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Cinema, moda e diritti nel borgo: il “Garofano Rosso Film Festival” incanta l’Abruzzo

La terza edizione del “Garofano Rosso Film Festival”, diretto dal regista e produttore Paolo Santamaria, si è conclusa con un’esplosione di creatività e applausi. L’evento, nel pittoresco borgo di Forme di Massa d’Albe (Aq), ha rappresentato un trampolino di lancio per artisti in erba e una celebrazione delle produzioni cinematografiche di alta qualità selezionate per il contest abruzzese.

Tra i momenti salienti della manifestazione, la magica performance di moda en plein air firmata Vuscichè, il marchio italiano noto per il suo design circolare all’avanguardia. Diana Eugeni Le Quesne ha presentato una collezione di couture circolare, dimostrando la vocazione del brand nella creazione di abiti e accessori utilizzando materiali green e locali. Upcycling e riciclo per un fashion system più consapevole e orientato al riuso creativo che non ammette gli sprechi.

Un’esperienza unica è stata regalata dalle #Cinescursioni targate CinemAbruzzo, in sinergia con la Fondazione Carispaq. Gli appassionati, i cinefili e i curiosi hanno avuto l’opportunità di esplorare le affascinanti location che hanno dato vita a scene memorabili di pellicole iconiche come “La Bibbia” di John Huston e “Il Deserto dei Tartari” di Valerio Zurlini ai piedi del Monte Velino, sugli Appennini abruzzesi. Set naturali a cielo aperto che sono pronti ad accogliere nuove produzioni. Special guest sul tappeto rosso l’attore Danilo Arena, nel cast del film “Il comandante” di Edoardo De Angelis in concorso all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Un ulteriore traguardo raggiunto, dopo il lancio  nel 2022, è il “CinemAbruzzo Campus”: un progetto di residenza cinematografica stabile che ha ottenuto il sostegno della Fondazione Carispaq e riconoscimenti dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura. L’iniziativa, basata sul green producing, da oggi sino al 30 settembre darà ai filmmaker under 35 l’opportunità di sviluppare progetti sensibili alle tematiche sociali e ambientali.

Quest’anno la rassegna filmica ha anche dato voce a importanti spunti di riflessione sull’attualità tramite i talk in piazza Luigi Libertini moderati da Alessio De Stefano.

Durante il dibattito “Liber* di essere”, Francesco Rubeo, Fondatore e Presidente di Marsica Lgbt, Vicepresidente di “Arcigay Massimo Consoli” (L’Aquila) ha condiviso la sua storia con gli spettatori parlando delle lotte dell’associazione sul territorio contro la discriminazione di genere e legata all’identità sessuale. Una battaglia, quella contro l’omotransfobia, che nel 2023  non è ancora finita.

Enrica Rossi, Giulia Personeni e Marianna Coppola della Desmoid Foundation Onlus hanno affrontato il delicato tema del tumore desmoide, sottolineando in “Raro è meglio di perfetto” il valore della consapevolezza, della ricerca, dell’ascolto e della sensibilità nell’accogliere la malattia per sfidare la paura grazie alla condivisione e al supporto degli affetti più cari verso i pazienti oncologici. Il potere di un abbraccio e la forza delle famiglie sono, molto spesso, una vera e propria medicina salvifica per chi affronta con coraggio le cure, il ricovero ospedaliero e la chemioterapia.

Michela Greco, Events and Communication Officer di Emergency, ha presentato il progetto “Una storia per Emergency“. La collaborazione della Ong con Rai Cinema ha acceso i riflettori sui cortometraggi realizzati da talenti emergenti under 25, mettendo in luce diritti e integrazione quali focus principali delle brevi opere. Davanti al pubblico formese, Greco ha raccontato l’esperienza da volontaria, l’emozionante incontro con l’indimenticato Gino Strada, fondatore dell’organizzazione umanitaria, e la necessità di creare ponti di pace ricorrendo anche a linguaggi sperimentali come quelli della settima arte e della realtà aumentata per coinvolgere i più giovani nelle attività in cantiere di Emergency che, istituita nel 1994, si appresta a festeggiare il suo trentennale.

Il “Garofano Rosso Film Festival” ha dimostrato ancora di essere una manifestazione culturale di spicco nel panorama internazionale, promuovendo l’innovazione, la sostenibilità e la diversità come fonti di ricchezza nell’industry indipendente made in Italy, idea più volte ribadita da Marcello Foti, ospite del festival e già direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia.

L’entusiasmo e l’impegno di tutti i partecipanti hanno trasformato la terza edizione della kermesse, dedicata al produttore Matteo Romagnoli con un premio al miglior videoclip musicale vinto dallo statunitense Tim Cofield per “Holler From The Holler” di Stephen Wilson Jr., in un trionfo di sorrisi e ricordi proiettati nel futuro ma con lo sguardo rivolto al presente e all’Abruzzo.

