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Vintage-mania: se il rétro fa tendenza ecco i pezzi da non perdere

Orologi vintage, biciclette, occhiali, borse, arredamento: quando si dice che tutto torna ci si riferisce alla moda, ma non solo. La nostalgia è canaglia e il ritorno ai modi di fare, di vivere e di vestire ci rasserenano. Ecco allora cosa indossare (di nuovo e di vecchio) per vivere felici. 

Si chiama neovintage e trionfa ovunque: nella moda, nel design, nella musica e nello stile di vita è sempre attuale il richiamo al passato con citazioni e piccoli dettagli. Dalla couture che prende spunto dai pezzi iconici del secolo scorso alla moda di strada, lo stile vintage si afferma conquistando il nostro armadio e condizionando il nostro look, sia che esso sia stato scovato nei mercatini dell’usato, negli armadi di nonni e genitori o acquistato ex novo grazie al fatto che tutti i brand, oggi, pescano dal passato per proporci capi e accessori che sanno di passato (rivisitato).

Ecco allora, come vestire neo vintage con i capi e gli accessori giusti.

1) Bici vintage

Le più belle e raffinate, oggi, sono vintage ed eleganti, come quelle di Scatto Italiano: sottili, ma performanti e all’avanguardia. Scopri le più belle in questo articolo. Visto che abbandonare l’automobile in favore della bicicletta è cosa buona e giusta, perché non farlo con stile?

bicicletta vintage

2) Occhiali Vintage

Importantissimi per avere quel tocco di stile in più. Per le donne la montatura deve essere over, le lenti scure e opache o quelle sfumate o colorate, per un tocco 70s. Per gli uomini perfetti i modelli tondi, che rimandano alla generazione hippy, o  il modello ever green Wayfarer dalla montatura squadrata, monocromatica o modello tartarugato, e dalle stanghette più sottili della versione che negli anni ’70 conquistò la Swinging London e gli adolescenti di tutto il mondo. Vanno bene in tutte le occasioni (dal casual allo stile più classico) e per tutte le età, inoltre, a seconda della dimensione sta bene a tutti i tipi di volto.

3) Orologi Vintage

L’orologio da polso ( https://www.kronoshop.com/orologi-fossil-C1B2.htm ) è qualcosa di molto personale e particolare. Anche con l’avvento degli smartphone, sempre a portata per vedere l’ora esatta, l’orologio non ha mai perso il suo ruolo fondamentale fra gli accessori. Per la donna, ma soprattutto per l’uomo, rappresenta espressione del carattere e della determinazione e, non meno importante, completa lo stile dell’outfit.

Scegliere il giusto orologio da polso non è semplice, ma ci sono alcuni prodotti con i quali non si sbaglia mai, anche per esempio se si tratta di un regalo.

Quando si sceglie un segnatempo bisogna valutare lo stile, il budget, l’utilizzo che se ne fa. Gli elementi da valutare e su cui discutere sono diversi, la prima cosa che però salta all’occhio ovviamente è l’estetica. L’orologio deve piacere, non è più solo un segnatempo, anzi nella maggior parte dei casi questa funzione è esercitata dai moderni cellulari.

Orologi vintage: uno dei marchi moderni più diffusi

Quando si parla di fare un regalo o di scegliere un prodotto fra i tanti marchi che ci sono sul mercato, per andare sempre sul sicuro, molti optano per Fossil. Questo brand americano si distingue per la sua eleganza, sempre accompagnata dall’utilizzo di materiali resistenti come per esempio l’acciaio inox. Qualità e bellezza quindi sono i cavalli di battaglia di questo marchio. Rispetto ad altri, questo marchio ha una marcia in più soprattutto perché ricorda gli orologi vintage! É il brand stesso a puntare su questo stile: Fossil non tende a farsi manipolare dalle mode e dalle passeggere tendenze, ma si mantiene immutato e classico, pur restando giovane e grintoso.

orologi vintage

Sarà quindi che ultimamente il vintage è di moda o che dà agli orologi un sapore intramontabile, in tutti i casi gli orologi vintage Fossil sono diffusissimi e stanno riscuotendo successo proprio per questo. Il fascino vintage rende questo accessorio un portavoce di storie e un espressione di carattere. Il design mantiene il ricordo del classico, ma ha contemporaneamente un design innovativo. Le linee e i materiali rispettano le tendenze, ma non si vincolano ad esse. Proprio per questo motivo un orologio Fossil è una scelta eccellente, per sé o per un regalo. Un Fossil non finisce la sua storia in un cassetto (proprio perché non segue le mode), resta al polso per anni, sempre funzionale ed efficiente.

