Una lettera d’amore alla sapienza artigiana. Ermanno Scervino è scultore di bellezza, celebra la femminilità attraverso ricami elaborati, tessuti preziosi e volumi che esaltano il corpo, esprimendo il suo amore per la grazia delle donne e per la maestria artigiana che contraddistingue la maison.
Ritratto di femminilità volitiva e determinata, libera, in cui la moda assolve al suo compito di disegnare ed accarezzare il corpo, esaltare la personalità come un alleato che consente alle donne di abbracciare la propria unicità.
Ermanno Scervino SS 24
La moda è slancio creativo, artigianalità, eccellenza, sapienza.
Per la collezione primavera/estate 2024 presentata durante Milano Fashion Week, Ermanno Scervino distilla l’essenza dell’abbigliamento, costruendo un guardaroba di pezzi unici che sono espressione della maestria dell’atelier Scervino e dei suoi artigiani, cultori dell’abilità sartoriale.
Ermanno Scervino SS 24
Abiti eterei e impalpabili, sensuali nella loro linearità, si muovono sulla passerella come sospinti dal vento. Abiti bustier che segnano la figura diventano tele disegnate con ricami floreali. Rouche plissettate come petali che ondeggiano fino a toccare il suolo scivolano su abiti a corpetto. Le sottovesti sofisticate bordate in pizzo, gli abiti in maglia a coste beige e in organza nera, sono rivelatori, immacolati e maliziosi.
Ermanno Scervino SS 24
Piccoli petali in organza prendono vita ornando la maglieria, tra cui cardigan dai volumi generosi, e parka indossati con lingerie in camoscio. Gli stessi petali anche su trench oversize in gabardina di cotone o camoscio, insistono sul contrasto tra forza e delicatezza, protagonista del vocabolario stilistico di Ermanno Scervino.
Ermanno Scervino SS 24
Il tailleur di stagione, una giacca doppiopetto decostruita abbinata a micro-short, è in colori pastello, pieni ma delicati, come l’azzurro luce, colore iconico del marchio. Celebrando la sapienza artigiana, Ermanno Scervino esalta la forza degli abiti come strumento di autodeterminazione, la vera essenza della moda.
“Sono solo un narratore, e il cinema sembra essere il mio mezzo. Mi piace perché ricrea la vita in movimento, la esalta. Per me è molto più vicino alla creazione miracolosa della vita che, per esempio, un libro, un quadro o la musica. Non è solo una forma d’arte, in realtà è una nuova forma di vita, con i suoi ritmi, cadenze, prospettive e trasparenze. È il mio modo di raccontare una storia.” (Federico Fellini)
Io uso la moda per raccontare e l’ho imparato andando al cinema. Il cinema, fonte inesauribile di storie, di sogni, di mood, di personaggi, di costumi, di set, di racconti di esistenze eccezionali o di straordinaria normalità. Il cinema è indispensabile compagno di vita. E ancora di più per me, per il lavoro che mi sono ritrovato a fare. Io, onnivoro di cinema, ho trascorso la mia adolescenza seduto tra il Selva e il Miramare di Alghero vedendo e rivedendo in loop film che ancora ora fanno parte del mio vissuto. I personaggi sono famiglia, comprimari ai parenti, le loro storie sono le mie storie, le loro vicende le ho provate anch’io e quello che sono è anche il risultato di quello che ho visto al cinema. Intimo e corale, condivisione e momento di interiorità, come nessun’altra forma di spettacolo lo è. Quando si spegne la luce e parte la musica con i titoli di testa è come se ci imbarcassimo in una navicella spaziale che ti porta altrove e niente importa più. “Credo profondamente in quel linguaggio essenzialmente visuale che è il cinema e arrivo a dire che un film dovrebbe essere compreso dagli spettatori anche se questi non conoscessero la lingua originale. Ritengo che il cinema sia forma d’espressione molto più potente del teatro… e anche della televisione, perché è reazione collettiva. Il grande schermo ricopre un ruolo in questo fenomeno. Quando la gente guarda un film al cinema è più concentrata.” (J. Losey)
Antonio Marras SS 24
Quando, nel 1967, ad Alghero è sbarcata la troupe di Joseph Losey alla ricerca di un set ideale, io avevo sei anni ma mi ricordo, eccome se mi ricordo. E con il tempo il film, le star, gli avvenimenti, le comparse del luogo, i pettegolezzi, i tentativi di rapimento, il mega yacht Kalizma della coppia stellare con cani, bambini, cuochi, capitani e marinai al seguito, i gioielli di Bulgari della Diva, gli abiti realizzati apposta dall’Atelier Tiziano da un giovane Karl Lagerfeld, copricapi di Alexander da Parigi, il cibo fatto arrivare direttamente da Londra con l’aereo ogni giorno, il tanto alcool, le liti fra i due protagonisti, la falesia di 186 metri di Capo Caccia e la villa bianca stratosferica a picco sul mare che, agitato, continua a sbattere sugli scogli e il vento, hanno assunto un’aurea di mito.
