SOUNDTRACK: Baustelle – Baudelaire
Il made in Italy ha origini in Toscana grazie alla creatività e all’ingegno stilistico del designer Emiliano Rinaldi. Aretino, Rinaldi frequenta la facoltà di Ingegneria all’Università di Bologna specializzandosi in disegno industriale. La passione innata per la moda spinge il giovane stilista a farsi confezionare gli abiti che disegna da un sarto di Arezzo. Segno distintivo delle sue collezioni è il perfetto mélange estetico tra sperimentazione di materiali innovativi, antica tradizione artigiana ed eleganza nelle linee uomo e donna.Emiliano Rinaldi presenta la sua prima collezione menswear nel 2010 a Parigi al Salone Tranoi e da quel momento il suo talento trova un positivo riscontro internazionale in Oriente, principalmente Giappone e Cina, e in Occidente , in particolare Stati Uniti e Francia.
Emiliano Rinaldi FW 13/14. Courtesy of Press Office
Nel luglio 2011 il designer toscano sale sul podio, nella sezione uomo, del concorso di talent scouting promosso da Alta Roma in collaborazione con Vogue Italia, Who is on next?, partecipando da allora ogni anno al Pitti Immagine di Firenze quale talento emergente della moda italiana. Fino al 2012 Rinaldi continua a presentare le sue collezioni uomo e donna, quest’ultima nata successivamente, a Parigi e a Firenze, inaugurando poi, secondo attente e mirate strategie comunicazione e di product placament, un proprio ufficio commerciale a Milano. Le creazioni Emiliano Rinaldi sono pubblicate su importanti magazine del settore come Vogue, Elle, GQ, WWD, MFFashion, Leon (Japan), Men’s Non-No (Japan), Ginza (Japan). Oggi la griffe Emiliano Rinaldi si trova in alcune delle più prestigiose boutique del mondo: LN-CC (London), Antonioli (Milano), Hotoveli (New York), Deuxième classe (Japan), Baycrews (Japan) solo per citarne alcune.
Emiliano Rinaldi FW 13/14. Courtesy of Press OfficeEmiliano Rinaldi FW 13/14. Courtesy of Press Office
La collezione Emiliano Rinaldi spring summer 2014, per esempio, presentata al Pitti Immagine Uomo, con un defilé in grande stile presso “La Limonaia di Villa Vittoria”, si ispira ad esperienze di vita, emozioni, sentimenti che da sempre accompagnano l’essere umano. “E’ un mondo piccolo”, questo il titolo scelto per rappresentare creazioni dal fascino proustiano,un viaggio raffinato nel mondo asiatico che, attraverso il suo essere eclettico, l’uomo Emiliano Rinaldi affronta con tenacia ed entusiasmo. Un uomo che non ha confini, cosmopolita e a suo agio nel mondo. Disinvolto, cammina tra la folla indossando piume di struzzo, giacche di seta stampata, twill in cotone color kaki, green jacket combinate singolari t-shirt verde mimetico. Non mancano il blu cobalto, il crema e il rosso sul jersey di cotone e il denim.
Emiliano Rinaldi Women collection. Courtesy of Press Office
La collezione uomo fall-winter 2013-14 dal titolo “La noia”, invece, gira intorno all’aforisma di Charles Baudelaire “lavorare è meno noioso che divertirsi”. Per la donna, la collezione “La gioia” sottolinea invece, in perfetta contrapposizione, la complementarità uomo- donna, “non c’è gioia senza noia”.Annoiato da un’esistenza piatta, forse inutile e priva di senso il dandy metropolitano presentato da Emiliano Rinaldi rinuncia agli orpelli della contemporaneità, sposando una elegante semplicità riflessa in giacche e cappotti doppiopetto con revers, must della collezione, declinati in diversi tessuti (lana, cotone, seta) e cromie( dal blu, al bordeaux al bianco).
Emiliano Rinaldi Women collection. Courtesy of Press OfficeEmiliano Rinaldi Women collection. Courtesy of Press Office
I pull dal collo alto e le camicie in lana lavorata come fosse pizzo si abbinano a pantaloni dal taglio sartoriale classico regalando agli occhi un’immagine essenziale ma allo stesso tempo sofisticata. Per la stagione invernale l’uomo Emiliano Rinaldi, un po’ nostalgico, un po’ trasgressivo, vive in ogni attimo da moderno Sartre la realtà che lo circonda . Volumi e linee anni 50’ regalano un fascino vintage alla collezione evocando il fascino iconico e lo stile raffinato dell’attore francese Jean Paul Belmondo. Effetti monocromatici tone sur tone per la sera. La giacca è quella da camera, rivisitazione in seta del taglio a kimono e rivisitata con revers come fosse uno smoking. Gli accessori, papillon cravatte, fasce da abbinare ai gilet riprendono i colori e i tessuti delle camicie. Giacche e pantaloni over size, abiti dal taglio classico e retrò, per una donna geisha dal fascino orientale che si coniuga alla filosofia estetica della collezione uomo anche per le sfumature dei colori.
