Sei stato invitato finalmente a una sfilata e non vedi l’ora di metterti alla prova raccontandola nei minimi dettagli? Per raccontare una sfilata nel migliore dei modi, ecco 5 cose da sapere per fare un lavoro eccellente da vero giornalista di moda!
Come presentare una sfilata: 5 cose che devi sapere
1. CONOSCERE LO STORICO DELLA MAISON
Per poter raccontare l’evoluzione proposta dal brand, è fondamentale ricordare quali dettagli lo contraddistinguono e quali hanno caratterizzato le sfilate degli anni precedenti. Solo così potrai riconoscere e parlare di introduzione alla novità, di eventuale cambio di rotta o di stile. Ci sono giornalisti che possiedono una memoria di ferro e riescono anche a fare dei paralleli con sfilate di altri marchi.
2. CONOSCERE LA CULTURA DEL NOSTRO PAESE E RICONOSCERE IL MOMENTO STORICO IN CUI VIVIAMO
La moda fa parte della nostra cultura e non è mai solo vestiti e ammennicoli. Se negli anni ’80 andavano di moda le grandi spalle, dietro c’era un motivo storico e culturale: la posizione della donna nel mondo del lavoro stava cambiando. Ecco perché la donna aveva bisogno di “rinforzo” e di spalle grandi e forti per poter competere con i business man. La moda ha accolto il suo bisogno e le è venuta in soccorso. Quindi, impara a interpretare i nuovi messaggi di moda che le maison cercano di lanciare: cosa c’è dietro? A quale bisogno rispondono? Cosa stanno tentando di denunciare?
Spesso quello della prima fila è un vezzo. Tutti ambiscono alla prima fila per far vedere che sono importanti e che meritano un posto VIP. In realtà quando i giornalisti si lamentano perché a loro viene riservato un posto nelle altre fila, capisco bene la motivazione del loro disappunto: non sempre hai la possibilità di passare dal backstage e toccare con mano tessuti e tagli (cosa importantissima per valutare e descrivere al meglio un capo), la prima fila, quindi, ti permette di guardare un look nella sua interezza, dalla testa ai piedi. Le scarpe, per esempio, raramente si riescono a vedere dalla seconda fila ed è un peccato.
4. CONOSCERE IL LINGUAGGIO TECNICO
Sai cos’è un rever? Sai riconoscere lo chiffon e il taffetà? Più sei edotto in materia e meglio è. Più stai a contatto con le sarte e i tessuti e meglio sarai capace di dare un giudizio con cognizione di causa. Chi ha fatto un corso di cucito si renderà subito conto di quanto costa un tessuto (se lo vuoi bello e di ottima qualità) e di quanto tempo ci vuole per assemblare un capo alla perfezione. Impari anche a giustificare il prezzo.
5.CONOSCERE LA CONDIZIONE ECONOMICA DELLE AZIENDE DI MODA
Per completare il quadro, tieniti sempre aggiornato anche sui bilanci delle aziende, sulle loro manovre economiche. Sono stati acquisiti da un gruppo estero? Questo come influenza?
Infine, se siete alle prime armi, leggete i racconti dei grandi giornalisti di moda. Il web racconta sempre meno le sfilate, si limita a pubblicare le immagini, ma c’è ancora chi lo fa (benissimo), come Simone Marchetti de La Repubblica.
Altaroma, andata in scena dall’8 all’11 luglio 2016, si conferma anche questo anno il polo d’azione dei talenti emergenti e dei valori del Made in Italy, innalzando sempre di più il livello di attenzione internazionale sulle proprie iniziative. Luoghi remoti e trascurati riprendono vita e Altaroma come un filo prezioso si dipana per le strade della capitale legando memorie della tradizione al germogliare di una nuova creatività dove freschezza e innovazione si fondono con la storia. Riconfermato è lo spazio contemporaneo dell’Ex Dogana, headquarter della manifestazione e crocevia di tendenze.
Who is On Next? Altaroma 2016
Le tre sezioni in cui è suddiviso l’evento, quali Fashion Hub, Atelier e In Town, trovano in questa edizione sinergici punti d’incontro per un grande obiettivo comune, l’apertura della kermesse verso tutta la città e il suo pubblico, per rendere così fruibile a tutti la creatività emergente. Design d’eccellenza, tecniche e tradizioni, che unite all’utilizzo delle recenti tecnologie delle nuove generazioni di creativi, interpreti della couture e del prêt-â-porter, descrivono un inedito percorso in cui Fashion Hub, Atelier e In Town sono le stazioni si partenza verso destinazioni tutte da esplorare.
Grande attesa per la dodicesima edizione di “Who Is On Next”, il progetto di fashion scouting dedicato ai giovani talenti emergenti della moda realizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia. Un laboratorio di creazioni Made in Italy proiettato sui grandi mercati internazionali e considerato a livello mondiale tra le piattaforme creative più autorevoli. Sono dodici i progetti selezionati finalisti di questa edizione. Per la categoria prêt-â-porter sono cinque i creativi quali Brognano, Edithmarcel, Melampo Milano, Miahatami, Parden’s, mentre per l’area accessori e gioielli abbiamo Akhal Tekè, Azzurra Gronchi, Damico Milano, Ioanna Solea, Lodovico Zordanazzo, Pugnetti Parma e Schield. Il brand Brognano, dall’impronta super femminile e romantica, è caratterizzato da lavorazioni di arricci e volants che ne definiscono un’identità ben precisa. L’amore per il day-wear maschile viene reinterpretato con tessuti ricercati e volumi femminili.
Dalla collaborazione tra Gianluca Ferracin e Andrea Masato nasce il brand Edithmarcel, che riflette la tematica del genere e grazie a volumi, forme e lunghezze creano abiti indistintamente indossabili sia da uomini che donne. Ogni collezione è un progetto in continua evoluzione. Architettura, fotografia, pratica sartoriale, imprenditoria e un telaio fissato intorno a parole come vestibilità, modello, corpo e leggerezza creano il marchio Melampo. Il marchio Miahatami porta con sé invece l’heritage di una cultura antichissima, preziosa e raffinata, quella persiana. Uno stile pensato nella logica del ben vestire che rivela nel suo DNA una spiccata multiculturalità e al contempo un’attenzione sartoriale che fa di ogni capo una sorta di progetto.
Parden’s, fondato da Daniele Giorgio, nasce con lo scopo di offrire un linguaggio visivo grazie ai tagli moderni alla sartorialità italiana, i principali mezzi attraverso cui il designer comunica il suo senso di eleganza. Per quanto riguarda gli accessori Akhal Tekè nasce dall’ispirazione di Benedetta Bolognesi e Gaia Ghetti. Una linea di flat shoes dal sapore unico contraddistingue il loro brand, il cui tema dominante è il ricamo. A debuttare per la stagione A/I 16-17 sono le slippers dallo spirito elegante e raffinato adatto ad una donna contemporanea e cosmopolita.
Akhal Tekè – Who is On Next?