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“Phygital Sustainabilty Expo”, a Roma la creatività diventa green

Ammonta a 108 miliardi  il fatturato della moda italiana che rappresenta anche il 60% della produzione globale: sono questi i dati principali emersi dalla prima giornata di Phygital Sustainabilty Expo®, l’unico evento in Italia esclusivamente dedicato alla transizione ecosostenibile dei brand di moda e di design, organizzato da Sustainable Fashion Innovation Society in presenza fino ad oggi a Roma presso il complesso archeologico dei Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali.

«La moda deve essere vista come veicolo per creare consumatori consapevoli. La sostenibilità è una materia che va insegnata perché è fondamentale per il futuro del nostro pianeta. Gli stilisti e le case di moda hanno la responsabilità di adottare pratiche green lungo tutta la catena di produzione, dall’approvvigionamento delle materie prime alla gestione dei rifiuti. Inoltre, educare i consumatori sulla sostenibilità della moda li aiuta a prendere decisioni informate e a fare scelte consapevoli per un impatto positivo sull’ambiente. Con Phygital Sustainabilty Expo® l’obiettivo è sensibilizzare imprese, istituzioni e opinione pubblica verso una cultura volta alla sostenibilità a tutto tondo»,  ha dichiarato Valeria Mangani, Presidente di Sustainable Fashion Innovation Society.

Sulla stessa lunghezza d’onda, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha evidenziato come «la moda è sempre stata e sarà sempre una bandiera del made in Italy. Deve essere avanguardia e rappresentare l’eccellenza del nostro Paese. Il prodotto italiano è riconosciuto come buono, bello e ben fatto, ma ora dobbiamo aggiungere anche la sostenibilità. Percepita dai consumatori più attenti, la sostenibilità diventa un elemento fondamentale. Come produttori di qualità di eccellenza nel mondo, dobbiamo dimostrare che la moda e l’abbigliamento possono essere belli, buoni, ben fatti e sostenibili. L’Italia è all’avanguardia nell’economia circolare e non possiamo permetterci di perdere questo primato».

Il panel di Phygital Sustainabilty Expo® a Roma_credits Courtesy of Press Office
Il panel di Phygital Sustainabilty Expo® a Roma_credits Courtesy of Press Office

La sostenibilità come simbolo di moda all’avanguardia, da abbinare alla qualità del prodotto italiano e l’importanza del settore manifatturiero all’interno dell’economia italiana: sono stati questi i temi al centro dei diversi panel di oggi. Attraverso l’integrazione di materiali riciclati, processi di produzione sostenibili e l’adozione di modelli di business circolari, la moda italiana si sta posizionando come un leader nell’industria sostenibile, dimostrando che è possibile coniugare l’estetica e l’eccellenza artigianale con l’impegno per l’ambiente.

Trasmesso su Today.it, l’obiettivo dell’evento è infatti quello di coinvolgere e sensibilizzare il pubblico verso una cultura ecologica nella moda e nel made in Italy, sottolineando l’importanza del settore manifatturiero, che ad oggi rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’economia nazionale. A chiudere la prima giornata di Phygital Sustainability Expo la Sfilata Narrata®, l‘iniziativa protetta dal copyright di Sustainable Fashion Innovation Society che prenderà il via alle 20.30, in cui brand come NVK-Lenzing, Mateja Benedetti, Trykot, Collorino, Estimino, Takaturna, Gest, Radici Group, Heich Unic, Lebiu e Vista presenteranno abiti all’avanguardia e sostenibili descritti attraverso una voce fuori campo che ne svela le innovazioni tecnologiche e stima il loro impatto ambientale.

Ad aprire i lavori il panel “Moda e inclusione”, in cui si parla di come la moda può essere una piattaforma di scambio e confronto per la promozione della pace attraverso valori come l’uguaglianza, l’inclusione e il rispetto.  Il Phygital Sustainability Expo® è un evento di supporto alla candidatura di Roma Expo 2030. Hanno contribuito alla realizzazione del Phygital Sustainability Expo®: Roma Capitale, in particolare Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda, Parlamento Europeo, Maeci, ICE, Italian Trade Agency, FAO, Poste Italiane, CNH Industrial, Lega Professionisti Serie B, Frecciarossa (treno ufficiale), Rainews24 (media partner).