Antonio Marras SS 24
Da poco sono incappato nel docu-film di Sergio Naitza “L’estate di Joe, Liz e Richard”, che ricostruisce la mitica lavorazione di un film destinato a diventare, nel bene e nel male, un grande cult. E allora mi sono immerso in quell’estate calda dove il confine tra realtà e finzione, tra vero e falso, tra ricostruito ed esistente, tra recitato e rivelato, tra immaginario ed effettivo era solo un flebile soffio di vento.
Il film BOOM! in italiano “La Scogliera Dei Desideri” sceneggiato da Tennesee Williams dal suo script teatrale “The milk train doesn’t stop here anymore“ interpretato da divi del calibro stellare di Elizabeth Taylor e Richard Burton ha catapultato Hollywood nel mezzo di un paese incontaminato, vergine e selvatico.
Come per magia, dal Monte Lee, Hollywood atterra vicino a casa mia, ai confini dell’Impero, nella terra più pura e incontaminata del mondo.
Hollywood sulla scogliera di Capocaccia, Alghero, Sardegna.
Come non esserne affascinato?
Ho pensato che prima di tutto ci dovesse essere una Diva, una Diva vera, con la D maiuscola, che non si inventa né improvvisa. Una Diva che potesse bene interpretare un mondo alla Hollywood Babilonia dove tutto è possibile, dove un desiderio è un ordine, dove l’inimmaginabile diventa quotidianità, basta pensarlo, scriverlo e girarlo. Marisa Schiaparelli Berenson si affaccia, girovaga, fluttua. Fascino, talento, interpretazione, Diva tra arte e vita.
Il cinema, né un’arte, né una tecnica, un mistero.
(J. L. Godard)
Nel set di sfilata allestito come vari studi cinematografici si alternano attori, attrici, lavoranti, dive, segretaria di produzione, costumista, segretaria di edizione, assistente personale, sarta, regista, produttore, coordinatore del set, ciakkista, fonico macchinista, comparse e modelle e modelli e aspiranti attrici.
Antonio Marras SS 24
Tra caftani evanescenti e ondivaghi, abiti couture, vestaglie, tailleur sartoriali strizzati in vita, look maschili over, spolverini, pencil skirt, tubini e abiti da grand soirèe drammatici e divini. Abiti croccanti dai colori dei macaron. Pizzi chantilly, valenciennes, macramè, intarsi, ricami, perline, paillettes tutte a ruches, tulle plissè e flocckati, pied de poule, vichy, prince de galles, pois e righe, gessati e damaschi. E cotoni. Mazzi di rose e rose piazzate, onde, stampe acquellate e fanè.
Ecrù, sabbia, nacre, polvere e nero, tanto nero e lilla, giallo, rosa e celeste. Maglia intarsiata e tridimensionale, pelle, costumi e jersey.
