Archivi categoria: Moda

“Fashion in Orbit”, così la moda arriva nello spazio

Come l’universo è infinito anche le possibilità della moda di stupirci sono immense. E questa volta la dea delle apparenze si spinge proprio oltre i confini del tempo e dello spazio e arriva in orbita. Fra corpi celesti su maglie, abiti e soprabiti il soggiorno nello spazio diventerà un’odissea glamour che sembra aver conquistato anche le star come Samantha Cristoforetti, la nostra testimonial intergalattica.

Courtesy of Press Office Polidesign Milano
Courtesy of Press Office Polidesign Milano

Tutto è cominciato con il progetto Couture in Orbit quando l’Agenzia Spaziale Europea ESA ha coinvolto cinque scuole di moda e design scelte nei paesi di origine degli astronauti ESA, che dal 2014 in poi hanno soggiornato a bordo della Stazione Spaziale come la stessa Cristoforetti. L’Italia è stata rappresentata dal Politecnico di Milano, che ha un’offerta formativa specifica nell’ambito del fashion design con particolare riferimento alle caratteristiche dei materiali, alle tecniche sartoriali nonché ai processi di lavorazione.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
Courtesy of press Office Polidesign Milano

Le altre scuole coinvolte sono state la Fashion Design Akademiet di Copenaghen, la Revensbourne di Londra e l’Ecole supérieure des arts et techniques de la mode per la Francia e la Germania. Il progetto prevedeva di realizzare una collezione di abiti che integrasse tecnologie spaziali e materiali innovativi. Una sfida pienamente accolta dagli istituti e sopratutto dal Poli.design di Milano. Gli aspiranti couturier hanno lavorato facendo riferimento ai temi forniti che l’ESA ha assegnato ad ogni scuola, tratti dalle strategie dell’agenzia nei settori della sostenibilità, della tutela del clima e del riutilizzo. Tecnologia, ambiente, innovazione, salute e sport sono i punti cardine ispiratori per i giovani designer che si trovano ad esplorare e sperimentare l’interazione tra moda e tecnologia.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
Courtesy of press Office Polidesign Milano

Dai sensori incorporati alle unità per il calore, fino ai tessuti super assorbenti. Gli abiti tecnici del futuro strizzano l’occhio alla funzionalità risultando allo stesso tempo accattivanti dal punto di vista estetico e pratico. Anticipare i bisogni dell’era spaziale che verrà nel campo dell’abbigliamento. Questa la sfida che hanno portato a termine gli studenti con grande successo ed oltre a rispondere ai requisiti specifici collegati a ciascun tema, tutti i modelli disegnati dai giovani stilisti dovranno essere allo stesso tempo adatti ad un utilizzo quotidiano.

Gli ottimi esiti del progetto, i cui risultati sono stati presentati a Londra al Museo della Scienza con una passerella space-à-porter lo scorso maggio, hanno suscitato un particolare interesse tra gli addetti ai lavori del comparto moda internazionale. A fronte del forte successo del progetto il Politecnico di Milano lancia la prima edizione del Corso di Alta Formazione Fashion in Orbit. Moda, tecnologia, ispirazione spaziale che avrà inizio il 30 gennaio prossimo e terminerà il 17 febbraio 2017, proseguendo con l’esperienza insieme ad ESA e aprendo così la partecipazione a professionisti e aziende che operano nel fashion system.

27920704504_72eb90f605_k
Courtesy of press Office Polidesign Milano

Materiali innovativi ed estro creativo, con lo sguardo proiettato verso l’immensità dello spazio e le tecnologie che da esso derivano. Sono questi gli ingredienti alla base del progetto Couture in Orbit. Se è vero che l’Astro mania con le sue innovazioni spaziali avranno nel prossimo futuro una sempre più forte influenza su trend di consumo e comportamenti, al fashion designer spetta di capire come diventare protagonista attivo e più consapevole di questo processo per arrivare alla creazione di prodotti e modelli di business innovativi che comprenderanno smart textile, wearable ma anche tecnologie per l’ambiente e politiche di sostenibilità per la moda.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
Courtesy of press Office Polidesign Milano

Il corso, con durata di 3 settimane, è suddiviso in due moduli, il primo teorico con seminari e project work per sviluppare il concept della capsule collection ne affianca un secondo pratico presso il laboratorio sartoriale del Politecnico, che permetterà di realizzare la collezione caratterizzata da un alto livello di technology wearable, di presentarla attraverso un portfolio professionale e di fotografarla negli spazi del Lab.

