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Capolavori attraverso i secoli nella mostra “Imago Iustitiae” al Museo Correr di Venezia

Testo e foto a cura di Vanessa Bocci

Il Museo Correr di Venezia dal 10 giugno al 3 settembre 2023 ospiterà la mostra: “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli. La mostra è promossa dal Comune di Venezia  ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura di Roma in sinergia con la Fondazione Musei Civici di Venezia el’archeologa e storica dell’arte Marina Mattei nelle vesti di curatrice.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

L’esposizione ha l’obiettivo di affrontare il tema dell’iconografia della Giustizia nelle sue molteplici sfaccettature, sia sul piano della storia, sia attraverso l’arte, in cui la Giustizia è rappresentata come incarnazione della virtù morale. Il lungo cammino di Giustizia, espressa come Persona, nasce da molto lontano, accoglie e comprende figure significanti e complementari, ma anche elementi astratti dalle sue manifestazioni, peculiarità come sequenze filmiche e storie raccontate dei suoi procedimenti. Persone dell’immaginario, definite come Allegorie riassumono e ricordano i suoi volti, descrivono il lungo percorso della civiltà, sintetizzato con simboli e attributi fino ad arrivare a nuovi artisti che sembrano rinunciare alla figurazione, optando ad una descrizione tramite stimoli visivi alternativi.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

Giustizia con il passare delle epoche si modifica, evolve ma  continua a conservare  lo stesso significato, ovvero la ricerca di un ordine e di un equilibrio che garantisca risorse per tutti, che consenta all’uomo uno scambio e una evoluzione costante. La Giustizia, aspetto del sapere per eccellenza, molto spesso è rappresentata portando tra le mani il volume dove l’immagine è contenuta, si tratta dell’ “Offerta del libro” uno schema fissato prima della stampa che, a nome dell’autore, Ella consegna al dedicatario, garante di equità e buon governo o esecutore e promotore del diritto. La mostra comprende sei sezioni, corrispondenti allo svilupparsi della Figura allegorica, dagli albori delle civiltà fino ad arrivare all’età moderna, sono esposti reperti archeologici, monete e medaglie, le quali vanno a caratterizzare la sezione I e II.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

Opere su carta, legno, tela e tavola sulle quali la figura della Giustizia è la vera e unica protagonista trasformandola in una vera e propria dea, come Virtù e come Personificazione Allegorica della stessa città di Venezia nelle sezioni  II e III. All’interno della sezione IV abbiamo la rappresentazione dei luoghi della Giustizia dal tempio ai palazzi di epoca moderna costruiti con apparati decorativi di grande pregio la celebrano traendo schemi e contenuti dall’antico. Nella sezione V si lascia spazio alle idee e alle azioni dei giuristi e letterati, i quali si sono sempre adoperati per eliminare la pena di morte e la figura principale è riassunta nella persona di Cesare Beccaria, che si fece promotore dell’abolizione della pena di morte dimostrando l’infruttuosità di un atto così brutale definendola meno utile della detenzione perpetua. Il percorso si conclude con la sezione VI, dove si trovano una serie di scene che mostrano atti e protagonisti di Giustizia immortalati come eroi e santi e, infine episodi di pratica della legge, grandi quadri che imprimono nella mente dell’osservatore  perché restino impressi i valori della mostra.Sono presenti anche opere di Guercino, Andrea Del Sarto, Martini, Nani, Reni, Sansovino, Vasari, Maccari e un bulino di Raffaello. Inoltre, sono esposte tre opere di artisti contemporanei come, Ai Weiwei, Kendell Geers e Koen Vanmechelen, concesse dalla Fondazione Berengo.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

La storia della Giustizia raccontata tramite immagini, simboli, luoghi e idee, le quali si modificano con il passare delle epoche in un percorso immersivo, nel quale si entra completamente rimanendone avvolti e catturati da quella lotta tra bene e male, dove il tentativo costante di sublimare la parte migliore, contro la colpa e il peccato è davvero il messaggio che arriva da una donna bellissima e coronata con la bilancia e la spada che vede tutto anche se a volte è bendata. Una donna, che seduta su di un trono ricorda all’umanità i principi fondanti del vivere civile. Cogliere l’immagine astratta e cercare di tramandarla perché sia comprensibile non è cosa assai facile, ma i più grandi artisti di tutti i tempi si sono ingegnati nel tentativo di afferrare e riprodurre un bisogno comune, un insieme di norme, procedure e gesti, i quali regolano e strutturano la vita di ogni singolo individuo.

Moda mare, a ogni costume la sua frangia

Siamo in estate ormai. Chi non ha già fatto una prova costume o meglio ancora, non è già andato al mare? In ogni caso non può uscire dal camerino del negozio o dalla cabina della spiaggia senza avere indosso un costume con le frange. Tutte le marche, tutti gli stilisti lo impongono come must. E Beyoncé ce lo insegna.

