“Non Mo(ve)ment”, le opere dell’artista Hamid Zare in mostra alla Strati d’Arte Gallery di Roma

Apre a Roma, mercoledì 29 novembre 2023 dalle ore 19, presso la Strati d’Arte Gallery, la mostra personale “Non Mo(ve)ment” di Hamid Zare, a cura di Sveva Manfredi Zavaglia. Pittore internazionale, nato a Yazd in Iran, espone per la prima volta a Roma la sua nuova serie.

Una decina di opere con tecnica mista e olio su tela, dove in primo piano ci sono l’essere umano con il suo IO. L’Umanità vista da Hamid è qui immobile come una statua, non Mo(ve)ment, non si muove non trova i suoi momenti. Cerca attraverso le sue opere di toccare le coscienze, con uno sguardo socio-culturali.  Nulla è per caso, tutto è accuratamente studiato in una pittura leggera, simbolica, introspettiva, mentale, creata con maestria e inspirata ai grandi maestri del passato.

Hamid Zare, NonMo(Ve)ment, Strati d'Arte Gallery Roma
Hamid Zare, Non-Mo(Ve)ment, Strati d’Arte Gallery, Roma

“Le opere di Hamid Zare, racconta la curatrice, ci portano in un viaggio nel tempo e dedica la sua ricerca estetica all’essere e l’esistenza.  C’è una sospensione, le opere ricordano temi dell’infinito, della solitudine, del tempo che non scorre. Nei suoi quadri, infatti, tutto sembra essersi fermato: la figura, gli oggetti apparentemente familiari, sono come trasfigurati e si lasciano osservare, una realtà che alla fine percepiamo come diversa, come alternativa a quella in cui noi viviamo. Opere che dialogano con l’animo umano, sono in cerca di qualcosa che non sanno se trovarlo o perderlo. Un’umanità che viene rappresentata come una statua, per la sua staticità, come la nostra società che non ha mai un momento per ritrovar sé stessi ed è il tempo per fermarsi: l’essere umano qui è solo, con la sua immobilità e la mancanza di comunicazione. Questa pittura introspettiva e da interpretare, crea sensazioni ed emozioni profonde. Le sue opere infatti vengono evocate dall’uso del colore mai troppo squillante talvolta cupo, variano con tonalità tra il grigio, verde e marrone con tutte le sfumature e con ombre nette e scure dove gli oggetti sono la chiave per risolvere l’enigma”.

Hamid Zare – Artista: Nato nel 1990 a Yazd, in Iran. Ha studiato Arte e finito con un master in pittura presso l’Università della Scienza e della Cultura di Teheran, dove a esposto con diverse mostre. La sua attività artistica e professionale è iniziata nel 2015 e ha tenuto numerose mostre personali e collettive in Iran, Austria e ora in Italia. Tra il 2019 e 2021, ha collaborato con l’Istituto Porta Coeli curando il Mediterranean Contemporary Arts Festival di Potenza. Innamorato dell’Italia e la sua cultura storica, ha deciso di rimanere a studiare un secondo Master di moda presso l’Università La Sapienza di Roma, dove attualmente vive e lavora.

“Incinque Jewels”, nel cuore di Roma una residenza d’artista dedicata ai gioielli d’autore

Venerdì 24 novembre, alle ore 18.00, la galleria Incinque Open Art Monti apre le porte al progetto INCINQUE JEWELS, presentato durante la Roma Jewelry Week 2023, con il vernissage della mostra curata da Monica Cecchini.

Una nuova stagione dello spazio espositivo, che da ottobre ha deciso di dedicarsi al gioiello contemporaneo in maniera continuativa. Il format prevede la permanenza delle opere di artisti e designer del gioiello “resident”, che esporranno le loro creazioni nel corso dell’anno. I resident inviteranno ed ospiteranno a loro volta, in maniera temporanea e con progetti site-specific, altri artisti di varie discipline. L’obiettivo è quello di creare un costante dialogo tra le arti, che ha un ruolo centrale nella filosofia della galleria.

Un connubio dinamico che darà vita ad un contesto vibrante  in cui creatività e innovazione si intrecciano in una incessante fusione artistica. L’intento principale dell’iniziativa è quello di recuperare pienamente la consapevolezza dell’importanza della creatività e delle tradizioni, che possono essere messe a disposizione della tecnologia, convivendo in uno spazio aperto ad accogliere varie sfumature concettuali e definizioni più inclusive. Un’occasione di riflessione sulle molteplici espressioni del gioiello contemporaneo e sul dialogo con le altre forme d’arte.

In questo scenario, Incinque Open Art Monti si propone come spazio dedicato ad accogliere un nuovo fermento artistico, esaltando i concetti di condivisione e scambio creativo. La galleria diventa centro di riflessioni approfondite sulle molteplici espressioni del gioiello contemporaneo e dell’arte stessa, un luogo in cui l’estro si fonde armoniosamente per promuovere il valore della creazione artistica.

Gli artisti e i designer “resident”:

Myriam Bottazzi: attraverso l’uso di molteplici tecniche di lavorazione trasforma materie sempre più diverse e in modo diverso. I sui gioielli contemporanei nascono dalla necessità intima di ricercare una personale versione di bellezza, asimmetrica e imperfetta, in cui riconoscersi e attraverso cui comunicare la propria visione delle cose.

