“Vita Dvlcis”, al Palazzo delle Esposizioni di Roma arriva la mostra di Francesco Vezzoli

In programma al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 22 aprile al 27 agosto 2023, curata da Francesco Vezzoli e Stéphane Verger, la mostra VITA DVLCIS – ideata da Azienda Speciale Palaexpo, Museo Nazionale Romano e Studio Vezzoliprende spunto dalla più recente produzione dell’artista per proporre al pubblico un inedito e sorprendente percorso che accosta arte contemporanea, archeologia e cinema.

Negli ultimi anni, Francesco Vezzoli ha sviluppato la sua pratica artistica creando un ponte tra l’immaginario contemporaneo e la storia dell’arte. Una prassi che lo ha portato a rivolgere la sua poetica all’arte antica, al passato e alle sue icone, e a districarsi tra diversi linguaggi, in un gioco di riferimenti e mescolanze tra cultura classica – solenne, eterna – e cultura pop.

Francesco Vezzoli, “Vita  Dulcis”
Francesco Vezzoli, “Vita Dulcis”

La mostra pensata per il Palazzo delle Esposizioni vede l’intersezione di diversi livelli: l’arte contemporanea, la storia romana attraverso le opere provenienti dalle sedi del Museo Nazionale Romano e la rappresentazione che della storia romana è stata fornita attraverso il cinema nel corso del Novecento.

«Vita dulcis inaugura il nuovo corso dell’Azienda Speciale Palaexpo e rilancia in modo fattivo il ruolo del Palazzo delle Esposizioni come punto di riferimento per la produzione e ideazione di progetti espositivi inediti volti a riportare Roma al centro della scena culturale internazionale del contemporaneo. Con la mostra presentata oggi miriamo a un cambio di passo verso la realizzazione di questo disegno ambizioso che verrà portato avanti anche attraverso collaborazioni più incisive con istituzioni e artisti di livello mondiale come Vezzoli», dichiara Marco Delogu, presidente di Azienda Speciale Palaexpo.

«Il Museo Nazionale Romano è molto lieto di avviare una proficua collaborazione con l’Azienda Speciale Palaexpo, grazie alla quale il pubblico scoprirà, accanto ad alcuni dei capolavori noti del museo, molti oggetti poco conosciuti o addirittura mai visti, che abbiamo tirato fuori dagli ingenti depositi per l’occasione della mostra. Questi “Depositi (Ri)scoperti” prendono un significato particolare grazie alla visione straordinaria di Francesco Vezzoli, che proietta gli oggetti antichi in una prospettiva decisamente contemporanea: una doppia riscoperta quindi dei tesori del Museo Nazionale Romano grazie all’iniziativa proposta con grande lungimiranza da Marco Delogu», aggiunge Stéphane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano.

Francesco Vezzoli, “Vita  Dulcis”
Francesco Vezzoli, “Vita Dulcis”

VITA DULCIS è un progetto che vuole creare una nuova narrativa, presentando opere e reperti dell’arte classica romana in un percorso espositivo privo di quella “freddezza” e “lontananza” caratteristiche di molte esposizioni museali, per restituire al visitatore l’intensità vitale e la passione autentica che questi reperti sanno suscitare, immergendoli in un allestimento concettuale-scenografico suggestivo e inaspettato, che li mette in relazione con alcune opere recenti di Vezzoli che incorporano elementi d’epoca antica o che all’antico sono ispirate.

Il cinema è il completamento ideale del racconto di VITA DULCIS: tra tutte le arti visive, è stato il mezzo che più di tutti ha utilizzato e celebrato il periodo storico dell’antica Roma, sempre cercando di restituirne la verità, la passione, le storie, le psicologie, le atmosfere e i colori.

Fin dagli inizi della sua carriera da artista, Vezzoli ha celebrato la Settima Arte come “medium” privilegiato per l’interpretazione della realtà e come riferimento emotivo e narrativo più potente nel dibattito contemporaneo. E non è un caso che una delle sue opere più note, “Trailer for a Remake of Gore Vidal’s Caligula”, presentata alla Biennale di Venezia del 2005, unisca appunto in una citazione irriverente dei “peplum”, il cinema e l’antico per offrire una rappresentazione della degenerazione contemporanea del potere.

Francesco Vezzoli, “Vita  Dulcis”
Francesco Vezzoli, “Vita Dulcis”

È stato dunque per lui naturale accostare i reperti di epoca romana a spezzoni di film ambientati nell’antica Roma, creando un excursus parallelo sulla storia del cinema che parte da “Cabiria” del 1914 (il primo kolossal italiano, sceneggiato da Gabriele D’Annunzio), al “Satyricon” di Federico Fellini, fino alle incarnazioni più contemporanee, sia di produzione italiana che internazionale.

Il risultato è un intenso mosaico di opere classiche iconiche, sorprendenti reperti inediti, capolavori del cinema mondiale e un tocco di contemporaneità. Questa compresenza di livelli semantici è già particolarmente evidente all’ingresso della mostra, nella grandiosa “rotonda”, dove i visitatori sono accolti da una serie di opere provenienti dal progetto “24Hours Museum”, che Francesco Vezzoli ha prodotto nel 2012 in collaborazione con Prada per esser messo in mostra – per un solo giorno – nello storico Palais d’Iéna a Parigi.

Dopo 10 anni, vengono qui ripresentate per la prima volta sei grandi opere luminose (lightbox) del 24Hours Museum, con le quali Vezzoli ha reinterpretato alcune iconiche sculture romane, trasformandole in misteriose divinità che alludono a note dive contemporanee. Una “prefazione” al percorso espositivo, che vuole introdurre il visitatore in un viaggio immersivo nell’immaginario dell’Impero Romano, vissuto attraverso la bellezza e la vitalità dei tesori che provengono dal Museo Nazionale Romano, molti dei quali saranno mostrati al pubblico per la prima volta.

