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Spagna, ecco la Catalogna da scoprire in bicicletta

La Catalogna vanta un’ampia rete di percorsi ciclabili che ne consentono la scoperta al ritmo lento e benefico dei pedali, coglierne l’essenza e apprezzarne la diversità e la ricchezza di paesaggi naturalistici e urbani, senza tralasciare storia, cultura e tradizioni. Dalla Costa Brava alle Terres de l’Ebre, dalle vette dei Pirenei alla Val d’Aran, passando naturalmente per la capitale Barcellona: la straordinaria diversità territoriale permette sia di fare un buon esercizio fisico, andando alla ricerca di tappe impegnative e passi di montagna, sia di optare per un’esperienza più soft, raggiungendo alcuni dei luoghi più iconici del Paese.  Qualsiasi sia il grado di intensità o la tipologia di bici scelta, mountain bike, da strada, gravel, e-bike, questo è sicuramente uno dei modi migliori per scoprire l’essenza di questa splendida terra, pedalando lungo diversi percorsi ciclabili in solitaria, con la famiglia o in compagnia di amici, in totale libertà, ma pur sempre a stretto contatto con la natura.

Catalogna
Catalogna

Nel cuore dei Pirenei, in Val d’Aran

La prima zona che vale la pena inserire nel programma di viaggio, considerata il non plus ultra per chi ama lo sport di montagna, è la Val d’Aran che – grazie alla sua posizione privilegiata e all’ampia varietà di paesaggi – permette di scoprire una Catalogna più intima, caratterizzata da piccoli villaggi, distese naturali incontaminate, custodi di una fortissima identità culturale.

Prima destinazione di montagna al mondo ad essere riconosciuta con la certificazione di turismo sostenibile Biosphere Destination dall’Istituto di Turismo Responsabile, ente associato all’UNESCO e all’Organizzazione Mondiale del Turismo, oltre ad essere dal 2004 Destinazione per il Turismo Sportivo, questa valle incastonata nei Pirenei è sicuramente un paradiso per gli amanti della bicicletta che qui trovano oltre 800km di percorsi adatti a qualsiasi grado di difficoltà.

Dagli spettacolari passi di montagna, scenari del mitico Tour de France, ai vertiginosi circuiti di enduro per i più professionisti nelle foreste di Baricauba, La Tuca e la montagna di Montromies, agli oltre 400km di percorsisegnalati per la mountain bike attraverso boschi lussureggianti, a numerose possibilità per la gravel bike sia su superfici asfaltate che su sentieri naturali, alle tranquille pedalate lungo il fiume che collegano i villaggi che sorgono in questa zona e più idonei agli amanti della bici su strada, fino ad una serie di percorsi specifici per eBike che si distinguono per la bassa difficoltà tecnica e la bellezza dei tragitti.

Vies Verdes, recupero di vecchi binari e valorizzazione del territorio

Le Vie Verdi della Catalogna sono itinerari che si snodano sinuosi tra vecchi tracciati ferroviari della provincia di Girona e di Tarragona. Oggi rappresentano un esempio virtuoso di recupero di patrimoni storici dismessi, trasformandosi in sentieri adatti al cicloturismo (e anche a passeggiate), dove appagare la propria curiosità anche grazie alla ricchezza culturale e storica del territorio, situato nel nord-est della regione.

Catalogna
Catalogna

Pedalare a ritmo lento tra villaggi poco conosciuti, dalle valli più interne dei Pirenei al litorale della Costa Brava, dai paesaggi rurali agli scenari più urbani, è una forma di turismo sostenibile che permette di conoscere la Catalogna nel suo animo più intimo e autentico, che non è possibile cogliere percorrendo i percorsi più tradizionali. Si tratta comunque di itinerari con tappe brevi in leggera discesa, realizzabili in giornata, o in più giorni, ideali per una vacanza in famiglia con bambini.

Una delle Vie Verdi più incantevoli è quella che, dalla Costa Brava, permette di raggiungere i Pirenei (Itinerario del Carrilet I), snodandosi lungo un percorso di grande importanza paesaggistica, ecologica e culturale nella straordinaria zona vulcanica di La Garrotxa, a Olot, dove spiccano ben 4 coni vulcanici, crateri, boschi di faggi su fiumi di lava e spettacolari gole con pareti in basalto, frutto di esplosioni millenarie. Lungo il percorso incontrerete Girona, un vero e proprio gioiello di architettura medievale, perfettamente conservato, dove consigliamo di trascorrere una notte, per quindi arrivare a Sant Feliu de Guíxols, in Costa Brava, lungo l’Itinerario Carrilet II.

Catalogna
Catalogna

Per ammirare l’incantevole bellezza dei panorami mediterranei di questo tratto di costa catalana, si può anche optare per l’Itinerario del Ferro e del Carbone che ripercorre la tratta che seguiva il treno dalle miniere di Carbone di Ogassa a El Ripollès (area di forte tradizione metallurgica): un percorso semplice, che segue dolcemente il corso del fiume Ter, o l’Itinerario del Tren Petit che ripercorre la linea del piccolo tram-treno che collegava le meraviglie della Costa Brava, dal mare all’entroterra, regalando scorci incantevoli della zona dell’Empordà, dove sorgono piccoli villaggi che sembrano piccoli musei a cielo aperto, ricchi di storia e tradizioni.

Se invece si intende andare alla scoperta della punta meridionale della Catalogna, nelle Terres de l’Ebre, è possibile scegliere tra due itinerari che si snodano tra mandorli e foreste di pini, nella provincia di Tarragona. Lungo il primo itinerario della Terra Alta si incontrano luoghi e paesaggi spettacolari, intervallati da tunnel e viadotti, mentre con l’itinerario del Baix Ebre si percorrono circa 26 chilometri lungo il fiume Ebre, in un alternarsi – quasi a creare un vero e proprio mosaico – di paesaggi montuosi, prati e fattorie e argini fluviali fino a Tortosa, la città delle tre culture.

Il Consorzio delle Vie Verdi di Girona

ll Consorzio delle Vie Verdi di Girona ha iniziato a gestire questi percorsi nel 2003. Il Consorzio è l’ente locale che gestisce tutti i percorsi delle Vie Verdi di Girona, creato e integrato dalla Provincia di Girona e dai comuni e dai consigli provinciali dei percorsi. Il suo compito principale è quello di effettuare la manutenzione e il miglioramento dell’infrastruttura, la promozione del suo utilizzo e l’espansione della rete.

Nel 2013 è stato realizzato il percorso Pirinexus, anch’esso gestito dal Consorzio, un percorso ciclabile circolare che collega i territori situati su entrambi i versanti della catena montuosa dei Pirenei e che si collega con EuroVelo8; l’ultimo percorso integrato dal Consorzio si chiama Pirinexus Litoral, un asse in parte pedalabile in parte percorribile con altri mezzi pubblici di mobilità sostenibile, che attraversa le zone della costa di Girona e si collega con Rosselló.

La Costa Daurada, il paradiso per le biciclette

Certificata quale Destinazione di Turismo Familiare specializzata in cicloturismo, Cambrils si trova nel centro-sud della Costa Daurada. È certamente un luogo onirico: gli amanti delle due ruote si troveranno qui a pedalare tra montagne e mare, tra vette e costa, in un emozionante susseguirsi di sensazioni e visioni indimenticabili.

Piste ciclabili che corrono lungo l’intero litorale e attraversano il tratto urbano in pianura, come l’itinerario che da Salou permette di raggiungere Cambrils e costeggia costantemente il mare, lungo tutti i 7 km della tratta o, se un sentiero più lungo non spaventa, resta da provare l’itinerario ad anello del Baix Penedès. Si parte e si arriva a El Vendrell, città natale di Pau Casals (celebre compositore e direttore d’orchestra catalano) e per 37 km attraverserete questa zona tra foreste, vigneti e una storia che affonda le radici nell’antica Roma.

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“Tigu Beach”, un’esperienza immersiva sul Golfo del Tigullio

Sulle acque cristalline del Golfo del Tigullio, nei pressi di Sestri Levante, si affaccia Tigu Beach, un elegante stabilimento balneare che, per la stagione estiva 2023, vestirà Paul&Shark.

Tigu Beach
Tigu Beach

Un progetto ideato dall’imprenditore Edoardo Santanna, storico proprietario di Tigu Beach, la cui famiglia si occupa da anni di hôtellerie, e Mattia Ferrari anima internazionale e creativa.
Il beach club, completamente rinnovato, accoglierà i suoi ospiti in un’atmosfera da appartamento francese degli anni ’40.

Tigu Beach
Tigu Beach

La scelta d’arredo include sedute e tavoli che richiamano alla mente i bistrot delle vie parigine, mentre le nuance di tè verde della pavimentazione e verde bosco dei dettagli del mobilio rimandano alle patisserie storiche.

Tigu Beach
Tigu Beach

I 54 lettini standard insieme ai 10 Vip bed, posizionati nella Paul&Shark Lounge, compongono un colorato quadro vista mare, con pattern a righe in raffinate nuance verde salvia e arancio, mixate al bianco e all’écru.

Tigu Beach
Tigu Beach

Una variegata offerta food completa l’esperienza all’interno di Tigu Beach:
il primo ristorante da 60 coperti circa è di impronta mediterranea con una cucina sperimentale ma del territorio; il secondo è un ristorante di stampo Giapponese con 30 coperti, la cui proposta è curata da due esperti sushiman del ristorante Kisen di Milano.

