L’uso dell’IA nel mondo del lavoro viene spesso guardato con una certa preoccupazione. Finalmente, però, è emerso un dato che può farci tirare un sospiro di sollievo.
L’intelligenza artificiale sta prendendo sempre più piede all’interno della società, cambiando il nostro rapporto con la tecnologia. Basti pensare al vasto utilizzo di ChatGPT (basato sull’IA generativa) tra gli utenti per trovare risposte alle proprie domande, generare testi, analizzare informazioni e portare a termine i compiti più disparati. Eppure non mancano le preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda il mondo del lavoro: è vero che saremo sostituiti dall’IA?

La crescente popolarità dell’intelligenza artificiale e il suo diffuso impiego hanno sollevato parecchi dubbi. Da un lato, troviamo coloro che esaltano i potenziali dell’IA, che in ambito lavorativo favorisce l’efficienza e la produttività permettendo di ridurre i tempi grazie all’automazione delle attività ripetitive e di aumentare l’accuratezza delle operazioni svolte.
Dall’altro lato, in molti temono che – a lungo andare – il mondo del lavoro possa essere stravolto dall’uso dell’IA. Il rischio, in quest’ottica, è che molte professioni (soprattutto quelle standardizzate) vadano incontro ad automazione, conla perdita di lavoro per milioni di persone. Tutto ciò porterebbe alla diffusione della cosiddetta “disoccupazione tecnologica”: un’ipotesi decisamente non promettente, ribaltata da una recente indagine.
IA e posti di lavoro, l’indagine che dà speranza
La piattaforma Creatio, specializzata in CRM (Customer Relationship Management), ha realizzato un sondaggio che punta l’attenzione sulle opinioni di imprenditori e dirigenti in merito all’implicazione dell’IA nel mondo del lavoro. Solamente l’11% degli intervistati pensa che l’intelligenza artificiale possa determinare un calo del personale dovuto all’automazione: è questo il dato messo in evidenza dalla ricerca, grazie al quale possiamo tirare un sospiro di sollievo.

Secondo l’83% degli imprenditori, l’IA è destinata ad aumentare la produttività e potenziare il lavoro dei dipendenti, ma non a sostituirli. I modelli organizzativi basati su una tecnologia che affianca i dipendenti con “colleghi digitali”, in grado di svolgere attività ripetitive riducendo il carico di lavoro, sono un esempio che si sta facendo sempre più largo.
Il sondaggio di Creatio propone una chiave di lettura fiduciosa verso il futuro, che tuttavia si scontra con visioni meno positive, come quella del CEO di OpenAI Sam Altman, il quale di recente ha espresso i suoi timori riguardo le implicazioni dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. In tutto ciò, le aziende giocheranno di certo un ruolo centrale, con il compito di bilanciare le esigenze di mercato e l’innovazione con il benessere dei lavoratori.





