Milano Fashion Week, la moda racconta il cinema nella collezione di Antonio Marras

“Sono solo un narratore, e il cinema sembra essere il mio mezzo.
Mi piace perché ricrea la vita in movimento, la esalta.
Per me è molto più vicino alla creazione miracolosa della vita che, per esempio, un libro, un quadro o la musica.
Non è solo una forma d’arte, in realtà è una nuova forma di vita, con i suoi ritmi, cadenze, prospettive e trasparenze.
È il mio modo di raccontare una storia.”
(Federico Fellini)

Io uso la moda per raccontare e l’ho imparato andando al cinema. Il cinema, fonte inesauribile di storie, di sogni, di mood, di personaggi, di costumi, di set, di racconti di esistenze eccezionali o di straordinaria normalità. Il cinema è indispensabile compagno di vita. E ancora di più per me, per il lavoro che mi sono ritrovato a fare. Io, onnivoro di cinema, ho trascorso la mia adolescenza seduto tra il Selva e il Miramare di Alghero vedendo e rivedendo in loop film che ancora ora fanno parte del mio vissuto. I personaggi sono famiglia, comprimari ai parenti, le loro storie sono le mie storie, le loro vicende le ho provate anch’io e quello che sono è anche il risultato di quello che ho visto al cinema. Intimo e corale, condivisione e momento di interiorità, come nessun’altra forma di spettacolo lo è. Quando si spegne la luce e parte la musica con i titoli di testa è come se ci imbarcassimo in una navicella spaziale che ti porta altrove e niente importa più.
“Credo profondamente in quel linguaggio essenzialmente visuale che è il cinema e arrivo a dire che un film dovrebbe essere compreso dagli spettatori anche se questi non conoscessero la lingua originale. Ritengo che il cinema sia forma d’espressione molto più potente del teatro… e anche della televisione, perché è reazione collettiva. Il grande schermo ricopre un ruolo in questo fenomeno. Quando la gente guarda un film al cinema è più concentrata.”
(J. Losey)

Antonio Marras SS 24
Antonio Marras SS 24

Quando, nel 1967, ad Alghero è sbarcata la troupe di Joseph Losey alla ricerca di un set ideale, io avevo sei anni ma mi ricordo, eccome se mi ricordo. E con il tempo il film, le star, gli avvenimenti, le comparse del luogo, i pettegolezzi, i tentativi di rapimento, il mega yacht Kalizma della coppia stellare con cani, bambini, cuochi, capitani e marinai al seguito, i gioielli di Bulgari della Diva, gli abiti realizzati apposta dall’Atelier Tiziano da un giovane Karl Lagerfeld, copricapi di Alexander da Parigi, il cibo fatto arrivare direttamente da Londra con l’aereo ogni giorno, il tanto alcool, le liti fra i due protagonisti, la falesia di 186 metri di Capo Caccia e la villa bianca stratosferica a picco sul mare che, agitato, continua a sbattere sugli scogli e il vento, hanno assunto un’aurea di mito.

Antonio Marras SS 24
Antonio Marras SS 24

Da poco sono incappato nel docu-film di Sergio Naitza “L’estate di Joe, Liz e Richard”, che ricostruisce la mitica lavorazione di un film destinato a diventare, nel bene e nel male, un grande cult. E allora mi sono immerso in quell’estate calda dove il confine tra realtà e finzione, tra vero e falso, tra ricostruito ed esistente, tra recitato e rivelato, tra immaginario ed effettivo era solo un flebile soffio di vento.


Il film BOOM! in italiano “La Scogliera Dei Desideri” sceneggiato da Tennesee Williams dal suo script teatrale “The milk train doesn’t stop here anymore“ interpretato da divi del calibro stellare di Elizabeth Taylor e Richard Burton ha catapultato Hollywood nel mezzo di un paese incontaminato, vergine e selvatico.

Come per magia, dal Monte Lee, Hollywood atterra vicino a casa mia, ai confini dell’Impero, nella terra più pura e incontaminata del mondo.
Hollywood sulla scogliera di Capocaccia, Alghero, Sardegna.

Come non esserne affascinato?
Ho pensato che prima di tutto ci dovesse essere una Diva, una Diva vera, con la D maiuscola, che non si inventa né improvvisa. Una Diva che potesse bene interpretare un mondo alla Hollywood Babilonia dove tutto è possibile, dove un desiderio è un ordine, dove l’inimmaginabile diventa quotidianità, basta pensarlo, scriverlo e girarlo. Marisa Schiaparelli Berenson si affaccia, girovaga, fluttua. Fascino, talento, interpretazione, Diva tra arte e vita.

Il cinema, né un’arte, né una tecnica, un mistero.
(J. L. Godard)

Nel set di sfilata allestito come vari studi cinematografici si alternano attori, attrici, lavoranti, dive, segretaria di produzione, costumista, segretaria di edizione, assistente personale, sarta, regista, produttore, coordinatore del set, ciakkista, fonico macchinista, comparse e modelle e modelli e aspiranti attrici.

Antonio Marras SS 24
Antonio Marras SS 24


Tra caftani evanescenti e ondivaghi, abiti couture, vestaglie, tailleur sartoriali strizzati in vita, look maschili over, spolverini, pencil skirt, tubini e abiti da grand soirèe drammatici e divini. Abiti croccanti dai colori dei macaron. Pizzi chantilly, valenciennes, macramè, intarsi, ricami, perline, paillettes tutte a ruches, tulle plissè e flocckati, pied de poule, vichy, prince de galles, pois e righe, gessati e damaschi. E cotoni. Mazzi di rose e rose piazzate, onde, stampe acquellate e fanè.

Ecrù, sabbia, nacre, polvere e nero, tanto nero e lilla, giallo, rosa e celeste.
Maglia intarsiata e tridimensionale, pelle, costumi e jersey.
Tutto insieme, un muoversi di camera, taglia e cuci di inquadrature e scene e l’arte dell’improvvisazione.

Il cinema non è un mestiere per deboli di cuore.