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Essenza Maori: in viaggio tra i miti e le leggende proibite della Polinesia selvaggia

Poste metà strada tra la Nuova Zelanda e le Hawaii, le Isole Cook sono rimaste tra le poche mete long-haul internazionali Covid-19 Free. Il distaccamento forzato dal resto del mondo è stato necessario per tutelarsi ma si è rivelato anche utile per velocizzare un processo di riscoperta dei valori e delle tradizioni di questo piccolo paradiso. Già 15 anni fa si era dato il via ad un’analisi introspettiva riportando nelle scuole l’insegnamento della lingua Maori, oltre all’inglese, allo scopo di valorizzare l’aspetto culturale e storico non disdegnando, però, il supporto della tecnologia.  Si dice, infatti, che per conoscere bene un luogo ed il suo popolo, sia importante anche avvicinarsi alla lingua locale… Per questo, nel 2017, è nata Hika Kia Orana, applicazione che permette ai visitatori (e non solo) di tradurre istantaneamente dall’italiano al Maori non solo frasi pratiche di viaggio, ma anche canzoni e preghiere locali. La volontà di conservazione insita in ogni Cookiano è strettamente legata ai Kia Orana Values e, in particolare, allo spirito del Mana Tiaki, la responsabilità che ogni abitante sente nel cuore di tutelare e preservare per le generazioni future la cultura ed il patrimonio ambientale del piccolo paradiso. Ecco allora qualcuno di quei tratti culturali che questo popolo straordinario tramanda con successo da secoli.

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Le origini

Gli abitanti delle Isole Cook sono discendenti dei veri polinesiani, i migliori navigatori del Pacifico. Circa l’87% dei cookiani è rappresentato, infatti, da autentici Maori che nel IX secolo partirono da Hawaiki, la loro terra d’origine, verso Aotearoa, la “terra della lunga nuvola bianca”, l’attuale Nuova Zelanda. Una conoscenza sofisticata della navigazione li ha portati, senza paura, alla ricerca di nuove terre. Il loro coraggio, la loro abilità e la loro forza superarono avventurieri leggendari provenienti dal Portogallo o dalla Spagna, così come gli olandesi o gli inglesi. Dal 1.500 AC le isole polinesiane venivano gradualmente popolate dagli antenati Maori che sbarcarono nelle loro Vakas (magnifiche giganti canoe a doppio scafo) guidati dalle stelle e dal loro famoso potere di navigazione. La Vaka più famosa qui è sicuramente la tradizionale Marumaru Atua, orgoglioso simbolo delle Isole Cook che appartiene, di fatto, al suo popolo. Dal 2012, Marumaru Atua ha navigato solo grazie alle antiche mappe stellari in tutto il mondo, senza strumentazione, in rappresentanza dei Cook Islanders, promuovendo il turismo in questo piccolo paradiso, e prevede di continuare a funzionare come “aula galleggiante”, per condividere l’orgogliosa storia del viaggio nel Pacifico con gruppi scolastici locali e turisti, per il whale-watching e per motivi di ricerca ambientale per  “Marae Moana“, la più grande riserva marina del mondo.

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I canti proibiti diventano inni

Nel 1821 i primi missionari cristiani guidati dal reverendo John Williams della London Missionary Society fecero del loro meglio per arginare quelli che consideravano desideri carnali degli abitanti, che in realtà rappresentavano l’eredità culturale degli isolani di Cook. Non era permesso cantare, ballare o suonare. Il loro arrivo ha alterato lo stile di vita tradizionale, ma in qualche modo gli abitanti delle Isole Cook sono riusciti a preservare magnificamente la loro orgogliosa eredità polinesiana e fonderla con la loro fede cristiana. Anche se non siete praticanti, non perdetevi la messa domenicale nella cattedrale di Avarua, recitata in lingua in Maori. È uno spettacolo nello spettacolo, cappellini di ogni foggia e colore indossati dalle donne, abiti di lino bianco, borsette di paglia e foulard, mentre vengono intonati canti sacri e melodie.

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Le leggende antiche

Ina e lo squalo

Vi siete mai chiesti come mai gli squali abbiano un incavo sulla testa? Ebbene, molto tempo fa c’era una bellissima fanciulla di nome Ina che chiese a uno squalo di portarla su un’altra isola per andare a far visita al suo ragazzo. Durante il viaggio Ina aveva fame e decise di aprire una delle noci di cocco che aveva portato con sé. Non avendo niente con cui aprirla, però, decise di spaccarne una sulla testa dello squalo. Lo squalo se la scrollò di dosso e se la mangiò, ma da quel giorno gli squali hanno la testa leggermente “ammaccata”. Chissà se sia con l’obiettivo di redimersi per questo “leggendario” episodio che nel 2012 le Isole Cook hanno istituito nelle loro acque il più grande santuario degli squali al mondo, uno spazio protetto di ben 1,9 milioni di kmq per i grandi predatori, in cui sono proibiti la pesca, il possesso e la vendita di prodotti di squali, fondamentali per la salute degli oceani e per la cultura di queste isole.

credits Courtesy of Press Office
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La leggenda di Raemaru

Un’altra simpatica leggenda riguarda Maru, la montagna che migliaia di anni fa sorgeva orgogliosa sul lato occidentale di Rarotonga. Maru, la più alta dell’isola, copriva i raggi di sole all’alba permettendo agli abitanti del villaggio vicino di dormire più a lungo, con grande invidia di tutti gli altri villaggi. La sua fama non tardò a giungere anche sull’isola di Aitutaki, che invece di montagne non ne aveva nessuna. Vaeruarangi e Tamatoa, i due capi dell’isola, un bel giorno chiamarono a raccolta i loro migliori guerrieri e li istruirono a costruire grandi vakas e di partire alla volta di Rarotonga per conquistare la famosa montagna. Dopo una giornata di mare, i guerrieri avvistarono Rarotonga e l’orgoglioso picco di Maru. Scesero a terra nelle prime ore della notte mentre la gente dormiva profondamente. Corsero alla montagna, ne tagliarono la punta in poche ore, pronti a far ritorno alle loro vakas in attesa. Ma tutto quel lavoro stava producendo parecchio rumore e il villaggio, piano piano, cominciò a svegliarsi e ad accorgersi di ciò che accadeva. Gli abitanti di Aitutaki corsero veloci, aggrappati al loro premio, raggiunsero le loro canoe e si allontanarono prima che gli abitanti del villaggio potessero raggiungerli. Remarono e persero di vista l’isola di Rarotonga prima dell’alba.

Dopo quattro giorni di duro lavoro i guerrieri raggiunsero Aitutaki, ma durante il lungo viaggio tanti pezzi del monte si erano staccati e persi nell’oceano.  Ormai di Maru non era rimasto che una collina. La ribattezzarono allora Maunga Pu, che significa cima della montagna, in ricordo del loro successo.

Nel frattempo, a Rarotonga, la gente sconvolta per aver perso un gioiello così prezioso si preparava alla guerra. La vita non era più la stessa senza la cima di Maru: i raggi di sole dell’alba arrivavano presto disturbando il sonno degli abitanti del villaggio. Tuttavia, prima che le loro canoe da guerra fossero pronte, essi scoprirono che svegliarsi presto aveva i suoi vantaggi.

Era possibile catturare pesci più grandi e migliori all’alba! Ecco allora che la popolazione di Rarotonga decise di rinunciare alla guerra cominciando ad apprezzare questa nuova montagna, ora un po’ più bassa e piatta.

 

 

 

Dagli spazi urbani a Gozo, tutti i benefici dello yoga sull’isola di Malta

Chi pratica lo yoga sa bene quanto il luogo in cui si eseguono gli asana, sia fondamentale per trovare la concentrazione necessaria e per il raggiungimento del benessere atteso. Qualsiasi sia lo stile di yoga che pratichiate, avete mai pensato a partecipare ad un retreat a Malta completamente dedicato a questa disciplina? L’arcipelago posto nel cuore del Mediterraneo, col suo clima dolce, si presta perfettamente a dare il benvenuto agli amanti di questa pratica antichissima, ancora oggi tanto amata e diffusa, offrendo servizi e strutture idonee ad esaltare i risultati dati dall’esercizio, non solo per via delle numerose scuole specializzate che si trovano sulle isole, ma anche grazie a tutti i plus che solo Malta può offrire. La natura che caratterizza l’arcipelago, come potrete facilmente immaginare, si presta felicemente alla pratica all’aperto. Sia che preferiate la scenografica costa per essere accarezzati dalla profumata brezza marina, sia che, invece, preferiate il placido entroterra, troverete luoghi intrisi di un’intensa carica energetica, soprattutto in momenti topici della giornata come le scenografiche albe.

Yoga a Malta_ credits Instagram
Yoga a Malta_ credits Instagram

Quello che forse non sapete è che a Malta è possibile praticare lo yoga all’aperto anche in luoghi più urbani: per esempio sui bastioni di un’antica fortificazione barocca o ai piedi di un monumento storico come ce ne sono tanti in città gioiello quali Valletta, Mdina o Vittoriosa, centri dall’innegabile fascino dove troverete anche boutique hotel elegantissimi ed accoglienti, in grado di offrirvi il confort ideale, ma anche di organizzare sessioni private dove e quando lo desideriate. A Gozo, seconda isola dell’arcipelago è possibile organizzare retreat nelle farmhouse: splendide case coloniche costruite in pietra calcarea, caratterizzata dai tenui colori del miele, e circondate dalla rigogliosa macchia mediterranea. Immaginatevi a srotolare il vostro tappetino in un tranquillo giardino privato, a bordo della vostra piscina e accanto al rosa vivace di una grande bouganville, circondati dalla quiete di questa piccola isola. Tenete anche in considerazione la possibilità di affiancare la pratica dello yoga con altre attività, come le tante discipline sportive outdoor praticabili a Malta.

