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L’Alta Roma e l’Alta Moda Italiana: connubio di arte, storia e artigianalità

Negli ultimi anni AltaRoma, la fashion week capitolina diretta da Silvia Venturini Fendi, che ha avuto luogo al Complesso Monumentale S. Spirito in Sassia dal 26 al 29 Gennaio scorso con una preview il 25, ha contribuito in modo decisivo alla rinascita di Roma attraverso l’artigianato e l’arte, la promozione dei giovani talenti, la valorizzazione dell’Alta Moda Italiana, la riscoperta di botteghe e laboratori, che salvaguardano ancora oggi quel profumo di antico nonché l’immenso bacino di abilità che rappresentano il Made in Italy. La XXI edizione di AltaRoma parte proprio da questo, valorizzando e sostenendo la moda nazionale e internazionale. Un appuntamento in cui Roma diventa l’epicentro italiano dove tradizione e innovazione creano un forte connubio, dialogano e si confrontano nei termini di unicità ed eccellenza.

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Oltre alle maison storiche che hanno confermato la loro presenza sulle passarelle di AltaRoma come Sarli Couture, Curiel Couture, Gattinoni e Renato Balestra,  i nuovi protagonisti affermati della kermesse romana sono stati Camillo Bona, Giada Curti, Nino Lettieri, Gianni Molaro, Jamal Taslaq, Tony Ward, Antonella Rossi, Delfrance Ribeiro, e la new entry Mireille Dagher. Nel calendario della fashion week romana è stato inserito anche il Final Work dell’ Accademia di Costume e Moda e il progetto dello IED Moda, scuole che formano le nuove promesse del settore fashion.

Anche in questa edizione la fashion week capitolina si è fatta vetrina dei capolavori delle menti creative, che hanno trovato nei suoi luoghi più romantici il proprio palcoscenico per esibirle. Tesoriere della tradizione e attenta alla riscoperta di brand storici, AltaRoma ha l’obiettivo di rivitalizzare i grandi nomi grazie all’ingresso di una nuova linfa creativa, per vederli tornare attivi nel mondo della moda, e Roma con il suo bacino a cui attingere e con il suo immenso patrimonio culturale e sartoriale  ha tutte le carte in regola per poterlo fare. Malgrado la crisi economica sono varie le situazioni favorevoli che creano quell’humus ideale affinché una maison storica trovi terreno fertile per il suo rilancio. AltaRoma è prammatica, dà i suoi frutti in Italia, anche perché nei momenti di oculato risparmio un pò di creatività funziona, e attrae anche consensi internazionali, il che vuol dire che al di là dei confini domestici la nostra sartorialità e artigianalità è riconosciuta e stimata.

Galitzine by Sergio Zambon
Galitzine by Sergio Zambon

Nell’animato paesaggio tracciato da AltaRoma si legano i concetti del fatto a mano, del sartoriale e della sperimentazione proprio quello che nasce dall’incontro tra la maison Galitzine e Sergio Zambon, il designer che ha basato la start up del rilancio facendo leva sull’invenzione storica della maison “il pyjama palazzo”. In anteprima per AltaRoma all’interno del progetto LIMITED/UNLIMITED dedicato al red carpet, è stato esposto per la pre-opening capitolina un pyjama palazzo Galitzine by Sergio Zambon, una capsule collection di 30 outfit che si arricchisce di capispalla e maglieria. Il nome glielo diede Diane Vreeland, ma ad inventarlo ci pensò la principessa russa e fashion designer Galitzine nel 1960 e solo a pronunciarlo si rievoca una storia, un’epoca, imponendosi sulla scena del fashion mondiale legandosi in modo assoluto e indissolubile al glamour patrizio e araldico di icone femminili senza tempo, che sono diventate ideali di bellezza ed eleganza come Jacqueline Bouvier Onassis e la sorella Lee Radzwill, Audrey Hepburn, Liz Taylor, Claudia Cardinale. Zambon_0016-500x750