I modelli

Questo spirito vintage, la bellezza e la qualità rimangono in tutti i modelli Fossil come caratteristiche specifiche del brand americano. E lo si vede benissimo per esempio dal fatto che in un prodotto innovativo e tecnologico come lo smartwatch, Fossil mantenga una linea incredibilmente classica. A differenza di altri prodotti questo orologio si distingue per racchiudere innumerevoli e avanzate funzionalità in un design di puro gusto estetico. Altri modelli si distinguono per un aria più sportiva, retrò, classica, in base ai particolari e ai cinturini. Gli orologi del marchio sono molto personalizzabili, quindi ogni persona può rendere il proprio orologio da polso una piccola espressione di sé.

4) Borse vintage

La borsa si porta rigorosamente o a mano o ciondolante al braccio.  I modelli più adatti sono: colorata e profilata o piccole e squadrate come i bauletto. Con gli zaini o le sacche scolorite per gli uomini, andrete sul sicuro.

5) Abbigliamento vintage

Di grande attualità (per uomini e donne) i completi giacca e pantaloni non tradizionali, arricchiti da tessuti che ricordano un po’ la tappezzeria retrò e i dandy dei primi ‘900.

Osate con le fantasie e i colori e sovrapponeteli senza paura, come si faceva negli anni ’70. Lasciatevi pure ispirare da Emilio Pucci e Gucci.

6) Future vintage festival

 E se siete dei grandissimi appassionati del genere vintage, non potrete di certo perdere il Future Vintage Festival, il festival del lifestyle e della comunicazione con l’obiettivo di individuare le ispirazioni e le contaminazioni delle tendenze contemporanee. Arte, moda, design di un passato moderno, 3 giorni di ospiti, esposizioni, incontri, concerti e nightlife l’8, 9 e 10 settembre a Padova!

Noir e vintage: ecco il nuovo fumetto made in Italy disegnato da Flavio Beoni e Ivano Codina

È il volume di esordio di una serie poliziesca di ispirazione noir ed è già un piccolo cult in rete tra i cultori del genere. Schwarz Kriminalpolizei n.1 – Freischützen è infatti un noir di ispirazione Seventies, ambientato in Germania ma sceneggiato e disegnato da due italiani, Flavio Beoni e Ivano Codina. Beoni, soggettista e sceneggiatore, è al suo primo lavoro completamente da solo, con un fumetto “nato quasi per caso”: inizialmente, infatti, era stato concepito come albo di una serie antologica da inserire in una collana di fumetti erotici per un’associazione culturale specializzata nel genere.

 

Schwarz Kriminalpolizei - Courtesy of Press Office
Schwarz Kriminalpolizei – Courtesy of Press Office

Quando il progetto è saltato, Beoni ha deciso comunque di auto-produrre il fumetto come primo volume di una serie giallo-poliziesca con protagonista l’ispettore tedesco Frank Schwarz. Un personaggio ancora tutto da conoscere, di cui vita e indole verranno svelati nel corso dei prossimi numeri, ma sicuramente un eroe positivo, al contrario degli antieroi che popolano i noir più conosciuti.

Schwarz Kriminalpolizei - Courtesy of Press Office
Schwarz Kriminalpolizei – Courtesy of Press Office

A disegnarne le avventure, la mano di Ivano Codina, noto illustratore italiano che ha lavorato a lungo per Tiramolla e pubblicato le proprie storie, tra gli altri, su Topolino e il National Geographic Kids. Sue le tavole che illustrano le storie di Schwarz, ambientate nella perturbante Germania della Foresta Nera, dove leggende e folklore locale si intrecciano con cupe atmosfere thriller e tocchi horror.