La collezione seguirà un preciso fil rouge che prende ispirazione dalla tecnologia spaziale tra quelle presentate e i partecipanti lavoreranno sia in aula che in laboratorio con materiali tessili innovativi riproducendo le dinamiche reali di un’azienda di moda, dall’immagine complessiva del prodotto alla comunicazione.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
Courtesy of press Office Polidesign Milano

Il corso permetterà dunque non solo di approfondire competenze sulle innovazioni tecnologiche e capacità progettuali avanzate, ma offrirà anche l’opportunità unica di costruire relazioni trasversali con esperti appartenenti al settore tecnologicamente più avanzato al mondo e di esplorare come la ricerca condotta nello spazio possa ispirare la moda e creare nuove opportunità di crescita sociale e business.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
Courtesy of press Office Polidesign Milano

I risultati saranno esposti in una speciale mostra dedicata a Fashion in Orbit nella sede dell’Agenzia Spziale Europea all’European Space Researchand Technology Centre a Noordwijk e durante eventi e fiere di tessile innovativo e abbigliamento supportate da TexClubTec (Associazione Tessili Tecnici Innovativi – partner del progetto insieme a Colmar) in Europa.

Courtesy of press Office Polidesign Milano
Courtesy of press Office Polidesign Milano

L’iniziativa promuove lo scambio di ispirazione tra due settori all’apparenza molto distanti, spazio e fashion, che hanno saputo tuttavia influenzarsi reciprocamente, come dimostra ad esempio il caso di innovazioni dell’ESA utilizzate nel campo della biancheria intima termica dal produttore Björn Borg o della dermotuta fatta su misura per l’ESA dal produttore di indumenti per motoveicoli Dainese, con l’obiettivo di alleviare i problemi di schiena degli astronauti. Nessun limite alla creatività dunque per modelli che sono eleganti, stravaganti, semplici o essenziali ma sopratutto con la “stoffa” per delineare una nuova generazione di capi d’abbigliamento.

Etro, disegni foliage e stampe nella nuova Summer Capsule Collection firmata Marco De Vincenzo

Etro svela la nuova Summer Capsule Collection disegnata dal Direttore Creativo Marco De Vincenzo: un guardaroba fresco e vivace, ricco di colore e di stampe che richiamano elementi naturali attraverso  le nuance dell’estate.

Etro, Summer Capsule Collection
Etro, Summer Capsule Collection

La selezione include capi uomo e donna in tessuti leggeri: dagli abiti in cotone e in georgette plissé per lei, ai completi con camicie e t-shirt su bermuda e boxer mare per lui.

Etro, Summer Capsule Collection
Etro, Summer Capsule Collection

Disegni foliage all over e motivi di more selvatiche arricchiscono i nuovi look.

Etro, Summer Capsule Collection
Etro, Summer Capsule Collection

La collezione include anche beachwear e costumi da bagno completati da accessori coordinati come foulard, bucket hat, le nuove coffe in pelle traforata e l’iconica Love Trotter con il logo Pegaso impreziosito da ricami floreali.

Etro, Summer Capsule Collection
Etro, Summer Capsule Collection

La nuova Summer Capsule Collection è disponibile su etro.com, presso gli store Etro e in selezionati retailer nel mondo.

Etro, Summer Capsule Collection
Etro, Summer Capsule Collection

Le boutique Etro di Capri e Forte dei Marmi presenteranno un allestimento speciale ispirato alla collezione.

Photo credits Courtesy of Press Office

“Lost in jeans”, a Roma la mostra che celebra il capo iconico e rivoluzionario

 

“Lost in Jeans”  è la mostra– evento che, alla Città dell’Altra Economia di Romacelebra l’importanza del jeans e della sua storia: un capo intramontabile, simbolo delle più importanti rivoluzioni culturali e sociali, raccontato attraverso un percorso che abbraccia passato, presente e futuro. La rivoluzione senza fine parte dal presupposto che il jeans è un capo iconico, che con la sua semplicità rappresenta la risorsa indispensabile nell’armadio di tutti, e che fa della sua predisposizione alla customizzazione il suo non passare mai di moda. 