Azzurra Gronchi entra in scena con le sue borse Made in Italy e di alta qualità. Grazie alla conceria di famiglia, importante realtà della tradizione toscana, ha potuto far pratica e allenare la sua creatività. Le esperienze lavorative da Dolce&Gabbana, Costume National e Ferragamo hanno dato forma alla sua genialità mentre la sua determinazione l’ha portata sino a qui.
Azzurra Gronchi – Who is On Next?
A contraddistinguere invece Damico Milano, il marchio di calzature donna creato da Francesco D’amico, è un sottile filo dorato posto sotto ogni suola delle scarpe. La forte esperienza nel mondo dell’abbigliamento si riflette nelle sue collezioni di calzature creando delle vere e proprie opere d’arte.
Damico MIlano – Who is On Next?
Nata a Cipro Ioanna Solea, forte delle esperienze acquisite nel campo della moda lavorando per Valentino e Piazza Sempione, decide di lanciare il proprio marchio di accessori IS. Lo spirito del lusso e la grande tecnica artigianale si fondono nelle sue creazioni dando così vita a pezzi moderni e sofisticati. Borse e collane ispirate al mondo della natura e caratterizzate da una perfetta combinazione tra sensualità e materie prime pregiate.
Le calzature di Lodovico Zordanazzo sono un vero e proprio inno alla femminilità e al colore. Dopo aver lavorato come consulente per marchi come Casadei, Victoria Beckham e Karl Lagerfeld, nel 2015 nasce il brand che porta il suo nome. Un prodotto interamente realizzato a mano in Italia da maestri calzaturieri, che adottano la massima cura per ogni dettaglio.
Lodovico Zordanazzo – Who is On Next?
Dinamicità creativa e profonda conoscenza delle tecniche dei maestri artigiani, pellettieri sopratutto, rappresentano i punti cardine di Pugnetti Parma. Per dare forma all’idea di borsa che ha in mente, Filippo Pugnetti non utilizza il computer ma si dedica completamente al cartamodello in ogni minimo dettaglio. Per quanto riguarda la categoria gioielli Schield è un marchio con sede a Firenze specializzato nella realizzazione di gioielli di lusso con una spiccata propensione per l’artigianalità italiana. Ciascun pezzo viene progettato, intagliato e decorato con un design d’avanguardia e materie prime preziose.
Pugnetti Parma – Who is On Next?
L’interesse per la couture e la tradizione in chiave contemporanea viene rivisitata dai nuovi talenti come Hussein Bazaza, vincitore della special edition Who is On Next? Dubai nell’edizione 2015, portando in scena in questa edizione di AltaRoma un’evoluzione in chiave haute couture della collezione prêt-â-porter FW 2016-17 presentata negli Emirati. Punti chiave della sua collezione sono gli archivi degli alchimisti, simboli geometrici ed equazioni. L’uso del pizzo, i ricami e le decorazioni creano un meraviglioso effetto dipinto sugli abiti. Stelle, farfalle ed unicorni si animano sulle stoffe. La palette va dal nero al bianco, dal grigio all’oro mentre rafia e pizzo sono i tessuti di abiti e gonne svasate.
Altri due design provenienti dal progetto di fashion scouting hanno sfilato la loro creatività in modalità couture, Arnoldo][Battois ed Esme Vie. Il duo veneziano Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois creano suggestive visioni in cui i motivi floreali, come le iconiche peonie, richiamano l’Oriente e la sua cultura, sovrapponendosi a geometrie sporty-chic enfatizzate da luminose texture come il lucrex e il raso satiné. Motivi animalier e grafiche vetrate gotiche sono alcune delle stampe impresse su chiffon, mussola di lana e crêpe.
Arnoldo][Battois – ph. S.Dragone- G.Palma / L.Sorrentino – Press Office Altaroma -http://www.altaroma.it/press-area.asp?cmd=fotografie&calendario=no&id=695A contrapporsi al loro stile troviamo il brand Esme Vie, che combina l’eleganza intramontabile con un tocco decisamente moderno, che segue lo stile degli anni Novanta. I capi della collezione Zefiro sono delicati, ricercati nei materiali ed equilibrati nelle proporzioni. Un trionfo di toni neutri per i classici della sartoria femminile, mentre le trasparenze dei pastello nei deliziosi toni caramello restituiscono freschezza botticelliana ai capi. Ampie gonne dalle architetture ovoidali e bouquet di peonie che arricchiscono i tessuti di gazar di seta contraddistinguono questa collezione.
Testimonianza della vocazione rivolta al sostegno della creatività emergente e dell’apertura internazionale Altaroma ha ospitato Portugal Fashion, una sfilata collettiva di tre designer portoghesi Susana Bettencourt, Daniela Barros, Pé de Chumbo a dimostrare come la genialità portoghese si evolve verso nuove frontiere espressive e come Altaroma sia sempre attenta a captare gli stimoli di innovative abilità creative.
Monteneri – Marquise Bag – Courtesy of Press Office
A segnare il suo debutto in Altaroma con un evento dedicato è Monteneri, piattaforma ispirata al savoir-faire applicato alla moda e al design, che fonde il saper fare manuale della pelletteria con le nuove tecnologie industriali. Con la presentazione di “Centerfold: il saper fare messo a nudo” Monteneri svela le competenze tecniche dei suoi artigiani, un hub dove si favorisce l’alta manifattura. Oltre ad una collezione di borse ed accessori è stata presentata la Marquise Bag, ispirata alle sfaccettature di una pietra preziosa.
Rani Zakhem – Courtesy of Press Office
A calcare le passerelle di AltaRoma con le proprie collezioni sono state anche maison come Renato Balestra, che tra l’altro in occasione dell’evento “Artigiani del Futuro, Tecniche di Couture” ha donato un abito della collezione A/I 2008-09 che è entrato a far parte della collezione del Museo Boncompagni Ludovisi. Rani Zakhem appassionato di gioielli e gemme ha realizzato una collezione per l’A/I 2017 dove i suoi ricami e le sue lavorazioni ricostruiscono il fascino delle pietre. Un omaggio alla magnificenza delle terre russe e all’impero Indiano, tra le corti dei Romanov ed il palazzo del Maharané di Baroda. Ogni abito rappresenta un gioiello o una pietra preziosa, con bagliori accennati, colori accesi e forme sinuose, rubate alle parure più preziose. Abiti come gemme preziose si susseguono in passerella dove la carezza del velluto fa di ogni abito uno scrigno per la donna che lo indossa.
Rani Zakhem – Courtesy pf Press Office
Lo stilista olandese Addy van den Krommenacker lancia invece una speciale collezione dedicata al pittore Hieronymus Bosch ed in particolar modo ha voluto ricreare attraverso le sue creazioni il suo capolavoro, “Il trittico del giardino delle delizie”. La collezione è divisa in tre parti e lo stilista ha realizzato tre foulard a rappresentare ogni tema e gli abiti stessi sono ispirati a tre elementi del famoso trittico. Broccato, chiffon e organza sono accompagnati da gonne plissè soleil che sono un classico nelle collezioni di Addy.