Photo credits Courtesy of Press Office

“Il Processo”, con Marianna Montagnino lo storico programma sportivo riparte in bellezza su 7 Gold

È tornato il campionato di calcio e, con il ritorno in campo della serie A, non poteva mancare la ripresa del Processo, il programma sportivo per eccellenza, che vanta la maggiore tradizione e l’audience più ampia nel panorama della TV italiana.

Maurizio Biscardi, figlio dell’indimenticabile Aldo, raccoglie l’eredità del maestro di quel giornalismo sportivo anni 90, capace di inchiodare ai teleschermi milioni di amanti del calcio, appassionati delle diatribe tra opposte fazioni, delle polemiche e dei dibattiti sui rigori negati, sul fuorigioco millimetrico e sui goal non goal della passata domenica calcistica.

Autentico visionario, precursore ante litteram del VAR di oggi con la sua idea della moviola in campo, Aldo Biscardi ha cresciuto a pane e pallone stuoli di giornalisti sportivi, creando la figura degli opinionisti calcistici che affollano oggi le trasmissioni sportive.

Maurizio Biscardi ripropone su 7 Gold la nuova edizione di quel Processo che ogni lunedì accende le passioni calcistiche di tutta Italia e che tutti noi abbiamo sempre attribuito al maestro Biscardi, tanto da farne un autentico marchio di fabbrica.

Una ventata di freschezza viene quest’anno dalla bellissima co-conduttrice, la torinese Marianna Montagnino, originaria di Cinzano Torinese che, nonostante la giovanissima età, vanta già un bagaglio di importanti esperienze maturate nel mondo dello spettacolo e, in particolare, nel giornalismo sportivo, specie in tv, dove si è distinta in programmi cult come La Domenica Sportiva e Tiki Taka.

Splendida modella, brillante presentatrice e capace conduttrice televisiva, Marianna ha iniziato la sua carriera di giornalista sportiva nella città Sabauda, come volto femminile di Toro Channel. Ora, dopo le esperienze in Rai e Mediaset, è pronta al salto con un ruolo da conduttrice del Processo al fianco di Maurizio Biscardi.

Ho accolto con emozione ed entusiasmo l’invito di 7 Gold ad affiancare Maurizio Biscardi alla conduzione dello storico programma TV – afferma Marianna al termine della trasmissione d’esordio – si trattava della mia prima conduzione da protagonista, per giunta in diretta, una motivazione in più per dare il meglio, trasmettendo agli sportivi tutto il mio entusiasmo e la mia passione per il calcio che amo e seguo da sempre. L’esperienza di Maurizio e l’ispirazione del maestro Aldo sono uno stimolo ulteriore per lasciare il segno, contribuendo, con la mia professionalità, alla conferma dei brillanti risultati in termine di audience che appartengono da sempre a questa trasmissione”.

Il sorriso disarmante, la bellezza, il fascino ma, soprattutto, le grandi doti empatiche, l’attenta preparazione e le solide capacità professionali. Queste sono le qualità di Marianna Montagnino, emerse durante la prima puntata andata in onda lunedì 18 settembre, cifre stilistiche caratteristiche di Marianna e che, oltre ad emergere all’attenzione del pubblico, costituiscono il valore aggiunto per un programma sportivo che saprà rinnovare i fasti e i successi delle precedenti edizioni.

Appuntamento quindi ogni lunedì su 7 Gold, per una nuova, imperdibile edizione del Processo, con Marianna Montagnino.

Photo credits Courtesy of Press Office

“Aeterni”, a Roma le gerarchie celesti nella personale di Roberto Di Costanzo

Inaugurerà al pubblico il prossimo 20 settembre l’esposizione “Aeterni – Le gerarchie celesti” dell’artista,pittore, ritrattista, Roberto DiCostanzo, a cura di Cornelia Bujin,promossa da ICAS Intergruppo Parlamentare “Cultura, Arte, Sport” di cui l’Onorevole Federico Mollicone è fondatore e coordinatore con gli auspici della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei deputati, e realizzata in collaborazione con Roberto Di Costanzo Home Gallery in Roma.

Aeterni - Le gerarchie celesti
Aeterni – Le gerarchie celesti

“Voi, chi siete? …Voi, opera prima felice, beniamini del creato, profili di vette, crinali di monti all’aurora dell’intera creazione, polline della divinità in fiore, articolazioni di luce, varchi, scale, troni, spazi di essenza, tumulto di sentimento in uragani di entusiasmo, e d’un tratto, ad uno ad uno, specchi, che la bellezza emanata da voi riattingete nei vostri volti”. Rainer Maria Rilke

La mostra sulle gerarchie celesti degli Angeli di Di Costanzo è unica e preziosa. Unica perché ideata e disegnata appositamente per il meraviglioso chiostro di Palazzo Valdina e preziosa perché vivifica l’arte del puro disegno a china di cui Di Costanzo è maestro. La tradizione degli angeli eternizzati nel Paradiso della Commedia si rivelano al visitatore come pure creature veglianti nell’ordine del numero e della simmetria. Una mostra che fa pensare e ci riporta alla nostra condizione di esseri umani in sincronia, inconsapevole ma presente, con le sfere celesti.” Federico Mollicone, Presidente Commissione Cultura  Camera dei deputati.

Aeterni - Le gerarchie celesti
Aeterni – Le gerarchie celesti

Aeterni – Le gerarchie celesti

 A cura di Cornelia Bujin                                                                    

Forse gli angeli sono le nostre idee migliori vaganti nello spazio.
                                                                                                                                                              Kahlil Gibran

Il progetto espositivo “AETERNI – Le Gerarchie Celesti” dell’artista Roberto Di Costanzo, nasce dall’incontro singolare di una narrazione tra elementi di natura spirituale e narrativa del mondo misterioso degli angeli e la loro rappresentazione e scomposizione semantica mediante il segno grafico.

Ci sono sorrisi di santi, angeli e arcangeli sui volti delle statue nelle cattedrali. E noi non sappiamo più guardarli“- Eugène Ionesco – Roberto Di Costanzo infonde in questa narrazione, nuova vita alle figure alate, facendole trasmigrare dal loro contesto originale secondo un racconto che trascende il linguaggio classico, mantenendo altresì il fascino celeste di questi esseri superiori, così come farebbe un insegnante ai suoi allievi.