Schwarz Kriminalpolizei - Courtesy of Press Office
Schwarz Kriminalpolizei – Courtesy of Press Office

In questo primo numero di Schwarz Kriminalpolizei sono contenute un po’ tutte le mie passioni: il fumetto italiano tascabile vintage, dal quale ho preso il formato e le due vignette in bianco e nero per pagina, e le serie TV poliziesche tedesche in voga negli anni 70, che trovo molto affascinanti.” – spiega Beoni- “Essendomi ispirato a vari elementi diversi tra loro, credo che il fumetto non possa nemmeno essere collocato in un genere preciso e forse è proprio questo a renderlo più originale. Sicuramente è un poliziesco, ed è anche un noir, vista la trama e le atmosfere cupe: nonostante questo, è impostato diversamente dal classico noir più conosciuto dal grande pubblico, come Diabolik”.

Schwarz Kriminalpolizei - Courtesy of Press Office
Schwarz Kriminalpolizei – Courtesy of Press Office

 

Pois Gras: aperitivi da Tiffany ed eventi non convenzionali

Pois Gras Chez Tiffany
Pois Gras Chez Tiffany
All images thanks to Marco Busato

Metti una sera a Milano. Le luci soffuse di un salone dalle pareti azzurre. Le risate cristalline di donne in tubino nero che stringono calici fra le dita dalle unghie laccate. La tavola imbandita con finger food che poggiano su specchi al posto dei vassoi. Tutto, qui, ruota intorno Audrey Hepburn e il suo Colazione da Tiffany, un personaggio e un film che, al solo nominarli, evocano immagini di eleganza e mondanità. Benvenuti nel mondo di Pois Gras, agenzia di “eventi bizzarri e fotografia”.

La fondatrice Paola Saia ci accoglie sulla soglia di Interno 23, spazio strategico per organizzare incontri all’insegna della convivialità.

Torinese di nascita, Paola ha trovato a Milano il proprio centro creativo. Un passato come manager di eventi, la passione per la fotografia e per le forme d’arte non convenzionali, l’amore smodato per il vintage: sono tutti elementi che hanno contribuito alla creazione di Pois Gras. La sua mission? «[confeziono] piccoli eventi dal sapore retrò, durante i quali le ragazze possono condividere un momento insieme, vestire i panni di una diva o di un personaggio iconico, seguire un corso di make-up, imparare a posare, utilizzare accessori vintage, cucinare e confezionare acconciature con i fiori».

Paola Saia, creatrice di Pois Gras
Paola Saia, creatrice di Pois Gras

Richiesti, anzi, richiestissimi, sono gli addii al nubilato organizzati da Paola, segno del bisogno sempre più evidente di alternative eleganti alle proposte usuali (per intendersi, niente oggetti dalle forme falliche, please).

Chez Tiffany non è dunque l’unica ispirazione degli eventi Pois Gras: si può scegliere di indossare i panni di una casalinga anni ’50 e abbuffarsi di cupcakes, oppure cucinare – con tanto di grembiulini a tema – la arcinota apple pie; è possibile, con lo sfondo del più classico fra gli american diner, riscoprirsi (ma senza scoprirsi!) pin-up, mentre un miniabito svasato dai colori sgargianti catapulta negli swinging Sixties di Twiggy, anche se c’è chi gli preferisce le acconciature glam rock e il tripudio di glitter in puro stile ‘80s di Jem e le Holograms.

Non possono poi mancare accessori vintage a profusione: cappellini, velette, coroncine, occhiali da gatta, foulard, collane di perle. Il tutto in location d’eccellenza ricercate appositamente da Paola: dall’Hotel Château Monfort a Palazzo Reale, dal Sand Cafe alla Villa Reale di Monza

Accessori in stile Chez Tiffany
Accessori in stile Chez Tiffany

Questa serata è perfetta per assaporare proprio l’atmosfera che damigelle e futura sposa (ma anche gruppi di amici o di colleghi) sperimentano durante serate e pomeriggi orchestrati da Paola e dal suo team di collaboratori, tutti accuratamente selezionati e uniti dallo stesso obiettivo di creare una customer experience indimenticabile.

Silvia e Rodica fra make up e hairstyle
Silvia e Rodica fra make up e hairstyle

Silvia Calenic e la sua assistente Rodica Diaconu si prendono cura di make up e hairstyling a tema per le ospiti. Le mani corrono veloci ad acconciare i capelli nell’iconica pettinatura di Holly Golightly e, fra uno spruzzo di lacca e una cotonatura, le due professioniste raccontano di come i loro tutorial di trucco e parrucco durante gli addii al nubilato servano sì per dare spunti sul look, ma anche per creare complicità fra amiche della sposa che spesso non si conoscono bene.