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Di tutti i colori e di tutte le forme, in base ai gusti e al tipo di silhouette di ognuna

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dall’intramontabile nero, per non sbagliare mai

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alle tinte pastello, celeste, rosa, verde

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al bianco per le super abbronzate

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agli immancabili colori fluo.

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Sfumati, con perline, monospalla, a fascia, a triangolo, interi e trikini, patriottico e da vera squaw.

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L’intero sfrangiato, poi, se nero sfina anche le più curvy ed è sempre di moda ed elegante

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ma anche in altre tinte dona un tocco raffinato degno di una moderna sirenetta.

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Per chi invece ritenesse troppo audace, e magari scomodo, un costume con le frange svolazzanti, può sempre aggiungere un tocco di glamour attraverso un accessorio. Non mancano infatti collane e bracciali che possano rendere più chic un aperitivo in costume sulla spiaggia.

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Le frange, soprattutto usate per abbellire gli accessori, possono essere in nappa, piume, perline, con swarovski o pietre preziose

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Photo credits web 

Vittorio Camaiani, il couturier marchigiano incanta l’Isola di Albarella con le sue creazioni

Tra le isole più eleganti d’Italia, immersa nella natura del parco del Delta del Po, patrimonio Unesco, collegata da una strada arginale e con un ponte alla terraferma, l’Isola di Albarella è un vero e proprio paradiso naturale. Qui durante la stagione estiva è denso il programma di eventi di arte, moda e cultura in provincia di Rovigo. Proprio lo stilista marchigiano Vittorio Camaiani è stato ospite di questo elegante contesto portando la sua haute couture nell’isola in rappresentanza del Made in Italy.

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

L’ultima collezione del celebre Poeta della moda, intitolata Quando è un mare, dopo aver solcato l’abituale passerella di Palazzo Colonna a Roma, ha affascinato anche il Veneto. Abiti ispirati alla bellezza del mar Adriatico per una donna moderna che non rinuncia alla femminilità ed allo stile.

Albarella e l’alta moda di Camaiani

Negli anni la passerella estiva dell’Isola, “La moda sotto le Stelle di Albarella”, organizzata dall’event manager Paola Toffano, riferimento degli eventi sul territorio, ha toccato i più grandi nomi dell’alta moda italiana, tra questi: Renato Balestra, Gattinoni, Sarli, Antonio Grimaldi, Raffaella Curiel. Nell’edizione 2023 Vittorio Camaiani ha affascinato il folto pubblico presente con un guardaroba ideale per una raffinata crociera.

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

La manifestazione è stata promossa dal Direttore dell’Isola di Albarella Mauro Rosatti, dalla responsabile eventi Giulia Amadori, dal centro sportivo dell’isola dove si è svolto il défilé. Abiti per l’attuale estate indossabili da mattina a sera, ispirati agli orizzonti del mare dello stilista, l’Adriatico di San Benedetto del Tronto, ma che al tempo stesso conducono verso quel mare immaginario che tutti noi amiamo. È una collezione che inneggia alla libertà, al sogno, a guardare lontano anche nella vita di tutti i giorni e a viaggiare con la mente, a “prendere il largo” e a sentirsi in vacanza pur nella frenesia del quotidiano. La collezione si configura come un baule pieno di suggestioni, di sensazioni e di quei ricordi che ci portiamo dentro collegati alle estati dell’infanzia, in un caleidoscopio di colori che evocano i tramonti sul mare, le righe delle cabine e degli ombrelloni, le stelle marine, gli orizzonti infiniti.

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

Le proposte si articolano in diversi momenti dal giorno alla sera e per la parte giorno nodi di corda e seta racchiudono i capi di lino, cotone clo clo e seta che scivolano sul corpo con motivi che evocano immediatamente il mare e l’estate in una successione di bianchi, blu, righe marinare fino agli ocra della sabbia e ai rosa dei tramonti sul mare. La sera di questa collezione si articola sull’organza, lo chiffon, la seta marocaine, il cady, in tute a righe in seta velate dal tulle, in abiti a caftano avvolti di chiffon, pantaloni in seta con stelle marine ricamate appoggiate sul fianco. In questa collezione non manca un’ampia dedica a un capo che Camaiani ha sempre nobilitato al massimo nella sua couture: la camicia. Il trucco delle modelle è stato affidato a Veronica Ramses, l’hairstylist a ABC Group di Adria, la parte tecnica dell’evento a SLD Service

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

Isola di Albarella, la cracking art e gli appuntamenti culturali di pregio

Nell’isola è possibile ammirare le opere di famosi artisti contemporanei. Tra questi la magnifica Rosa dei Ritorni creata da Marco Lodola. Inoltre in tutto il territorio sono presenti le installazioni originali ideate dal movimento artistico della Cracking Art, nato negli Anni Trenta con il proposito di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e vita artificiale. Le opere sono realizzate per sollecitare una riflessione collettiva sui temi dell’effetto antropico sull’ambiente naturale tramite azioni performative coinvolgenti, come i celebri animali colorati. Rigenerare la plastica significa sottrarla dalla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita. Un nuovo linguaggio estetico innovativo che esprime una sensibilità particolare nei confronti della natura. Infine tra gli appuntamenti musicali più attesi nell’Isola di Albarella ci sarà Raf il 10 agosto 2023.

