Prada presenta “Past Forward“, il cortometraggio firmato David O. Russell in collaborazione con Miuccia Prada. Il regista, candidato all’oscar e acclamato per film quali Il lato positivo e American Hustle immagina Past Forward come un paesaggio onirico, come un cambiamento della narrativa convenzionale con scene, personaggi e generi che si ripetono, si tramutano. Il cast stellare comprende Allison Williams, John Krasinski, Freida Pinto, Jack Huston, Kuoth Wiel, Sinqua Walls, Connie Britton, Paula Patton, Thomas Matthews, Jason Sklar, Randy Sklar, Garry Clemmons, Jason Clemmons e Sacha Baron Cohen.
Russell intende conferire il potere allo spettore. A lui lascia il compito di decodificare che cos’è l’esperienza, il sogno, il ricordo, attraverso una molteplicità di personaggi tutti facenti parte di un collage complesso.
La collaborazione con Prada è stata sancita durante una cena a New York, in cui la conversazione tra il regista la stilista e imprenditrice italiana si è spostata sulla natura del tempo, una riflessione tesa ad immaginare un numero infinito di noi stessi, un numero illimitato di esperienze che viviamo ogni giorno, cosa sia e dove trovare la bellezza.
Prada Official-Past Forward
“La signora Prada mi ha offerto la possibilità di realizzare un’opera cinematografica, come un sogno, che si nutre di uno strano mistero, suspense, paura, pericolo, bellezza, conflitto, romanticismo, amore, identità e tempo“.
Un progetto che comprende una serie di idee allo stato grezzo, a cui sono associate una serie di domande: che cos’è la vita? il sogno? la memoria?. Past forward è un esperimento visivo e narrativo, è la storia che una donna ha visto in televisione a casa sua, o forse è un ricordo? Un sogno? O è possibile che siano tutte queste cose insieme?.
Prada Official-Past Forward
“Fare questo film mi ha riacceso l’ispirazione. Ispirazioni provenienti da quadri e pittori che ho amato per gran parte della vita, e registi degli anni ’30 e precedenti, spiriti che vivono in immagini e sentimenti spettrali, come canzoni“.
Un viaggio cinematografico, una collaborazione riuscita che si prefigge come unico scopo la gioia di far arte.
Prada lancia due nuovi profumi: la Femme Prada e l’Homme Prada: una “coppia alla pari” che simboleggia un uomo e una donna uniti in un’unica visione. Lei può essere lui e lui può essere lei in un gioco unico e sensuale: lei è una donna assoluta, lui un uomo assoluto. Ogni confine è abbattuto, superato, ogni contorno sfuma in un rapporto che congiunge senza distinzioni. Amanti, amici, conoscenti o perfetti sconosciuti, non è importante quando le identità sono multiple.
“Ho voluto presentare queste fragranze insieme – afferma Miuccia Prada– con lo stesso concept e lo stesso fotografo, in modo che siano realmente intercambiabili. Abbiamo due attrici e due attori che interpretano tre o quattro ruoli ciascuno. Il concetto principale è proprio questo: il fatto che non c’è un’unica icona che rappresenta il sogno di una donna o di un uomo. Queste persone rappresentano la realtà, le differenze, e così via”
Non si tratta di semplici profumi, ma molto di più: studiati e realizzati per accompagnare chi li indossa in un viaggio unico e irripetibile: fantasia, approccio umano, istintivo e sartoriale rendono le fragranze speciali. Miuccia Prada esprime il proprio interesse nei confronti di un’identità fluida e della diversità attraverso l’idea di una fragranza esclusiva: L’Homme Prada. Questo profumo è concepito per rappresentare la dualità dell’identità maschile. Le tradizioni maschili si contrappongono alle note femminili grazie all’utilizzo di ingredienti stratificati e di grande qualità.
Sa di neroli, geranio e patchouli. E’ un profumo moderno che combina gli ingredienti caratteristici del marchio, ambra ed iris. Arioso, riservato e provocatorio disponibile in Eau de Toilette nei formati da 50 e 100ml.
La Femme Prada esula dai cliché e dalle mode temporanee per ridefinire la categoria dei profumi floreali ed il concetto stesso di femminilità.
Il fiore di frangipane si intreccia con l’iris – detentore del DNA della casa – arricchito da spezie, cera d’api e tuberosa. Disponibile come Eau de Parfum nei formati da 50 e 100 ml.
