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Tutti vestono Sanremo. I look delle star al 66^ Festival della canzone italiana

“Un giorno mi dirai….”, suona ancora nelle nostre orecchie il grande successo degli Stadio proclamato vincitore della sessantaseiesima edizione del Festival (o festivàl) di San Remo. Ronza ancora nell’aria la ritmata “Wake up” di Rocco Hunt e cerchiamo ancora di ricordare divertiti i molteplici ritornelli che riempiono la canzone di Elio e le storie tese. Da sempre si sa che il Festival fa parlare di sé, anche quando il sipario viene calato sul teatro Ariston. Oltre a sentire le canzoni e ad aspettarsi qualche scivolone (non solo fisico dalle scale) dei valletti in questione, ciò che molti aspettano è di vedere i look delle star e degli ospiti per poi poterli criticare vestendo i panni di Enzo Miccio, urlando  allo schermo “ma come ti vesti?”! Vi prego ditemi che lo fate anche voi!

teatro Ariston

Oltre alla gara canora dietro le quinte si accende una vera battaglia tra gli stilisti per vestire i valletti, gli ospiti e ovviamente i cantanti che, ad ogni esibizione, indossano outfit diversi, sfilando come modelli prima di raggiungere la temuta asta del microfono al centro del palco.

Sicuramente da questa edizione molti sono usciti come vincitori per quanto riguarda il look, altri invece sono rimandati assolutamente a settembre (pardon a febbraio)!

Il primo premio se lo è aggiudicato sicuramente il padrone di casa Carlo Conti, il quale  ha saputo dirigere cinque lunghe, ma che dico eterne, serate in Euro visione. Oltra allo stile personale il tocco in più glielo ha dato Salvatore Ferragamo, celebre brand italiano che lo ha vestito con completi eleganti e raffinati, adatti a un conduttore chic come Conti.

Carlo Conti   Carlo Conti con Virginia Raffaele   C.Conti

Al fianco del conduttore l’attore sex symbol Gabriel Garko, il quale, ogni tanto, è riuscito a distogliere lo sguardo dai fogli che si portava sempre dietro mostrandoci cinque look, omaggi a divi del cinema. Da Paul Newman a Marcello Mastroianni, da Cary Grant a Marlon Brando fino a vestire i panni dell’affascinante Sean Connery in 007 in smoking bianco.

Gabriel Garko    G.Garko

Altra “spalla” di Conti la bella Madalina Ghenea, la colta Miss Universo in Youth, capolavoro del grande maestro Paolo Sorrentino. Ogni sera uno stilista diverso, ogni stilista tre cambi. Piume, trasparenze, spacchi audaci, scollature vertiginose e gioielli preziosi. Una Elsa di Frozen, come lei stessa si è definita, contemporanea e per niente timida.

Alberta Ferretti si è aggiudicata la prima serata. Dopo un azzardato e poco applaudito look da tigre della Malesia, i toni si sono raffreddati con tinte ghiaccio e trasparenze.

Madalina Ghenea, ferretti  Alberta-Ferretti-per-Madalina-Ghenea-sketch  Madalina Ghenea in Alberta Ferretti

Più romantica la maison di moda francese Vionnet per la terza serata, che ha velato il corpo della modella con abiti raffinati. Essenziale nei colori, bianco, nero e rosso. Essenziale nello stile. Essenziale nella quantità di tessuto altezza décolleté.

Cristina Savulescu, designer rumena connazionale di Madalina, ha vestito la modella per la quarta serata con trasparenze, piume, luccichio stile disco anni 80,(intendo il lampadario).

Zuhair Murad, per la seconda e per l’ultima serata, ha continuato questo gioco di trasparenze, in caso non avessimo capito le fattezze della Ghenea, con abiti leggeri e leggiadri, grigi metallici e algidi bianchi fino a un’esplosione di rosso carminio.

madalina ghenea

Simpatica, irriverente e dai mille volti. La comica Virginia Raffaele ha divertito il pubblico vestendo i panni di una esuberante Sabrina Ferilli, di una rigida Carla Fracci, di una Donatella Versace che perdeva pezzi di pelle rifatta lungo il palco e di, ormai il suo cavallo di battaglia, Belen Rodriguez, sempre pronta a essere fotografata dai paparazzi! L’ultima sera però Virginia ha interpretato sé stessa vestendo lunghi abiti con ardimentosi spacchi di Marco de Vincenzo. Insomma dietro la maschera ecco apparire una bella donna, in gamba e con gambe chilometriche da far invidia alla cara collega Madalina.