Una collezione quella di Zambon a cui ha dato vita partendo dall’heritage di Galitzine composto da tre elementi importanti quali un’esercitazione che incrocia la portata storica del pyjama palazzo, la sua contraddittoria e affascinante complessità di aristocratica opulenza romana, di evocativa sensualità tra Russia zarista e la Venezia di Proust, memorie di Bakst e le fragranze di un oriente fiabesco che si intreccia ad una sofisticata vocazione all’astratto fino alla semplificazione minimalista di quella che si può definire un’autentica “informale” uniforme. Zambon per dipingere il capo è andato fino all’essenza del pyjama palazzo traendone un segno geometrico, una dinamica libera e gioiosa, versatile e moderna. La capsule è stata impaginata in 3 modi diversi, uno più daily e informale, l’altro più svincolato ed autonomo, il terzo vira sul classico con una rivisitazione vintage. Il mood della creazione seguiva sensazioni e suggestioni autonome riportando in scena forza e leggerezza che sono il segno caratteristico di donna Irene.

Le sorprendenti ceramiche di Caltagirone diventano le protagoniste della nuova collezione firmata Sarli Couture che affonda le sue radici nel più alto artigianato composto da tecniche sartoriali e da una filosofia di stile impareggiabile, associata alla luminosità dei tessuti e dei colori alla ricercatezza dei gioielli e alle linee impeccabili.

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La collezione realizzata da Carlo Alberto Terranova vive del profumo della Sicilia e di esperienze evocative che la rendono elegante e sensuale. Mediterranea nell’essenza per solarità e naturalità evoca la maestria artistica e artigianale delle maioliche e vive negli accostamenti dei colori pieni e decisi offrendo uno spunto culturale ad una nuova interpretazione dell’intramontabile stile Sarli, fatto di poetiche geometrie, volumi provocatori e femminili seduzioni. Un viaggio attraverso i caldi colori dell’isola dall’arancio melograno al marrone, dal Sicily’s chocolate al blu copiativo fino all’intramontabile bianco Sarli. Purezza geometrica e linee pulite sono da sempre il cavallo di battaglia della maison. Dai dinamici tailleurs e piccoli cappotti costruiti in bicolore alternati a mikado e organza spalmata si passa agli abiti da cocktail dalle grandi maniche costruite con un effetto foglia con giochi di sovrapposizioni di tessuto su cappe, gonne, bustier avvolgenti che rievocano le pigne in terracotta ornamentali delle maioliche in ceramica.

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Preziosi i decori sia nelle fogge che nei colori, rievocano i rilievi delle sculture siciliane e impreziosiscono i sapienti drappeggi della sublime couture handmade. I drappeggi e la leggerezza dello chiffon, che fascia la shilouette, accompagna nei tagli e nei volumi i movimenti del corpo come se fosse una seconda pelle. Le foglie prendono vita e si trasformano in rifiniture in sbieco su organze e crèpe de chine, in ricami ad intarsio ed ancora in jais e Swarovski. Per una scena finale dove trionfa l’alta couture, come in una fiaba da sogno, Sarli ha pensato di portare in scena la grande manualità della sua maison grazie ai suoi preziosi abiti da sposa. Avvolte in volute di tulle le modelle hanno calcato la passerella fasciate da magici abiti fiore i cui petali adornano delicatamente il loro corpo impreziosendolo, sbocciando in un’apoteosi di sensualità.

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Sfila sulla passarella del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari la nuova interpretazione dell’artigianato sartoriale. E’ la maison Gattinoni con il suo direttore creativo Guillermo Mariotto a portare in scena la nuova collezione primavera – estate presentata nel Salone D’Onore dove è esposta la mostra “La Seduzione dell’Artigianato: ovvero il bello e il ben fatto” curata da Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragno. Ritorna la tradizione in casa Gattinoni, ma questa volta le ferree regole della couture di Madame Fernanda sono state riprese dal direttore creativo in una veste del tutto nuova ed originale creando una collezione che mette in luce ricami tridimensionali fatti al computer per aerei bustier farfalla, sintesi di tradizione e creatività in una commistione di pura fantasia artistica e di quel fil rouge che lega passato e futuro.

