Tutti gli articoli di Carmen Pugliese

Credo fermamente nel potere dei sogni. Della creatività e soprattutto del destino. La mia parola magica è Serendipity, perché è proprio quando sappiamo chi e cosa vogliamo essere che la vita aggiunge una pioggia di parole che non sapevamo di poter pronunciare, di desideri che non pensavamo di poter realizzare. Il mio, da quando giocavo con le Barbie è sempre lo stesso e unisce l'amore per la scrittura al fascino (che ho sempre subito) della moda.

Atelier Versace. Fiori leggeri per ninfe contemporanee

Atelier-VersaceNon si tratta di una collezione immediatamente associabile al nome Versace, eppure basta osservare i dettagli per rintracciare gli elementi che hanno reso celebre la Maison. La collezione di Alta Moda presentata a Parigi da Atelier Versace per l’Autunno/ Inverno 2015-16 si discosta un po’ dalle precedenti.

Sono accentuati i caratteri morbidi, delicati e leggeri. Pur non essendo priva di elementi aggressivi, cela velatamente il messaggio che vuole veicolare. Parla a voce bassa, ma mai sottomessa. Spogliata dai toni forti e dagli accessori pesanti, la collezione pensata da Donatella Versace è sognante ed eterea. Le modelle sembrano delle ninfe, avvolte in rouches, chiffon, volant leggeri e puliti da sofismi. Gli abiti presentano diversi strati di tessuti, soffici ed eleganti. I colori sono i veri protagonisti della collezione. Dal giallo al verde mela, passando per il glicine e il rosa cipria, fino all’arancio e all’azzurro . Bustier tempestati di Swarovski, mini tuniche a balze, abiti lunghi che si allacciano dietro il collo. Sugli abiti si arrampicano fiori, ricami e intrecci.

Gli accessori, però, non sono minimal, elemento imprescindibile, e parte integrante del look, sono le scarpe con altissimi plateau. Stivali e sandali pur essendo proposti in nuance delicate, non rinunciano alle altezze vertiginose. Coroncine eteree adornano i capelli delle modelle e conferiscono loro un’aura gaia e innocente. Non mancano dei capi più grintosi in toni forti e decisi, come il nero e i dettagli più sofisticati in pizzo o piume. Le lunghezze degli abiti sono mini o maxi. I pantaloni sono aderenti e sfilano con colorate camice in chiffon.

Sono delle orchidee colorate a fare da sfondo alla passerella. I fiori sembrano essere i veri protagonisti della sfilata. Diverse declinazioni di colore danno vita a un ampio bouquet di scelte. In ogni capo è possibile rintracciare il profumo della libertà. La femminilità pura, che non ha affatto bisogno di essere ostentata.

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Barbie Fashionista: “Una nuova me!”

barbieDa 56 anni è la bambola più amata da tutte le bambine e non solo…! Barbie è un vero e proprio modello di vita, è multitasking e puo’ essere contemporaneamente sorella diligente, fioraia, veterinaria, giornalista, dottoressa, e molto di più. La fantasia con cui si divertivamo a dar vita ogni giorno a favole diverse, rivive ora in piccoli oggetti di design (Cartel tanto per citarne uno!), in collezioni di noti designer (tra cui Moschino)e in veri e propri bar a tema (il primo è nato a Taipei).

Negli anni, però, Barbie è cambiata e per il 2015 sono tante le novità in arrivo. Intanto, non sarà più costretta ad indossare obbligatoriamente i tacchi, a differenza di quelle precedenti che avevano una forma del piede arcuata, ora potranno indossare ballerine, flat shoes e sneakers ed essere comunque al top!

Si può essere trendy senza rinunciare al comfort. Ecco il messaggio che vuole lanciare la Mattel. Barbie, inoltre, avrà 8 differenti colori di pelle, 23 tinte di capelli, 22 acconciature, 14 volti e 18 diversi colori di occhi. Insomma, ci si potrà sbizzarrire e ognuno potrà personalizzare la sua Barbie dei sogni!

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E per stare al passo con i suoi viaggi, i suoi ultimi acquisti e le sue recenti esperienze, non vi resta che seguirla sul suo profilo Instagram ufficiale!

H&M sceglie Balmain per la nuova linea low cost

“Voglio parlare alla mia generazione: questo è il mio obiettivo principale come designer” 
(Olivier Rousteing)

Balmain- H&M

Il low cost incontra il lusso. Come ogni anno, ormai, arriva puntuale l’annuncio di una design collaboration  tra H&M e un illustre brand di moda. È stata rivelata la prossima collaborazione con la catena low cost e si tratta di Balmain. A dichiararlo è stato proprio Olivier Rousteing, direttore creativo della Maison.