Yoga a Gozo nell'isola di Malta_credits Courtesy of Malta Tourism Authority
Yoga a Gozo nell’isola di Malta_credits Courtesy of Malta Tourism Authority

Sport a cui ci si può dedicare sia in alternativa, ma anche in una vera e propria commistione di generi: potreste uscire in barca a vela per poi fermarvi in una caletta isolata a meditare al tramonto, oppure potreste uscire in mare per una sessione di yoga sup e sulla tavola entrare in contatto con la nostra energia vitale, ma potreste anche decidere di avventurarvi in un’escursione a piedi o in bici tra le morbide colline della campagna maltese e trovare un angolino tutto vostro dove eseguire la routine preferita. Non dimentichiamoci infine che un soggiorno a Malta sarà davvero di benessere a tutto tondo perché supportato da un’alimentazione sana e rinvigorente a base di prodotti a Km 0 freschi e saporiti, tipici della dieta mediterranea.

“Il giro d’Italia in 50 isole” nell’emozionante viaggio autorale di Lucrezia Argentiero

Salina, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office
Salina, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office

Nascono in Puglia l’idea e la stesura de “Il giro d’Italia in 50 isole” della giornalista e scrittrice Lucrezia Argentiero (di origini pugliese, ma “adottata” da Bologna). Una “guida emozionale” che conduce alla scoperta delle 50 isole dello Stivale, tutte diverse fra loro e tutte a portata di mano. Ne “Il giro d’Italia in 50 isole” di Lucrezia Argentiero è l’Italia in mezzo al blu la protagonista.

Burano, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office
Burano, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office

Da Nord a Sud 50 mete imperdibili. “Altri mondi” che vi rapiranno il cuore una volta approdati, grazie al sole che scalda e abbronza, al vento perennemente presente che culla i pensieri, al profumo di salsedine che inebria i sensi. Sono “altri mondi” sì, ma vicini. Mondi conosciuti ma anche meno noti. Posti perfetti per chi nello sguardo cerca sempre l’infinito. Fazzoletti di terra – facilmente raggiungibili e a volte nascosti – che diventano dimora per chi non smette mai di sognare, di emozionarsi e di ascoltare. Da vivere in un solo giorno, solamente per qualche ora o da trascorrerci le vacanze tanto desiderate.

L'autrice Lucrezia Argentiero e la piccola Nina
L’autrice Lucrezia Argentiero e la piccola Nina

Le isole segrete e le spiagge semi-deserte. Ma anche tanta cucina, storia, cultura e le dritte per una vacanza attiva. Dal trekking alle escursioni in barca, dal diving allo snorkeling. 

Copertina Guida
Copertina Guida

Cinquanta paradisi unici e autentici, perle tuffate nel blu, ognuna con una sua caratteristica. Un giro d’Italia per fare il pieno di emozioni. Dai fazzoletti di terra più fashion come le più blasonate Capri e Panarea a quelli incontaminati, come Stromboli o Gorgona, per andare con lo zaino in spalla in mezzo alla natura. Dalle oasi gastronomiche per chi vuole il massimo anche a tavola, come Grado e Favignana alle oasi del benessere, in primis Ischia, per dedicarsi alla cura del corpo e dello spirito. Da quelle circondate dalle acque del mare a quelle adagiate nei laghi come San Giulio in Piemonte, dove è possibile andare a caccia di draghi. Da quelle “toccata e fuga”, piccoli scogli quasi sconosciuti a quelle “belle e possibili”, sempre, come la selvaggia Filicudi.

Ponza, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office
Ponza, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office

Il giro d’Italia in 50 isole” è una guida da leggere attentamente per farsi condurre “per mano” in ognuna di queste cinquanta magiche realtà e poi scegliere l’isola dei vostri sogni, quella giusta per ritemprarvi e ritrovare voi stessi. Da soli. O in compagnia. Perché le isole sono un po’ come le persone. Hanno un carattere e una propria identità. Ognuna di queste perle ha una caratteristica che ben la contraddistingue. Sono posti che raccontano come eravamo e come siamo. Posti che ami e ci ritorni perché te ne sei innamorato. Sono così le isole. Anche solo leggendo sarete trasportati con la fantasia in questo viaggio che sa di sogno ma che può diventare realtà. Certo sarà un’impresa ardua sceglierne solo una. Sono tutti scrigni incantevoli, con mare pulito e panorami da togliere il fiato. Ma non c’è da preoccuparsi, non si deve attraversare il mondo per viverle. Sono tutte a portata di mano!

Capri, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office
Capri, Ph. Vittorio Sciosia_Courtesy of Press Office

Il nuovo libro/guida “Il giro d’Italia in 50 isole”, pubblicato da Iter Edizioni (www.iteredizioni.it), disponibile in libreria, in edicola e direttamente a casa, ordinandolo tramite le librerie online è il vademecum perfetto per chi cerca ancora il suo rifugio, per chi vuole fare un viaggio virtuale, per chi sta programmando la prossima vacanza estiva. È un preziosa guida (non mancano le info pratiche, posti consigliati dove dormire e mangiare, ma anche le curiosità e l’idea in più da non perdere) per iniziare un vero e proprio “viaggio dei desideri”.

Il giro d’Italia in 50 isole

Lucrezia Argentiero

Iter Edizioni

14,00

Biografia Lucrezia Argentiero

Giornalista filmmaker, di origini pugliesi ma “adottata” da Bologna. Viaggiatrice per lavoro e per passione, ama raccontare i territori attraverso le immagini. Sua la regia di numerosi documentari turistici e d’attualità. Suo il libro Il giro del mondo in 80 isole, Iter Edizioni. Altre passioni? La fotografia e il suo cane, Nina. Cercatela sul pink blog“amichesiparte.com” e sul profilo Instagram “luzargentiero”.

Sud Italia coast to coast, in catamarano la vacanza diventa un vero lusso

I tramonti sul Golfo di Napoli, la vista mozzafiato sulle coste di Amalfi, Sorrento e Positano. La bellezza delle Isole Egadi e delle Eolie attraversando il Tirreno per ammirare i tesori dei porti accoglienti della Sicilia, da vedere coast to coast, o della Sardegna con un tuffo tra i sapori genuini della Calabria. Spingendosi oltre, in un’esperienza magica e unica nel suo genere, per raggiungere Palma de Mallorca, fino alla natura incontaminata di Phuket in Thailandia o scoprire con un’escursione subacquea gli incantevoli fondali di Trinidad e Tobago, Saint Vincent e Grenadine. Quest’estate si va al mare con Sailuxe, progetto ad hoc dedicato al luxury e appena nato dall’esperienza del gruppo Spartivento, prima società italiana di charter nel Meridione e seconda per numero di barche di proprietà in flotta in Italia, nonché leader da oltre vent’anni nei viaggi con yacht, barche a vela e soprattutto catamarani. In un’avventura stellata e personalizzabile per un tour selezionato che annovera le più belle mete del Sud Italia ed esotiche. Navigatori esperti per globetrotter che amano le sfide con un’attenzione minuziosa per i dettagli, lo staff di bordo Sailuxe accompagna le esigenze dei viaggiatori con un occhio di riguardo per i servizi di qualità. Viaggiare con Sailuxe significa vivere una vacanza originale ed irripetibile nel Mediterraneo, fino alle acque cristalline dei Caraibi, anche per romantiche emozioni di coppia in barca sotto lo sguardo della luna. Il capitano sarà la vostra guida nel viaggio, mentre le hostess on board si prenderanno cura di ogni vostra richiesta e un travel concierge locale vi farà da Cicerone nelle destinazioni scelte, svelando aneddoti e curiosità tra snorkeling e trekking tour. Welcome pack con delicatessens tipiche e wi-fi saranno a disposizione per essere sempre connessi e regalare emozioni multisensoriali, dal gusto alla vista.

Dobbiamo essere consapevoli delle meraviglie che la natura del meridione offre: l’intero arcipelago delle isole Eolie, ad esempio, è patrimonio mondiale dell’UNESCO. Abbiamo a nostra disposizione migliaia di incantevoli chilometri di costa, e uno dei modi migliori di esplorare ogni centimetro di essa è in barca a vela o in catamarano. Un’autentica simbiosi con il Mediterraneo, che racchiude tutti i valori tipici dell’essere italiani: condivisione, buona cucina, spensieratezza – e la cornice di panorami turchesi indimenticabili”, spiega Iole Pizzi, marketing manager del gruppo Spartivento e general manager del progetto Sailuxe.

Drone aerial view of catamaran sailing boat in Maddalena Archipelago, Sardinia, Italy. Maddalena Archipelago is composed of Razzoli, Santa Maria and Budelli islands.
Drone aerial view of catamaran sailing boat in Maddalena Archipelago, Sardinia, Italy. Maddalena Archipelago is composed of Razzoli, Santa Maria and Budelli islands.