Il risultato è fortemente empatico e all’osservatore viene richiesto soltanto di acconsentire a mettersi in viaggio, uscendo dal territorio ben noto del senso comune conoscendo o riconoscendo quei luoghi reali e dell’anima, imparando la lingua degli angeli.

Non esiste religione che li ignori, che ci crediamo o no, gli angeli sono i nostri messaggeri. Oggi, poi, ritornano di moda e la loro immagine viene riscoperta, nella cinematografia come nel fashion, nella fotografia, nella scultura, nelle arti più in generale. In realtà gli esseri alati non hanno mai abbandonato la nostra immaginazione e nelle opere di Di Costanzo, ci appaiono ancora più vicini, come compagni di viaggio.

Circa quindici opere presentate in formato variabile, china nera su carta e pastello di cui nove di grande formato pensate come installazioni aeree che introducono e accompagnano il visitatore in questa esplorazione, rappresentando al contempo, il principio più alto della comunicazione libera da condizionamenti, allusiva di un linguaggio universale fatto non soltanto di parole, ma anche di gesti, segni, colori, suoni, odori, materiali e persino silenzi. Una lingua capace di affratellare ogni essere così come pensavano gli umanisti rinascimentali, convinti che ognuna possedesse la facoltà di perfezionarsi, diventando simile agli angeli.

Aeterni - Le gerarchie celesti
Aeterni – Le gerarchie celesti

E’ come se, in un clima di spaesamento e di fissità̀ astratta, venisse investita l’immagine stabilendo così un rapporto diretto con l’osservatore dimenticando le tecniche costruttive che divengono così, fascinazione pura. Questo viaggio interpretativo e iniziatico, Di Costanzo l’ha intrapreso grazie anche allo studio e analisi della simbologia della Dottoressa Mariangela Di Costanzo, studiosa di angeologia e dottrine esoteriche, la cui visione e lettura archetipica, ha contribuito alla interpretazione iconografica indagando proprio il rapporto tra il culto cristiano e le tradizioni angeliche ortodosse delle grandi religioni semantiche.L’esposizione presentata nel Chiostro e nella suggestiva Sagrestia di Palazzo Valdina è la rappresentazione di un cammino artistico di ispirazione ecelebrazione del regno angelico nel suo ordine celeste cogliendo, come ulteriore suggestione,   la  data  del  29  settembre  in cui  si celebrano i tre

Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele: esseri incorporei, spirituali, perfetti, creati da Dio all’inizio dei tempi con lo scopo di farne i suoi servitori e messaggeri.

Lo stesso Walter Benjamin nel “Geschichtsphilosophische Thessen” nel 1940, scrive: “C’è un quadro di Paul Klee che si intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato…Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro……”. Così, non senza un pizzico di ironia, il maestro Di Costanzo si rivolge a noi in queste lezioni (lui stesso un angelo?) insegnandoci a mettere le ali, finché riusciremo a volare da soli riscoprendo i luoghi più intimi e nascosti della nostra anima esplorando i moltepliciruoli degli angeli e le loromanifestazioni, quali messaggeri, mediatori, guardiani e compagni di vita.

Aeterni - Le gerarchie celesti
Aeterni – Le gerarchie celesti

Durante l’esposizione, all’interno della Sacrestia, verrà proiettato un filmato della Ccedits di Emanuele Pasutto che ripercorre il percorso creativo dell’artista durante questo intenso periodo di disegno e visioni.

Durante l’inaugurazione avrà luogo una performance artistica a cura di due danzatori  della  Mvula Sungani Physical Dance Studios.

L’esposizione sarà visitabile, con ingresso gratuito da giovedì 21 settembre a venerdì 29 settembre dalle ore 11.00 alle 19:30 (ultimo ingresso ore 19:00).

About Roberto Di Costanzo 

Illustratore, ritrattista, pittore, dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia in costume, scenografia e arredamento per il cinema sotto la guida del suo mentore, il Maestro costumista e premio Oscar, Piero Tosi. Seguono numerosi lavori come illustratore per case editrici italiane ed estere tra cui Azimut e Editions Nomades. Molte le mostre collettive e personali in Italia e all’estero, tra cui l’Espace Pierre Cardin.

I suoi lavori vengono poi esposti alla Casa dell’Architettura di Roma, all’Institut Français – Centre Saint-Louis e alla 71esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Nel 2019 ha inaugurato il suo atelier in Via Giulia 111, nel cuore di Roma.

A dicembre 2020 ha presentato il suo settimo libro illustrato “Roma. Viaggio segreto con Eros”, edizioni Efesto.

Da Ottobre 2021 fino ad agosto 2022 l’Atelier di Roberto Di Costanzo è stato inserito nel prestigioso complesso cinquecentesco di PalazzoAntonio Massimo a Roma, dove propone corsi di disegno, mostre ed eventi culturali.

Da settembre 2022 ha creato Roberto Di Costanzo Home Gallery, spazio espositivo negli ambienti domestici, nel quale è inserita tutta la sua produzione artistica.

È docente di iconografia e disegno anatomico, disegno dell’architettura di stile e arredo e cromatologia all’Accademia Italiana di Roma e storia del Costume all’Accademia del Lusso. Conduce corsi privati di disegno e pittura e workshop di disegno del paesaggio.

Photo credits Courtesy of Press Office

“Italia Metafisica”, a Foligno in mostra gli scatti del fotografo George Tatge

All’interno delle imponenti sale del Centro Italiano Arte Contemporanea (CIAC) di Foligno fino all’8 ottobre 2023 si potranno ammirare in tutta la loro raffinata bellezza gli scatti del fotografo George Tatge, in una mostra dal titolo: “Italia metafisica”, che porta in luce le tracce che l’uomo genera, produce e talvolta abbandona. L’esposizione è stata curata da Italo Tomassoni, nonché uno dei fondatori del CIAC di Foligno, di cui è il direttore artistico dall’inaugurazione nel 2009, inoltre la mostra è stata organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e dalla produzioni di Maggioli Cultura. Sono state presentate 66 immagini in bianco e nero, nelle quali sono rappresentate architetture, edifici minori e manufatti di ogni tipo che l’uomo lascia dietro di sé.