Validi aiutanti della conversazione sono senz’altro anche bollicine e cocktail a tema (Martini con l’oliva, ça va sans dire). Ad accompagnarli, un menu-rivisitazione di classici stuzzichini in chiave scherzosamente italo americana (ma senza la pesantezza dei seppur gustosi mac&cheese). Mini parmigiane di melanzane rotonde, mousse di carciofi, vellutata di broccoli e vongole, mini hamburger di prosciutto e maionese veg.

Finger food
Finger food by Luca Sbarbada

Le creazioni dello chef Luca Sbarbada (Il Cuocone), discretamente intento a spadellare un risotto con pollo al curry e salsa di lamponi, sono esaltate dalla mise en place d’ispirazione fifties di Savina Morandotti, esperta di banquetting con una per gli eventi vintage ben si sposa con la giocosità di Pois Gras.

Il photoboot approntato in un angolo strappa risate e pose bon ton, gambe accavallate con grazia e occhiate da sopra i grandi occhiali scuri di Audrey.

Pois Gras è questo: eleganza, ironia, spensieratezza e chiacchiere. E Martini con l’oliva.

Photoboot vintage
Photoboot vintage

Tweed Ride Picnic: la pedalata urbana ispirata alla belle époque conquista l’Italia

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Per salire sulla macchina del tempo non c’è bisogno di macchinari fantascientifici, basta vestirsi ispirandosi al calore elegante del tweed, tipico di un’epoca tutta da riscoprire per trovare un modo nuovo, nel suo essere antico dello stare insieme, per superare innanzitutto  la freddezza tecnologica dei rapporti umani attuali.

La “Tweed Ride” è nata a Londra nel 2009 e rapidamente si è diffusa nel mondo apportando quell’atmosfera tipica dello stile inglese del ‘900. Da lì quello spirito si è plasmato ovunque da Chicago a Sydney, da Tokio a Berlino fino ad arrivare in Italia con l’edizione della Tweed Ride Italiana, grazie ad un gruppo di amici che vivono nella città di Pescara appassionati della cultura, dello stile di vita e della moda maschile e femminile tipici dell’Inghilterra dei primi decenni del secolo scorso. Un luogo e un tempo dal quale partire per riscoprire e viaggiare in altri luoghi e altri tempi, la Tweed Ride nasce come una festa in bici e abiti vintage per condividere la naturale eleganza della bicicletta, una style competition di mezzi e abiti che partecipano al ride.

Si perché la Tweed Ride è una vera e propria gara aperta alle bici d’epoca tra il 1900 e il 1990, da passeggio o da corsa, anche nuove ma dal mood vintage. Il dress code per la competizione è di tipo inglese ed italiano compreso tra gli anni ’20/’40 ispirato ai romanzi di Dickens, all’epoca vittoriana, a Giulio Verne, caratterizzato da pantaloni alla zuava, bretelle, maglie e giacche sui toni del marrone, mentre per le donne abiti da swing, cappellini e tanto tanto merletto.

Il viaggio a spasso nel tempo si snoda in un percorso urbano di circa 10km con arrivo nel parco dove avviene il consueto pic-nic in British style a cui fanno seguito le premiazioni per il miglior Best Dressed Lady, Best Dressed Gentleman, Best Bycicle, Best Moustache, Best Pipe Smokes and Best Cakes per il picnic.

La Tweed Ride, ormai famosa in molte città europee ed americane non è una fuga all’aria aperta, bensì un’interpretazione del presente con il filtro di un’estetica apparentemente trascorsa ed appartenente ad un’epoca grandiosa di grandi promesse per la modernità, è inserita nel palinsesto degli eventi #VeloLove.  Tweed Ride Italia è oggi promotore dell’evento su Roma “Belle Epoque”, una manifestazione che cerca di enfatizzare in uno spazio di smodata congestione l’eleganza e la semplicità del gesto della pedalata in contrapposizione ad un contesto urbanistico altamente sfavorevole agli spostamenti in bicicletta.