Chiara Fenicia: nasce come grafica pubblicitaria e da circa otto anni si è specializzata nel gioiello di riuso, la sua regola è che tutto deve essere rigorosamente riciclato e mai comprato, anche la ruggine trattata con delle resine, fa parte dell’originale.

Claudio Franchi: argentiere, orafo, storico dell’arte e designer della bottega storica FRANCHI ARGENTIERI, che dirige insieme al fratello Roberto. La sua ricerca si propone di elaborare linguaggi innovativi recuperando i segni di identità del passato nobile di Scuola Romana, senza tralasciare culture storiche che stimolino il suo interesse.

Emanuele Leonardi: realizza il “gioiello narratore” che racconta storie, spesso autobiografiche, in un garbato equilibrio tra comunicazione e poesia. Nei suoi gioielli autoportanti, scultura e gioiello si fondono creando opere uniche ed armoniose.

Paolo Mangano: è un orafo e uno scultore romano. Si dedica alla creazione di gioielli, oggetti e sculture, anche in collaborazione con artisti di grande notorietà; vere e proprie opere d’arte, presentate in gallerie d’arte contemporanea a Roma, Londra e New York, e alla Biennale di Venezia. Elabora gioielli ispirati alla natura e alle sue forme antropomorfe, abbinando i classici metalli preziosi a materiali alternativi.

Anna Pinzari: crea raccontando le emozioni che accompagnano la sua vita interiore. Ha scelto così l’arduo compito di trasformare il gioiello in un messaggio simbolico ed emotivo che la rappresenta.

Simone Vera Bath: forgia i suoi gioielli prendendo l’energia positiva dell’universo, nella quale crede e che vuole trasmettere in ogni singola creazione. I suoi gioielli emanano imperfezione, trasformazione, contrasto e giocosità. SVB realizza con una speciale tecnica di spalmatura che lascia l’oggetto volutamente incompiuto, è l’idea che le imperfezioni rendono l’oggetto unico, mai esattamente replicabile.

Lorella Verrillo: fa delle gemme la sua passione. I suoi gioielli, in equilibrio tra forma e colore, sono concepiti utilizzando tecniche tradizionali e sperimentali, con materiali nuovi ed insoliti. Ama pensare che il suo lavoro sia frutto di una visione poetica, sempre sospesa tra il sogno e la realtà.

Tra gli artisti e designer “ospiti”:

Angela Gentile: i suoi gioielli, sono come un patchwork di ricordi, di elementi raccolti e conservati, come un collage di emozioni sedimentate; riflettono il dialogo dell’autrice con elementi naturali e stati dell’animo, creando un duplice racconto.

E una giovane designer friulana, Lisa Dal Pont, che da poco ha ultimato il corso di design del gioiello dello IED di Roma. Abituata ad essere circondata dalla natura più verde, dall’aria gelida e pura, dai fiumi cristallini, dal silenzio più indisturbato, crea i suoi gioielli con la stessa sensazione e gentilezza.

Per Incinque Jewels, nel 2024, sono in programma varie mostre ed esposizioni che saranno un’ulteriore occasione di connessione tra le diverse forme d’arte. Molte attività saranno legate alla quarta edizione della Roma Jewelry Week che si terrà il prossimo anno.

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“Fifties in Rome”, la Couture anni ‘50 in mostra al Museo Boncompagni Ludovisi

Nella sontuosa location delle sale del Museo Boncompagni Ludovisi di Roma è stata inaugurata la mostra “Fifties in Rome” con l’obiettivo di andare a raccontare la couture anni Cinquanta. L’esposizione è curata da Stefano Dominella, presidente onorario della maison Gattinoni, un progetto nato in collaborazione con Accademia del Lusso, ente di alta formazione specializzato nella preparazione di profili creativi e manageriali nei settori della moda e del design.

Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci
Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci

Il Museo Boncompagni Ludovisi diretto da Matilde Amaturo e  afferente alla Direzione Musei statali della città di Roma, diretta da Massimo Osanna, ospiteranno questa magnifica esposizione con il patrocinio dell’Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma. L’esposizione sarà visitabile fino al 14 gennaio 2024 e il visitatore potrà guardare con i propri occhi la rivoluzione dello stile messo in atto negli anni Cinquanta, un periodo cruciale per la storia del Made in Italy.

Fifties in Rome, Ph.Vanessa Bocci
Fifties in Rome, Ph.Vanessa Bocci

Gli abiti in esposizione sono stati scelti  tramite un meticoloso lavoro di selezione, il quale ha portato alla decisione di inglobare  abiti mai esposti prima d’ora, quindi sarà l’occasione per ammirare all’interno della rassegna pezzi unici. Le creazioni provengono dall’archivio storico personale di Stefano Dominella, dalle collezioni di moda del Museo Boncompagni Ludovisi e da importanti archivi storici privati.

Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci
Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci

La moda degli anni Cinquanta segna un momento di rinascita, dopo un lungo periodo caratterizzato dalla Seconda guerra mondiale, dove le donne sono state costrette a prendere il posto degli uomini negli uffici e nelle fabbriche. La donna riesce a riprendersi il suo posto all’interno della società optando per l’eleganza e la raffinatezza. In Italia si apre un decennio di grande ottimismo, di sviluppo economico, di benessere sociale, che si riflette in una vera e propria rivoluzione nello stile.

Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci
Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci

Nel 1947 con il sostegno del Piano Marshall gli studi di Cinecittà diventano un polo attrattivo per l’industria cinematografica hollywoodiana, che sancisce la fusione dell’alta moda italiana con il cinema americano e la conseguente nascita di una “Hollywood sul Tevere”, la quale in breve tempo si imporràsulla scena cinematografica mondiale con il film “La dolce vita” portando la città di Roma ad essere consacrata come la culla dell’haute couture. In Italia già alla fine degli anni Quaranta, e in special modo nella Capitale alcuni tra i più importanti nomi della moda diedero vita alla loro attività creativa e artistica arrivando a portare il Made in Italy in tutto il mondo.

Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci
Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci

All’interno della rassegna si potranno ammirare i capolavori di nomi del calibro di Fernanda Gattinoni, Tiziani, Schuberth, Antonelli, Fabiani e Carosa con le loro creazioni dai tessuti preziosi, artigianalità e una manifattura impeccabile. La mostra comprende quattro sale del Museo Boncompagni Ludovisi, dove l’osservatore potrà guardare abiti realizzati con ampie gonne, colori decisi, stampe floreali, il punto vita stretto, l’abito sfarzoso, il quale torna di moda in questi anni ispirandosi ai modelli dell’Ottocento, ma nasce anche una nuova concezione di abito, quello da cocktail, che combina una lunghezza da giorno a materiali preziosi e decorazioni importanti.La rassegna è caratterizzata da una location imponente ed elegante, con i suoi ambienti dallo stile Barocco con contaminazioni Liberty, che fanno da cornice ad un percorso espositivo, il quale ha fatto la storia del Made in Italy. Inoltre, il progetto ha coinvolto le scuole superiore del territorio romano avvalendosi della collaborazioni di studenti che sono stati invitati a realizzare dei bozzetti ispirati agli anni Cinquanta.

Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci
Fifties in Rome, Ph. Vanessa Bocci

Nella serata di apertura della mostra, avvenuta il 14 novembre una commissione di esperti ha voluto premiare gli studenti più talentuosi e dare loro l’opportunità di poter vincere una borsa di studio ad uno dei corsi dell’Accademia del Lusso di Roma. Durante il percorso all’interno dell’Accademia avranno la possibilità di conoscere da vicino il Made in Italy attraverso la riscoperta e la valorizzazione, dove il passato incontra il futuro.  

Antonio Martino trionfa al Clec Fashion Festival di Valencia 2023

Il rinomato designer italiano Antonio Martino ha rubato la scena al Clec Fashion Festival di Valencia, presentando con successo alcune delle sue creazioni più iconiche.

L’evento, svoltosi il 27 e il 28 ottobre presso L’Hemisfèric della Città delle Arti e delle Scienze di Valencia, ha messo in luce il talento di Antonio Martino unico nome illustre presente insieme ad  Agata Ruiz de la Prada.

Il Clec Fashion Festival ha posto l’attenzione su una tematica di cruciale importanza: il cambiamento climatico. Quest’ultimo è stato il fulcro centrale dell’intero evento, evidenziando l’impegno dell’industria della moda verso questioni di sostenibilità e consapevolezza ambientale.

Antonio Martino, l’unico stilista italiano ad essere invitato all’evento, ha concluso la prima giornata con un memorabile spettacolo. La sua collezione di abiti di lusso, dal taglio rigorosamente  sartoriale e contemporaneo, ha visto il rosso emergere come colore protagonista, catturando l’attenzione e lasciando un’impronta indelebile nel panorama della moda.

Antonio Martino final catwalk
Antonio Martino final catwalk Clec Fashion Festival Valencia 2023

Come lo stesso fashion designer ha dichiarato: “Questa esperienza internazionale mi ha regalato una grande emozione quella di aver sfilato nell’Hemisfèric della Città delle Arti e delle Scienze di Valencia,  in questo complesso costruito dall’architetto Santiago Calatrava che considero un genio, un visionario.

Tutte le mie collezioni sono fortemente ispirate all’architettura, e questa per me è stata una doppia soddisfazione: le mie creazioni che sono vere e proprie architetture in tessuto che sfilano in uno dei complessi architettonici più famosi ed innovativi nel mondo. Non potevo desiderare altro, una sensazione unica mai provata, mi sentivo “come a casa”, assolutamente a mio agio.

Avevo in passato già reso omaggio al maestro Calatrava quando avevo girato il mio fashion film nella Vele “incompiute” di Tor Vergata a Roma e per me ritrovarmi nell’opera finita maestosa di Valencia è stato fortemente emozionante.

Ho fatto sfilare 18 look, capi iconici che rappresentano al meglio la mia couture, dal tailleur all’abito da sera. I tessuti utilizzati sono sete, tulle e pizzo ma è soprattutto la sperimentazione nei tessuti che è un mio punto di forza: pelle, tessuti tecnici utilizzati come accessori, che creano volumi, anche importanti.