Artigianalità ed eleganza combinate in linee semplici dai tagli rigorosi ed essenziali. Segni distintivi dello stile Emiliano Rinaldi che rendono il talento del giovane designer apprezzato in tutto il mondo.
La grande kermesse di moda fiorentina ha appena chiuso i battenti alla Fortezza da Basso. L’83esimaedizione di Pitti Immagine Uomo (Firenze dall’8-11 Gennaio 2013) si è conclusa confermando le buone aspettative prospettate sin dall’inizio dell’evento. Nonostante il 2013 nel mondo della moda si sia aperto con uno scontro vis-à-vis tra Londra e Firenze, in cui la capitale britannica lo scorso Settembre aveva annunciato che avrebbe aperto la sua fashion week proprio in concomitanza con le date di Pitti Uomo 83, come un pò a minare il terreno e l’importanza della fiera fiorentina, al contrario ciò non ha nè impoverito il successo dell’evento nè impallidito il Made in Italy. Anzi una serie di eventi e di appuntamenti dall’estro creativo e innovativo hanno attirato un pubblico più che internazionale.
L’attenta selezione di marchi combinata con l’occasione data ai brand emergenti, di poter presentare le proprie collezioni, e con un insolito ma elegante omaggio ai libri, sia per la loro bellezza scenografica che per il loro contributo a valore per la moda, ha creato un mix and match multisensoriale che ha attirato più di 30mila visitatori, più di 1000 case di moda presentiad esporre, per non parlare poi dell’aumento dei compratori esteri. Questi sono solo alcuni degli scenari che hanno rappresentato Pitti Immagine Uomo 83. Le diverse proposte moda hanno trovato l’esatta presentazione nei vari raggruppamenti realizzati a livello organizzativo. Infatti si sono potute notare e confrontare diverse scelte di stile che vanno dal classico all’Urban Design fino alle sovrapposizioni.
“Bookswear” è il tema di questa 83esima edizione di Pitti Immagine, che sceglie il libro come emblema di approfondimento culturale per suggerire il concetto di una fashion man che non è mai stata meno superficiale. Imparare a leggere la moda maschile, questo è l’input dettato, con i suoi codici, i simbolismi e le sue dietrologie. Pitti BookswearMania è stato il mood guida di questi saloni invernali, ed è la passione di leggere libri che nutre il mondo della moda, e che la moda stimola a sua volta. Proprio come se fosse un libro da sfogliare in cui immergersi per uscirne arricchiti. A darne prova sono la grande selezione di brand presenti negli spazi di Fortezza da Basso che, stagione dopo stagione si arricchisce sempre più di novità italiane e straniere con un focus sull’artigianalità che è sempre pronta a combattere l’idea di un abbigliamento omologato e di scarsa qualità. Ciò viene confermato dalla scelta per la Danimaca come Guest Nation per l’edizione 2013 di Pitti W, con un’interessante selezione di designer nordici che da Copenhagen portano qualità e freschezza. Proprio attraverso una piattaforma come la Copenhagen Fashion Week, la Danimarca si è distinta come una delle realtà più interessanti per la ricerca del fashion. I designer che hanno presentato all’interno dell’area dedicata a questo progetto sono stati selezionati da Tom Stiefel-Kristensen, uno dei massimi conoscitori della moda scandinava e tra l’altro fondatore del Danish Fashion Institute e del concorso per giovani talenti “Designers’Nest”.
Tom Stiefel-Kristensen e i designer della Guest Nation – Danimarca
Secondo Tom Stiefel-Kristensen lo stile danese è caratterizzato da diversità, democrazia, e senso del dettaglio. Secondo lui un elemento importante del DNA della moda scandinava è senza dubbio “quel design democratico” che nasce dal solco delle celebri produzioni di design e arredamento realizzate tra gli anni ’30 – ’60. Pezzi creati con la volontà di assemblare insieme qualità del design a prezzi accessibili. Ovvero un approccio non elitario allo style, che ha fortemente influenzato i fashion designer e i brand di oggi. Tassi di crescita si sono registrati per i visitatori alla Dogana, dove è andata in scena l’ 11esima edizione di Pitti W, in un’atmosfera di grande entusiasmo. Per le 70 collezioni presentate si è registrata la presenza di quasi 5.000 visitatori, il 25% in più rispetto alla scorsa edizione invernale. Per quanto riguarda le presenze estere a Pitti W i risultati migliori si sono registrati con i buyer del Giappone (+10%), Germania (+33%), Gran Bretagna (+48%), Stati Uniti (+83%), Russia (+20%) e Olanda (+26%). Grande successo è stato riscosso per le collezoni proposte, per gli accessori e capsule collection, ampio spazio è stato dato ai giovani stilisti emergenti della scena internazionale.