Tutto insieme, un muoversi di camera, taglia e cuci di inquadrature e scene e l’arte dell’improvvisazione. Il cinema non è un mestiere per deboli di cuore.
Tra le isole più eleganti d’Italia, immersa nella natura del parco del Delta del Po, patrimonio Unesco, collegata da una strada arginale e con un ponte alla terraferma, l’Isola di Albarella è un vero e proprio paradiso naturale. Qui durante la stagione estiva è denso il programma di eventi di arte, moda e cultura in provincia di Rovigo. Proprio lo stilista marchigiano Vittorio Camaianiè stato ospite di questo elegante contesto portando la sua haute couture nell’isola in rappresentanza del Made in Italy.
Le creazioni di Vittorio Camaiani
L’ultima collezione del celebre Poeta della moda, intitolata Quando è un mare, dopo aver solcato l’abituale passerella di Palazzo Colonna a Roma, ha affascinato anche il Veneto. Abiti ispirati alla bellezza del mar Adriatico per una donna moderna che non rinuncia alla femminilità ed allo stile.
Albarella e l’alta moda di Camaiani
Negli anni la passerella estiva dell’Isola, “La moda sotto le Stelle di Albarella”, organizzata dall’event manager Paola Toffano, riferimento degli eventi sul territorio, ha toccato i più grandi nomi dell’alta moda italiana, tra questi: Renato Balestra, Gattinoni, Sarli, Antonio Grimaldi, Raffaella Curiel. Nell’edizione 2023 Vittorio Camaiani ha affascinato il folto pubblico presente con un guardaroba ideale per una raffinata crociera.
Le creazioni di Vittorio Camaiani
La manifestazione è stata promossa dal Direttore dell’Isola di Albarella Mauro Rosatti, dalla responsabile eventi Giulia Amadori, dal centro sportivo dell’isola dove si è svolto il défilé. Abiti per l’attuale estate indossabili da mattina a sera, ispirati agli orizzonti del mare dello stilista, l’Adriatico di San Benedetto del Tronto, ma che al tempo stesso conducono verso quel mare immaginario che tutti noi amiamo. È una collezione che inneggia alla libertà, al sogno, a guardare lontano anche nella vita di tutti i giorni e a viaggiare con la mente, a “prendere il largo” e a sentirsi in vacanza pur nella frenesia del quotidiano. La collezione si configura come un baule pieno di suggestioni, di sensazioni e di quei ricordi che ci portiamo dentro collegati alle estati dell’infanzia, in un caleidoscopio di colori che evocano i tramonti sul mare, le righe delle cabine e degli ombrelloni, le stelle marine, gli orizzonti infiniti.
Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le proposte si articolano in diversi momenti dal giorno alla sera e per la parte giorno nodi di corda e seta racchiudono i capi di lino, cotone cloclo e seta che scivolano sul corpo con motivi che evocano immediatamente il mare e l’estate in una successione di bianchi, blu, righe marinare fino agli ocra della sabbia e ai rosa dei tramonti sul mare. La sera di questa collezione si articola sull’organza, lo chiffon, la seta marocaine, il cady, in tute a righe in seta velate dal tulle, in abiti a caftano avvolti di chiffon, pantaloni in seta con stelle marine ricamate appoggiate sul fianco. In questa collezione non manca un’ampia dedica a un capo che Camaiani ha sempre nobilitato al massimo nella sua couture: la camicia. Il trucco delle modelle è stato affidato a Veronica Ramses, l’hairstylist a ABC Group di Adria, la parte tecnica dell’evento a SLD Service
Le creazioni di Vittorio Camaiani
Isola di Albarella, la cracking art e gli appuntamenti culturali di pregio
Nell’isola è possibile ammirare le opere di famosi artisti contemporanei. Tra questi la magnifica Rosa dei Ritorni creata da Marco Lodola. Inoltre in tutto il territorio sono presenti le installazioni originali ideate dal movimento artistico della Cracking Art, nato negli Anni Trenta con il proposito di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e vita artificiale. Le opere sono realizzate per sollecitare una riflessione collettiva sui temi dell’effetto antropico sull’ambiente naturale tramite azioni performative coinvolgenti, come i celebri animali colorati. Rigenerare la plastica significa sottrarla dalla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita. Un nuovo linguaggio estetico innovativo che esprime una sensibilità particolare nei confronti della natura. Infine tra gli appuntamenti musicali più attesi nell’Isola di Albarella ci sarà Raf il 10 agosto 2023.