Photo credits Courtesy of Press Office

“Nero Perugino Burri”, al Palazzo Baldeschi di Perugia arte moderna e contemporanea dialogano in una mostra

Testo e foto a cura di Vanessa Bocci


Dal 22 giugno al 2 ottobre 2023 a Perugia
, all’interno delle bellissime e raffinate sale di Palazzo Baldeschi si potranno ammirare le opere di due grandi artisti umbri lontani nel tempo, ma accomunati dal profondo legame verso la loro terra natia: Pietro Vannucci, detto
il Perugino, e Alberto Burri. La mostra “Nero Perugino Burri” è nata da un’idea della Fondazione Perugia e realizzata in collaborazione con Fondazione Burri, l’esposizione è curata dalla storica dell’arte Vittoria Garibaldi e dal Presidente di Fondazione Burri Bruno Corà. Il comune denominatore dell’intera esposizione, composta da circa 20 opere, è l’uso del nero  che ne hanno fatto i due artisti.

Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”
Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”

Usato sapientemente da entrambi i maestri , rappresenta una grande novità per l’epoca di Perugino ed è uno dei tratti più ricorrenti  dell’ intera carriera di Burri. L’idea della mostra è nata da un’opera di Perugino la Madonna con il Bambino e due cherubini. Il quadro ritrae la Vergine con il bambino in un’atmosfera intima e familiare. I personaggi si stagliano su uno sfondo completamente nero, che fa risaltare le loro figure con colori accesi e vibranti. Il dipinto rivela la perfezione disegnativadel maestro anche in una rappresentazione di piccole dimensioni.

Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”
Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”

Sono questi gli anni più belli della carriera del Perugino, quando, attivo a Firenze conosce la pittura fiamminga e la luce di Leonardo, ma viene catturato anche dall’atmosfera di Veneziadove si reca più volte nel corso degli anni Novanta. Le opere di Perugino sono di piccolo formato e datate a cavallo tra il XV e il XVI secolo, dove non vi si trova nessun tipo di paesaggio o architettura prospettica, solo il nero che domina l’intera rappresentazione su cui vengono posizionati i soggetti, come non si era mai visto prima.

Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”
Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”

Questa ricerca ha permesso di ottenere importanti prestiti, come lo splendido Ritratto di Francesco delle Opere, probabilmente dipinto a Venezia, il Ritratto di giovinetto, proveniente dalla Galleria degli Uffizi e la Madonna con Bambino tra San Giovanni e Santa Caterina del Museo del Louvre. In dialogo con le opere di Perugino ci sono una decina di quadri di Alberto Burri, in cui si può trovare il medesimo interesse per il nero inteso non come mancanza di colore, ma come buio che permette alla luce di emergere.

Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”
Perugia, mostra “Nero Perugino Burri”

Burri nasce a Città di Catello il 12 marzo del 1915. Si laurea in medicina nel 1940. Quale ufficiale medico è fatto prigioniero dagli inglesi in Tunisia nel 1943 e consegnato agli alleati USA che lo inviano nel campo di Hereford in Texas, qui comincia a dipingere. Nel 1947 torna in Italia e si stabilisce a Roma, dove si dedicherà completamente alla pittura. Nel 1948, dopo un viaggio a Parigi, il suo interesse sarà focalizzato sulle potenzialità espressive della materia. Nel 1950  la rivista francese “Cahiers d’Art” segnala il suo lavoro al pubblico internazionale e da questo momento la carriera artistica del pittore decolla a livello mondiale. A Città di Castello nel 1978, dà vita alla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, con lo scopo di promuovere e divulgare le sue opere, morirà a Nizza il 13 febbraio del 1995. Burri è stato un grande ammiratore e conoscitore del Rinascimento italiano ponendolo in dialogo con le lontane radici e che trova conferma nelle linee, nelle forme e nelle sensibilità cromatiche che uniscono i due grandi artisti. L’Umbria caratterizzata da grandi nomi come, Piero della Francesca, Raffaello e ovviamente da Perugino, ha lasciato radici indissolubili in Burri prendendo forma nelle sue pitture, da Catrame del 1949 a Nero Cellotex del 1968, qui la materia emerge con prepotenza dalla tela e l’attenzione è posta sull’equilibrio tra forma e colore, con una predilezione per il nero e per i toni scuri, tratto inconfondibile dell’artista tanto da essere considerato “il maestro dei neri”. Le opere di Burri possono essere reputate una ideale dialettica proposizione  con le tavole del Perugino. Nel Quattrocento il fondo nero aveva lo scopo di far risaltare i personaggi delle opere per renderli ancora più protagonisti, mentre nelle opere di Burri il nero diventa il protagonista assoluto del quadro,  affermandosi come materia viva con il proposito di emergere dalla tela con prepotenza per andare a colpire i sensi dell’osservatore, il quale rimane quasi ipnotizzato dal mondo oscuro dell’artista.