Immersi in una dimensione installativa, suggestiva e teatrale, disegnata dall’artista Filippo Bisagni, ed esaltati da un gioco di luci e ombre, di bianchi e neri, concepito da Luca Bigazzi (il più celebrato DoP italiano vivente, autore della fotografia di “Così ridevano”, “il Divo” e “La Grande Bellezza”, tra gli altri), i reperti e le opere contemporanee selezionati da Francesco Vezzoli e Stéphane Verger dialogano all’interno di un percorso complesso ed emozionante, fatto di stratificazioni e accostamenti di livelli estetici distanti, epoche diverse, arte colta e arte popolare, racconto del potere e fotografia della vita “reale”.

Intorno alla Sala Rotonda di Palazzo delle Esposizioni si sviluppano sette sale tematiche, ognuna dedicata a un aspetto peculiare della storia dell’Impero Romano, senza alcuna pretesa di realizzare un’analisi scientifica completa o omnicomprensiva, ma piuttosto con l’intento di suggerire una visione alternativa, più “obliqua”, dei temi più vivi e appassionanti – e per questo ancora molto contemporanei – che questi reperti archeologici ci ispirano da più di duemila anni.

La prima sala, intitolata PARA BELLUM, è dedicata al tema della guerra e al culto della potenza del corpo maschile, inteso nella sua duplice accezione di difensore armato e protettore di valori estetico-morali.Un ritratto di Alessandro Magno da Palazzo Massimo, una Testa del Dio Marte e un torso monumentale dell’Imperatore Domiziano vestito da Ercole combattente, dai depositi delle Terme di Diocleziano, verranno messi in relazione con una re-interpretazione del mito di Achille e Pentesilea.

La seconda sala ANIMULA VAGULA BLANDULA è dedicata a un tema molto vicino al cuore della produzione artistica di Francesco Vezzoli: il culto di Antinoo fondato dall’Imperatore Adriano, come definitiva creazione culturale ed estetica della passione amorosa. L’iconico Busto di Antinoo, dalla Collezione Boncompagni Ludovisi di Palazzo Altemps, è al centro di un’installazione concepita come rappresentazione dell’ossessione sentimentale, della moltiplicazione e stratificazione artistica.

Francesco Vezzoli, “Vita  Dulcis”
Francesco Vezzoli, “Vita Dulcis”

La terza sala DUX FEMINA FACTI vuole evidenziare l’importanza della celebrazione della donna, imprescindibile nella cultura romana. La figura femminile verrà qui rappresentata in tutte le sue personificazioni, dalle più aggressive e minacciose (Testa di Medusa) alle più fisiche e passionali, (le Dee, come Venere e Diana), dal ritratto di una Matrona all’installazione di 75 sculture di uteri ex-voto.

La quarta sala, intitolata CERTA OMNIBUS è dedicata al culto dei defunti, molto sentito nell’antica Roma. Un culto che si manifestò in varie forme nell’arte e che qui viene rappresentato con un’imponente installazione di circa 50 lapidi funerarie in marmo, provenienti dai depositi delle Terme di Diocleziano.

Fellini Satyricon” (1969), capolavoro assoluto del cinema mondiale, dà lo spunto centrale al tema della quinta sala, RIDENTEM DICERE VERUM. La celebre sequenza della cena di Trimalcione fa da sfondo a un’installazione di sculture (teste e busti di personaggi storici) apparecchiate come in un banchetto dionisiaco, al cui centro appare una delle opere più riconoscibili e iconiche del Museo Nazionale Romano: l’Ermafrodito dormiente del II sec. a.C.

Due imponenti e suggestive soluzioni installative illustrano il tema delle ultime due sale: la celebrazione del potere imperiale e la forza distruttiva della sua degenerazione.

La sesta sala UBI POTENTIA REGNAT ospiterà una sequenza di ritratti di imperatori romani, appartenenti alla collezione di Palazzo Massimo, mentre nella settimana e ultima sala della mostra, MIXTURA DEMENTIAE, dedicata alla caduta dell’impero, una serie di preziosi frammenti e reperti, molti dei quali provenienti dalla sede di Crypta Balbi, sono di contrappunto alla proiezione di “Trailer for a Remake of Gore Vidal’s Caligula” (2005), un segno con cui Francesco Vezzoli intende, a conclusione del percorso espositivo, chiudere un cerchio su questa parte della sua ricerca artistica dedicata allo studio, la citazione e l’intersezione di opere antiche e di opere contemporanee. Una ricerca che nella mostra VITA DULCIS trova il suo compimento attraverso la prossimità e la ri-narrazione della Storia, qui riplasmata nella resa memoriale e sensibile dell’artista.

La mostra è promossa dal Ministero della Cultura, Roma Culture, Azienda Speciale Palaexpo e Museo Nazionale Romano ed è organizzata da Azienda Speciale Palaexpo.

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Stampe e colori delicati, sei tendenze menswear per la prossima estate

Quali sono le ultime tendenze in fatto di moda uomo? Dall’abbigliamento agli accessori, ecco i trend di cui non potrete fare a meno quest’estate

Tendenze moda uomo per la prossima estate: cosa indossano gli uomini quest’estate? Le scorse passerelle viste da Milano a New York, passando per Londra e Parigi, hanno definito i diktat della bella stagione. Nuances delicate, vestibilità comoda e la passione per il vintage sembrano essere i capi saldi delle tendenze al maschile. Giochiamo con i colori, combiniamo gli stili, per un mix&match che vuole abbandonare lo stile troppo rigido visto durante la stagione invernale. Ecco tutti i trend che vorrete sfoggiare subito, per un’estate all’insegna dello stile.

Tendenze moda uomo, 6 trend di cui non potrete fare a meno quest’estate

Stampe tropicali

In fatto di tendenze al maschile quest’estate vede il ritorno delle fantasie floreali e multicolor, per camicie a maniche corte e felpe. Petali e fiori sbocciano su camicie, pantaloni e giacche. Attenzione, però, a indossare queste ultime con pantaloni neutri e accessori minimal.