Dal 5 novembre 2015 sarà in vendita in selezionati punti vendita H&M di tutto il mondo, 250 in totale. L’hashtag #Hmbalmaination è diventato subito virale sui social e c’è chi sta iniziando già a fare il conto alla rovescia per l’uscita di questa strepitosa collezione.

«Come stilista, l’obiettivo principale per me è parlare alla mia generazione. H&M – ha raffermato Rousteing – mi ha offerto la grande possibilità di far conoscere a tutti l’universo Balmain, partecipando al sogno di creare un movimento globale di aggregazione promosso con l’hashtag #HMBalmaination. È stata una collaborazione estremamente naturale: H&M è un brand con cui tutti entrano in connessione. Sostiene l’unità, un valore che anch’io sostengo strenuamente».

Sono state le modelle e it girl Kendall Jenner e Jourdan Dunn a indossare i primi pezzi della collezione sul red carpet dei Billboard Music Awards e, quindi, a presentarli al mondo intero.
La Maison Balmain è sempre riuscita a far convivere armoniosamente nelle sue collezioni la tradizione e le novità. Si tratta di un simbiotico mix tra haute couture e streetwear, influenze culturali diverse eppure così unitarie. Con le ultime collezioni Olivier Rousteing ha dimostrato che bisogna dare spazio ai giovani. Lui,a soli 29 anni, è stato capace di conquistare l’Olimpo della moda, seguendo semplicemente il suo istinto. È riuscito a portare una ventata di freschezza al brand nato nel 1945.

La collezione pensata per H&M comprende abbigliamento e accessori femminili e maschili e sarà disponibile anche online. Le porte dell’universo Balmain stanno per aprirsi a tutti…Non ci resta che aspettare!

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Louis Vuitton. Una mostra a Roma tra passato, presente e futuro

LVI sogni che si congiungono con la realtà. I pensieri che diventano parole. E le parole che diventano discorsi. Quando si parla di moda il linguaggio è universale. Dopo essere stata esposta a Los Angeles approda nella Capitale Louis Vuitton. Series 2- Passato, presente e futuro.  La mostra sarà ospitata dal 22 maggio a Roma, a Palazzo Ruspoli e sarà possibile visitarla fino al 7 luglio. Si tratta di un viaggio introspettivo che mostra l’idea, l’ispirazione e il lavoro alla base della collezione P/E 2015 di Louis Vuitton. L’estro e il talento di Nicolas Ghesquière si possono ripercorrere lungo tutta l’esposizione. È proprio lui, infatti, il direttore creativo della Maison francese da tre stagioni.

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Video, ologrammi, avatar e oggetti icona sono il fulcro attorno cui ruota tutto il concept della mostra. Ogni sala è uno scrigno che racchiude ciò che sta dietro i tessuti, i disegni e i vestiti stessi. Louis Vuitton ha alle spalle 160 anni di storia. E Ghesquière non tradisce la tradizione, ma la reinterpreta con elementi dinamici e moderni. Si può vedere anche il backstage delle sfilate. I moodboard da cui parte l’ispirazione, gli outfit, le modelle. Si ripercorrono le tappe che hanno segnato la griffe, attraverso i pezzi iconici. Il baule e il viaggio che diventa metafora di vita. Il legame indissolubile tra presente e passato. Tra tradizione e novità. Ampi respiri di moda, echi di voci diverse e sapori antichi che si uniscono all’unisono. Perché quando le emozioni si manifestano all’esterno non lo fanno mai in silenzio, diventano fuochi d’artificio, creatività esplosiva. E non lo fanno mai allo stesso modo. Ogni istante è unico e la mostra ci ricorda che possiamo rivivere quell’attimo che resterà immortale. Gli occhi e il cuore si connettono in un sodalizio indissolubile.

Louis Vuitton

DAIZY SHELY. Una favola diventata realtà

Daizy Shely
S/S 15

Daizy Shely è israeliana, si è trasferita nel 2009 in Italia per studiare Fashion Design presso l’Istituto Marangoni di Milano. Nel 2013 ha aperto il suo primo atelier, nel 2014 ha partecipato al contest “Who is on next?“, il famoso contest di Vogue Italia dove è arrivata in finale, lo scorso gennaio ha fatto sfilare la sua collezione ad AltaRoma. Ha iniziato questa carriera non avendo la benché minima idea di dove sarebbe arrivata. Oggi ha le idee chiare, sa cosa vuole e, soprattutto, come ottenerlo! Dalla chiacchierata è emerso che il segreto del successo è proprio il cuore che Daizy mette tra la seta, le piume e le paillettes. 