SUD ITALIA, ALCUNE DESTINAZIONI

  • Golfo di Napoli e Isole Pontine

ISCHIA

Ischia, l’isola più grande nel Golfo di Napoli, è stata ribattezzata nei secoli “Isola verde”, “Isola della giovinezza” e “Isola del dio sole”: è facile intuire la bellezza naturale e le grandi qualità climatiche che rendono quest’isola di origine vulcanica un piccolo paradiso naturale, rigoglioso e mite anche d’inverno. Dall’interno alla costa, Ischia è uno scrigno di tesori da scoprire: dalle lussureggianti e variopinte colline immerse nel verde e i loro giardini botanici, ai monumenti storici, fino alle imperdibili spiagge, le baie marine e i numerosi centri termali. Il castello aragonese, simbolo dell’isola, fu costruito da Gerone di Siracusa nel 474 a.C. e si affaccia maestosamente sul porto storico; gli amanti dell’arte non vorranno sicuramente perdere una visita alla Cattedrale dell’Assunta, dove sono conservati i famosi affreschi della scuola giottesca. Per coloro che desiderano pernottare in porto, si consiglia di andare al porto turistico di Casamicciola, uno dei sei comuni dell’isola. Tuttavia, se si preferisce trascorrere una notte all’ancora, in buone condizioni meteorologiche e al riparo dalla brezza nord-occidentale, suggeriamo Sant’Angelo, un caratteristico villaggio situato sul lato meridionale dell’isola. Il fondale marino nella baia è sabbioso, è abbastanza sicuro e c’è anche un piccolo porto turistico. Durante la navigazione costiera, degne di nota sono le insenature di Carta Romana e la Spiaggia degli Inglesi, a ovest del molo esterno del porto, la Baia dei Maronti a Sant’Angelo, al cui interno si trova una spiaggia termale e l’accesso gratuito alle fumarole, la baia di Sorgeto e la baia di San Francesco.

Courtesy of Sailuxe
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PROCIDA

La meta ideale per una pausa nel relax, lontani dal turismo di massa: Procida, la terza per grandezza dell’Arcipelago Campano, ha mantenuto invariato il suo fascino tradizionale, con le colorate case di pescatori, i localini dal look isolano, le viuzze strette che attraversano i borghi e gli impressionanti scenari naturali. L’isola ha tre porti turistici: a nord la Marina Grande, che accoglie i visitatori con l’incanto delle sue case color pastello e la chiesa di Santa Maria della Pietà a ridosso delle banchine. E la zona ideale per scegliere un souvenir o degustare i piatti tipici della tradizione gastronomica isolana. A est c’è Marina di Corricella, con il villaggio di pescatori che fu d’ispirazione per i registi del passato; a sud invece c’è Marina di Chiaiolella, che accoglie barche di ogni tipo, con la suggestiva spiaggia di sabbia scura. Le altre spiagge da non perdere lungo la costa sono Lingua, Pozzo Vecchio e la baia di Chiaia, di fronte alla spiaggia di Ciraccio, insieme alle meraviglie offerte dall’isolotto di Vivara, una riserva naturale dagli splendidi fondali marini collegata a Ischia da un ponte.

PONZA

L’isola principale del gruppo, Ponza, è lunga solo 8 km e larga 2 km nel suo punto più largo. All’approdo, la cittadina offre uno spettacolo visivo unico: un groviglio di case, dai tetti piatti color pastello, arroccate sopra una banchina che percorre tutto il porto. Un posto meraviglioso per immergersi nel relax più puro, distraendosi così dalla movida, le boutique e il lusso incalzante sulla Costiera. Più di 40 km di costa caratterizzata da insenature, baie, spiagge e grotte sottomarine la rendono una meta inestimabile per gli appassionati di snorkeling. Dall’arrivo all’incantevole porto turistico è possibile procedere in escursione da Borgo Santa Maria a Le Forna, la zona più alta e panoramica sul livello del mare. Terra di greci e di romani, offre importanti lasciti archeologici ,come la necropoli romana, le ville imperiali e le cisterne sparse ovunque, tra le più interessanti da visitare c’è sicuramente Cisterna Romana. Le coste di Ponza ospitano incredibili bellezze: dallo Scoglio della Tartaruga a si possono raggiungere tre piscine naturali, assolutamente da non perdere; Chiaia di Luna, raggiungibile solo via mare, è la spiaggia più famosa, insieme alla vivace spiaggia di Frontone e Bagno Vecchio. Lungo la costa ci sono incantevoli calette: le grotte di Pilato e la vicina Grotta di Ulisse, con i misteriosi faraglioni che delimitano la zona; Cala del Core e Capobianco, raggiungibili solo via mare, sono le altre meraviglie da non perdere durante il soggiorno a Ponza.

Courtesy of Sailuxe
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PALMAROLA

La più occidentale e disabitata delle isole pontine: selvatica, riservata, incontaminata. Di natura vulcanica, Palmarola ha visto negli anni prevalere la natura sul turismo di massa: pochi i sentieri percorribili, immersi nella natura rigogliosa tra cui spuntano le palme nane, che danno il nome all’isola, a ridosso di acque placide dal colore verde smeraldo. Lungo la costa nord, la natura vulcanica si manifesta nelle particolari formazioni rocciose di quest’area e nella suggestiva Cattedrale, una maestosa parete rocciosa che si innalza dalle profondità di Cala Tramontana, sormontata dal verde e offrendo vari anfratti da esplorare sul livello del mare; lo spettacolo marino prosegue a sud con Cala Brigantina, una splendida piscina naturale immersa nella macchia mediterranea. Oltre alle bellezze costiere, Palmarola è caratterizzata da una serie di scogli e faraglioni che rappresentano un’occasione ideale per bagni e immersioni: a sud, gli anfratti di Grotta del mezzogiorno e il faraglione che la ospita; a nord gli scogli delle Galere, formazione unica nel Mediterraneo per la presenza di ossidiana lungo le rocce. A discapito dell’immenso mondo sommerso che offre, Palmarola vanta poche scelte per il trekking: nonostante le alture, solo il percorso che va da Cala dei Vricci fino al Porto rimane percorribile, per regalare una vista mozzafiato dal suo belvedere.

VENTOTENE
Al confine tra Lazio e Campania, Ventotene è un quarto delle dimensioni di Ponza ed è più adatta per una sosta nel relax assoluto, o per un fine settimana da trascorrere tra snorkeling e immersioni nelle sue baie color smeraldo. L’isola, infatti, è diventata negli anni famosa per le sue riserve marine incontaminate, divenendo uno dei più rinomati parchi sottomarini d’Italia. Ricco di edifici e siti risalenti all’epoca dell’Impero Romano, Ventotene racchiude secoli di storia e paesaggi incontaminati, un vero paradiso non solo per gli immersionisti, ma per gli amanti di mare ed escursioni in generale.Immediatamente riconoscibile dal variopinto ed emblematico Porto Romano – perfetto esempio di architettura classica con bacino scavato nel tufo e le botti originali che tenevano ferme all’ancora le navi romane -l’isola è sede di altri reperti storici, come le Cisterne Romane e la maestosa Villa Giulia, e vanta diverse zone balneari che fanno parte dell’area marina protetta: Cala Rossano, Cala Nave, Parata Grande e La Parata della Postina sono le insenature da non perdere. A due passi dall’isola c’è un’altra perla, ancor più nascosta e incontaminata: Santo Stefano. Completamente disabitato, l’isolotto ha una sola costruzione, l’antico carcere borbonico che domina il paesaggio.

Courtesy of Sailuxe
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COSTIERA AMALFITANA

A Sud della caotica e affascinante Napoli, l’incantevole e rinomata Costiera Amalfitana – e le tre isole di Capri, Ischia e Procida, oltre alle perle interne come Positano, Sorrento e la stessa Amalfi – sono state tra le località turistiche più amate dai turisti sin dai tempi dei romani. Questa splendida costa è annoverata tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO e comprende decine di incantevoli città, spiagge, calette e scogliere lungo i suoi 50 chilometri di estensione a sud del Golfo di Napoli: una destinazione ideale da esplorare durante una vacanza in barca a vela. Nei secoli, la leggendaria bellezza della Costiera Amalfitana ha ispirato artisti, scrittori e viaggiatori da tutto il mondo. Ed è facile capire perché: panorami unici al mondo, con le scogliere disseminate di villaggi che si protendono verso il mare; durante l’estate le note di limone si diffondono nell’aria, i turisti si riversano sulla costa e nei borghi prendono vita festival e ricorrenze della tradizione partenopea: è il momento ideale per salpare dal nostro Marina d’Arechi per un’incantevole crociera nel cuore del Mediterraneo.

