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Mettere all’asta il guardaroba: moda o necessità?

suzy-menkes_470x305Chi lavora nel mondo della moda, la conoscerà sicuramente, non foss’altro che nel settore viene venerata e definita la ‘Bibbia vivente’: stiamo parlando di Suzy Menkes, giornalista di moda dell’International Herald Tribune da ormai 25 anni, che ultimamente ha deciso di mettere all’asta il suo immenso e preziosissimo guardaroba. Una delle aste più attese di sempre, che prenderà il nome di “In my fashion: the Suzy Menkes Collection” e si svolgerà online per due settimane, dall’11 al 22 luglio. Sarà Christie’s a battere ogni singolo capo degli 80 lotti, in cui sono stati suddivisi gli abiti dal 1964 ad oggi. Abiti, cappotti, vestiti, giacche, accessori; Emilio Pucci, Yves Saint Laurent (quand’era ancora Yves Saint Laurent!), Christian Lacroix: queste solo alcune delle griffe che fanno parte di questo tesoro inestimabile. “C’é qualcosa di triste negli abiti conservati come in una tomba. Hanno bisogno di vivere e quest’asta prevede la possibilità per loro di camminare alla luce del sole di nuovo, di ballare, di dare a qualcun altro la gioia che hanno dato a me”, ha rivelato Menkes.

Capi colorati, stampati, a fiori, optical, ma raramente solo neri o basici, proprio come lei: “Sono una massimalista per natura, sono sempre stata attratta dagli stampati”. I prezzi partono da un minimo di 200 fino a punte di 1000 sterline, ma cosa non si spenderebbe per una giacca cocktail di Yves Saint Laurent della collezione Le Soleil, datata 1980?

La Menkes però non è la prima a mettere all’asta i suoi vestiti: qualche mese fa è toccato al guardaroba di Lady D di essere battuto a Londra dalla casa d’aste Kerry Taylor per 800 mila sterline, ma molto prima, qualche mese fa della scomparsa nel 1997, la ‘Principessa triste’ precorse i tempi vendendo all’asta decine di suoi vestiti.

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Oggi, in tempi di ristrettezze economiche, pare essere diventata una moda quella di mettere all’asta i propri vestiti. Che sia eBay oppure la propria ‘bottega virtuale’ su Etsy, i requisiti della merce per poter essere appetibile è che sia firmata o vintage. Tante le ragazze che vanno a spulciare nelle soffitte delle nonne, delle zie o delle mamme per scovare dei veri e propri tesori d’altri tempi: vestiti dismessi e incelofanati, di cui però la polvere e il tempo non hanno saputo intaccare il fascino e il valore. Capita così, che curiosando online, si riesca a portare a casa a prezzi accessibili un abito Hermès Vintage Haute Couture Exclusif o delle décolleté Vintage Chanel. Un peccato però privarsene. Ma di questi tempi meglio un guadagno a costo zero oggi per poter poi investire nella nuova collezione Chanel domani. In attesa di tempi migliori, quando si potranno avere entrambi.

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