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Il 14 giugno scorso in occasione degli eventi #VeloLove2014, la festa nazionale dei ciclisti urbani forte per i suoi svariati appuntamenti dedicati alle diverse sfaccettature di chi usa sopratutto le proprie gambe per muoversi, considerato il più poliedrico incontro di biciclettari metropolitani, si è tenuta come di consueto la Tweed Ride. L’appuntamento ha avuto inizio la mattina a Villa Borghese con il Tweed Ride picnic, una passeggiata su bici vintage e una colazione sul’erba indossando abbigliamento strettamente in stile belle époque. Immersi nelle atmosfere “en plen air” tipiche dell’impressionismo, come in un quadro di Seraut lo sfondo di Villa Borghese è il paesaggio più adatto per un evento di tale portata.

Natura ed umanità si fondono insieme in una mescolanza ottica, che come per magia, farà sparire il nostro presente trasportando le menti in un altro mondo. L’evento si è protratto fino a tarda serata con un ciclo di film a tema proposti alla Casa del Cinema, mentre l’Urbe Criterium Race ha organizzato una sfida underground internazionale per scattofisso senza freni riservata a esperti bike messenger e atleti che hanno familiarità con le bici da pista.

Nel corso degli eventi #VeloLove è stato possibile fare uno spuntino con la Magnalonga by Night, ovvero un ciclodegustazione itinerante di prodotti tipici, scattare con la Brompton Race, la corsa con bici pieghevoli tra pendolari intermodali, assistere ad un torneo-esibizione di Bike Polo, sport metropolitano che si pratica con cavalli meccanici a pedali.

#VeloLove è dunque un progetto realizzato per chiunque usa la bicicletta come mezzo di trasporto urbano, e anche per chi non ha una bici ma si muove a piedi, col monopattino, con i mezzi pubblici aspirando ad uno stile di mobilità nuovo, efficiente e sicuro, convinto sopratutto che l’uscita dall’ingorgo quotidiano sia una delle scelte necessarie per far tornare le città belle, accoglienti e vivibili.

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L’appuntamento clou della giornata è stata la “manifestazione 30 e lode”, cuore dell’evento #VeloLove, che è iniziata nel pomeriggio dalle 15 in poi a Piazza del Popolo. Organizzata da Rete Mobilità Nuova e #Salvaciclisti con la collaborazione di altri attori della mobilità come Legambiente e Ciclonauti, il corteo “30 e lode”  ha percorso le strade della capitale per poi confluire a Villa Borghese. Obiettivo principale è la necessità di introdurre un nuovo limite di velocità, dei 30 orari all’interno dei centri abitati, e rimarcare la domanda popolare di azioni che favoriscono un nuovo stile di mobilità. Il corteo è stato preceduto la mattina da “30 piazze per 30 all’ora”. Un gruppo di ciclisti è partito da piazza Vittorio e ha percorso 30 piazze tra centro e periferia indossando maglie cl simbolo del limite di velocità a 30kmh.

Rallentare la velocità massima in città è un intervento già realizzato in molte città europee e produce una lunga serie di vantaggi sia in termini di sicurezza, sia in quelli di riduzione della congestione, dello smog, del rumore e dei consumi di carburante, rendendo più fruibili le strade per il traffico non motorizzato. L’iniziativa volge anche a  dimostrare come la bici sia un mezzo di trasporto adatto anche ai tragitti di media-lunga distanza. L’itinerario tracciato è stato di 60km, dalle 9 alle 15, e si è concluso a Piazza del Popolo per confluire così nella grande pedalata collettiva prevista per quell’ora.

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L’evento #VeloLove, e TweedRide al suo interno,  sono appuntamenti dove al contempo ci sono sia cose da guardare che eventi da vivere, dove è possibile essere protagonisti di una nuova mobilità. Riempire le strade di ciclisti urbani di tutte le età è uno dei  modi migliori per mettere in evidenzia che il desiderio di uscire dall’ingorgo quotidiano è comune a tutti. E per raccontare attraverso le immagini tutte quelle persone che hanno scelto uno stile di mobilità più sano e libero è stato realizzato in occasione di #VeloLove il primo album di figurine dei ciclisti urbani, una sorta di antologia di persone che usano la bicicletta come mezzo di trasporto sia quotidianamente che occasionalmente.

Così come farà l’album di figurine l’ha fatto #VeloLove il 14 giugno, ossia ha fissato nelle foto e nelle menti delle persone l’estetica del movimento smart, quella capacità di vivere le strade e le piazze come luoghi d’incontro e non di scontro, condizione necessaria per restituire bellezza alle città. La manifestazione #VeloLove e il suo evento correlato Tweed Ride è sinonimo della necessità di un mondo migliore, è voglia di stupire con semplicità, e Roma ci ha dato la possibilità di partecipare a tutto questo. Allora cosa aspettiamo a scendere in pista ogni giorno e ammirare le bellezze della città eterna e viverla, anziché salire in auto e rimanere bloccati nel traffico? Tweed Ride vi aspetta e con essa le dolci vie romane.