Addy van der Krommenacker – Courtesy of Press Office
A far parte degli eventi In Town di AltaRoma troviamo Margutta Creative District, un progetto nato con l’intento di promuovere la creatività italiana ed internazionale, riportando via Margutta al centro del panorama delle arti contemporanee. Edizione dopo edizione, Margutta Creative District promuoverà il legame profondo tra le radici e la contemporaneità, tra la ricerca e l’innovazione.
Katharine Story – Sfilata Via Margutta – Courtesy of Press Office
L’Alta Moda sarà il filo conduttore di incontri, dialoghi e contaminazioni con vari settori, fra questi troviamo l’arte, il design, la fotografia il food e il wine. Uno degli appuntamenti attesi di questo evento è stato il defilè di moda. Via Margutta è diventata il set di una esclusiva sfilata, su una passerella di 100 metri è stato possibile ammirare le collezioni moda di Katharine Story, dell’Accademia di Moda Sitam di Lecce, di Chiara Baschieri e per la Sezione “Jewelry” le creazioni di Gaia Caramazza e Marina Corazziari.
Marina Corazziari Jewels – Courtesy of Press Office
Grazie a Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragno è stato possibile ammirare la mostra che ha celebrato l’acqua attraverso la creatività. “In acqua. H₂O molecole di creatività” realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, è stata ospitata presso l’Aula Ottagona – Ex Planetario del complesso monumentale delle Terme di Diocleziano.
Enrica Borghi e la sua “Regina dei rifiuti” in Acqua – Courtesy of Press Office
La mostra narra come questo fondamentale elemento naturale, l’acqua, sia così determinante per la nostra vita e dell’intero pianeta e abbia ispirato l’arte, la fotografia e la moda. Alcuni artisti si sono ispirati con le loro creazioni ad essa come Enrica Borghi e la sua “Regina dei rifiuti”, Federico Paris con la “Sorgente”, Ilaria Sadun con “Gocce”. Guillermo Mariotto per Gattinoni mette in mostra l’abito scultura “Foco a ‘mare”, vero manifesto couture contro la tragedia umana degli emigranti.
Guillermo Mariotto per Gattinoni – l’abito scultura “Foco a ‘mare” – Courtesy of Press Office.
E’ al The Church Palace Hotel che ha sfilato Sabrina Persechino con la sua MonoTona A/I 16-17 in funzione crescente e decrescente. Come in un insieme matematico che ha come base l’immancabile nero, Sabrina Persechino crea una collezione che rappresenta una funzione monotòna decrescente sottraendo il nero per arrivare al bianco attraverso texture di grigio.
Sabrina Persechino MonoTona A/I 16-17 – Curtesy of Press Office
Uno stile dalle linee semplici, volumi regolari e monolitici che si ispirano ai principi dell’architettura minimalista. “Less is more” dicevaMies van der Rohe, l’essenzialità diventa qualità e questa collezione la rappresenta a pieno. La semplicità compositiva non è solo questione estetica, quanto percettiva: cachemire, faille, tasmanie, pelle lamé non potevano mancare tanto quanto un riferimento alla cultura giapponese con lievi accenni alle maniche dei kimoni orientali.
Sabrina Persechino MonoTona A/I 16-17 – Courtesy of Press Office
In occasione della celebrazione dei 90 anni di Fendi, la Maison romana organizza al primo piano di Palazzo della Civiltà Italiana, l’esposizione Fendi Roma – The Artisans of Dreams – che rimarrà aperta fino al 29 ottobre 2016. Una mostra ideata per celebrare la creatività e l’eccellenza nella pellicceria sin dal 1926.
Fendi Roma – The Artisans of Dream – Sala Obsession una giungla psichedelica con 300 Bag Bugs
La mostra, suddivisa per sale, Prelude, Roma, Labyrinth, Obsession, Craftsmanship, Experience, Essentials, Dream, e Library, esalta il valore artistico e artigianale di Fendi, da sempre sinonimo di eccellenza, innovazione e savoir-faire dove sperimentazione e creatività vengono interpretate e presentate attraverso un viaggio affascinante e poetico in questi nove universi differenti.
Fendi Roma – The Artisans of Dream – L’artigiano intaglia la pelle – Sala Craftsmanship
Altaroma non poteva poi non ospitare la passerella internazionale più cool e attesa del calendario. Anche questo anno World of Fashion, regala al pubblico internazionale di esperti e appassionati di moda il grande spettacolo della “moda del mondo”.
Fendi Roma – The Artisans of Dream – Sala Essentials
Nei saloni dell’Hotel Westin Excelsior di Roma si è tenuta la sfilata degli stilisti più promettenti del panorama mondiale. Crocevia di un incontro il World of Fashion – commenta il direttore Nino Graziano Luca – “lancia un messaggio di speranza: il dialogo tra le culture è possibile se si usano linguaggi della moda e più in generale delle arti. Una filosofia confermata dal backstage alla scena, dalla perfetta interazione tra gli stilisti all’atmosfera in platea, contraddistinta anche in questa edizione dalla collaborazione con il progetto etico di African Fashion Gate”.
Fendi Roma – The Artisans of Dreams – Library – Il libro di Fendi
A sfilare le collezioni di uno dei più grandi talenti dell’Alta Moda Italiana, Carlo Alberto Terranova con il suo brand New Land Couture, la colombiana Lisbeth Camargo, il marchio italiano Cerrone, che ha proposto abiti di haute couture mixati ad eleganti bolerini, il tunisino Fawzy Nawar che dedicherà un omaggio all’Africa.
World of Fashion – Carlo Alberto Terranova Collection – Courtesy of Press Office
Mentre l’artista della moda Giuliana Guidotti proporrà una linea di abiti da grande soirée. Il Limited Edition vedrà protagoniste le creazioni orafe “Percorsi di una storia preziosa – L’evoluzione del gioiello dall’antica Magna Grecia ai nostri giorni” di Michele Affidato, le scarpe del Brand Roi Riviere; le borse pezzo unico Princess Munira by Giulia Agrosì create in varie parti del mondo.
World of Fashion – Giuliana Guidotti – Courtesy of Press Office
“Una passerella esclusiva – conclude il suo ideatore – dove i due concept di “world” e di “fashion” si guardano allo specchio, si mescolano e si fondono regalando al pubblico internazionale di esperti e di appassionati lo spettacolo universale della “moda del mondo”.
Sfilate, fashion week, calendari della moda: obsoleti! Qualcuno è d’accordo con questa tesi. Qualcuno un po’ meno, legato nostalgicamente a quell’aura di esclusività che questo mondo possiede sin dalle sue origini. Difensori di sfilate tradizionali o sostenitori di nuovi modi di fare moda, una cosa è certa: tecnologia e social hanno introdotto forti cambiamenti all’interno del fashion system. Dopotutto a vedere dal vivo le collezioni sulla passerella sono ben pochi. Giornalisti, direttori, blogger, buyer, celebs sono tutti con il proprio smartphone o tablet in mano, pronti a scattare e a condividere con il resto del mondo quanto stanno “vivendo” in prima persona. Gli stessi stilisti fanno uso dei social. Inoltre, grazie alla trasmissione online delle sfilate è possibile seguire le fashion week anche ai comuni mortali interessati alla moda ma impossibilitati ad accedere agli show.