Colori tenui

Le nuances più in voga in questa stagione sono quelle delicate: azzurro, verde, giallo e soprattutto rosa (dalla gradazione salmone a quella più baby).

Il camouflage

Lo stile military chic torna in voga anche quest’estate. Camicie, bomber o parka leggeri da indossare con pantaloni tinta unita e sneakers ai piedi. Per avere un look street, basta aggiungere qualche accessorio in più: gli orecchini da uomo sono un vero trend. Ancora non li hai? Scegli piccoli cerchi, diamanti o dei veri e propri dilatatori se il tuo stile punta all’alternativo.

tendenze moda uomo

Bretelle

Divertirsi con il proprio look e sdrammatizzare quando possibile è un segno di grande personalità. Perché non dare un tocco in più puntando su accessori particolari in grado di fare la differenza? Scegliete le bretelle per donare un forte senso di stile sia ai look formali che a quelli più casual. Possono essere in pelle o in tessuto, dello stesso colore dell’outfit oppure a contrasto. Da indossare non soltanto con le camicie, ma anche con le t-shirt bianche, per un look più hipster, che guarda alla moda newyorkese.

bretelle uomo

Cappelli

Questa è sicuramente la stagione dei cappelli. Li abbiamo visti sfilare su tutte le passerelle, proposti in tutte le varianti e modelli: texani, in pelle, sintetici o sportivi. Via libera a berretti, classici oppure alle coppole per uno stile più ricercato, dal design old school. A ognuno il suo!

Mocassini

Se siete stanchi delle solite sneakers o delle scarpe laccate, quest’estate potete puntare sui mocassini, di qualsiasi colore e tessuto. Da abbinare a pantaloni leggeri, in lino o cotone e camicie colorate. Perfetti in vacanza e comodi da indossare.

E voi? Qual è la tendenza che preferite?

Made in Italy, quando la moda è a “Km zero”

Ormai la dicitura “a km zero” non è più prerogativa dei soli prodotti alimentari, ma si è estesa anche alla moda e a tutto ciò che è made in Italy. Infatti la possibilità di fare acquisti direttamente da aziende che producono vicino a casa propria ed evitare, così, l’inquinamento causato dai trasporti a lunga distanza, è diventata una realtà che comprende anche i prodotti del terziario grazie al portale  e-PLUS Italy.

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Sono stati By-Link e un gruppo di giovani, creativi e ambientalisti, a inventare questo negozio online, nato per  favorire le piccole e medie aziende nella vendita diretta sul proprio territorio.  Si tratta di un sistema veloce ed eco-friendly che, partito un anno fa dalle province di Genova e Lucca, sta ampliando la propria rete commerciale, che comprenderà anche Torino e che conta acquirenti nel sud Italia (ben il 90% del totale), ma anche in Olanda,  Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Asia.

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Nel tempo sono diventate 55 le aziende che si servono di e-PLUS per vendere i propri prodotti online e garantendo l’assoluto rispetto dell’ambiente,  in quanto chi compra non solo non deve muoversi da casa, ma riceve i propri acquisti recapitati gratuitamente dal corriere in bicicletta.

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Come se fosse un centro commerciale, e-PLUS comprende negozi molti negozi di moda. Con un click è possibile acquistare capi prodotti da filiere tutte made in Italy, dall’abbigliamento (per donna, uomo e bambino) alle scarpe, alle borse a ogni tipo di accessori (occhiali, orologi, gioielli), mantenendosi sempre aggiornati sulle ultime tendenze grazie alla fashion blogger Emanuela Tamburini, che dà consigli anche sulla cura del corpo, in quanto è presente una sezione dedicata al benessere e alla bellezza, insieme a quella per la casa.

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Gli amanti della cucina e dei cibi salutari non vengono trascurati in quanto non solo possono fare la spesa a km zero sicuri di acquistare prodotti locali dop, ma possono anche consultare la sezione Italian Food, che permette di conoscere piatti e prodotti di tutte le regioni italiane.

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La Rai e la storia della moda: intervista a Fabiana Giacomotti

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Addentrarsi nella storia della Rai, soprattutto per quanto riguarda lo stile e la moda, non era compito affatto facile, ma Fabiana Giacomotti, giornalista, scrittrice e autore tv, ce l’ha fatta e ci ha regalato un libro che ben presto diventerà un must per tutti coloro che studiano la storia e i costumi della moda: “La tv alla moda – Stile e star nella storia della Rai”, edito da Silvana Editoriale con RaiEri.

Nell’anno del sessantesimo anniversario di Mamma Rai, ripercorrere la storia dell’Italia attraverso i programmi e le icone che hanno segnato un’epoca era d’obbligo: abbiamo intervistato l’autrice per conoscere da vicino aneddoti e curiosità, dal piccolo schermo alla realtà.

Quanto la Rai ha dettato moda, in fatto di tendenze e costume in questi sessant’anni?
“La Rai ha interpretato la moda e l’ha resa accessibile anche a chi non poteva avere accesso a quel mondo dorato. Nei primi anni Cinquanta solo le facoltose donne di città vivevano da vicino la moda, la maggior parte della popolazione non sapeva nemmeno cosa significasse. Ecco, la Rai fece da mediatrice culturale: i primi servizi moda andarono in onda nel 1957 ed erano sfilate in studio, raccontate da grandi conduttrici, come Bianca Maria Piccinino, che tramite un linguaggio accessibile, aprivano le porte di un universo quasi esclusivo a un pubblico molto più vasto. Se pensiamo poi a chi ci lavorava, in Rai, dalle grandissime Mina, Milva e Patty Pravo, vere icone di stile, a Corrado Colabucci, Piero Gherardi e Pietro Tosi, costumisti eccellenti non solo per la tv, ma anche per il cinema e la moda, beh allora è un attimo capire come la Rai rappresentava la moda, parlava di moda, era di moda”.

