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66° Festival di Cannes: un’edizione che percorre i sentieri del sogno e della passione umana

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La Croisette delle luci delle star di Hollywood si è accesa di nuovo anche questo anno per la 66esima edizione del Festival di Cannes. La kermesse cinematografica, che ha avuto luogo a Cannes dal 15 Maggio al 26 Maggio 2013, per il tredicesimo anno consecutivo è stata presieduta alla direzione artistica da Thierry Frémaux, e madrina della manifestazione è stata l’attrice francese Audrey Tautou. Sul red carpet della cerimonia d’inaugurazione del festival, che si è aperto con la premier de Il Grande Gatbsy diretto da Baz Luhrmann, e con attori come Leonardo di Caprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan, hanno sfilato i membri della giuria composta da celebrità dello spettacolo tra cui l’attrice Vidya Balan e Nicole Kidman, la realizzatrice Naomi Kawase, e la sceneggiatrice Lynne Ramsay, l’attore Daniel Auteil, il produttore Ang Lee, lo sceneggiatore Cristian Mungiu e l’attore Christoph Waltz, tutti guidati dal presidente Steven Spielberg insieme ad altre numerose stelle del cinema.

A sinistra il Direttore Creativo Thierry Fremaux e accanto il presidente del Festival del Film di Cannes Gilles Jacob
A sinistra il Direttore Creativo Thierry Fremaux e accanto il presidente del Festival del Film di Cannes Gilles Jacob

 

Oltre alla Jury de la Compétition è stata anche presentata l’altra sezione, Un Certain Regard, giuria composta dalle attrici Zhang Ziyi e Ludivine Sagnier, il produttore Enrique Gonzalez Macho e il direttore del Festival di Rio Ilda Santiago. A queste categorie si aggiungono i film fuori concorso, i concorsi di cortometraggi e la selezione di film scolastici della CinefondationLa giuria di Cinéfondation e cortometraggi ha consegnato i premi nelle rispettive sezioni. Capitanata da Jane Campion, la giuria vede presente anche l’italiana Nicoletta Braschi insieme a Maji-da Abdi, Nandita Das e Semih Kaplanoglu.

La scelta dei film presentati a questa edizione 2013 è stata davvero ricca ed interessante con un alto tasso di autorialità internazionale che non disdegna neanche incursioni in mondi cinematografici non solitamente “da Festival”. Basta pensare a “Only God Forgives” di Winding Refn, dove già dal trailer è possibile capire la sua cruda violenza, o ancora dalla presenza al festival del maestro dell’horror Takashi Miike.

Madrina del Festival - Audrey Tautou
Madrina del Festival – Audrey Tautou

I film in concorso nella selezione ufficiale sono stati “Un Chateau En Italie” di Valeria Bruni Tedeschi, “Inside Llewyn Davis” di Ethan Coen e Joel Coen, “Michael Kohlhaas” di Arnaud des Pailliéres, “Jimmy P” di Arnaud Desplechin, “Heli” di amat Escalante, “Le Passé” di Asghar Farhadi, “The Immigrant” di James Gray, “Grisgris” di Mahamat-Saleh Haroun, “Only Lovers left alive” di Jim Jarmusch, “Tian Zhu Ding” di Jia Zhangke, “La vie d’Adele – chapitre 1-2” di Abdellatif Kechiche, “Soshite Chichi Ni Naru, “Wara No Tate” di Takashi Miike, “Jeune & Jolie” di François Ozon, “Nebraska” di Alexander Payne, “La Vénus à la Fourrure” di Roman Polanski, “Behind the Candelabra” di Steven Soderberg, “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, “Borgman” di Alex Van Warmerdam, “Only God Forgives” di Nicolas Winding Refn. A chiudere la sezione è stato il film “Zulu” di Jérome Salle.

Giuria Ufficiale Festival di Cannes 2013
Giurie Ufficiale Festival di Cannes 2013

A vincere questa 66esima edizione del Festival di Cannes è stato l’amore puro e travolgente di La vie d’Adele del franco-tunisino Abdellatif Kechiche. Questa edizione è stata infatti straordinaria per la presenza di filmografie eccezionali e la rassegna cinematografica sarà ricordata come una tra le più importanti della storia della kermesse anche perché per la prima volta la Palma d’Oro è andata ad un film che racconta una storia d’amore saffico. Un ritratto intimo e realista della storia che nasce fra due ragazze, Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, di estrazione sociale e aspirazioni diverse, l’una maestra di provenienza proletaria, l’altra una pittrice figlia di intellettuali, che si perdono in un vortice di passione come due metà ricomposte. E’ proprio a queste storie passionali, familiari ed emotive che la giuria di questo anno si è appassionata.

I Vincitori della Palma D’Oro con il film “La vie d’Adele”. Il regista Abdellatif Kechiche e le attrici Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux
I Vincitori della Palma D’Oro con il film “La vie d’Adele”. Il regista Abdellatif Kechiche e le attrici Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux

Infatti se il Grand Prix du Jury presieduta da Steven Spielberg è andato ad un altro film, “Inside Llewyn Davis” dei fratelli Coen, incentrato sul dramma interiore del fallito protagonista, che ripercorre la vita squallida e difficile del misconosciuto musicista country Dave Van Ronk, fedele fino alla fine alla sua arte, il Premio della giuria è andato invece a “Like Father, Like Son” di Hirokazu Koreeda, che riflette sulla genitorialità, biologica o esperienziale, dal punto di vista di un padre che scopre che suo figlio e un altro bambino sono stati scambiati in culla per errore. Altra scelta vincente è stata quella di assegnare il riconoscimento per il migliore attrice/attore a Bérénice Bejo per il film “Le Passe” di Asghar Farhadi e a Bruce Dern per “Nebraska” di Alezxander Payne, dove interpretano rispettivamente una moglie che si sta separando dal marito iraniano e un padre che durante un viaggio nella provincia americana riscopre il rapporto con il figlio e con il passato. Anche in queste filmografie l’attenzione è posta sulla lucida analisi dei rapporti interpersonali con le persone con cui abbiamo scelto, o ci hanno imposto di vivere.

Bérénice Bejo e Asghar Farhadi
Bérénice Bejo e Asghar Farhadi

I Premi per la migliore sceneggiatura e regia sono andati rispettivamente a due film, “Tian zhu ding” di Jia Zhangke e “Heli” di Amat Esclalande, che descrive la violenza  che subiscono le classi più povere in Messico, tra traffici di droga e vendette private, sono orientati ai problemi delle società in cui sono ambientati. Ad aggiudicarsi la Camera d’Or per la migliore Opera Prima è stato il film “Ilo Ilo” di Anthony Chen, mentre la Palma d’Oro per il miglior cortometraggio è andata a “Safe” di Moon Byoung-gon. La menzione speciale ex-aequo è stata assegnata a “Whale Valley” di Gudmundur Arnar Gudmundsson e “37°4 S “di Adriano Valerio. “A Touch of Sin” di Jia Zhangke è considerato il film con la migliore script, che racconta le conseguenze psicologiche sui singoli all’alienazione del mondo del lavoro in Cina.

Un Palmarès quello di questo anno che premia le vite degli uomini e delle donne, sia nella loro singolarità delle storie portate sul grande schermo sia nella loro bellezza. Il Festival di Cannes non è stato solo un red carpet di celebrieties, proiezioni e photocall, ma la kermesse è stata anche luogo di party ed eventi esclusivi che hanno tenuto impegnate le star del cinema presenti sulla Croisette.

Red Carpet Festival di Cannes
Red Carpet Festival di Cannes