About “Sustainable Fashion Innovation Society”

-Piattaforma per la promozione internazionale del Made in Italy Sostenibile-La Sustainable Fashion Innovation Society (SFIS)è ad oggi la più grande community europea di moda e design eco sostenibile, con 2.000+ aziende iscritte. La mission della SFIS è la creazione e diffusione di un settore innovativo della moda e dell’arredamento improntato alla tutela dell’ambiente, alla tutela della salute dei consumatori, al risparmio energetico, al risparmio ed alla tutela di fattori produttivi come l’acqua, alla drastica riduzione delle scorie tossiche di produzione e di fine uso dei prodotti della moda e dell’arredamento. L’Associazione mette a disposizione dei propri iscritti un innovativo Laboratorio dei Materiali in partnership con l’Università Sapienza di Roma; assistendo brand e manifatturieri a sperimentare le loro innovazioni e fare ricerca applicata e trasferimento tecnologico, avvalersi di stampanti 3D che usano polimeri bio-based e un immenso database di materiali sostenibili. Ogni anno la Sustainable Fashion Innovation Society organizza Il Phygital Sustainability Expo®, l’unico evento in Italia esclusivamente dedicato alla transizione ecologica del sistema moda e design attraverso l’innovazione tecnologica. L’evento è un amplificatore internazionale per le innovazioni di sostenibilità che le aziende e le confederazioni del settore moda compiono e comunicano attraverso il premiato format: palco -esposizione – sfilata narrata®. 

Amedeo Testoni, in primavera le sneakers sono un inno ai colori

Proprio come l’alba segna l’inizio di un nuovo giorno, la primavera segna l’inizio di un nuovo anno. Dopo un viaggio di tre anni che ci ha portato attraverso la pandemia, è tempo di un nuovo inizio. La nuova collezione Amedeo Testoni Primavera-Estate 2023 nasce dai temi delle ultime 3 stagioni del marchio: dalla Riscoperta alla Riconnessione all’Esplorazione, è ora tempo di RINNOVARE le nostre passioni e abbracciare il futuro. Amedeo Testoni invita a intraprendere un viaggio per forgiare un futuro plasmato dalla promozione dell’artigianato, l’eco-consapevolezza e il desiderio di dare ai clienti la possibilità di vivere pienamente il loro senso dello stile. 

Amedeo Testoni SS 23
Amedeo Testoni SS 23

Uno dei temi che riflettono il concetto della collezione è REVIVE YOUR COLORS, un’ode alla libertà ritrovata, all’abbracciare senza paura la vita ed esprimersi attraverso stampe, trame, lavorazioni e colori diversi e contrastanti. Gioia, sportività, spontaneità e divertimento si uniscono per una proposta di alta moda che mantiene comunque funzionalità, comfort e leggerezza, sottolineando l’impegno del brand per l’eccellenza del prodotto.

Amedeo Testoni SS 23
Amedeo Testoni SS 23

Muovendosi nei ritmi frenetici della vita moderna con spensieratezza e riscendo a interpretare le principali tendenze, le nuove SNEAKER KIM LEATHER AND SUEDE sono tutto questo e molto altro. Amedeo Testoni unisce stile ineguagliabile alla silhouette contemporanea del modello, pur comprendendo che la comodità viene prima di tutto. Gli elementi a contrasto di pelle e camoscio conferiscono alle scarpe un appeal moderno, rendendole perfette per ogni occasione.

Amedeo Testoni SS 23
Amedeo Testoni SS 23

Prepararsi alla stagione più calda non è mai stato così facile grazie alla palette, dalle tonalità estive, che gioca sui contrasti cromatici per una sferzata energia ad ogni passo.

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Made in Italy, quando la moda è a “Km zero”

Ormai la dicitura “a km zero” non è più prerogativa dei soli prodotti alimentari, ma si è estesa anche alla moda e a tutto ciò che è made in Italy. Infatti la possibilità di fare acquisti direttamente da aziende che producono vicino a casa propria ed evitare, così, l’inquinamento causato dai trasporti a lunga distanza, è diventata una realtà che comprende anche i prodotti del terziario grazie al portale  e-PLUS Italy.

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Sono stati By-Link e un gruppo di giovani, creativi e ambientalisti, a inventare questo negozio online, nato per  favorire le piccole e medie aziende nella vendita diretta sul proprio territorio.  Si tratta di un sistema veloce ed eco-friendly che, partito un anno fa dalle province di Genova e Lucca, sta ampliando la propria rete commerciale, che comprenderà anche Torino e che conta acquirenti nel sud Italia (ben il 90% del totale), ma anche in Olanda,  Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Asia.

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Nel tempo sono diventate 55 le aziende che si servono di e-PLUS per vendere i propri prodotti online e garantendo l’assoluto rispetto dell’ambiente,  in quanto chi compra non solo non deve muoversi da casa, ma riceve i propri acquisti recapitati gratuitamente dal corriere in bicicletta.

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Come se fosse un centro commerciale, e-PLUS comprende negozi molti negozi di moda. Con un click è possibile acquistare capi prodotti da filiere tutte made in Italy, dall’abbigliamento (per donna, uomo e bambino) alle scarpe, alle borse a ogni tipo di accessori (occhiali, orologi, gioielli), mantenendosi sempre aggiornati sulle ultime tendenze grazie alla fashion blogger Emanuela Tamburini, che dà consigli anche sulla cura del corpo, in quanto è presente una sezione dedicata al benessere e alla bellezza, insieme a quella per la casa.