 

Cosa volevi fare da piccola?

Fin piccola sono sempre stata una persona creativa, ma non sapevo che cosa avrei fatto con questa mia attitudine (parte di me). Crescendo ho capito che la mia creatività e il mio amore per la moda potevano coniugarsi bene… 6 anni fa ho deciso di spostarmi da Israele, di venire in Italia e di realizzare i miei sogni.

 

 Quanto c’è nelle collezioni del tuo paese di origine?

Molto. Sono cresciuta in Israele e questo aspetto della mia vita ha influenzato molto chi sono oggi come persona e come artista. Nel mio lavoro metto sempre una parte di me, delle esperienze passate e l’ amore per la mia casa. Penso che il posto in cui cresci forma la persona che sei oggi. 

 

 Serve di più il talento, la fortuna o la creatività?

Penso serva una combinazione di tutte e tre.

 

Chi è la donna a cui ti ispiri maggiormente?

Mia nonna.

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 E il designer che ti ha influenzato di più?

Miuccia Prada.

 

Ritieni che ci siano look più adatti per il giorno e altri per la sera, o piume, rouches e paillettes si possono indossare sempre?

Dipende tutto dal modo in cui si indossano, in cui si mixano e abbinano. Se indossi un top di paillettes con un paio di jeans e delle sneakers può essere un look perfetto per il giorno.

 

 Se dovessi scegliere un solo capo “timeless”, quale sarebbe?

La giacca di pelle è un capo a cui non si dovrebbe mai rinunciare!

 

 La collezione che hai nel cuore?

La collezione A/I 14/15 è molto speciale per me, mentre lavoravo alla collezione ho perso una donna importante nella mia vita…e la collezione è tutta per lei.

A/W 15
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Al Palazzo Reale di Milano in mostra “La camicia bianca secondo Gianfranco Ferrè”

“Nel lessico contemporaneo dell’eleganza mi piace pensare che la mia camicia bianca sia un termine di uso universale. Che però ognuno pronuncia come vuole.“

Gianfranco Ferré

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La Fondazione Museo del Tessuto e la Fondazione Gianfranco Ferré hanno dato vita ad una mostra volta a celebrare un capo iconico: la camicia bianca. I diversi modi in cui Ferrè l’ha declinata e interpretata. “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferrè” è stata esposta dal 10 marzo fino al 1 aprile 2015 al Palazzo Reale di Milano. La semplicità e la ricercatezza unite alla cura dei tagli e dei particolari fanno della camicia bianca un capo unico e versatile. Milano rende omaggio allo stilista scomparso 8 anni fa. L’esposizione è stata curata da Daniela Degli’Innocenti, coordinatrice del Museo del Tessuto di Prato. Moda e architettura si fondono fino a legarsi in una impercettibile simbiosi di giochi e incastri. Sono 27 le camicie che sono state scelte per la mostra. Sono quelle che si sono distinte nel corso degli anni per la straordinaria creatività e che sono diventate pezzi iconici del marchio. Agli spettatori è stata offerta la possibilità di esplorare, proprio attraverso la camicia, oltre vent’anni dell’universo Ferrè. La poetica arte sartoriale e l’innovazione che non tradisce la tradizione sono il tratto distintivo della griffe. 

L’incipit della mostra ha contribuito a creare un’atmosfera magica e sognante, grazie a un sistema sospeso di teli su cui scorrevano macro immagini dei disegni autografati da Ferré. Macroinstallazioni fotografiche (simulazioni x-ray) donano a ciascuna camicia una personalità propria e mettono in evidenza i materiali utilizzati per realizzarla. Questi spaziano dal taffetà alla crêpe de chine, dall’ organza al raso, passando per tulle, stoffe di seta o di cotone, merletti e ricami meccanici, impunture eseguite a mano. I dettagli si impongono di macro e micro-elementi che si armonizzano tra loro. Si deve al fotografo fiorentino Leonardo Salvini la realizzazione della rappresentazione fotografica che accompagna e spiega la mostra.  Come Gianfranco Ferrè stesso ha più volte sottolineato il ruolo interpretato dalla camicia bianca è “segno del mio stile, punto di partenza per rileggere i canoni dell’eleganza”. Sono tante le forme di lettura e le interpretazioni che si possono dare all’esposizione. Suggestiva, iconica e romantica. Si devono a Luca Stoppini le immagini che marcano la leggerezza e il movimento di Ferrè, una delle figure più significative della moda internazionale. Il percorso espositivo alterna disegni, dettagli tecnici, bozzetti, fotografie, immagini pubblicitarie e redazionali. Il fil rouge che percorre tutta l’esposizione è evidente e ci ricorda che l’eleganza è senza tempo. 