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I PICCOLI TESORI LUNGO LA COSTA: MAIORI, MINORI, CETARA E RAVELLO

Questa serie di incantevoli villaggi costieri inizia a poche miglia dal Marina d’Arechi navigando verso ovest. Oltre allo splendido scenario, quest’area è dedicata alla produzione di maioliche, che copre la cupola della notevole chiesa di San Giovanni Battista e le facciate dell’Arciconfraternita dell’Annunciazione e del Rosario. Prima di raggiungere Maiori, vicino a Capo d’Orso, vale la pena visitare l’abbazia di Santa Maria de Olearia, scolpita nella roccia. Cetara è un villaggio di pescatori fondato dai Cetari, storicamente formidabili cacciatori di tonni. La chiesa di San Pietro, con la sua cupola ricoperta di maioliche e l’emblematico campanile. È difficile per le imbarcazioni da diporto trovare ormeggi nel porticciolo. Per coloro che vogliono ormeggiare per lungo tempo, in condizioni di tempo calmo – Cetara è esposta ai venti dei quadranti II e III (proprio come l’intera area costiera) a causa della barriera sommersa. Costruita a 350 metri sul livello del mare, la terrazza di Ravello è uno dei luoghi più belli della zona, da cui godere un’imperdibile vista sulla Costiera Amalfitana. Anche non si trova sul mare, merita una visita, soprattutto durante il Festival di musica classica, che si tiene presso l’Auditorium progettato da Oscar Niemeyer all’interno della bellissima Villa Rufolo, una villa in stile arabo del XIV secolo.

POSITANO

Scenica e lussuosa, Positano è la cartolina ideale della Costiera Amalfitana, con le miriadi di case variopinte che si affacciano vertiginosamente verso il mare, in una cascata di sfumature color pesca, rosa e terracotta. Le sue ripide stradine e scalinate, gli hotel drappeggiati dai glicini, i ristoranti chic e i negozi stravaganti rendono la vista di Positano un’immagine indimenticabile: a sole 6 miglia da Amalfi, lungo la costa permette di osservare le numerose baie e calette, primo tra tutti l’incantevole fiordo di Furore. Tipiche stradine con laboratori artigianali e scalinate conducono dalla parte alta della città alle rive della Spiaggia Grande o alla Spiaggia del Fornillo, mentre le spiagge di La Porta, Arienzo e San Pietro Laurito sono raggiungibili via mare. Poiché non ci sono porti, l’unica soluzione in quest’area è un ancoraggio in mare aperto, se le condizioni meteorologiche lo consentono. Partendo dal comune di Nocelle, il famoso sentiero noto come “Sentiero degli Dei” offre una vista mozzafiato su tutta la costa. A ovest, è assolutamente da non perdere la Baia di Ieranto, di fronte ai faraglioni di Capri, e la baia di Nerano, così come l’area marina protetta di Punta Campanella. Elegante e alla moda, Positano è perfetta per chi ama lo shopping e ha in mente una vacanza all’insegna della dolce vita. La sua ricchezza di boutique, bar e ristoranti dove gustare le numerose specialità, tra cui la famosa “Delizia al limone”, la rendono una tappa decisamente da non perdere.

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SORRENTO

Un piccolo gioiello dall’enorme reputazione, Sorrento è famosa come la città dei limoni – e come località dalla lunga tradizione turistica. Fu una tappa obbligata del “Grand Tour” del XIX secolo e l’interesse per la città fu risvegliato a livello internazionale dal poeta Byron, che ispirò una lunga serie di geni letterari – tra cui Dickens, Goethe e Tolstoy – a viaggiare per assaporare l’atmosfera del luogo. Quel romanticismo persiste immutato nel tempo. Basta visitare Piazza Tasso la sera per vivere una delle migliori passeggiate che l’Italia ha da offrire, tra hotel sontuosi, magnifici negozi di intarsi e accoglienti ristoranti campani che servono gli “Gnocchi alla Sorrentina”, insieme al delizioso limoncello, tipico di questa zona, da gustare ghiacciato a fine pasto. Gli amanti del trekking potranno visitare il Vallone dei Mulini, coi ruderi risalenti ai primi del 900, mentre gli appassionati d’arte e cultura avranno l’imbarazzo della scelta: il Museo Correale, nominato “più bel museo di provincia d’Italia” è il primo dei riferimenti monumentali della città, insieme alla Chiesa di San Francesco, la Basilica di Sant’Antonino e il Duomo. Per completare il tour paesaggistico, è consigliata una visita ai due porti storici, Marina Grande e Marina Piccola, due autentici presepi marini che mantengono tutt’oggi il fascino antico dei villaggi di pescatori della tradizione campana.

CAPRI

Capri è probabilmente il luogo più rinomato dell’intera Costiera, basta visitarla per capirne il motivo. Ripide scogliere si ergono maestose da un mare incredibilmente blu; eleganti ville a goccia si susseguono incorniciate da glicine e bouganville; giardini rigogliosi e incontaminati circondano tutto. L’attrazione più famosa di Capri è la Grotta Azzurra, un’insolita grotta marina illuminata da una luce blu ultraterrena: la luce del sole entra attraverso una piccola apertura sottomarina e viene rifratta attraverso l’acqua; questo, combinato con il riflesso della luce sul fondo di sabbia bianca, produce il vivido effetto blu a cui la grotta deve il suo nome. C’è solo un porto sul lato nord-ovest, Marina Grande, mentre a Marina di Capri è possibile ormeggiare sia sulla banchina che sulle boe. Oltre alla celebre Piazzetta di Capri, coi ritrovi e i bar dove rilassarsi e godere “la bella vita” caprese, l’isola offre diversi punti panoramici da non perdere: Villa San Michele e Villa Lysis offrono viste uniche sulla costiera, mentre la baia di Punta Carena è il lido ideale dove immergersi e osservare il miglior tramonto dell’isola. E menzionando le attrazioni famose, i Faraglioni sono senza dubbio l’immagine più rappresentativa di questa destinazione, un posto imperdibile per ogni velista abbastanza fortunato da essere lì.

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  • Sicilia Coast to Coast

CAPO D’ORLANDO

Nel comprensorio dei Nebrodi, sul litorale settentrionale della Sicilia e strategicamente collegata alle principali località dell’isola, Capo d’Orlando è una perla rimasta lontana dai riflettori, ma in grado di immergere i visitatori in un’atmosfera pregna di storia, arte e paesaggi marini tra i più pacifici e incantevoli. Per chi avesse tempo prima dell’imbarco, la città ospita tra i monumenti più celebri il Castello Bastione, un lascito dell’occupazione spagnola risalente al 1500, insieme al museo Antiquarium “Agartinide”, narratore archeologico delle diverse culture succedutesi nei secoli. Gli amanti delle passeggiate immerse nella natura potranno approfittare dell’attesa per attraversare il Sentiero Goletta, un’antica mulattiera di un kilometro che, collegando i due punti principali della cittadina, offre panorami mozzafiato accompagnati dal rumore del mare in sottofondo. Le Cave del Mercadante, situate tra i estremi del porto turistico nei pressi della suggestiva Spiaggia di San Gregorio, sono individuabili facilmente con le basse maree e rappresentano la località balneare principale, anche per il mistero suscitato dalle bizzarre conformazioni rocciose presenti, volute dall’uomo ma dalla funziona ancora sconosciuta. Ricca in folclore, mercatini e tradizioni popolari, la città esprime l’essenza della sua anima proprio nel giorno di ferragosto, con la suggestiva “via crucis marina” del quadro della Madonna di Porto Salvo, e il seguito di barche che lo scortano, a filo d’acqua, verso il faro e le spiagge costiere.

CEFALÙ

Navigando in direzione Est, Cefalù rappresenta una tappa obbligatoria: Distante solo 35 miglia nautiche da Palermo, è un concentrato di storia e bellezze naturali. Abitata sin dai tempi della preistoria, l’area racchiude la bellezza di un fascino millenario: la fondazione e le prima influenze culturali risalgono al popolo greco, che cedette poi il passo ai flussi prima Arabi, poi Normanni. Millenni di storia ancora impressi tra le vie medievali del centro cittadino e nella sua Cattedrale, annoverata tra i monumenti Patrimonio Mondiale, a cui si aggiunge il fascino della parte montuosa che ospita il Parco delle Madonie, che si erge su uno dei paesaggi costieri tra i più emblematici e originali in Sicilia. Annoverata tra i Borghi più belli d’Italia, Cefalù fu edificata a strapiombo di una scogliera per ragioni al tempo tattiche: oltre all’imponente faro di Capo Cefalù, punto di riferimento per individuare l’incantevole Baia di Presidiana, la costa è disseminata di località incantevoli dove fermarsi per un bagno: la Spiaggia di Sant’Ambrogio, la Spiaggia della Marina, la Baia dei Settefrati e Cala Mazzoforno offrono l’imbarazzo della scelta per un momento di relax durante la navigazione verso Palermo.

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PALERMO

La più grande delle città siciliane, antica e piena di storia, di architettura e di paesaggi mozzafiato: fondata dai Fenici oltre più di 2500 anni fa, la città si è sviluppata negli anni intorno al suo porto principale, “La Cala”. Tra le mete principali nel perimetro cittadino, Palermo vanta un autentico patrimonio storico: la magnifica Cattedrale, il Palazzo Normanno, Piazza Pretoria e la Chiesa di Santa Caterina, con la sua imponente facciata rinascimentale e gli sfarzosi interni barocchi, un autentico misto di storia, architettura e tradizione che rendono Palermo una città dall’identità unica. A pochi passi dal centro storico, basta addentrarsi attraverso i tipici mercati rionali per cogliere tutta l’essenza dell’animo palermitano: le strade di Capo e Ballarò, due tra i mercati principali, sono un tripudio di profumi, sapori e imperdibili bontà frutto della più originale tradizione gastronomica palermitana, uno spettacolo visivo e sensoriale da non perdere durante una tappa in città. Non mancano i percorsi naturali, come le escursioni al Monte Pellegrino e al Parco della Favorita. Città costiera per eccellenza, Palermo si distingue per le sue spiagge estese, le pareti rocciose e i piccoli paradisi balneari come Mondello, con la sua lunga spiaggia di sabbia bianca, Sferracavallo, e San Nicola, il porticciolo antico della città, che si aggiunge agli altri ormeggi naturali: Mongerbino, col suggestivo Arco Azzurro, e Sant’Elia. L’isola delle Femmine, a poche miglia dalle coste della città, è l’ultima tra le grandi attrazioni di quest’area: riserva naturale protetta per la varietà avifaunistica e sottomarina, al suo interno è ricca di ristoranti e locali tipici che tramandano la millenaria tradizione gastronomica isolana, eredità dei popoli succeduti nel tempo, mentre lungo la costa ospita spiagge di sabbia bianca finissima e mare cristallino, un vero richiamo per gli appassionati di immersioni subacquee, che possono ammirarne le numerose varietà di pesci, i cimeli archeologici sommersi, i relitti subacquei e l’incantevole corallo rosso.