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Gli amanti della cucina e dei cibi salutari non vengono trascurati in quanto non solo possono fare la spesa a km zero sicuri di acquistare prodotti locali dop, ma possono anche consultare la sezione Italian Food, che permette di conoscere piatti e prodotti di tutte le regioni italiane.

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Etica ed Ecologia: binomio vincente del nuovo fashion system

Negli ultimi anni il sistema moda, anche se con un maggior ritardo rispetto agli altri settori dell’industria e del commercio, ha manifestato un interesse crescente per i valori etici nelle loro varie accezioni a partire dalla sostenibilità ambientale, dalla valorizzazione e rintracciabilità del contenuto biografico di un oggetto o capo di abbigliamento, dal tipo di lavorazione o tintura da applicare all’articolo, dal made di provenienza, dalla cura per il trattamento dei tessuti e dall’uso di fibre naturali.

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Cos’è dunque la moda eco-sostenibile? Si può parlare davvero di etica della moda? Sono questi gli interrogativi che sempre più frequentemente richiamano l’attenzione dei media, puntando il dito sopratutto verso i produttori della moda e le loro filiere, nonché prestando ascolto ai consumatori e all’ambiente. Innanzitutto un prodotto può definirsi ecologico quando è ottenuto da fibre naturali ed è lavorato rispettando i criteri ambientali. Per meritarsi l’appellativo di “ecologico” un prodotto dovrebbe essere anche “etico”. Nella manifattura dei prodotti tessili biologici, quindi oltre a rispettare i diritti dei lavoratori lungo tutta la filiera produttiva si dovranno usare pratiche, tecniche e tecnologie, che consentono una riduzione dell’uso di prodotti chimici, acqua ed energia.

Del segmento eco-fashion non fanno parte solo i marchi con un’offerta di prodotto interamente dedicata alla moda eco-sostenibile, ma anche quelle realtà che offrono una singola linea o solo alcuni capi eco. I modelli di business presenti sul mercato oggi sono differenti. Si passa dalle conglomerate del lusso ai marchi designer, dallo specialista di categoria del bridge al mass market retailer. Davanti a questa eterogeneità la domanda da porsi è quali sono i requisiti minimi per poter parlare di moda eco-sostenibile? Ad oggi sembra che l’unico mezzo a disposizione delle aziende per dichiarare la propria sostenibilità è la certificazione volontaria.

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Dati forniti dall’ICEA ( Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale) dimostrano come la certificazione biologica di un prodotto tessile si basa principalmente sulla verifica di alcuni aspetti, quali la composizione del materiale, ovvero ogni prodotto deve essere conforme ad almeno una definizione quale biologico, ossia fatto con più del 95% di fibre naturali certificate da agricoltura biologica. Il restante 5% può essere rappresentato da altre fibre naturali o sintetiche/artificiali. Oppure fatto con x % di fibre biologiche, dove il 70% devono essere naturali e certificate da agricoltura biologica, e il restante 30% può essere composto da altre fibre naturali non certificate, o da fibre sintetiche.  Altro aspetto è la tracciabilità, si deve cioè garantire l’applicazione di procedure operative per la gestione della reperibilità lungo tutte le fasi del processo produttivo delle materie prime da agricoltura biologica, dei semi lavorati e dei prodotti finiti. La sicurezza dei prodotti tessili Bio riguarda invece il fatto che essi non devono contenere o rilasciare sostanze pericolose come i metalli pesanti o altre sostanze cancerogene o tossiche per la produzione. Inoltre riduzione dell’impatto ambientale e rispetto dei diritti dei lavoratori lungo tutta la filiera produttiva sono altri aspetti fondamentali.

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La moda oggi non è solo una moda estetica è anche una moda etica, che si pone questioni valoriali profonde relative alla tutela del consumatore pur essendo innovativa ed aperta all’uso delle tecnologie di ultima generazione. L’uso di queste nuove tecnologie induce spesso le leadership aziendali del sistema moda a riflettere su questioni etiche rilevanti che hanno a che fare con la sostenibilità ambientale e la tutela del consumatore. La moda etica, che oramai da tempo si è fatta strada nelle filiere produttive delle aziende, che aderiscono ad una produzione sempre più eco-sostenibile dell’abbigliamento, pone continuamente questioni cruciali per le aziende, sulla valutazione e il controllo della filiera produttiva, nonché sulla rintracciabilità dei percorsi compiuti da un prodotto o da un capo di abbigliamento, che richiama inevitabilmente la responsabilità sociale dell’impresa.

Fra etica, estetica e innovazione possiamo dire di non essere più in un’epoca di cambiamenti ma nel cambiamento di un’epoca. Oggi il nuovo paradigma è la sostenibilità portata nella moda, dove il pubblico diventa sempre più un consum-attore informato e attento alle proprie scelte sempre alla ricerca di nuove aziende trasparenti e di abiti che raccontino storie sul rispetto per l’ambiente e per le persone. Lontano da ideologismi ecologici ed operazioni di greenwashing si può e di deve trovare un nuovo equilibrio tra etica ed estetica come ha sottolineato lo stesso Elio Fiorucci, icona creativa del made in Italy. “La moda è bellezza, è estetica – commenta lo stilista – e per guidare la creatività verso ciò che è più giusto la strategia che funziona meglio è guardarsi dentro, ascoltare il cuore e la passione. Attingere all’etica che è dentro ognuno di noi”.