“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma
“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma

L’evento sarà articolato in diverse sezioni: una parte espositiva, con la mostra che racconterà la storia del jeans attraverso una narrazione fotografica. All’interno del percorso della mostra si farà riferimento non solo alle origini del tessuto denim e alla nascita dei pantaloni di jeans, ma si porrà l’attenzione anche sui contesti iconici (moda, cinema, musica, arte, pubblicità…) che hanno contribuito alla fama di questo incredibile capo di abbigliamento nel corso dei decenni. Un percorso da fruire liberamente, fatto di foto e video, caratterizza l’atmosfera di questa mostra.

Un’area verrà dedicata a personalizzare dei capi jeans: gli ospiti potranno richiedere la personalizzazione live del proprio capo in jeans/denim, che  sarà realizzata da tre artiste: Rebecca Papi,  formatasi presso l’Accademia di Belle Arti a Roma per poi approdare nel mondo della customizzazione con uno stile in cui predomina l’influenza street con un tocco scintillante; Amelia Privitera brillante psicologa che ha fatto del ricamo la sua vocazione e il veicolo di un messaggio di benessere ed espressione di sé; Amanda Valentini, che costruisce la propria arte fatta di linee e colori tra L’Accademia di Belle Arti di Roma e quella di Brera a Milano, e che attualmente, promuove la propria arte attraverso la collaborazione con una giovane start up riconosciuta a livello internazionale “Looking for art”.

“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma
“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma

Una sezione è dedicata al retail, e qui si potrà dialogare e acquistare da commercianti specializzati dei capi jeans vintage; Lost In Jeans vedrà infatti anche la presenza di due negozi di vintage e second hand: “Seconda Chance” di Samantha Franconieri e “Latini34 Vintage”, rispettivamente per donna e per uomo, che intendono promuovere non solo un acquisto responsabile e cult che vada oltre il fast fashion, ma soprattutto un vero e proprio stile di vita. Tra pantaloni, giacche, camicie e gonne dal sapore sia glamour che retrò, gli ospiti avranno la possibilità di regalarsi abiti di grande qualità e ad impatto zero.

Un’attenzione speciale è dedicata allo styling, poiché a disposizione degli ospiti verrà allestito un corner dedicato completamente alla consulenza d’immagine grazie alla presenza di una professionista del settore: Caterina Fracasso. Con consigli pratici e suggerimenti personalizzati, e soprattutto rispettando il modo di essere e lo stile personale di chi si affida a lei, riesce ad esaltare le caratteristiche del singolo e a valorizzarlo attraverso un nuovo punto di vista. 

“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma
“Lost in Jeans”, Città dell’Altra Economia di Roma

Grande importanza verrà data al linguaggio dell’arte, con un omaggio alla famosa opera di Pistoletto del 1967  “La venere di stracci”. L’intento è quello di evocare una delle possibili chiavi di lettura dell’opera originale che risulta estremamente attuale oggi come alla fine degli anni ‘60: Pistoletto ha voluto proporre una riflessione provocatoria sul consumismo e sulla produzione di rifiuti ingombranti. Nasceva prima e cresce oggi la sensibilità della comunità globale nei confronti dell’ecologia. È l’occasione quindi di soffermarsi a riflettere sul futuro rapporto tra moda e ambiente. L’evento è a ingresso liberoTutti gli ospiti avranno la possibilità di portare con sé uno o più capi denim da far personalizzare dalle artiste partecipanti all’evento, o per approfittare dell’evento per riciclare o dare via i propri jeans .  L’evento è organizzato in collaborazione con l’istituto Ied di Roma e si svolgerà presso Città dell’altra Economia, che nasce come luogo di promozione di tutta l’altra economia romana, offrendo momenti e spazi di cultura, incontro, formazione, ricerca e sviluppo; situata in uno dei quartieri storici e più suggestivi della capitale, Testaccio.

Photo credits Courtesy of Press Office

Le platform “Medusa Aevitas” di Versace si trasformano in un trend internazionale

A cura di Martina De Cicco

E’ unica, inconfondibile e super appariscente la nuova scarpa décolleté platform “Medusa Aevitas” di Versace.  La scarpa si presenta in fucsia brillante decorata con dei piccoli Swarovski anch’essi fucsia lungo il cinturino da cui pende la classica testa di Medusa in color oro che valorizza e  contraddistingue sin da subito il prodotto di lusso. Il suo tacco stratosferico costituito da una base alta e massiccia è la prima cosa che salta all’occhio ed ha lo scopo di elevare la donna e il suo ruolo  al massimo.