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Icone di moda che hanno lavorato in Rai: tre nomi e il perché della scelta.
“Alcuni li ho già fatti, come Mina, Milva e Patty Pravo, di un’eleganza senza pari, sempre dall’aspetto molto curato. Indossavano degli abiti molto moderni, che potrebbero essere di moda anche oggi con qualche astuto accorgimento. Ma se parliamo di costume e di influenza sulle mode a venire, allora la vera regina è lei, Raffaella Carrà, una vera innovatrice, un’icona di stile, poliedrica e sempre capace di reinventarsi, senza mai sembrare fuori luogo: non è l’emblema dell’eleganza, ma di sicuro ha un carisma, un’intelligenza e un’energia senza pari”.

L'autrice Fabiana Giacomotti
L’autrice Fabiana Giacomotti

Scartabellando negli archivi Rai e facendo ricerca, quali aneddoti curiosi sono saltati fuori?
“Episodi veri e propri non ne ho, più in generale sicuramente posso asserire che in passato c’erano molti meno problemi a vestire più volte lo stesso abito, lo fece più volte Raffaella Carrà, ma non solo. Alcuni abiti sono stati reinterpretati e rimaneggiati da diversi stilisti, quindi si riconosce proprio la stratificazione di stili nello stesso capo: in alcuni casi veniva massacrato, in altri invece usciva un capolavoro come risultato finale. Infine, ciò che ho imparato studiando la moda e il costume nella tv è l’importanza della finzione: oggi come allora, numerosi abiti di scena venivano creati giusto per durare il tempo di un programma o per venire bene in video. Per esempio, uno dei capi più belli che abbia mai visto era un top in maglia di lurex, con una serie di frange fatte di catenelle del ferramenta attaccate al collo tramite un lucchetto: una cosa assurda, se ci si pensa, ma che in video lasciava senza fiato. La bravura dei costumisti era di rendere con niente (anche ai tempi non c’era budget) un’idea fantastica, che durasse almeno lo spazio di un programma”.

Qual è stato il programma Rai per eccellenza, che ha segnato un’epoca, sia in termini di moda che di costume?
“In passato direi Studio Uno e Milleluci, quest’ultimo per la riproposizione della storia dello spettacolo. Oggi direi Tale e quale show, in particolar modo per i costumi curati da Donato Citro, un bello spettacolo con un’idea che regge”.

Per celebrare quest’importante anniversario, ha curato la mostra “1924-2014. La Rai racconta l’Italia”: ce ne parla?
“È una mostra che si avvale della prestigiosa partecipazione e collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli e di cui ho curato la parte che riguarda i costumi e la moda, appunto. Dopo l’esposizione al Vittoriano di Roma è approdata alla Triennale di Milano, per poi volare a Torino e a New York. È un’occasione per ripercorrere insieme la storia d’Italia e della nostra  televisione, rivivendo i grandi cambiamenti sociali, culturali, scientifici dei quali l’Italia e il mondo sono stati protagonisti”.

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Fashion ID #22 | Giancarlo Petriglia

Nella foto, il designer milanese Giancarlo Petriglia
Nella foto, il designer milanese Giancarlo Petriglia

SOUNDTRACK: Atoms for Peace – Amok

Spiccata sensibilità artistica e naturale propensione per il mondo della moda: Giancarlo Petriglia, designer milanese, dopo aver conseguito il diploma con il massimo dei voti presso la NABA di Milano è direttore creativo dell’Ufficio stile Trussardi. Sue le linee donna, uomo e accessori, realizzate con uno sguardo attento alle evoluzioni del mercato. L’esperienza presso la prestigiosa maison Trussardi, dove Petriglia matura le sue innate doti creative porteranno il designer a collaborare con importanti luxury brand quali Nicolas Ghesquière, Vincent Darrè, Mariuccia Casadio. Il 2011 segna la nascita della prima collezione di borse griffata Giancarlo Petriglia mentre nel 2012 è tra i finalisti di “Who is on next?” concorso di talent scouting promosso da Alta Roma in collaborazione con Vogue Italia. Artigianalità, maestria nella lavorazione dei pregiati pellami, curata da sapienti manifatturieri del settore. Un’attenta ricerca di forme e geometrie, il segreto vincente anche per la collezione uomo lanciata durante l’84esima edizione del Pitti Uomo a Firenze.

Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office

Contemporaneità e tecnologia si fondono nella collezione donna Giancarlo Petriglia primavera – estate 2013. Il porta IPad, arricchito dalla tasca esterna porta carta di credito che all’occorrenza si trasforma in una spiritosa e colorata pochette, è il must della nuova linea di borse firmata dal designer milanese. Un contrasto perfetto tra i morbidi pellami e la rigidità delle forme che, nell’universo universo matrioska, si dischiudono dal basso in una costruzione geometrica a scatole. Clutch dall’effetto vintage, versatile invece la bustona completa di tre vani separabili da portare anche a spalla, per una donna che ama la comodità nella vita quotidiana. La pratica borsa porta computer diventa una borsa da viaggio per le globe trotter amanti del lusso senza rinunciare al confort. Ecco zaini quadrati e marsupi di ultima generazione che diventano borse se portati in spalla. I pellami sono la vera forza del designer che, spaziando dai vitelli nappati o incerati si alternano al pitone multicolor e allo storione rosso ciliegia. Il colore accompagna nelle sue diverse forme l’intera collezione: dal blu, al rosso, al giallo limone, all’arancio mandarino per passare al bianco assoluto. Le decorazioni di ogni modello diventano opere funzionali, vero segno distintivo dell’artigianalità made in Italy firmata Petriglia.

Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office

Un tributo alle grandi couturière del passato, Elsa Schiaparelli, Madame Gres, Vionnet, per la collezione Giancarlo Petriglia autunno-inverno 2013-14, in cui il designer, ispirandosi alla tradizione, rende contemporanea ogni sua creazione, unica e inimitabile. L’artigianalità italiana si sposa all’eleganza, irrinunciabile per il designer, nelle forme cos’ come nei materiali. È una donna cosmopolita quella di Giancarlo Petriglia per la prossima stagione invernale, una donna che ama intendere le borse come scrigni, piccoli contenitori di preziosi segreti. Inserti in pelle à la façonne de Madame Gres, trapunte realizzate su soffici nappe. I colori soavi della clutch riportano al meraviglioso mondo di Madame Vionnet, rivoluzionarie borse conchiglia illuminate da cristalli evocano l’universo Schiaparelli. Forme e colori in un giocoso contrasto materico, in cui i cobra tinti a mano lasciano spazio al concetto della sfaccettatura di diamante. Le chiusure in pelle delle borse con catene in ottone e in metallo arricchiscono una collezione sofisticata ed elegante. Must la scatola rettangolare realizzata dal designer in limited edition in sei varianti di pelle e colore con preziose chiusure in pietre dure. I colori vivono su contrasti neutri, dal vinaccia al rosa cipria, dal lavanda al grigio. Il nero conferisce contemporaneità all’intera collezione.

Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia. Courtesy of Press Office

La collezione uomo primavera – estate 2014, la prima per Giancarlo Petriglia, è dedicata ad un uomo che ama viaggiare senza rinunciare al lusso. Nappe colorate si alternano a vitelli martellati e stampati a caldo per un effetto canvas fino ai pitoni decolorati sfumati in bianco e nero. C’è tutta la maestria del designer dietro la collezione uomo, che ripropone nella collezione uomo originali linee e forme già segno distintivo del brand nella linea donna. Immancabili la shopping bag che diventa zaino e la 24 ore, lavorata sul concetto di borsa biker con tasca staccabile multiuso, realizzata in pitone nero degradé. Petriglia si ispira ancora al mondo della tecnologia: ecco il porta IPad e la borsa rettangolare, pratica e versatile per una collezione dall’allure assolutamente contemporanea. Turchese, arancio, giallo, rosso in contrasto con il bianco, accanto ai classici colori dell’universo maschile, l’uomo Giancarlo Petriglia è pronto per partire con determinazione verso nuove avventure e verso orizzonti sconosciuti.

Giancarlo Petriglia man. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia man. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia man. Courtesy of Press Office
Giancarlo Petriglia man. Courtesy of Press Office

Eleganza e artigianalità con uno sguardo vigile sulla contemporaneità e sulle evoluzioni stilistiche del suo tempo. Giancarlo Petriglia, attraverso l’attenta ricerca di forme, colori e materiali, realizza accessori, irrinunciabili compagni di viaggio per lui e per lei, in un connubio perfetto tra lusso e praticità.

Palazzo Versace a Dubai, il trend dei fashion luxury hotel

Photo Courtesy palazzoversace.ae
Photo Courtesy palazzoversace.ae

Quello di Dubai è il secondo Palazzo Versace nel mondo. Il primo è stato aperto nel 2000 in Australia, il prossimo si prevede a Macao. Una residenza di lusso, che comprende 215 tra camere e suite, tutte arredate nel segno della Medusa. È stata l’eclettica Donatella Versace a scegliere spazi e arredi, carte da parati e complementi ispirandosi alla villa di Miami in cui è stato assassinato il fratello Gianni nel 1997. Stucchi e affreschi, cuscini e broccati decorano le meravigliose stanze. La più lussuosa è l’Imperial Suite: 1200 mq di sfarzo con terrazza privata, piscina, vasca idromassaggio e una magnifica vista sulla città. «Fin dall’inizio il mondo Versace ha compreso diverse categorie di prodotto: dagli abiti agli accessori, dai beni preziosi alla collezione per la casa, capaci di trasmettere lo stile esclusivo e iconico proprio del brand – afferma Gian Giacomo Ferraris, Amministratore Delegato di Versace – oggi, con il nuovo Palazzo portiamo il lifestyle Versace a Dubai. Il design ricercato e lussuoso è ritrovabile in ogni dettaglio dell’hotel, e il lusso diventa uno stile di vita».

Photo Courtesy palazzoversace.ae
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PalazzoVersace_Dubai
Photo Courtesy palazzoversace.ae

Versace non è l’unica casa di moda a lanciarsi nell’hôtellerie di alta gamma: altri stilisti e maison hanno scelto di creare luoghi in cui si respira e si vive la filosofia del brand a 360 gradi. La prima in Italia è stata Mariuccia Mandelli alias Krizia, che già negli anni ’80 apriva il suo K Club nelle Antille. E da allora i resort progettati dagli stilisti si sono moltiplicati nelle location più esclusive del mondo. C’è chi ha scelto la città dove tutto è cominciato, come la famiglia Fendi. Villa Laetitia a Roma è stata restaurata e arredata con l’impeccabile gusto di Anna Venturini Fendi, e promette un’esperienza unica e un magico silenzio in cui sentirsi a casa propria. Allo stesso modo Giorgio Armani ha scelto l’atmosfera metropolita della sua Milano e di Dubai per i suoi hotel di lusso. Il gusto dello stilista e il minimalismo estetico accolgono i clienti in un’atmosfera raffinata, nelle camere come nei ristoranti e nella spa. Bulgari ha preferito invece Londra come prima location di una serie di hotel di lusso. Eleganza e sobrietà sono le parole chiave di questo gioiello di marmo e argento a pochi passi da Hyde Park. Anche qui camere e suite sono ispirate all’estetica della maison italiana, con dettagli e arredi che ne ripercorrono la storia. Le tende di seta con motivi in argento, per esempio, si ispirano a una spilla creata di Sotirio Bulgari del 1800.

Residenze esclusive quindi, che nel nostro Paese o all’estero testimoniano il gusto italiano per la moda, il design e il lifestyle. Solo per veri fashion addicted!

#ciaoNetflix: tutto quello che c’è da sapere sul sito di streaming più conosciuto del mondo

Da quando Netflix è sbarcato in Italia niente è più come prima.

