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Oltre la ragione

Millenovecentoquarantacinque. Jean Dubuffet inventa il concetto di Art Brut. Spontanea, scevra di riferimenti cultura e tecnicismi viene realizzata da persone prive di una formazione artistica.

Malati mentali, bambini, psicotici sfogano le loro pulsioni emotive producendo opere sintetiche ed immediate. Spinto dalle teorie di artisti d’avanguardia come  punta al superamento dell’arte tradizionale proponendo come fonte d’ispirazione il profondo di ciascun individuo.

Pigne, cactus, story toy sono i soggetti ripetuti in una serialità ossessiva e convulsa da Tarcisio Merati, dichiarato affetto da sindrome dissociativa e schizofrenia nel 1959. La sua arte è simbolica, emozionale, intensa. Ogni elemento rappresenta un automatismo psichico a cui si cerca di dare una normalità. Ecco come il nido, gli uccellini, gli organi genitali assumono significati sulla condizione di Tarcisio Merati, anche se spesso, tali emozioni contrastano con le tonalità scelte, per lo più vivaci ed allegre.

Muri, porte e pannelli d’ospedale divengono la tela del mondo interiore di Adolf Wolfli. Schizofrenico, arrestato per diversi stupri e successivamente internato sfoga l’assenza di comunicazione realizzando arte. Qualsiasi oggetti può essere utilizzato come mezzo espressivo. Riviste, fotografie, pareti vengono reinterpreti secondo uno stile simmetrico e ripetitivo nel quale vivono tutti gli elementi che vivono all’interno del mondo interiore creato dall’artista.

Analizzare opere d’arte di malati mentali che hanno violentato bambini, stuprato donne, massacrato la propria famiglia va oltre il tecnicismo accademico. L’arte assume un carattere terapeutico. Ogni segno, anche quello più impercettibile diviene quindi una chiave per entrare nel complesso mondo dell’artista, chiunque esso sia.

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