Leggerezza, sensualità e bellezza racchiuse in boccette eleganti e particolari non in contrasto tra loro, ma complementari: argento per lui, oro per lei.
La campagna pubblicitaria si avvale di una nuova generazione di attori che interpretano ruoli enigmatici:Dane DeHaan, Ansel Elgort, Mia Goth e Mia Wasikowska identificano l’eleganza Prada nelle sue molteplici forme. Negli anni successivi saranno affiancati da altre figure che rappresenteranno nuovi mondi in un continuo dialogo incessante e creativo.
Tre , due ,uno…Tenetevi pronti! Da oggi con la nuova app firmata MIU MIU, sarà tutta un’altra musica.
La parte giovane di Prada ha infatti dato vita a una nuova fashion app scaricabile gratuitamente sui migliori store online (Apple, Google e Windows).
Miu Music, questo il nome scelto per la novità della maison italiana che unisce musica e moda per una primavera 2016 all’insegna della tecnologia.
La fashion app permette di scegliere tra dieci brani composti da Frédéric Sanchez (uno dei produttori di musica più rispettati nella fashion industry) e tra le grafiche e video che si ispirano alla collezione Miu Miu Primavera-Estate 2016.
Ed ecco… la magia è compiuta e la ricetta perfetta pronta.
Gli ingredienti si amalgameranno in automatico dando vita ad un mini fashion film personalizzato, unico e singolare da condividere sui social.
Di seguito il link per scoprire il video di presentazione:
È un incontro piacevole e inatteso avvenuto ad un incrocio a tre strade fra arte, aromacologia e moda; un ossimoro olfattivo fra le note del profumo che caratterizza il passaggio dalla luce alle tenebre in alto mare, fra il legame che intercorre tra il mondo celeste e il mondo umano che gioca chiama, ricorre e scappa per lasciare il posto all’armonia di esotico ed elegante. Il gioco di opposti creato e voluto per questo progetto vive nell’incontro scontro fra maschile e femminile, tra reale ed immaginario, fra quotidiano e prezioso grazie all’incontro fra aromi contraddittori ed inebrianti.
Quando un marchio riesce a rappresentare in ogni settore di sua competenza la propria personalità, è li che possiamo dire abbia raggiunto l’apice del successo. Affermiamo questo poiché è necessario in un mondo poliedrico e competitivo come quello della moda, lasciare il proprio segno ben visibile al fine di essere ricordati, al punto da portare esperti del settore e non, a poter usare anche uno solo dei cinque sensi a noi disposizione per dire: è Prada!
La maison made in Italy ha recentemente raggiunto un obiettivo molto importante che forse nessun marchio prima d’ora era riuscito a portare entro le proprie mura. In un panorama ormai totalmente mutato come quello che raffigura la società contemporanea, il “No Gender” risulta essere un argomento piuttosto importante da gestire con le dovute attenzioni.
Eppure è proprio tale argomento che rende ancora più interessante il progetto olfattivo più intuitivo e all’avanguardia del panorama della moda nostrana: Prada Olfactories: “esperienze intense dell’inatteso, del surreale, di un sogno cinematografico che si ricorda solo in parte”.
«Questa nuova collezione di fragranze si rivolge a clienti diversi svelando una multiforme poetica narrativa. Prada esprime il suo concerto di moda con uno sguardo costante alle diverse espressioni artistiche» afferma Stefano Cantino, figura essenziale di Prada Group Communication and Marketing Director. Dieci gioielli in bottiglietta sinonimo di fusione di diversi elementi in fragranze dalle mille sfaccettature, insomma un vero e proprio melting pot di sensazioni inebrianti.
Non si tratta di semplici profumi, perché dietro questa vera collezione di moda c’è arte e questo lo si può affermare guardando ogni singolo collage surrealistico inedito creato ad hoc da Michael Rock per ogni singola fragranza. Un fiore d’arancio viene immerso nell’oro per Nue au Solei mentre l’iris, fiore simbolo per eccellenza della maison, colora e abbellisce il volto di Purple Rain che come gli altri 9 profumi è accompagnato da una pouch di seta.