Premi di Cinema sotto le stelle di Anzio

Sotto le stelle di Anzio, nella suggestiva Villa Corsini Sarsina, grande successo ed emozioni per la rassegna “Anzio Film Festival”, che ha visto una grande partecipazione del pubblico nelle tre serate dedicate a temi importanti come il mare, il sociale ed un omaggio ai grandi del cinema.

Anzio Film Festival
Anzio Film Festival

Assegnati “Premi Speciali” per i cortometraggi: DI CHI È LA TERRA regia di DANIELA GIORDANO, ALDILA’ DEL MARE regia di MASSIMO IVAN FALSETTA, COME FOSSI UNA BAMBOLA regia di SARA CERACCHI, IL GIARDINO DEI SOGNI PERDUTI regia di SASHA ALESSANDRA CARLESI.

Francesca Piggianelli, Anzio Film Festival
Francesca Piggianelli, Anzio Film Festival

Riconoscimenti Speciali per i videoclip: ALLE PORTE DEL MARE di STEFANIA ROSATI, CI SARO’ di MARINA MUSER regia di FRANCESCO NISI, MY WONDERLAND di CLAUDIO ORFEI regia di CLAUDIO ORFEI, SONO COME TE di DANIELE SAVELLI regia di GABRIEL CASH,ALLELUIA di EUGENIO PICCHIANI regia di NINO VILLANI.SOGNA ANCHE TU di PHEBO Feat DAVIDE DE MARINIS.

Alma Manera, Anzio Film Festival
Alma Manera, Anzio Film Festival

Presenti gli artisti e i registi, giunti da ogni parte d’Italia, felici e sorpresi per aver ricevuto il Premio, con consensi da parte del pubblico che ha accolto con un caloroso applauso la loro partecipazione, ponendo delle domande e curiosità sulla realizzazione dei loro lavori.

Anzio Film Festival
Anzio Film Festival

A chiusura della rassegna,  “Omaggio e Mostra con abiti originali Anna Magnani”, a cura di Stefano Di Tommaso ed Anna Maria Cuzzolaro, anche autrice del libro Semplicemente Anna,presentato con alcune letture accompagnato con un omaggio musicale del Maestro Theo Allegretti. Testimonial d’eccezione Alma Manera, che ha incantato il pubblico con la sua lettura di prefazione del libro ed a sorpresa ha cantato un brano caro a Nannarella La brava artista ha ricevuto un Premio Speciale per la sua attività e sensibilità, al termine è stato proiettato il documentario “Ciao Anna” di Elfriede Gaeng.

Anzio Film Festival
Anzio Film Festival

Direttore artistico di Anzio Film Festival Francesca Piggianelli, organizzata dalla Pro Loco “Città di Anzio” e l’Associazione Culturale Romarteventi, la rassegna è stata condotta da Simone Bartoli e dall’artista Danilo Brugia, premiato per le sue molteplicità artistiche.

Anzio Film Festival
Anzio Film Festival

La direttrice artistica Piggianelli ringrazia il presidente della Pro Loco Augusto Mammola, agli ospiti presenti tra cui Fabrizio Pacifici, Anna Silvia Angelini, Max. Mambor, Mariano Cherubini, Service B4web, Agnese Branca di Romarteventi, Patrizia Zalocco per le foto, il catering Granì e tutti coloro che hanno contribuito al successo della prima edizione con un arrivederci alla prossima.

Photo credits Pitta Zalocco

Siriana, il rock della band forlivese strega l’Auditorium Parco della Musica di Roma

Un esordio di tutto rispetto quella della band forlivese dei Siriana,  la rock-pop  alternative band fondata e capitanata dall’attore italiano Marcello Maietta insieme al bassista e chitarrista Elia Martina, sul palco del Roma Summer Fest 2023, alla cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone come open act della storica band belga dei dEUS.

Il frontman dei “Siriana” Marcello Maietta
Il frontman dei “Siriana” Marcello Maietta

Un grande successo di critica e di pubblico per la band che ha portato sei brani in scaletta, cinque dei quali in anteprima nazionale (La tua resistenza  – Sempre al limite  – Nella mente mia – Insania – Un modo per tornare a vivere)  tratti dal nuovo album NEORAMA, in uscita a settembre 2023, prodotto da Pierpaolo Capovilla.