Alcune modelle intente a farsi un selfie nel backstage della sfilata di Diane Von Furstenberg FW 2016/2017
Questo ha creato alcune problematiche. Se gli addetti ai lavori sono ben inseriti nell’ottica dei calendari, tra gli spettatori è arrivata un po’ di confusione. “Vorrei questo abito. Cosa? Che significa che devo aspettare sei mesi? Ma io lo vorrei ora! Me ne sono innamorata vedendolo alla sfilata e mi dite che non è ancora disponibile?”. Certo, non tutte le persone comuni hanno la possibilità di acquistare un capo griffato. Ma il disagio e l’incomprensione hanno condotto direttori creativi di grandi Maison a rivedere i programmi e a proporre cambiamenti.
Diane Von Furstenberg, ph. Yu Tsai
Una sfilata, in fondo, richiede molto tempo, energie e denaro. E l’obiettivo principale non è forse quello di vendere, prima di quello di far spettacolo o di creare arte da indossare? Tra le varie voci fuori dal coro, la prima, limpida e chiara, a farsi sentire è stata quella di Diane Von Fürstenberg. «Non solo stilisti e buyers. Un po’ tutti ci stiamo lamentando delle sfilate. Specie le persone, che sono davvero confuse a causa dei social media» aveva sostenuto nei panni di presidente del CFDA (la Camera della Moda americana). «La possibilità di vedere in tempo reale le immagini delle collezioni su Facebook e Instagram – ribatteva la stilista – porta le persone a volere subito abiti e accessori che non saranno nei negozi prima di sei mesi. Per questo le sfilate devono essere più vicine alle esigenze dei clienti». Il CFDA ha affidato, quindi, alla società di consulenza Boston Consulting Group il compito di trovare una nuova formula nelle fashion week che fosse più al passo con i tempi.
Le top che hanno sfilato per DVF a New York il 14 febbraio. Da sinistra: Lily Aldridge, Irina Shayk, Gigi Hadid, Kendall Jenner, Karlie Kloss, Jourdan Dunn, Elsa Hosk and Alanna Arrington. ph.Victor VIRGILE/Gamma-Rapho via Getty Images
Nel frattempo che questa rivoluzione è in corso, a New York si sono aperte le sfilate FW 2016/2017. E qualche stilista ha già cominciato a seguire strade alternative. Tra le varie collezioni andate in scena, c’è stata anche quella di Diane Von Fürstenberg. E come poteva colei che ha scagliato la prima pietra proporre una sfilata tradizionale? Di fatto, la sua è stata piuttosto alternativa.
Le amiche e colleghe Gigi Hadid e Kendall Jenner, due tra le top model più famose del momento
La stilista ha radunato tutte le top del momento, quelle la cui popolarità si conta soprattutto a suon di followers. Al cospetto di vostra maestà Von Fürstenberg c’erano Gigi Hadid, Kendall Jenner, Karlie Kloss, Irina Shayk, Lily Aldridge, Jourdan Dunn, Elsa Hosk e Alanna Arrington. Chilometri e chilometri di gambe. Top divine e sorridenti. Sì, sorridenti. Perché lo show non implicava loro di sfilare serie su una banale passerella. Tutto somigliava piuttosto a un cocktail party in discoteca. Tra passeggiate, balli anni ’70, paillettes, trenini, risate, chiacchiere e selfie, le modelle, talvolta sensualmente sedute, talaltra coinvolte nel gruppo, hanno mostrato la loro bellezza e la meraviglia delle creazioni DVF agli spettatori, i quali, a loro volta, hanno fatto a gara per rubare e condividere quanti più scatti possibili. Alla fine anche la stilista si è unita al party con le sue giovani amiche. E si è divertita molto. Alla faccia del saluto furtivo e di corsa lungo il catwalk!
Ma le novità non sono finite. Secondo il principio “see now, buy now” che muove alla base tutta questa rivoluzione, per la prima volta alcuni degli outfit presentati sono già disponibili per l’acquisto sul sito dvf.com. Insomma, no Diane, no party!
La New York fashion week si è appena conclusa, dando inizio a un altro giro di giostra del fashion system. Sulle passerelle della Grande Mela abbiamo visto sfilare le collezioni della stagione autunno inverno 2016-17 in una girandola di tessuti, colori, volumi.
Solitamente devota al casualwear, New York ha mostrato stavolta il suo lato opulento, ricco, sfarzoso. In tempi aridi e desolati, il germoglio della bellezza va coltivato con amore e passione e così la donna del prossimo inverno sceglie la luce, il colore, il romanticismo e un pizzico di magia.
Ecco 6 trend avvistati sulle passerelle della New York fashion week:
Abiti da sera. Eleganti, sfarzosi, opulenti, gli abiti da sera sono stati protagonisti delle prime sfilate di moda donna 2016. Trasparenze delicate, morbida seta, preziosi cristalli hanno invaso molte passerelle newyorkesi. La femme fatale di Reem Acra si strizza in sexy abiti bustier e morbide gonne di seta, Jenny Packhame Altuzarra scelgono uno sfavillante scintillio mentre Monique Luhillier veste le sue donne di leggeri strati di tulle in un incantevole stile etnico-vintage.
Da sinistra: Monique Luhillier, Reem Acra, Jenny Packham, Altuzarra
Ispirazione anni ’70. Gli abiti lunghi a fiori abbandonano ogni cliché che li vede adatti solo alla bella stagione, e si preparano ad invadere il prossimo autunno inverno. Il maxidress in stile hippie, dalle fantasie tapestry e i volumi over, ha calcato le passerelle di Karen Walker, Jill Stuart, Tory Burch in un delicato richiamo alla natura.
Da sinistra: Tory Burch, Karen Walker, Jill Stuart
Bianco candido. Anche il bianco è da sempre considerato un colore da indossare in primavera, ma quest’anno tutte le convenzioni saltano e quindi eccolo abbagliare le collezioni autunno inverno 2016. Romantico e gotico per Rodarte, semplice e retrò per Carolina Herrera, in versione college da Tommy Hilfiger: non potremo farne a meno.
Da sinistra: Rodarte, Carolina Herrera, Tommy Hilfiger
Su con la vita! La vita alta continua a imperversare nelle collezioni della prossima stagione (e meno male!). Allunga la figura, slancia, regala un delizioso vitino da vespa anche a chi ne è sprovvista. Per cavalcare il trend, basta scegliere una cintura che la sottolinei e la valorizzi. Il minimal è vietato: si va dalle cinte di cuoio vintage di Altuzarra alle cinture-bustier di A Detacher, dalle fusciacche di pelle adocchiate sulla passerella di Nicholas K alle fasce a fantasie coloratissime di Desigual.
Da sinistra: Altuzarra, Nicholas K, Desigual, A Detacher
Parola d’ordine: scintillio. I gioielli presentati alla New York fashion week non conoscono mezze misure. Grandi, grandissimi, estrosi e stravaganti. Non vorremo mica passare inosservate? E allora via a chocker di perle e tiare brillanti, spille appariscenti e colletti tempestati di strass, da vera principessa contemporanea.