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Una collezione proiettata al futuro dove viene rispolverata la vera moda italiana utilizzando però le nuove tecniche digitali del computer grafica. Sperimentazioni sartoriali ultramoderne dove la quarta dimensione di Mariotto inizia da un’esplorazione della realtà virtuale in un laboratorio 3D dove si tagliano e cuciono materiali illusionistici, panneggi senza peso, quasi ad essere immateriali. Un artigianato sartoriale Made in Italy e un disegno immaginifico differente concorrono a creare un incredibile equilibrio, una 4D dove il sogno nasce nel mondo della terza dimensione per poi essere trasportato e ricreato nella nostra realtà, aggiungendo l’illusione ad altra illusione.

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Il disegno di una possibilità fantastica s’incrocia con tessuti e lavorazioni del nostro mondo per una corsa sull’ottovolante della moda, una visione di cui il pubblico ha potuto godere grazie all’ausilio di occhiali distribuiti nel parterre per poter percepire la tridimensionalità della collezione a cui si aggiunge la quarta, quella tattile offerta da tessuti come il tulle, l’organza, lo chiffon, il pizzo e il mikado. La collezione di Guillermo Mariotto per Gattinoni è confezionata su souplesse e trasparenze, sfumata sulle tonalità del bianco, del nero, del panna, contrappunto cromatico per colori caldi, molto intensi e luminosi. Una collezione declinata nei toni cipriati dell’arancio e del rosa con un lampo di giallo cadmio per l’abito lungo e drappeggiato. Insieme a bronzo, rame, ematite, crinoline, voile e plissé noir, non mancano le righe intagliate nello chiffon. Ritornano le righe, rinascono le geometrie, tratti essenziali e rigore prospettico giocano in una evoluzione di linee black and white.

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Negli abiti da sera con gonne aerodinamiche, corte davanti e più lunghe dietro si ha un effetto optical, così come nella lingerie couture con preziose sottovesti, vestaglie in organza e satin con volant e ricami. Nella collezione irrompe sfavillante anche un prezioso bikini gioiello d’oro rosa, interamente realizzato da pietre dure da Gianni de Benedittis, che grazie ad una grande ricerca e artigianalità manuale ha creato anche dei capolavori orafi appositamente per il defilé. Designer del brand “Futuro Remoto”, ha dato vita a vere e proprie meraviglie d’oro, ripercorrendo l’immaginario favolistico. Una collezione da favola chiamata “Scacco al Re” dove gli anelli sono troni, Re, regine, principesse, carrozze, scarpette di Cenerentola, corone, per una donna che ha deciso di riprendere in mano la propria vita e diventarne la protagonista. Grandi protagonisti di tutto il defilé, i cappelli pagoda, che nascondo il volto delle Dame, che come su una immaginaria scacchiera di “Alice nel Paese delle Meraviglie” si muovono sinuose e conturbanti nel viaggio musicale di sottofondo.

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AltaRoma però non è solo per grandi marchi, ma è anche il trampolino di lancio di designer emergenti e proprio per questo è considerata a livello mondiale il centro dello scouting in continua crescita. Ed è così che nel corso del tempo ha dato e continua a dare ampio spazio al progetto di scouting da essa stessa ideato e organizzato, “Who is on next?” in collaborazione con Vogue Italia, che offre la possibilità ai finalisti del concorso vincitori all’edizione di Luglio di AltaRomaAltaModa di avere uno spazio nel calendario ufficiale di Gennaio ospitandoli sulle catwalk di Roma. Ad aver calcato le passarelle di AltaRoma questo Gennaio 2013 sono stati i brand Stella Jean, San Andrès by Andrès Caballero, Suzanne Susceptible by Cha Soo Jung, MarcoBologna by Marco Giugliano e Nicolò Bologna.