Virginia Raffaele

 

E ora la carrellata dei look scelti dai cantanti in gara!

Parte Noemi con la sua “borsa di una donna”. Non è più la ragazza un po’ hippy dall’aria assente e trasognata. I capelli si ammorbidiscono in boccoli composti (anche se il lungo rasta non lo taglia neanche per San Remo). Gli abiti, di Bianca Gervasio, mostrano profonde scollature, linee morbide, colori basici, dal nero al bianco al burgundy. Che sia un tailleur o un abito lungo il risultato è una donna femminile e seducente.

noemi

Annalisa, vestita in Mario Dice, mostra raffinatezza e buon gusto con abiti che sfiorano il pavimento, scollature generose (a questo punto sembra essere ciò che accomuna le donne del festival) e ricami virtuosi. Eleganza forse un po’ forzata in una ragazza di trent’anni che, oltre a cantare e decantare l’amore, potrebbe aggiungere un po’ di grinta al suo stile.

Dolcenera, in Emilio Pucci, si mostra in total black, poi in total White e poi black and white. La dark del debutto lascia spazio a una fatina che svolazza sul palco fino a entrare in un mood optical decisamente anni Sessanta, decisamente Emilio Pucci!

Francesca Michielin, giovanissima, timida, carina in Au jour Le jour. Gli abiti sono come lei, giovanili (escluderei da questo elogio il primo abito un po’ troppo breaking amish) e semplici. Trucco acqua e sapone, capelli sciolti, colori tenui. I suoi 21 anni diventano per magia 15, specialmente in finale con una jampsuit rosa pastello.

annalisa  dolce nerafrancesca michielin

Un po’ meno vincitrici di stile Arisa e Debora Iurato. Se la prima si è presentata alla prima serata con un maglioncino-abito un po’ #insipidinosemplicino di Anna Purna, la seconda era pronta ad andare al ballo di corte con Lady Oscar. L’abito lungo color prugna, ben farcito e voluminoso non è stata la scelta perfetta per l’ex vincitrice di Amici. Dopo una scarica di commenti negativi e dopo l’abbandono dello stilista Francesco Paolo Salerno, il quale non ha più voluto che il suo nome venisse associato alla cantante (comoda così), Debora ha ripiegato per look semplici, ma che dico, semplicissimi, con giacca e pantalone nero, stop!

arisa  debora iurato

La simpatia va a Elio e alle sue storie tese, tutti in rosa big bubble scelto da Etro. Coraggiosa Patty Pravo che oltre a mettersi in gioco con la voce ha scelto mise sempre più discutibili, da completi stampati anni settanta, al giubottino di pelle, all’effetto “non indosso niente sotto la giacca”, tutti disegnati da Gianluca Saitto. Incommentabile, perché impeccabile, Valerio Scanu in Carlo Pignatelli, posato e signorile, diverso dal più sbarazzino Alessio Barnabei in Christian Pellizzari.

Elio in Etro  scanu  barnabei

Gli ospiti hanno sicuramente mostrato un po’ più stile. Laura Pausini col suo “grassie grassie” romagnolo ha incantato il pubblico presentandosi con un abito nero e rosa plissettato di Stefano de Lellis e la mitica giacca dalle spalline giganti,  con cui vinse proprio il Festival di San Remo nel 1993. Che dire poi di Nicole Kidman, una bambola di porcellana pronta a rompersi nel suo abito Giorgio Armani con vertiginosa scollatura sulla schiena. Kasia Smutniak con un abito da sera tra lo chic e il bon ton, di Prada, approda all’ Ariston per presentare il suo film in uscita con la collega Anna Foglietta, in un altrettanto elegante abito nero firmato Costume National.

pausini  nicole kidman  kasia smutniak

 

Si chiude così la sessantaseiesima edizione del festival più amato e più odiato, più seguito e più evitato d’Italia. Nessuno lo segue ma ancora fa picchi di ascolti. Facciamo zapping e poi ci ritorniamo, anche perché non c’è niente nelle altre reti, gli amici su facebook lo commentano, la nostra serie televisiva preferita slitta alla settimana dopo.

La musica è cambiata, i suoni sono diversi. “Si parla veloce e non si canta più come un tempo”- così affermano gli anziani-” sono canzoni che verranno dimenticate domani!”.

I look invece sono sempre stati criticati, amati e copiati, dal tempo di “Grazie dei Fiori” e “Vola colomba vola”. E citando Chanel “la musica cambia, lo stile resta” (diceva così, vero?).

 

 

 

 

 

 

 

 

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