con lo stile easy chic caratteristico della stilista.

Colore ancora protagonista con Philosophy di Alberta Ferretti.
Fucsia, turchese, verde smeraldo, viola reinterpretano in chiave ironica e moderna il mondo dell’antica Cina e delle Hawaii. Cheongsham, Kimono, copricapi a pagoda dalle lunghezze ridotte diventano gli strumenti di seduzione per una donna allegra e spensierata. L’uso di seta, satin, stampe floreali e di draghi amplificano il clima dolcifico e zucchero proposto dalla stilista italiana.  Una collezione surreale e stravagante che ricorda il mondo creato dal fotografo David LaChapelle.

Sperimentazioni, invece, per Custo Barcelona che accosta in passerella una collezione dal mood più eccentrico, artistico ed occasionale ad una più quotidiana. Psichedelico il risultato. Un hippy moderna capace di indossare abiti e piume dall’alto gusto estetico con noncuranza.

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