Le décolleté platform conferiscono una certa potenza e sensualità alle donne che le indossano, facendole sentire più libere e sicure di sé. Libere di indossare ciò che vogliono, di esprimere quello che sono senza tenere conto dei pregiudizi altrui. Con ai piedi queste straordinarie platform si può arrivare a toccare il cielo con un dito e nel frattempo essere ammirate come delle statue. Le luxury shoes hanno fatto il giro del mondo e conquistato tantissime donne che ne sono rimaste affascinate all’istante, trasformandosi in un trend internazionale.

Può un prodotto  rendere la vita migliore e regalare delle emozioni uniche? Talvolta si preferisce un paio di scarpe con tacco alto ad un uomo perché con loro si ha la certezza che rimarranno per sempre al proprio fianco.

Photo credits Versace Official website

“La Vacanza”, Dua Lipa e Donatella Versace insieme per una collezione high summer

«Il processo di collaborazione creativa è sempre stato di grande ispirazione per me. Lavorare con Dua a questa collezione è stato molto emozionante e adoro la sinergia che si è creata tra noi. Dua è forte, impavida e libera e la sua visione creativa è eccezionale. L’estate è un periodo magico. Cattureremo questa sensazione e i colori di questo periodo dell’anno con uno show davvero speciale e intimo a Cannes»., spiega Donatella Versace, direttore creativo della maison della Medusa.

Dua Lipa e Donatella Versace_credits Courtesy of Versace Press Office
Dua Lipa e Donatella Versace_credits Courtesy of Versace Press Office

«Sono felicissima di aver disegnato insieme a Donatella la collezione donna Versace “La Vacanza“. Io e lei abbiamo stretto un forte legame nel corso degli anni e le sono molto grata per il sostegno che ho ricevuto da lei e da tutto il team Versace fin dall’inizio della mia carriera. Il fatto che mi abbia dato l’onore di co-disegnare questa collezione e che mi abbia permesso di esprimere le mia idea di estate in piena libertà è stato un sogno. Sono molto orgogliosa di questa collezione e non vedo l’ora che debutti a Cannes», aggiunge la popstar Dua Lipa.
La sfilata Versace “La Vacanza” si terrà martedì 23 maggio a Cannes, in Francia, e presenterà una collezione donna co-disegnata da Donatella Versace e Dua Lipa. La collezione sarà disponibile nei negozi e online su Versace.com subito dopo il fashion show.

Da blogger a stilista. The Sartorialist per Roy Roger’s

Cosa accade quando il più noto tra i fotografi di street style, Scott Schuman, meglio conosciuto come The Sartorialist inizia a collaborare con Roy Roger’s? Nasce un progetto ovviamente per le prossime due stagioni del marchio, presentato a Firenze nell’ambito di Pitti Uomo nell’ 89° edizione appena terminata. Al centro delle limited edition, c’è lui il denim.

Un progetto a quattro mani questo, che vede come protagonista il marchio Made in Italy pioniere nella realizzazione del denimwear guidato dal direttore creativo Guido Biondi e The Sartorialist la mente creativa dell’omonimo blog, che punta alla creazione di un dialogo reciproco fra mondo della moda e la sua relazione con la quotidianità.

Guido Biondi e Scott Schuman - Courtesy of Press Office
Guido Biondi e Scott Schuman – Courtesy of Press Office

Da blogger a stilista per Roy Roger’s. Un grande passo avanti per Scott Shuman che ha intrapreso questo viaggio con grande entusiasmo e determinazione. «Durante la ricerca e la progettazione – commenta Shuman – la nostra volontà è stata quella di creare qualcosa che avesse una direzione precisa. Nessuno ha bisogno di un semplice paio di jeans con il mio nome sulla salpa. Dal momento in cui sto per presentare una collezione di denim di primo livello voglio infatti offrire qualcosa di inedito, attraente e sopratutto differente da quella che è la proposta della concorrenza. […] Guido e il suo team hanno fatto un ottimo lavoro; parendo dalle mie idee iniziali hanno realizzato dei capi che non vedo l’ora di indossare personalmente e, se tutto va bene, di vedere nei migliori shop internazionali». 