Italia Metafisica
Italia Metafisica

Un percorso espositivo caratterizzato da scatti semplici, ma allo stesso tempo ricercati per andare oltre l’immagine e leggerla in chiave artistica. George Tatge ha immortalato strutture architettoniche decadenti ormai in disuso, che non hanno nessun tipo di attrazione agli occhi dei passanti, ma per Tatge quei luoghi dicono molto di più di quello che rappresentano, nelle sue foto diventano gli unici protagonisti catturando l’attenzione dell’osservatore, il quale rimane affascinato dai piccoli particolari, come ad esempio la giusta angolazione, l’illuminazione, oppure un oggetto per cambiare completamente l’immagine e renderla “arte”. Una sezione è dedicata a Foligno, con scatti fotografici originali realizzati per l’occasione, che raccontano il mistero, l’enigma del nostro vivere e la convivenza del passato con il presente. Gli scatti immortalano scorci di paesaggi urbani di tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia con la leggendaria Deardorff, una macchina a soffietto da cui si ottengono negativi in bianco e nero di grande formato, con lo scopo di produrre immagini che ispirino ai visitatori uno sguardo lungo e approfondito. Il rapporto tra natura e uomo lascia il posto a un solo protagonista, l’uomo e ai suoi interventi sul territorio, con tutti i significati sociali, industriali e religiosi che comportano.

Italia Metafisica
Italia Metafisica

Che si tratti di rigorose strutture di epoca romana o di anonimi condomini, Tatge vede fondamentalmente una traccia, un’impronta profonda talvolta nascosta. Alcuni spazi ritratti possono farci pensare ai pittori del primo Novecento, ma in questo lavoro il termine Metafisico sottolinea un luogo fisico per esprimere un concetto astratto o un particolare stato d’animo. Le immagini di Tatge parlano un linguaggio poetico che mette fotografia e poesia sullo stesso piano, in quanto entrambe arti del frammento. George Tatge è nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano. Ha trascorso l’adolescenza tra l’Europa e il Medio Oriente e successivamente si è  trasferito negli Stati Uniti. Incominciò a studiare fotografia prima di venire in Italia, nel 1973, anno della sua prima mostra alla galleria Il Diaframma di Milano. Da allora ha esposto i suoi scatti in tutto il mondo acquistando fama mondiale e riscuotendo un grande successo. Nel 2010 gli è stato assegnato il Premio Friuli Venezia Giulia per la Fotografia. Gli scatti immortalati dal fotografo ci parlano nel loro silenzio, dove l’immagine parla un linguaggio autonomo nel quale l’apporto di interpretazione del reale si concilia all’azione dell’immaginario. Le immagini regalano rappresentazioni passate e presenti di nicchie, statue, ex- cinema, fabbriche dismesse, i lunghi rami di un’edera che durante i secoli si è completamente impossessata di un recinto metallico, oppure una bicicletta appesa tra i rami di un albero privo di foglie padroneggia accanto alla finestra di una casa attirando subito l’attenzione.

Italia Metafisica
Italia Metafisica

La fotografia è una metafora con  una grande  potenza espressiva, e in questa mostra  tale  potenza è percepibile in tutto lo spazio espositivo grazie ad un paese come  l’Italia, il quale ancora oggi può dare spunti di fascino per un “altrove” capace di rimuovere l’indifferenza che la modernità sta incrementando ogni giorno. L’ indifferenza che  non ci fa apprezzare luoghi comuni, che vengono troppo spesso etichettati come anonimi, ma grazie alla sensibilità e l’ abilità di artisti come George Tatge riportano all’attenzione dell’osservatore realtà dimenticate, dove l’arte diventa la vera e unica protagonista.

Cinema, moda e diritti nel borgo: il “Garofano Rosso Film Festival” incanta l’Abruzzo

La terza edizione del “Garofano Rosso Film Festival”, diretto dal regista e produttore Paolo Santamaria, si è conclusa con un’esplosione di creatività e applausi. L’evento, nel pittoresco borgo di Forme di Massa d’Albe (Aq), ha rappresentato un trampolino di lancio per artisti in erba e una celebrazione delle produzioni cinematografiche di alta qualità selezionate per il contest abruzzese.

Tra i momenti salienti della manifestazione, la magica performance di moda en plein air firmata Vuscichè, il marchio italiano noto per il suo design circolare all’avanguardia. Diana Eugeni Le Quesne ha presentato una collezione di couture circolare, dimostrando la vocazione del brand nella creazione di abiti e accessori utilizzando materiali green e locali. Upcycling e riciclo per un fashion system più consapevole e orientato al riuso creativo che non ammette gli sprechi.

Un’esperienza unica è stata regalata dalle #Cinescursioni targate CinemAbruzzo, in sinergia con la Fondazione Carispaq. Gli appassionati, i cinefili e i curiosi hanno avuto l’opportunità di esplorare le affascinanti location che hanno dato vita a scene memorabili di pellicole iconiche come “La Bibbia” di John Huston e “Il Deserto dei Tartari” di Valerio Zurlini ai piedi del Monte Velino, sugli Appennini abruzzesi. Set naturali a cielo aperto che sono pronti ad accogliere nuove produzioni. Special guest sul tappeto rosso l’attore Danilo Arena, nel cast del film “Il comandante” di Edoardo De Angelis in concorso all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Un ulteriore traguardo raggiunto, dopo il lancio  nel 2022, è il “CinemAbruzzo Campus”: un progetto di residenza cinematografica stabile che ha ottenuto il sostegno della Fondazione Carispaq e riconoscimenti dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura. L’iniziativa, basata sul green producing, da oggi sino al 30 settembre darà ai filmmaker under 35 l’opportunità di sviluppare progetti sensibili alle tematiche sociali e ambientali.

Quest’anno la rassegna filmica ha anche dato voce a importanti spunti di riflessione sull’attualità tramite i talk in piazza Luigi Libertini moderati da Alessio De Stefano.