TRAPANI E DINTORNI

Il versante occidentale continua a rappresentare una Sicilia dai mille volti, dove architetture storiche, bellezze costiere, natura e folclore avvolgono e incantano i visitatori a ogni passo. È il caso della millenaria Trapani e della magnifica area che la incornicia: il centro è facilmente visitabile a piedi o in bicicletta, e vanta numerosi palazzi barocchi, chiese antiche e lasciti storici, come la Cattedrale di Sant’Agostino, la passeggiata che dalla cinta muraria di Tramontana va a Torre Ligny, simbolo della città a ridosso sul mare, e il Castello della Colombaia, con le incantevoli Isole Egadi all’orizzonte. Tra i principali esportatori di sale del passato, Trapani conserva tuttora diverse Saline lungo la costa, da visitare nel tardo pomeriggio per goderne i riflessi sull’acqua e ammirare gli stormi di fenicotteri adagiati in posa. Gli amanti del trekking potranno intraprendere un tortuoso percorso verso la città medievale di Erice, un borgo dove il tempo si è fermato, alle pendici di un promontorio sormontato dall’affascinante Castello di Venere, da cui si gode un’irripetibile vista sul Mediterraneo e le coste tunisine. I meno sportivi potranno comunque visitare Erice raggiungendola attraverso una comoda funivia. I dintorni di Trapani sono disseminati di spiagge selvagge e incontaminate, prima tra tutte la Spiaggia di Macari, all’interno della Riserva Naturale dello Zingaro a San Vito lo Capo, con la sua costa frastagliata incorniciata da una paradisiaca vegetazione spontanea e acque cristalline. Scopello e la sua baia nascosta Cala Mazzo, Marinella e i suoi resti archeologici, Cala dei Turchi e le sue spiagge di sabbia e roccia sono i lidi principali dove fermarsi durante l’esplorazione costiera di questa magnifica area.

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USTICA

Durante la navigazione costiera, avremo la possibilità di puntare verso un’isola solitaria e autentico eremo naturale galleggiante a nord delle coste siciliane. Visibile a occhio nudo nelle giornate di luce tersa, Ustica dista solo 30 miglia nautiche dal porto di Palermo, mostrando ai navigatori in lontananza solo la parte emersa della sua vera natura. Isola di origini vulcaniche di dimensioni tali da comprendere anche un monte sottomarino – Anchise – la superficie di Ustica si caratterizza per le coste nere, aguzze e irregolari, e le rupi a strapiombo sul mare che danno vita a una serie di incantevoli baie e grotte sottomarine: il vero tesoro dell’isola, immerso sotto il livello del mare. Grotta Azzurra, Grotta della Pastizza, la Grotta delle Barche, Grotta del Tuono e Grotta verde sono le più note tra le miriadi di caverne e anfratti che nel tempo hanno reso quest’isola solitaria e discreta un rinomato tempio sottomarino per gli immersionisti accorrenti da ogni parte d’Europa. Per la sua natura geologica unica al mondo, insieme alla fauna subacquea che la accompagna, Ustica e i suoi fondali sono infatti risconosciuti come Riserve Naturali Protette e Patrimonio dell’Umanità.

  • Sardegna e Corsica

Immerse nel cuore del Mediterraneo, Sardegna e Corsica rappresentano due facce complementari di una natura tanto selvaggia quanto paradisiaca: separate dalla Bocca di Bonifacio, le due isole condividono acque di cristallo e scenari mozzafiato, confermandosi ogni anno come una delle destinazioni più ambite dai turisti desiderosi di spaziare dalla buona cucina, la tradizione e il turismo elitario del versante italiano alle avventure naturalistiche, sportive e più ecosostenibili offerte dall’isola francese. Il Marina di Cala dei Sardi, a soli 15 km dall’aeroporto di Olbia, è il punto di partenza ideale per salpare dall’elegante Costa Smeralda attraverso l’arcipelago della Maddalena, le calette e i bagni indimenticabili offerti dai due litorali.

SARDEGNA

La costa nordest della Sardegna racchiude il meglio dell’offerta turistica dell’intera isola: qui è possibile spaziare dalle boutiques degli eleganti borghi costieri alle deliziose cene nelle piazze cittadine a ridosso del mare, dalla movida notturna prediletta dal jet-set alle miriadi di calette e spiagge indimenticabili che collegano la Costa Smeralda alla Corsica, facendo di queste acque lucenti uno dei più intriganti e rinomati itinerari italiani, specialmente per i velisti. In aggiunta a Porto Cervo – col suo porto naturale, la buona cucina e i suoi famosi aperitivi – due delle spiagge più celebri e amate dell’intero litorale, Cala Liscia Ruja e Piccolo Pevero, sono a poche miglia dal marina: l’ideale per concedersi un bagno indimenticabile prima di attraversare La Maddalena e il suo Parco Nazionale composto da 7 isole. Caprera, la prima sulla nostra rotta, offre ancoraggio a Cala Coticcio – la baia più importante e conosciuta come “Tahiti della Sardegna” – e bagni memorabili a Cala Portese e Cala Garibaldi, baia nota agli appassionati di snorkeling, pesca subacquea e windsurf. L’isola ospita anche un museo, il Compendio Garibaldino, una volta casa e ultima dimora dell“eroe dei due mondi” Giuseppe Garibaldi. Veleggiando lungo la costa meridionale de La Maddalena è possibile trovare riparo nel suggestivo porticciolo storico di Cala Gavetta, o nell’incantevole spiaggia di Cala Francese prima di partire verso l’isola di Spargi, terza in ordine di grandezza e sede di una delle spiagge più rinomate dell’arcipelago: Cala Corsara, un’incantevole baia incastonata tra acque cristalline e spiagge frastagliate dove la sabbia si alterna alle rocce affioranti dall’acqua, un piccolo paradiso dove immergersi lungo la via, insieme alle incantevoli baie delle isole di Budelli e Razzoli, prima di ripartire verso le coste della Corsica.

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CORSICA

Il versante meridionale della Corsica è un misto sorprendente di tesori naturali, siti preistorici e patrimoni architettonici. Natura e svago, relax e attività nautiche, spiagge sabbiose e fondali marini incontaminati. L’Isola di Lavezzi, e i faraglioni circostanti, accoglieranno i visitatori in territorio francese con le loro bianche coste rocciose; l’isola fa parte della Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio ed è una meta eletta dagli amanti dello snorkeling e del birdwatching grazie alla varietà dell’avifauna e della flora emersa e subacquea. Cala Lazzarina è l’ormeggio consigliato prima di percorrere l’incantevole striscia di mare che collega Lavezzi all’Isola di Cavallo con le sue eleganti spiagge private, e le baie segrete incastonate tra speroni di granito a ridosso di acque cristalline, un tratto difficoltoso da attraversare in barca ma che rappresenta un autentico paradiso per immersionisti. Approfittate di questa rotta per avvistare l’incantevole Isola Piana, un isolotto poco distante dalle coste della Corsica dove le acque sfumano dal blu più intenso al bianco dei fondali, e una piscina naturale di 150 metri percorribile a piedi costituisce l’ingresso più suggestivo alla Spiaggia dello Sperone, sulle rive corse. Da qui, il litorale orientale offre mete incantevoli: col suggestivo Porto Vecchio e la spiaggia della Palombaggia – un paradiso naturale dipinto tra rocce rosse, sottile sabbia bianca e verdi pini marittimi, di fronte al pacifico arcipelago delle isole Cerbicales – e La Rondinara, dove i colori della costa continuano a ridosso di acque turchesi, meta eletta dagli immersionisti che visitano la zona. Il Marina di Bonifacio è l’ormeggio di riferimento nel Sud della Corsica: è in queste acque che vivrete uno dei tramonti più suggestivi dell’isola, col sole che scende lungo le Bocche di Bonifacio coi lineamenti della Sardegna all’orizzonte.

Tahiti, in viaggio alla scoperta degli incantevoli giardini profumati

Papeete, jardin de paofai_credits Courtesy of Thaiti Tourism
Papeete, jardin de paofai_credits Courtesy of Thaiti Tourisme

Una volta atterrati a Papeete, punto di approdo di un vero e proprio paradiso terrestre, si apre un modo intero di opportunità per scoprire luoghi di bellezza ineguagliabile e vivere esperienze indimenticabili. Il Mercato centrale, il museo delle perle, le escursioni nell’entroterra e la spiaggia di sabbia nera, una gita in traghetto fino a Moorea, oltre alle altre isole (più di 100) raggiungibili per via aerea o per mare.
Un percorso meno noto ma altrettanto affascinante per gli amanti della natura, fermandosi a Tahiti, è quello tra i vari giardini e parchi dell’isola, vere e proprie oasi di pace che offrono un panorama fresco e variopinto.