Che siate fra quelli che lo aspettavano dai tempi delle prime stagioni di House of cards, che tentavano di falsificare la propria connessione per fingere di essere su suolo americano, oppure se nelle scorse settimane vi siete imbattuti nell’hashtag del titolo e vi siete detti “Ma più che #ciaoNetflix, #NetflixChi?”…Il momento è giunto, lo streaming dal logo rosso e bianco è arrivato anche da noi. E qui troverete tutti i consigli per non perdervi neanche una virgola del sito che porrà fine alle vostre giornate all’aria aperta.

Tanto per iniziare: cos’è Netflix?

Il CEO di Netflix Reed Hastings. (Credits thestar.com)
Il CEO di Netflix Reed Hastings. (Credits thestar.com)

Creata nel 1997 da Reed Hastings come società di noleggio online di DVD e videogiochi, Netflix diviene nel 2008 un sito di streaming istantaneo. Per i meno esperti: una piattaforma che mette a disposizione un catalogo di titoli fra film, serie tv e documentari, che potete fruire direttamente da un qualsiasi dispositivo dotato di connessione internet (computer, console per videogiochi, lettori DVD e Blu-ray, TV HD, set-top box, sistemi home theater, smartphone e tablet). I contenuti possono essere utilizzati come si farebbe con un qualsiasi DVD: messi in pausa e ripresi quando si vuole, portati avanti e indietro, visionati in lingua originale, sottotitolati oppure doppiati.

Si può scegliere fra tre tipi di abbonamenti mensili: € 7,99 per la visione da un solo dispositivo per volta in qualità standard, € 9,99 per l’HD su due dispositivi per volta e € 11,99 per la visione in qualità 4k su quattro dispositivi contemporaneamente.

Ok, però i siti per lo streaming non sono esattamente una novità. Ci aspetta il solito elenco di titoli tra cui scegliere?

Un catalogo c’è, ma ad alta possibilità di personalizzazione. Ogni account Netflix vi darà la possibilità di configurare fino a 5 profili, ognuno con le proprie preferenze di contenuti. Una volta impostate tali preferenze, il sito vi suggerirà i titoli che più vi si avvicinano, e non solo: grazie a un sistema complesso di categorizzazione basato su tag, Netflix è in grado di soddisfare ricerche di contenuto molto specifiche. Siete in vena di “Crime drama cinici e violenti”? Oppure di “Film comici slapstick ammiccanti”? Provate a digitare e vedrete che succede.

Alcuni esempi di contenuti fruibili dal sito.
Alcuni esempi di contenuti fruibili dal sito.

Se poi inizierete una nuova serie tv, Netflix la salverà automaticamente fra i vostri titoli e potrete controllare in ogni momento a che punto siete arrivati e riprendere la visione senza rischiare il classico: “ma era la stagione 7 episodio 8 o la stagione 8 episodio 7?”

Sembrerebbe bello ma…Non è che ci ritroviamo a guardare cose sconosciute che non verrebbero distribuite altrimenti?

La locandina della terza stagione di Orange is the new black. (Credits imdb.com)
La locandina della terza stagione di Orange is the new black. (Credits imdb.com)

No, tutto il contrario. Netflix non è il solito raccoglitore di serie TV stantie o film ignoti ai più. Oltre a proporre i titoli più recenti (basti pensare alle nuove stagioni di serie cult come Doctor Who o alle novità come Penny Dreadful), al prendere in carico serie di successo abbandonate dalle emittenti originali (ad esempio Arrested Development e The Killing), da qualche anno fa anche la parte del produttore di contenuti in esclusiva.

Fulminante è stato così l’esordio di Orange is the new black, serie iniziata nel 2013 e già campione di audience, sia per l’ironia graffiante dei dialoghi che per la presenza di personaggi emblematici e profondamente caratterizzati. La storia è quella di una ragazza costretta a scontare 15 mesi in un carcere federale femminile per un crimine di gioventù, e ha fra le protagoniste l’attivista per i diritti LGBTQ Laverne Cox.

Gli appassionati del settore possono invece gioire dell’accordo con la Marvel Entertainment, dal quale sono nate Daredevil, sulle avventure dell’omonimo giustiziere cieco, e Jessica Jones, in arrivo il 20 novembre e che ha come protagonista una supereroina (Krysten Ritter) affetta da disturbo post traumatico da stress alle prese con un nemico che si insinua nella mente delle persone (un camaleontico David Tennant). Sempre targati Marvel arriveranno il prossimo anno anche Luke Cage e Iron Fist.

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I protagonisti delle serie Marvel-Defenders nelle loro versioni a fumetti: da sinistra Jessica Jones, Luke Cage, Daredevil e Iron Fist. (Credits freim.tv)

Per quanto riguarda i film, l’offerta è ampia (dal drammatico Shame all’adrenalinico Limitless, dalla commedia dolce-amara La verità è che non gli piaci abbastanza alle meraviglie targate Tim Burton di Alice in wonderland), anche se ancora migliorabile rispetto alla controparte americana. Di spicco la presenza di Beasts of No Nation (2015) del candidato al Leone d’oro di Venezia Cary Fukunaga, un altro originale Netflix che racconta la storia di un bambino africano costretto a diventare soldato sotto la guida del Comandante Idris Elba.

E questo binge-watching di cui si sente tanto parlare, cos’è?

Binge-watching, o “visione a maratona”, è l’espressione tutta americana per descrivere il “divorare” per ore un episodio o un film dopo l’altro senza riuscire a staccarsi dallo schermo.

Netflix è subdolo, sa che a nessuno piace lasciare una storia in sospeso, e getta benzina sul fuoco proponendo un nuovo contenuto in avvio mentre ancora scorrono i titoli di coda di quello appena terminato. 

Se a questo unite un catalogo che comprende evergreen come Dawson’s Creek, La signora in giallo, Ritorno al futuro, Dr House e Serenity, e titoli più recenti ugualmente ghiotti come Sherlock, Californication, Dexter, Pretty little liars, Suits, Bloodline, Piccoli brividi, Acab, Downtown Abbey e Marco Polo…La fine della vita sociale non è lontana.

