Archivi tag: spettacolo

“Aggiungi un posto a tavola”, al Teatro Brancaccio in scena il musical con Gianluca Guidi

Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più”. E di posti al teatro Brancaccio di via Merulana a Roma ce ne sono tanti per amici e colleghi accorsi ad applaudire il musical di Garinei e Giovannini ripreso a teatro da Gianluca Guidi nella regia e nell’interpretazione sul palco del ruolo di Don Silvestro che fu di suo padre Johnny Dorelli. Con Guidi un cast d’eccezione formato da Emy Bergamo nel ruolo di Consolazione, Marco Simeoli, Piero Di Blasio, Camilla Nigro che interpreta Clementina e Francesca Nunzi. E “e la voce di lassù” non poteva che essere del maestro Enzo Garinei. L’orchestra dal vivo esegue le musiche di Armando Trovajoli con le coreografie di Gino Landi.

Aggiungi un posto a tavola, courtesy of press office
Aggiungi un posto a tavola, courtesy of press office

La storia di “Aggiungi un posto a tavola”, la cui prima messa in scena risale al 1974, è liberamente ispirata ad “After me the deluge” di David Forrest e narra le avventure di un parroco di un paesino di montagna che un bel giorno riceve l’inaspettata telefonata da parte di qualcuno molto importante, Dio in persona, che lo incarica di costruire una nuova arca per salvare se stesso e gli abitanti della cittadina dall’imminente secondo diluvio universale. Sullo spettacolo Guidi confida “un successo planetario, allestito in quasi ogni parte del mondo, fatto salvo solo il mercato statunitense. Una Babele di linguaggi, attitudini attoriali, suoni, costumi e luci… il tutto sotto le mure di un’arca pronta a rifondare il mondo. Personalmente ricordo, ovviamente, le molteplici versioni paterne (chissà cosa sarebbe stato Don Silvestro senza), tra cui quella di Londra in cui lui si dimenticò per sei mesi di essere Johnny Dorelli, e divenne uno straordinario attore anglosassone… non l’ho mai più visto così diverso da se stesso e così straordinariamente bravo”. Un musical che in realtà è una favola che parla d’amore, di accoglienza e di una nuova vita da inventare. Ma anche di fede. E che per questo continua negli anni ad avere successo.

Mugler Follies: la nuova sfida artistica di Thierry Mugler

thierry-mugler-presente-mugler-folliesChe fosse eclettico, lo si sapeva già; che fosse strano, anche; che fosse un genio fuori dagli schemi, pure. Dopo averci incantato negli anni Ottanta e aver provocato, vestendo le più grandi artiste, da Madonna a Sharon Stone e diventando con la sua moda un’icona di quell’epoca, oggi Thierry Mugler torna a stupire con il suo “Mugler Follies”, uno show – cabaret irriverente e scoppiettante, proprio come lui.

In scena al Théâtre Comédia di Parigi e poi dal 2014 a Berlino, è la nuova sfida artistica dello stilista francese: uno spettacolo a metà tra lo Sci-fi e la danza, con molta magia, erotismo ed effetti speciali. Un cast composto da ballerini, attori, acrobati, cantanti, modelli e giocolieri, in cui le protagoniste sono le ‘Muglerettes': niente a che vedere con topless e costumi con piume del Moulin Rouge, ma sexy ballerine travestite da formiche con aderenti pantaloni e bustier in latex nero e il capo coperto di un casco con antenne. Al ritmo di musica elettronica e music – hall, questa donna moderna immaginata da Mugler, realizzerà il suo sogno di diventare una funambola, seguendo un percorso fantastico, tra coreografie e contorsioni. Allo spettacolo partecipa anche Laurent Mercier, ex designer di Balmain, con il suo alter-ego Lola.

MF_photo_08

“Il mio è un omaggio alla bellezza umana – ha spiegato Mugler – È uno show molto visivo e sensoriale, che coniuga erotismo e raffinatezza”. Costo per assistere allo show, comprensivo di cena e champagne: dai 56 ai 189 euro più il volo diretto a Parigi. In attesa che le Mugler Follier arrivino anche in Italia.

Burlesque, quando la sensualità è sinonimo di ironia

Ufficio Stampa Micca ClubConsacrato da Dita Von Teese, che con le sue forme d’avorio si è bagnata nel bicchiere di Martini in diretta dal teatro Ariston durante il Festival di Sanremo 2010, e dall’omonimo film interpretato da Christina Aguilera, al suo debutto cinematografico, il Burlesque negli ultimi anni è diventato una vera e propria moda.

Dagli stilisti proposte anni ’50, pin up style, pizzi, bustini e spettacoli in tv. Ma il Burlesque non è solo questo. Dietro lo show ci sono accademie, ore di studio e tanta voglia di ironia, senza scadere nella volgarità. “Il Burlesque è leggerezza. È un gioco per chi si esibisce e per chi guarda. Quelli che vediamo sul palco sono veri e propri personaggi a 360 gradi: ogni animatrice incarna, durante le sue performance, personalità diversissime fra loro, studiate con molta attenzione”, commenta Chiara che da anni segue assiduamente gli spettacoli in un famoso locale romano. “Ho iniziato ad amare questo mondo dopo aver visto un vecchio filmato, in cui una ballerina Burlesque faceva ruotare i suoi copricapezzoli piumati scuotendo le spalle. Un movimento, chiamato Tassel Twirling, difficilissimo da copiare senza aver appreso la tecnica, ma estremamente affascinante e divertente. Poi ho iniziato ad informarmi, soprattutto su internet, sulla storia di quest’arte meravigliosa. È stato amore a prima vista”, racconta.

La storia del Burlesque segue due percorsi ben diversi fra loro: quello inglese, nato nella seconda metà dell’Ottocento, in cui con questo termine ci si riferiva ad uno scritto comico con intenti satirici, ispirato spesso da un testo drammatico; e quello americano, diffusosi intorno al 1865, con cui si intendeva un genere di spettacolo per adulti, incentrato su scene comiche a sfondo erotico, danze del ventre e siparietti improvvisati basati sul doppio senso. L’accezione americana, con le sue evoluzioni, è arrivata fino ai giorni nostri, decretando il successo di splendide donne come Dixie Evans, Gipsy Rose Lee, Tempest Storm, Blaze Starr, Ann Corio e Bettie Page (spesso associata al burlesque, nonostante non si sia quasi mai esibita sul palco, ma solo in alcuni film girati da Irving Klaw).

Le critiche da parte della società non sono mai state poche e ancora oggi, nonostante il boom, la performer di Burlesque viene ancora giudicata con negatività. “Il Burlesque è una forma d’arte fine a se stessa. È ben lontano dallo strip tease. Non è volgare – continua Chiara -. La donna si spoglia con movimenti eleganti e non rimane mai totalmente nuda. Gioca con il pubblico senza esserne l’oggetto.  Inoltre, le performer non seguono il modello standard di bellezza da copertina”. Alte, magre, bassine o cicciottelle: il Burlesque non ha limiti di taglia o di centimetro. Tutti i corpi vengono valorizzati dalla personalità del personaggio recitato, dalle sue movenze e dagli abiti che indossa. “Un buon esempio da trasmettere al mondo della moda, e non solo. Anche per questo motivo a seguire questi spettacoli sono più donne che uomini”.

Ufficio stampa Micca Club

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...