I Jardins de l’Assemblée de Polynésie française sono situati nel centro di Papeete, presso la sede dell’Assemblée de Polynésie française. Questo giardino custodisce fauna e flora che crescono rigogliose attorno a specchi d’acqua abitati da carpe. Sono presenti Tiki, un magnifico baniano e la scultura della Regina Pomare, che sembra sovrintendere alla tranquillità di questo luogo.

Papeari, jardin botanique harrison smith_credits Courtesy of Thaiti Tourism
Papeari, jardin botanique harrison smith_credits Courtesy of Thaiti Tourisme

I Jardins de Paofai offrono una meravigliosa vista sulla baia di Papeete. Passeggiando tra la vegetazione lussureggiante si troveranno grandi alberi da cocco, palme e diversi tipi di fiori, che uniti alla tranquillità del posto e ai molteplici servizi rendono il parco una meta molto gettonata per chi ama fare attività all’aria aperta. All’interno del parco si trova anche il monumento the Hokule’a, una canoa tradizionale che ricorda e celebra le antiche migrazioni polinesiane transoceaniche.

Spostandosi verso sud, a Teva i Uta, si trovano Les Jardins D’eau De Vaipahi, uno spazio sacro per purificarsi, con sentieri escursionistici immersi nel verde. Cascate, stagni e piante tropicali condurranno i visitatori verso un panorama mozzafiato. All’interno del giardino è possibile rifocillarsi con frutti locali e snack deliziosi venduti da donne del luogo. All’interno del parco c’è anche il percorso che si narra fosse seguito dalle anime dei defunti del clan Teva. Un’oasi rilassante, il tempo è sospeso in questo bellissimo sito naturale.

Poco più a sud, in direzione di Tahiti Iti, sorge l’Harrison Smith Botanical Garden, in cui si possono ammirarre alberi imponenti di quasi 50 anni, diversi tipi di piante, tra cui alberi da frutto, fiori colorati e graziosi stagni con le ninfee. Il parco venne istituito nel 1919 da Harrison Willard Smith, un fisico americano amante della botanica, certo che a Papeari avrebbe trovato sia il clima che il terreno giusto per creare un giardino botanico. Acquistò uno spazio di 137 ettari in cui raccolse specie provenienti dall’America, dall’Asia e dall’Africa. Dal 2017, la gestione del giardino botanico è stata affidata al Service du Tourisme.

Mauritius, in viaggio nell’isola dai paesaggi mozzafiato

A largo delle coste orientali africane, nel mezzo dell’Oceano Indiano sorge una magnifica isola ricca di cultura e tradizione: Mauritius, un’oasi di pace in cui convivono in armonia diverse etnie e religioni. La perla dell’Oceano Indiano vanta infatti una straordinaria e originale società multiculturale, frutto di flussi migratori da Europa, Africa, India e Cina, che si sono alternati e stratificati nel corso dei secoli. Con il passare del tempo questa varietà ha dato vita a un melting pot culturale comune, da scoprire visitando l’isola attraverso un percorso in cui paesaggi, cultura e patrimoni Unesco si intersecano nel racconto.

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La maestosa cima del Monte di Le Morne Brabant, situata sull’omonima penisola a sud-ovest, è uno dei punti più panoramici e fotografati di Mauritius. È raggiungibile con un percorso di circa tre ore e offre un panorama mozzafiato, con vista sulla barriera corallina e sulle lagune. Dal 2008 questo sito è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità UNESCO ed è considerato un simbolo della liberazione dalla schiavitù: proprio nelle grotte che punteggiano le rocce basaltiche del monte, infatti, si rifugiavano infatti gli schiavi fuggitivi. I mauriziani e i turisti portano grande rispetto alla montagna, considerata simbolo di sofferenza, sacrificio e libertà.

Nella vivace e cosmopolita capitale, Port Louis, oltre a diversi musei e quartieri multietnici, a pochi passi dal mercato centrale, sorge Aapravasi Ghat(Magazzino dell’immigrazione, in hindi). Questo sito, classificato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, era il punto in cui sbarcavano gli immigrati dall’India che venivano poi reclutati come “lavoratori a contratto” nelle piantagioni di canna da zucchero, dopo l’abolizione della schiavitù. Oggi rimangono soltanto alcuni resti del complesso originario, più precisamente quelli della banchina con i quattordici gradini che tutti i nuovi arrivati dovevano percorrere.
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Il senso di accoglienza e armonia della vivace cultura mauriziana trova espressione anche nella danza segà. Più di un semplice stile di ballo, è considerata infatti un’espressione artistica ed è entrata nella lista dei Patrimoni Immateriali dell’Unesco. Originariamente cantata e ballata dagli schiavi, ora fa parte della vita e del patrimonio mauriziano. Gli strumenti utilizzati, come ravanne, maravanne o triangolo e i testi delle canzoni, che raccontano in creolo lo stile di vita mauriziano, vi faranno sentire in modo coinvolgente lo spirito dell’Africa. Molti hotel propongono spettacoli serali per scoprire questa vivace tradizione.

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A proposito di MAURITIUS

Mauritius si trova nell’Oceano Indiano, a circa 800 km a est del Madagascar. Quest’isola vulcanica è nota per il calore umano della sua popolazione multiculturale, per le bianche spiagge e per gli hotel di lusso. Grazie al clima tropicale, lungo la costa persino durante le stagioni più fresche (in particolare da maggio a settembre) le temperature scendono raramente al di sotto dei 22°C; Mauritius è dunque la meta perfetta per un viaggio in qualunque periodo dell’anno. L’isola è inoltre la destinazione ideale per gli amanti degli sport acquatici, i golfisti, gli escursionisti, gli amanti della cultura, per chi è in cerca di relax nelle spa, per chi è in luna di miele e per le famiglie. Mauritius, con capitale Port Louis, conta 1.3 milioni di abitanti, compresi quelli dell’isola di Rodrigues. Tre religioni coesistono in armonia: l’Induismo, l’Islam e il Cristianesimo. La lingua amministrativa è l’inglese, ma anche il francese e il creolo sono utilizzate quotidianamente.

Photo credits Mauritius  Explored e Jivendar Tulsidas

Galatone, in viaggio nel Salento tra luoghi sacri e antiche tradizioni

Non solo mare, sole e vento. Il Salento è la perla della penisola pugliese ricca di tradizioni antiche e riti sacri tramandati di generazione in generazione nel corso del tempo. Fra masserie e uliveti secolari sorge Galatone, cittadina immersa nel verde incontaminato e baricentro di una fervente attività culturale che continua ad affascinare chi decide di recarsi in Puglia, magari per un viaggio on the road. Una tappa imperdibile dove, accanto ai sapori infondibili della cucina locale, tesori a cielo aperto continuano ad essere custoditi dai suoi abitanti che, in fatto di accoglienza, sono maestri di vita. I primi insediamenti nel territorio si fanno risalire al Paleolitico, rinvenuti utensili in ceramica e selce in particolare nella grotta detta “Pinnella” e, nell’età del bronzo, in quella dei Cappuccini. Sull’origine del paese vi è una duplice scuola di pensiero: quella che fa capo allo studioso Rolfs, che attribuisce l’origine al popolo dei Galati e quella che accoglie l’ipotesi dell’umanista concittadino Antonio De Ferrariis, vissuto dal 1444 al 1517, secondo il quale la provenienza al popolo dei Tessali. Guerre e conflitti si alternano nell’area salentina per tutto il Medioevo. Dai Saraceni ai Bizantini che organizzeranno, incrementando la demografia del posto, l’assetto agrario locale. Torri difensive, visibili sulla cosa prospiciente a Nardò, borghi fortificati, espressioni artistiche che diventano parte della quotidianità delle comunità rurali e dei feudi.

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Così Fulcignano, dove è possibile ammirare ancora quel che resta del Castello recinto. Se poi la maggior parte della popolazione venne assorbita da Galatone, che occupava una posizione strategica, negli usi e costumi degli abitanti iniziò a consolidarsi una forte e sentita identità religiosa, che trova la sua ufficialità nei riti sacri di origine greco-bizantina. “Sembra codificato intorno al X secolo un ecologio della chiesa di Galatone relativo alla festività di S. Giovanni Crisostomo, di S. Basilio, e dei Presantificati. Tra il 1055 ed il 1068 anche Galatone è interessata dalle lotte normanno-bizantine trovandosi dislocata sulle direttrici viabili tra Lecce, Gallipoli e Nardò divenute teatri di guerra. Con l’istituzione della contea normanna di Nardò, Galatone orbita attorno al dominio di quella circoscrizione sottoposta a Goffredo di Conversano dipendendo nell’organizzazione amministrativa”, fanno sapere gli storici.  Con il periodo Normanno-Svevo è la cultura orientale bizantina a prevalere. Tant’è che è diventata celebre la massima dell’umanista De Ferrariis, soprannominato “Galateo”, che sosteneva in latino “Graeci sumus et hoc nobis gloriae accedit”. Arti figurative, affreschi, liturgie e opere letterarie venivano contaminate dalla classicità così come le costruzioni architettoniche fra cui la chiesa maggiore “graecorum more constructa”.