Quest’anno Woolrichcelebra il Pride Month con un tocco di magia. Il brand ha scelto di collaborare con The Binary Group e il talentuoso fashion designer, creative director e stylist Jérôme Lamaar, per aggiungere un tocco di luccichio ai suoi iconici capi d’archivio. Con questa collaborazione Woolrich desidera promuovereuno spirito di inclusività e invitare tutti e tutte a celebrare con orgoglio la propria unicità. Jérôme ha selezionato tre capi Woolrich vintage e li ha trasformati in pezzi straordinari che riflettono la sua prospettiva incantata sulla vita, creando un legame tra la dimensione magica della fantasia e la vita all’aria aperta, che sempre di più può essere anche glam.
Jérôme Lamaar per Woolrich_credits Courtesy of Press Office
“Ci sono molte persone interessate alle attività outdoor, ad esempio gli amanti del glamping, presente? Persone che semplicemente hanno voglia di stare all’aria aperta, in mezzo alla natura, per sentirsi liberi”, sottolinea Jérôme Lamaar.
Le sue scintillanti creazioni saranno presentate il 30 giugno durante un evento presso il Flagship Store di Woolrich a Soho, New York. Una serata dedicata a celebrare l’essenza del Pride, e a ricordare a tutti e tutte di farlo ogni giorno. L’atmosfera sarà ispirata all’outdoor glam, con dettagli tipici delle attività outdoor – come il campeggio e l’escursionismo – ma rivisti con un tocco di glitter e di magia.
Woolrich ha inoltre deciso di sostenere un’organizzazione no-profit scelta proprio da Jérôme Lamaar, la Stonewall Community Foundation, che raccoglie fondi per sostenere la comunità LGBTQ+ e che ogni anno premia coloro che hanno avuto un impatto positivo sulla comunità tramite i Vision Awards. Una collaborazione che vuole ricordare a tutti e tutte che insieme, possiamo rendere il mondo un luogo più inclusivo, accogliente e incantato.
Durante la Kids Fashion Week, trasmessa in diretta da Firenze, con grande tenerezza e amore è stata svelata sulla piattaforma Fashion Vibes la nuova collezione “My Mother’s Love”. La capsule è una narrazione visiva, un racconto poetico e romantico sui valori sempre attuali: sull’amore materno e sull’infanzia spensierata e felice. In ogni fanciulla vive la vera, soave principessa della mamma. Il suo mondo è disegnato dai colori accesi dalla sua anima più vicina, dalla sua mamma. Il brand Elsa Fairy Dresses dedica la sua nuova collezione in stile family look alle madri e alle loro figlie.
Elsa Fairy Dresses_credits Courtesy of Press Office
Elsa Fairy Dresses_credits Courtesy of Press Office
Elsa Fairy Dresses_credits Courtesy of Press Office
Elsa Fairy Dresses_credits Courtesy of Press Office
Elsa Fairy Dresses_credits Courtesy of Press Office
Le silhouette della collezione “My Mother’s Love” sono laconici e leggeri; presenta dei look evanescenti con strascichi di diversa lunghezza per le mamme e le figlie. Gli abiti sono realizzati con i tessuti naturali dalle tonalità pastello e adornati con ricami a mano, pietre preziose, cristalli e fronzoli. Nella palette cromatica dell’intera lineasi intrecciano il soave rosa, il lavanda ed il pistacchio, ma anche i caratteristici colori di tendenza nel 2021 come il grigio ed il giallo acceso.