I “Siriana”
I “Siriana”

Fortemente voluti da Tom Barman, frontman e geniale leader dei dEUS, cult band di Anversa e dall’organizzazione Barley Arts, Marcello Maietta, Elia Martina, Michele Tomasini e Luca Pegorari non si sono risparmiati sul palco e hanno regalato la loro carica musicale e il loro personalissimo stile al folto pubblico presente nella torrida serata estiva della Capitale.

Il frontman dei “Siriana” Marcello Maietta
Il frontman dei “Siriana” Marcello Maietta

«È stata una serata incredibile, Tom Barman ci ha dato questa opportunità unica di aprire l’unica data italiana dei dEUS, per questo ci siamo incontrati appositamente a Milano, è stata un’esperienza mozzafiato, per me è stato bello vedere anche tanti colleghi del cinema italiano tra il pubblico presente,  da Saverio Costanzo ad Alba Rohrwacher, un’emozione incredibile», spiega Maietta.

I “Siriana”
I “Siriana”

Un modo per tornare a vivere la canzone conclusiva è stata scritta dal frontman  e attore Marcello Maietta, per la collega del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, la regista Martina Di Tommaso, prematuramente scomparsa giovanissima, a cui è stata fatta una dedica profondamente sentita ed accorata. La serata si è conclusa nel migliore dei modi con un aftershow dei dEUS al TREEbar di Roma, dove ha partecipato anche la band dei Siriana, in uno splendido gemellaggio tra musica italiana e musica internazionale.

Photo credits Elia Montefiori/Daniele Mannozzi/ Sabrina Vani

“Together”, l’Urban Art di David Pompili omaggia gli artisti che hanno animato il Teatro del Silenzio di Lajatico

Si chiama “Together” l’opera stabile dell’artista spoletino David Pompili dedicata a tutti gli artisti che negli ultimi anni hanno omaggiato con la loro presenza il Teatro del Silenzio, meraviglioso anfiteatro naturale ricavato nella splendida Lajatico per volontà del maestro Andrea Bocelli  e dell’architetto Alberto Bartalini. Un progetto “silenzioso”, in uno spazio che per quasi un intero anno resta intatto nella sua perfetta armonia, animandosi per pochi giorni di personaggi del bel canto, della musica e della danza, nazionali ed internazionali. Tra i volti e i corpi rappresentati e ad incantare i visitatori ci sono quelli di Carla Fracci, Laura Pausini, Roberto Bolle,  Renato Zero,  Zucchero Fornaciari, Andrea Bocelli, Luca Tommassini e Lindsey Kemp.

“Together” di David Pompili
“Together” di David Pompili

Un’opera monumentale di ben 16 metri per 11, quella di Pompili realizzata sul Palazzo di Via Garibaldi, che diventa fulcro centrale di un progetto che vuole trasformare la città dell’entroterra Volterrano in un vero e proprio Museo a cielo aperto, fenomeno ormai di portata globale e ultima frontiera della streetart, che ha come obiettivo quello di creare “veri e propri percorsi dell’arte”, perfettamente incastonati nel paesaggio circostante.

“Together” di David Pompili
“Together” di David Pompili

 ll Teatro del Silenzio di Lajatico è un teatro completamente naturale, costituito essenzialmente da un laghetto, una volta utilizzato dagli agricoltori come abbeveratoio per gli animali, al cui centro campeggia una scultura monumentale di un artista contemporaneo, diversa per ogni anno, scelta in base al tema dell’edizione. Il tutto è circondato da un fondale di blocchi di travertino toscano che ricorda un luogo di culto antico o un megalite del Neolitico. Un panorama di ineguale bellezza che offre una visuale di 180 gradi sulle colline di uno dei versanti più belli del territorio, quello di Volterra e le sue balze. Un progetto di eco-architettura e Land art che non ha minimamente sconvolto l’ambiente naturale, anzi piuttosto lo ha posto al centro dell’attenzione, da integrare per un giorno all’anno con quanto necessario alla produzione tecnica di uno spettacolo di livello internazionale. Al termine dello spettacolo ogni anno, nel massimo rispetto dell’ambiente, il tutto viene rimosso la notte stessa e ripristinato lo stato naturale, tornando ad essere un luogo di silenziosa meditazione e riposo dell’anima.

Photo credits Courtesy of Press Office

Al Cinema arriva “Barbie”: il film sulla bambola più famosa del mondo è un inno all’imperfezione

Vivere a Barbie Land significa essere perfetti in un luogo perfetto. A meno che tu non stia attraversando una crisi esistenziale. Oppure tu sia un Ken. Sul grande schermo, un inno all’imperfezione, all’inclusività e contro gli stereotipi per uscire, finalmente, da un ovattato mondo di plastica color rosa confetto.