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Nel periodo delle lotte tra angioini ed aragonesi per la successione di Giovanna II nel 1434, Galatone, si schierò dalla parte di di Renato d’Angiò e venne assediata da Giovanni Antonio del Balzo Orsini, che rase al suolo la cinta muraria fortificata. Poi, nel 1480, l’invasione dei turchi quattro anni dopo quella dei veneziani per accaparrarsi il dominio sul Mare Adriatico, crocevia di scambi mercantili e approdo ideale per i navigatori. Dai libri si legge che  il primo signore  galatinese, nel ‘500, fu Giovanni Castriota, al quale si attribuisce la costruzione del convento dei Domenicani, trasformato nell’odierna sede del palazzo di città, e la chiesa dedicata al patrono San Sebastiano.

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Nel 1556 Uberto Squarcifico comprò i feudi circostanti per 101.700 ducati, ma l’impoverimento con il cambio amministrativo era dietro l’angolo. Tuttavia, è proprio alla fine del secolo che si assiste ad una fase di splendore sul piano edilizio e monumentale con l’ospedale per i poveri del paese e pellegrini, la casa comunale, la fabbrica religiosa della Madonna della Grazia, la chiesa madre luogo di culto per  la Vergine Assunta, terminata nel 1595. Il 1600 è, invece, il secolo dei palazzi civili: Leuzzi, Lercari, De Magistris e Palazzo Tafuri nell’omonima via. Nel 1602 lo Stato di Galatone passa a Galeazzo Francesco Pinelli ma, essendo lui ancora troppo giovane,  fu amministrato da sua madre Nicoletta Grillo. Cresciuto, il suo gusto artistico si esplicò nella donazione di arredi sacri e nella realizzazione della prima chiesa del Santissimo Crocefisso del 1623 seguita da quella dell’Immacolata del 1642. Dal 1683 al 1696 il secondo tempio, poiché il precedente era crollato qualche anno prima, del Santissimo Crocifisso progettato e realizzato dal celebre Giuseppe Zimbalo detto lo Zingarello: si tratta del cantiere edilizio religioso più rilevante della Terra d’Otranto.

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Nel ‘700 l’assetto urbanistico si arricchisce con la ricostruzione della diroccata chiesa di San Sebastiano e l’erezione della torre dell’orologio, ultimata il 1809. Il non devastante sisma nella vicina Nardò ha contribuito al fermento edilizio del territorio: palazzo Vaglio, palazzo Bonsegna, si restaurano le mura e si ricostruisce l’attuale Porta S. Sebastiano. Durante il Risorgimento, Galatone prese parte alla rivoluzione in difesa della Costituzione avendo trai suoi esponenti il canonico Primicerio Don Giuseppe Leante. Con la soppressione degli ordini religiosi il monastero dei Domenicani diventa sede del municipio nel 1880, abbattuta porta S. Antonio e porta Castello si lascia spazio a nuove abitazioni con imprese specializzate in torchi enologici e macchine a supporto dell’agricoltura. Il Liberty in stile arabeggiante troneggia lungo la strada statale che, con le sue villette, collega la vicina Gallipoli a Lecce. La statua del milite ignoto, abbracciato dall’Angelo Custode, è il simbolo cittadino della guerra mondiale.

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La Chiesa del S.S. Crocifisso 

“La barocca chiesa del Crocifisso è stata costruita dal 1683 al 1694, da maestranze provenienti da tutto il Salento sulle quali primeggia Giuseppe Zimbalo; aperta al culto il 21 aprile 1694, fu terminata nelle opere interne il 1696. La facciata è divisa in tre ordini. La zona centrale del primo ordine è occupata dal pregevole portale ligneo intagliato realizzato il 1696 da Aprile Petrachi da Melendugno. Secondo la leggenda, nel 1621, l’icona sacra del Crocifisso cambiò la posizione delle sue mani dando vita ad eventi prodigiosi che hanno poi influito sul culto, ancora sentito dagli abitanti di Galatone che ne celebrano la ricorrenza con una vera e propria festa nei primi giorni di maggio. Lateralmente e negli altri due ordini si susseguono le statue lapidee dei santi evangelisti, di S. Pietro apostolo e di S. Paolo, di S. Sebastiano e di S. Giovanni Battista, dell’Angelo Custode e di S. Michele Arcangelo. L’interno è sontuoso ed ammaliante, un misto di elementi decorativi dorati e di grandiose tele che narrano i miracoli operati dal Crocifisso della Pietà. La fabbrica ha la forma di una croce latina con quattro cappelle per lato nella navata. L’ultima cappella del lato destro ospita l’organo e la cantoria opera lignea intagliata e dorata realizzata da Aprile Petrachi nel 1699. Il soffitto ligneo è formato da 60 tessere ottagonali eseguite pure esse dal Petrachi il 1696. Nel transetto si innalza una ottagonale cupola sostenuta da quattro pilastri entro i quali hanno dimora in altrettante nicchie le statue dei dottori della chiesa : S. Agostino, S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Gregorio. Le pitture riproducono il tema del ritrovamento della croce ad opera di S. Elena. Il presbiterio è dominato dal maggiore altare, sontuoso, imponente nell’aspetto, attorniato da tele eseguite da Aniello Letizia. Nella sacrestia trova posto la tela della “consegna delle chiavi a S. Pietro” di Bartolomeo Vimercati (1646) che faceva parte del corredo pittorico della prima chiesa costruita il 1623 e crollata il 1683″.

La Collegiata dell’Assunta

“Dedicata a Maria SS. Assunta, è la chiesa maggiore del paese costruita da Giovanni Maria Tarantino e Scipione Fanuli dal 1591 al 1595. L’interno a forma di croce latina, ha quattro cappelle per lato nella navata e due nel transetto. Il campanile, eseguito in periodi differenti tra il 1599 ed il 1750, è a tre piani a forma di prismi sovrapposti. Tele di pregio artistico sono: la tela di S. Sebastiano eseguita da Mattia Preti e la tela della Crocifissione eseguita da Donato Antonio D’Orlando. L’archivio storico della chiesa è custode di 3 codici greci”.

Palazzo Marchesale

“Sede dei feudatari di Galatone già dal XVI secolo il palazzo è stato oggetto di continui cambiamenti nel corso dei secoli. L’adiacente torre quadrata di epoca più remota ha assolto al compito di difesa e di repressione. Il 1743 a causa del terremoto la parte nord del palazzo è crollata. Del suo splendore resta il portale e le eleganti finestre decorate con motivi floreali e mascheroni che guardano verso la piazza SS. Crocifisso e su via castello. La lesena angolare della facciata superstite ospita i blasoni delle famiglie feudatarie che si sono succedute: Squarciafico, Pinelli, Pignatelli, Grillo”.

Porta San Sebastiano

“Si tratta della porta superstite delle tre monumentali ( porta S. Antonio – Porta castello – Porta S. Sebastiano) e di due per usi militari (S. Angelo – Santo Stefano) che definivano il passaggio dal circuito murario nel paese. La struttura della porta riflette gli influssi stilistici di architetti napoletani del XVIII secolo. Nella parte centrale dell’arco a tutto sesto, nella lunetta formata da un timpano semicircolare, sono allocati gli stemmi della civica amministrazione, dei feudatari Pinelli – Pignatelli e della Chiesa. Sull’asse dell’arco poggia la statua di S. Sebastiano, protettore della città, eseguita in pietra leccese da Pantaleo Larini nel 1859″.

Trekking ad alta quota: dal ghiacciaio Baltoro al K2, un’avventura dalla vista mozzafiato

Circa. 5.150 metri è l’altitudine del campo base K2: li raggiungerete con i tempi dovuti, alternando giornate d’acclimatamento a lunghe camminate in stile alpinistico tra ghiacciai e morene, in 20 giorni di spedizione al cospetto di 7 delle 19 vette più alte al mondo.

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Un paesaggio unico contraddistingue il sentiero che si snoda lungo il possente ghiacciaio Baltoro: il trek inizia a Johla, l’ultimo villaggio della Shigar Valley e nelle giornate che seguiranno, durante camminate la cui lunghezza può variare dalle 2 alle 8 ore, vi imbatterete in spettacolari vedute – dallo Snout di Baltoro e il magnifico panorama delle Cathedral Towers al Paju Peak, Chirichi Biaho, Trango Towers fino al Mustagata Tower, G IV, Matha Peak e il maestoso K2, solo per elencarne alcune – e monterete il campo mobile in privilegiati punti di osservazione della magnificenza che vi circonda.

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Ricorderete tutto di questa esperienza irripetibile, che per molti di voi traduce un sogno in un cassetto in realtà, ma tre sono gli elementi che ci piace estrapolare da un programma che è intenso fisicamente quanto emotivamente.

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Il primo, è l’essenza stessa di questa spedizione ovvero avere la possibilità di compiere uno dei trekking in Pakistan più desiderati e leggendari assieme; il secondo è quello di trovarsi al cospetto della maestosità delle vette della catena Karakoram, tra cui il solenne K2 e, infine, lasciarsi ammaliare dall’elegante simmetria del monumento del Pakistan a Islamabad.

La partenza è unica (dal 3 al 23 agosto) come unica è quest’esperienza.

Photo credits Courtesy of Press Office 

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