Da sinistra: Rag & Bone, Tommy Hilfiger, Oscar De La Renta
Scarpe e borse. Impossibile dimenticare le regine degli accessori! I nostri averi saranno custoditi in borse retrò, handbag squadrate, tracolle gipsy e secchielli contemporanei. Ai piedi invece indosseremo tronchetti, stivali di velluto e ancora sandali metallizzati con calzini di spugna annessi. Solo per le più coraggiose!
In alto, da sinistra: Micheal Kors, Custo Barcelona, Alexander Wang In basso: Derek Lam, Anna Sui, 3.1 Phillip Lim
Smartphone in passerella alla New York Fashion Week (Photo: Albert Urso/Getty Images)
Ammettiamolo: febbraio si avvicina, con lui arriveranno le settimane della moda e alla domanda “quale stagione sfila?” un brivido di impreparazione corre lungo la schiena.
I veri feticisti del fashion avranno già storto il naso e risposto immediatamente “l’Autunno/Inverno 2016/2017, è ovvio”, ma il ben più ampio bacino dei non addetti ai lavori potrebbe non essere così competente.
Se i frequentatori abitudinari delle sfilate sanno bene che, nel caso dellecollezioni donna, la stagioni presentate sono sfalsate di sei mesi rispetto a quelle reali (con la Primavera/Estate in passerella a settembre/ottobre e l’Autunno/Inverno, per l’appunto, a febbraio/marzo), il pubblico meno addentro alla materia è spesso perplesso per tale dissincronia.
È forse questo uno dei motivi che ha spinto il Council of Fashion Designers of America (CFDA) ad iniziare i lavori per far sì che presentazioni di collezione e stagioni reali coincidano. Una rilevante conseguenza sarebbe la quasi immediata messa in vendita dei capi visti in passerella.
La presidente del CFDA Diane von Furstenberg (Photo: Patrick Demarchelier)
La stilista Diane Von Furstenberg, presidente del CFDA, ha infatti incaricato lo studio di consulenza Boston Consulting Group di effettuare, proprio questa stagione, una ricerca sulla possibile influenza che un cambiamento nel calendario del prêt-à-porter potrebbe avere su mercato e pubblico. Questo partendo dal presupposto che, grazie alla realtà odierna di social media come Instagram, i vestiti sono in rete non appena le modelle mettono piede fuori dalle quinte, e i seguaci dei brand si domandano come mai possano acquistarli solo dopo sei mesi.
«Ci sono stilisti, commercianti, tutti a lamentarsi degli show. – Ha dichiarato la von Furstenberg. – A causa dei social media qualcosa non funziona più, le persone sono confuse.» La stilista ha poi aggiunto:«Abbiamo qualche idea. A tutti sembra che avere delle presentazioni orientate al consumatore sia un’ottima soluzione.»
Il presidente della Camera Nazionale della Moda Carlo Capasa (Photo: Crisalidepress)
A quanto pare, però, tutta questa concordanza non si è estesa oltre oceano. Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha dichiarato: «[…] agire in questi termini significherebbe sposare una visione principalmente marketing oriented. In secondo luogo, si ingenererebbe una perdita di appeal dei brand emergenti, impossibilitati ad aggredire il mercato in questo modo dall’assenza di un’adeguata struttura industriale alle spalle».
Di una struttura industriale c’è di sicuro bisogno: l’anticipo di sei mesi delle presentazioni di collezione è soprattutto dovuto alle tempistiche di produzione di abiti e accessori una volta selezionati da critici e (soprattutto) compratori. Se una delle opzioni prospettate dal CFDA andasse in porto, questo processo sarebbe mantenuto grazie a minimaliste anteprime in showroom ad uso esclusivo di stampa e buyers, mentre al grande pubblico sarebbe riservato, a stagione in corso, lo spettacolo dei runway shows. Con buona pace dei detrattori di Chanel e delle sue mastodontiche realizzazioni.
Tentativi di percorrere queste strade sono già in atto: dopo la chiacchieratissima sfilata di Givenchy aperta a 800 fortunati, Rebecca Minkoff ha deciso, per l’imminente settimana della moda di New York, di mandare in passerella la sua collezione primavera/estate di fronte ad un pubblico costituito in larga parte da consumatori. Diametralmente opposta è invece la scelta del londinese Thomas Tait, vincitore lo scorso anno del LVMH Young Fashion Designer Prize, il quale opterà per presentazioni su appuntamento con soli stampa e buyers.
Rebecca Minkoff e Thomas Tait: due nuovi modi di concepire la sfilata.
Orientato al marketing o al consumatore che sia, è ormai innegabile che il mondo dei défilé stia attraversando un periodo di piena rivoluzione. L’ipotesi del CFDA potrebbe avvicinare ai ritmi dei social, ma anche nascondere lo spettro – se così lo si può definire – del fast fashion (con Zara ed H&M in testa), un’industria per il pubblico assetato di novità, ma che spesso confonde la velocità dell’ottenere gli abiti desiderati con la ricerca e la qualità degli stessi, principi che invece fondano il prêt-à-porter di lusso.
E che dire del senso della sfilata in sé? Da santuario del gotha della moda a puro evento-spettacolo, una sua mondanizzazione sarà abbastanza attraente dal punto di vista commerciale per abbattere i costi già ingenti?
I prossimi mesi potrebbero fornire qualche risposta, o chissà, magari altri interrogativi. Resta il fatto che l’emozione del silenzio prima della passerella illuminata è difficile da dimenticare.
Atmosfera di attesa creata da Etienne Russo per Lanvin. (Photo: Getty)
Da New York a Londra passando per Milano e infine Parigi: quando si parla di prêt-à-porter ogni fashion addicted sa quali sono le tappe obbligatorie per scoprire le nuove tendenze di abbigliamento e accessori dei migliori brand nazionali e internazionali. Ma quando l’attenzione è interamente rivolta alle tendenze mare è un’altra la città che detta le rigide regole del fashion system. Stiamo parlando di Miami e in particolar modo della Swim Fashion Week 2015, quest’anno svoltasi in quattro giornate dal 18 al 21 luglio, in cui hanno sfilato in totale quasi una ventina di brand mettendo in mostra l’accessorio numero uno dell’estate: il costume da bagno.