Antonio Martino Couture Clec Fashion Festival Valencia 2023
Antonio Martino Couture Clec Fashion Festival Valencia 2023

Dettagli in pelle argento specchiata, intarsi di pelle che vanno ad impreziosire le giacche dei tailleur o intrecci per rendere femminili abiti in colori a contrasto come il rosso e il nero, per una donna molto femminile ma, al contempo molto contemporanea, con una nuvola sul decolleté che sembrava essere in perfetta sintonia con le opere sospese sul fiume di Valencia.”

 

I Macchiaioli, in mostra a Gubbio la pittura en plein air tra Francia e Italia

Fino al 3 marzo prossimo, presso le Logge dei Tiratori di Gubbio si potrà ammirare la mostra “I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, per celebrare il movimento artistico che ha lasciato un segno indelebile. L’esposizione è stata curata da Simona Bartolena, storica e critica d’arte. La mostra è prodotta e realizzata da Navigare Srl con il patrocinio del Comune di Gubbio e il sostegno di Fondazione Perugia.  La rassegna presenta oltre 80 opere dei grandi protagonisti di questa rivoluzionaria stagione artistica quali Signorini, Fattori, Abbati, Lega, Cabianca, Sernesi in dialogo con alcuni degli esponenti della Scuola di Barbizon quali Corot, Daubigny, Troyon e Rousseau.

“I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, Ph. Vanessa Bocci
“I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, Ph. Vanessa Bocci

 Le opere in esposizione provengono sia da collezioni private sia da alcune istituzioni pubbliche. Nel 1855 molti artisti italiani si recarono a Parigi per visitare la sezione di Belle Arti dell’Esposizione Universale  soffermandosi soprattutto sulle opere realizzate dai pittori della cosiddetta Scuola di Barbizon, un cenacolo artistico che prendeva nome da una zona ai margini della foresta di Fontainebleau, un villaggio divenuto meta per tutti quei  pittori  interessati ai paesaggi e alla vita di campagna. Gli appartenenti a questa scuola, i cosiddetti barbizonniers privilegiavano pitturare a contatto con la natura per dare una rappresentazione della realtà allontanandosi da quel retaggio passato, che vedeva i paesaggi in secondo piano con un’aurea di romanticismo accompagnati dalla realizzazione  di temi biblici, mitologici o storici. Gli artisti della Scuola di Barbizon cominciano a proporre paesaggi realizzati  in una sentita e profonda comunione con la natura, con un atteggiamento che, pur conservando alcune caratteristiche romantiche apre le porte ai futuri sviluppi della pittura sino all’Impressionismo.

“I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, Ph. Vanessa Bocci
“I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, Ph. Vanessa Bocci

La pittura di paesaggio contamina anche l’Italia, in special modo tutti quei giovani artisti che vogliono ribellarsi alle norme accademiche e ai codici dell’arte ufficiale. In questo periodo storico prendono sempre più importanza i Caffè, luoghi di ritrovo di artisti e intellettuali, essi sostituiscono le aule dell’accademia sempre meno frequentate. Firenze, città culturalmente attiva ha molti Caffè e tra questi c’è il Caffè Michelangelo, dove si riuniscono  intellettuali e artisti d’avanguardia. Tra i suoi tavoli si riunisce un gruppo di giovani pittori insofferenti al sistema d’insegnamento accademico. Gli incontri al Michelangelo sono l’occasione per discutere, parlare e anche litigare sulle novità provenienti da oltralpe. All’interno del percorso espositivo ci si può imbattere in una parte dedicata completamente alle caricature di personaggi che frequentavano il Caffè Michelangelo, i quali offrono l’opportunità di scoprire una faccia diversa e meno nota della ricerca degli artisti del movimento macchiaiolo. Tra i primi a dedicarsi a questa pratica furono i pittori dell’area partenopea, zona nella quale il paesaggio, nelle sue forme moderatamente realistiche era apprezzato anche a livello accademico tanto da istituire nell’Accademia di Napoli la prima cattedra di paesaggio. La nascita della Scuola di Staggia, a pochi chilometri da Firenze, diventa il simbolo dei pittori di paesaggio, i quali vogliono rappresentare una pittura vera, che  vada a rievocare  una realtà senza filtri. La macchia nasce, dunque, come strumento per ritrarre la realtà, un mezzo per riprodurre gli effetti di luce e i contrasti tonali di un soggetto ritratto dal vero. I Macchiaioli propongono opere che di fronte alla critica e al pubblico appaiono studi preparatori, bozzetti, quadri non finiti.

“I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, Ph. Vanessa Bocci
“I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, Ph. Vanessa Bocci

Questi artisti  rappresentano scene di vita quotidiana, il lavoro nei campi, dove il soggetto principale è il paesaggio in ogni sua sfumatura. I Macchiaioli catturano scene di una semplicità estrema andando a rappresentare contadini, giovani ragazze, donne indaffarate nelle loro mansioni quotidiane, oppure animali al pascolo. Opere che ritraggono la semplicità , ma allo stesso tempo mostrano una grande rivoluzione artistica, di pittori che vogliono staccarsi dal passato per creare una nuova identità con lo scopo di dare una rinnovata  chiave di lettura al pubblico. Questi pittori  sono diventati un modello da emulare per una schiera di giovani artisti pronti a tradurre le istanze della macchia in nuovi contesti.