Anche i Simpson ironizzano sulla "dipendenza" da Netflix (Credits hellogiggles.com)
Anche i Simpson ironizzano sulla “dipendenza” da Netflix (Credits hellogiggles.com)

A parte rischiare di non vedere la luce del sole per giorni, c’è qualche altro lato negativo?

Come già accennato, il catalogo di film è ancora piuttosto incompleto, soprattutto se si pensa alla versione americana. Mancano tanti successi recenti, come la trilogia dello Hobbit, o pluri-premiati come American Hustle o Frozen.

L’italiano Suburra di Stefano Sollima arriverà solo a maggio 2016, mentre non potrà esserci il precedentemente menzionato House of cards. Il primo grande successo targato Netflix è stato infatti acquistato da Sky Atlantic, che non sembra avere alcuna intenzione di cederne i diritti.

E come fa Netflix a porre rimedio a queste mancanze?

Sfornando chicche irresistibili per gli appassionati. Tre esempi diametralmente opposti: nuovi episodi per la serie Una mamma per amica (Gilmore Girls in originale), ormai conclusa da 8 anni ma indelebile nel cuore dei fan; il documentario senza freni inibitori Keith Richards – Under the influence, sul leggendario chitarrista dei Rolling Stones; e infine lo speciale di Natale A very Murray Christmas, con un cast stellare capitanato proprio da Bill Murray.

«Che tipo di pelle ho?»: ecco come capirlo e scoprire se è necessaria una crema lenitiva

«Che tipo di pelle ho?».  È una delle domande più frequenti a cui è difficile rispondere da soli senza consultare un dermatologo o un’estetista qualificata. Identificare il proprio tipo di pelle è importantissimo perché aiuta a capire che tipo di prodotti utilizzare così da averla sempre sana e protetta. Un parere preciso dovrebbe ovviamente essere dato da un medico, ma con qualche piccola attenzione si può capire molto della propria pelle anche da soli, ottenendo un ottimo risultato senza grosso margine d’errore.

Quanti tipi di pelle esistono

La pelle del viso delle persone può essere classificata in base a diverse caratteristiche. Di norma si distingue fra: pelle grassa, pelle secca, pelle normale, sensibile o mista. E tu che tipo di pelle hai? Se osservando il viso noti delle zone aride, rugose, particolarmente spente e ruvide, è probabile che tu abbia la pelle secca. In tal caso i pori non si vedranno, la pelle tenderà a essere squamosa e talvolta a dare prurito.

Se la pelle è oleosa e lucida e riesci a distinguere nettamente i pori della pelle è probabile invece che tu abbia una pelle grassa. In molti casi tenderà ad avere impurità, come punti neri e brufoli. In alcuni soggetti queste due condizioni convivono: alcune parti del viso sono grasse e oleose, soggette a punti neri e con pori visibili; mentre altre zone sono secche e squamose. In questo caso si dice che il soggetto ha una pelle mista.

che tipo di pelle ho

La pelle sensibile

Le pelli sensibili possono, invece, essere più difficili da individuare. In normali condizioni appare normale, ma basta poco perché si creino eruzioni cutanee o macchie rosse: in alcuni casi è sufficiente il vento o l’inquinamento. La sensibilità è determinata dal fatto che lo strato più esterno della pelle è compromesso e il viso è quindi vulnerabile alla perdita di idratazione e agli agenti esterni.

Molte volte questa pelle sarà squamosa e ruvida e si potrebbe avere la sensazione di sentirla tirare o avvertire prurito. Chi ha una pelle sensibile dovrebbe più degli altri soggetti prestare attenzione ai prodotti che utilizza, come make-up, sapone, detergente, struccante e dovrebbe usare quotidianamente una crema lenitiva per pelli del viso sensibili, quindi specifica, così da migliorarne lo status e le difese immunitarie.

Le caratteristiche della crema lenitiva per pelli del viso sensibili

La crema lenitiva per pelli del viso sensibili ha lo scopo di creare sulla pelle uno strato protettivo contro gli agenti atmosferici, come sole e vento, e contro l’inquinamento. Nel contempo i principi attivi in essa contenuti dovrebbero calmare irritazioni e infiammazioni in corso, facendo tornare la pelle ad un aspetto normale. Le tipologie di crema sono tanti e diversi, in base al tipo di agente presente in esse: un classico sono i prodotti a base di oli, anche se possono determinare un eccesso di produzione di sebo.

Un prodotto che invece di norma si usa per le creme lenitive perché non dà questo problema è l’estratto di rosa. Esso è in grado di lenire i danni che sono presenti in modo delicato. Un tempo esso si assumeva addirittura per via orale, a prova del fatto che agisce con delicatezza. Nel contempo è in grado di reidratare la pelle, andando a riequilibrare la produzione di sebo, così da riportare la situazione ad una condizione normale. I prodotti per le pelli sensibili dovrebbero essere quanto più naturali possibile, senza parabeni e senza saponi.

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“Da 100 a 10. Un viaggio nella musica in Rolls-Royce”: ecco il libro di Angelo Calculli, già manager di Achille Lauro

Angelo Calculli, manager di Achille Lauro dal 2018 al 2022, pubblica il suo libro “Da 100 a 10. Un viaggio nella musica in Rolls-Royce” per Readaction Editrice, disponibile in tutte le librerie e digital store. Fautore del successo mainstream di Achille Lauro, così come l’artista stesso ha dichiarato in un’intervista a Il Sole 24 Ore: «Angelo, che se non ci fosse probabilmente oggi non staremmo facendo questa strada perché è una persona che…un grande visionario, che ha messo tanta della sua esperienza, non solo nella mia musica, ma nella mia vita. Mi ha insegnato tanto e appunto, mi ha anche permesso di osare perché molte volte anche rischiare è importantissimo».