Nue au SoleilPurple Rain
D’altro canto l’amore per le stampe esclusive è sempre stato un must all’interno di casa Prada che ha scelto in tale occasione di creare dei pattern coloratissimi ed esclusivi per abbellire ancora di più i figli di colei che è stato il naso creatore: Daniela Andrier. La moda è arte, la moda è cultura, la moda è simbolo del nostro Paese che adesso profuma di 10 nuove fragranze androgine.
“La fondazione ha scelto l’arte come principale strumento di lavoro e apprendimento: un territorio di pensiero libero che accoglie sia figure consolidate e imprescindibili sia approcci emergenti. La collezione Prada che include perlopiù opere del ventesimo e ventunesimo secolo, è un altro dei nostri strumenti. Vediamo la nostra collezione come repertorio di prospettive e di energie potenziali“. Sono queste le parole dei presidenti Miuccia Prada e Patrizio Bertelli in merito al loro nuovo progetto.
Una location affascinante, quella offerta da Lago Isarno, e una cena esclusiva per un evento speciale, ovvero l’inaugurazione della nuova Fondazione Prada, ora sede della memoria e raccolta di arte contemporanea della maison. Il 9 maggio, nell’ex distilleria di Milano, reinventata dallo studio OMA, sono state esposte in 12 mila mq opere di una vasta gamma di artisti presentate al pubblico con esposizioni a tema.
A partecipare all’evento, diverse personalità: dal presidente del Consiglio , Matteo Renzi al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, al prefetto della città di Milano, Francesco Paolo Tronca, amministratore delegato Expo 2015, fino a Giuseppe Sala, il curatore della mostra “Serial Classic”. Presenti anche Salvatore Settis,Rem Koolhas, Germano Celant, i direttori e curatori dei principali musei internazionali. Interessante la collaborazione con Roman Polanski che esplorerà in un documentario le suggestioni cinematografiche del suo lavoro.
Ad incuriosire anche gli interventi site specific di Robert GobereThomas Demand, nonché uno spazio dedicato ai bambini e ideato dagli studenti dell’Ecolenationalesupérieure d’architecture de Versaillese naturalmente la parte di contemporaneo organizzata per percorsi tematici. Approderà a Milano anche Wes Anderson – regista premiato di fresco ai Golden Globes – che realizzerà un’installazione bar tipo vecchia Milano.
Un’iniziativa, quindi, che fa da collante tra il passato con le sue suggestioni e lezioni di arte, il presente su cui si riversa l’influenza benefica di questa corrente ispiratrice e il futuro che farà tesoro di questo repertorio creativo affiancandolo alla sua carica innovativa e contemporanea. È l’arte che si reinventa lasciando immutata la sua bellezza. E se c’è lo zampino della moda, il gioco è fatto.
Paolo Giordano, Tishani Doshi, Carlo Feltrinelli e Colum McCann. Saranno loro a decretare il 19 gennaio 2015 i vincitori del Prada Journal, il progetto dedicato agli scrittori emergenti che il brand italiano ha lanciato lo scorso anno in collaborazione con la Feltrinelli Editore.
E se lo scorso anno si chiedeva ai nuovi talenti di creare storie sul mondo che ci circonda nel quotidiano, per la seconda edizione il tema è quello della trasfarmozione: “Quali sono i segni di un mondo che cambia? E quale realtà è possibile indovinare? Guardare i dettagli in modo chiaro potrebbe darci la risposta”. E l’eyewear diventa lo strumento di questo percorso esplorativo.
Imponenti come non mai gli abiti scultura di Cappucci, il caleidoscopio rigato di Missoni, i jeans di Fiorucci e i modelli a sorpresa di Moschino, si ergono nelle sale espositive del celebre museo di Londra, il Victoria and Albert Museum, per festeggiare i 70 anni della Moda Italiana. E’ qui che torna di scena il made in Italy con “The Glamour of Italian Fashion 1945-2014″, una mostra evento che ha aperto i battenti lo scorso 5 aprile e sarà visitabile fino al 27 luglio 2014.
E’ un viaggio nel mondo della moda italiana, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, quello presentato nelle sale del più prestigioso museo d’arte e design del mondo, un percorso nel passato recente dell’Italia visto e proposto nella veste storica di uno dei settori più celebrati del Bel Paese, la moda, che attraverso personaggi, maison e momenti importanti hanno reso grande lo stile e la qualità italiana nel mondo. “La moda è cruciale per l’Italia e l’Italia è cruciale per la moda” – commenta Tom Ford durante l’inaugurazione della mostra. Un’appassionante esplorazione attraverso i meandri della storia, patrimonio d’arte fatto di genio e abilità artigiana, creatività e destrezza commerciale, la rassegna racconta come l’Italia sia riuscita a passare dagli austeri abitini di “garanzia italiana” del periodo fascista all’eccellenza attuale, famosa e sopratutto richiesta in tutto il mondo.