Durante il dibattito “Liber* di essere”, Francesco Rubeo, Fondatore e Presidente di Marsica Lgbt, Vicepresidente di “Arcigay Massimo Consoli” (L’Aquila) ha condiviso la sua storia con gli spettatori parlando delle lotte dell’associazione sul territorio contro la discriminazione di genere e legata all’identità sessuale. Una battaglia, quella contro l’omotransfobia, che nel 2023  non è ancora finita.

Enrica Rossi, Giulia Personeni e Marianna Coppola della Desmoid Foundation Onlus hanno affrontato il delicato tema del tumore desmoide, sottolineando in “Raro è meglio di perfetto” il valore della consapevolezza, della ricerca, dell’ascolto e della sensibilità nell’accogliere la malattia per sfidare la paura grazie alla condivisione e al supporto degli affetti più cari verso i pazienti oncologici. Il potere di un abbraccio e la forza delle famiglie sono, molto spesso, una vera e propria medicina salvifica per chi affronta con coraggio le cure, il ricovero ospedaliero e la chemioterapia.

Michela Greco, Events and Communication Officer di Emergency, ha presentato il progetto “Una storia per Emergency“. La collaborazione della Ong con Rai Cinema ha acceso i riflettori sui cortometraggi realizzati da talenti emergenti under 25, mettendo in luce diritti e integrazione quali focus principali delle brevi opere. Davanti al pubblico formese, Greco ha raccontato l’esperienza da volontaria, l’emozionante incontro con l’indimenticato Gino Strada, fondatore dell’organizzazione umanitaria, e la necessità di creare ponti di pace ricorrendo anche a linguaggi sperimentali come quelli della settima arte e della realtà aumentata per coinvolgere i più giovani nelle attività in cantiere di Emergency che, istituita nel 1994, si appresta a festeggiare il suo trentennale.

Il “Garofano Rosso Film Festival” ha dimostrato ancora di essere una manifestazione culturale di spicco nel panorama internazionale, promuovendo l’innovazione, la sostenibilità e la diversità come fonti di ricchezza nell’industry indipendente made in Italy, idea più volte ribadita da Marcello Foti, ospite del festival e già direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia.

L’entusiasmo e l’impegno di tutti i partecipanti hanno trasformato la terza edizione della kermesse, dedicata al produttore Matteo Romagnoli con un premio al miglior videoclip musicale vinto dallo statunitense Tim Cofield per “Holler From The Holler” di Stephen Wilson Jr., in un trionfo di sorrisi e ricordi proiettati nel futuro ma con lo sguardo rivolto al presente e all’Abruzzo.

Photo credits Courtesy of Press Office

Terracina omaggia il “poeta eretico” Pier Paolo Pasolini tra mare e città

Un doppio appuntamento il primo settembre dedicato a Pier Paolo Pasolini a Terracina e a Borgo Hermada. Eventi che daranno il via ad un importante ciclo di eventi in alcune importanti città simbolo di Pasolini del Lazio come Roma, Terracina e Sabaudia oltre che Latina e Ostia.

Si comincia con l inaugurazione della Mostra “Il Mondo di Pasolini tra il mare e le città”, che ha già toccato Grado, Corno di Rosazzo Visogliano e Trieste il giorno 1 settembre alle ore 12.00 presso il Municipio di Terracina con la presenza dei Sindaci di Terracina Francesco Giannetti e di Duino Aurisina Igor Gabrovec, Massimo Romita e Luigi Orilia presidenti del Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina e Borgo Hermada, la dott.ssa Ilaria Bruni, con letture di poesie della Presidente della Fidapa Terracina prof.ssa Anna Maria Masci.

Alle ore 18.00 presso il Bar Centrale La Perla di Via Cesare Battisti a Borgo Hermada la presentazione di due filmati omaggio a Pasolini, il primo di un minuto dedicato agli eventi promossi dalla Fidapa Terracina tra il 2013 e 2016 il secondo il Docufilm ufficiale “Omaggio a Pasolini tra il mare e le città” che tocca le città in cui Pasolini è stato protagonista o ha vissuto. Interverranno Massimo Romita, la dott.ssa Ilaria Bruni, la Prof.ssa Anna Maria Masci ma in particolare Renato Ventoruzzo di origine friulana che parlerà di vita vissuta di Pasolini stesso. L’incontro verrà intramezzato da letture in lingua friulana della Sig.ra Lisetta Bergagna.

Terracina omaggia Pier Paolo Pasolini
Terracina omaggia Pier Paolo Pasolini

LA MOSTRA

Realizzata in quattordici pannelli nell’ambito del progetto che vede lo sviluppo in quasi due anni delle commemorazioni legate al centenario Pasoliniano, iniziate il 5 marzo 2022 a Bologna in occasione della presentazione di avvio del progetto e che si concluderanno nel mese di settembre.

Realizzata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia sul Bando Pasolini e stampata su pannelli Forex, la mostra è stata ideata dal Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis, Massimo Romita e realizzata dalla Direttrice de Le Vie delle Foto, Linda Simeone ha già toccato Grado, Corno di Rosazzo, Visogliano, Trieste e toccherà diverse città coinvolte nel progetto, facendo tappa nelle principali città protagoniste della vita di Pasolini.

Pasolini rivive oggi più che mai nell’anno dei festeggiamenti dedicati al centenario della sua nascita appena concluso.

Seguire e comprendere Pasolini con tutti i suoi lati oscuri e nascosti, può essere fatto solo attraverso i suoi passi, ripercorrendo i percorsi che lui stesso ha intrapreso da quando è nato. Bologna, Casarsa, Idrja, Roma, Grado, Ostia, Terracina, Sabaudia, Sacile e Reggio Calabria. Prima per seguire il padre, poi restare con la famiglia, creando la sua identità e poi ancora per scappare da una mentalità troppo lontana da quella in cui egli stesso viveva.

