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Vespa Piaggio e Lambretta Innocenti, il made in Italy conquista il Museo del Design di Triennale Milano

Mercoledì 14 giugno Triennale Milano diventa teatro di un evento esclusivo promosso dallo Studio legale Carbonetti e Associati, tra i più apprezzati nel diritto societario e finanziario e protagonista in tanti altri settori. L’occasione è  dedicata alla presentazione di due modelli iconici di Vespa e Lambretta, donati da Carbonetti e Associati al Museo del Design Italiano di Triennale Milano.

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I due esemplari originali di Vespa Piaggio 125 “Bacchetta” del 1949 e Lambretta Innocenti E125 del 1953, simboli indimenticabili dell’industria italiana, arricchiscono la collezione permanente del Museo, riaperto al pubblico lo scorso aprile con un nuovo allestimento e una selezione di oltre 300 opere provenienti da Triennale e da collezioni private.

Durante l’evento, i partecipanti avranno l’opportunità di ammirare da vicino i preziosi modelli che hanno segnato un’intera generazione nel dopoguerra e sono diventati un’icona del design italiano nel mondo, eccellenze della produzione motoristica italiana che hanno influenzato cultura e stile di vita.

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Il Professor 
Francesco Carbonetti, fondatore di Carbonetti e Associati, ha dichiarato: «Siamo entusiasti di collaborare con Triennale Milano per arricchire il Museo del Design Italiano e valorizzare l’eccezionale patrimonio identitario dell’industria Made in Italy. È un orgoglio per tutto lo Studio poter contribuire alla promozione della cultura e della storia italiane attraverso questo evento unico».

Carbonetti e Associati ha sempre dimostrato un forte impegno verso la sostenibilità sociale e culturale. Nel 2021, lo Studio ha offerto supporto alle cure salvavita presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, mentre nel 2022 ha sostenuto il restauro della statua etrusca della Latona presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Nelle foto: una veduta dell’allestimento del Museo del Design Italiano, 2023 [Photo DSL Studio, Agnese Bedini @ Triennale Milano] e fondatore dello Studio legale, il prof. Francesco Carbonetti_credits Courtesy of Press Office

“Nulla dies sine linea”. Antonio Marras in mostra alla Triennale di Milano

Quando l’arte crea un legame unico con la moda, l’avvolge, si nutre di essa, proprio come se fosse la sua linfa vitale. Un connubio forte e che spesso può essere fonte di ispirazione per geni come Antonio Marras. Amante e fruitore dell’arte ma anche creatore di opere. Dipinti, disegni, sculture, installazioni, fotografie, collage e oggetti ritrovati, il tutto, grazie a un costante lavoro di ricerca introspettiva e di rielaborazione, ha dato vita a “Nulla dies sine linea”, una delle esposizioni più attese dello stilista sardo.

La mostra antologica, ospitata dalla Triennale di Milano, dal 22 ottobre fino al 21 gennaio 2017, fa riferimento a Plinio il Vecchio e alla sua frase rivolta al pittore Apelle che: “che non lasciava passar giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea”.

 

Il concetto è molto chiaro: il continuo coltivare l’arte, una passione che per Antonio Marras, a partire dal suo passato come direttore creativo di Kenzo fino alla sua indipendenza come designer rivoluzionario, è diventata ormai una filosofia di vita. “È un’esperienza totalizzante, un viaggio in un mondo suggestivo e provocatorio (suggestivo perché provocatorio), a volte assoluto, a tratti spregiudicato”, così descrive la mostra la curatrice, Francesca Alfano Miglietti.

"Nulla dies sine linea" di Antonio Marras, in mostra alla Triennale di Milano

“Nulla dies sine linea” non è altro che uno specchio di quello che è realmente lo spirito di Antonio Marras: uno stilista che prima ancora nasce come artista, un mix di talenti che l’hanno portato a vincere il Premio Francesca Alinovi nel 2009, o ad essere il protagonista di una delle ultime Biennali di Venezia; un genio creativo che utilizza linguaggi diversi, applicandoli ovunque, in nome di un’arte sempre più comunicativa e che affianca la tecnica all’espressività in un rapporto indissolubile.

 

Rapporto che verrà raccontato negli spazi del Triennale Design Museum con la raccolta di opere artistiche di Marras riprodotte negli ultimi vent’anni e legate inevitabilmente alla sua terra di origine, la Sardegna. Ma non solo. Oltre ad altre installazione artistiche da lui pensate appositamente per la mostra, saranno esposte anche le opere delle artiste Carol Rama e Maria Lai con cui spesso ha lavorato.

 

Un universo multilingue e polimorfe quello che si vedrà in questa mostra. Non poteva esser diversamente. Del resto Antonio Marras, da sempre, ha camminato lungo quel confine tra l’arte e la moda, e questa sua personale dimostra come la fusione di questi due linguaggi, così simili tra loro, possa portare alla piena conoscenza del suo mondo poetico, del suo modo di comunicare e di quanto sia importante per lui il suo rapporto, in continua conoscenza, con l’arte.

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