Elsa Fairy Dresses_credits Courtesy of Press Office
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La trasmissione della sfilata della collezione “My Mothers Love” sul portale Fashion Vibes ha riscosso ampi consensi di pubblico e stampa svelando il backstage della creatività della moda bimbo.
Vans, marchio nato nel 1966 ad Anaheim, California, come produttore di scarpe da barca, compie 50 anni di attività. Simbolo del mondo degli skaters, diventa immediatamente la scarpa ideale per chi pratica questo sport grazie alla perfetta aderenza della suola e alla consistenza della scarpa.
È cosi che Vans “Off the Wall”, si trasforma da semplice scarpa di tela a forma espressiva mondiale.Una calzatura, quella del brand, adatta a chiunque, comoda, semplice e pratica.Tanti i colori e le fantasie disponibili sul mercato, vasto il numero di ragazzi e non, che le indossano.
Sicuramente il modello più conosciuto e riconoscibile è quello delle Slip On: realizzate in tela con fantasia di rombi e suola di gomma nera o bianca, spesso a scacchi. Questo genere di Vans appartiene soprattutto alla tradizione rock, punk e ska.
“Al centro della nostra attenzione non c’è mai stata la promozione del marchio; ci sono state sempre le persone”.
Queste le parole di Paul Van Doren, fondatore di Vans insieme al fratello Jim che nel 2016 hanno celebrato i 50 anni del brand con l’espansione globale di House of Vans, l’hub culturale dell’azienda, insieme al lancio di prodotti speciali.
Una festa dedicata a un tipo di calzatura che, come è noto, ormai non appartiene più ai soli sportivi, ma a chiunque ami la comodità mixata a uno stile inconfondibile.
AltAlAna è l’espressione del made in Italy contemporaneo. Il brand, nato nel 2012, riassume nel suo DNA gli aspetti legati al saper fare tipico dell’artigianato italiano, a quelli di un gusto affinato dalle linee del design europeo. Caratterizzato da un’identità culturalmente ibrida, AltAlAna fa delle differenze il suo punto di forza: la produzione è concentrata nel cuore della Toscana, da cui vengono selezionati anche la maggior parte dei tessuti, mentre l’ideazione, affidata all’ufficio stile del marchio, guarda alle tendenze che si sviluppano nel lifestyle urbano di tutto il mondo. AltAlAna disegna le sue collezioni per un pubblico capace di imprimere la propria impronta nella società in cui vive.
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Il design che caratterizza il marchio trae ispirazione dalle linee pulite dell’arte e delle architetture contemporanee, mentre la qualità dei suoi tessuti è ricca come ricche sono le reti sociali in cui l’uomo e la donna che scelgono AltAlAna sono immersi. Il Made in Italy applicato allo stile di vita 2.0 assume, con AltAlAna, un aspetto inatteso: le collezioni del marchio parlano un linguaggio internazionale, improntato ai canoni dello stile minimal e, sempre, giocato su palette cromatiche dove i toni neutri sono protagonisti. La qualità della manifattura e la preziosità dei filati rappresentano, invece, il cuore della filosofia di AltAlAna, espressione di un Rinascimento Italiano Contemporaneo.
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Tessuti pregiati a tagli contemporanei nella collezione femminile, il brand ha in passato interpretato alcuni dei capi iconici per l’inverno: dalle morbide maximaglie a collo alto in lana e cashmere, al pantalone palazzo in impalpabile viscosa, passando per lo stile sport-chic rivisitato con tessuti pregiati. Sulle felpe le zip si spostano nella schiena e disegnano silhouette cocoon. La femminilità si esprime attraverso il gioco di tagli a sbieco, tipici di AltAlAna, e un’attitudine libera e ricercata.