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Sulla scia della passione per il connubio fra moda ed ecologia percorre questa strada anche Livia Giuggioli Firth, fondatrice insieme alla giornalista britannica Lucy Siegle di Green Carpet Challenge, che unisce glamour ed etica facendo indossare alle celebrities del cinema abiti sostenibili creati da importanti firme come Giorgio Armani, Chanel, Alberta Ferretti, Tom Ford, Gucci, Stella McCartney, Lanvin, Valentino, Roger Vivier, Yves Saint Laurent ed Ermenegildo Zegna. “La moda sostenibile è già una realtà – sottolinea la Firth – ho indossato sul red carpet dei Golden Globes un bellissimo abito creato da Giorgio Armani con un tessuto ricavato da bottiglie riciclate. […] Per i designer avere a che fare con nuovi materiali come i tessuti ecologici, è come per un bambino trovarsi in un negozio di giocattoli e avere nuove, inaspettate possibilità creative. E a volte insieme ai designer e ai produttori di moda, è stata una piacevole scoperta verificare che le filiere erano già sostenibili, mancava solo la consapevolezza”.

Livia Firth indossa un abito ecologico Giorgio Armani, realizzato secondo i criteri della sostenibilità.
Livia Firth indossa un abito ecologico Giorgio Armani, realizzato secondo i criteri della sostenibilità.mancava solo la consapevolezza”.  

Nell’affrontare i criteri di sostenibilità del fashion system la Camera Nazionale della Moda Italiana ha promosso l’iniziativa del Manifesto della sostenibilità per la moda italiana con l’obiettivo di tracciare una via italiana alla moda responsabile e sostenibile, oltre a favorire l’adozione di modelli di gestione responsabile lungo tutta la catena del valore. L’iniziativa approvata dalla CNMI è rivolta alle imprese associate, ma anche alle altre realtà partecipanti con il loro know-how all’eccellenza dei prodotti italiani nel mondo. Il Manifesto interpreta le sfide globali della sostenibilità definendo azioni concrete e distintive per le imprese italiane. Esso si propone come strumento in grado di guidare le imprese italiane a cogliere le opportunità offerte da una maggiore attenzione posta agli aspetti ambientali e al contempo assistere le imprese a gestire al meglio i rischi di reputazione e quelli operativi.

Il Manifesto, che si sviluppa in 10 punti parte dalle prime fasi della catena del valore e giunge a principi orizzontali. Si parte dal design, con il principio di realizzare prodotti di qualità che possano durare a lungo e minimizzino gli impatti sugli ecosistemi, poi vi è la scelta delle materie prime, dei materiali e tessuti che siano ad alto valore ambientale e sociale. La lavorazione delle materie prime e la loro produzione deve invece ridurre gli impatti ambientali e sociali delle attività riconoscendo il contributo di ognuno al valore del prodotto. Nella distribuzione, marketing e vendita sono inclusi i criteri di sostenibilità lungo tutto il percorso del proprio prodotto verso il cliente. I sistemi di gestione devono impegnarsi verso il miglioramento continuo delle prestazioni aziendali. Altro punto del Manifesto è la moda e sistema paese dove la prerogativa è quella di sostenere il territorio e il Made in Italy. L’etica d’impresa integra invece i valori universali nel proprio marchio, e la trasparenza comunica agli stakeholder in modo trasparente il proprio impegno per la sostenibilità. L’educazione promuove l’etica e la sostenibilità presso i consumatori e gli altri interlocutori. L’ultimo punto del Manifesto della moda riguarda l’applicazione del programma e quindi l’adozione di tutte i principi insiti in esso.

It's Ethical Fashion Show "Bring Africa to Rome" catwalk collection S/S 2014 fashion show as part of AltaRoma
It’s Ethical Fashion Show “Bring Africa to Rome” catwalk collection S/S 2014 fashion show as part of AltaRoma

La CNMI si impegna a sviluppare tale programma attraverso sfilate, fiere, eventi di settore e piattaforme web. “Senza una visione non può esserci la concretezza del fare ogni giorno” – afferma Anna Zegnavicepresidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che sottolinea l’importanza dei fattori ambientali e sociali per immaginare un futuro migliore e un ulteriore sviluppo del Made in Italy. Dunque  moda etica significa realizzare collezioni utilizzando materiali riciclati, sostenere campagne pubblicitarie, che incitano il riutilizzo degli abiti o accessori non più di moda, verificare se il prodotto è stato realizzato evitando lo sfruttamento minorile e verificare la reperibilità del contenuto biografico attraverso l’etichetta.