I posti che ha vissuto e hanno caratterizzato la vita, il linguaggio e – perché no – anche i pensieri di Pier Paolo sono rappresentati in questi quattordici scatti e vogliono evidenziare e valorizzare la sua vita da zingaro, che, si sa, influisce in primis sul pensiero, ma non solo: anche sull’apertura verso un mondo che ha saputo, solo in parte, accettare Pasolini. Un genio irriverente che, tuttora, fa parlare di sé (nel bene e nel male).

Pasolini rivive in questi quattordici scatti moderni grazie all’elaborazione grafica di altrettante immagini famose che ritraggono l’artista, rivisitate graficamente a “matita” . Un viaggio che esalta la diversità dei luoghi che hanno caratterizzato la vita di Pasolini e che, inevitabilmente, ne hanno influenzato il carattere. E voi, domanda Linda Simeone, ve lo siete mai chiesti in che dialetto pensava Pasolini?

Obiettivi del progetto è indagare la personalità di Pasolini dalla vita all’opera, scoprire la straordinaria sensibilità e arguzia nutrita dalla disumana realtà delle decadi della Guerra Mondiale, prima e dopo, che hanno plasmato la figura eclettica e controversa che conosciamo, che ha saputo esprimersi in ogni campo dove la parole è necessaria, dal giornalismo al cinema, dalla poesia al romanzo. L’anima del Poeta si è nutrita anche della straordinarietà della vita di tutti i giorni, alla quale spesso fanno da scenografia un nordest e un Friuli dal sapore antico nei modi, nei luoghi e nella lingua amata da Pasolini.

Da Casarsa a Grado, da Sacile a Gorizia fino a Idria, sono molti gli itinerari da scoprire e promuovere oggi celebrando questa grande figura. Il padre Carlo Alberto, girovago per necessità, ha certamente lasciato in eredità al figlio Pier Paolo l’urgenza di passare oltre, di non fermarsi, in un moto perpetuo dell’anima che ha solcato l’Italia degli anni più cupi del Regno e dei primi splendidi soli della Repubblica, arenandosi tragicamente a Ostia. Da Bologna a Ostia, passando per Bari, Roma, Sabaudia e Terracina e molte altre località, ancora in viaggio nei luoghi vissuti da Pasolini, oltre il Friuli, ma per farvi ritorno.

Attraverso le Città protagoniste della vita di Pasolini abbiamo voluto ripercorrere, sotto diverse forme artistiche, i testi, i brani e i contenuti lasciateci da Pasolini stesso. Grazie a dieci partner nazionali, enti istituzioni, parchi e associazioni, percorreremo lungo l’Italia delle importanti tappe, partendo proprio da Bologna, città natia di Pasolini. Il 5 marzo 2022 infatti è stata proprio la città di Bologna a ospitare due conferenze promosse dal Gruppo Ermada che andavano a omaggiare l’autore protagonista di questo progetto.

“Umbria Jazz 1973-2023”, a Perugia una mostra celebra i 50 anni del famoso festival musicale

Testo e foto a cura di Vanessa Bocci


A Perugia, negli spazi espositivi della Galleria Nazionale dell’Umbria, sino al 27 agosto  sarà possibile visitare la mostra fotografica “Umbria Jazz 1973-2023” per celebrare i 50 anni del festival musicale. I curatori  sono Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria Jazz
; la mostra riunisce alcuni fotografi, i quali hanno saputo  immortalare momenti importanti della storia del festival.

Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”
Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”

La rappresentazione è costituita da circa 100 immagini che raccontano una grande storia, gli artisti appartengono a generazioni diverse, ma allo stesso tempo sembrano dialogare tra di loro con lo stesso linguaggio rendendo il percorso espositivo omogeneo e armonico: Andrea Adriani, Massimo Achilli, Giancarlo Belfiore,  Elena Carminati, Roberto Cifarelli, Sergio Coppi, Riccardo Crimi, Pietro Crocchioni, Tim Dickenson, Hiroki Fujioka, Marco Giugliarelli, David Morresi, Pino Ninfa, Carlo Pieroni, Karen Righi, Mimmo Rossi, Andrea Rotili, Adriano Scognamillo, Pio Scoppola restituiscono momenti, vissuti e spaccati di cinquanta anni di storia memorabili.

Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”
Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”

La mostra è divisa in due sale, nella prima sala  sono collocate   le immagini dei manifesti delle varie edizioni del festival partendo dal 1973 fino ad arrivare al 2023 con un tripudio di colori accessi e rappresentazioni, che spaziano da fantasie geometriche passando per illustrazioni bizzarre come il manifesto del 2019, nel quale è riprodotta una figura maschile con una divisa di un giallo accesso impreziosita da oggetti che rimandano al mondo della musica e all’interno della bocca ha un sigaro dove fuoriescono note musicali, un’immagine che colpisce l’occhio dell’osservatore per la sua originalità e stravaganza. Prima di accedere alla seconda sala, c’è uno spazio dedicato alla proiezione di momenti indimenticabili della manifestazione.

Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”
Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”

Successivamente si arriva alla seconda e ultima sala della mostra, dove il visitatore può ammirare in tutto il suo splendore le straordinarie immagini di alcuni momenti delle varie edizioni del festival, le quali immortalano strumenti musicali, cantanti jazz durante le loro esibizioni andando a catturare i gesti, gli sguardi di grandi artisti che hanno saputo trasmettere un vortice di emozioni e sensazioni nel pubblico.  La bella foto è quando guardandola senti con le orecchie del cuore la musica. Senti il lirismo di Chet Baker, la malinconia esistenziale di Miles, il furore di Mingus, la lucida follia di Monk, il romanticismo di Stan Getz. Vedi la storia che ti scorre davanti, una storia raccontata magistralmente da grandi fotografi del jazz, le cui immagini sono icone finite nei libri o sulle copertine dei dischi.

Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”
Mostra “Umbria Jazz 1973-2023”

La mostra, accompagnata da un catalogo bilingue edito da Shira, è realizzata grazie alla collaborazione con il Ministero della Cultura, Regione Umbria, Comune di Perugia, Comune di Orvieto, Fondazione Perugia, Soprintendenza Archivistica e Bibliografia dell’Umbria.L’esposizione restituisce la storia di Umbria Jazz , ma ci restituisce anche l’arte dei fotografi rendendo immortale la forza della manifestazione, che ha saputo porre Perugia sulla scena nazionale e internazionale. Una mostra che ha lo scopo di raccontare mezzo secolo di storia del jazz, il quale hacaratterizzato una città, come quella perugina, che ha visto passare per le sue vie grandi nomi, i quali hanno fatto la storia della musica jazz incantando con le loro performance generazioni differenti, ma accomunate da una passione, quella di stare sotto i palchi dei loro idoli, oppure tra le strade per cercare lo scatto giusto. Anche le persone comuni hanno fatto la loro parte per costruire un patrimonio, che ha permesso di poter raccontare una storia così vasta e dettagliata di una manifestazione che ha regalato emozioni autentiche in cinquanta anni di storia. La mostra Umbria Jazz 1973- 2023 non è solo un racconto per immagini, ma uno spartito sul quale sono iscritte le note di un festival che è riuscito ad essere internazionale prima per sé stesso e poi per il pubblico. La musica e l’arte ancora una volta si incontrano per dare luogo ad una esposizione senza precedenti restituendoci cinquanta anni di persone, di esperienze, di lavoro grazie a fotografie e manifesti per regalarci una storia dettagliata di una rappresentazione che ha portato una piccola regione come  l’Umbria sulla scena mondiale.

Capolavori attraverso i secoli nella mostra “Imago Iustitiae” al Museo Correr di Venezia

Testo e foto a cura di Vanessa Bocci

Il Museo Correr di Venezia dal 10 giugno al 3 settembre 2023 ospiterà la mostra: “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli. La mostra è promossa dal Comune di Venezia  ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura di Roma in sinergia con la Fondazione Musei Civici di Venezia el’archeologa e storica dell’arte Marina Mattei nelle vesti di curatrice.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

L’esposizione ha l’obiettivo di affrontare il tema dell’iconografia della Giustizia nelle sue molteplici sfaccettature, sia sul piano della storia, sia attraverso l’arte, in cui la Giustizia è rappresentata come incarnazione della virtù morale. Il lungo cammino di Giustizia, espressa come Persona, nasce da molto lontano, accoglie e comprende figure significanti e complementari, ma anche elementi astratti dalle sue manifestazioni, peculiarità come sequenze filmiche e storie raccontate dei suoi procedimenti. Persone dell’immaginario, definite come Allegorie riassumono e ricordano i suoi volti, descrivono il lungo percorso della civiltà, sintetizzato con simboli e attributi fino ad arrivare a nuovi artisti che sembrano rinunciare alla figurazione, optando ad una descrizione tramite stimoli visivi alternativi.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

Giustizia con il passare delle epoche si modifica, evolve ma  continua a conservare  lo stesso significato, ovvero la ricerca di un ordine e di un equilibrio che garantisca risorse per tutti, che consenta all’uomo uno scambio e una evoluzione costante. La Giustizia, aspetto del sapere per eccellenza, molto spesso è rappresentata portando tra le mani il volume dove l’immagine è contenuta, si tratta dell’ “Offerta del libro” uno schema fissato prima della stampa che, a nome dell’autore, Ella consegna al dedicatario, garante di equità e buon governo o esecutore e promotore del diritto. La mostra comprende sei sezioni, corrispondenti allo svilupparsi della Figura allegorica, dagli albori delle civiltà fino ad arrivare all’età moderna, sono esposti reperti archeologici, monete e medaglie, le quali vanno a caratterizzare la sezione I e II.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

Opere su carta, legno, tela e tavola sulle quali la figura della Giustizia è la vera e unica protagonista trasformandola in una vera e propria dea, come Virtù e come Personificazione Allegorica della stessa città di Venezia nelle sezioni  II e III. All’interno della sezione IV abbiamo la rappresentazione dei luoghi della Giustizia dal tempio ai palazzi di epoca moderna costruiti con apparati decorativi di grande pregio la celebrano traendo schemi e contenuti dall’antico. Nella sezione V si lascia spazio alle idee e alle azioni dei giuristi e letterati, i quali si sono sempre adoperati per eliminare la pena di morte e la figura principale è riassunta nella persona di Cesare Beccaria, che si fece promotore dell’abolizione della pena di morte dimostrando l’infruttuosità di un atto così brutale definendola meno utile della detenzione perpetua. Il percorso si conclude con la sezione VI, dove si trovano una serie di scene che mostrano atti e protagonisti di Giustizia immortalati come eroi e santi e, infine episodi di pratica della legge, grandi quadri che imprimono nella mente dell’osservatore  perché restino impressi i valori della mostra.Sono presenti anche opere di Guercino, Andrea Del Sarto, Martini, Nani, Reni, Sansovino, Vasari, Maccari e un bulino di Raffaello. Inoltre, sono esposte tre opere di artisti contemporanei come, Ai Weiwei, Kendell Geers e Koen Vanmechelen, concesse dalla Fondazione Berengo.

 “Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia
“Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli”, Museo Correr di Venezia

La storia della Giustizia raccontata tramite immagini, simboli, luoghi e idee, le quali si modificano con il passare delle epoche in un percorso immersivo, nel quale si entra completamente rimanendone avvolti e catturati da quella lotta tra bene e male, dove il tentativo costante di sublimare la parte migliore, contro la colpa e il peccato è davvero il messaggio che arriva da una donna bellissima e coronata con la bilancia e la spada che vede tutto anche se a volte è bendata. Una donna, che seduta su di un trono ricorda all’umanità i principi fondanti del vivere civile. Cogliere l’immagine astratta e cercare di tramandarla perché sia comprensibile non è cosa assai facile, ma i più grandi artisti di tutti i tempi si sono ingegnati nel tentativo di afferrare e riprodurre un bisogno comune, un insieme di norme, procedure e gesti, i quali regolano e strutturano la vita di ogni singolo individuo.

Moda mare, a ogni costume la sua frangia

Siamo in estate ormai. Chi non ha già fatto una prova costume o meglio ancora, non è già andato al mare? In ogni caso non può uscire dal camerino del negozio o dalla cabina della spiaggia senza avere indosso un costume con le frange. Tutte le marche, tutti gli stilisti lo impongono come must. E Beyoncé ce lo insegna.