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Tantissime le novità che hanno sfilato in passerella e che, in alcuni casi, prendono in prestito la loro ispirazione dalla moda degli anni ’80. Da una parte, infatti, sono stati presentati costumi caratterizzati da uno stile sportswear perfetto per vere surfer girl con slip cut e top sportivi, come quelli di Mara Hoffman, ma anche interi sempre più tecnici e stampe minimal chic come quelli firmati Chromat. Dall’altra parte, invece, il leit motiv sceso in campo a Miami Beach, Florida, sembra puntare sui colori vitaminici e caraibici, su modelli dalle linee sinuose e femminili perfetti per esaltare ancora di più le curve e su un leggero tocco vintage richiamante proprio gli Eighties. Minimale Animale non si lascia scappare l’occasione di far sfilare bikini e trikini effetto bondage su modelle con tanto di casco nella tonalità del nero dark per snellire ancora di più la figura. Intrigante e iper femminile la passerella di Tori Praver che presenta modelli super sexy come micro tanga oppure slip brasiliani resi ancora più eleganti dalle aperture sui fianchi e infine fasce con micro stampe e maxi volants. Palette cromatica che punta interamente sulle tonalità del rosa barbie e della carta da zucchero, con prevalenza di stampa tie-dye, per Luli Fama che porta in auge gli anni ’80 sfoggiando slip dai colori fluo.
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Non manca naturalmente una particolare attenzione ai dettagli come i caftani dalle tonalità calde, i costumi a manica lunga e le culotte a vita alta perfette per adattarsi sul corpo femminile come una seconda pelle. Per quanto riguarda i materiali molto interessante sembra essere la scelta di Mikoh Swimwear di puntare sul neoprene, che rende in pochissimo tempo il costume da bagno grintoso e di carattere data la potente somiglianza alla pelle e al lattice; mentre Caffè Swimwear non si lascia scappare l’occasione della Miami Swim Week per sfoggiare costumi con top a triangolino impreziositi dalla seta, il tessuto numero uno dell’eleganza.
Alla sua XXVIIesima edizione la manifestazione diAltaRoma, in calendario dal 10 luglio al 13 luglio, ha avuto non poche novità a partire dalla nuova sede istituzionale, il Palazzo delle Esposizioni, che ha ospitato quasi tutte le sfilate, inaugurazioni, mostre e progetti speciali trasformandosi per quattro giorni in una “casa-museo-officina della moda”. Pronta a rafforzare il legame tra la moda e la città di Roma, con i suoi sfondi da cartolina, AltaRoma grazie al ruolo che ricopre continua ad essere un grande sistema di promozione della moda italiana.
Anton Giulio Grande – Courtesy AltaRoma PressOffice
E’ con l’immagine di un boudoir francese che si aprono le danze della prima giornata di AltaRoma AltaModa. A debuttare sono le dame, centaure di Anton Giulio Grande. Haute couture come prezioso legame tra arte antica e contemporanea, come espressione di una solida tradizione e di una colta trasgressività riflesse nella performance dello stilista, che ha scelto per la sua presentazione la galleria d’Arte Benucci a Roma, scrigno di grandi artisti tra passato e presente. Tra le sculture di Giorgio De Chirico, Igor Mitoraj e Fernando Botero e le tele di Luca Signorelli, di Gianbattista Tiepolo contrapposte alla contemporaneità di Giacomo Balla la moda si scompone e ricompone secondo i capricci del tempo. Abiti che si fondono con le opere esposte e con il prestigioso mobilio, ricreano atmosfere, sensazioni, emozioni d’altro tempo facendo prendere vita ad una piccola pièce grazie alle modelle, che leggiadre, raffigurano perfetti mimi. Un letto a baldacchino settecentesco con opulenti velluti e sete d’epoca fa da sfondo ad una vanitosa cortigiana che fasciata da un tubino rosso asimmetrico dal provocante taglio ad oblò sul fianco si muove sinuosa nella regale sala con trucchi e acconciature da vero set cinematografico. Simbolo di contraddizione tra antico e moderno sono i due mezzi di trasporto esposti nella galleria, la sfarzosa portantina dorata del 700 appartenuta ai Savoia, che accompagna un abito sirena color miele interamente ricamato da ramage di jais e cristalli, e la versione della BMW R nine T decorata dai tatoo del maestro Marco Manzo affiancata da una centaura d’Haute Couture in giacca simmetrica in raso nero indossata su leggings neri tempestati si swarovski.
Curiel Couture – Ph. Gorunway
Dalla corte di Maria Antonietta balziamo indietro nel tempo fino al Cinquecento in casa Tudor con la sfilata per la collezione A/I 2015/2016 di Raffaella Curiel a Palazzo delle Esposizioni. D’ispirazione Tudors la collezione di Couriel Couture è un omaggio alla Regina Elisabetta in occasione del suo 90° compleanno. Ad influenzare la collezione sono i tagli, le linee dei vestiti e delle giacche dell’epoca che mettevano in evidenzia il punto vita allungandolo, evidenziando il décolleté, impreziosito da gioielli ridondanti e donando più volume ai fianchi in modo da creare un perfetto equilibrio tra femminilità e silhouette. Lusso portato all’estremo dove a dominare sono i piccoli dettagli, dalle gorgères, ai polsi, alle cinture, agli arcobaleni di tessuti mischiati fra di loro e ai bijoux. Dalle modelle ingabbiate negli alti colli spesso rifiniti da colletti inamidati e bianchi si passa alle particolari calzature, ovvero pantofole rivisitate e ricamate con frange per il giorno e con sete per la sera. Ad arricchire gli opulenti abiti ci sono le creazioni della jewels designer Marina Corazziari. Il suo eclettico stile fonde il neo-classico con il barocco e le fastosità rinascimentali. Intere parure realizzate con ori, cammei, radici di smeraldo, rubini e zaffiri celebrano gli sfarzi e le ricchezze d’altri tempi.
Rani Zakhem – Ph. Gorunway
Il viaggio nel tempo attraverso la moda continua con AltaRoma passando alla collezione dell’Ambasciatore del glamour hollywoodiano, Rani Zakhem, che dedica le sue creazioni di Haute Couture Inverno 201572016 al cinema americano d’epoca, Gilbert Adrian, Jean Louis, Orry Kelly, aprendo la sfilata con un omaggio a Marlene Dietrich. La sfilata è stata una interpretazione contemporanea dell’allure della moda della prima metà del ‘900 sospesa tra Art Decò, Ertè, i ruggenti anni Venti, il desiderio di glamour e bellezza nonostante il grigiore delle guerre. Nella collezione di Rani Zakhem ricorrono pieghe che ondeggiano accarezzando il corpo, guaine di pizzo d’oro ornate di cristalli, tubini di lurex che ricordano una argentea cascata. La luce è il principale filo conduttore della collezione ed è l’uso del colore in particolare che ne esalta la luminosità. I colori sono quelli rubati alle sfumature dell’oro, arancio, champagne fino al rosso fiammeggiante fino ad arrivare nel gran finale interpretato con un cielo di raso nero tempestato da una costellazione di diamanti, in un immaginario ciclo che vede l’alternarsi del sole e della luna a scandire il trascorrere del tempo tra il giorno e la notte. Merletti, cascate di pailletts, pizzo di Solstiss ricamato di pietre, chiffon drappeggianti e mantelle di seta avvolgono i fluttuanti abiti per una donna elegantemente sensuale, una Lola contemporanea di cui resta solo il ricordo avvolto in una nuvola bionda.