Parco Sempione, Avirex Tweed Ride, Corsa in bici con vestiti d' epoca dei primi del novecento

Arrivederci Anna, icona dell’irriverenza estetica

« Anna inventa la moda. Nel vestirsi fa automaticamente quello che noi faremo domani. » (Karl Lagerfeld, Anna Cronique, 1986).

Più che inventare, Anna Piaggi ha creato la moda, era la moda stessa. Col suo instancabile lavoro, il suo estro creativo e la sua passione infinita ha dato vita a quel sistema moda che oggi ci è così familiare e che ogni anno fa girare miliardi di euro.
Adesso che il destino ha spezzato quella vita e che il mondo della moda piange una delle sue madri, cosa accadrà?
Anna Piaggi nasce a Milano nel 1931 e la sua carriera inizia come traduttrice per la casa editrice Arnoldo Mondadori Editore.
Nella sua vita ha avuto due grandi amori: il fotografo Alfa Castaldi, che sposa nel 1962 a New York e che scompare prematuramente nel 1995, e il giornalismo
Come una piccola Re Mida (piccola di statura, ma grande nello spirito), Anna trasforma in un successo tutto ciò con cui ha a che fare; tante le collaborazioni prestigiose che l’hanno vista protagonista: prima Panorama, poi L’Espresso, Arianna (primo periodico femminile della storia), Vanity Fair, progetto che idea e cura, e infine Vogue, per cui dal 1988 cura la rubrica “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi“, con la quale ha dettato le regole della moda.
Tanti e celebri sono anche i suoi amici: da Manolo Blahnik, che l’ha definita “l’ultima grande autorità internazionale in fatto di abiti”, a Karl Lagerfeld, che nel 1986 le ha dedicato un libro, Anna Cronique.
La vita di Anna Piaggi è stata un turbinio di parole, colori, abiti, visioni. Con la sua Olivetti Valentine, compagna fedele dal 1969, ha incantato il mondo della moda, e non solo, con i suoi pezzi vividi e brillanti, che le hanno assicurato un posto fisso in prima fila a tutte le sfilate del mondo.
La moda non era solo un lavoro per Anna, ma soprattutto un mezzo espressivo, uno strumento con cui catturare gli attimi e restituire al mondo la loro bellezza, la loro anima.
Anna gli abiti non li collezionava soltanto; li amava e se ne serviva per esprimere se stessa e la sua essenza.
Solo pochi erano in grado di respirare Anna Piaggi a pieni polmoni. Per tutti gli altri, capaci soltanto di vedere, ma non di guardare, Anna era solo una signora vestita in modo eccentrico, col trucco pesante, i cappellini estrosi e i capelli blu.
Adesso che Anna non c’è più, è difficile credere che qualcuno possa riempire il posto vuoto che ha lasciato in prima fila.

Guida al vintage: dai mercatini delle pulci al glamour degli swap party

L’arte dello scovare il buon affare nei mercatini e nei negozi vintage prende il nome di thrifting, da “thrift”, letteralmente “risparmio”. Cheap is chic, questa l’idea di fondo. I nuovi consumatori vogliono spendere in modo saggio ed intelligente. Gli osservatori notano che questo atteggiamento è emerso nell’America post 11 settembre, ed è sicuramente legato anche alla crisi economica che ha colpito il Paese. Ora che la parola crisi sta uscendo dai discorsi dei più, si ricomincia a spendere ma sempre in modo più mirato.  La moda è più discreta, più understated, meno convenzionale e più personale.

I mercatini delle pulci nascono a Parigi alla fine del XIX secolo, quando gli straccivendoli si riuniscono in diversi mercati alle porte della capitale. Oggi tutte le grandi città hanno i loro mercatini, alcuni fedeli alle loro origini, altri più sofisticati dove è più facile orientarsi ma la merce è più cara. Nell’ultimo decennio, si è assistito ad una rapida crescita del numero di mercatini dell’usato: il giro d’affari annuale è stimato in oltre 3 miliardi di euro.