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Woolrich e Goldwin lanciano il nuovo “Artic parka” che rispetta l’ambiente

Woolrich e Goldwin Inc, produttore giapponese di abbigliamento sportivo,  svelano il nuovo Woolrich Arctic parka interamente realizzato in fibra Brewed Protein™, un materiale proteico strutturale in grado di soddisfare le crescenti richieste dell’industria dell’abbigliamento di adottare tessuti alternativi privi di petrolio e prodotti animali.

I nuovi capi saranno prodotti da Goldwin, che detiene una quota minoritaria del marchio di Outdoor Americano e saranno disponibili per l’Autunno/Inverno 23 presso gli store fisici e online in Usa, Europa Giappone di entrambi i brand.

Fondato in Pennsylvania nel 1830, Woolrich è il più antico marchio americano di outdoor conosciuto per creare capi da indossare in qualsiasi condizione climatica. Fin dall’inizio, l’azienda si è impegnata a realizzare prodotti destinati a durare nel tempo, contribuendo così a proteggere l’ambiente riducendo il numero di capi che le persone acquisterebbero nel tempo.

Questo nuovo progetto, con la sua prospettiva globale e l’innovativa tecnologia impiegata, rafforza l’impegno di Woolrich rivolto alla conservazione dell’ambiente attraverso l’impiego di fonti e materiali innovativi che hanno il potenziale per ridurre l’impronta ambientale del marchio.

Woolrich Arctic Parka, Photo credits Courtesy of Press Office
Woolrich Arctic Parka, Photo credits Courtesy of Press Office

La fibra Brewed Protein™, sviluppata da Spiber Inc. società giapponese di biotecnologie, è realizzata attraverso un processo di fermentazione microbica che utilizza zuccheri di origine vegetale come materia prima principale. Il marchio prende il nome da un processo unico simile alla produzione di alcolici. Liberi dalla dipendenza da ingredienti primari derivati da materiali a base di petrolio o risorse animali, i materiali Brewed Protein™ -e nello specifico, le fibre – sono in grado di fornire soluzioni per ridurre l’inquinamento da microplastiche e le emissioni di gas serra associate all’industria dell’abbigliamento.

In quanto materiale chiave e di nuova generazione che promette di contribuire allo sviluppo di una società sostenibile, la tecnologia Brewed Protein™ di Spiber può svolgere un ruolo significativo nella riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente. Con l’aumento dell’attenzione a livello mondiale, Woolrich e Goldwin ritengono che l’applicazione della fibra Brewed Protein™ nei prodotti Woolrich destinati ai mercati internazionali contribuirà a migliorare il valore del marchio.

Il nuovo Woolrich Arctic Parka realizzato con la nuova fibra sarà disponibile a partire dall’Autunno/Inverno. L’iconico capo realizzato nel 1972 per i lavoratori dell’Alaskan Pipeline e che ancora oggi è riconosciuto come il capospalla invernale per eccellenza in tutto il mondo.

Sviluppo congiunto con Spiber

La maggior parte dell’abbigliamento sportivo contiene polimeri sintetici come il poliestere o il nylon e l’impatto sull’ambiente naturale causato dalle microplastiche rilasciate dai prodotti finiti ha suscitato grande preoccupazione. Come via per contrastare i problemi ambientali e affrontare la diminuzione della disponibilità di petrolio, crediamo che sia una grande responsabilità della generazione attuale di passare a risorse sostenibili.

Per affrontare questi problemi ambientali su scala globale, nel 2015 Goldwin si è associata a Spiber per la ricerca e lo sviluppo di materiali proteici strutturali. Nell’autunno dello stesso anno, Goldwin ha rilasciato il primo prototipo di giacca outdoor utilizzando tale materiale, che replicava la seta naturale di ragno.

“Renu Jacket”, Pangaia ed Evrnu lanciano la prima giacca in denim al mondo realizzata con rifiuti tessili

Il brand di ricerca dei materiali Pangaia lancia la sua ultima innovazione attraverso il Pangaia Lab. Realizzata con il NuCycl® dell’azienda di innovazioni tessili Evrnu, la giacca “Renu” segna un momento cruciale nel viaggio del brand verso l’innovazione dei materiali, in quanto è il primo prodotto in denim realizzato interamente da scarti tessili di cotone.

Renu Jacket by Pangaia
Renu Jacket by Pangaia

Pangaia Lab è la piattaforma di sviluppo all’interno di Pangaia, che apporta tecnologie avanzate ai prodotti lifestyle, rendendo possibile alle persone di indossare il futuro, ora. La collaborazione con Evrnu è nata dalla missione comune di trovare sostituti per le fibre realizzate con un elevato dispendio energetico, come il cotone, e di sfruttare il valore dei materiali già in circolazione, piuttosto che di combustibili fossili, fibre di origine animale o vergini. La giacca  Renu è il primo prodotto denim al mondo interamente realizzato in NuCycl®.