HM-Beyonce-costumi-da-bagno-570-4

Di tutti i colori e di tutte le forme, in base ai gusti e al tipo di silhouette di ognuna

ficha_bikini-a-fascia-con-frange-non-rinunciare-a-essere-alla-moda-anche-in-spiaggia-bikini-a-fascia-con-f

dall’intramontabile nero, per non sbagliare mai

Pull&bear bikini frange

alle tinte pastello, celeste, rosa, verde

trikini perline verde

al bianco per le super abbronzate

costume-frange

agli immancabili colori fluo.

costume-co-frange

Sfumati, con perline, monospalla, a fascia, a triangolo, interi e trikini, patriottico e da vera squaw.

Immagine

L’intero sfrangiato, poi, se nero sfina anche le più curvy ed è sempre di moda ed elegante

maillot-franges-asos

ma anche in altre tinte dona un tocco raffinato degno di una moderna sirenetta.

intero celeste frange

Per chi invece ritenesse troppo audace, e magari scomodo, un costume con le frange svolazzanti, può sempre aggiungere un tocco di glamour attraverso un accessorio. Non mancano infatti collane e bracciali che possano rendere più chic un aperitivo in costume sulla spiaggia.

e74a643c1c123b5723da929e24d837c2

Le frange, soprattutto usate per abbellire gli accessori, possono essere in nappa, piume, perline, con swarovski o pietre preziose

9_tcmc285

SS13---VERSACE---DG1E080DJMTDMC

bracciale gold frange

Photo credits web 

Vittorio Camaiani, il couturier marchigiano incanta l’Isola di Albarella con le sue creazioni

Tra le isole più eleganti d’Italia, immersa nella natura del parco del Delta del Po, patrimonio Unesco, collegata da una strada arginale e con un ponte alla terraferma, l’Isola di Albarella è un vero e proprio paradiso naturale. Qui durante la stagione estiva è denso il programma di eventi di arte, moda e cultura in provincia di Rovigo. Proprio lo stilista marchigiano Vittorio Camaiani è stato ospite di questo elegante contesto portando la sua haute couture nell’isola in rappresentanza del Made in Italy.

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

L’ultima collezione del celebre Poeta della moda, intitolata Quando è un mare, dopo aver solcato l’abituale passerella di Palazzo Colonna a Roma, ha affascinato anche il Veneto. Abiti ispirati alla bellezza del mar Adriatico per una donna moderna che non rinuncia alla femminilità ed allo stile.

Albarella e l’alta moda di Camaiani

Negli anni la passerella estiva dell’Isola, “La moda sotto le Stelle di Albarella”, organizzata dall’event manager Paola Toffano, riferimento degli eventi sul territorio, ha toccato i più grandi nomi dell’alta moda italiana, tra questi: Renato Balestra, Gattinoni, Sarli, Antonio Grimaldi, Raffaella Curiel. Nell’edizione 2023 Vittorio Camaiani ha affascinato il folto pubblico presente con un guardaroba ideale per una raffinata crociera.

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

La manifestazione è stata promossa dal Direttore dell’Isola di Albarella Mauro Rosatti, dalla responsabile eventi Giulia Amadori, dal centro sportivo dell’isola dove si è svolto il défilé. Abiti per l’attuale estate indossabili da mattina a sera, ispirati agli orizzonti del mare dello stilista, l’Adriatico di San Benedetto del Tronto, ma che al tempo stesso conducono verso quel mare immaginario che tutti noi amiamo. È una collezione che inneggia alla libertà, al sogno, a guardare lontano anche nella vita di tutti i giorni e a viaggiare con la mente, a “prendere il largo” e a sentirsi in vacanza pur nella frenesia del quotidiano. La collezione si configura come un baule pieno di suggestioni, di sensazioni e di quei ricordi che ci portiamo dentro collegati alle estati dell’infanzia, in un caleidoscopio di colori che evocano i tramonti sul mare, le righe delle cabine e degli ombrelloni, le stelle marine, gli orizzonti infiniti.

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

Le proposte si articolano in diversi momenti dal giorno alla sera e per la parte giorno nodi di corda e seta racchiudono i capi di lino, cotone clo clo e seta che scivolano sul corpo con motivi che evocano immediatamente il mare e l’estate in una successione di bianchi, blu, righe marinare fino agli ocra della sabbia e ai rosa dei tramonti sul mare. La sera di questa collezione si articola sull’organza, lo chiffon, la seta marocaine, il cady, in tute a righe in seta velate dal tulle, in abiti a caftano avvolti di chiffon, pantaloni in seta con stelle marine ricamate appoggiate sul fianco. In questa collezione non manca un’ampia dedica a un capo che Camaiani ha sempre nobilitato al massimo nella sua couture: la camicia. Il trucco delle modelle è stato affidato a Veronica Ramses, l’hairstylist a ABC Group di Adria, la parte tecnica dell’evento a SLD Service

Le creazioni di Vittorio Camaiani
Le creazioni di Vittorio Camaiani

Isola di Albarella, la cracking art e gli appuntamenti culturali di pregio

Nell’isola è possibile ammirare le opere di famosi artisti contemporanei. Tra questi la magnifica Rosa dei Ritorni creata da Marco Lodola. Inoltre in tutto il territorio sono presenti le installazioni originali ideate dal movimento artistico della Cracking Art, nato negli Anni Trenta con il proposito di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e vita artificiale. Le opere sono realizzate per sollecitare una riflessione collettiva sui temi dell’effetto antropico sull’ambiente naturale tramite azioni performative coinvolgenti, come i celebri animali colorati. Rigenerare la plastica significa sottrarla dalla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita. Un nuovo linguaggio estetico innovativo che esprime una sensibilità particolare nei confronti della natura. Infine tra gli appuntamenti musicali più attesi nell’Isola di Albarella ci sarà Raf il 10 agosto 2023.

Photo credits Courtesy of Press Office

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Cool News for Cool People

Bad Behavior has blocked 486 access attempts in the last 7 days.