"Barbie", il film
“Barbie”, il film

Dalla sceneggiatrice / regista candidata all’Oscar® Greta Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva “Barbie” con protagonisti i candidati all’Oscar® Margot Robbie (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”), Kate McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Yesterday”), Issa Rae (“The Photograph – Gli scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman (“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno”). Fanno parte del cast del film anche Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga dalla Terra”), Ana Cruz Kayne (“Piccole donne”), Emma Mackey (“Emily”, la serie TV “Sex Education”), Hari Nef (“Assassination Nation”, “Transparent”), Alexandra Shipp (i film “X-Men” ), Kingsley Ben-Adir (“Quella notte a Miami”, “Peaky Blinders”), Simu Liu (“Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli”), Ncuti Gatwa (“Sex Education”), Scott Evans (la serie TV “Grace e Frankie”), Jamie Demetriou (“Crudelia”), Connor Swindells (“Sex Education”, “Emma.”), Sharon Rooney (“Dumbo”, “Jerk”), Nicola Coughlan (“Bridgerton”, “Derry Girls”), Ritu Arya (“The Umbrella Academy”), la cantautrice vincitrice del Grammy Dua Lipa e il premio Oscar® Helen Mirren (“The Queen – La Regina”).

"Barbie", il film
“Barbie”, il film

‘Barbie’ è diretto da Greta Gerwig che ha curato la sceneggiatura del film insieme al candidato all’Oscar® Noah Baumbach (“Storia di un matrimonio”, “Il calamaro e la balena”). Basato su ‘Barbie’ di Mattel. I produttori del film sono il candidato all’Oscar®, David Heyman (“Storia di un matrimonio”, “Gravity”), Margot Robbie, Tom Ackerley e Robbie Brenner con Gerwig, Baumbach, Ynon Kreiz, Richard Dickson, Michael Sharp, Josey McNamara, Courtenay Valenti, Toby Emmerich e Cate Adams nel ruolo di Produttori Esecutivi.

"Barbie", il film
“Barbie”, il film

Il team creativo che ha lavorato dietro la macchina da presa con Greta Gerwig è composto dal direttore della fotografia candidato all’Oscar®, Rodrigo Prieto (“The Irishman”, “Silence”, “I segreti di Brokeback Mountain”), la scenografa sei volte nominata all’Oscar®, Sarah Greenwood (“La bella e la bestia”, “Anna Karenina”), il montatore Nick Houy (“Piccole donne”, “Lady Bird”), la costumista premio Oscar®, Jacqueline Durran (“Piccole donne”, “Anna Karenina”), il supervisore agli effetti visivi Glen Pratt (“Paddington 2”, “La bella e la bestia”), il supervisore musicale George Drakoulias (“Rumore Bianco”, “Storia di un matrimonio”) con le musiche dei vincitori del Premio Oscar® Mark Ronson e Andrew Wyatt (“A Star Is Born”).

"Barbie", il film
“Barbie”, il film

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Heyday Films, una produzione LuckyChap Entertainment, una produzione NB/GG Pictures, una produzione Mattel: “Barbie”. Il film sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 20 luglio 2023, distribuito da Warner Bros. Pictures.

Photo credits Courtesy of Press Office

“Steve McCurry Children”, al Museo degli Innocenti di Firenze in mostra gli scatti d’autore del reporter americano

Testo e foto a cura di Vanessa Bocci


Il
Museo degli Innocenti di Firenze apre le porte alla mostra “Steve McCurry Children” del celebre fotografo americano. Le 100 fotografie saranno esposte dal 19 maggio fino all’8 ottobre2023, dove si potranno ammirare gli scatti realizzati in quasi cinquant’anni di attività e che ritraggono bambini da ogni angolo del mondo in scene di vita quotidiana. La mostra curata da Biba Giacchetti è un viaggio virtuale che porterà il visitatore in contatto con le etnie più lontane attraverso le differenti condizioni sociali, mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi innocenti.

 “Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti
“Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti

L’esposizione inizia con una serie straordinaria di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra, sofferenza, gioia, stupore e ironia. Dall’Afghanistan all’India, dal Messico al Libano fino all’Europa, la mostra ha l’obiettivo di descrivere le condizioni dei bambini nelle diverse realtà mondiali; incontriamo bambini profughi o lavoratori, bambini che giocano con mezzi da guerra ignari del pericolo arrampicandosi sui cannoni, oppure si divertono  nel fango rincorrendo un pallone, o suonano una chitarra realizzata con materiale di scarto.

 “Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti
“Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti

“Steve McCurry Children” è un vero e proprio viaggio nell’infanzia per incontrare piccoli esseri umani che affrontano condizioni di vita diverse, ma che parlano un linguaggio in cui ciascuno può riconoscersi, uno spunto di riflessione che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni, nella consapevolezza che un mondo migliore è reso possibile dalle azioni del nostro presente. Steve McCurry è considerato una delle figure più autorevoli nel panorama della fotografia contemporanea, la maestria nell’uso del colore, l’empatia e l’umanità rendono le sue fotografie indimenticabili. Nato nei sobborghi di Philadelphia, McCurry studia cinema e storia alla Pennsylvania State University, prima di iniziare una collaborazione con un  giornale locale.