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La collezione maschile si ispira ad uno stile urban e porta nel guardaroba dell’uomo capi classici come il maglione girocollo e il cardigan, rivisitandoli in una palette cromatica contemporanea. L’uomo di AltAlAna ama la vestibilità comoda ed elegante tipica dello sportswear di alta gamma. Anche per lui, il brand sviluppa capi con tagli asimmetrici che esaltano la figura. Mohair, cashmere e mix di tessuto caratterizzano la collezione.
Come l’universo è infinito anche le possibilità della moda di stupirci sono immense. E questa volta la dea delle apparenze si spinge proprio oltre i confini del tempo e dello spazio e arriva in orbita. Fra corpi celesti su maglie, abiti e soprabiti il soggiorno nello spazio diventerà un’odissea glamour che sembra aver conquistato anche le star come Samantha Cristoforetti, la nostra testimonial intergalattica.
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Tutto è cominciato con il progetto Couture in Orbit quando l’Agenzia Spaziale Europea ESA ha coinvolto cinque scuole di moda e design scelte nei paesi di origine degli astronauti ESA, che dal 2014 in poi hanno soggiornato a bordo della Stazione Spaziale come la stessa Cristoforetti. L’Italia è stata rappresentata dal Politecnico di Milano, che ha un’offerta formativa specifica nell’ambito del fashion design con particolare riferimento alle caratteristiche dei materiali, alle tecniche sartoriali nonché ai processi di lavorazione.
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Le altre scuole coinvolte sono state la Fashion Design Akademiet di Copenaghen, la Revensbourne di Londra e l’Ecole supérieure des arts et techniques de la mode per la Francia e la Germania. Il progetto prevedeva di realizzare una collezione di abiti che integrasse tecnologie spaziali e materiali innovativi. Una sfida pienamente accolta dagli istituti e sopratutto dal Poli.design di Milano. Gli aspiranti couturier hanno lavorato facendo riferimento ai temi forniti che l’ESA ha assegnato ad ogni scuola, tratti dalle strategie dell’agenzia nei settori della sostenibilità, della tutela del clima e del riutilizzo. Tecnologia, ambiente, innovazione, salute e sport sono i punti cardine ispiratori per i giovani designer che si trovano ad esplorare e sperimentare l’interazione tra moda e tecnologia.
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Dai sensori incorporati alle unità per il calore, fino ai tessuti super assorbenti. Gli abiti tecnici del futuro strizzano l’occhio alla funzionalità risultando allo stesso tempo accattivanti dal punto di vista estetico e pratico. Anticipare i bisogni dell’era spaziale che verrà nel campo dell’abbigliamento. Questa la sfida che hanno portato a termine gli studenti con grande successo ed oltre a rispondere ai requisiti specifici collegati a ciascun tema, tutti i modelli disegnati dai giovani stilisti dovranno essere allo stesso tempo adatti ad un utilizzo quotidiano.
Gli ottimi esiti del progetto, i cui risultati sono stati presentati a Londra al Museo della Scienza con una passerella space-à-porter lo scorso maggio, hanno suscitato un particolare interesse tra gli addetti ai lavori del comparto moda internazionale. A fronte del forte successo del progetto il Politecnico di Milano lancia la prima edizione del Corso di Alta Formazione Fashion in Orbit. Moda, tecnologia, ispirazione spaziale che avrà inizio il 30 gennaio prossimo e terminerà il 17 febbraio 2017, proseguendo con l’esperienza insieme ad ESA e aprendo così la partecipazione a professionisti e aziende che operano nel fashion system.
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Materiali innovativi ed estro creativo, con lo sguardo proiettato verso l’immensità dello spazio e le tecnologie che da esso derivano. Sono questi gli ingredienti alla base del progetto Couture in Orbit. Se è vero che l’Astro mania con le sue innovazioni spaziali avranno nel prossimo futuro una sempre più forte influenza su trend di consumo e comportamenti, al fashion designer spetta di capire come diventare protagonista attivo e più consapevole di questo processo per arrivare alla creazione di prodotti e modelli di business innovativi che comprenderanno smart textile, wearable ma anche tecnologie per l’ambiente e politiche di sostenibilità per la moda.