Renu Jacket by Pangaia
Renu Jacket by Pangaia

«Evrnu rappresenta il meglio dell’innovazione nel settore delle fibre riciclate. Abbiamo intrapreso un lungo viaggio insieme come partner e siamo lieti di presentare il nostro primo prodotto in collaborazione, dimostrando lo straordinario potenziale di qualità superiore delle tecnologie di riciclo», ha dichiarato Amanda Parkes, responsabile dell’innovazione

La tecnologia NuCycl® di Evrnu

NuCycl® di Evrnu è una fibra creata da rifiuti tessili pre- e post-consumo. È fino a 4 volte più forte rispetto ad altre fibre cellulosiche, tra cui il cotone e la maggior parte delle MMCF (Man Made Cellulosic Fibers), e può essere riciclata fino a 5 volte senza perdere prestazioni o qualità. L’utilizzo di NuCycl® contribuisce a dirottare i rifiuti tessili dalle discariche e dall’incenerimento e riduce la dipendenza dell’industria da cotone, MMCF, nylon e poliestere. A differenza del cotone riciclato meccanicamente, NuCycl® non deve essere miscelato con alcuna fibra vergine e consente più cicli di riciclaggio, rendendolo un’alternativa significativamente meno dispendiosa in termini di risorse rispetto al cotone o al poliestere.

Renu Jacket by Pangaia
Renu Jacket by Pangaia

«Siamo entusiasti di collaborare con Pangaia, che condivide la nostra volontà di scoprire il futuro dei materiali e della tecnologia per l’industria della moda”, afferma Stacy Flynn, ceo e co-fondatore di Evrnu. “La nostra missione è aiutare i marchi a creare capi di abbigliamento con materiali riciclati che non solo siano di altissima qualità, ma che possano anche continuare a essere riciclati. Siamo entusiasti della crescente domanda di NuCycl da parte del mercato».
La giacca “Renu” fa parte dell’ultima collezione di Pangaia: con una vestibilità oversize, è pensata per essere indossata sopra una felpa con cappuccio. In questo lancio limitato, la firma di brand è sostituita dal numero di edizione della giacca.

Da ieri, la Renu Jacket è acquistabile  sul sito ufficiale PANGAIA.com.

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“Save the Glacier”, ecco la capsule eco-friendly di Alberta Ferretti per salvaguardare i ghiacciai del Monte Bianco

Alberta Ferretti si unisce a Skyway Monte Bianco in un progetto di sostenibilità a supporto dell’ambiente e dei ghiacciai. Nasce così la capsule in edizione limitata “Save the Glacier”: un messaggio che diventa Manifesto dell’iconico maglione Alberta Ferretti come invito ad avvicinarsi alla natura e a prendersene cura. Realizzato in morbido cashmere riciclato, il maglione è disponibile in due varianti colore: bianco con scritta nera e nero con scritta bianca.

Alberta Ferretti, “Save the Glacier”
Alberta Ferretti, “Save the Glacier”

Parte del ricavato della partnership sarà devoluto in progetti ambientali per i ghiacciai del Monte Bianco. Come evidenziato nel “Manifesto” Save the Glacier che accompagna ogni maglione «I ghiacciai sono la voce del mondo” e salvarli “significa salvare noi stessi, ospiti di una così grande meraviglia».

La capsule see now buy now Save the Glacier Alberta Ferretti per Skyway Monte Bianco sarà in vendita a partire da metà gennaio nelle boutique italiane Alberta Ferretti, sullo store online albertaferretti.com, oltre che in una rete selezionata di Retailer specializzati e nei punti vendita dell’esperienza verticale di Skyway monte Bianco.

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Moda “green”, il brand Annalisa Queen sostiene l’Associazione Salvamamme

Il brand di moda ecosostenibile Annalisa Queen si schiera in favore delle donne con una nuova iniziativa sociale a favore dell’Associazione Salvamamme. In un contesto storico così problematico e delicato la stilista e designer Annalisa Caselli ha deciso di organizzare una vera e propria raccolta di abiti (per donna, uomo e bambino) da devolvere all’Associazione romana Salvamamme e Salvabebè.

Annalisa Queen_credits Courtesy of Press Office
Annalisa Queen_credits Courtesy of Press Office

Riciclo e riutilizzo sono le parole chiave del brand romano Annalisa Queen e mai come in questo momento sono di assoluta attualità. Allora perché non aiutare i più bisognosi, soprattutto le associazioni di donne che aiutano altre donne e non solo? Da qui nasce l’idea: fino a tutto gennaio 2022, consegnando nella Boutique Annalisa Queen di Via Panisperna 238/A, abiti nuovi o usati puliti e in buono stato, si riceverà un coupon sconto del valore del 10% su qualsiasi acquisto, valevole per un intero anno.