Ermanno Scervino A/I 13/14
Eventi speciali che arricchiscono il programma della manifestazione ce ne sono stati moltissimi, da far invidia alla Fashion Week Londinese, come quelli che rendono omaggio alla cultura fiorentina e alle sperimentazioni più contemporanee. Ermanno Scervino ha scelto la cornice di Palazzo Vecchio per presentare la collezione Uomo A/I 2013/2014 e una preview femminile, la Pre-Fall 2013. Design ospiti di questa edizione sono stati la coppia di nuovi direttori creativi di Kenzo, uno dei marchi più in voga del momento, Carol Lim e Humberto Leon, e il duo creativo di Maison Kitsuné, marchio franco-giapponese che ha presentato la collezione femminile all’interno di Pitti W. Ricorrenze, concorsi ed eventi collaterali hanno movimentato la fiera del lusso di quest’anno. In occasione del 30° anniversario dell’iconica Reebok Classic Leather è avvenuto a Pitti Uomo il lancio della sneaker Classic Leather disegnata in edizione limitata. Dalle mostre in itinere, come quelle presentate all’Aria Art Gallery, in cui è racchiuso il percorso di tre personaggi di spicco di Firenze, Sara Bencini, Mustafa Sabbagh e Drusilla Foer, si è passati al lancio della collezione di Guillermo Mariotto, anima di Gattinoni, per Nannini. La settimana fieristica è stata ricca anche di opening, come quelle festeggiate per le loro nuove boutique di Marina Yatching, Stone Island e Fendi, che per l’occasione ha creato una nuova borsa e una pelliccia, e dato che i libri sono stati il tema dei saloni di questo Gennaio, è stata installata una TemporaryFashion Library in Piazza della Repubblica da RCS per Firenze&Fashion. A Pitti Uomo sono stati presentati nuovi libri sulla moda, come quello che è stato ospite a Palazzo Pucci, “Decades: A Century of Fashion” di Cameron Silver. Tra le firme che hanno partecipato a Pitti Uomo troviamo anche il giapponese White Mountaineering, l’emergente e talentuoso Andrea Pomilio e il giovane vincitore del concorso Who’s on Next, Erik Bjerkesjo, che ha presentato a questa edizione la sua prima sfilata. Il suo stile neo-classico è caratterizzato da neri assoluti e tagli scultorei che facevano da contrasto con le stanze oro della sontuosa Villa Favard dove si è tenuta la sfilata.
Denominatore comune alle sfilate Uomo di Pitti è senz’altro il passato, un grande ritorno al passato. Gli uomini del domani cercheranno la sicurezza negli abiti del passato rivisitati e corretti non solo nei colori, ma anche nei tagli e sopratutto nelle forme per diventare più casual e rilassati. Si è assistito ad un grande ritorno della maglieria, usata anche come tessuto per i capispalla, blazer e piumini. Si tratterà di un inverno pieno di materia e artigianalità, fatto di dense trame tridimensionali, meno formale e più concentrato sulla comodità chic. Per Kenzo, i due direttori creativi, hanno pensato ad una silhouette molto definita, con ampi capispalla, oversize e a campana, controbilanciati da pantaloni a sigaretta e grandi stivaletti con zip. E’ una moda questa che guarda allo streetwear vero e proprio, quello metropolitano. Un pò iconoclasta ma divertente è la nuova collezione di Andrea Pompilio, giovane stilista che ha riscosso un considerevole successo con la sua linea uomo. Novità del prossimo inverno è l’introduzione di una capsule collection femminile, mentre quella maschile è caratterizzata da un consueto gioco di forme, colori calibrati e tagli sportivi.
Andrea Pompilio
Pitti 83 celebra un gentleman reloaded, una sartoria evolutiva e una modernità d’atelier che si tinge di tendenze antiglobal. L’artigianato ha una forza identitaria che dichiara espressamente l’appartenenza a certe culture, luoghi e modi di essere. Colori, sovrapposizioni e dandismo celebrano una moda calda che accetta la sfida di trasferirsi in una quotidiana stravaganza. Morbidezza nei materiali, come l’outwear di maglia e il trench in loden esterno, offrono all’inverno uno stile fatto da più di 50 sfumature, e nessuna riguarda il grigio. Il classico viene tradotto in un linguaggio a dir poco contemporaneo. Dallo stile Principe di Galles, dove fanno capolino le trame quadrettate, si passa a quello più sportivo per finire col vintage, da quei colori che appartengono ad una palette cromatica più antica, che ora si rinnova e si ripropone con assoluta fantasia. I piumini sono colorati, quelli proposti da Colmar e Pirelli PZero, ma anche proposte in stile camouflage, legate alla mimetica militare. Non potevano mancare gli accessori per l’uomo sempre pronto all’azione: mocassini metallizzati e lucidi, sneakers effetto used. L’uomo del prossimo inverno è sempre più attento ai dettagli e il futuro attira su di sè ispirazioni diverse, come una calamita che cattura il bello che avanza.
