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Altaroma 2016. L’Atelier dell’Haute Couture

Un calendario fitto di appuntamenti quello dell’edizione di gennaio di Altaroma, la fashionweek capitolina, che ogni anno con i suoi due appuntamenti, uno adesso e l’altro a luglio, crea molteplici momenti di aggregazione tra le storiche realtà italiane della moda e le nuove realtà produttive e creative internazionali. Dal 29 gennaio al 31 gennaio 2016, con pre-opening il 28, la Capitale ha ospitato il meglio del fashion system grazie alle sfilate di Haute Couture organizzate da Altaroma, società partecipata tra Comune, Provincia e Camera di Commercio, considerata centro propulsore dell’Alta Moda italiana nonché piattaforma di lancio per stilisti emergenti.

Tante le novità in questa edizione a partire proprio dal luogo deputato alla kermesse. E’ l’ex Dogana di San Lorenzo l’headquarter di Altaroma, una location che mette in contrasto l’archeologia industriale con il mood sofisticato dell’evento. Formula vincente dell’evento è la voglia di mantenere ben salde le radici con gli stilisti più celebri e allo stesso tempo dare spazio a quelli emergenti, grazie anche alla solida struttura del programma suddiviso in tre sezioni. Atelier, dedicato ai defilé di maison, piccoli atelier e sartorie, Fashion Hub, dedicata a scouting, formazione e promozione dei talenti emergenti ed In Town, destinato a iniziative e attività connesse alla moda con l’occasione di instaurare contatti utili e promuovere il fashion business in città.

Curiel Couture  Primavera- Estate 2016 - Courtesy of Press Office
Curiel Couture Primavera- Estate 2016 – Courtesy of Press Office

La sezione Atelier vede quest’anno ampliare il proprio raggio d’azione creando un importante fil rouge tra i talenti emergenti della couture, dell’alto artigianato, dell’alta sartorialità e le maison storiche promuovendo il binomio tradizione-contemporaneità come un importante momento di approfondimento culturale e strumento formativo-educativo al servizio dei nuovi creativi. Sono molteplici le maison a presentare le proprie collezioni haute couture in questo spazio.

Curiel Couture si è ispirata alla natura che nasce.“Il Mio Giardino” s’intitola la collezione. Una natura che sboccia e si assopisce per tornare a sorridere. Le forme delle foglie e delle corolle dei fiori prendono vita e si trasformano in pantaloni, gonne e corpetti. Roseti e ortensie creano leggiadri abiti di chiffon stampato. Un inno alla vita la collezione Curiel per la Spring – Summer 2016 presentata negli spazi dell’ex Dogana di San Lorenzo in Roma.

Curiel Couture Primavera-Estate 2016 - Courtesy of Press Office
Curiel Couture Primavera-Estate 2016 – Courtesy of Press Office

Come in una favola sinuose gatte bianche e nere, come gli abiti che indossano adagiate su velluti e sete, mostrano i loro sontuosi vestiti. Ispirandosi all’antica favola della Gatta Bianca Anton Giulio Grande fa rivivere nei salotti di Palazzo Ruspoli una sofisticata e capricciosa arte dell’haute couture.

Anton Giulio Grande - Courtesy of Press Office
Anton Giulio Grande – Courtesy of Press Office

Pizzi, piume e frange sono il motivo ricorrente della collezione, liason che unisce l’antico al moderno, il mito della favola alla maestria di un’alta moda alla ricerca di atmosfere intime e riflessive. Sottovesti intarsiate da pizzi e jais con spalline ricamate, orecchie di raso tempestate di Swarovsky. Ancora cappottini, cappe e scialli di piume di struzzo o stole di marabù. Colori, dettagli e accessori, sembrano usciti da racconti fiabeschi dove i vestiti di principi e principesse sembrano irreali.

Antonella Rossi - Haute Couture SS 2016 - Courtesy of Press Office
Antonella Rossi – Haute Couture SS 2016 – Courtesy of Press Office

E’ una New York creativa e multietnica ad ispirare la collezione di Antonella Rossi Haute Couture SS 2016, disegnata da Giulia Mori e presentata al Westin Excelsior Hotel durante le quattro giornate di AltaRoma. In passerella anche Coumbelle Kane, top model senegalese testimonial del progetto African Fashion Gate. Palette variegata che va dal bianco iceberg al panna, dal verde mela al rosso amore fino al sofisticato blu cielo. La silhouette riprende quella degli anni ’90 caratterizzata dalla sovrapposizione di capi, contrasti di colore proposti con particolari trasparenze e lussuosi ricami. Capi casual potremmo dire, ma lavorati a couture con pregiati tessuti italiani. Novità del brand è la sperimentazione di materiali inusuali come la spugna accanto al raso, voile e piquet di cotone e l’immancabile tulle.

Giada Curti  Spring-Summer 2016  Courtesy of Press Office
Giada Curti Spring-Summer 2016
Courtesy of Press Office

La “Divina Marchesa” è la nuova dark lady dall’eterna allure, la “Donna” della Primavera-Estate 2016 di Giada Curti. Dalla scia di corrente futurista nella quale si è imposta la figura epocale della Marchese Luisa Casati prende vita una collezione dalle velate e impalpabili trasparenze, sovrapposizioni inconsuete di tessuti elaborati come il pizzo debrodé su vestaglie satin. Bianco e nero si fondono insieme creando un effetto di spiccata naturalezza. Cordoni di seta circondano il collo, ponchos velati si alternano sul verde smeraldo. Ballerine stringate donano alla silhouette una aristocratica postura. Immancabile una sposa Boldiniana dall’allure poetica.