 “Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti
“Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti

Dopo due anni come freelance compie un viaggio in India, il quale aprirà le porte ad una serie di viaggi che lo porteranno a girare ogni angolo del mondo. Dopo diversi mesi di viaggio arriva in Pakistan incontrando un gruppo di rifugiati dell’Afghanistan, che gli permettono di entrare clandestinamente nel loro paese, proprio quando l’invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti provenienti dall’Occidente. McCurry sarà il primo in grado di mostrare al mondo le immagini del conflitto in Afghanistan. Da allora il fotografo ha continuato a scattare in giro per il mondo fotografie straordinarie. I suoi scatti raccontano di conflitti, di culture , di tradizioni antiche e di tendenze contemporanee. Nelle sue foto l’elemento umano resta centrale e lo dimostra l’immagine più famosa del fotografo, ovvero la foto della ragazza afganaritratta in un campo rifugiati nel 1984, diventando l’emblema delle condizioni patite nei territori di guerra prima che le Nazioni Unite stilassero la Convenzione sui Diritti dei Bambini entrata in vigore nel 1990. Steve McCurry ha vinto moltissimi premi a livello internazionale e nel 2019 è stato inserito nella International Photography Hall of Fame. Secondo i rapporti delle organizzazioni internazionali, come Save  The Children circa 1 bambino su 6 è costretto a vivere in territori di guerra. La Rappresentanza speciale dell’ONU ha dichiarato che i bambini in zone caratterizzate dagli scontri sono esposti a sei gravi violazioni dei propri diritti: uccisione e mutilazione, reclutamento, violenza sessuale, rapimento. Tra il 2005 e il 2020 oltre 104.000 bambini sono stati uccisi o mutilati e oltre 93.000 sono stati reclutati e utilizzati nei combattimenti. In questo scenario Steve McCurry crede fermamente che attraverso l’istruzione si possa costruire un futuro migliore fatto di libertà e autodeterminazione.

 “Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti
“Steve McCurry Children”, Firenze Museo degli Innocenti

A questo specifico tema sono dedicate delle immagini all’interno della mostra. Grazie alle sue doti narrative, ogni scatto è un vero e proprio capitolo di storia, che diventa una finestra sulla vita capace di esprimere l’essenza e la passione per i bambini, di cui riesce a trasmettere la genuinità e la semplicità attraverso i suoi scatti, andando a creare un rapporto diretto con chi si ferma ad ammirare i suoi capolavori. I bambini immortalati da McCurry trovano la felicità nelle piccole cose, nonostante le  scarse  risorse a loro disposizioni si divertono saltando, correndo, nuotando, mostrando sempre curiosità e adattabilità. La loro capacità di trovare gioia nelle realtà più difficili, come ad esempio in contesti di povertà assoluta o di conflitto ha un qualcosa di straordinario. La mostra “ Steve McCurry Children” ha il proposito di farci vedere il mondo attraverso gli occhi dei bambini, ovvero con gli occhi dell’innocenza.

“Ritratte. Donne di arte e di scienza”, al Museo Carlo Bilotti di Roma gli scatti di Gerald Bruneau raccontano il merito femminile

Dal 13 luglio, presso il Museo Carlo Bilotti di Roma, apre al pubblico “Ritratte. Donne di arte e di scienza”, una mostra fotografica dedicata ai volti, alle carriere e al merito di donne italiane che hanno conquistato ruoli di primo piano nell’ambito della scienza e dei beni culturali. L’esposizione, promossa da Roma CapitaleAssessorato alla CulturaSovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è curata e realizzata dalla Fondazione Bracco in collaborazione con ArthemisiaServizi museali Zètema Progetto CulturaLa mostra allestita a Villa Borghese, attraverso gli scatti del fotografo di fama internazionale Gerald Bruneau, mette in luce non solo la figura ma anche e soprattutto le capacità professionali di 40 donne che hanno raggiunto posizioni apicali nel loro settoreUn itinerario eclettico di immagini e parole, che si snoda in luoghi spesso nascosti, tra vaste sale rivestite di marmi di palazzi d’epoca e laboratori di ricerca inaccessibili, per raccontare la guida sapiente di queste professioniste che non di rado propongono – attraverso la loro stessa biografia – un modello di governo inclusivo e ispirante.