The Sartorialist for  Roy Roger's - Courtesy of Press Office
The Sartorialist for Roy Roger’s – Courtesy of Press Office

Guardando alle origini, per l’Autunno-Inverno 2016-17 la capsule collection realizzata consisteva in una serie di capi dalla forma e struttura impeccabili, che indossati insieme creano un total look unico, ma che indossati singolarmente possono comunque risultare perfetti. D’ispirazione per questa collezione sono gli anni ’70, che vengono rielaborati in chiave moderna attraverso una particolare scelta di volumi, silhouette e dettagli estremamente studiati. Proporzioni nuove per i capi, che introducono una lunghezza inedita a richiamare visibilmente l’epoca di culto presa a riferimento. Vita alta per i jeans e gamba che scende morbida aprendosi sul finale, mentre il capo spalla e il maglione si accorciano decisamente. Taglie oversize per il parka, capo iconico di quel periodo. I materiali d’eccellenza utilizzati provengono dalle realtà tessili fiorentine. A completare la collezione la maglieria in 100% lana pettinata realizzata con i migliori filati italiani.

Elemento chiave della collezione è l’autentica passione per il denim e la condivisione di un punto di vista comune sulla moda. «Mi ha sempre affascinato la visione pionieristica di Scott Schuman – dice Guido Biondi direttore creativo di Roy Roger’s – sul concetto di moda che sottolinea il valore dell’interpretazione personale. The Sartrialist rappresenta infatti un osservatorio permanente sui cambiamenti che avvengono nel mondo, attraverso il suo vigile obiettivo che ci mostra ciò che indossa la gente comune nella vita quotidiana».

The Sartorialist for Roy Roger's - Courtesy of Press Office
The Sartorialist for Roy Roger’s – Courtesy of Press Office

«Il miglior modo per progettare qualcosa di valido è quello di essere estremamente accentrati su ciò che personalmente si vuole – dichiara Shuman – […]. Ho infatti una grande stima del marchio e della sua storia, ma sin da subito sono rimasto colpito da Guido e dal suo team, per la passione e conoscenza del denim che ha e per la sua apertura mentale nel creare una collaborazione che portasse il mio nome in maniera speciale e non ordinaria» Come afferma lo stesso direttore creativo Biondi, «la strada è da sempre la prima forma di ispirazione ed è da qui, che ancora oggi parto quando devo cercare una nuova collezione. Perché è dalla vita di tutti i giorni che prendono forma le nuove tendenze». Date due personalità così affini di certo non poteva non nascere un progetto migliore.

Davii, tuniche drappeggiate e kimono scultorei nella nuova collezione invernale

Forte e delicata, fluida e geometrica, la donna Davii per l’autunno-inverno 2023/24 è una guerriera sensuale, il cui nuovo guardaroba giustappone abiti-tunica lunghi e drappeggiati, stratificati sopra e sotto kimono scultorei in ecopelle e giacche strutturate con maniche-guanto.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

I tessuti sono molteplici, e lo stesso materiale è declinato in modalità differenti. La seta può essere morbida come lo chiffon o il crepe, leggero stampato in marmo, ma anche più pesante come l’organza o il gazar couture.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

Il techno-velluto è usato negli abiti a tunica a collo alto, per i bubble-bombers o ancora per i completi marziali. La lana viene usata nell’abito lungo bianco, plissettato come una “pietra cesellata”.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

La donna pensata dal brand cammina senza paura con i suoi stivali, esibendo le gambe ma nascondendo il collo. Nero, bianco, pietra e sangue di drago sono i suoi colori.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

About Davii 

Fabiano Fernandes dos Santos, fonda il brand Davii nel 2016, quando dal Brasile si traferisce a Porto e crea il suo primo laboratorio di Alta Sartoria, dopo molteplici collaborazioni a Sao Paolo e 10 anni di partnership con il gruppo Arnaldo Ventura.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

Nel suo Atelier di Porto può finalmente assecondare la passione per una moda che trae spunto dall’Haute Couture e dal Design contemporaneo, realizzando la sua prima collezione di capi unici realizzati a mano, d’ispirazione orientale nei volumi e proporzioni e all’art nouveau nelle plissettature e drappeggi, dove i materiali sono impalpabili e fluttuanti come l’organza, essenziali come la seta cruda, e i toni assoluti del nero o del viola con incursioni di nuances pastello e stampe vintage dai cromatismi vivacemente geometrici anni ’50.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

La sua ricerca iconografica degli stampati prosegue il suo viaggio attraversando l’arte persiana e i Balletti Russi di Bakst che si fondono armoniosamente con influenze tribali contemporanee.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

Agli inizi del 2019 apre il suo atelier nel quartiere delle Beux Arts a Porto, in Rua Duque da Terceira 358, unendo la poetica dei suoi abiti ad un’accurata ricerca di oggetti e mobili di Modernariato internazionale.