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Fragile e determinata. E’ la donna Raf Simons per Dior

 

 

 

 

Christian Dior 2015-16

La femminilità non è solo dolcezza o sensualità. Raf Simons ha voluto far emergere dalla collezione Autunno/Inverno 2015-16 il lato più selvaggio di ogni donna. Quello che alcune tengono nascosto e altre si vergognano addirittura di ostentare. Quello che un po’ ci rafforza e un po’ ci espone alle fragilità. I capelli lunghi raccolti in una coda, lo sguardo dritto e il passo convinto delle modelle sembrano volerci suggerire l’attitude che dovremmo avere nei confronti della vita. Linee essenziali e forme geometriche astratte, gli elementi maschili prendono il sopravvento. La silhouette Dior e le lunghezze sono mini, sopra il ginocchio o appena sotto il polpaccio. I tailleur e i cappotti di taglio maschile sono abbinati a tutine e stampe astratte. Le stampe animalier, i booties con il tacco in plexiglass, gli stivali-calza in vernice colorata e gli occhiali da sole ci ricordano, però, che l’attenzione ai dettagli è fondamentale. Anche quando si opta per un look più minimal.

 

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Moschino. Street style e stampe cartoon per il prossimo inverno

 

Jeremy Scott stupisce ancora e non delude. La “street culture” è cultura ed è ovunque. La Collezione Autunno/Inverno 2015 Moschino trasforma lo street style in street couture. Le modelle sfilano con un enorme stereo che funge da sfondo ed evoca un pò i ghetti americani. È questo il melting pot dove musica, arte e moda si fondono. Lo sportswear viene portato in passerella e valorizzato. Troviamo tank tops mesh ispirati alla pallacanestro, jersey che ricordano l’hockey, pattern che richiamano il baseball. Lo sport diventa di moda e quest’ultima attinge alle divise per caricarle di ironia. Anche questa volta non mancano personaggi ispirati alla fantasia. I personaggi dei Looney Tunes assumono una veste hip-hop. Jeremy Scott non fallisce nell’intento di farci sorridere. E ci ricorda che non dobbiamo porre limiti alla fantasia. La cultura e l’iconografia pop americana si mixano con il gusto per l’alta sartorialità italiana e la manifattura d’eccellenza. Non poteva mancare il tributo a Franco Moschino con i teneri orsetti dell’abito indossato da Violetta Sanchez sulla passerella dell’autunno-inverno 1988 e già protagonista del profumo TOY. I protagonisti del finale sono abiti da sera che si colorano di graffiti e sembrano muri di New York. Insomma una miscela di emozioni e rievocazioni efficace che ci ricorda di divertirci con la moda, così come con la vita.

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Cenerentola. Il sogno diventa realtà