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San Andrès finalista del progetto “Who is on next?” 2012, per il suo stile classico e bon ton torna sulla passarella romana del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia per presentare in anteprima la sua pre-collezione autunno-inverno 2013-2014. Attraverso una collezione dove i materiali e i colori interpretano l’arte di creare nuovi volumi Andrès Caballero celebra l’architettura modernista di Luis Barragàn. Una visione contemporanea della cultura messicana la sua, ironica e un pò nostalgica. Un gioco tra luce e ombra dove blocchi di colore danno vita ad abiti grafici dal taglio netto e toni vivaci. I colori sono pieni di energia grazie a nuance vintage come il blu indaco, il rosa fucsia, giallo, bianco, nero e oro, interpretati con blocchi di colore in contrasto. Le textures dei materiali, come crèpe di lana e bouclè mohair si abbinano sapientemente creando strutture ampie e morbide per i cappotti e giacche dal sapore sartoriale arricchiti da particolari in pelliccia. Abiti di lana e twill di seta intarsiati di materiali e colori a contrasto. Una artigianalità tutta impreziosita da ricami handmade.

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Cha Soo Jung è la designer del brand Suzanne Susceptible, finalista anch’essa del progetto di scouting 2012 e vincitrice del premio speciale YOOX.COM calca la scena di AltaRoma presentando la sua collezione autunno-inverno 2013-2014. La stilista ha trovato ispirazione per la sua collezione al Gugghenheim di Bilbao e in particolare in Chagall, nel suo “Violinista Verde” . Da qui tagli cubisti e forme strutturate hanno dato vita alle sue creazioni. Contemporanea in tutta la sua purezza i tessuti sono panno di lana tinto in fibra e in pezza, lana vergine garzata e doppiata con tela di seta intrecciata ad applicazioni di pelle. Il patchwork è composto da disegni jacquard geometrici, floreali in cotone e flanella colorata. Una collezione a chilometro zero dato che tutto è stato confezionato a Milano con tessuti del comasco e del biellese, tutto Made in Italy. La palette è dominata da colori scuri per i capispalla, foderati in verde acqua a contrasto. Il rosso, il rosa e il verde compongono un bouquet surrealista e i dettagli in cuoio fanno pensare al legno stagionato. La designer coreana si è saputa distinguere per aver sperimentato nella sua collezione forme e lusso italiano con classiche ispirazioni rivisitate in chiave hi-tech.

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A tornare invece come guest designer sulle catwalk romane è Stella Jean, portando in scena la sua autunno-inverno 2013-2014. La stilista, vincitrice dell’edizione 2011 di “Who is on next?” con il progetto più originale ed inedito della stagione, ha riscosso molto successo anche nella scorsa edizione di AltaRoma 2012. Designer dall’allure internazionale, grazie al suo stile caratterizzato da un eclettico melting-pot culturale ha riscosso in breve tempo il plauso sia di stampa che di buyer, approdando così nelle migliori boutique italiane e straniere. La sua collezione è un viaggio che ha tratto spunto dallo sbalorditivo metissages d’avanguardia radicato nelle civiltà incontrate quali quella europea, quella amerinda, fino alle coste d’Africa per poi perdersi nel deserto del Gobi. Caratteristici jacquard andini avvolgono novelle e inconsapevoli paladine della salvaguardia delle civiltà pre-colombiane, la cui femminilità è esaltata da gonne arricciate in vita. I lunghi e morbidi cappotti foderati di eco pelliccia d’ispirazione Navaho, si accompagnano nella lunga traversata oceanica alle coste africane, tanto amate dalla stilista, per sfoggiare le tradizionali stoffe wox. Particolari cappelli e mannish dal sapore britannico come la bombetta, abbinati a vibranti foulards colorati. Il contatto con le culture mongole ispira i tagli asimmetrici delle camicie e dei caban, mentre sono suggestive le sovrapposizioni di stoffe che giocano con i diversi pesi. Importanti anche gli accessori come i bijoux, che testimoniano l’esplorazione dei confini geoculturali. Elaborati capolavori dell’oreficeria delle comunità amerinde e della raffinata gioielleria dei coloni europei rappresenta il tentativo di realizzare una contro-colonizzazione estetica in cui emergono i tratti distintivi delle differenti civiltà. Una collezione quella di Stella Jean che mira a realizzare una comunione delle ricchezze culturali e di costume di più civiltà prese in esame per un connubio da cui trarne ispirazione con gli occhi e con il cuore, in quanto le uniche frontiere invalicabili sono solo quelle della mente, la quale racchiude in sé lo spazio utile per accogliere tutte le civiltà del mondo.        

 

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