Le boutique specializzate d’alta moda sono templi del lusso rarissimi da trovare, hanno contribuito a far nascere l’entusiasmo per il vintage vendendo i capi più pregiati dei più famosi stilisti. Sono veri e propri musei della moda dove è difficile non svenire davanti agli abiti e ai prezzi!

Il nuovo trend dello shopping è lo swap (in inglese, baratto) che è invece a costo zero. Il glam senza sprechi: il baratto degli abiti amato dalle eco-frugaliste che risparmiano e rispettano l’ambiente. Soldi e carte di credito sono banditi, si paga con altri vestiti durante party organizzati ad hoc. Il fastidio della sovrabbondanza ha toccato l´anima della moda, e allora ecco il baratto, l´antica forma di scambiare valore con valore equo.

La boutique specializzata è un luogo che ha saputo elevarsi oltre lo stato di semplice negozio di abiti usati, senza però entrare nell’iper-spazio dell’inaccessibile. La risorsa di queste boutique risiede nei proprietari. E’ lui/lei a lasciare il segno tramite i suoi gusti, scelte. Contrariamente al negozio di vestiti usati, dove si trova tutto e il contrario di tutto, qui la merce è selezionata, spesso divisa per categorie, materiali e colori, facilitandone l’acquisto. Chiaramente questo lavoro ha un prezzo: gli abiti costeranno di più rispetto a un mercatino delle pulci.

Il negozio in conto vendita è un’attività di intermediazione tra privati. In sostanza l’agenzia non è altro che una struttura che ospita oggetti che privati cittadini mettono a disposizione di possibili acquirenti. Gli abiti in questione sono proposti alla boutique, e se questi soddisfano i criteri del proprietario saranno presi in deposito per un limitato periodo. In questi negozi si può trovare di tutto, sono di rado dedicati totalmente al vintage, d’altronde sono i luoghi ideali per scovare gli articoli non così vecchi ma già cult.

Prolificano su internet le vendite all’asta. Privati mettono in vendita abiti rètro attraverso siti come Ebay (il più famoso). Ci si trova autentico vintage o vestiti usati non troppo chic e ribattezzati “vintage” per invogliare all’acquisto. Il maggior vantaggio di internet è la possibilità di fare acquisti internazionali: Ebay è anche sul mercato inglese o americano, particolarmente ben forniti.

Il «seconda mano» di lusso conquista le case d’ aste: l’ equivalente dei negozietti dell’usato per chi ha il conto in banca con qualche zero in più. Christie’s, Kerry Taylor o Sotheby’s, qui le star inviano i loro personal stylist a fare incetta di griffatissimi capi di seconda mano.

Probabilmente però vintage è più di tutto il contenuto del baule della nonna, un modo ideale per attingere al vintage a costo zero e connettersi con il proprio passato.

Vintage Rome

Musicassette, pizzi, stoffe. Il baule dei ricordi prende vita e trasforma la stazione Termini in un carillon multisensoriale.
Treni in partenza, metro in arrivo,  la corsa a testa bassa verso l’altrove. Il mondo circostante muta in un caleidoscopio di linee dinamiche.

Proprio li, nel tempio della metamorfosi, della velocità, l’associazione culturale Futura ferma il tempo per invitare i più portare al guinzaglio la propria tartaruga e lasciarsi titillare dalle suggestioni artistiche. Musica, moda, cousin si fondano alle architetture giolittiane degli spazi Convoglia. Numerosi artisti emergenti espongono le loro creazioni vintage accompagnati da un concerto acustico, tributo alle canzoni che hanno fanno la storia.

Vintage è tutto ciò che è stato prodotto almeno vent’anni prima del momento attuale. Denigrati, inutili e demodè per determinate generazioni, questi oggetti recuperano la loro dignità diventato oggetti di culto, dei veri e propri feticci. Il Vintage conserva l’aura dell’arte, quella caratteristica di unicità ed irripetibilità che garantisce l’autenticità, proveniente da manipolazioni e tecniche esclusive non totalmente imitabili, e la limitata fruizione.

il “Mercato dell’artigianato artistico e del vintage” secondo l’Iphone di Giuseppe Palmieri


Il “mercato dell’artigianato e del vintage”  ha tutte le carte in regole per diventare un appuntamento fisso della capitale.
Prossima fermata: domenica 3 aprile.

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