Annalisa Queen_credits Courtesy of Press Office
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L’Associazione “I Diritti Civili nel 2000, Salvamamme Salvabebè”, opera da oltre quindici anni intervenendo nei momenti cruciali dell’abbandono e della solitudine delle mamme e delle famiglie in condizioni di grave disagio socio-economico. Salvamamme è un progetto unico: “crediamo nella solidarietà come valore fondante della persona e anima dell’intervento immediato e concreto su quello che serve e quando serve: il giorno. la notte, le domeniche…un telefono sempre acceso…” In un contesto sociale complicato come quello che stiamo vivendo diventa fondamentale fare rete ed in questo le donne sono, da sempre, sinonimo di grande organizzazione.

 

Annalisa Queen_credits Courtesy of Press Office
Annalisa Queen_credits Courtesy of Press Office

Annalisa Queen quindi consolida la sua idea stilistica che, oltre ad essere green ed ecosostenibile, ha una particolare attenzione al sociale, i capi delle collezioni presenti in Boutique, infatti, vengono realizzati da un laboratorio onlus italiano che si occupa di ridare lavoro e dignità a donne che provengono da storie difficili. Un brand giovane, una start-up romana che ha aperto le sue porte nel centro storico di Roma in piena pandemia mondiale, lo scorso 27 ottobre, ma che ha già dimostrato un carattere forte e determinato, con una visione assolutamente moderna e al passo con i tempi, attenta alle problematiche del nostro Pianeta sia a livello ambientale che sociale.

Artigianalità made in Italy e capsule collection esclusive, la moda sostenibile di Aserico

L’idea era nell’aria già da un po’ ma Riccardo Ceriani, vissuto sin da piccolo nel settore dell’abbigliamento, ha deciso di lanciare proprio in questo periodo il suo progetto personale: Aserico, un brand che vuole celebrare la creatività e l’artigianato italiano andando incontro ai nuovi trend della moda ovvero l’unicità, la ricercatezza e la personalizzazione del capo. Capsule collection limitate e non elevati assortimenti, perché è questo che la Generazione Z vuole: qualcosa di unico, introvabile ma soprattutto sostenibile, al passo con i tempi, contemporaneo nel pensiero anche nella filosofia aziendale. E se da un lato la GenZ ha riscoperto la tematica della personalizzazione dei capi, dall’altra parte il made in Italy, nell’ambito dell’abbigliamento femminile, è molto richiesto all’estero, con una crescita del +6,6% lo scorso anno, per un giro d’affari che sfiora gli 8 Miliardi di euro. “Vogliamo proporre al mercato un concept completamente diverso che possa dare luce al Made in Italy e allo stesso tempo essere una riflessione concreta sui temi della sostenibilità nella moda: dare il via al cambiamento e mostrare un’alternativa per le nuove generazioni che sono sensibili a questi temi e che amano indossare qualcosa di unico”, spiega il fondatore di Aserico Riccardo Ceriani.

Aserico_Courtesy of Press Office
Aserico_Courtesy of Press Office

Artigiani e creativi italiani per collezioni esclusive e limitate composte da 10 modelli l’una

La prima capsule collection, in arrivo ad ottobre, prevede la creazione di 10 modelli, tra i 20 e i 50 capi per modello: la scelta sposa a pieno il trend legato alla lotta contro il fast fashion e alla visione di una moda più sostenibile e unica nel suo genere.

Ma oltre a questo tema, c’è anche quello legato all’artigianalità italiana: sia l’elemento creativo che la parte di composizione e distribuzione dei capi è ideata da professionisti italiani. Aserico è l’incontro tra artigiano e designer: Riccardo Ceriani e il suo team credono nella esclusività delle collaborazione con i designer per creare capi che catturino l’attenzione e che vadano alla ricerca dell’effetto wow su chi li osserva. L’abito è l’ultimo step di un percorso che parte con l’ideazione da parte del creativo e continua con la realizzazione fisica frutto dell’abilità degli artigiani del made in Italy. Ogni capsule, che usciranno a cadenza bimestrale, avrà un suo stilista e incontrerà gusti diversi a seconda delle opzioni che verranno proposte nello store di Aserico. L’obiettivo di Aserico è prima di tutto far conoscere al mercato italiano i talenti che ha a disposizione e mostrare che una nuova moda è possibile: più sostenibile, più green, più esclusiva.

Aserico_Courtesy of Press Office
Aserico_Courtesy of Press Office

Un brand italiano per portare la creatività del paese nelle case: tutta la filiera è composta da talenti italiani perché il Made in Italy è molto apprezzato all’estero e vogliamo dare un’alternativa alla grande distribuzione che possa essere preferita anche per questo aspetto legato all’artigianalità”, conclude Ceriani.

About Aserico

Aserico è una startup che vuole aiutare le donne a differenziarsi dalla massa e uscire dal conformismo, proponendo capi esclusivi e limitati, prodotti Made in Italy qualitativamente superiori ed eticamente corretti, ad un prezzo contenuto. Ogni Capsule Collection firmata Aserico, nasce dal pensiero dello stilista e dalla tradizione e maestria degli artigiani.

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