Abiti di Jole Veneziani 1956
Centoventi sono i pezzi in mostra che, come spiega la curatrice Sonnet Stanfill, non vogliono rappresentare un’enciclopedia della moda italiana, bensì un compendio in cui a emergere devono essere i punti chiave che contraddistinguono il Made in Italy, ossia l’altissima qualità sartoriale, l’eccellenza della manifattura e dei materiali e la tradizione di molte case di moda estese in tutte le regioni del Bel Paese. “Abbiamo tentato di riproporrre al pubblico le tappe di un percorso che hanno reso la moda italiana unica nel suo stile e nei suoi prodotti – commenta la Stanfill – e l’abbiamo fatto dividendo l’installazione in due parti. La prima parte è dedicata agli anni dell’Alta Moda, mentre la seconda che arriva fino ai giorni nostri, è riservata al ready to wear, all’industria in larga scala che ha conquistato anche i mercati più difficili”.
L’installazionerealizzata dal museo londinese è una ricostruzione minuziosa resa possibile da un lungo lavoro iniziato dallo studio degli archivi storici delle aziende di moda, dalla preziosa collaborazione di Bulgari e dal contributo di numerose collezioni private ,che per l’occasione hanno prestato alcuni dei loro pezzi più belli. Tessuti e creazioni favolose sono così a portata di visitatore, offrendogli la possibilità di conoscere per la prima volta anche alcuni grandi protagonisti del mondo della moda italiana, noti fino ad ora solo ad esperti del settore. Come l’illustre Giovanni Battista Giorgini, che negli anni Cinquanta lanciò i prodotti italiani sul mercato internazionale. Dopo il 1945 le industrie manifatturiere grazie al Piano Marshall, ripresero a lavorare favorendo l’inizio del ritorno al lusso che necessitava però di una nuova spinta rivoluzionaria. A fornirla è stato proprio l’imprenditore Giorgini, che nel 1951 inaugurò a Firenze il primo salone internazionale della moda. Successo che si ripeté quando l’imprenditore organizzò lo show nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove sfilarono i migliori stilisti dell’epoca sotto l’occhio attento di centinaia di buyers.
Elizabeth Taylor indossa i gioielli di Bulgari, Photo courtesy press office V&A
Al Victorian and Albert Museum potranno essere ammirate proprio le creazioni di quelle prime sfilate, dai pizzi elaborati degli abiti da sera delle sorelle Fontana, ai delicati abiti da cocktail con stola di Emilio Pucci con le loro ampie gonne che sbocciano come fiori fino ad arrivare ad alcuni splendidi abiti della stilista Simonetta, molto amata dal pubblico americano. E saranno proprio questi ultimi grazie ai desideri delle star di Hollywood, a fare da volano internazionale della moda italiana. Infatti dalla Dolce Vita di Fellini, con gli splendidi abiti indossati da Anita Ekberg, realizzati dalle sorelle Fontana, a quelli di Ava Gardner ed Elizabeth Taylor, le attrici diventano le principali ambasciatrici nel mondo dello stile italiano. Proprio di quest’ultima sono esposti i gioielli di Bulgari, comprati per l’attrice da Richard Burton.
Dagli albori del Made in Italy si arriva al boom degli anni Ottanta di Giorgio Armani, Fendi, Gianfranco Ferré, Gucci, Missoni, Prada, Pucci, Versace e Dolce e Gabbana fino ad arrivare agli stilisti dei nostri giorni come Gianbattista Valli, al duo Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli alla guida della maison Valentino, a Fausto Puglisi e Stella Jean. La mostra è arricchita da immagini e testimonianze di numerose celebrità tra cui Audrey Hepburn, inoltre attraverso filmati e interviste ai protagonisti del mondo della moda, viene documentata l’eccellenza dei diversi settori del Made in Italy, dal pregiato tessile alla maestria sartoriale, dalle nuove tendenze alle moderne strategie di comunicazione.