Renato Balestra – Ph. Gorunway
In passerella per la collezione A/I 2015/2016 di Renato Balestra, che ha sfilato nel suo stesso Atelier a Roma, tutte le sfumature del grigio. Questo il fil rouge delle sue creazioni, dal pallido perla all’argento brillante, dal platino fino all’ematite. Preziosa e sontuosa l’Alta Moda di Balestra è ricca di dettagli dove il lusso e l’alta tradizione sartoriale si fondono con le esigenze della quotidianità. Tessuti sostenuti e rasi ton sur ton si sposano creando effetti di lucido ed opaco. Leggera la sposa, in platino con effetto “liquido” dove i rivoli di tulle impalpabile e i leggeri ricami madreperla delineano una silhouette evanescente e romantica.
Luigi Borbone – Ph. Gorunway
Continuando a celebrare il passato, le epoche, la bellezza femminile, AltaRoma porta ancora una volta in scena il perfetto connubio tra moda, arte e cultura. Come un ricordo, un profumo, sulla passerella camminano le muse di Luigi Borbone nella sua A/I 2015 in un’eleganza che non teme l’ostentazione della femminilità. Abiti che scivolano sul corpo ispirati a kimoni o mise da raffinatissime concubine si accostano al corpo nel busto per aprirsi in basso con gonne plissé e sbiechi dal tono new look. I colori vanno dall’amaranto al blu cina, dal verde acido alle antiche porcellane. Volumi morbidi e tagli geometrici sono raccolti da fiocchi e nastri che chiudono abiti robe manteau, giacche e abiti morbidi come vestaglie. Particolare l’uso del monocromatismo e dei colori ai limiti del fluo per dare un tocco contemporaneo agli abiti anche grazie all’uso di moderne tecnologie e alla preziosità degli Swarovski che permettono di disegnare con la luce sulla collezione.
Sabrina Persechino – Courtesy Press Office
Moda e architettura, due mondi apparentemente distanti ma al tempo stesso incredibilmente vicini riuniti in passerella. La donna di Sabrina Persechino, per la collezione A/I 2015/2016 è rappresentata dal leit motiv che prende sapientemente ispirazione dagli espedienti decorativi arabeggianti alla maniera del Muquarnas dell’architettura orientale. A sfilare abiti realizzati con orditi di design di interni lavorati e realizzati ad hoc per dare vita ad outfit da giorno, cocktail e da grand soirée. Grande importanza ricade sulla Cappella Palatina di Palermo e in particolar modo sulla sua cupola, sul transetto e sulle absidi in quanto è da qui che la stilista ha preso spunto per realizzare le cappe-mantello nei color zaffiro, che richiamano le arcate ogivali e i vaporosi abiti nella cromia del rosso accesso a reinterpretare l’innesto in pianta della cupola che si eregge sopra le tre absidi del santuario. La tavola dei colori spazia dall’oro al bianco, dal blu sfumato nei toni del zaffiro e dell’argento brunito fino al rosso a ricordo delle absidi inarcate tra loro. Gli abiti stessi sono la fonte di luce e grazie alle loro forme lineari ricordano la sacralità.
Chiaradè – Courtesy of Press Office
Dalle magnificenti arcate ogivali che suggeriscono le austere forme degli abiti della Persechino si passa alle forme voluttuose e soffici della raffinata, romantica e sognatrice donna Chiaradè. Disegnata dallo stilista Pasquale Pironti, la sua musa vive di passione come le rose rosse, elemento iconico presente in gran parte delle creazioni, ricamate e stampate che sbocciano protagoniste sugli abiti sartoriali attraverso petali di seta applicati su macramé, broccati di seta e pizzi. La collezione A/I 2015/2016 pensata dallo stilista sembra voler rimandare ad una struggente storia d’amore, e si ispira al libro di Anne Deniau, fotografa francese, che per 13 anni ha seguito i backstage delle sfilate dello stilista inglese Alexander Mc Queen. Gli abiti da cocktail realizzati a mano e su misura avvolgono la silhouette con delicati chantilly e rebrodè francesi, voile leggerissimi, organze e tulle di seta. A dominare è il rosso con tutte le sue sfumature, anche se non manca il nero e il nude. Nuvole di tulle per gli accessori, che avvolgono il corpo e il volto delle modelle “perché l’amore non guarda con gli occhi” riprendendo il titolo del libro fotografico a cui lo stilista fa riferimento.
Green Inspiration – Courtesy of Press Office
Tra sfilate, mostre e presentazioni ci sono stati anche molti eventi collaterali in giro per la città come ad esempio “Green Inspiration” ideato da Fashion News Magazine, da un’idea di Barbara Molinaro e Chic Zone in collaborazione con Matrix, Accademia L’Oreal e Simone Belli Academy. Un evento ed un premio questo, un percorso alla scoperta di progetti ispirati al mondo Green comeabiti, accessori, arte, libri per non parlare dei prodotti di bellezza tutti firmati L’Oreal. Tanti gli ospiti intervenuti che hanno affollato le storiche sale di Palazzo Mignanelli, sede dell’Accademia L’Oreal di Roma. Green Inspiration ha offerto ai partecipanti un servizio gratuito di global beauty da esperti del settore così, trasportati dall’inebriante profumo di melograno, arancia e bacche di acai hanno potuto conoscere il nuovo servizio “Biolage Cleasing”, un prodotto innovativo che deterge e condiziona il capello all’istante. In mostra anche le creazioni artigianali eco friendly come Eco Tools, leader nella produzione di pennelli per il trucco eco-conscious. Presenti nomi noti nel campo della moda e del design sostenibile come Siria Eco Design, Nana’è el by Nanaaleo, Sbottonando. Durante l’evento è stato anche assegnato il “Premio Green Inspiration” al prodotto più innovativo, la spazzola Eco Tools, che grazie ad una tecnologia naturale con le le sue setole autoriscaldanti fa risparmiare il 20% di energia e tempo. Un nuovo modo di fare eventi questo, un nuovo modo di vivere la settimana della moda capitolina, ricca di appuntamenti, pubbliche relazioni immersi nell’arte e nella cultura.
Colori pastello, look romantici e retrò e attenzione ai dettagli sartoriali rigorosamente Made in Italy. La vetrina di Milano Moda Uomo si è da poco conclusa e i riflettori, ormai spenti sulle passerelle delle case di moda più famose al mondo, sono ora puntati sulla ricerca delle tendenze maschili per la prossima stagione primavera/estate 2016. Moltissime le maison d’alta moda che come al solito hanno partecipato facendo sfilare uomini dai look sempre più casual chic.
Molta attenzione è stata data alla direzione di Alessandro Michele per la nuova collezione firmata Gucci in cui, per la prima volta, hanno fatto la loro comparsa delle ballerine da uomo. Tendenze, queste, che precorrono i tempi trasportandoci in un futuro in cui l’uomo moderno sceglie accessori femminili mai usati prima d’ora. Le stampe floreali fanno ancora una volta il loro ingresso in passerella seguendo la tradizione storica del brand che pone sempre l’accento su petali colorati freschi e primaverili. Tra i materiali scelti prevale la seta che fascia il corpo dell’uomo in maniera aggraziata seguendo i suoi movimenti su capi d’abbigliamento dalla linea stretta e attillata. Camicie e pantaloni si fanno slim ma non troppo per essere infine messi in risalto dai colori talvolta accesi e spesso pastello scelti per questa collezione.