Colmar
Discorso a parte merita la mostra “Vestirsi da Uomo”, curata personalmente dal giornalista di moda Angelo Flaccavento. I migliori capi del meglio dei brand presenti al Pitti, sono stati oggetto di una accurata selezione da parte del gionalista, col fine di creare un guardaroba perfetto e ideale per l’uomo d’oggi. Capi eccellenti scelti per inventiva, artigianalità e qualità: dal peacoat di Hentsch Man al cappotto sfoderato di Lardini, dalle cravatte di Liberty London alle sciarpe di Pierre Louis Mascia, dall’abito utilitario di Camo alle camicie di G Inglese, dal cappello di Borsalino alle scarpe di Grenson, fino alla borsa 24h di Want Les Essentiels de la Vie. I vestiti sono stati appesi al soffitto fra le ante di un armadio esploso, all’interno della Sala della Scherma in Fortezza. Per la prima volta erano in vendita in tempo reale su TheCorner.com, il sito che da sempre si occupa dell’avanguardia di prodotti e di modalità distributive. L’esposizione inoltre è stata anche l’occasione per un dibattito che ha messo in luce alcuni aspetti del fashion system, come la necessità di produrre beni di moda sempre più di qualità, veri manufatti che racchiudano artigianalità ed eccellenza italiana, e l’urgenza di trovare curatori, ossia figure che siano in grado di scegliere, selezionare e proporre il meglio di quanto si possa trovare in fiera e nelle sfilate di settore, idonei quindi a saper tradurre questo patrimonio in immagini e testi pensati per le nuove piattaforme di informazione virtuale e interattiva.
Proprio in tema di interattività Pitti Immagine diventa anche piattaforma digitale, per esattezza una fiera digitale grazie a Francesco Bottigliero AD di FieraDigitale, che ha lo scopo di protrarre nel tempo la durata di una manifestazione grazie alla sua versione online. e-Pitti.com permette così di riproporre per un mese dopo la chiusura dell’evento, le collezioni dei brand che hanno partecipato fisicamente alla kermesse di moda, rendendo accessibile il servizio solo ai buyer registrati. Un vero e proprio showroom online, un marketplace efficiente attraverso il quale le aziende possono concludere il proprio ordine in un clic.
“VDU” secondo Angelo Flaccavento
I bilanci di Pitti 2013 sono più che positivi sia dal punto di vista delle presenze sia da quello delle vendite, e considerando la crisi economica i risultati sul versante moda sono tutt’altro che negativi. I dati finali dimostrano che i compratori esteri sono in netto aumento raggiungendo quota 7.800, e complessivamente i compratori registrati sono stati circa 20.450. Questo è un segnale positivo per la moda maschile e per il Made in Italy e ciò sta a significare che l’economia della moda è trainata in questo momento storico da mercati come Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti, Turchia, con un aumento del 5% rispetto allo stallo del mercato italiano. Nonostante la sovrapposizione di date con la fashion week londinese sono cresciuti anche i numeri da parte della Gran Bretagna (+2,5%), buone performance anche da Germania e Nord Europa. Possiamo dunque confermare che la temuta concorrenza con Londra non c’è stata, o per lo meno non si è affatto sentita, dato che compratori, addetti ai lavori e giornalisti erano tutti presenti a Firenze. Anche Susy Menkes ha partecipato all’evento italiano, sarà per il dono dell’ubiquità o per gioco forza del mestiere, ma i grandi nomi non mancano mai dove c’è internazionalità, ricerca, innovazione e talenti: queste le parole chiave di Pitti 2013. Per omaggiare la sua presenza a Firenze, il Sindaco Renzi ha donato alla famosa firma dell’Herald Tribune il Fiorino d’oro. Pitti Uomo, sin dalla sua fondazione nel lontano Settembre del 1972, per la promozione della migliore industria italiana sui grandi mercati esteri, resta a tutt’oggi una manifestazione fieristica di settore unica non solo in Italia. La sua capacità di unire industria e politica, pubblico e privato, città ed imprenditori, nonché moda, arte e cultura è ora mai un faro in grado di illuminare non solo la regione Toscana, ma l’Italia in tutto il resto del mondo.
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