Editor-in-chief of the British edition of Vogue Alexandra Shulman, Italian designer Valentino; editor of Vogue Italia Franca Sozzani and long-time partner of Valentino, Giancarlo Giammetti at The Red Carpet of “The Glamour of Italian Fashion”. Photo credit should read CARL COURT/AFP/Getty Images
La mostra ha l’ambizioso obiettivo di raccontare attraverso disegni, abiti e celebrità la storia dell’eleganza e dell’eccellenza tutta Made in Italy e di quanto essa sia stata influente dal secondo dopoguerra in poi, fino a diventare vessillo della capacità imprenditoriale e dello stile in tutto il mondo. Un evento questo, che oltre a mettere in risalto la creatività pone le basi per una riflessione sul futuro. “La moda è tutto il mondo, noi siamo italiani” commenta Stefano Gabbana. In un districarsi di valori e sentimenti nazionali è il paesaggio della creatività che si vuole mettere in risalto, quella mappa digitale che sottolinea la rete di tessutai, di laboratori e filiere industriali distribuite su tutto il territorio.
I lavori di restauro e riqualificazione dei beni culturali – di cui l’Italia dispone ma che non sa valorizzare e apprezzare (di pochi giorni fa la notizia dell’abolizione delle materie artistiche dai programmi scolastici) – ad opera della Fondazione Prada continuano imperterriti per la loro strada: dopo il restauro dell’Ultima cena del Vasari e i lavori di riqualificazione di Galleria Vittorio Emanuele a Milano, ora la Fondazione punta tutto sull’apertura del Museo di Arte Contemporanea a Milano e sul recupero della Fortezza di Arezzo.
Per quanto riguarda il primo, il Comune e la maison hanno firmato una convenzione per la riqualificazione dell’area di alcuni edifici industriali d’inizio Novecento e la costruzione di tre nuove strutture, nella periferia Sud di Milano, in Largo Isarco, tra Viale Ripamonti e Corso Lodi. L’inaugurazione del nuovo museo dedicato all’arte contemporanea, che ospiterà mostre ed eventi culturali e il cui progetto è firmato dallo studio OMA di Rem Koolhaas, è prevista per la primavera 2015.
Nel secondo caso, invece, Prada ha destinato un contributo di 200 mila euro al Comune di Arezzo per gli scavi archeologici in Fortezza per recuperare quanto resta dell’antica chiesa di San Donato. L’ufficio progettazione del Comune, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, sta adesso predisponendo il progetto definitivo per il recupero dell’area della chiesa, al fine di riportare alla luce e consolidare tutte le strutture esistenti della struttura. Un progetto che il Comune ha inserito nel ‘Piano Triennale delle Opere Pubbliche’ e che ammonta a 427 mila euro divisi in due lotti. Dopo le attività di scavo, si renderà necessario operare un consolidamento e restauro architettonico delle strutture, predisporre un progetto di adeguamento funzionale dell’area per la fruizione dei beni archeologici, allestire percorsi di accesso e visite con ausilio di apparati didattici e multimediali, realizzare strutture architettoniche di copertura e protezione con impianti di illuminazione e infine predisporre in apposito locale l’esposizione dei reperti.
La street artper una volta ha lasciato il proprio habitat naturale e si è trasferita sulle passerelle dell’Alta Moda. Infatti abbandonando momentaneamente le strade metropolitane, spesso grigie e degradate, ma veri e propri musei a cielo aperto costituiti da enormi tele murarie su cui artisti, anonimi e non, danno sfogo alla propria creatività, imurales sono diventati elementi scenografici e contemporaneamente soggetti delle sfilate di Miuccia Prada(vedi il video).
Ormai la critica sta dando il giusto valore a opere che assurgono ad avere dignità artistica a tutti gli effetti, non solo per come sono realizzate, ma anche per il messaggio sociale che veicolano (basti pensare alle opere del più famoso writer del mondo, Banksy). Non è un caso, infatti, che Prada, da sempre impegnata in ambito civile e politico, abbia voluto chiamare dei writer di fama internazionale, le cui gigantesche immagini decorano edifici di tutto il mondo.