Davii, PAP FW 23/24
Davii, PAP FW 23/24

Attualmente la sua collezione è stata scelta da boutiques affermate di Porto, Madrid e Milano.

Photo credits Courtesy of Press Office 

Da Versace a Ferré, la moda italiana vola in Svizzera con la mostra “60 anni di Made in Italy”

La mostra “60 anni di Made in Italy”, ideata dalla giornalista di moda Fiorella Galgano, è stata inaugurata il 13 marzo per la prima volta in Svizzera, a Berna, dall’Ambasciatore d’Italia, Silvio Mignano, presso l’area espositiva del Westside Centre: struttura avveniristica progettata dall’architetto polacco Daniel Libeskind. Presenti, oltre alla curatrice della mostra, Alessia Tota, le principali autorità locali ed importanti esponenti dell’economia, della cultura, del mondo accademico e di quello diplomatico sul territorio.

La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”
La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”

“60 anni di Made in Italy” è un format espositivo di grande successo realizzato per la prima volta al Museo Montemartini di Roma nel 2012, poi ospitato in musei e palazzi storici delle principali metropoli internazionali (da San Paolo del Brasile a Mexico City, da Seoul a Tokyo e Pechino, da Mosca a Lione) con la finalità di promuovere la cultura italiana e diffondere lo stile e la creatività del design italiano. A Berna la mostra rimarrà allestita fino al 14 aprile.

La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”
La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”

Un percorso allestitivo che ripercorre la nascita e l’evoluzione della moda italiana, fin dall’apparizione dei primi abiti di sartoria italiana, nella Firenze del dopoguerra, per arrivare alle creazioni presentate oggi sulle passerelle di Milano e su quelle di tutto il mondo. Una storia che ebbe inizio con il Marchese Giovan Battista Giorgini, carismatico imprenditore, che nel febbraio del 1951 decise di riunire per la prima volta alcuni dei migliori visionari della moda, organizzando la prima grande sfilata italiana. Oltre 60 anni dopo, l’Italia è ancora oggi il Paese dal quale provengono sarti e stilisti, tra i più conosciuti al mondo.

La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”
La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”

In mostra esposte oltre sessanta creazioni, vere e proprie opere d’arte sartoriali per rendere omaggio al genio e alla creatività di alcune delle figure più importanti della moda e del design italiano: da Schuberth alle Sorelle Fontana, da Roberto Capucci a Valentino, da Giorgio Armani a Gianfranco Ferrè, Versace, Moschino, Prada, Dolce & Gabbana, Alberta Ferretti, Max Mara….e tanti altri. Creatori, che oltre a contribuire all’affermazione del made in Italy nel mondo, sono riuscite nel tempo ad imporre il proprio stile e gusto estetico, dando vita a quello che oggi è l’inconfondibile stile italiano.

La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”
La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”

Alcune delle creazioni “Haute Couture” in mostra sono state indossate da celebrities sul red carpet in occasione di anteprime cinematografiche e cerimonie di premiazione, oppure indossate da memorabili interpreti nel contesto di film acclamati in tutto il mondo. Accanto a queste suggestive creazioni, i visitatori potranno anche ammirare una selezione di abiti preziosi realizzati con tessuti e tecniche sperimentali e ancora capi esclusivi, dallo stile unico ed inconfondibile.

La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”
La mostra di moda “60 anni di Made in Italy”

I sarti e gli stilisti rappresentati sono: Alta Moda: Renato Balestra, Roberto Capucci, Franco Ciambella, Marella Ferrera, Sorelle Fontana, Prince Egon Von Furstenberg, Galitzine, Lancetti, Antonio Marras, Gai Mattiolo, Lorenzo Riva, Sarli, Schuberth, Valentino. Prêt-à-Porter: Walter Albini, Giorgio Armani, Laura Biagiotti, Roberta di Camerino, Roberto Cavalli, Enrico Coveri, Fendi, Dolce & Gabbana, Etro, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferrè, Alberta Ferretti, Genny, Gucci, Krizia, Max Mara, Missoni, Moschino, Prada, Emilio Pucci, Versace.