Mahmood, è online su YouTube il video del nuovo singolo “Cocktail d’amore”

È fuori ora su YouTube il videoclip di  “Cocktail d’amore”,  il singolo che segna l’atteso ritorno di Mahmood. Il brano, uscito venerdì 3 novembre, è disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali. Girato a Napoli e diretto dai Torso – registi di Los Angeles internazionalmente riconosciuti nel mondo della musica e che hanno firmato le campagne di moda più importanti degli ultimi anni -, il video traduce in immagini l’atmosfera della canzone, attraverso un gioco di contrapposizioni dove Mahmood cerca di fuggire dal limbo della sua stanza d’albergo immergendosi completamente nel videogioco a cui sta giocando. I confini tra la vita reale e l’action game si confondono, fin quando le acrobazie in pixel e gli effetti speciali lasciano spazio ai veri vicoli della città, attraverso i quali il protagonista corre confondendosi tra la folla e le nuvole, fino a trovare sollievo in un tuffo liberatorio nel mare.

YouTube_Cocktail d’amore

Cocktail d’amore, scritto da Mahmood e prodotto da Dardust, è una ballad malinconica che sfoglia con delicatezza i ricordi di una coppia, dai viaggi ai momenti e gesti più semplici, fino a ripercorrere aspettative e desideri talvolta annebbiati dai rimpianti. La copertina del brano è stata curata dal fotografo Frederik Heyman, che –  con il suo  immaginario surreale creato con l’ausilio della tecnologia 3D – ha collaborato con le più importanti star internazionali.

COVER credits_ Frederik Heyman
COVER credits_ Frederik Heyman

Nei mesi di aprile e maggio 2024 si terrà l’European Tour, 16 date – prodotte da Friends & Partners – che vedranno il canatutore esibirsi nei principali club di 10 Paesi europei – fra cui Regno Unito, Francia, Germania, Spagna – per poi concludere con una tappa italiana al Fabrique di Milano, prevista per il 17 maggio 2024. Le prevendite e tutte le informazioni sul tour sono disponibili su www.friendsandpartners.it. Autore e cantante stimato nella scena italiana e internazionale, Mahmood ha scalato le classifiche diventando uno degli artisti di nuova generazione più rilevanti. Due volte vincitore del Festival di Sanremo, si è esibito due volte anche sul palco internazionale dell’Eurovision Song Contest, e nell’edizione di quest’anno è stato ospite speciale della BBC nella serata finale, segnando la prima volta in cui un artista italiano viene invitato fuori concorso in un’edizione di Eurovision che si svolge all’estero. Con 29 dischi di platino e 7 dischi d’oro in Italia, 6 dischi di platino e 3 dischi d’oro all’estero e ha quasi 2,8 miliardi di stream totali all’attivo, Mahmood è ora pronto ad aggiungere un nuovo importante tassello con Cocktail d’amore e la partenza del suo terzo tour europeo nel 2024.

Con Naima e i profumi Laura Biagiotti, esperienze olfattive d’autore al Teatro Sistina di Roma

Naima presenta la pièce teatrale My Fair Lady, in scena al Teatro Sistina sino al 26 novembre con la splendida Serena Autieri: l’insegna nazionale di profumeria, con oltre 275 store in tutta Italia, ha scelto il musical di successo planetario per lanciare #Naimatiportaateatro, il progetto che coniuga l’esperienza sensoriale alla cultura e allo spettacolo, con 2 iniziative speciali rivolte al pubblico, allestite nel foyer del Sistina in occasione della première del 3 novembre, fino all’ultimo spettacolo del 26 novembre. Gli eventi esalteranno la bellezza e la femminilità in un luogo magico sulle note inebrianti della fragranza Laura Biagiotti Roma – Fiori Bianchi, partner dell’iniziativa e brand icona di quella bellezza unica e irresistibile legata all’arte, alla cultura e alla città simbolo in tutto il mondo del made in Italy: Roma.

My Fair Lady Teatro Sistina_credits Courtesy of Press Office
My Fair Lady Teatro Sistina_credits Courtesy of Press Office

L’esperienza al Sistina inizierà per il pubblico sin dal primo istante di ingresso a teatro: una parete di fiori bianchi farà da sfondo, conferendo fascino e memorabilità al momento da immortalare, mentre uno speciale photo-booth digitale è stato appositamente allestito per gli spettatori per una stampa istantanea del loro scatto artistico e per i più social che vorranno realizzare selfie artistici potranno anche pubblicare sul loro profilo IG la loro creazione. Infatti, dopo ogni scatto apparirà sullo schermo del photo-booth un QR Code che consentirà di acquisire lo scatto sul cellulare e condividerlo sul proprio profilo Instagram con l’hashtag #naimatiportaateatro. Chi otterrà più like, riceverà in premio la fragranza Roma Fiori Bianchi di Laura Biagiotti. Verranno messi a disposizione per lui e per lei cappelli d’epoca. Ad ognuno verrà rilasciato anche un coupon con Bar Code che darà diritto ad uno speciale sconto del 30% sugli acquisti presso tutte le Profumerie Naima di Roma.