“Ritratte. Donne di arte e di scienza”
“Ritratte. Donne di arte e di scienza”

Viviamo in un’epoca che invita ad agire collettivamente per raggiungere un bilanciamento di genere, partendo da pratiche essenziali, come il contrasto agli stereotipi che inibiscono vocazioni individuali e crescita sociale, l’evoluzione della lingua, come organismo vivo che dà forma al mondo, la disseminazione di modelli di ruolo, in grado di ridefinire i confini del possibile.
Il titolo della mostra è infatti programmatico. Un tempo, nella storia dell’arte, a essere raffigurati erano soprattutto i potenti, membri di famiglie nobili, aristocratici e regnanti che, in mancanza della fotografia, fissavano sulla tela la propria immagine. Una pratica che, per quanto riguardava le donne, investiva quasi unicamente le dame di buona nascita, la cui famiglia poteva permettersi l’onorario di un pittore e non di rado serviva per combinare matrimoni. Oggi “ritratte” amplifica il senso di uno sguardo nuovo, su donne finalmente visibili, protagoniste, centrali.
Ancora di più, la mostra offre l’incontro con queste storie vive, per ricordare il valore di determinazione, forza e competenza, per scoprire nuovi modelli di governo, per approfondire ambiti professionali insoliti, per ereditare spunti per un futuro equo, oltre i pregiudizi.

“Ritratte. Donne di arte e di scienza”
“Ritratte. Donne di arte e di scienza”

La mostra propone due percorsi espositivi distinti ma complementari, oggi riuniti per la prima volta in un’unica esposizione, fortemente voluta da Fondazione Bracco nell’ambito del proprio intervento di contrasto agli stereotipi di genere e di promozione delle competenze, concepiti rispettivamente come asse prioritario di intervento per raggiungere la parità e unico discrimine per qualsiasi sviluppo personale e collettivo. “Ritratte. Donne di arte e di scienza” alterna dunque storie di donne alla guida di primarie istituzioni culturali del nostro Paese e di alcune tra le più importanti scienziate italiane, in un ideale unione di saperi tra arte e scienza, un viaggio esemplare tra luoghi d’arte e laboratori scientifici. Da un lato, le direttrici dei musei italiani, “luoghi sacri alle Muse”, spazi dedicati alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, custodi del nostro passato e laboratori di pensiero per costruire il futuro, ma anche imprese con bilanci e piani finanziari, che contribuiscono in modo cruciale alla nostra economia. Oggi alla guida di importanti istituzioni culturali italiane ci sono professioniste che hanno raggiunto posizioni apicali grazie a competenze multidisciplinari, che uniscono una profonda conoscenza della storia dell’arte con capacità gestionali e creative. È ancora più importante sottolineare tale conquista alla luce dei dati disponibili, che mostrano come in tutta l’Unione europea le donne che si occupano di arte e cultura generalmente abbiano meno accesso alle risorse di creazione e produzione, siano pagate meno degli uomini e siano sottorappresentate nelle funzioni dirigenziali e decisionali, nonché sul mercato dell’arte.

“Ritratte. Donne di arte e di scienza”
“Ritratte. Donne di arte e di scienza”

Dall’altro, le scienziate, con racconti che rafforzano ancor di più l’empowerment e il contrasto agli stereotipi di genere nella pratica scientifica. In mostra alcuni dei volti del progetto più ampio denominato #100esperte (100esperte.it): ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall’Associazione Gi.U.Li.A. e sviluppato con Fondazione Bracco grazie al supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, è una piattaforma online per accrescere la visibilità dell’expertise femminile, alimentata nel tempo con i profili di esperte italiane in settori strategici che vedono ancora una sottorappresentazione femminile a partire dalle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics).

Al centro della mostra Ritratte lo spettatore può osservare le vaste competenze, il merito, le qualità intrinseche o acquisite che hanno portato queste donne a rivestire ruoli di primo piano, nell’arte e nella scienza”, sottolinea Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. “Nel percorso fotografico le protagoniste, che di norma vivono spazi di lavoro appartati, che siano musei o laboratori, sono finalmente oggetto di attenzione collettiva, sono riconosciute nel loro ruolo. Questo è il movimento necessario che siamo tutti invitati a compiere: riconoscere le competenze, renderle visibili. Da tempo con Fondazione Bracco, attraverso il progetto #100esperte e molte iniziative formative dedicate all’empowerment femminile, facciamo proprio questo: valorizziamo il merito e incoraggiamo nuove vocazioni, leve essenziali per sostenere le aspirazioni di bambine e ragazze, e per raggiungere una presenza paritaria di donne e uomini nelle posizioni apicali”.

“Ritratte. Donne di arte e di scienza”
“Ritratte. Donne di arte e di scienza”

Il potere ispirante di queste biografie è inestimabile. In quest’ottica, un percorso virtuale tratto dall’esposizione sulle direttrici di musei italiani, arricchito con interviste alle protagoniste, da oggi è parte della piattaforma “Art4ART”, il progetto del Gemelli ART (Advanced Radiation Therapy) centro di Radioterapia Oncologica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.
Il Gemelli ART, in collaborazione con l’Associazione Romanini, offre ai pazienti la possibilità di fruire di contenuti artistici durante le terapie oncologiche. È infatti un’evidenza scientifica che la fruizione dell’arte, nel senso più ampio del termine, crea un ambiente favorevole per i pazienti riduce lo stress e permette di affrontare le terapie in modo più efficace.

Photo credits Courtesy of Press Office

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