Photo credits Courtesy of Press Office

Versace sfila a Los Angeles, in passerella il fascino di Hollywood e il glamour della Golden Age

L’energia, il glamour e la potenza di Hollywood – questi sono i temi di ispirazione della nuova collezione. L’energia che deriva dall’incontro tra il glamour della Golden Age e l’attitude contemporanea; la sicurezza che si prova nel vivere il proprio momento indossando Versace con la collezione autunno-inverno 2023/24 presentata a Los Angeles.

Los Angeles, Versace FW 23/24
Los Angeles, Versace FW 23/24

L’artigianato e la tecnica di Atelier Versace caratterizzano la silhouette. Gli abiti con busti strutturali ripiegati, scollature ondulate e spalle arrotondate fanno riferimento alla collezione Atelier Versace Primavera-Estate 1995. Il tailoring con spalle dritte, emblema Versace, esalta la forma a clessidra. Le gonne e gli abiti A-line con pieghe a portafoglio dimostrano la maestria nella costruzione, con volumi proiettati frontalmente. Una profonda comprensione del corpo si traduce in tagli e spacchi sensibili al corpo.

Los Angeles, Versace FW 23/24
Los Angeles, Versace FW 23/24

«Questa collezione inizia dalla profonda comprensione del corpo che Versace ha sempre avuto a cuore. Abbiamo applicato le lezioni dell’Atelier al ready-to-wear: dalla costruzione, alla struttura, passando per la qualità dei tessuti. Si tratta di una celebrazione del nostro mestiere e di un’accurata comprensione del vero lusso, volto a creare un guardaroba per gli innovatori e i promotori di vero cambiamento – e per chi li supportaPer me Los Angeles è una dimora naturale per Versace: condividiamo lo stesso DNA di energia, potenza, creatività e immaginazione. In questo show condividiamo con il mondo questi valori: insieme», spiega il direttore creativo Donatella Versace.

Los Angeles, Versace FW 23/24
Los Angeles, Versace FW 23/24

L’intera collezione pone l’accento sui materiali, sulla loro consistenza e sulla texture, grazie a una serie di tessuti Versace realizzati su misura in collaborazione con fornitori di lunga data. La lana bouclé e la seta duchesse doppia, arricchiscono le giustapposizioni di materiali. Stole e cappotti sono realizzati in pelliccia sintetica. Pelle effetto crepe. Motivo coccodrillo in seta devoré semitrasparente. Barocco in lana jacquard e camicie in popeline. Il dettaglio della fascia e della cintura sono un omaggio ai codici del marchio, insieme alle cuciture “nastro Gianni” d’archivio e alla fibbia Medusa del ’95, una versione dell’iconico simbolo del marchio, realizzata per la campagna Atelier Versace del 1995 della quale Madonna è protagonista.

Los Angeles, Versace FW 23/24
Los Angeles, Versace FW 23/24

Nero, caramello e cioccolato sono i colori principali, senza tempo e versatili, e si conformano alla volontà di tradurre la qualità, la creatività e l’artigianato dell’Atelier Versace nel prêt-à-porter di tutti i giorni. I colori secondari Grigio Antracite, Albicocca Dahlia, Turchese, Rosa per l’uomo fanno riferimento alle palette di colori Versace dei primi anni 2000.

Animal: Stampe animalier tratte dall’archivio Versace includono coccodrillo e dalmata.

Silhouette Floreale: Un motivo grafico multi-floreale con fiori pendenti.

Photo credits Courtesy of Press Office

Paris Fashion Week, la collezione di Valentina Ilardi si ispira ai ritratti dell’artista Juana Romani

Un’eroina che attraversa l’odissea del quotidiano con coraggio e femminilità, libera nel suo vivere le passioni contro ogni pregiudizio e categoria, è l’ideale femminile immaginato da Valentina Ilardi per il prossimo autunno inverno.

PFW, Valentina Ilardi FW 23/24
PFW, Valentina Ilardi FW 23/24

Una donna che è talmente sicura nei suoi gusti da superare l’idea di stagionalità, tanto da combinare il proprio guardaroba in un’infinita possibilità, dal giorno alla sera, attraverso capi interscambiabili e sovrapponibili in layer.