Couturialism “Rebel”, in passerella la moda del futuro con l’Accademia di Belle Arti di Roma

Roma Capitale e Accademia di Belle Arti di Roma (ABA Roma) presentano Couturialism “Rebel”, il fashion show che celebra i migliori studenti del Corso di Culture e Tecnologie della Moda di ABA Roma. Il progetto curato da Sara Chiarugi e Alberto Moretti e per la seconda volta realizzato in collaborazione con Roma Capitale vedrà i più talentuosi studenti-designer dell’ultimo anno accademico del Triennio e del Biennio, presentare ciascuno la propria capsule collection nella meravigliosa cornice di Palazzo Braschi, situato nel cuore della Roma rinascimentale. Un’opportunità unica che pone in relazione l’inventiva dei giovani con la magnificenza di Roma, un incontro che vuole creare un ponte tra creatività e memoria.

ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi
ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi

L’evento è promosso da Roma Capitale con il contributo di Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, e da Cecilia Casorati, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma.L’intero progetto è stato fortemente voluto già dalla sua prima edizione da Mariano Angelucci, Presidente della XII Commissione Capitolina Permanente Turismo, Moda e Relazioni internazionali nell’ottica di una valorizzazione dei giovani talenti e del settore moda secondo le linee di indirizzo approvate nel 2022 dall’Assemblea Capitolina. Oltre all’evento di Palazzo Braschi prevede due sfilate presso la sede del Municipio VI di Roma Capitale e presso la Vaccheria situata nel territorio del IX Municipio.

ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi
ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi

I due appuntamenti in programma, coordinati dall’Accademia di Belle Arti di Roma, avranno come protagonisti le creazioni degli studenti dell’IIS Pertini Falcone e dell’IISS Leon Battista Alberti e si terranno rispettivamente il 17 novembre alle ore 18.00 e il 22 novembre alle ore 18:00.
COUTURIALISM intende, dunque, raccontare l’idea di un’innovativa e originale corrente estetica e di pensiero, di una futura generazione di fashion designer caratterizzati da una visione dirompente della moda e da un’approfondita conoscenza delle tecniche sartoriali dove l’enfasi è posta sull’esaltazione del fatto a mano come elemento fondamentale dell’identità espressiva e culturale di ciascuno studente.

ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi
ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi

Gli abiti e gli accessori presentati evidenziano così le competenze artigianali e artistiche degli studenti che hanno completato il Triennio e il Biennio del Corso di Fashion Design presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, e il cui corso di studi trova nella storia dell’arte e della moda le fondamenta del loro percorso formativo. Il Dipartimento di Culture e Tecnologie della Moda di ABA Roma, infatti, rappresenta un punto di riferimento nel panorama della formazione statale di moda.
L’elemento distintivo di questo percorso risiede nella contaminazione artistica, in cui gli studenti, oltre alla formazione in moda, possono liberamente immergersi nelle discipline artistiche tradizionali proprie di un’accademia di belle arti. Un percorso trasversale che offre agli allievi la possibilità di partecipare a corsi di pittura, scultura e scenografia, creando così un’autentica commistione culturale. Questa mescolanza si riflette in modo ineludibile nelle collezioni presentate in passerella, evidenziando l’approccio multidisciplinare distintivo dell’Accademia.

ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi
ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi

Gli studenti, infatti, seguono, tra gli altri, corsi di Fashion Design, Costume Design, Storia della Moda, Tecniche Sartoriali, Design dell’Accessorio, Design del Tessuto, Cultura Tessile, Anatomia Artistica, Fotografia. Grafica, Cultura dei Materiali di Moda, Ambientazione Moda, Disegno per la Moda, Illustrazione.
I giovani designer, attraverso la presentazione di una capsule collection di 5 capi, sia uomo sia donna, racconteranno la loro personale e identitaria visione della moda.
I 16 designer selezionati da ABA Roma sono:
CLARA RESTIVO, GAIA IMPERIA, ARIANNA LONDI, VALERIO MATINI, ANTONELLA OSSERVANTE, BEATRICE PICCININI, DANIELA TORTI, GONG XIAOTONG, ROSY NEDELCU, LUDOVICA CARLINI, CARMELA CINQUE, CHRISTIAN GARAU, XINGYI BAO, MARIKA BIAGIOTTI, JENNIFER DI GIULIO, GABRIELLA PITARRESI.

ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi
ABA Roma_Couturialism “Rebel”, Palazzo Braschi

About ABA ROMA
Tra le più antiche accademie d’Italia, nata da un’evoluzione dell’Accademia di San Luca, fondata a fine XVI secolo, ABA Roma è stata presa a modello per le analoghe istituzioni che sarebbero sorte numerose nel nostro paese e in tutta Europa. E’ oggi una delle più importanti istituzioni pubbliche italiane e una delle sedi primarie di alta formazione, di specializzazione e di ricerca in ambito artistico e gode di piena autonomia didattica e amministrativa. Rientra quindi nel comparto universitario dell’Alta formazione artistica e musicale (AFAM) e può rilasciare diplomi accademici di primo livello (laurea) e di secondo livello (laurea magistrale).
Tra i suoi allievi e docenti, vi sono stati artisti del calibro di Sartorio, Cambellotti, Ferrazzi, Mafai, Ziveri, Fazzini, Scialoja, Gentilini, Kounellis, Pascali, Tirelli, Nunzio, Ceccobelli, Pizzi Cannella, Dessì, Canevari.