Tagli sartoriali e mood raffinato ed elegante invadono, invece, la passerella di Giorgio Armani che ancora una volta rende l’uomo sofisticato grazie ai capi d’abbigliamento presentati tra cui camicie a righe o di filo lisce e pantaloni dalla linea scivolata e dalla lunghezza midi fino a metà gamba. Per la linea Emporio Armani diventa al contrario protagonista la pelle facendo il suo ingresso trionfale su blazer e giacche diffondendo subito un mood decisamente più rock ma sempre bon ton in perfetta sintonia con la filosofia del brand. Un animo deciso che si insinua anche nella collezione P/E 2016 di Philipp Plein in cui a farla da padrone sono le borchie che rendono lo stile maschile audace e per nulla banale.
Semplicità e rigore sembrano essere invece le parole chiave per Calvin Klein dove in passerella si respira un’aria nuova composta in prevalenza da linee piuttosto pulite e tonalità intense. Lusso, stile e classicità sono i tre punti cardine che legano le nuove collezioni della prossima stagione di Dolce & Gabbana ed Ermenegildo Zegna pensate entrambe per eventi eleganti dove primeggiano da una parte giacche doppiopetto e materiali pregiati come la seta e dall’altra completi da lavoro a cui si aggiunge infine anche un trench coat dalle nuance pastello. Colori questi che conquistano perfino il cuore di Ermanno Scervino che li trasferisce su pullover traforati in perfetta armonia con le restanti fantasie della capsule collection, tra cui camouflage e pied de poule.
L’annuncio ufficiale di date e location, per le nuove collezioni Cruise 2016, aveva messo in subbuglio il mondo del fashion con il tanto atteso inizio alle danze di Karl Lagerfeld nella giornata del 4 maggio. Per l’occasione, il fashion designer ha scelto di far sfilare la nuova capsule collection di Chanel direttamente a Seoul, all’interno del Dongdaemun Design Plaza progettato da Zaha Hadid. Un incontro fra mondo occidentale e orientale espresso in un mix perfetto fra modernità e tradizione. Il direttore creativo della maison francese ha presentato ben 95 proposte, disponibili a partire da novembre, che non lasciano spazio alla classicità ispirandosi al mondo colorato dei cartoon giapponesi. Le modelle, quasi tutte truccate secondo il minnie style, hanno fatto rivivere in passerella la magia dei tessuti popolari coreani e dell’artigiano locale mettendo in risalto al tempo stesso tessuti iper tecnologici, moderni e funzionali. La K-Pop collection di Lagerfeld, come ha dichiarato lui stesso è stata: “l’esplorazione di un universo estetico proiettato al futuro” e tutto questo è stato infatti sottolineato sia dai materiali selezionati che dalle tonalità presentate come l’avorio, il verde menta, il blu cielo e un insieme multicolor riproposto su una serie di abiti dalle lunghezze midi e maxi. A completare la collezione gli intramontabili completi in tweed, abiti di chemisier, gonne e giacche a trapezio e pantaloni dalla linea dritta e confortevole. Gli accessori scelti da Lagerfeld, infine, sono un tocco di gusto che regala quel bon ton in più grazie a spille lavorate, perle e catene.
Solamente due giorni più tardi, il 6 maggio, è stato il turno di Nicolas Ghesquière che come location per la nuova collezione Cruise 2016 di Louis Vuitton ha scelto una delle panoramiche più belle ed emozionanti di Palm Springs. Affascinante e suggestiva, la Bob and Dolores Hope Estate si è dimostrata fin da subito perfetta per accogliere una capsule collection pronta a stupire soprattutto data l’ispirazione principale che ha mosso il genio creativo del fashion designer a capo della maison francese. Ghesquière ha infatti dichiarato che il fil rouge di tutta la linea è stata la contrapposizione, o meglio il paradosso come dice lui stesso, tra le linee rigide e brutali caratteristiche dell’architettura e l’eleganza raffinata degli interni. “L’idea di mixare una certa rigidezza alla dolcezza delle forme” è stato un richiamo praticamente irresistibile per il direttore creativo di Louis Vuitton.
Durante la sfilata a Palm Springs ha dominato incontrastata una palette cromatica fatta di nuance tenui e delicate come il bianco, il blue navy, l’oliva e l’arancione. La pelle, come materiale, è stata reinterpretata in più forme dagli accessori come le cinture alla vita, borse da giorno e scarpe sportive fino agli abiti leggeri e impalpabili. Come unico contrasto l’effetto coco dal finish lucido per garantire un aspetto contemporaneo e ribelle alla donna Louis Vuitton. Dagli abiti agli ensemble la parola chiave è morbidezza. Che si ritrovi negli ampi abiti lunghi o nei top con inserti cut out passando infine per le maxi gonne e i capispalla la silhouette femminile è rispettata nella sua raffinatezza e magnificenza.
L’Italia più bella, più colta, più densa di significati è quella che ha deciso di portare in passerella Alberta Ferretti per la prossima stagione autunno inverno 2015-2016. In netta contraddizione alla nostra epoca fatta di autoscatti e selfie, la stilista attinge ispirazione dal Rinascimento e dai ritratti sui quali i pittori dell’epoca trascorrevano interminabili ore per cogliere le più fugaci sfumature del volto, delle parvenze e delle espressioni di quelle donne angeliche.
In netta contraddizione al nostro periodo si, ma anche simile per certi versi: un invito a rinascere, a far ricresce l’Italia partendo dal suo patrimonio artistico e storico, che ci insegna a non arrendersi mai nonostante il periodo di crisi e ci aiuta a sperare in un nuovo rinascimento.
E cosi sulla passerella sfilano donne dalle forme rinascimentali: abiti in chiffon arricchiti dal pizzo e accompagnati da cuissard in velluto si alternano a cappotti di mohair e lunghe redingote di broccato dalle sfumature brunite; camice bianche e impalpabili si sovrappongono a pellicce in tonalità calde, come il rosso, l’oro e il bronzo.
Le stampe che decorano i maxi-abiti sono ripresi da arazzi antichi, che denotano il piglio couture della collezione ripresa anche nell’utilizzo di materiali pregiati come i tessuti importanti, come il velluto dégradé, i damaschi a sbalzo sulle gonne, la pelliccia insaziata, le placche metalliche, i cristalli e le perle per i ricami.
Gli accessori si contraddistinguono: al posto delle collane ci sono i colletti che fanno da morbide gorgiere, pantofoline di velluto con applicazioni di cristalli e fiocchi gioiello, mini bag con applicazioni.
“Abbiamo il paese con un patrimonio artistico altissimo la cui bellezza affascina il mondo e a quella bellezza mi sono ispirata per la mia collezione” dichiara Alberta Ferretti nel front row al termine della sua sfilata e che dire se non dar ragione alla stilista e continuare a importare questa nostra immagine del mondo come allora con la necessità di ora.
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