Un’opera dell’artista Juana Romani
Un’opera dell’artista Juana Romani

Dalle sensazioni street, avvolgenti e aggressive fino ai volumi sinuosi e sartoriali, sono i mille volti di una stessa e sfaccettata personalità, volubile, decisa eppure sempre fedele a se stessa.

PFW, Valentina Ilardi FW 23/24
PFW, Valentina Ilardi FW 23/24

L’ispirazione è una delle protagoniste della Belle Époque, nella elettrizzante Parigi di fine ‘800, che dai Castelli Romani riuscì a conquistare il mondo intellettuale e accademico dei grandi Salon parigini.

Un’opera dell’artista Juana Romani
Un’opera dell’artista Juana Romani

Juana Romani è stata una delle poche artiste professioniste donne, che come riportava Le Figaro del tempo, riuscì ad affermarsi con successo in un sistema prettamente maschile e in un momento particolare, tra la pittura di maniera e la tensione verso le nuove avanguardie a cavallo tra i due secoli.

PFW, Valentina Ilardi FW 23/24
PFW, Valentina Ilardi FW 23/24

La sua bellezza enigmatica, i suoi occhi di brace, la sua pelle bianchissima attirarono l’attenzione di pittori come Victor Prouvé e del suo mentore Ferdinand Roybet: divenne modella e poi artista. Nei suoi ritratti figurativi e concettuali allo stesso tempo, la ricerca sul corpo femminile – dall’infanzia fino alla sensualità dell’età matura – coglie ossessioni e profonde inquietudini, in cui parte della narrazione è affidata alle preziose stoffe, che Juana Romani amava collezionare e che spesso erano per lei fonte di ispirazione per iniziare la composizione.

Un’opera dell’artista Juana Romani
Un’opera dell’artista Juana Romani

Da queste sensazioni materiche e pittoriche, da queste figure rarefatte ma intense negli sguardi, Valentina Ilardi immagina una collezione che combina materiali preziosi come broccati, tessuti spalmati, accostando superfici lucenti a texture contemporanee e confortevoli. È la libertà espressiva di unire capi molto diversi tra di loro in una palette sensuale e cangiante che va dal magenta, al verde scarabeo passando per il rosa, il grigio splendente e il verde militare con punte inattese di oro e rosso granato. Il bomber, capo signature della collezione VI, si fa over tanto da diventare abito o si riduce sensualmente nella versione crop, in finiture che vanno dalla seta iridescente stropicciata purple, al verde militare tecnico splendente, fino al broccato spennellato di oro, abbinato alle forme sensuali e affilate di jogger in prezioso pizzo, top intarsiati in rete, abiti scivolati in morbido tulle di seta e velluto.

PFW, Valentina Ilardi FW 23/24
PFW, Valentina Ilardi FW 23/24

Un’ampia selezione di capispalla è il fulcro della collezione: dal cappotto in morbida lana mohair fino a capi più tecnici, le giacche realizzate di velluto floccato verde scarabeo, il bathrobe in caldo astrakan argento da indossare anche con la mantella in tessuto operato e lucente o il prezioso trench che combina al broccato a motivo floreale il tessuto tecnico. Nell’idea di una collezione intercambiabile e adatta ad ogni momento della giornata non mancano capi street che diventano unici nei materiali: dalla tuta in pizzo melange dipinto a mano, agli shorts in broccato.

PFW, Valentina Ilardi FW 23/24
PFW, Valentina Ilardi FW 23/24

Lo styling è fresco e contemporaneo grazie alla linea underwear, dove nastri, lacci e paillettes segnano il corpo, abbinati a sensuali e morbidi pajama pants o denim a vita bassa dai riflessi cangianti. La collezione si completa come una selezione dedicata alle luci della sera, dal cocktail fino alle atmosfere disco che richiamano la cultura clubbing anni ’80: così gli abiti hanno intarsi di paillettes e pizzo floccato, la gonna a ruota in una versione harlequin diventa lucente in un gioco di rosa e nero, gli abiti sotto al ginocchio in versione goffrata si accendono di oro e riflessi.

Una femminilità cangiante e sensuale, che non conosce limite e si apre ad un’interpretazione genderless, di ogni pezzo. Valentina Ilardi dedica questa collezione ad una figura femminile enigmatica e straordinaria, così l’attenzione per le stoffe di Juana Romani, ritorna anche in una selezione di materiali e tessuti di alta gamma, combinati alla sapiente manifattura.

Photo credits Courtesy of Press Office

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...