Cover del libro “Da 100 a 10. Un viaggio nella musica in Rolls-Royce”_credits Courtesy of Press Office
Cover del libro “Da 100 a 10. Un viaggio nella musica in Rolls-Royce”_credits Courtesy of Press Office

Calculli racconta all’interno del suo libro cosa voglia dire essere un manager musicale con un case study tra i più emblematici della storia musicale italiana pop contemporanea, con quattro partecipazioni al Festival di Sanremo, di cui una come super ospite, grazie a una strategia manageriale frutto di visione, studio, esperienza e istinto. Con passione, sincerità e precisione, offre uno sguardo dietro le quinte ad aspiranti manager, fan e appassionati di musica, analizzando i successi, senza nascondere le insidie di un ruolo che affascina molti ma che rimane spesso nell’ombra.

«Ho sempre avuto qualcuno affianco a me che ha vissuto in prima linea questa avventura e che è in grado di smentire o confermare le cose che dico e che scrivo.” – dichiara Calculli -Una sera fui invitato all’Atlantico a Roma a vedere un concerto, diciamo così. Lì mi resi conto che io con quel mondo non c’entravo nulla. Invitai l’artista a guardare il film Velvet Goldmine (una biografia non autorizzata di David Bowie) perché mi dava l’impressione di essere quel personaggio. Il resto è raccontato in questo libro che ho iniziato a scrivere nel 2022, anno in cui ho deciso di lasciare il progetto per una mancanza di coerenza. Avevamo intrapreso una strada verso il rock con sfumature pop-punk ma la direzione, nonostante proclami e dichiarazioni, è mutata verso un prodotto eccessivamente commerciale, rispolverato e distante dagli album 1969, 1969 Achille Idol  Rebirth e da alcuni brani dell’album Lauro», conclude.

“Da 100 a 10. Un viaggio nella musica in Rolls-Royce” presenta nella quarta di copertina un QR code che una volta scannerizzato con il proprio smartphone, conduce ad una landing page ricca di contenuti esclusivi ed in continuo aggiornamento, tra cui la filmografia inedita di Angelo Calculli. Alla presentazione del suo libro presso la Camera dei Deputati lo scorso 4 maggio, seguirà un tour non convenzionale, ricco di live music e ospiti d’eccezione. Prossimi appuntamenti: Matera, 30 maggioRoma 6 luglio e Taranto 8 luglio.

Nella foto Angelo Calculli_credits Courtesy of Press Office
Nella foto Angelo Calculli_credits Courtesy of Press Office

I proventi dell’autore derivanti dalla pubblicazione saranno devoluti in beneficenza a Don Angelo Tataranni, Emporio Solidale “Il Granello di Senape” – Parrocchia S. Rocco, Matera.

Acquista “Da 100 a 10. Un viaggio nella Musica in Rolls-Royce” qui: https://amzn.to/3MHhrD5

 About Angelo Calculli 

Dopo una vita da avvocato d’azienda, passa al cinema e alla musica, vincendo premi prestigiosi e animando la vita culturale della sua terra. Poi arriva l’incontro con Lauro De Marinis, meglio noto come AchilleLauro che lo porta ad abbandonare il mondo cinematografico per dedicarsi a quello della musica. Per molti anni lavora come avvocato d’impresa per grandi aziende italiane e multinazionali sia del mondo agro-industriale che del Food & Beverage, anche con un lungo trascorso in Florida, dove collabora come legale di aziende italiane e americane allo sviluppo di reti distributive, in particolare nella contea di Miami. Dopo la crisi dell’export del 2002, causata dalla forte valorizzazione dell’euro sul dollaro, la sua attività si concentra in Italia e in particolare nel mondo delle grandi imprese del distretto del mobile imbottito di Puglia e Basilicata. Nel 2008 le aziende vertice del distretto del mobile imbottito, lo nominano project leader della task force nata per contrastare la crisi di settore e nello stesso anno fa parte del direttivo Api Matera, nella sezione mobile imbottito. Una costante, però, nella sua vita c’è sempre stata: la forte passione per la musica e per il cinema. Produce diversi cortometraggi di successo nel circuito festivaliero e vince il Globo d’Oro come produttore del corto “Sassiwood” con Sergio Rubini. Co-produce anche interessanti lungometraggi tra i quali: “L’Esigenza di unirmi ogni volta con te” con Marco Bocci e Claudia Gerini, con la regia dello scomparso Tonino Zangardi, “L’Eroe” con Salvatore Esposito e Cristina Donadio, ed altri.

Attualmente è Direttore Artistico di MK3, generatore di crescita e successo per nuove leve della musica pop/urban italiana ed è anche manager di artisti del calibro di Claudio Santamaria (per le attività legate alla musica), Joe Bastianich (per le attività legate alla musica) e Michele Monina. Angelo Calculli è inoltre Direttore Artistico dell’Oversound Music Festival e della rassegna Estati D’Animo di Matera.

Intelligenza artificiale, il brand Dan John realizza la prima campagna firmata dall’artista AI.S.A.M.

L’Intelligenza Artificiale reinventa la collezione primavera-estate 2023 Dan John, nella prima campagna AI firmata da AI.S.A.M., artista che opera per rivoluzionare la creatività tradizionale.

Questo approccio permette di sfidare le distinzioni tra autentico e artificiale, estendendo ciò che è possibile con la tecnologia; le nuove immagini della campagna, infatti, non sono scatti del mondo reale, bensì il frutto dell’Intelligenza Artificiale. Modelli e ambienti sono irreali e il tema elaborato è la famiglia, con il punto focale sulla casa.

Dan John
Dan John

L’azienda di abbigliamento italiana ha stretto accordi con diversi artisti della “post-photography” ed ha investito nell’AI, intraprendendo collaborazioni che trasferiscono la collezione fisica in ambienti e situazioni dall’impatto visivo sensazionale. Prossime, quindi, altre produzioni AI che andranno ad arricchire le immagini tradizionali.

Dan John
Dan John

Nelle suggestive immagini è intrinseca l’anima di Dan John, in un mondo nuovo e in chiave futuristica. Con la nuova campagna Dan John conferma di essere il riferimento dell’uomo moderno che, al passo con l’innovazione tecnologica, sceglie il Brand come garanzia d’abbigliamento di stile e qualità.

Photo credits Courtesy of Press Office

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