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Roma Jewelry Week, ecco tutti i designer vincitori della terza edizione

Grande successo di pubblico e stampa per la terza edizione della Roma Jewelry Week, la manifestazione ideata e curata dall’ architetto Monica Cecchini, in scena nella Città Eterna con mostre diffuse di arte orafa, conferenze, talk e incontri dai Mercati di Traiano al Museo Napoleonico, dove si è svolta la mostra “Ri-trovamenti. Il gioiello tra Roma e Valenza”, che ha visto in esposizione opere della Neo scuola Romana del gioiello contemporaneo, Le Sibille, e i Maestri Orafi di Valenza, in collaborazione con Mani Intelligenti, Alessia Crivelli e il Comune di Valenza; fino a Palazzo Valentini e Palazzo Braschi. Oltre 5mila i visitatori dell’iniziativa che, promossa dall’associazione Incinque Open Art Monti, quest’anno ha visto la collaborazione organizzativa e logistica del Municipio I – Roma Centro, grazie all’Assessore alla cultura Giulia Silvia Ghia, con la collaborazione di Alessandro Onorato, Assessore Capitolino ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda e della Direzione dei Musei civici della Sovrintendenza capitolina Ilaria Miarelli Mariani. Il tema del 2023 è “Second Life”: in linea con la nuova evoluzione tecnologica. La rassegna si pone come obiettivo quello di approcciare queste tematiche con uno sguardo riflessivo che non fugga dal presente e riesca a dialogare con il futuro. La conferenza “Dalla via della seta a Venezia” di Alessio Boschi, jewelry designer apprezzato in tutto il mondo, si è svolta a Palazzo Venezia grazie alla collaborazione di Edith Gabrielli direttrice del VIVE-Palazzo Venezia, con l’assessorato alla cultura del Municipio I Roma Centro.

Attesissima, dopo Madrid e Sofia, l’esposizione nel prestigioso sito archeologico dei Mercati Traianei con alcune delle creazioni svelate nel corso della mostra “Il prezioso cammino di Dante – La Divina Commedia” nei gioielli di Percossi Papi.

Conferenza di rilievo anche quella sul cammeo italiano, tenuta a Palazzo Valentini da Vincenzo Aucella, Gino Di Luca, con moderatrice Laura Astrologo Porchè. La giornalista è main media partner dell’evento con la pagina @journaldesbijoux, insieme al gruppo Mb media Consulting di Massimo Basile, con le riviste Rinascimento Magazine, Celebre Magazine, Luxury Investment Magazine e Beach-Radio.co.uk.

Hanno accolto l’invito nella suggestiva location, per la cerimonia di consegna del “Premio Incinque Jewels”, vinto da Francesco Ridolfi, Simone Cipolla, Igor Quagliata e l’artista messicana Paula Guzman, La Presidente del Primo Municipio Lorenza Bonaccorsi, la dottoressa Lucia Cianciulli della Sovrintendenza Capitolina, l’attrice Amanda Sandrelli,  il presidente della sezione moda di Unindustria Lazio Stefano Dominella, Barbara Brocchi, coordinatrice del dipartimento di design del gioiello Ied-Roma insieme agli studenti dell’Istituto, Matilde Pavone dell’Accademia Italiana, gli artisti Alessandro Arrigo e Myriam Bottazzi, la blogger e influencer Giorgia Zoppolato, nota come MissGiò, l’orafo e argentiere Claudio Franchi, , i designer Ivan Barbato, Maria Patrizia Marra, Rossella Ugolini, Cristiana Perali, Fontanagioielli. Ospiti d’eccezione Milano Faschion &Jewels che ha premiato Chiara FeniciaAnna Pinzari, Teilor Fine Jewellery con il premio a Lisa Dal Pont e Francesca Pallaoro, Elena Donati Milano, e Luca Daverio della Gioielleria Daverio1933 che ha premiato Angela Gentile.

Brindisi alla galleria “Incinque Open Art Monti”, fra gli ospiti la storica del gioiello Bianca Cappello, la dottoressa Maria Rita Delli Quadri di Roma&Roma S.r.l., il console camerlengo del Nobil Collegio Sant’Eligio Aldo Vitali.

I PREMI E I VINCITORI DELLA RJW 2023

Premio Incinque Jewels:

1° Francesco Ridolfi – Vite parallele

2° Simone Cipolla – Ricordo nel cassetto

3° Igor Quagliata – Void Bracelet

4° Anastasia Mukhortova – Renaissance

5° Elda Maresca – Ghirlanda Poppin

Premio Internazionale:

Paula Guzman – Monsters are flowers

Premio alla carriera:

Ivan Barbato – Passando al futuro

Premio Milano Fashion & Jewels:

WEME Chiara Fenicia e Anna Pinzari – Commistioni

Premio giovani Elena Donati:

Alejandra Aguirre – Pareti palpitante

Premio Rossella Ugolini consulenza al design :

Lisa Dal Pont – Scorretto

Premio MissGiò:

Dettaglidattimi – Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Premio scultura I Daverio:

Angela Gentile – BOOM

Premio giovani talenti Teilor :

1° Lisa Dal Pont – Scorretto

2° Francesca Pallaoro – Twins

Menzione speciale alla tecnologia :