Prada, collezione P/E 2014 – Foto: Ansa
Si tratta diMiles “El Mac” Gregor, Mesa, Gabriel Specter, Stinkfish, Jeanne Detallante e Pierre Mornet. Ognuno deiwriterha un proprio stile e utilizza tecniche diverse con richiami a modelli differenti, che vanno dalla pittura di Caravaggio a quella di Klimt, alla fotografia all’illustrazione aglistencil. Sono personalità artistiche dalla formazione spesso accademica e dai percorsi variegati, anche legati alla moda, ma tutti, attraverso la propria originalità creativa sembrano, esattamente come Prada, aver tenuto come punto di riferimento i murales del messicano DiegoRivera (marito della pittrice Frida Khalo), che attraverso i propri lavori esprimeva negli anni ’20 e ’30 i propri ideali comunisti di lotta per la libertà e l’uguaglianza sociale.
In questo modo la stilista che ha riprodotto le opere dei 6 anche sugli abiti da lei disegnati, ha lanciato un messaggio ben preciso. Non è certo la prima volta, infatti, che i vestiti sono stampati con immagini che riproducono icone di ogni periodo (basti pensare ai mosaici bizantini della collezione di Dolce e Gabbana), ma nel suo caso si tratta di qualcosa di diverso, perché le donne raffigurate da questi artisti vogliono essere emblema di una femminilità che rivendica il proprio ruolo attivo e combattivo nel mondo.In the Heart of the Moltitude è il titolo di questo lavoro artistico-sociale, in cui, in mezzo alla massa, ogni donna, sempre troppo poco presa in considerazione, deve emerge con la propria forte personalità, che qui è resa attraverso i tratti del volti, decisi e unici, tracciati con colori accesi e contrastanti, che richiamano anche quelli della Pop Art. Sono l’animo e la personalità femminili, così, a campeggiare ed essere portatrici del vessillo etico di Prada, così come lo sono a Città del Messico i murales di Rivera. Attraverso i volti che la stilista ha voluto riprodurre su accessori e abiti -che con i finti reggiseni ricamati sopra sembrano anche corazzati- emerge l’idea generale di una donna delicata, ma dalla personalità incisiva, che si fa largo a testa alta tra le difficoltà e il degrado metropolitano, in qualsiasi modo venga dipinta.
Del resto è lo stesso principio con il quale il writerRone decora i muri di tutte le città del mondo abbellendoli con ritratti e manifesti di donna. Dall’Australia agli USA, dal Messico alla Germania, sembra che le sue gigantografie richiamino Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Come dire che solo la bellezza, quella interiore, data da una delicatezza d’animo che solo le donne possono avere, è in grado di rendere migliore ogni luogo, portando rinascita anche nel quartiere più degradato e fatiscente, così come in una società ancora maschilista e violenta.
A questo punto sta proprio alle donne di ogni età voler dimostrare di essere quello che Prada e Rone indicano al mondo, perché, come afferma la stilista: “L’abito è quello che ci rappresenta. I nostri vestiti non passano inosservati”. Dunque che ognuna si faccia un murale vivente, in qualsiasi strada di qualsiasi città.
Un progetto grandioso per una griffe che rappresenta Milano in tutto il mondo: è partito il progetto Prada Galleria, che prevede uno spazio di 4.200 mq situato proprio davanti all’attuale boutique ospitata dall’Ottagono, uno dei centri nevralgici della città, inaugurata ormai cent’anni fa dal capostipite Mario.
Prima parte aperta al pubblico un mese fa, il men store al pianterreno, 400 mq dedicati all’uomo e al ben vestire declinato al maschile, ridisegnati dall’architetto Roberto Baciocchi, conservando i tratti caratteristici dell’epoca cui appartiene il palazzo: decorazioni di inizio Novecento e balze in marmo.
Ma questa è stata solo la punta dell’iceberg: il progetto prevede il restauro completo dell’intero edificio all’insegna dei criteri di risparmio energetico e sostenibilità e sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici, per recuperare e riqualificare un palazzo appartenente al passato e proiettarlo direttamente nel futuro, senza dimenticare la raffinatezza e la ‘milanesità’ nello stile.
Non solo abiti, però: il nuovo spazio ospiterà anche un ristorante e un’area dedicata alla Fondazione Prada, dedita ad organizzare mostre, convegni e presentazioni, per dar vita a quello che il marketing traduce con shopping esperienziale, ovvero fare acquisti, inframmezzandoli con momenti culinari d’alta cucina e visite a mostre d’arte, che altrimenti non avremmo mai occasione di vedere.
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