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Siamo fatti della stessa materia dei sogni”, aveva ragione Shakespeare, ma ora i sogni si materializzano, si possono toccare davvero. Per celebrare l’uscita del film ispirato alla favola più bella di tutti i tempi la trovata è stata del tutto geniale. È stato chiesto a celebri shoe designer di interpretare ognuno a modo proprio la scarpetta di cristallo. La Disney Consumer Products ha collaborato con gli stilisti di nove brand rinomati. Tra questi sono stati selezionati: Paul Andrew, Alexandre Birman, René Caovilla, Jimmy Choo, Salvatore Ferragamo, Nicholas Kirkwood, Charlotte Olympia, Jerome C. Rousseau, Stuart Weitzman. In tal modo chi la indossa potrà sentirsi una principessa, e la magia dura anche oltre la mezzanotte! In fondo, oggi, la società dei bisogni ha lasciato il posto a quella dei sogni. Così, questa volta prendono forma e ci fanno sognare. Quello che importa è il loro potere evocativo. La loro forza di rompere con la quotidianità. Con le scarpette di Cenerentola ai piedi abbiamo già il lieto fine, anche senza principe azzurro. In fondo le principesse moderne hanno una forza più grande di quelle delle fiabe: sanno camminare con le proprie gambe e lo fanno bene anche su uno stiletto alto 15 cm. «La scarpetta di cristallo di Cenerentola è diventata un magico simbolo di trasformazione – ha dichiarato Daniel Frigo, presidente e amministratore delegato The Walt Disney Company Italia – l’occhio attento di questi famosi stilisti ha catturato e racchiuso in queste scarpe tutta l’eleganza e la grazia di Cenerentola e questo rende la collezione davvero a misura di principessa».  La realizzazione dell’originale scarpetta in cristallo, però, è stata affidata a Swarovski che ha fornito anche tutti gli altri cristalli utilizzati per gli altri 9 modelli. Un sogno che diventa realtà. “Camminare sulle nuvole come in un sogno: la magia di una scarpa che trasforma ogni donna in una principessa“, dice Massimiliano Giornetti, direttore creativo di Salvatore Ferragamo. “La fiaba di una moderna Cenerentola alla riscoperta di una delicata sensualità e di una decisa femminilità.
 Una scarpa fatta di luce e trasparenza: il tacco Cage, simbolo iconico di Salvatore Ferragamo, ricoperto da cristalli Swarovski, tramuta la materia in aerea luminosità”. 
”Opere d’arte chiamate scarpe per esaudire i desideri ed emozionare“, le definisce René Caovilla. “Passione e ricerca senza fine non si limitano solo alla fantasia e alla creatività. È così che i sogni diventano realtà nella nostra favola“.  Il luxury department Excelsior a Milano sarà il primo a ospitare la collezione. Successivamente la capsule sarà in vendita a New York e Beverly Hills presso Saks Fifth Avenue, a Londra da Harrod’s, a Parigi presso la Galeries Lafayette, a Mosca da Tsum, a Tokyo da Isetan Shinjuku, a Dubai da Level Shoe District e The Dubai Mall, e presso alcune boutique dei designer stessi. Il film uscirà nelle sale il 12 marzo e il cast vanta tra gli altri Cate Blanchett, Lily James, Richard Madden, Helena Bonham Carter. Non resta che aprire gli occhi e…sognare!

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White Light: la forza e la pervasività del bianco in un progetto espositivo

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Un’esperienza sensoriale a 360 gradi. Un viaggio attraverso la vista, il gusto, il tatto e l’olfatto. Una scia di colori, profumi e sapori che crea un mix intrigante e affascinante. Tutto è creato attorno ad un colore: il bianco. Neutro, apparentemente banale, insapore, al limite del non colore. È invece caricato qui di molteplici sensazioni. È un colore che abbraccia più tonalità e le racchiude tutte. Confonde perché ci costringe a guardarci dentro: è il colore della nostra anima. Filtra la luce e ne sprigiona la potente luminosità. Ecco perché Nunzia Garoffolo ha deciso di dar vita a un intero evento che ruota attorno alle sfumature, ai contrasti e alla potenza di questo colore: “White light: sartorialità, arte e design Made in Italy”. Si tratta di un evento espositivo tenutosi a Roma il 2 febbraio 2015 presso lo Spazio Herzel de Bach in Via di Propaganda durante AltaRoma AltaModa. Una suggestiva rassegna di moda, alta moda, demi-couture e prêt-a-porter, abiti, gioielli e accessori che parlano di eleganza, contemporaneità, esclusività e sartorialità, creati da celebri couturier e giovani promesse del Made in Italy. Le candide creazioni di Renato Balestra, Galitzine, Sarli, Aquilano Rimondi, Arthur Arbesser, Liborio Capizzi, Mila Schön, Isabella Tonchi, Giulia Marani, i gioielli di Fabio Salini, Stephan Hamel, Bea Bongiasca, Mia D’ Arco, gli accessori di Move Roma, Olga Pong, Herzel de Bach e Marsèll hanno incontrato l’arte contemporanea grazie ad opere che richiamavano suggestioni direttamente legate al bianco. Altre protagoniste sono state le geometrie di Giulio Paolini, di una semplicità spiazzante, in cui “oltre” diventa inno e paradigma della sua arte. Si passa poi ai collages di Marina Paris che esplora e si interroga sull’ interiorità degli spazi domestici. Lo spazio finisce e si concilia in uno spazio immaginario con una dimensione ultraterrena. È un viaggio che lascia una scia persistente: “Narcotico”. È il nuovo profumo del geniale aromatario Meo Fusciuni che sprigiona una romantica e ipnotica fragranza nata da un soliloquio tra la persona e la sua anima. L’abilità dell’architetto Francesco Zarbano ha creato uno spazio accogliente e di forte imaptto. Si arriva, poi, alla musica, sempre pervasa dalla forza del total white, Filippo Manni ha reinterpretato il brano dei Velvet Underground “White light/White Heat”. Non mancavano delizie dolci e salate per il palato, accompagnate dai vini della casa vinicola Lini 910. L’evento si è concluso ricordandoci che il viaggio con la nostra interiorità non finisce mai.

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