Dong Ik Lim – Topik D-Transprims

Menzione speciale al design:

Valentina Brunetti – Noises

Menzione speciale città di Roma :

Juwon Mun – Evergreen ear cuff

Menzione speciale alla tradizione culturale :

Hani Baayoun – The cercle of life

 

Photo credits Courtesy of Press Office

“Un mare tutto fresco di colore”, le arti figurative del poeta Sandro Penna in mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria

Dopo la grande mostra dedicata al Perugino per celebrare i 500 anni dalla sua scomparsa, Perugia celebra un altro suo concittadino: il poeta Sandro Penna (1906- 1977), una delle voci più sensibili e profonde del Novecento. La Galleria Nazionale dell’Umbria ospita dal 6 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024 la mostra “Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative”, con l’obiettivo di indagare il rapporto del poeta con il mondo dell’arte. L’esposizione, curata da Roberto Deidier, Tomasso Mozzati e Carla Scagliosi, presenta 150 opere di autori quali Pablo Picasso, Jean Cocteau, Filippo De Pisis, Mario Mafai, Tano Festa, Mario Schifano, Franco Angeli e altri. Sandro Penna nasce nella città di Perugia il 12 giugno del 1906 da una famiglia borghese di piccoli commercianti. Inizia a scrivere poesie sul finire degli anni Venti. Nel 1929 si trasferisce definitivamente a Roma entrando in contatto con diversi intellettuali, tra cui Umberto Saba.

Mostra "Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative" alla Galleria nazionale dell'Umbria_Ph. Vanessa Bocci
Mostra “Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative” alla Galleria nazionale dell’Umbria_Ph. Vanessa Bocci

Nel 1939 pubblica il suo libro d’esordio dal titolo “Poesie” vincendo, nel 1955 il Premio Viareggio. La passione per il mondo dell’arte nasce durante i suoi soggiorni marchigiani, ma solo negli anni Quaranta inizia a dedicarsi al mercato dell’arte diventandone un vero intenditore di opere di qualità. Mentre Roma cambia intorno a lui, Penna continua a vivere nella sua casa romana isolandosi dal mondo esterno e vivendo in stretto contatto con il mondo che si è creato, tra opere di artisti famosi e creazioni di nomi nuovi. Proprio il poeta con la sua esistenza anticonformista diventa punto di riferimento per le nuove generazioni.

Mostra "Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative" alla Galleria nazionale dell'Umbria_Ph. Vanessa Bocci
Mostra “Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative” alla Galleria nazionale dell’Umbria_Ph. Vanessa Bocci

Durante gli anni Sessanta Penna si vede riconosciuto un vero e proprio culto da parte dei pittori della Scuola di Piazza del Popolo, come Mario Schifano, Tano Festa e Franco Angeli. Oltre a celebrarlo tramite tele e serie fotografiche, questi giovani lo coinvolgono in prima persona in una vivace stagione di contatti e iniziative, di cui resta traccia nelle opere rinvenute all’interno della sua casa dopo la morte, avvenuta  il 21 gennaio del 1977. Le dediche si possono ammirare all’interno della mostra con testimonianze sulle tele, citando l’opera di Angeli si può vedere l’ammirazione e l’affetto  nei confronti del poeta, attraverso una frase che cita: “A Sandro caro”, oppure i cinque grandi disegni realizzati da Festa ispirandosi ai versi del poeta, in cui lo stesso Penna avrebbe tracciato di suo pugno alcune rime. La rassegna offrirà al visitatore l’occasione di ammirare un vasto nucleo di opere provenienti dalla casa del poeta , in via Mole de’ Fiorentini a Roma dove, oltre a intrattenersi con pittori, scultori, galleristi e letterati, Penna svolgeva la sua attività di mercante d’arte.

Mostra "Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative" alla Galleria nazionale dell'Umbria_Ph. Vanessa Bocci
Mostra “Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative” alla Galleria nazionale dell’Umbria_Ph. Vanessa Bocci

All’interno del percorso sono esposti, anche autografi, diari e lettere assieme alle prime edizioni delle opere e ai materiali audiovisivi indispensabili per capire le passioni dello scrittore , attraverso il colto dialogo tra immagine e parola scritta. Proprio questo dialogo ha suggerito alla letteratura critica un parallelo tra le sue poesie e l’arte. In particolare, il critico letterario Cesare Garboli fu il primo a sottolineare quanto Penna solesse trattare le proprie poesie “come fossero dei quadri”, questa affermazione ci fa conoscere l’universo  del poeta caratterizzato da versi e immagini in un connubio indissolubile.

Mostra "Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative" alla Galleria nazionale dell'Umbria_Ph. Vanessa Bocci
Mostra “Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative” alla Galleria nazionale dell’Umbria_Ph. Vanessa Bocci

Sandro Penna ci apre le porte della sua casa invitandoci ad entrare nel suo “io” più intimo per apprezzare le sfumature di una poesia, che non profuma solo d’inchiostro. Lo scopo di questa esposizione  è proprio quello di rappresentare un mondo unico, che vada  ad inglobare sia la letteratura, sia la pittura, in cui  l’osservatore percepisce tutto come opera d’arte senza rendersi conto che si tratti di un foglio pieno di parole o di un quadro.

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