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Il corso, con durata di 3 settimane, è suddiviso in due moduli, il primo teorico con seminari e project work per sviluppare il concept della capsule collection ne affianca un secondo pratico presso il laboratorio sartoriale del Politecnico, che permetterà di realizzare la collezione caratterizzata da un alto livello di technology wearable, di presentarla attraverso un portfolio professionale e di fotografarla negli spazi del Lab.
La collezione seguirà un preciso fil rouge che prende ispirazione dalla tecnologia spaziale tra quelle presentate e i partecipanti lavoreranno sia in aula che in laboratorio con materiali tessili innovativi riproducendo le dinamiche reali di un’azienda di moda, dall’immagine complessiva del prodotto alla comunicazione.
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Il corso permetterà dunque non solo di approfondire competenze sulle innovazioni tecnologiche e capacità progettuali avanzate, ma offrirà anche l’opportunità unica di costruire relazioni trasversali con esperti appartenenti al settore tecnologicamente più avanzato al mondo e di esplorare come la ricerca condotta nello spazio possa ispirare la moda e creare nuove opportunità di crescita sociale e business.
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I risultati saranno esposti in una speciale mostra dedicata a Fashion in Orbit nella sede dell’Agenzia Spziale Europea all’European Space Researchand Technology Centre a Noordwijk e durante eventi e fiere di tessile innovativo e abbigliamento supportate da TexClubTec (Associazione Tessili Tecnici Innovativi – partner del progetto insieme a Colmar) in Europa.
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L’iniziativa promuove lo scambio di ispirazione tra due settori all’apparenza molto distanti, spazio e fashion, che hanno saputo tuttavia influenzarsi reciprocamente, come dimostra ad esempio il caso di innovazioni dell’ESA utilizzate nel campo della biancheria intima termica dal produttore Björn Borg o della dermotuta fatta su misura per l’ESA dal produttore di indumenti per motoveicoli Dainese, con l’obiettivo di alleviare i problemi di schiena degli astronauti. Nessun limite alla creatività dunque per modelli che sono eleganti, stravaganti, semplici o essenziali ma sopratutto con la “stoffa” per delineare una nuova generazione di capi d’abbigliamento.
Etro svela la nuova Summer Capsule Collection disegnata dal Direttore Creativo Marco De Vincenzo: un guardaroba fresco e vivace, ricco di colore e di stampe che richiamano elementi naturali attraverso le nuance dell’estate.
Etro, Summer Capsule Collection
La selezione include capi uomo e donna in tessuti leggeri: dagli abiti in cotone e in georgette plissé per lei, ai completi con camicie e t-shirt su bermuda e boxer mare per lui.
Etro, Summer Capsule Collection
Disegni foliage all over e motivi di more selvatiche arricchiscono i nuovi look.
Etro, Summer Capsule Collection
La collezione include anche beachwear e costumi da bagno completati da accessori coordinati come foulard, bucket hat, le nuove coffe in pelle traforata e l’iconica Love Trotter con il logo Pegaso impreziosito da ricami floreali.
Etro, Summer Capsule Collection
La nuova Summer Capsule Collection è disponibile su etro.com, presso gli store Etro e in selezionati retailer nel mondo.
Etro, Summer Capsule Collection
Le boutique Etro di Capri e Forte dei Marmi presenteranno un allestimento speciale ispirato alla collezione.
“Lost in Jeans” è la mostra– evento che, alla Città dell’Altra Economia di Roma, celebra l’importanza del jeans e della sua storia: un capo intramontabile, simbolo delle più importanti rivoluzioni culturali e sociali, raccontato attraverso un percorso che abbraccia passato, presente e futuro. La rivoluzione senza fine parte dal presupposto che il jeans è un capo iconico, che con la sua semplicità rappresenta la risorsa indispensabile nell’armadio di tutti, e che fa della sua predisposizione alla customizzazione il suo non passare mai di moda.