Luigi Borbone - Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office
Luigi Borbone – Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office

La Primavera-Estate 2016 di Renato Balestra trae ispirazione invece dal mondo ellenico, dove Atena, mitologica dea greca diventa il simbolo della nuova collezione. Il bianco candido degli abiti si mescola ai ricami dorati e agli accessori prettamente in metallo dorato ed intarsi. Un crescendo di colori fino all’arancio esplodono negli abiti a rievocare il sole greco. Tessuti plissettati ricordano le colonne dei templi dell’antica Grecia. A chiudere la collezione un abito interamente ricamato in oro. La sposa ieratica in bianco latte finemente drappeggiato, è avvolta in un grande mantello di prezioso pizzo ricamato che si apre in due ali di farfalla.

Luigi Borbone  Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office
Luigi Borbone Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office

Luigi Borbone per la collezione Primavera-Estate 2016 s’ispira all’Orlando del film di Sally Potter tratto dal romanzo di Virginia Wolf, dove femminile e maschile si alternano dopo un sonno che prelude al cambiamento. Il concetto di genderless si fa largo tra le pieghe degli abiti leggeri, impersonificato nell’immaginario dello stilista dalla protagonista del film, Tilda Swinton, famosa modella e attrice dai tratti androgini. Una palette dai colori tenui e pastello asseconda la trasformazione come sfumatura, non con il buio del nero ma con il blu profondo per sottolineare che la metamorfosi avviene prima all’interno della donna e poi all’esterno. Cascate di Swarovsky ricoprono di dettagli gli abiti, divenendo talvolta una scintillante armatura. Le acconciature vaporose e morbide sono arricchite da accessori come grosse brooches o corone dallo stile medioevale. Ai piedi solo ballerine con lacci, uno dei trend assoluti della prossima PE 2016.

Rani Zakhem - Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office
Rani Zakhem – Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office

Lo stilista di origini libanesi, Rani Zakhem ci porta in una immaginaria pista da ballo per farci volteggiare nei mitici balli dei tempi passati, e indietro nel tempo in una New York anni ’60 e ad un party di Truman Capote, con la sua collezione SS 2016 intitolata “One more dance”. Abiti ariosi che scintillano in gocce di brina e si muovono leggiadri. Lo stilista attinge a piene mani negli archivi dei grandi creatori dell’America del dopo guerra conducendoci attraverso i look creati da Charles James, Jacqueline de Ribes per le principesse dei tempi moderni.

Rani Zakhem  - Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office
Rani Zakhem – Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office

La collezione vuole essere un vero e proprio omaggio a New York e all’euforia degli anni ’60, nonché allo sfarzo degli anni ’80 ben espresso da gioielli, pellicce e quant’altro di splendente contraddistingue quel periodo. Una collezione questa da red carpet, dove tornano ad essere protagonisti i fiocchi. Dai bustier sbocciano gonne a corolla lunghe fino a terra o si fermano alla caviglia, come nella Nouvelle Vague. Ricami che ricordano la Belle Epoque li troviamo nelle cascate di tulle delle crinoline, che gonfiano le gonne di duchesse, organza o Mikado. I corsetti sono impreziositi da lucenti cristalli. Abiti a sirena in morbida seta, e strascichi qua e là rendono la silhouette maestosa ed elegante. I colori per eccellenza, polverosi ed opachi danno vita a sogni nostalgici. L’essenza della collezione? Ovviamente romanticismo, freschezza e purezza.

Sabrina Persechino - Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office
Sabrina Persechino – Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office

Sono architetture le sue collezioni, prima ancora di essere l’estro di una stilista. Ogni sua creazione è un valore aggiunto alla sua creatività. Stiamo parlando di Sabrina Persechino, che ha presentato per la collezione Primavera-Estate 2016, di scena all’ex Dogana, una reinterpretazione delle architetture di Eric Owen Moss. L’audacia delle costruzioni di Moss, che sembrano a prima vista delle ragnatele tessute casualmente, danno ampio spazio alla creatività della Persechino che utilizza la teoria dell’architettura di Penelope, per fare e disfare i suoi abiti come Moss disfa gli edifici, come la riqualificazione di Culver City, la Torre (W)rapper e il Waffle. Prospetti apparentemente vuoti, smantellati sulle sensuali schiene e sui decolté profondi.

Sabrina Persechino - Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office
Sabrina Persechino – Spring-Summer 2016 Courtesy of Press Office

La continua ricerca di contaminazioni portano Sabrina Persechino a sperimentare l’utilizzo di nuove trame e orditi, composti talvolta da tagli casuali, e altre volte da tagli paralleli come pettini di un telaio. Protagonista della collezione P/E 2016 è Aracne, la giovane tessitrice trasformata secondo la leggenda in ragno da Atena, e l’abito peplo, tipico delle regioni elleniche. Proprio come un ragno abile trapezista, che oscilla su un filo di seta, le stesse stoffe tessono gli abiti della collezione. Come ragnatele bagnate dalla brina la palette di colori punta sui toni argentei e lunari, ma anche ferrosi come gli edifici del Moss, bianco, nero, cobalto e un rosa argenteo per il peplo della dea Aracne.

 

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