“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma
L’evento sarà articolato in diverse sezioni: una parte espositiva, con lamostra che racconterà la storia del jeans attraverso una narrazione fotografica. All’interno del percorso della mostra si farà riferimento non solo alle origini del tessuto denim e alla nascita dei pantaloni di jeans, ma si porrà l’attenzione anche sui contesti iconici (moda, cinema, musica, arte, pubblicità…) che hanno contribuito alla fama di questo incredibile capo di abbigliamento nel corso dei decenni. Un percorso da fruire liberamente, fatto di foto e video, caratterizza l’atmosfera di questa mostra.
Un’area verrà dedicata a personalizzare dei capi jeans: gli ospiti potranno richiedere la personalizzazione live del proprio capo in jeans/denim, che sarà realizzata da tre artiste: Rebecca Papi, formatasi presso l’Accademia di Belle Arti a Roma per poi approdare nel mondo della customizzazione con uno stile in cui predomina l’influenza street con un tocco scintillante; Amelia Privitera brillante psicologa che ha fatto del ricamo la sua vocazione e il veicolo di un messaggio di benessere ed espressione di sé; Amanda Valentini, che costruisce la propria arte fatta di linee e colori tra L’Accademia di Belle Arti di Roma e quella di Brera a Milano, e che attualmente, promuove la propria arte attraverso la collaborazione con una giovane start up riconosciuta a livello internazionale “Looking for art”.
“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma
Una sezione è dedicata al retail, e qui si potrà dialogare e acquistare da commercianti specializzati dei capi jeans vintage; Lost In Jeans vedrà infatti anche la presenza di due negozi di vintage e second hand: “Seconda Chance” di Samantha Franconieri e “Latini34 Vintage”, rispettivamente per donna e per uomo, che intendono promuovere non solo un acquisto responsabile e cult che vada oltre il fast fashion, ma soprattutto un vero e proprio stile di vita. Tra pantaloni, giacche, camicie e gonne dal sapore sia glamour che retrò, gli ospiti avranno la possibilità di regalarsi abiti di grande qualità e ad impatto zero.
Un’attenzione speciale è dedicata allo styling, poiché a disposizione degli ospiti verrà allestito un corner dedicato completamente alla consulenza d’immagine grazie alla presenza di una professionista del settore: Caterina Fracasso. Con consigli pratici e suggerimenti personalizzati, e soprattutto rispettando il modo di essere e lo stile personale di chi si affida a lei, riesce ad esaltare le caratteristiche del singolo e a valorizzarlo attraverso un nuovo punto di vista.
“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma
Grande importanza verrà data al linguaggio dell’arte, con un omaggio alla famosa opera di Pistoletto del 1967 “La venere di stracci”. L’intento è quello di evocare una delle possibili chiavi di lettura dell’opera originale che risulta estremamente attuale oggi come alla fine degli anni ‘60: Pistoletto ha voluto proporre una riflessione provocatoria sul consumismo e sulla produzione di rifiuti ingombranti. Nasceva prima e cresce oggi la sensibilità della comunità globale nei confronti dell’ecologia. È l’occasione quindi di soffermarsi a riflettere sul futuro rapporto tra moda e ambiente. L’evento è a ingresso libero. Tutti gli ospiti avranno la possibilità di portare con sé uno o più capi denim da far personalizzare dalle artiste partecipanti all’evento, o per approfittare dell’evento per riciclare o dare via i propri jeans . L’evento è organizzato in collaborazione con l’istituto Ied di Roma e si svolgerà presso Città dell’altra Economia, che nasce come luogo di promozione di tutta l’altra economia romana, offrendo momenti e spazi di cultura, incontro, formazione, ricerca e sviluppo; situata in uno dei quartieri storici e più suggestivi della capitale, Testaccio.
Photo credits Courtesy of Press Office
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